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    Mercato delle proteine vegetali: una chiave per ridurre le emissioni globali

    (Teleborsa) – Negli ultimi cinque anni, il consumo di carne a base vegetale è cresciuto in vari mercati globali. Negli Stati Uniti, il retail ha visto le vendite di carne vegetale raggiungere circa l’1% del totale. Tuttavia, c’è ancora un margine significativo di crescita, poiché l’aumento delle proteine vegetali potrebbe apportare enormi benefici ambientali. Se metà del mercato globale delle proteine, inclusi i latticini, fosse a base vegetale o alternativa, si potrebbero ridurre di quasi un terzo le emissioni di gas serra derivanti dall’agricoltura e dall’uso del suolo entro il 2050. Questo risparmio di emissioni equivarrebbe a togliere dalla strada la metà delle auto a benzina.Questi dati emergono da un nuovo studio di Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con The Good Food Institute (GFI) e Synthesis Capital, intitolato “What the Alternative Protein Industry Can Learn from EV Companies”. Il rapporto paragona il mercato delle proteine alternative a quello dei veicoli elettrici (EV) per evidenziare opportunità e strategie utili per una crescita competitiva del settore.”Potrà suonare bizzarro, ma chi ha a cuore le proteine vegetali potrebbe prendere spunto da quanto hanno già fatto gli addetti ai lavori nel campo dei veicoli elettrici,” spiega Antonio Faraldi, Managing Director e Partner di BCG. “Una value proposition buona e, per tanti aspetti virtuosa, da sola non basta a far diventare un prodotto mainstream. Saper attrarre e, possibilmente, massimizzare, investimenti pubblici e privati è altrettanto importante se non di più”.Gli allevamenti animali contribuiscono tra il 15% e il 20% delle emissioni globali di gas serra, mentre il trasporto di passeggeri su strada ne rappresenta il 10%. Sebbene entrambe le industrie abbiano un impatto significativo, ci sono già soluzioni per mitigarlo: alternative vegetali e auto elettriche. L’industria dei veicoli elettrici è cresciuta dallo 0,2% delle vendite totali nel 2012 al 18% nel 2023, mentre le proteine vegetali mantengono una quota di mercato ancora ridotta.Le differenze di crescita tra i due settori sono legate principalmente ai finanziamenti. Mentre le auto elettriche hanno beneficiato di circa 40 miliardi di dollari in sovvenzioni dirette per l’acquisto nel 2022, le proteine alternative hanno ricevuto solo 635 milioni di dollari. Le aziende di proteine alternative hanno raccolto un ottavo del capitale privato dell’industria dei veicoli elettrici dal 2017 al 2023, dimostrando che con il giusto supporto, anche i mercati emergenti possono prosperare.Il mercato delle proteine vegetali in ItaliaTra il 2019 e il 2021, carne e latticini a base vegetale hanno visto una crescita a due cifre in diversi mercati, inclusi molti europei e gli Stati Uniti, con un aumento del 10-20% in Italia. Questa crescita è stata sostenuta da una crescente domanda e da un’offerta sempre più all’altezza in termini di qualità e sapore, con prezzi progressivamente più accessibili.Nel 2022-23, la crescita in Italia è stata del 5-10%, rallentata dall’inflazione che ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie, impattando anche sui prodotti a base vegetale. Il comparto principale resta quello dei latticini a base vegetale, che rappresentano circa i due terzi del mercato globale delle proteine vegetali. Le prospettive a lungo termine rimangono positive, a condizione che l’innovazione continui a migliorare gusto e costi, rendendo questi prodotti più competitivi e accessibili.Lezioni dal settore dei veicoli elettriciInnovazione: investire in ricerca e sviluppo per creare prodotti che competano con le proteine animali in gusto, consistenza, prezzo e convenienza.Supporto Pubblico: ottenere il supporto del settore pubblico attraverso obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni e finanziamenti per la ricerca.Investimenti: aumentare gli investimenti pubblici e privati per costruire catene di approvvigionamento resilienti e sostenere la ricerca ad alto rischio nelle fasi iniziali.Il mercato delle proteine vegetali ha il potenziale per replicare il successo dei veicoli elettrici, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni globali e migliorando la sostenibilità del nostro sistema alimentare. LEGGI TUTTO

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    Immonbiliare USA, vendite case in corso sopra attese a giugno

    (Teleborsa) – Tornano a crescere le compravendite di abitazioni negli Stati Uniti, secondo i numeri che emergono dai compromessi per l’acquisto, un indicatore dell’andamento prospettico del mercato immobiliare e dei mutui.Nel mese di giugno l’indice pending home sales (vendite case in corso), pubblicato dall’Associazione degli operatori immobiliari (NAR), ha registrato un incremento del 4,8% su base mensile, portandosi a quota 74,3 punti contro il calo dell’1,9% registrato ad maggio (70,9). Il dato si confronta con il +1,4% atteso dagli analisti.(Foto: © Alexander Raths / 123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, PMI Chicago supera attese a luglio

    (Teleborsa) – Sopra le attese l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di luglio, l’indice PMI Chicago si è attestato a 45,3 punti contro i 47,4 punti del mese precedente. Il dato risulta migliore delle stime degli analisti, che erano per un aumento fino a 44,8 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    Vino, nel 1° semestre -4,3% nei carrelli di Usa, UK e Germania

    (Teleborsa) – Rallentano ancora le vendite di vino nei 3 principali mercati della domanda mondiale, come rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Nielsen-IQ. Il saldo complessivo del primo semestre nella Grande distribuzione di Usa, Regno Unito e Germania segna un tendenziale dei volumi commercializzati a -4,3%, per un valore a 13,9 miliardi di euro (-1,5%). Per l’Italia il risultato tra gli scaffali è invece stabile ma non per questo soddisfacente, con volumi a +0,1% e un controvalore, ancora condizionato dall’inflazione, di 2,3 miliardi di euro (+0,9%). Rispetto a marzo, l’Osservatorio rileva una situazione peggiorativa accusata un po’ ovunque per effetto di un secondo trimestre in picchiata (volumi a -4,3%) e un conseguente calo nel semestre della domanda di vino tricolore negli Usa (-2,1%), in Uk (-1,5%) ma non in Germania(+2,7%), sostenuta in maniera decisiva solo dai frizzanti a basso costo. Al netto della crescita della tipologia frizzanti sulla piazza tedesca, il saldo del vino italiano nei 3 Paesi segnerebbe una contrazione dell’1,6%.”La maggior versatilità delle nostre produzioni – dichiara il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi – ci ha permesso fare meglio dei competitor, ma la riduzione dei consumi si fa sempre più evidente. A un vigneto moderno vanno corrisposte scelte manageriali altrettanto attuali: il futuro prossimo del vino italiano dovrà necessariamente passare dal contingentamento delle rese e da una analisi più puntuale dei mercati e dei consumatori, mai così fluidi come oggi”.Negli Usa – 973 milioni di euro le vendite tricolori – al -4,4% dei fermi-frizzanti (-2,5% in termini di valore) si contrappongono i soliti spumanti che, sull’onda del primo trimestre, rimangono in luce verde (+2,8%). E se nel carrello della spesa statunitense ogni quattro bottiglie di vino italiano una è di Prosecco (+4,3%), tra gli inglesi l’incidenza sale al 33%. Ma il pesante stop del secondo trimestre ha condizionato il parziale Uk di metà anno, sia nelle vendite di spumanti (-0,4% volume e -4,7% valore), sia dei fermi (-2,2% volume e +5,2% valore), per un complessivo di 845 milioni di euro. Sul mercato tedesco, l’Italia limita i danni di un mercato altrimenti asfittico grazie all’exploit dei “frizzantini” (+23,3% volume e +14,6% valore), complice un prezzo medio da “saldi”: 3,63 euro/litro (-7% il prezzo medio). LEGGI TUTTO

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    Cina, PMI manifatturiero e servizi delude a luglio

    (Teleborsa) – Arrivano dati negativi dalla Cina, dove il sentiment dei direttori acquisto delle aziende della manifattura e dei servizi è al di sotto delle aspettative, confermando una sostanziale debolezza dell’economia e la necessità di ulteriori stimoli economici e monetari. L’indice PMI manifatturiero di luglio si conferma in contrazione (sotto la soglia di 50) e si attesta a 49,4 punti, giusto in linea con le attese, rispetto ai 49,5 punti di giugno. Si indebolisce anche il settore dei servizi, con il relativo PMI sceso a quota 50,2 punti a luglio dai 50,5 precedenti ed al di sotto dei 50,3 attesi. Il PMI composito scende così a a quota 50,2 dai 50,5 punti del mese precedente. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite e fiducia consumatori oltre attese e produzione meglio del previsto

    (Teleborsa) – Arrivano dati positivi dal Giappone, dove la fiducia dei consumatori e le vendite al dettaglio hanno accelerato, mentre la produziiine ha subito una battuta d’arresto inferiore al previsto.Secondo la stima preliminare del Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese (METI), la produzione industriale, nel mese di giugno 2024, ha registrato una decremento del 3,6% su base mensile, dopo il +3,6% registrato a maggio. Le stime degli analisti però sono per un calo più ampio del 4,2%. Le proiezioni a due mesi indicano un balzo del 6,5% a luglio ed una stabilizzazione a +0,7% ad agosto.Sono aumentate più delle attese a giugno 2024 le vendite al dettaglio, che in base ai dati diffusi dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI) sono salite del 3,7% su base annuale, più del 3,3% stimato dagli analisti e del 2,8% di maggio (rivisto da un preliminare del +3%).Migliora anche il sentiment dei consumatori. Secondo quanto comunicato dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, l’indice di fiducia si è attestato a luglio 36,7 punti, dai 36,4 di giugno e supera le stime di connsensus (36,5). LEGGI TUTTO

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    PIL, le Associazioni: “Dato Istat coerente con le attese. Positivo andamento consumi”

    (Teleborsa) – “Il dato preliminare sull’andamento dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno è coerente con le attese. Ne risultano confermate le valutazioni sul quadro complessivo. La modesta crescita italiana continua ad essere sostenuta quasi esclusivamente dal terziario e dalla domanda interna. La stagnazione dell’industria sembra proseguire, mentre cambia il segno del contributo della domanda estera netta: da positivo nel primo quarto a negativo nel secondo. Pesano le persistenti difficoltà riscontrate nell’economia tedesca (PIL a -0,1% congiunturale). Con queste dinamiche il raggiungimento di una crescita dell’1% – il target del governo – nell’intero anno, seppure non impossibile, appare non agevole”. Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui dati Istat di oggi.”In prospettiva, – prosegue Confcommercio – i miglioramenti del reddito nominale, anche grazie al rinnovo dei contratti, combinati con un’inflazione stabile e un’occupazione ai massimi di sempre dovrebbero supportare potere d’acquisto e consumi. Dai tassi reali eccezionalmente elevati per l’Italia deriverebbe, invece, un grave freno agli investimenti privati. Dal bilanciamento di queste opposte tensioni si avrà la cifra della crescita”.”I dati diffusi oggi dall’Istat confermano l’intonazione lievemente espansiva della congiuntura del nostro paese, evidenziando altresì come la spinta alla crescita continui a provenire esclusivamente dai settori del terziario, con l’industria e l’agricoltura invece in arretramento” sottolinea Confesercenti commentando le stime sul PIL del secondo trimestre.”Le rilevazioni – evidenzia Confesercenti – confermano come un target di crescita dell’1% per l’anno in corso sia pienamente alla portata del nostro paese ed è a questo punto alta la probabilità che le previsioni per il 2024 delle maggiori organizzazioni internazionali vengano superate. E l’andamento positivo della stagione turistica potrebbe ulteriormente contribuire ad una crescita del PIL decisamente superiore alle attese. Il 2024 si è caratterizzato, inoltre, come l’anno dei rinnovi contrattuali: in particolare del terziario, il comparto che sta contribuendo ai buoni risultati della nostra economia. Per altro verso, va sottolineato come la conservazione di questa fase moderatamente espansiva dipenda in misura cruciale dalla tenuta dei consumi delle famiglie, tanto più in considerazione del contributo negativo che l’Istat registra per le esportazioni nette. Va, a tal riguardo, ricordato che alla fine del primo trimestre di quest’anno la spesa sul territorio economico risultava ancora inferiore di ben 2,5 miliardi rispetto ai livelli raggiunti alla fine della primavera 2023. Nello specifico, la propensione al consumo ha registrato nei primi tre mesi dell’anno corrente un vero e proprio tonfo (-2,6 punti) impedendo così di tradurre in maggiori consumi la crescita dell’occupazione e gli aumenti contrattuali”.Secondo le valutazioni di Confesercenti, nella media annua l’incremento dei consumi delle famiglie potrebbe risalire allo 0,6%, dallo 0,2% del primo trimestre. Un risultato che consentirebbe di consolidare gli andamenti congiunturali, ma che rimarrebbe molto al di sotto delle potenzialità di espansione sottostanti al vivace andamento del mercato del lavoro.”Manca, perciò, – conclude Confesercenti – ancora una vera e decisa ripresa dei consumi che necessita, innanzitutto, di un rinvigorimento del clima di fiducia, da realizzarsi attraverso una solida riduzione dei tassi di interesse, insieme alla messa a terra degli interventi sulla fiscalità e sul lavoro. Inoltre, occorrono interventi a favore delle imprese di vicinato, volti a preservare in primo luogo quel ruolo di presidio territoriale dei negozi che rappresenta un valore sociale, oltre che economico, fondamentale per la vivibilità delle nostre città”. LEGGI TUTTO

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    Rottamazione quater, slitta quinta rata: la nuova data

    (Teleborsa) – Slitta dal 31 luglio al prossimo 15 settembre il pagamento della quinta rata della Rottamazione-quater delle cartelle del fisco.La norma è contenuta nell’articolo 6 dell’ultimo decreto legislativo, approvato in via definitiva dall’ultimo Consiglio dei Ministri, nel quale sono inserite le modifiche ai precedenti provvedimenti attuativi della delega fiscale. Il provvedimento – spiegano fonti di governo – seguirà il suo corso in vista della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale prevista nei prossimi giorni. La notizia dunque conferma i rumors dei giorni scorsi. “Il rinvio della scadenza del 31 luglio della rottamazione delle cartelle esattoriali è indispensabile, ma occorre anche riscrivere le regole della procedura, per fare in modo che la singola rata che non ecceda il quinto del reddito del contribuente o dell’impresa”, la richiesta avanzata nelle scorse ore da Confedercontribuenti, sottolineando che il rinvio a metà settembre – a cui il governo starebbe lavorando – servirà a dare “una boccata d’ossigeno”. Ma il vero problema – evidenzia Confedercontribuenti – resta il carico fiscale insostenibile a cui vengono sottoposti la maggior parte dei contribuenti. “Queste persone e queste imprese – commenta Carmelo Finocchiaro, presidente della Confederazione – vivono con l’incubo costante di subire un pignoramento o di vedersi ipotecare la casa. Perché, anche se riescono a fatica a pagare una rata, non sanno cosa succederà con la successiva”. LEGGI TUTTO