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    Commercio estero, Istat: nel 2023 in Italia esportazioni stabili

    (Teleborsa) – Nel 2023 il commercio mondiale di beni, misurato in dollari ed espresso a prezzi correnti, registra una diminuzione del 4,6% rispetto al 2022. Questo risultato è sintesi di una contrazione dei valori medi unitari (-4,0%) – dopo il forte incremento rilevato nel 2022 (+9,7%) – e di una contenuta diminuzione dei volumi scambiati (-0,6%). Il valore nominale dell’interscambio mondiale di servizi registra un aumento del 9,0% mentre si riducono gli investimenti diretti esteri (-1,8%). Nel 2023, il valore in euro delle esportazioni di merci dell’Italia è rimasto invariato, da un lato, sostenuto dalle maggiori vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli, dall’altro frenato dalla contrazione delle esportazioni di beni intermedi ed energia; il valore delle merci importate si è ridotto del 10,4%. Per effetto diqueste dinamiche, il saldo commerciale, negativo per 34 miliardi di euro nel 2022, è tornato positivo nel 2023 per 34,4 miliardi. È quanto emerge dall’Annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese”, frutto della collaborazione fra l’Istat e l’ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).Un contributo importante all’avanzo commerciale – rileva il report – deriva dal minore deficit energetico (-64,3 miliardi di euro, da -110,9 miliardi nel 2022) a seguito della flessione dei prezzi dei prodotti energetici, in particolare del gas naturale. Al netto della componente energetica l’avanzo commerciale è pari a +98,7 miliardi, in deciso aumento rispetto al 2022 (+76,9 miliardi). La stazionarietà delle esportazioni italiane in valore nel 2023 riflette una crescita dei valori medi unitari (+5,3%) e una riduzione, di analoga entità, dei volumi (-5,1%). Per le importazioni la riduzione in valore è spiegata principalmente dalla flessione dei valori medi unitari (-9,0%); in volume le importazioni si riducono dell’1,5%. Nel 2023 la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci (misurata in dollari) registra una lieve crescita (2,85%, da 2,64% nel 2022).La quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è aumentata in tutte le aree geografiche, in particolare in Asia Centrale (da 1,42% a 1,70%), Unione europea (da 4,63% a 4,84%), America Settentrionale (da 1,97% a 2,17%) e Medio Oriente (da 2,75% a 2,92%). Incrementi della quota si rilevano anche per Asia Orientale (da 0,75% a 0,89%) e Altri Paesi Africani (da 1,18% a 1,32%). Nel 2023 i flussi con l’estero di servizi registrano ampi aumenti (+12,4% per le esportazioni, +8,7% per le importazioni). Nel 2023 gli investimenti italiani all’estero si dimezzano rispetto all’anno precedente e scendono a 21,3 miliardi. Anche quelli esteri in Italia calano a 26,2 miliardi, dai 59,1 miliardi del 2022. Malgrado la contrazione della domanda tedesca di merci italiane, nel 2023 la Germania si conferma il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane, con una quota dell’11,9% dell’export nazionale. Stati Uniti e Francia si collocano al secondo e al terzo posto tra i paesi partner, con quote pari, rispettivamente, al 10,7% e al 10,1%; seguono Spagna (5,3%), Svizzera (4,9%) e Regno Unito (4,2%). Tra i principali paesi, i mercati di sbocco più dinamici (incremento della quota sulle esportazioni nazionali superiore a 0,2 punti percentuali rispetto al 2022) sono Cina e Stati Uniti; all’opposto, quelli meno dinamici, per i quali si registrano le più ampie riduzioni della quota sull’export nazionale, sono Belgio e Germania. Per effetto dei divieti di esportazione previsti nei diversi pacchetti sanzione verso la Russia adottati dall’Ue, si riduce ulteriormente la quota delle esportazioni italiane verso la Russia (0,7%), dopo la caduta rilevata nel 2022, quando la quota era scesa allo 0,9% dall’1,6% dell’anno precedente. Con riguardo ai raggruppamenti principali di industrie, nel 2023, oltre alla netta diminuzione del deficit nell’interscambio di prodotti energetici si rileva un deficit minore anche nell’interscambio di beni intermedi (-10,8 miliardi, da -26,4 miliardi nel 2022), mentre per beni di consumo non durevoli, beni strumentali e beni di consumo durevoli si registrano incrementi dei saldi positivi (rispettivamente pari a +3,9 miliardi, +1,5 miliardi e +0,8 miliardi nel 2023). Tra i gruppi di prodotti manifatturieri in cui l’Italia detiene nel 2023 le maggiori quote sulle esportazioni mondiali di merci si segnalano: materiali da costruzione in terracotta (22,40%); cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria, pellicce preparate e tinte (13,46%); pietre tagliate, modellate e finite (13,34%); prodotti da forno e farinacei (12,75%); prodotti vegetali di bosco non legnosi (11,32%); articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (10,32%); tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio, esclusi quelli in acciaio colato (10,02%) e altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (9,88%). Rispetto al 2022 gli incrementi maggiori della quota sulle esportazioni mondiali si registrano per pietre tagliate, modellate e finite (da 12,04% a 13,34%) e macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (da 8,64% a 9,63%); i cali più ampi riguardano tabacco (da 7,27% a 6,40%) e navi e imbarcazioni (da 9,43% a 8,58%).La stazionarietà in valore dell’export nel 2023 è sintesi di andamenti divergenti tra le regioni italiane: gli incrementi più marcati riguardano Campania (+29,2%), Calabria (+22,7%) e Molise (+21,0%); all’opposto, i cali maggiori si segnalano per Sardegna (-24,2%), Valle d’Aosta (-21,5%) e Sicilia (-16,6%). L’aumento delle esportazioni è molto sostenuto per l’Italia meridionale (+16,9%), più contenuto per l’Italia nord-occidentale (+2,4%), mentre si registra una flessione per l’Italia nord-orientale (-0,8%) e l’Italia centrale (-3,1%) e una netta contrazione per l’Italia insulare (-19,2%). La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-nord, da cui proviene l’87,7% dell’export nazionale, mentre il Mezzogiorno ne attiva il 10,9%. Nel 2023 la quota della Lombardia sulle esportazioni nazionali è del 26,1%; seguono Emilia-Romagna (13,6%), Veneto (13,1%), Piemonte (10,2%) e Toscana (9,1%). Rispetto al 2022 l’incidenza sul totale dell’export nazionale aumenta per il Sud (da 6,5% a 7,6%) e il Nord-ovest (da 37,2% a 38,1%), mentre si riduce per le Isole (da 4,1% a 3,3%), il Centro (da 18,4% a 17,9%) e il Nord-est (da 32,0% a 31,7%). LEGGI TUTTO

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    UE, Valean e Sinkevicius lasciano la Commissione per il Parlamento

    (Teleborsa) – La Commissaria Adina Valean e il Commissario Virginijus Sinkevicius hanno informato la Presidente von der Leyen di aver deciso di dimettersi dalla Commissione per assumere il loro seggio al Parlamento europeo, al quale sono stati eletti. Si sono dimessi, rispettivamente, il 15 e il 16 luglio. Al fine di garantire la continuità dei lavori della Commissione, la Presidente ha deciso di assegnare temporaneamente le responsabilità per l’Ambiente, gli oceani e la pesca al Vicepresidente esecutivo Sefcovic, in aggiunta al suo attuale portafoglio. Per lo stesso motivo, la Presidente ha anche deciso di assegnare temporaneamente le responsabilità per i Trasporti al Commissario Hoekstra, oltre al suo attuale portafoglio. LEGGI TUTTO

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    Gruppo BPER, 1 miliardo di euro per “Transizione 5.0”

    (Teleborsa) – Il Gruppo BPER lancia, con un plafond dedicato di un miliardo di euro, il servizio per le imprese “Transizione 5.0″, riservato a cogliere le opportunità del piano Industria 5.0 promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per supportare la transizione delle imprese italiane verso sistemi innovativi, digitali e sostenibili. Il servizio, offerto da BPER Banca, BPER Leasing e Banco di Sardegna, si compone di un supporto finanziario tramite prodotti di finanziamento e leasing strumentale e di una consulenza specialistica offerta grazie agli accordi con società leader di mercato. Il Gruppo BPER intende così dare ulteriore impulso agli investimenti delle aziende che vogliono cogliere le sfide rappresentate dalle transizioni globali in corso: trasformazione digitale e dei processi produttivi per ridurre i consumi energetici a beneficio dell’ambiente.Le agevolazioni introdotte da Industria 4.0 hanno stimolato l’adozione di tecnologia e incrementi di produttività. Transizione 5.0 pone l’accento su un’interazione armoniosa tra uomo e macchina, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’ecologia. L’obiettivo è quello di creare un equilibrio tra tecnologie avanzate e competenze umane, sfruttando l’intelligenza artificiale, la robotica collaborativa e le tecnologie verdi per sviluppare processi produttivi più efficienti e rispettosi dell’ambiente.Il Piano Transizione 5.0 è una misura portante del nuovo PNRR e rappresenta uno strumento essenziale sia per migliorare la sostenibilità e la digitalizzazione delle imprese italiane, sia, nel breve periodo, per rafforzare la crescita economica, attraverso un deciso sostegno agli investimenti.”Il ruolo di BPER a sostegno delle imprese è fondamentale – ha dichiarato Stefano Vittorio Kuhn, chief retail & commercial banking officer di BPER –. Vogliamo essere un partner strategico nei piani di sviluppo e di transizione digitale ed ecologica delle aziende. Siamo preparati per individuare insieme ai nostri clienti le opportunità più interessanti e, attraverso questo nuovo servizio, possiamo affiancare i nostri clienti nell’ottenimento del credito d’imposta, nella corretta predisposizione delle certificazioni e nella realizzazione del loro piano di investimenti”.”Il nuovo credito d’imposta previsto nell’ambito del Piano Transizione 5.0 – ha aggiunto Marco Meulepas, co-managing partner PwC TLS, partner di BPER – rappresenta una significativa opportunità per le imprese italiane di investire in innovazione e digitalizzazione. La misura, incentivando la modernizzazione dei processi produttivi, di fatto favorisce la competitività del nostro tessuto industriale a livello internazionale. PwC dispone delle competenze necessarie per determinare il corretto beneficio ritraibile da questo incentivo, guidando le imprese attraverso le complesse normative fiscali”.”La nostra collaborazione con il Gruppo Bper nel Piano Transizione 5.0 – ha dichiarato Carlo Spagliardi, ceo CDR Italia, partner di BPER – permette alle imprese di accedere a strumenti finanziari e consulenziali d’avanguardia. Il nostro impegno è infatti focalizzato nel fornire alle aziende supporto concreto per affrontare le sfide della digitalizzazione, dell’innovazione e della sostenibilità. Con il nostro expertise e insieme a Bper desideriamo aiutare le aziende a implementare soluzioni innovative per migliorare la loro efficienza operativa e ridurre il loro impatto ambientale”. LEGGI TUTTO

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    Doccia fredda dalla Cina: PIL 2° trimestre crolla al 4,7%

    (Teleborsa) – La Cina ha più che dimezzato la crescita nell’ultimo trimestre, nonostante gli stimoli offerti da Pechino per ravvivare la domanda interna. Il PIL del 2° trimestre ha registrato un modesto incremento dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, più che dimezzato rispetto al precedente 1,5%. Le attese del mercato indicavano una crescita di almeno l’1,1%.La crescita tendenziale del PIL è cosi crollata al 4,7%, che si confronta con il 5,3% del trimestre precedente e con il 5,1% del consensus. La crescita acquisita del PIL a fine giugno è pari al 5%. La produzione industriale, parallelamente, ha dato segni di rallentamento, attestandosi a giugno al 5,3% dal 5,6% precedente, anche se n questo caso il dato è risultato superiore alle attese (+4,9%). Da inizio anno, la produzione risulta in crescita del 6% rispetto al 6,2% indicato in precedenza.La domanda delle famiglie mostra ancora segni di debolezza. Le vendite al dettaglio, a giugno sono cresciute del 2%, al di sotto del 3,7% registrato a maggio e del 3,3% del consensus. La crescita da inizio anno si attesta al 3,68% dal 4,05% precedente.IL tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 5%.Giù anche gli investimenti delle imprese, la cui crescita si attesta al 3,9% dal 4% del mese precedente. Dati decisamente deboli, che asciano presupporre il lancio di ulteriori stimoli fiscali da parte del governo e di un allentamento della politica monetaria da parte della People Bank of China. Dati che arrivano mentre prende il via il plenum del partito comunista cinese, un incontro che si tiene ogni cinque anni e che era atteso per lo scorso autunno, ma è stato rinviato. Gli esperti prevedono che l’attenzione si sposterà dalla crisi del mercato immobiliare alla necessità di trovare un sistema fiscale alternativo, poiché quello attuale, che si basa fortemente sulla vendita dei terreni, è sotto forte pressione a causa del crollo del mercato fondiario. LEGGI TUTTO

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    Usa, al via una convention repubblicana blindata a Milwaukee. Trump: dovrei essere morto

    (Teleborsa) – “Non dovrei essere qui, dovrei essere morto”. Così in un’intervista al New York Post l’ex presidente e candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, DonaldTrump, ha commentato l’attentato subito in Pennsylvania. “Il medico dell’ospedale ha detto di non aver mai visto nulla di simile, lo ha definito un miracolo”, ha aggiunto Trump. Intanto oggi inizia a Milwaukee la convention repubblicana che sarà blindata. Il Secret Service ha disposto l’arrivo di decine di agenti in più a Milwaukee che si aggiungeranno ai circa 4mila uomini complessivi già previsti. Trump è arrivato nella giornata di ieri accompagnato dalla moglie Melania.È morto invece l’altro uomo colpito dagli spari dell’attentatore. Si tratta di Corey Comperatore, un ex comandante dei vigili del fuoco che è morto facendo da scudo alla propria famiglia. “Si è gettato sulla sua famiglia” per proteggerla, ha spiegato il governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro. Intanto sono stati trovati nella casa del sospetto attentatore Thomas Matthew Crooks due “dispositivi sospetti” che sono stati inviati al laboratorio dell’FBI per una valutazione. “L’FBI ha perquisito la casa e il veicolo dell’assassino per raccogliere ulteriori prove. I dispositivi sospetti trovati in entrambi i luoghi sono stati messi in sicurezza dagli artificieri e vengono valutati presso il laboratorio dell’Fbi”, ha fatto sapere l’agenzia in una nota.“È tempo di abbassare la temperatura della politica. La situazione in questo Paese è diventata accesa. È ora di calmarla”, ha detto il presidente Joe Biden nel corso di un discorso dallo Studio Ovale. “Niente è più importante che restare uniti”, ha aggiunto. “La politica non può essere un campo di battaglia”, ha ammonito. “Non importa quanto siano forti i nostri convincimenti, non devono mai scadere nella violenza. Domani comincerà la convention Repubblicana, non ho dubbi che criticheranno ciò che ho fatto e offriranno la loro visione per questo Paese, io viaggerò questa settimana per difendere la mia visione del Paese”, ha affermato Biden. “Niente violenza nelle nostre strade – ha aggiunto – è così che la democrazia deve funzionare”. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Urso: “Siamo sulla strada giusta, non facile immaginarla”

    (Teleborsa) – “Siamo sulla strada giusta, non credo che fosse facile soltanto immaginarla”. È quanto ha affermato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, commentando il via libera al prestito ponte per l’ex Ilva da parte della Commissione europea di 320 milioni di euro. “Oggi – ha detto Urso – abbiamo avuto una notizia importante e significativa che ci conforta sul fatto che siamo sulla strada giusta perché la Commissione ha dato il via libera al prestito ponte. Quindi, nel contempo ha confermato che il piano industriale di rilancio dei commissari dell’ex Ilva è tale da consentire la restituzione del prestito ponte nei tempi dovuti con un tasso di interesse piuttosto significativo, il che vuol dire che anche in quello che è sicuramente l’impianto più sfidante, la principale centrale siderurgica del nostro paese, e dell’Europa, siamo sulla strada giusta. Non credo che fosse facile soltanto immaginarla”.Soddisfazione da parte dei sindacati che ora chiedono la convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi. “Riteniamo positiva l’approvazione da parte della commissione europea del prestito ponte di 320 milioni ad Acciaierie d’Italia in AS. Ora ci sono le condizioni per la convocazione del tavolo a Palazzo Chigi, che abbiamo richiesto da settimane, per riprendere la discussione con il governo sulle prospettive dell’ex Ilva, sul piano industriale e di ripartenza, sulle ulteriori risorse da mettere a disposizione dei commissari, sull’occupazione e sull’annunciato bando di gara – ha affermato il leader della Uilm, Rocco Palombella –. I 320 milioni di euro, come abbiamo più volte ribadito, rappresentano una buona notizia ma non sono sufficienti per il rilancio della produzione, il riavvio degli impianti e il ritorno a lavoro di tutti i lavoratori non possiamo attendere un mese per l’incontro con il Governo, la situazione è drammatica con stabilimenti quasi fermi e migliaia di lavoratori senza certezze. Siamo fortemente contrari alla ripresa del confronto sulla cassa integrazione prima di un incontro chiarificatore a Palazzo Chigi sulle prospettive, sugli impegni del Governo e sul piano industriale. La richiesta di incontro è urgente e non procrastinabile, peraltro condivisa anche con le istituzioni locali, come nel caso di Novi Ligure, con il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Il tempo scorre, la situazione dell’ex Ilva rischia di arrivare a un punto di non ritorno e noi non possiamo rimanere fermi. Il Governo ci convochi, vogliamo discutere di lavoro e futuro industriale e non solo di cassa integrazione”. “Bene l’approvazione da parte della Commissione europea del prestito ponte di 320 milioni nei confronti di Acciaierie d’Italia in AS, ma tali risorse non sono sufficienti in considerazione delle condizioni in cui si trovano gli stabilimenti ex Ilva. Tuttavia, da quando è stato annunciato il prestito ponte ad oggi, è passato troppo tempo. Ora occorre capire quando le risorse saranno nelle reali disponibilità dei commissari straordinari – ha dichiarato in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil –. Gli impianti di tutti gli stabilimenti ex Ilva non possono continuare a restare fermi e sono necessari gli interventi per le manutenzioni ordinarie e straordinarie. E i lavoratori vivono nella incertezza sul loro futuro, il piano per la ripartenza lo dobbiamo ancora discutere e il Governo deve confrontarsi con le organizzazioni sindacali sui contenuti del bando di gara per l’ipotesi di vendita dell’azienda. Per questo è necessario che venga convocato quanto prima il tavolo a Palazzo Chigi come richiesto unitariamente da Fim, Fiom e Uilm”. “Occorre, prima di tutto, dare atto al governo e al ministro delle Imprese e made in Italy, Adolfo Urso, per l’impegno profuso per questa infinita e travagliata vertenza. Non c’è tempo da perdere, bisogna andare avanti e cercare di dare una svolta definitiva alla situazione in cui versa il più grande siderurgico d’Europa – ha dichiarato il segretario nazionale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio Spera –. Proprio per la necessità assoluta di fare presto e bene – aggiunge – siamo disponibili a un confronto con il governo. Anzi, chiediamo di riprenderlo al più presto per affrontare le prospettive dell’ex Ilva”. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, crescita prosegue contenuta: +0,6% PIL 2024

    (Teleborsa) – “Dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest’anno il PIL in Italia ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera; è stato sostenuto ancora dai servizi, in particolare del turismo, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Per contro l’attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura. Dal lato della domanda, all’ulteriore espansione delle esportazioni e alle indicazioni positive sui consumi si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti. Nelle nostre più recenti proiezioni macroeconomiche, elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, il prodotto aumenterà dello 0,6 per cento nel2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), dello 0,9 nel 2025 e dell’1,1 nel 2026”. È quanto stima la Banca d’Italia nel suo ultimo Bollettino economico. Negli ultimi mesi in Italia “l’inflazione complessiva – rileva la Banca d’Italia – è rimasta su valori bassi e la componente di fondo si è ridotta lievemente. La disinflazione si è confermata più lenta per i servizi, per effetto sia delle componenti i cui listini si adeguano con ritardo all’andamento dell’indice generale, sia delle voci connesse con il turismo, per le quali la domanda resta elevata”. Secondo le imprese “l’inflazione al consumo si manterrebbe al di sotto del 2 per cento nel breve e nel medio termine. Nelle nostre proiezioni – Bankitalia riferendosi alle stime aggiornate a inizio giugno – l’inflazione al consumo si collocherà su valori contenuti, all’1,1 per cento quest’anno e a poco più dell’1,5 nella media del biennio 2025-26”. La stretta monetaria operata dalla Bce tra 2022 e 2023 “continua a incidere sul costo del credito”. E in Italia – si legge nel Bollettino – “la flessione dei prestiti alle imprese prosegue, seppure attenuandosi; vi contribuiscono non solo una domanda di finanziamento modesta, per via degli alti tassi di interesse e della debolezza degli investimenti, ma anche criteri di offerta restrittivi a causa della diffusa percezione del rischio”. Bankitalia ricorda che a giugno il Consiglio direttivo della Bce ha ridotto per la prima volta dopo la stretta precedente i tassi per 25 punti base. Ha inoltre ribadito di essere determinato a far sì che l’inflazione torni tempestivamente al suo obiettivo di medio termine, mantenendo i tassi su un livello sufficientemente restrittivo fino a quando sarà ritenuto necessario. In Italia “l’occupazione ha continuato ad aumentare nei mesi primaverili: a fronte di una partecipazione al mercato del lavoro stabile su livelli superiori a quelli osservati prima della pandemia, il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, avvicinandosi a quello medio dell’area”. La crescita del costo del lavoro nel settore privato non agricolo – sottolinea la Banca d’Italia – “si è rafforzata nei mesi recenti, sospinta dai rinnovi contrattuali nel comparto dei servizi e dai pagamenti previsti dagli accordi già in vigore”. Per Bankitalia i sussidi all’industria cinese rischiano di aggravare la dipendenza dell’Ue dalle forniture estere. Complessivamente “i cospicui sussidi pubblici all’industria cinese rischiano di aggravare la dipendenza della Unione europea dalle forniture estere, e da quelle della Cina in particolare, in settori strategici come la mobilità e l’energia” sottolinea la Banca d’italia in un riquadro di analisi sull’eccesso di capacità produttiva industriale della Cina, inserito nel Bollettino economico. L’istituzione di Via Naizonale cita una indagine della Commissione europea, che ha concluso “che i principali produttori di veicoli elettrici cinesi beneficiano, lungo l’intera catena del valore (dall’estrazione delle materie prime alla produzione di batterie, fino ai servizi di spedizione delle merci nei porti europei) di sovvenzioni tali da porre i produttori europei in una condizione di svantaggio”. Il recente aumento dei dazi, su cui l’Ue ha seguito gli Usa “è volto a contrastare eventuali effetti distorsivi dei sussidi, contribuendo anche alla riduzione della dipendenza europea dall’estero in settori strategici. Vi è d’altra parte il rischio – osserva Bankitalia – che una misura di questo tipo, oltre ad accrescere la frammentazione del commercio mondiale, aumenti i costi della transizione energetica”.In generale, secondo Bankitalia “il modello di crescita cinese continua a presentare evidenti squilibri strutturali. La quota di investimenti fissi sul PIL è considerevolmente superiore a quella osservata non solo nelle maggiori economie avanzate, ma anche in altri paesi emergenti in rapida crescita, come Brasile o India. Per contro – osserva l’analisi – la quota di consumi sul prodotto è tra le più basse nel confronto internazionale. La combinazione di forti investimenti aggregati e di consumi deboli si riflette in un ampio surplus commerciale che ha raggiunto livelli elevati rispetto al PIL mondiale”. Questo surplus, poi “è ulteriormente aumentato con la crisi del settore immobiliare cinese e con le sue conseguenze sulla domanda interna”. Perché per compensare la debolezza di quest’ultima, “il governo cinese ha puntato sull’espansione delle esportazioni – conclude Bankitalia – rafforzando il sostegno finanziario soprattutto verso la manifattura tecnologicamente avanzata e inasprendo così il confronto con alcuni dei maggiori paesi importatori”. LEGGI TUTTO

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    UE mette sotto accusa X: interfacce ingannevoli e scarsa trasparenza, ma Musk replica

    (Teleborsa) – Oggi la Commissione ha informato X, ex Twitter, del suo parere preliminare secondo cui viola la legge sui servizi digitali (DSA) in settori legati ai dark pattern, alla trasparenza della pubblicità e all’accesso ai dati per i ricercatori. Secondo Bruxelles, X sta operando con interfacce ingannevoli, mostrando scarsa trasparenza nella pubblicità e offrendo un accesso inadeguato ai dati per i ricercatori.In un comunicato ufficiale, la Commissione ha indicato che gli account verificati su X, contrassegnati con il segno di spunta blu, non seguono le pratiche standard del settore e ingannano gli utenti. Questo perché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, creando così un’opportunità per malintenzionati di abusare di tale privilegio per ingannare gli altri utenti.L’indagine ha inoltre rivelato che X non rispetta i requisiti di trasparenza pubblicitaria stabiliti dal DSA. La piattaforma non fornisce un archivio pubblicitario consultabile e affidabile, ponendo barriere che impediscono un’adeguata sorveglianza e ricerca sui rischi emergenti derivanti dalla pubblicità online.Un altro punto critico è l’accesso ai dati per i ricercatori. X impedisce l’accesso indipendente ai suoi dati pubblici e dissuade i ricercatori attraverso politiche restrittive e costi elevati per l’uso della sua API, in violazione delle disposizioni del DSA.Elon Musk ha prontamente risposto alle accuse con un messaggio su X, definendo il DSA “disinformazione”. Nella sua marcata replica, Musk si è rivolto direttamente alla vicepresidente della Commissione Europea, Margrethe Vestager, contestando formalmente le accuse mosse contro la sua piattaforma. Se le violazioni saranno confermate, X potrebbe affrontare sanzioni fino al 6% del fatturato mondiale annuo e un periodo di vigilanza rafforzata per garantire la conformità futura. LEGGI TUTTO