More stories

  • in

    Icen Risk: “Investimento strategico da parte di Zurich Insurance Group”

    (Teleborsa) – Icen Risk assicuratore specializzato nel settore M&A, annuncia oggi un significativo investimento strategico da parte di Zurich Insurance Group (Zurich), compagnia assicurativa globale multi-ramo. Questo investimento sostiene l’ambizione di Icen di espandere la propria presenza nel mercato assicurativo M&A in rapida crescita in Europa e Nord America.Fondata nel 2018 da esperti del settore Dawn Bhoma e Rob Brown, Icen è rapidamente diventata leader di mercato nell’assicurazione M&A, con un GWP di 70 milioni di sterline e un team di 25 persone con presenza in Spagna, Italia e Austria, e Coverholder dei Lloyd’s of London. La Società offre coperture personalizzate per rischi W&I, Fiscali, di Proprietà Intellettuale e Ambientali nelle transazioni M&A del mid-market europeo.Sulla base della relazione esistente tra le due società, Zurich ha accettato di acquisire una partecipazione azionaria, sostenendo il lancio di nuovi prodotti in ulteriori aree geografiche. Icen continuerà a operare in modo indipendente con il proprio marchio e team dirigenziale esistente.”Il talentuoso team di Icen unito ai nostri capacity providers – commenta Bhoma – hanno contribuito ad accelerare la nostra crescita in un mercato che si è espanso del 50% negli ultimi 5 anni. Siamo lieti che il nostro successo sia culminato in questo investimento da parte di una delle principali compagnie assicurative al mondo. Il marchio globale di Zurich, la rete internazionale e l’esperienza di prodotto ci porteranno al livello successivo nel mercato assicurativo specializzato M&A e offriremo più scelta ai clienti”.”La nostra esperienza, l’approccio orientato all’innovazione e il costante track record di redditività nella sottoscrizione distinguono Icen e –sottolinea Brown – rendono la nostra partnership con Zurich un naturale connubio a lungo termine. Con Zurich, siamo in una posizione unica per capitalizzare la forte crescita del mercato assicurativo M&A da 2,5 miliardi di sterline, mentre private equity, fondi di investimento e aziende cercano di proteggere gli asset e mitigare i rischi in un ambiente di negoziazione sempre più complesso. Non vediamo l’ora di lavorare con i nostri partner esistenti per sviluppare prodotti specializzati che affrontino i rischi emergenti ed espanderci in nuove aree geografiche, in particolare Nord America e importanti giurisdizioni europee come la Germania”.”Questa partnership – afferma Stephen Moss, global head of Financial Lines e Cyber di Zurich – arriva in un momento ideale per capitalizzare sui cambiamenti del mercato e sul potenziale di crescita a lungo termine nell’assicurazione M&A. Icen è diventata in breve tempo l’operatore di qualità in questo settore di nicchia, ed il track record di Rob e Dawn nel mercato è senza rivali. L’investimento di Zurich si allinea anche con le sue ambizioni strategiche di crescita nel mercato delle Specialties e contribuisce a migliorare le nostre capacità e l’offerta di servizi per i nostri clienti.”Moss diventerà membro del Consiglio di Amministrazione di Icen. L’operazione è soggetta ad approvazione dell’authority e dovrebbe concludersi nel terzo trimestre del 2025. LEGGI TUTTO

  • in

    Credito e Finanza, ABI: “Necessario mercato finanziario unico europeo”

    (Teleborsa) – Un vero mercato finanziario unico europeo del risparmio e degli investimenti, che favorisca la partecipazione degli investitori al dettaglio nei mercati finanziari in linea con la Strategia indicata dalla Commissione Europea per favorire gli investimenti produttivi, e un quadro normativo regolamentare, efficiente e flessibile, anche grazie ad una sostanziale e ben calibrata semplificazione della regolamentazione prudenziale e macroprudenziale. Sono questi – fa sapere l’ABI in una nota – i fattori strategici emersi durante i lavori del convegno “Credito e Finanza” e indicati come indispensabili per consentire al settore bancario di continuare a sostenere l’economia nazionale ed europea, attraverso misure che possano rafforzarne la competitività nei mercati globali. Al convegno, promosso da Abi e organizzato da ABI Servizi a Milano, istituzioni, banche, imprese e operatori si confrontano sui temi del credito, con l’obiettivo di delineare strategie concrete e valorizzare il sistema finanziario come leva di sviluppo e stabilità. Il mondo del credito e della finanza, infatti, si trova ad un punto di svolta. Le dinamiche demografiche in atto, l’innovazione digitale, l’evoluzione dei processi di investimento e la nuova fase della transizione ESG richiedono un cambio di prospettiva che punti a costruire un ecosistema integrato per sostenere le imprese, le famiglie ed un futuro più competitivo, resiliente e sostenibile per l’Italia e l’Unione europea.”È fondamentale mobilizzare i risparmi improduttivi delle famiglie, come indicato anche dal Rapporto Draghi sulla competitività dell’Europa – ha detto il vicedirettore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero, nell’intervento di apertura dei lavori del convegno – stimolando gli investitori al dettaglio a investire in prodotti che canalizzino le risorse verso l’economia reale. In questa direzione, è importante incentivare gli investimenti a lungo termine del risparmio tramite un meccanismo di tassazione basato su un’aliquota che decresce all’aumentare del periodo di detenzione del titolo”. Nel suo intervento, Torriero ha sottolineato anche “la necessità di rilanciare il mercato dei capitali, rendendolo più efficiente, integrato e appetibile per le imprese e gli investitori, semplificando l’attuale quadro normativo e garantendo il giusto equilibrio tra azioni legislative e non”.Domani, la giornata conclusiva del convegno approfondirà altri temi strategici come: gli incentivi per l’accesso al credito e al mercato dei capitali; la necessità di un nuovo equilibrio tra regolamentazione, innovazione e crescita sostenibile; i cambiamenti dei comportamenti di acquisto e dei modelli di business nel credito ai consumatori; l’evoluzione della domanda di finanziamento di famiglie e aziende; le sfide per le imprese tra crescita patrimoniale, raccolta di capitali e transizione ecologica, sostenibile e digitale. LEGGI TUTTO

  • in

    UE, multe a 15 produttori di auto per cartello su riciclo. Stellantis paga 75 milioni

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha multato 15 importanti produttori di automobili e l’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) per un totale di circa 458 milioni di euro per aver partecipato a un cartello di lunga durata riguardante il riciclo di veicoli fuori uso. Mercedes-Benz non è stata multata, in quanto ha rivelato il cartello alla Commissione nell’ambito del programma di clemenza. Tutte le aziende hanno ammesso il loro coinvolgimento nel cartello e hanno accettato di risolvere il caso.Un End-of-Life Vehicle (ELV) è un’auto che non è più idonea all’uso, a causa dell’età, dell’usura o dei danni. Questi veicoli vengono smontati e trattati per il riciclaggio, il recupero e lo smaltimento. L’indagine della Commissione ha rivelato che, per oltre 15 anni, 16 importanti case automobilistiche (tra cui Mercedes, che non è stata multata) e ACEA hanno stipulato accordi anticoncorrenziali e si sono impegnati in pratiche concordate relative al riciclaggio di veicoli fuori uso.Quattro aziende hanno collaborato con la Commissione nell’ambito del programma di clemenza: Mercedes-Benz ha ricevuto l’immunità totale per aver rivelato il cartello, evitando una multa di circa 35 milioni di euro; Stellantis (inclusa Opel), Mitsubishi e Ford hanno beneficiato di una riduzione della multa per la loro collaborazione.Le multe maggiori sono state quelle per Volkswagen (127,7 milioni di euro), Renault-Nissan (81,5 milioni), Stellantis (74,9 milioni), Ford (41,7 milioni), Toyota (23,6 milioni), Bmw (24,6 milioni) e Volvo (8,9 milioni). Honda, Mazda, Suzuki, Hyundai-Kia, Jaguar-Land Rover-Tata e General Motors hanno ricevuto sanzioni di importo inferiore, mentre Acea, in qualità di facilitatore dell’intesa, è stata multata per 500 mila euro. “Oggi abbiamo intrapreso azioni decise contro le aziende che hanno cospirato per impedire la concorrenza sul riciclo – ha commentato Teresa Ribera, Vicepresidente esecutivo per la transizione pulita, giusta e competitiva – Queste case automobilistiche si sono coordinate per oltre 15 anni per evitare di pagare per i servizi di riciclo, concordando di non competere tra loro nella pubblicità della misura in cui le loro auto potevano essere riciclate e concordando di non rivelare i materiali riciclati utilizzati nelle loro nuove auto. Non tollereremo cartelli di alcun tipo, compresi quelli che sopprimono la consapevolezza dei clienti e la domanda di prodotti più rispettosi dell’ambiente. Il riciclo di alta qualità in settori chiave come l’automotive sarà fondamentale per soddisfare i nostri obiettivi di economia circolare, non solo per ridurre sprechi ed emissioni, ma anche per ridurre le dipendenze, abbassare i costi di produzione e creare un modello industriale più sostenibile e competitivo in Europa”. LEGGI TUTTO

  • in

    INPS: nuova Classificazione delle Attività Economiche ATECO 2025

    (Teleborsa) – Da oggi, primo aprile, l’iscrizione delle aziende con dipendenti è effettuata con l’indicazione della nuova classificazione ATECO 2025, predisposta dall’Istat. Per le iscrizioni antecedenti a tale data sarà necessario continuare a indicare il codice Ateco 2007. È quanto fa sapere l’INPS in una nota sottolineando “l’importanza di controllare che ci sia coerenza tra la descrizione del codice ATECO 2025 indicato e l’inquadramento automatizzato generato dalla procedura di iscrizione dei datori di lavoro, rispetto all’attività economica effettivamente svolta”.”Questa nuova classificazione – prosegue l’Istituto – rappresenta un importante aggiornamento, volto a rappresentare in maniera più adeguata i cambiamenti in atto nella realtà economica nazionale e a garantire una lettura uniforme del tessuto produttivo da parte di tutti gli operatori economici”.Per i dettagli l’INPS rinvia alla Circolare n. 71 del 31.03.2025, oltre che alle indicazioni visualizzabili accedendo al menzionato servizio iscrizioni. LEGGI TUTTO

  • in

    Salute, Ipercolesterolemia: SIC E SIBioC presentano nuovo sistema di refertazione

    (Teleborsa) – Un cambio di paradigma nel sistema di refertazione dei profili lipidici, cruciali per identificare l’ipercolesterolemia, fattore causale della cardiopatia ischemica che in Italia colpisce circa 5 milioni di persone. A segnare un punto di svolta è il documento congiunto presentato oggi dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC) e dalla Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica – Medicina di Laboratorio (SIBioC), in occasione della conferenza stampa “Il ruolo strategico dei laboratori nella prevenzione cardiovascolare”, tenutasi oggi al Senato su iniziativa di Elena Murelli, promotrice dell’Intergruppo parlamentare per le malattie cardio, cerebro e vascolari e componente della Commissione Affari sociali, Sanità, Lavoro e Previdenza Sociale, in collaborazione con Meridiano Cardio, la piattaforma di TEHA Group focalizzata sulle malattie cardiovascolari. L’iniziativa rientra nelle attività di Meridiano Cardio, la piattaforma di TEHA Group – società di The European House Ambrosetti – sulle patologie cardiovascolari, sostenuta dal contributo non condizionante di Sanofi e Amgen.Gli ultimi dati dell’Italian Health Examination Survey indicano una prevalenza di ipercolesterolemia superiore al 25% – maggiore nelle donne rispetto agli uomini –, mentre la percentuale di individui che dichiara di essere ipercolesterolemico è pari al 18,3% secondo i dati dell’Osservatorio Passi, evidenziando una limitata consapevolezza del fenomeno. Quasi 1 italiano su 2 non ritiene il colesterolo LDL dannoso per la salute e 1 italiano su 3 ritiene che il rischio di mortalità legato all’ipercolesterolemia debba preoccupare solo chi ha problemi cardiaci pregressi.A questo dato va aggiunto che i pazienti ipercolesterolemici rientrano di default tra i soggetti caratterizzati da un livello di rischio cardiometabolico medio-alto che secondo una recente analisi di TEHA rappresentano il 50,1% della popolazione in età l avorativa (40-69 anni). L’ipercolesterolemia è una patologia rilevante anche da un punto di vista economico, generando sul SSN costi sanitari diretti per circa 1,14 miliardi di euro.”L’ipercolesterolemia rappresenta un problema sanitario di grande rilevanza, con conseguenze gravi sulla salute pubblica. Il colesterolo alto, infatti, – spiega Murelli – favorisce la formazione di placche aterosclerotiche, aumentando il rischio di infarto miocardico, ictus e malattie delle arterie periferiche. Migliorare la refertazione e rendere più chiaro il quadro di rischio cardiovascolare per ogni paziente significa non solo intervenire tempestivamente, ma anche ridurre il numero di eventi cardiovascolari, con benefici per la salute e per la sostenibilità del SSN. Si stima che il peso dei trattamenti delle malattie cardiovascolari legate all’ipercolesterolemia sia pari a 1,14 miliardi di euro all’anno, tra ricoveri ospedalieri, farmaci e interventi chirurgici. Affrontare l’ipercolesterolemia in modo efficace significa quindi ridurre il peso delle malattie cardiovascolari, migliorare la salute pubblica e rendere il sistema sanitario più sostenibile”.”Una recente analisi di TEHA – sottolinea Rossana Bubbico, senior consultant dell’Area Healthcare di TEHA Group e Project Coordinator di Meridiano Cardio – ha rivelato che un italiano su 2 in età lavorativa presenta un rischio medio-alto di incorrere in un rischio cardiovascolare maggiore, come ictus o infarto nei prossimi 10 anni. I pazienti con ipercolesterolemia, riconosciuta quale fattore causale della cardiopatia ischemica, sono senza dubbio tra questi. La prevenzione primaria e la diagnosi precoce, l’avvio tempestivo al trattamento e la prevenzione secondaria, sono elementi essenziali per garantire a questi pazienti la migliore presa in carico possibile, contribuendo a ridurre il burden socio-economico di questa patologia che riguarda più di 1 italiano su 4″.”La terapia ospedaliera dell’infarto acuto – afferma Ciro Indolfi, presidente della Federazione Italiana di Cardiologia – FIC – è oggi efficace ed ottimale mentre, purtroppo, più del 50% dei pazienti, in modo imprevisto ed imprevedibile con infarto STEMI muore, prima di arrivare in ospedale. Pertanto, un significativo aumento della vita può essere ottenuto riducendo i fattori di rischio. Tra questi, è ormai confermato che livelli elevati di colesterolo LDL hanno un ruolo causale nell’infarto miocardico acuto, una delle principali cause di morte in Italia. Ridurre il colesterolo LDL significa ridurre il rischio di eventi cardiovascolari. Per questo è fondamentale rafforzare la prevenzione, promuovendo campagne di screening capaci di identificare precocemente le persone a rischio medio-alto e avviarle tempestivamente a un trattamento. Allo stesso tempo, è essenziale sfruttare al meglio le numerose opzioni farmacologiche oggi disponibili per abbassare i livelli di colesterolo, promuovendo l’aderenza terapeutica tra i pazienti”.”Occorre far capire ai cittadini e ai pazienti – dichiara Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia – SIC – che non esiste un valore di colesterolo LDL che vada bene per tutti: il livello target dipende dal profilo di rischio cardiovascolare di ciascun paziente: più alto è il rischio, più basso dovrà essere il valore da raggiungere per ridurre la probabilità di eventi cardiovascolari. Per questo motivo è sbagliato che molti referti di analisi riportano ancora valori di riferimento basati sulla media della popolazione, senza considerare il rischio cardiovascolare del singolo paziente, quando invece è fondamentale adottare un approccio personalizzato, basato sulle caratteristiche cliniche di ogni individuo. In questo contesto nasce anche il documento congiunto SIC-SIBioC che presentiamo oggi e che contiene una proposta di adeguamento del sistema di refertazione”. “Il Documento congiunto tra la Società Italiana di Cardiologia e la Società Italiana di Biochimica Clinica – Medicina di Laboratorio – rileva Marcello Ciaccio, presidente Società Italiana Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica – Medicina di Laboratorio – SIBioC – rappresenta un passo fondamentale verso una refertazione di laboratorio accurata, efficace e clinicamente utile. Il documento sottolinea l’importanza di una stretta integrazione tra Medicina di Laboratorio e Medicina Clinica per garantire che i risultati degli esami di laboratorio non siano solo dati numerici, ma strumenti interpretativi contestualizzati nella realtà clinica del Cittadino/Paziente. Il ruolo dei Laboratorio Clinici ha, infatti, subito un’importante evoluzione passando da semplici erogatori di analisi a partner attivi nei processi decisionali, guidando il Clinico in tutte le fasi del percorso diagnostico terapeutico assistenziale, dalla prevenzione, alla diagnosi, alla prognosi ed al trattamento. Il Protocollo, inoltre, pone attenzione alla qualità dell’intero processo diagnostico, dalla fase preanalitica alla refertazione, evidenziando il valore strategico della collaborazione e della formazione condivisa come elementi centrali per una Medicina Personalizzata di Precisione e Preventiva”.Gestione dell’ipercolesterolemia: ancora lontani da un controllo ottimale della patologiaGestire in modo efficace i livelli di colesterolo LDL non è solo una questione di salute, ma anche di sostenibilità economica. Ogni anno, il costo dell’assistenza per un paziente con ipercolesterolemia non controllata varia tra 4.200 e 5mila euro, mentre per chi raggiunge i livelli terapeutici raccomandati si aggira intorno ai 2.900 euro. Circa il 60% di questa spesa è legato ai ricoveri per complicanze ed eventi cardiovascolari evitabili. Inoltre, gli eventi successivi al primo risultano ancora più onerosi (+7,1%), principalmente a causa delle ri-ospedalizzazioni. In aggiunta, con riferimento ai pazienti in prevenzione secondaria – che hanno già subito un evento cardiovascolare, più dell’80% dei pazienti ancora non raggiunge il target di colesterolo LDL (inferiore a 55mg/dL) previsto dalle più recenti linee guida EAS/ESC. L’aderenza alle terapie ipolipemizzanti rimane un nodo critico: solo il 44% dei pazienti segue correttamente il trattamento, con una tendenza decrescente con l’età. Eppure, una maggiore aderenza si traduce in una riduzione fino al 38% dei costi complessivi, grazie alla prevenzione di eventi cardiovascolari maggiori come ictus e infarto.Non esiste un livello di colesterolo LDL target uguale per tuttiSecondo le più recenti evidenze scientifiche, una riduzione anche modesta dei livelli di colesterolo LDL, ottenuta attraverso una diagnosi tempestiva e un trattamento mirato, può tradursi in una significativa riduzione del rischio di infarto miocardico e morte cardiovascolare. Il problema attuale, spesso sottovalutato, è che molti referti riportano ancora “valori di riferimento” standardizzati sulla media della popolazione, e non i “valori decisionali” legati al rischio cardiovascolare individuale. Questo approccio può risultare fuorviante: un valore “nella norma” per il laboratorio può essere, in realtà, critico per un paziente ad alto rischio. In alcuni casi, ciò ha portato alla sospensione inappropriata di terapie ipolipemizzanti o alla sottovalutazione di condizioni gravi come l’ipercolesterolemia familiare.L’urgenza di un adeguamento del sistema in una logica di cooperazioneIn questo contesto SIC e SIBioC propongono un nuovo approccio in linea con le nuove linee guida europee (ESC/EAS) per adeguare il sistema di refertazione e fornire al clinico e al paziente un quadro chiaro, leggibile e integrato dei valori lipidici. Il Documento congiunto SIC–SIBioC propone una refertazione integrata con: la segnalazione automatica di valori critici (come C-LDL > 190 mg/dL o trigliceridi > 890 mg/dL) quali quelli indicativi di ipercolesterolemia familiare o rischio di pancreatite; l’introduzione di parametri aggiuntivi (colesterolo non-HDL, remnants, Lp(a), Apo B) per una valutazione più fine del rischio, in linea con le nuove raccomandazioni scientifiche; l’integrazione nei referti dei valori target di colesterolo LDL specifici per ciascuna categoria di rischio cardiovascolare; la possibilità di effettuare il profilo lipidico senza digiuno, facilitando così l’accesso agli esami con screening diffusi anche in contesti non ospedalieri LEGGI TUTTO

  • in

    Powersoft, finanziamento di 20,2 milioni di euro da UniCredit con garanzia SACE

    (Teleborsa) – Powersoft ha realizzato con successo l’acquisizione del 51% delle quote sociali di K-Array attraverso la strutturazione di due linee di finanziamento con UniCredit per un totale di 20,2 milioni di euro, entrambe assistite al 50% da Garanzia di SACE.”L’acquisizione di K-Array rappresenta per noi non solo un passaggio strategico fondamentale, ma anche un esempio virtuoso di come la collaborazione tra industria e sistema finanziario possa generare valore concreto – dichiara Luca Lastrucci, CEO di Powersoft – Siamo grati a UniCredit per aver creduto nella nostra visione e per averci affiancato come partner in questa operazione, strutturando una soluzione finanziaria che ha reso possibile l’integrazione di una realtà straordinaria come K-Array nel nostro Gruppo”.”Questa operazione conferma il nostro ruolo di partner strategico per le imprese del territorio – ha detto Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit – Il nostro obiettivo è affiancare le aziende per creare valore e favorirne la crescita, supportandole nel rafforzamento del loro posizionamento su un mercato in continua evoluzione. Siamo orgogliosi di aver sostenuto Powersoft nell’acquisizione di K-Array Srl, manovra destinata a generare importanti risultati in ambito di innovazione. Un passaggio rilevante del piano di sviluppo strategico del Gruppo toscano, eccellenza del Made in Italy nel campo tecnologico dell’Audio-pro a livello globale”.”Siamo orgogliosi di supportare un’operazione finalizzata all’innovazione produttiva, che rafforza ulteriormente la competitività del settore pro-audio – ha commentato Alessio Cerini, Relationship Manager di SACE – L’acquisizione di K-Array da parte di Powersoft è un chiaro esempio di come le imprese italiane possano crescere attraverso investimenti strategici in innovazione e sviluppo industriale. Noi di SACE, come partner per la crescita delle imprese, continuiamo a sostenere operazioni che valorizzano le eccellenze del Made in Italy e ne favoriscono l’espansione globale”. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, a febbraio le offerte di posti di lavoro scendono più delle attese

    (Teleborsa) – Il numero di offerte di lavoro negli Stati Uniti è diminuito a 7,57 milioni nell’ultimo giorno lavorativo di febbraio 2025, rispetto ai 7,76 milioni del mese precedente e ai 7,69 milioni attesi dagli analisti. È quanto rilevato dal Report JOLTS dell’U.S. Bureau of Labor Statistics americano, che misura le posizioni di lavoro aperte (Job Openings) e altre metriche del mercato del lavoro. Il tasso di posti vacanti, al 4,5 percento, è cambiato poco nel corso del mese. Il numero di posti vacanti è diminuito in finanza e assicurazioni (-80.000).A febbraio, il numero di dimissioni è cambiato poco a 3,2 milioni, ma è sceso di 273.000 nel corso dell’anno. Nel corso del mese, il tasso di dimissioni è rimasto invariato al 2,0 percento. Le dimissioni sono aumentate nell’istruzione statale e locale (+28.000).Sempre a febbraio, il numero di licenziamenti è cambiato poco a 1,8 milioni. Il tasso di licenziamenti è rimasto invariato all’1,1 percento. I licenziamenti sono aumentati nel commercio al dettaglio (+67.000), immobiliare e noleggio e leasing (+24.000) e governo federale (+18.000). I licenziamenti sono diminuiti nei trasporti, magazzinaggio e servizi di pubblica utilità (-42.000).(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    USA, ISM manifatturiero marzo scende più delle attese a 49 punti

    (Teleborsa) – Si modera l’attività manifatturiera negli Stati Uniti a marzo 2025, passando in fase di contrazione. Lo segnala l’ISM – Insitute for Supply Management sulla base del consueto sondaggio mensile.L’indice dei direttori di acquisto del settore manifatturiero si è attestato a 49 punti, rispetto ai 50,3 punti del mese precedente, risultando inferiore alle attese degli analisti che stimavano una discesa fino a 49,5 punti.L’indicatore, che viene usato per valutare lo stato di salute del settore manifatturiero statunitense, si porta dunque sotto la soglia chiave di 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività.Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini scende a 45,2 punti da 48,6, mentre quella sull’occupazione cala a 44,7 da 47,6 e la componente relativa ai prezzi sale a 69,4 da 62,4 punti (contro attese per 64,6). LEGGI TUTTO