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    La Germania di fronte a una nuova contrazione economica

    (Teleborsa) – L’economia tedesca, che rappresenta circa un terzo del Pil dell’Eurozona, è destinata a contrarsi nuovamente quest’anno dopo il calo registrato nel 2023. Il governo ha infatti rivisto al ribasso le previsioni sul prodotto interno lordo (Pil) per il 2024, stimando una riduzione dello 0,2%. Questo calo, successivo alla contrazione dello 0,3% dello scorso anno, segnerebbe la seconda sequenza consecutiva di riduzione del Pil dalla riunificazione della Germania Ovest e della Germania Est nel 1990. Inizialmente, il ministro dell’Economia, Robert Habeck, aveva previsto una crescita dello 0,3% per l’anno in corso nelle previsioni governative pubblicate a fine aprile. Tuttavia, secondo una recente dichiarazione via e-mail riportata da Bloomberg, è ora probabile che la ripresa economica avvenga solo nel 2025, con una crescita stimata dell’1,1% e un’accelerazione all’1,6% nel 2026. Habeck ha sottolineato la necessità urgente di affrontare i problemi strutturali del Paese, tra cui la mancanza di sicurezza energetica, l’eccessiva burocrazia e la carenza di lavoratori qualificati, che stanno appesantendo il clima economico, insieme alle incertezze geopolitiche. “La Germania e l’Europa sono schiacciate tra la Cina e gli Stati Uniti e devono imparare a farsi valere”, ha dichiarato Habeck. Le preoccupazioni per il declino economico tedesco sono aumentate, soprattutto nel settore automobilistico, con casi emblematici come la possibile chiusura di stabilimenti da parte di Volkswagen e il ritardo della Intel nell’apertura di un impianto di semiconduttori da 30 miliardi di euro nell’ex Germania dell’Est. L’economia potrebbe già essere in recessione tecnica, con una possibile nuova contrazione nel terzo trimestre, dopo il calo dello 0,1% della produzione registrato tra aprile e giugno. LEGGI TUTTO

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    Germania, rimbalzano le vendite al dettaglio in agosto

    (Teleborsa) – Rimbalza ad agosto il commercio al dettaglio in Germania. Le vendite in termini reali hanno registrato un incremento dell’1,6% su mese, dopo il -1,2% registrato il mese precedente. Secondo l’Ufficio Federale di Statistica tedesco (DESTATIS), la variazione annua si attesta a +1,9% dal -4,4% rilevato a luglio LEGGI TUTTO

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    Giappone, prezzi produzione in aumento a settembre

    (Teleborsa) – Aumentano i prezzi alla produzione in Giappone nel mese di settembre. Secondo la Bank of Japan, i prezzi di fabbrica hanno registrato un incremento del 2,8% su base annua, contro il +2,6% rivisto del mese precedente. Su base mensile, i prezzi all’industria non hanno registrato alcuna variazione rispetto al -0,2% del mese precedente e contro il -0,3% attesa dal mercato. I prezzi import hanno segnato un calo dell’1,7% su base mensile e del’1% su base tendenziale. I prezzi export sono scesi del 2,9% su base mensile e del 2,6% su base annuale. LEGGI TUTTO

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    Enpam: rendimento netto investimenti al 7% nel 2023, patrimonio a 27 miliardi

    (Teleborsa) – Gli investimenti dell’ente di previdenza dei medici hanno avuto un rendimento del 7% al netto di costi e di tasse. Il dato, riferito all’anno 2023, è stato comunicato dal presidente dell’Enpam Alberto Oliveti al congresso Fimmg in corso a Villasimius (Cagliari).”Dal 2012 ad oggi abbiamo visto il nostro patrimonio aumentare dai 12 miliardi ai 27 miliardi attuali – ha spiegato il presidente dell’Enpam – Tanti soldi, tutti destinati a pagare le pensioni prossime venture. Come sappiamo, infatti, siamo in una fase di pagamento di pensioni numerose e consistenti, perché numerosi e di misura consistente sono i versamenti di chi li ha fatti”.I rendimenti sono elevati anche guardando le medie pluriennali, sempre validate dalla Covip. Nello specifico per il periodo 2019-2023 la media è stata del 2,8%, sempre al netto di costi e imposte, un risultato particolarmente buono nonostante il Covid e le crisi legate ai conflitti internazionali. LEGGI TUTTO

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    Nucleare, al via comitato di Confindustria: analizzerà opportunità di sviluppo

    (Teleborsa) – Si è insediato oggi lo Steering Committee di Confindustria che analizzerà le potenzialità di produzione e utilizzo in Italia degli Small Modular Reactor, quale opportunità di sviluppo di vettori energetici decarbonizzati. A darne notizia la stessa Confindustria che ha fatto sapere il comitato sarà presieduto da AurelioRegina, delegato per l’energia del presidente della confederazione degli industriali, e sarà formato da personalità del mondo scientifico, accademico e industriale. Dello Steering Committee faranno parte infatti Gianluca Artizzu (Ceo di Sogin), Massimo Beccarello (professore dell’Università Milano Bicocca), Federico Boschi (capo Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Stefano Buono (Ceo di Newcleo), Roberto Cingolani (Ceo di Leonardo), Gilberto Dialuce (presidente Enea), Lorenzo Fiorillo (chief technology officer di Eni), Daniela Gentile (Ceo di Ansaldo Nucleare), Antonio Gozzi (special advisor per l’Autonomia Strategica Ue, Piano Mattei e Competitività di Confindustria), Nicolò Mardegan (direttore Relazioni Esterne di Enel), Stefano Monti (presidente dell’Associazione Italiana Nucleare), Nicola Monti (Ceo di Edison), Lorenzo Poli (presidente di Assocarta), Agostino Re Rebaudengo (presidente di Elettricità Futura), Francesca Salvemini (capo segreteria tecnica Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Agostino Scornajenchi (Ad di Cdp Venture Capital) e Giuseppe Zampini (past president Confindustria Genova). Nello scenario attuale, l’opzione elettronucleare da fissione “è di fondamentale importanza per garantire la competitività e la sicurezza energetica del sistema manifatturiero e del sistema energetico nazionale, garantendo, inoltre, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione europei e nazionali”, ha sottolineato Confindustria. “Le nuove tecnologie elettronucleari sicure e di taglia ridotta potranno giocare un ruolo importante per il sistema industriale – ha affermato Aurelio Regina – in quanto potranno essere installate nei siti produttivi gas ed energy-intensive (hard-to-abate) fornendo l’energia elettrica e il calore di processo di cui hanno bisogno”.Il lavoro di Confindustria, ha spiegato il comunicato, si concentrerà su aspetti giuridico-legislativi, tecnologici, economici e di ricerca e sviluppo, approfondendo la mappatura della filiera e il fabbisogno di competenze, i cui risultati saranno presentati nel 2025 con Enea in qualità di knowledge partner. Confindustria, infatti, ha recentemente rinnovato il Protocollo d’intesa con Enea che consentirà di condurre progetti e approfondimenti atti a fornire le basi tecnologiche, normative e di mercato per assicurare un percorso di transizione energetica stabile e competitivo. Secondo Confindustria “è necessario definire un mix energetico nazionale basato sulla neutralità tecnologica e sull’uso ottimale ed efficiente di tutte le tecnologie di decarbonizzazione già in uso e in via di sviluppo, nonché di interventi di ammodernamento e digitalizzazione del sistema di infrastrutture energetiche nazionali e, di conseguenza dell’intero sistema energetico nazionale. Come indicato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), il nucleare potrà contribuire al futuro del Paese e la filiera nazionale è pronta a fare la sua parte grazie alle molte competenze e capacità sviluppate, prevalentemente, nei progetti portati avanti all’estero”. LEGGI TUTTO

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    Psb, via libera anche al Senato

    (Teleborsa) – Dopo la Camera, anche il Senato ha dato il via libera al Piano strutturale di bilancio di medio termine, il documento previsto dalla nuova governance europea che definisce il quadro macroeconomico in cui dovrà essere collocata la Legge di Bilancio. La risoluzione di maggioranza è stata approvata con 95 voti a favore e 66 contrari. Sono state 4 le astensioni. Preclusa la votazione sulle altre risoluzioni di minoranza. Poco prima nel suo intervento alla Camera, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ne aveva approfittato per inviare un messaggio alla Banca Centrale Europea. “Ricordo che quando abbiamo preso l’incarico di governo il tasso della BCE era 0,75%. Abbiamo vissuto due anni di governo con tassi al 4% quindi l’effetto ottenuto sullo spread è stato annullato da condizioni che non dipendono da noi. Ora è iniziato un percorso di riduzione dei tassi e spero che vada avanti il più velocemente possibile”, ha sottolineato. Una riduzione dei tassi, ha aggiunto, che “possa eliminare quella spesa più odiosa che c’è che sono gli interessi che siamo costretti a pagare. Solo così ci saranno risorse per dare impulso storico e decisivo alla crescita del Paese”. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali aumentano di 5,8 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono salite più delle attese le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 4 ottobre 2024, sono saliti di circa 5,8 milioni di barili a 422,7 MBG, contro attese per un incremento di 2 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato un decremento di 3,1 milioni, arrivando a 118,5 MBG, contro attese per un variazione di -2,3 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un calo di 6,3 milioni a quota 214,9 MBG (era atteso un decremento di 1,5 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono aumentate di 0,4 milioni a 382,9 MBG. LEGGI TUTTO

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    Google, Dipartimento Giustizia Usa valuta ipotesi “spezzatino” contro monopolio

    (Teleborsa) – Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti starebbe prendendo in considerazione la possibilità di scorporare Google per contrastare il monopolio esercitato sui motori di ricerca. È quanto ha riportato il Financial Times che fa riferimento ad un documento preparato dal tribunale che sta valutando come sanzionare il gigante tech dopo la storica sentenza arrivata ad agosto e in cui è stato definito “monopolista”.Il documento descrive le sanzioni che il Dipartimento di Giustizia potrebbe richiedere al giudice che presiede il caso. In particolare si fa riferimento a “rimedi comportamentali e strutturali” che i pubblici ministero potrebbero richiedere per impedire a Google di utilizzare i suoi prodotti – ad esempio il browser Chrome, l’app store Play o il sistema operativo Android – per dare al suo motore di ricerca un vantaggio competitivo nei confronti degli attuali concorrenti ma anche nuovi player.Tra questi rimedi è stata inserita la possibilità di costringere Google a condividere i dati di ricerca degli utenti con i rivali e di limitare la sua capacità di utilizzare i risultati di ricerca per addestrare nuovi modelli e prodotti di intelligenza artificiale generativa. Una decisione sul caso è attesa entro agosto 2025. Google ha comunque già fatto sapere che presenterà ricorso contro la decisione fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti.”Per più di un decennio, Google ha controllato i canali di distribuzione più popolari, lasciando ai rivali scarsi o nulli incentivi a competere per gli utenti”, ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia. “Per porre rimedio a questi danni è necessario non solo porre fine al controllo di Google sulla distribuzione oggi, ma anche garantire che Google non possa controllare la distribuzione di domani”, ha aggiunto.”Uno smembramento di Google riorganizzerebbe un mercato di ricerca in cui l’azienda gestisce oltre il 90 percento delle query online e trasformerebbe un’attività che ha reso la sua società madre, Alphabet, una delle più preziose al mondo”, ha fatto notare il Financial Times.(Foto: Pawel Czerwinski su Unsplash) LEGGI TUTTO