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    Usa, ex dirigenti Fbi fanno causa all’amministrazione Trump: licenziati per motivi politici

    (Teleborsa) – Il Washington Post segnala un gruppo di alti dirigenti dell’Fbi cacciati dall’agenzia dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca hanno fatto causa all’amministrazione USa sostenendo che il loro licenziamento sarebbe basato su motivipolitici e quindi “illegale”. É la prima causa intentata da ex agenti dell’Fbi in cui si contestano i licenziamenti da parte dell’amministrazione.Anche il direttore ad interim Brian Driscoll ha avviato l’azione legale. Driscoll, riporta il quotidiano americano, ha riferito che prima della sua nomina è stato chiamato da un funzionario e sottoposto a una serie di domande che sembravano un “test di lealtà” nei confronti del presidente. “Per chi hai votato?”, “Quando hai iniziato a sostenere il presidente Trump?”, “Hai votato per un democratico nelle ultime cinque elezioni?”, “Sei d’accordo sul fatto che gli agenti dell’Fbi che hanno preso d’assalto Mar-a-Lago dovrebbero essere puniti?”, alcune delle domande ricevute. Driscoll, promosso al ruolo temporaneo di direttore nonostante si sia rifiutato di rispondere alla maggior parte delle domande, ha raccontato l’episodio nella causa presentata oggi assieme ad altri due ex alti funzionari dell’Fbi che sostengono di essere stati licenziati dall’attuale direttore del Federal Bureau of Investigation, Kash Patel per motivi politici.”Patel non solo ha agito illecitamente ma ha deliberatamente scelto di dare priorità alla politicizzazione dell’Fbi rispetto alla protezione del popolo americano”, si legge nella denuncia, “la sua decisione ha compromesso la sicurezza nazionale del Paese, licenziando tre dei dirigenti operativi più esperti dell’Agenzia nella prevenzione del terrorismo e nella riduzione della criminalità violenta”. LEGGI TUTTO

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    Fed: Commissione Senato promuove candidatura Miran, consigliere Trump

    (Teleborsa) – La Commissione Bancaria del Senato ha promosso la candidatura di Stephen Miran, alla carica di governatore della Federal Reserve, per almeno i prossimi mesi.Con 13 voti repubblicani a favore e 11 democratici contrari, il consigliere di Donald Trump è stato nominato governatore della Federal Reserve pro tempore. I Repubblicani si stanno muovendo rapidamente affinché Miran ottenga il completo nulla osta del Senato e si insedi nella Banca Centrale americana, prima dell’incontro del 16 settembre, quando verranno definiti i tagli dei tassi di interesse. Il voto arriva il giorno dopo che un giudice federale ha temporaneamente impedito a Trump di licenziare un’altra governatrice della Fed, Lisa Cook.Trump ha scelto Miran, presidente del Consiglio dei Consulenti Economici, per sostituire Adriana Kugler, che si è inaspettatamente dimessa ad agosto. Miran ha dichiarato che rimarrà nel consiglio, se approvato, per completare il mandato di Kugler, che termina a gennaio. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Brunetta: “Italia straordinaria nell’export, ma in ritardo su produttività e salari”

    (Teleborsa) – “Non indulgiamo nei luoghi comuni e pensare che tutto va male. Dobbiamo capire fino in fondo il nostro modello di crescita e di sviluppo. Come è possibile che siamo recordman nell’export pur avendo basse performance di produttività e bassi salari? Evidentemente c’è qualcosa che non torna anche nella contabilitàstatistica. Perche’ l’Italia ha tante meravigliose piccole imprese, dove però la produttività è difficilmente misurabile”. Così il presidente del Cnel, Renato Brunetta, alla presentazione del rapporto annuale sulla produttività 2025.”Penso, per esempio, al settore della moda, dove i nuovi modelli non vengono classificati come innovazione – ha proseguito –. Abbiamo poche grandi imprese nel terziario avanzato, dove si ha alta produttività, in particolar modo nei settori ad altissima tecnologia. Siamo un Paese straordinario. Un Paese avanzato. Un Paese con grandi capacità di export. Ma siamo ancora in ritardo nelle dinamiche della produttività e nelle dinamiche salariali”. “Occorre intervenire su alcune nostre caratteristiche genetiche. Fare crescere le nostre imprese. E introdurre dosi massicce di nuove tecnologie, di skills, di formazione. Investire in capitale umano, soprattutto in ambito Stem. E poi investimenti pubblici, ricerca, innovazione”, ha dichiarato Brunetta. “Se avessimo costruito in questi ultimi vent’anni dieci Cern, come straordinari poli d’eccellenza europea nel mondo, invece dell’austerità o dei tanti egoismi nazionali, allora oggi avremmo un’altra Europa – ha detto – e probabilmente non avremmo le distopie che stiamo vivendo. Quindi dobbiamo fare anche un po’ di autocritica. Se negli ultimi vent’anni gli Usa sono cresciuti il doppio dell’Europa questo non c’entra nulla con i dazi, ma con la strategia economica americana orientata alla domanda interna. Noi invece abbiamo avuto molta austerità e poca domanda interna, pochi investimenti pubblici, poche infrastrutture, poca ricerca. E adesso stiamo pagando il conto. Per questo dico bene Ursula von der Leyen, con il discorso di oggi, basato sull’autonomia, sulla sicurezza, sull’orgoglio di un’Europa che sa difendere la sua storia e i suoi valori. Bene perché si passa al debito buono e agli investimenti. Così avremo anche maggiore produttivita’”.”L’impennata inflazionistica – ha aggiunto Brunetta – ha determinato un abbassamento del costo del lavoro, mentre il costo d’uso del capitale è progressivamente cresciuto. Le imprese italiane hanno quindi preferito espandere il fattore lavoro piuttosto che investire in beni capitali, in particolare quelli legati alla digitalizzazione. Così è aumentata l’occupazione ma prevalentemente in settori a basso valore aggiunto, a bassa qualificazione del capitale umano e a bassa produttività”. LEGGI TUTTO

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    Allianz Trade: nel 2025 la crescita del settore aereo rallenterà (+1,5%)

    (Teleborsa) – Dopo il “rimbalzo” record registrato nel 2024, il settore aereo globale entra in una fase di rallentamento. Secondo l’ultima analisi di Allianz Trade, la domanda passeggeri sta frenando nel 2025, mentre, i costi operativi restano elevati e le tensioni geopolitiche continuano a pesare sulla mobilità internazionale. Nel 2024, il traffico passeggeri aereo globale è cresciuto del +10,6% su base annua, spinto dalla forte domanda in Asia-Pacifico ed Europa che insieme hanno contribuito per il 74% dell’aumento complessivo. La capacità di posti disponibili, nelle varie tratte aeree, è cresciuta del +8,8% ma la domanda è andata oltre, arrivando al massimo storico del +83,5% del tasso di occupazione dei posti in aereo, per singola tratta. Il 2025 registra, invece, un rallentamento: l’inflazione persistente, le incertezze economiche, il calo della fiducia dei consumatori e le tensioni commerciali internazionali stanno rallentando la crescita, in particolare per i viaggi a lungo raggio.Cargo in crescita, ma più moderataIl trasporto aereo cargo ha toccato un picco storico nel 2024 (+11,3% in termini di CTK), con l’APAC in testa (+14,6%), seguita da Medio Oriente (+13%) e America Latina (+12,8%). Tuttavia, anche in questo comparto nel 2025 il ritmo sarà più contenuto, con tassi di crescita mensili ridotti a valori da singola cifra.Margini sotto pressioneAllianz Trade individua quattro fattori chiave che continuano a erodere i margini delle compagnie aeree. Aumento del costo del lavoro: piloti, controllori di volo e personale di terra hanno maggiore potere negoziale e gli scioperi. Prezzo elevato del carburante: il jet fuel resta sopra i livelli pre-pandemici e rappresenta circa il 30% dei costi operativi. Inoltre, i carburanti sostenibili (SAF), sempre più richiesti dalle normative, sono fino a tre volte più costosi del cherosene tradizionale. Aumenti delle tariffe aeroportuali, in particolare in Europa, che gravano sui bilanci delle compagnie. Costi di manutenzione in crescita: l’età media della flotta aumenta e la carenza di nuovi aeromobili – solo 1.266 consegnati nel 2024, in calo dell’8,1% rispetto al 2023 – spinge la domanda di servizi aftermarket. Per il 2025 sono attese 1.692 consegne, il massimo dal 2019, ma ancora il 26% in meno rispetto alle stime iniziali.Redditività: crescita modesta all’orizzonteNel 2024 i ricavi del settore hanno raggiunto circa 970 miliardi di dollari (+6,2% a/a), con profitti netti pari a 32,4 miliardi e margini EBIT medi del 6,4%. Per il 2025, Allianz Trade stima che i ricavi cresceranno solo dell’+1,5% su base annua, riflettendo la decelerazione della domanda, in un contesto di crescita economica globale più debole (+2,5% contro il +2,8% del 2024). “Il settore ha dimostrato una straordinaria resilienza dopo la pandemia ma il 2025 sarà un anno di consolidamento più che di espansione – commenta Maria Latorre, sector advisor Allianz Trade –. Le compagnie dovranno bilanciare investimenti in sostenibilità e contenimento dei costi, mantenendo la capacità di adattarsi a un contesto geopolitico ed economico incerto”.L’Italia vola alto: quarta in Europa per connettività aereaNel 2025 l’Italia si conferma tra i protagonisti dei cieli europei, piazzandosi al quarto posto per livelli di connettività aerea, subito dietro Regno Unito, Germania e Spagna. È un risultato che fotografa un settore in crescita: rispetto al 2024 la connettività italiana è aumentata del 9%, superando anche i livelli pre-pandemia del 2019 con un +1%. “Secondo i dati pubblici, – afferma Maddalena Martini, senior economist Allianz – il settore genera circa 70 miliardi di euro per il Paese, equivalenti al 3,8% del PIL nazionale e crea occupazione per circa 640mila posti di lavoro. Includendo anche il settore turistico, il trasporto aereo ha un impatto indiretto ancora maggiore, poiché si stima che dia occupazione a 3 milioni di persone, circa il 5% della popolazione italiana”.Oggi il sistema aeroportuale nazionale conta 41 scali con voli commerciali, 510 nuove rotte internazionali inaugurate negli ultimi cinque anni e collegamenti diretti con 82 Paesi. Ogni giorno dall’Italia decollano in media 1.150 voli internazionali, a conferma di un ruolo chiave per il commercio, il turismo e gli investimenti.Nel 2024-2025, le città più trafficate per traffico passeggeri sono state Roma, Milano, Bergamo, Napoli e Catania, con una media complessiva di 11,5 milioni di passeggeri al mese. A guidare la classifica restano Fiumicino e Malpensa, che da sole rappresentano il 32% dei voli mensili italiani.Nonostante il quadro positivo, la crescita non è uniforme. Fiumicino, infatti, mostra segnali di stallo: ad agosto 2025 lo scalo romano ha registrato circa 32.300 voli, un dato pressoché identico a quello dello stesso mese del 2024. I ritardi nei progetti di ampliamento hanno frenato la possibilità di gestire picchi di domanda, limitando di fatto l’espansione dello scalo. Il dato però è anche determinato dal cambiamento nel comportamento dei passeggeri. Sempre più viaggiatori scelgono periodi di bassa stagione e destinazioni alternative per contenere i costi e sfuggire sia alle ondate di calore estive sia alle folle dei grandi poli turistici. Una tendenza che ridisegna la stagionalità del traffico aereo, imponendo nuove sfide al settore.L’Italia, dunque, vola alto sullo scenario europeo, ma per continuare a crescere – conclude l’analisi – dovrà affrontare nodi strutturali e intercettare le trasformazioni in atto nel turismo globale. LEGGI TUTTO

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    Fed, Trump attacca di nuovo Powell: è un disastro totale, deve abbassare i tassi

    (Teleborsa) – Il presidente degli Stati Uniti, DonaldTrump, è tornato a fare pressione sul presidente della FED, Jerome Powell, affinché dia l’ok al taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione. “Niente inflazione!!! ‘Too Late’ (il nomignolo che ha affibbiato al presidente della Fed, ndr) deve abbassare i tassi, molto, subito”, ha scritto su Truth dopo il dato sull’indice dei prezzi alla produzione.”Powell è un disastro totale”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Ue, Urso: “Necessario uno shock di riforme. Venerdì giorno della verità per l’industria dell’auto europea”

    (Teleborsa) – “Con le mezze misure non si rilancia l’industria europea: serve uno shock di riforme, subito. Venerdì sarà il giorno della verità per il futuro dell’automotive europeo”. Lo dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commentando il Discorso sullo Stato dell’Unione europea della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, alla vigilia del Dialogo strategico sull’automotive in programma il 12 settembre a Bruxelles.”Serve pragmatismo, flessibilità e sostenibilità, sfruttando tutte le tecnologie disponibili, sia in termini di motorizzazione che di alimentazione”, ha aggiunto Urso, sottolineando come le aperture odierne della presidente della Commissione restino ancora “troppo timide” di fronte alla gravità della crisi del settore automotive che necessita di “interventi immediati, radicali e strategici”.”Sulla siderurgia – prosegue il ministro – stanno invece prevalendo le posizioni italiane, tra cui la previsione di misure di salvaguardia che non dovranno limitarsi all’acciaio, ma estendersi a tutti i settori minacciati”. Bene, infine, la previsione di clausole per favorire il Made in Europe, sia negli appalti pubblici che negli incentivi: “questa è la strada giusta”, ha concluso Urso. LEGGI TUTTO

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    Longevità, BCG: “Fino a 24 anni di vita in più, solo se ci impegniamo”

    (Teleborsa) – Nonostante i benefici siano enormi, la maggior parte delle persone non adotta uno stile di vita sano finché non è troppo tardi. È ciò che chiaramente emerge dal report “Longevity Paradox: Why We Don’t Plan for Healthy Aging Before It’s Too Late”, condotto da BCG su 9.350 persone in 19 Paesi in occasione del St. Moritz Longevity Forum. La promessa è chiara: la possibilità di aggiungere fino a 24 anni di vita in salute con semplici scelte quotidiane.Il paradosso della longevitàL’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “healthy aging” la capacità di mantenere funzionalità e benessere anche in età avanzata. Non si tratta soltanto di contenere le spese sanitarie e sociali – una questione determinante per governi e sistemi sanitari messi a dura prova negli ultimi anni – ma soprattutto di guadagnare anni da vivere in maniera attiva, coltivando relazioni, viaggiando, facendo progetti, partecipando alla vita della comunità. Lo studio rivela però un divario netto, e paradossale, tra aspirazioni e comportamenti. Meno del 40% degli over 56 con patologie preesistenti dichiara di impegnarsi in attività salutari. Ancora più sorprendente la fotografia dei giovani: da un lato curiosi e pronti a sperimentare, dall’altro incapaci di mantenere continuità. Usano dispositivi wearable (come orologi smart) e app per monitorare passi e sonno, ma allo stesso tempo saltano i pasti, consumano regolarmente bibite zuccherate e soffrono di stress o burnout (40%), il doppio rispetto alle generazioni più anziane.Cosa ci tiene giovaniAlla domanda su quali siano le priorità per invecchiare bene, la salute fisica e le capacità funzionali sono al primo posto (29% delle risposte), seguite da una dieta bilanciata (25%), attività fisica regolare (22%) e sonno di qualità (22%). Ma accanto a queste esigenze concrete emergono bisogni più profondi: vivere con gioia e avere uno scopo (22%), restare mentalmente stimolati e creativi (19%). La confusione nasce qui: molti scambiano i mezzi (fare sport, dormire, mangiare sano) per i fini (essere vitali, sentirsi realizzati, restare indipendenti). Al contrario, quando la motivazione viene ancorata a un obiettivo concreto e personale, come ballare a un matrimonio o fare trekking in montagna anche a 80 anni, la spinta al cambiamento diventa più forte e duratura. Gli autori dell’analisi le chiamano health ambition, ambizioni di salute: non c’è un’età giusta per iniziare né un percorso identico. È proprio la personalizzazione, secondo BCG, la chiave per rendere efficace ogni piano di longevità.Per spiegare le differenze, lo studio introduce una scala a cinque gradini: Longevity Dismisser, ignorano il tema e preferiscono “vivere e basta”; Longevity Curious, sono incuriositi ma inattivi; Proactive Experimenter, provano pratiche salutari senza costanza né metodo; Personalized Optimizer, più strutturati, capaci di combinare strategie diverse; Holistic Pioneer, minoranza (12%) che fa della longevità una scelta di vita completa, basata su dati scientifici e approcci integrati.Le differenze sono anche geografiche. Nei Paesi asiatici e in Medio Oriente fino al 70% degli intervistati usa dispositivi digitali e applicazioni per monitorare salute e stili di vita. In Europa e negli Stati Uniti prevale invece l’uso di terapie avanzate e diagnostica specialistica.Il ruolo della tecnologia e dell’AIIl quadro diventa ancora più complesso se si guarda ai sistemi sanitari: i costi aumentano, il personale medico è insufficiente, le liste d’attesa si allungano. In questo contesto le tecnologie digitali possono essere alleate preziose. Parliamo di un intero ecosistema che integra monitoraggi tramite wearable, piattaforme di coaching personalizzato e veri e propri assistenti virtuali basati su intelligenza artificiale. La loro forza sta nella capacità di trasformare obiettivi astratti in azioni quotidiane semplici e concrete: micro-passaggi tradotti in un linguaggio chiaro, spesso resi più stimolanti grazie a meccanismi di gioco e motivazione continua. Nei Paesi digitalmente avanzati e con meno vincoli sulla privacy, come India e Cina, l’adozione di soluzioni basate su AI che agiscono come agenti sanitari personali ha già superato il 20-25%. Questi strumenti si stanno affermando anche in alcuni Paesi occidentali, come la Svizzera (14%) e la Germania (10%). L’ostacolo è proprio la fiducia. Secondo lo studio, l’80% delle persone sarebbe disposto a condividere dati personali in cambio di servizi sanitari personalizzati. Tuttavia, notizie su violazioni e business poco trasparenti hanno già compromesso la credibilità del settore. Senza regole chiare e garanzie etiche, anche gli strumenti più promettenti rischiano di restare marginali.La sfida è collettivaIl mercato della longevità, dagli integratori alle piattaforme digitali, alle cliniche, è in rapida crescita, ma ancora frammentato. I pionieri di queste abitudini dimostrano che un cambiamento reale è possibile: routine personalizzate, informazione di qualità, impegno quotidiano. Il problema è la scalabilità: come rendere queste pratiche accessibili e diffuse? Servono politiche pubbliche, aziende tecnologiche e sistemi sanitari capaci di integrarsi e di proporre modelli di cura centrati sulla persona. La prossima decade, avverte lo studio, sarà decisiva: la longevità non è più un tema di nicchia, ma un ecosistema globale in costruzione. LEGGI TUTTO

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    Welfare, INPS e ANCI insieme per l’attivazione di sportelli telematici nei comuni

    (Teleborsa) – Favorire l’attivazione e la promozione dei Punti Utenti Evoluti (PUE) e dei Punti Cliente di Servizio (PCS) presso i comuni italiani, con particolare attenzione alle aree Interne e le isole minori. È in sintesi il contenuto della collaborazione tra ANCI ed INPS prevista nel protocollo di intesa firmato oggi a Roma dai presidenti Gabriele Fava e Gaetano Manfredi. Lo fa sapere l’INPS in una nota.I Punti Utente e i punti cliente sono sportelli telematici INPS e sportelli virtuali di accesso ai servizi coadiuvati dalla presenza di un funzionario comunale. Un progetto già sperimentato in 23 Comuni di 7 Regioni che ora è pronto a diventare una rete nazionale. ANCI ed INPS individueranno ulteriori iniziative per migliorare l’accessibilità alle prestazioni INPS, con Anci che supporterà l’INPS nella raccolta di feedback e nell’analisi dell’esperienza degli enti comunali che hanno attivato il PUE o il PCS.Oggi più di 4.500 Comuni italiani – spiega la nota – non hanno un ufficio INPS nelle vicinanze. Significa che milioni di cittadini sono costretti a spostarsi. Inoltre, ANCI ed INPS promuoveranno attività di comunicazione e informazione per gli utenti sull’importanza e i benefici dell’utilizzo dei PUE e dei PCS, anche in relazione alle finalità del Progetto “INPS in rete per l’inclusione” che fa riferimento all’Accordo quadro di collaborazione tra Inps, Anci, Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio e Croce Rossa Italiana, sottoscritto il 27 marzo 2025. Il progetto è finalizzato a valorizzare e rafforzare la rete di protezione sociale a livello nazionale e locale e la sinergia in favore dei soggetti in difficoltà sociali ed economiche.”Il Protocollo tra INPS e ANCI non è un atto formale è un patto di prossimità e di responsabilità. È la scelta di avvicinare ulteriormente lo Stato dentro ogni comunità, soprattutto in quelle più fragili, affiancando e supportando i sindaci con le prestazioni Inps – afferma Fava –. Questo accordo segna un passo avanti verso un nuovo modello di servizio, centrato sullaconsulenza e sulla capacità di accompagnare i cittadini in scelte sempre più complesse. Un modelloche sa unire innovazione digitale e contatto umano, per ridurre il digital divide e dare risposte rapideanche a chi vive nei luoghi più remoti. Nei prossimi tre anni lavoreremo insieme ai sindaci, con l’Anci per estendere questa rete in tutto il Paese”.”Offrire un accesso facilitato ai servizi Inps è un passo concreto verso l’inclusione sociale e digitale, soprattutto nelle aree interne che, a causa di una limitata connettività e della posizione geografica, soffrono difficoltà di accesso ai servizi essenziali, come quelli previdenziali e assistenziali dell’INPS – evidenzia Manfredi –. L’attivazione dei PUE e dei PCS va quindi a rafforzare il ruolo dei comuni come presidi territoriali e punti di contatto essenziali tra lo Stato e icittadini, offrendo la possibilità ai cittadini di accedere ai servizi dell’INPS direttamente presso il proprio comune. Una soluzione particolarmente utile per le persone anziane, per coloro che non hanno familiarità con gli strumenti digitali, o per chi vive in luoghi dove recarsi in una sede INPS fisica è complicato. In tal senso, l’intesa tra ANCI e INPS rappresenta un modello virtuoso di collaborazione istituzionale che mette al centro il cittadino, specialmente quello che vive in contestipiù marginali. Questo impegno congiunto è fondamentale per costruire una società più equa e accessibile, dove i servizi non sono un privilegio, ma un diritto per tutti”.All’evento hanno preso parte anche il direttore generale dell’INPS, Valeria Vittimberga, il direttore centrale Organizzazione INPS, Maria Grazia Sampietro e il sindaco di L’Aquila, nonché responsabile nazionale formazione ANCI, Pierluigi Biondi. LEGGI TUTTO