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    USA, con Gb accordi per oltre 10 miliardi in vista visita Trump

    (Teleborsa) – Ammontano ad almeno oltre 10 miliardi di dollari gli accordi tecnologici e nel nucleare civile tra Usa e Gran Bretagna pronti per la firma nel corso dell’imminente visita di stato di Donald Trump, in programma dal 17 al 19 settembre. E’ la stima di un alto dirigente dell’amministrazione americana, che ha definito “storica” la visita, in una call cui ha partecipato anche Ansa. Trump sarà infatti il primo presidente Usa ad avere l’onore di una visita di Stato bis nel Regno, dopo quella del 2019 durante la sua prima presidenza, su invito della regina Elisabetta II.Il presidente partirà domani con la first lady Melania. Della delegazione americana faranno parte anche il segretario di stato Marco Rubio e quello al tesoro Steve Bessent. Prevista inoltre la presenza di numerosi Ceo. L’accordo tecnologico coinvolge settori emergenti come AI, semiconduttori, telecomunicazioni e quantum computing, quello nucleare la costruzione di piccoli reattori. Previsto anche un rafforzamento della cooperazione nelle tecnologie per la difesa. LEGGI TUTTO

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    Yoox, sindacati: ancora nessun passo avanti, sciopero il 17 settembre

    (Teleborsa) – Si è svolto oggi il secondo incontro tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e la dirigenza di YOOX, alla presenza di Assolombarda e Confindustria. Nel precedente incontro, l’azienda, pur ribadendo costantemente il proprio rifiuto a soluzioni alternative ai licenziamenti, aveva manifestato una parziale e non sostanziata disponibilità a “valutare” tutti gli strumenti di gestione della crisi. L’incontro odierno avrebbe dovuto servire ad approfondire queste presunte aperture, ma “nuovamente l’azienda non ha voluto chiarire le proprie reali intenzioni, se non ripetere l’ormai nota volontà di procedere con i 211 licenziamenti, un quinto dell’intera forza lavoro”. Lo fanno sapere Filcams, Fisascat e Uiltucs.I sindacati hanno ribadito la propria posizione: ritiro dei licenziamenti e apertura di un confronto vero sulla crisi che attraversa la società con il ricorso agli ammortizzatori sociali, al fine di ridurre quanto più possibile l’impatto sulle lavoratrici e sui lavoratori. “Proseguono pertanto le iniziative di lotta, con un presidio permanente presso la sede aziendale di Bologna Interporto e uno sciopero a rotazione tra le lavoratrici e i lavoratori – si legge in una nota – L’unità operativa di Zola Predosa (Bo) incrocerà le braccia per l’intera giornata del 17 settembre, così come la sede milanese, che sciopererà sempre il 17 settembre con presidio in piazza San Babila dalle ore 10.00 alle 12.40. Le parti si rincontreranno il 17 settembre al tavolo convocato presso la Regione Emilia-Romagna e il 23 settembre al MIMIT”. LEGGI TUTTO

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    Microelettronica, Urso: “Basta burocrazia, ora industria e innovazione”

    (Teleborsa) – “Le difficoltà in cui versa il settore della microelettronica in Europa sono note a tutti. L’andamento instabile del mercato dei semiconduttori, condizionato dalla scarsità di materie prime critiche, dalle tensioni nei rapporti transatlantici e dalle strategie della Cina, sta rallentando i grandi progetti industriali nel continente. Il Chips Act 2.0 deve essere l’occasione per l’Europa di passare dalle parole ai fatti, con una strategia concreta basata su velocità, semplificazione e visione industriale”. Lo ha dichiarato, secondo quanto si apprende, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, durante il tavolo STMicroelectronics in corso al Mimit.”Insieme con gli altri Paesi della Semicon Coalition – ha detto – abbiamo chiesto alla commissione Ue un piano ambizioso per rafforzare l’intera filiera dei semiconduttori: dai materiali alla progettazione, fino alla produzione. Servono risorse adeguate, procedure rapide e sostegno a start-up, scale-up e linee pilota. Solo così potremo raggiungere l’obiettivo del 20% di produzione globale entro il 2030 e garantire la sovranità tecnologica in settori strategici come intelligenza artificiale, fotonica e tecnologie quantistiche. Il tempo della burocrazia è finito. Ora servono industria e innovazione, subito”, conclude Urso. LEGGI TUTTO

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    Banca Progetto, term sheet vincolante di FITD e 5 grandi banche per operazione di risanamento

    (Teleborsa) – Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM, BPER Banca, Intesa Sanpaolo, UniCredit (le 5 banche) e Banca Progetto in amministrazione straordinaria hanno sottoscritto un term sheet vincolante per un’operazione di risanamento in favore di Banca Progetto.L’operazione prevede la partecipazione del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi – mediante intervento di carattere preventivo ai sensi dell’art. 35 del suo Statuto – e delle 5 banche al derisking degli attivi di Banca Progetto, la ricapitalizzazione di Banca Progetto da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e la successiva cessione da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi alle 5 banche (per il tramite di una società partecipata pariteticamente dalle 5 banche) della quota di capitale di Banca Progetto da quest’ultimo sottoscritta, con il mantenimento in capo al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi di una quota non superiore al 9,9%.L’impegno delle parti è di finalizzare l’operazione nel più breve tempo possibile, subordinatamente al completamento della due diligence, alla definizione degli accordi definitivi, all’ottenimento delle autorizzazioni delle competenti Autorità di Vigilanza, all’approvazione dell’assemblea dei soci di Banca Progetto e al soddisfacimento delle ulteriori condizioni previste nel term sheet.Con l’intervento di sostegno, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e le 5 banche, “con spirito di responsabilità, forniranno a Banca Progetto la dotazione patrimoniale idonea a realizzare il risanamento della stessa, così consentendo, con le risorse del settore bancario, di tutelare i depositanti di Banca Progetto”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    Inps, Civ approva nota assestamento bilancio 2025: saldo +7,5 miliardi

    (Teleborsa) – Il consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps ha approvato la nota di assestamento al bilancio preventivo finanziario generale di competenza e cassa ed economico-patrimoniale generale per l’esercizio 2025. Nella gestione finanziaria di competenza sono previsti accertamenti per 565.443 milioni con un incremento di 11.929 milioni rispetto alle previsioni precedenti e impegni per 557.923 milioni, in aumento di 6.563 milioni rispetto alla II nota di variazione 2025. È previsto un avanzo di 7.520 milioni, con un incremento di 5.366 milioni rispetto alle precedenti previsioni di avanzo pari a 2.154 milioni. L’esercizio presenta un risultato economico negativo pari a 1.738 milioni, in miglioramento rispetto alle previsioni precedenti (-9.287 milioni), quale differenza tra valore della produzione per 441.401 milioni e costo della produzione per 443.489 milioni, e un saldo positivo per altri proventi ed oneri di 350 milioni. Nell’ambito delle entrate correnti le entrate contributive sono pari a 289.734 milioni e le entrate derivanti da trasferimenti correnti sono quantificate in 167.613 milioni. Tra le voci di uscita rilevano le spese di funzionamento (2.962 milioni), le uscite per prestazioni istituzionali (429.004 milioni) e gli sgravi contributivi (17.119 milioni). Le previsioni di uscita per pensioni sono di 326.690 milioni, quelle per il sostegno al reddito di 21.183 milioni, di cui 15.232 milioni relativi ai trattamenti di disoccupazione, in crescita rispetto alle precedenti previsioni del 2,8%.Per le prestazioni di inclusione sociale sono previste uscite pari a 36.505 milioni, comprensivi di prestazioni di invalidità civile per 23.413 milioni e assegni e pensioni sociali per 6.759 milioni; rimane invariata la previsione di spesa per gli assegni di inclusione (5.692 milioni) e il supporto per la formazione (641 milioni). Con riferimento alle prestazioni erogate dall’istituto in favore della famiglia l’uscita complessiva prevista è pari a 27.102 milioni, di cui 20.192 milioni relativi all’assegno unico, la previsione è in calo del 4%. La gestione finanziaria di cassa presenta un differenziale negativo di 2.259 milioni, quale risultante di riscossioni per 555.512 milioni e pagamenti per 559.098 milioni. Per effetto di queste grandezze, la dimensione finale del fondo cassa risulta pari a 39.694 milioni. Il dato del patrimonio netto a fine esercizio era stimato pari a 18.787 milioni. A seguito delle stime del presente bilancio, tenuto conto del risultato d’esercizio sopra indicato e del ripiano delle anticipazioni ai sensi della L. n. 234/2021 art. 1 commi 634 e 635 pari a 3mila milioni, la situazione patrimoniale netta alla fine dell’esercizio è stimata in 36.575 milioni in miglioramento di 17.787 milioni rispetto alla II nota di variazione. L’avanzo di amministrazione a fine esercizio è previsto in 129.322 milioni, a fronte dei 125.715 milioni della II nota di variazione 2025. I dati di bilancio, riferisce l’Inps, sono influenzati dagli aspetti macroeconomici. Con riferimento al Pil reale ai prezzi di mercato, il documento di finanza pubblica prevede una crescita reale più bassa per il 2025 rispetto alla II nota di variazione (0,6% contro 0,9%). Il tasso di inflazione è previsto invece in aumento, passando dall’1,8% (piano strutturale di bilancio) al 2,1% del documento di finanza pubblica con riflessi sulla spesa pensionistica del 2026. Ad incidere sulla spesa del 2026 è previsto anche un conguaglio di perequazione pari allo 0,2% in quanto il rinnovo è stato eseguito allo 0,8% (DM 15/11/2024), rispetto al dato definitivo dell’inflazione 2024 stabilito pari all’1%. Relativamente all’occupazione si registra un lieve peggioramento della crescita dell’occupazione complessiva sia in termini di Ula (+0,9% nel Psb rispetto a +0,7% nel Dfp), sia in termini di Fl (+0,9% nel Psb rispetto a +0,8% nel Dfp).Le stime delle retribuzioni del Dfp indicano un miglioramento nella dinamica retributiva rispetto alle previsioni precedenti. Le retribuzioni lorde per dipendente passano da +2,2% a +2,5%, mentre quelle globali da +3,2% a +3,4%. LEGGI TUTTO

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    Blu Banca, Fabrizio Giallatini nominato Direttore Generale

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Blu Banca ha deliberato la nomina dell’attuale Vice Direttore Generale, Fabrizio Giallatini, a Direttore Generale di Blu Banca, con decorrenza dal 1° novembre 2025. Lo rende noto la controllante Banca Popolare del Lazio.Fabrizio Giallatini, Vice Direttore Generale di Blu Banca dal 2021, succede a Massimo Lucidi, attuale Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca Popolare del Lazio, che ha rassegnato le dimissioni dall’incarico in Blu Banca con efficacia dalla stessa data, in concomitanza con la sua nomina a Consigliere di Amministrazione della società.”La nomina rappresenta una scelta di continuità e valorizzazione delle risorse interne: il Consiglio di Amministrazione ha voluto riconoscere le competenze, l’impegno e la profonda conoscenza della realtà aziendale maturate da Giallatini nel corso della sua carriera – si legge in una nota – Con una solida e pluriennale esperienza nel settore bancario, Fabrizio Giallatini si è distinto per visione strategica e attitudine al lavoro di squadra, elementi considerati chiave per la crescita sostenibile del Gruppo Banca Popolare del Lazio”. LEGGI TUTTO

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    BCE, consultazione su supervisione per copertura NPE delle banche meno significative

    (Teleborsa) – La Banca centrale europea (BCE) ha avviato una consultazione pubblica su una bozza di Linee Guida rivolta alle Autorità Nazionali Competenti (ANC), che introduce un approccio di vigilanza armonizzato concernente la copertura delle esposizioni deteriorate (NPE) detenute dalle banche meno significative (Less Significant Institutions, LSI) e relative a crediti originati prima del 26 aprile 2019. Lo riferisce la Banca d’Italia.Pur avendo conseguito, negli scorsi anni, notevoli risultati nella riduzione dei crediti deteriorati, le LSI dei paesi dell’area dell’euro evidenziano tuttora, a livello aggregato, differenze rispetto alle banche significative in termini di incidenza e grado di copertura di tali attivi. Questa iniziativa potrà contribuire a ridurre ulteriormente i rischi connessi con le NPE, in particolare quelle connotate da elevata anzianità, accrescendo la resilienza degli intermediari rispetto a potenziali sviluppi avversi del contesto macroeconomico.La bozza di Linee Guida – sviluppata dalla BCE in stretta collaborazione con le ANC – introduce per le LSI aspettative di supervisione sostanzialmente analoghe a quelle applicate agli istituti significativi a partire dal 2018 ma con alcuni margini di flessibilità. Infatti, come specificato nel documento di Frequently Asked Questions (FAQ), le ANC potranno determinare annualmente quali banche rientrano nell’ambito di applicazione delle Linee Guida, sulla base di criteri basati sul rischio o sulla valutazione di altre circostanze ritenute rilevanti dalle stesse Autorità; il livello di soddisfacimento delle aspettative sarà poi verificato caso per caso, tenendo conto delle caratteristiche di ciascuna LSI e delle evidenze trasmesse da queste ultime nell’ambito del dialogo di supervisione.Le aspettative non avranno implicazioni dirette sul piano contabile per le banche interessate; eventuali differenze rispetto ai tassi di copertura delle NPE concretamente realizzati dalle banche potranno essere considerate dalle ANC nell’ambito del processo di definizione dei requisiti di Secondo Pilastro, evitando possibili sovrapposizioni con altre misure.Il nuovo approccio sarà introdotto gradualmente, a partire dalla situazione riferita al 31 dicembre 2025, con facoltà per le ANC di non tener conto per il primo anno di eventuali disallineamenti rispetto alle aspettative e con un’applicazione integrale a partire dal 31 dicembre del 2028. LEGGI TUTTO

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    Difesa, Cingolani: “Necessarie alleanze tra i 27 o Europa sarà irrilevante”

    (Teleborsa) – “Il grande sforzo che sta facendo oggi Leonardo è quello di fare delle alleanze, perché nessuno oggi può farcela da solo. Bisogna mettersi insieme. La difficoltà non è una scusa. Sulle alleanze stiamo lavorando come matti, e sta andando benissimo. Se in Europa non ci mettiamo insieme siamo destinati a diventare irrilevanti”. Questo l’ avvertimento lanciato dall’ad di Leonardo, Roberto Cingolani.Sulla spesa per la difesa per Cingolani la fotografia dell’Europa è “impietosa”. “L’Europa – afferma l’ad durante la lectio magistralis alla cerimonia di apertura, alla Camera, del decimo corso-concorso di formazione dirigenziale della Scuola Nazionale dell’Amministrazione – investe più della Cina ma ha una efficacia più bassa, deve dividere per 27 Paesi”, con “una frammentazione” su troppe piattaforme.Oggi – prosegue Cingolani – è necessario anche rispondere a esigenze diverse, integrarle in “sistemi multidominio”, una interconnessione tra difesa tradizionale, digitale, cibernetica, spazio e sistemi satellitari. “È quello che serve a chi ci chiede di essere difeso”, è per questo – prosegue l’ad di Leonardo – che sui mercati azionari “il settore della difesa cresce al 4,5%, la cybersicurezza al 9%, lo spazio all’8%”. Se il valore delle azioni di Leonardo in Borsa “è salito dai 9 euro di quando sono arrivato – dice l’ad – a 51 euro oggi, è perchè il messaggio a livello industriale, concordato con lo Stato e le Forze Armate, è un messaggio che è stato recepito”. LEGGI TUTTO