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    Produzione industriale, Orsini: positivo dato maggio, prossima Commissione metta produttività al centro

    (Teleborsa) – Il dato sulla produzione industriale a maggio è “un dato positivo che ci fa piacere che mette in risalto altri che vanno peggio con una Francia che perde il 2,1% e una Germania il 2,5%. E noi non è che siamo contenti di questo perché abbiamo bisogno di un’Europa che funzioni e funzioni parecchio”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in occasione della assemblea pubblica di Ucimu in corso a Cinisello Balsamo.”La prossima Commissione europea deve mettere la produttività. Occorre eliminare la narrazione anti-industriale”, ha detto il numero uno degli Industriali sottolineando che “La produzione industriale è la via per aumentare consumi e benessere – ha detto – Ogni Paese europeo ha il suo know how. Al centro bisogna mettere la neutralità tecnologica per salvaguardare i know how dei Paesi”. Orsini ha ribadito che “le nostre imprese, due su tre, sono vicine all’ambiente. Nel 2021 campioni sul riciclo eravamo già i primi è un tema di competitività. Il costo della decarbonizzazione è di circa 1.000 miliardi e questo è un tema centrale”.Quanto alla battaglia tra Cina e Usa sui dazi “per un Paese che esporta come il nostro è un problema. Io dico come è stato fatto sull’auto allora per i prodotti non fatti in Europa e in Italia servono tutte le protezioni”. LEGGI TUTTO

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    Clessidra Private Equity SGR acquista la maggioranza di Molino Nicoli

    (Teleborsa) – Clessidra Private Equity SGR, primario operatore nel mercato italiano del private equity focalizzato nel segmento upper-mid market, ha acquisito la maggioranza di Molino Nicoli, società italiana attiva nel segmento dei prodotti a base di cereali “better for you” e “free from” (cereali, snack babyfood, barrette a base di cereali, etc.) per insegne di prestigio nel mondo della GDO e dell’industria in Italia e all’estero. A seguito del completamento dell’operazione, la famiglia Nicoli manterrà una quota del 30% della società e continuerà a supportare insieme a Clessidra lo sviluppo dell’azienda, si legge in una nota.Con sede a Costa di Mezzate (in provincia di Bergamo), Molino Nicoli conta due stabilimenti produttivi esclusivamente dedicati ai prodotti senza glutine e senza allergeni, oltre a un impianto dedicato ai prodotti convenzionali. La società ha inoltre una succursale commerciale negli Stati Uniti.Molino Nicoli ha raggiunto nell’ultimo anno un fatturato di circa 60 milioni di euro, di cui metà realizzato all’estero, con un tasso medio di crescita a doppia cifra negli ultimi 20 anni.L’investimento in Molino Nicoli sarà effettuato dal fondo Clessidra Capital Partners 4 e consentirà alla società di perseguire futuri ambiziosi piani di crescita.”Molino Nicoli rappresenta una piattaforma eccellente su cui costruire un progetto di crescita ambizioso e sostenibile – afferma Francesco Colli, Managing Director di Clessidra – Siamo lieti di avere l’opportunità di affiancare l’azienda nell’ulteriore crescita della sua leadership nel mercato di riferimento in Europa e negli Stati Uniti, e sulla base del successo attuale individueremo adeguati target nei mercati principali per accelerare il percorso di espansione già delineato, che ha l’obbiettivo di costruire una piattaforma leader nel crescente mercato dei prodotti salutistici, con forte enfasi su qualità, tracciabilità e clean label”. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali in calo di 3,4 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono scese, contro attese per un aumento, le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 5 luglio 2024, sono diminuiti di circa 3,4 milioni di barili a 445,1 MBG, contro attese per un incremento di 0,7 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato una aumento di 4,9 milioni, arrivando a 124,6 MBG, contro attese per un variazione di -0,3 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un calo di 2 milioni a quota 229,7 MBG (era atteso un decremento di 1,9 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono aumentate di 0,5 milioni a 373,1 MBG. LEGGI TUTTO

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    Energia, fattura in calo del 43% nel 2023 con contrazione gas

    (Teleborsa) – Crolla la fattura energetica italiana grazie alla forte contrazione del gas. E’ quanto conferma l’Unem, in occasione della relazione annuale. Nel 2023, infatti, la fattura energetica si è ridotta a 66,5 miliardi di euro, quasi 48 miliardi in meno (-43%) rispetto ai 114,4 miliardi del del 2022, che rappresentava un picco storico. Un dato che incorpora la decisa flessione della componente gas, passata da 62 miliardi a 28,3 miliardi di euro. Più contenuto il calo della fattura petrolifera, che si attesta a 28,1 miliardi di euro, circa 4,5 miliardi in meno rispetto ai 32,5 miliardi del 2022, per effetto del calo delle quotazioni petrolifere più che di una minore domanda.In tale contesto, il petrolio è tornato ad essere la prima fonte di energia con un peso sul totale di oltre il 37%, scavalcando il gas naturale che ha mostrato un ulteriore calo di oltre il 10%. A sostenere i consumi di petrolio hanno contirebuito la mobilità stradale e quella aerea. Il 2023 è stato caratterizzato da una ulteriore flessione nella domanda di energia, determinata sia da fattori economici, come il calo della produzione industriale (-2,9%), sia da miglioramenti di efficienza e ragioni climatiche. I consumi energetici sono scesi a 145 Mtep, il 4% in meno rispetto al 2022. Per il 2024 si stima una fattura energetica si stima attorno ai 56 miliardi, cioè 10 miliardi in meno del 2023 quasi interamente dovuti alla componente gas.Secondo il Presidente dell’Unem Gianni Murano, si prevede un aumento delle auto elettriche al 2030 fino a 4 milioni di veicoli. “Verrebbe a mancare un milione di tonnellate di carburanti – avverte Murano – e circa 3,8 miliardi in meno di introiti dalle accise. Il governo dovrà far quadrare i conti e la scelta sarà quindi politica”. (Foto: © vchalup / 123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso maggio +0,6% m/m, vendite +0,4% m/m

    (Teleborsa) – Sono aumentate le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di maggio 2024, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento dello 0,6% a 901,7 miliardi di dollari, in linea con le attese, rispetto al +0,1% del mese precedente. Su base annua si registra un calo dello 0,5%. Nello stesso periodo le vendite sono salite dello 0,4% su base mensile a 666,7 miliardi di dollari dopo il +0,2% registrato ad aprile. Su anno si è registrato un aumento dell’1,9%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,35 contro l’1,39 di un anno prima.(Foto: Photo by Hannes Egler on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Idrogeno, una “carta europea” per lo sviluppo della filiera

    (Teleborsa) – Una carta di cooperazione a livello europeo per promuovere l’uso dell’idrogeno e delle tecnologie connesse. Sprigionare il potenziale dell’idrogeno, fondamentale nel percorso verso la neutralità carbonica. Con questo obiettivo comune 24 associazioni idrogeno europee lo scorso 14 maggio in occasione del World Hydrogen Forum, organizzato da Hydrogen Europe hanno firmato la Cooperation Charter sull’idrogeno. Il documento si inserisce nel solco tracciato dall’UE con il Net-Zero Industry Act, parte del Green Deal e recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che tra i diversi obiettivi vede quello di soddisfare entro il 2030 almeno il 40% del fabbisogno annuale dell’UE di tecnologie a emissioni zero. Oltre a Hydrogen Europe e ad H2IT,Associazione Italiana Idrogeno, il documento è stato siglato anche dagli omologhi di Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, Ungheria e UK.”La Cooperation Charter mette nero su bianco ciò che in Italia perseguiamo da tempo: un’azione sinergica con istituzioni, imprese, professionisti e ricercatori per affermare l’idrogeno quale vettore imprescindibile per la decarbonizzazione – ha dichiarato Alberto Dossi, presidente di H2IT –. La storia di questo comparto dimostra l’importanza della cooperazione a ogni livello, anche a livello internazionale. Ecco perché, con la firma dell’accordo, vogliamo essere tra i ‘padri fondatori’ di un’Europa alimentata anche dall’idrogeno, in cui dialogo e confronto tra le parti sono determinanti per creare innovazione. È solo attraverso la collaborazione e la sensibilizzazione di cittadini e decisori politici che l’idrogeno potrà incidere sul percorso verso la neutralità climatica. La carta rappresenta un tassello fondamentale per assicurare all’UE un futuro da leader della transizione energetica grazie ad una filiera idrogeno matura. L’iniziativa dell’Hydrogen Bank rappresenta certamente un’ottima notizia per la filiera e dimostra che l’UE crede realmente nel potenziale dell’idrogeno. Tuttavia, è essenziale che i criteri per la partecipazione alle aste permettano che i finanziamenti generino valore aggiunto in Europa.”Gli obiettivi del Cooperation Charter e il ruolo di H2IT Le associazioni firmatarie si impegnano a guidare e sostenere l’attuazione dell’agenda del Green Deal europeo, volta al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, promuovendo l’adozione delle tecnologie legate all’idrogeno. A tal fine, stimoleranno il supporto politico a livello nazionale, regionale ed europeo, essenziale per la creazione di un mercato più vasto per l’idrogeno pulito e lo sviluppo delle competenze necessarie. Verrà promossa, inoltre, l’effettiva integrazione della legislazione europea negli ordinamenti nazionali, favorendo così la nascita di un vero e proprio mercato europeo dell’idrogeno. L’impegno delle associazioni si tradurrà anche nell’organizzazione e partecipazione a eventi nazionali e internazionali, inclusa la European Hydrogen Week, l’iniziativa annuale più grande dedicata all’idrogeno. Verranno condivise le best practice allo scopo di agevolare la collaborazione con associazioni e controparti europee per affrontare le sfide comuni. In più, le associazioni punteranno a stabilire alleanze con le camere di commercio e altre organizzazioni sul territorio. Spazio anche alla comunicazione: attraverso social media e newsletter dedicate, le associazioni forniranno aggiornamenti regolari al pubblico e all’industria sullo sviluppo dei settori nazionali dell’idrogeno. La combinazione di azione e informazione sarà centrale per tracciare il percorso verso la transizione energetica e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.Hydrogen Bank: arriva la seconda asta. La lettera delle associazioni alla Commissione EuropeaLa strategia europea sull’idrogeno fa leva, inoltre, sull’Hydrogen Bank un programma di finanziamento e incentivi lanciato per accelerare lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde in Europa. Il recente annuncio della Commissione Europa di una seconda asta per l’Hydrogen Bank è stata apprezzata dalle associazioni nazionali, che però attraverso una lettera hanno ribadito l’importanza di stabilire un criterio di prequalificazione per gli elettrolizzatori utilizzati nei progetti che parteciperanno alla seconda asta da 1,2 miliardi di euro. Nella prima asta attraverso l’Hydrogen Bank sono stati stanziati quasi 720 milioni di euro a 7 progetti vincitori per la produzione di idrogeno rinnovabile. La seconda asta dell’Hydrogen Bank, con un budget di 1,2 miliardi di euro, si svolgerà entro la fine del 2024. A questo proposito, le associazioni nazionali idrogeno hanno inoltrato alla Commissione Europa una lettera per spiegare la loro posizione.Alcune associazioni nazionali, tra cui H2IT, sottolineano la necessità di allineare l’Hydrogen Bank agli obiettivi del Green Deal Industrial Plan e del Net Zero Industry Act, sovvenzionando preferibilmente progetti che utilizzano elettrolizzatori prodotti nell’UE. Esse ritengono cruciale strutturare una catena di valore sostenibile e integrata per le tecnologie dell’idrogeno all’interno dell’UE, con gigafabbriche finanziate strategicamente, in grado di soddisfare la domanda interna entro il 2030 e creare occupazione qualificata e non delocalizzabile. Le associazioni propongono di introdurre un criterio di prequalificazione per partecipare al Hydrogen Bank, richiedendo che i progetti utilizzino elettrolizzatori assemblati nell’UE e nello Spazio economico europeo e con componenti chiave fabbricati in paesi che hanno firmato l’accordo sugli appalti pubblici (AAP). Secondo le associazioni, è essenziale dimostrare che la decarbonizzazione e la reindustrializzazione possono procedere insieme, portando un alto valore sociale all’interno dell’UE, e le regole del Hydrogen Bank sull’origine degli elettrolizzatori rappresentano una prima grande opportunità per raggiungere questo obiettivo. LEGGI TUTTO

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    Giappone, prezzi produzione accelerano in linea con attese

    (Teleborsa) – Accelerano i prezzi alla produzione in Giappone nel mese di giugno 2024. Secondo la Bank of Japan, i prezzi di fabbrica hanno registrato un incremento del 2,9% su base annua, in linea con le attese, contro il +2,6% rivisto del mese precedente (da +2,4% preliminare). Su base mensile, i prezzi all’industria sono saliti dello 0,2%, meno del +0,7% del mese precedente e contro il +0,4% atteso.I prezzi import hanno segnato un calo dello 0,3% su base mensile e un aumento dello 0,3% su base tendenziale. I prezzi export sono risultati invariati su base mensile e del 2,7% su base annuale. LEGGI TUTTO

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    Salari, Italia terzultima fra i 38 paesi dell’Ocse: -6,9% dal 2019

    (Teleborsa) – L’occupazione nei Paesi dell’area Ocse è ai massimi storici, ma la crescita degli occupati inizia a rallentare e “i salari reali hanno recuperato i livelli pre-2020 solo su 19 dei 35 Paesi Ocse” nonostante un recupero negli ultimi trimestri. È quanto rileva l’Oecd Employment Outlook 2024, che conferma anche per il primo trimestre 2024 la maglia nera assegnata all’Italia per i salari reali: il Paese, con un -6,9% rispetto al quarto trimestre 2019, è terzultimo fra i 38 paesi dell’Ocse e fanno peggio solo Cechia e Svezia, contro il -2% della Germania e il +0,1% della Francia. Secondo le stime dell’Employment Outlook 2024 l’occupazione nei paesi Ocse ha raggiunto i 662 milioni nel maggio 2024 (+25% dal 2000) e dovrebbe crescere di circa lo 0,7% annuo nel 2024-25. Il tasso di disoccupazione a livello dell’Ocse si è attestato al 4,9% nel maggio 2024 e si prevede che aumenterà leggermente. Era di 0,2 punti percentuali più alto per le donne che per gli uomini. I salari reali – rileva l’Ocse – hanno recuperato il terreno perduto nel 2022 e nella prima parte del 2023. Nel primo trimestre del 2024, la crescita annua dei salari reali è stata positiva in 29 dei 35 Paesi dell’Ocse per i quali sono disponibili dati, con un aumento medio in tutti i Paesi del 3,5%. L’analisi di queste prospettive per l’occupazione indica un’inversione di tendenza rispetto alle recenti tendenze che hanno visto i profitti crescere più rapidamente dei salari. I salari stanno ora recuperando parte del terreno perduto, mentre c’è spazio per i profitti per fornire un ulteriore cuscinetto per la crescita dei salari, data la significativa crescita dei profitti negli ultimi due o tre anni. I salari minimi sono superiori ai livelli del 2019 in termini reali in quasi tutti i paesi dell’Ocse. Nel maggio 2024, il salario minimo reale era superiore dell’8,3% rispetto a cinque anni prima alla mediana dei 30 Paesi dell’Ocse con un salario minimo legale nazionale, grazie ai significativi aumenti nominali dei salari minimi legali per sostenere i salari minimi più bassi durante il periodo di alta inflazione negli ultimi due o tre anni.In Italia il basso costo del lavoro, permette al made in Italy di essere competitivo a livello internazionale. Contemporaneamente i bassi salari contengono la domanda interna, determinando cospicui avanzi di bilancia commerciale. Non a caso per l’Ocse la produttività stagnante da quasi 30 anni è la principale palla al piede dell’economia italiana, perché un Paese che non cresce crea meno lavoro e i posti sono di minore qualità e salari più bassi. Nell’Employment Outlook 2024 l’Ocse bacchetta i Paesi dove i salari reali continuano ad andare all’indietro nonostante una stagione di utili societari più che buoni: “In molti Paesi c’è ancora spazio perché i profitti assorbano ulteriori aumenti dei salari”. Nella sua Economic Survey dedicata all’Italia, a gennaio, l’organizzazione parigina notava la buona performance dell’export italiano rispetto ai partner europei nel periodo post-Covid, ottenuta guadagnando in competitività “principalmente grazie alla bassa crescita dei costi unitari del lavoro”. Ma evidenziava anche la necessità, in un sistema di contrattazione collettiva dove le imprese hanno “significativo potere negoziale”, di far crescere più i salari e la produttività delle imprese, attraverso investimenti e innovazione. Uno degli obiettivi degli aiuti europei col ‘Recovery Plan’, ancora non andato a segno. LEGGI TUTTO