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    Commercialisti, Piccirillo: “Avanti nella costruzione di un professionista moderno e sempre più specializzato”

    (Teleborsa) – “Con l’approvazione del bilancio 2024 il nuovo direttivo ha dato un forte segnale al territorio e a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa professione. Abbiamo lavorato a stretto contatto con l’Ordine con gli enti pubblici e l’Agenzia delle Entrate affinché sia possibile intraprendere percorsi finalizzati a entrare in settori sempre più ampi della nostra professione. Superando la vecchia concezione del commercialista legato alla contabilità e proiettandolo sempre più in chiave moderna come consulente globale delle aziende e delle famiglie, in grado di poter svolgere un ruolo determinante nelle scelte strategiche anche in materia tributaria, della finanza agevolata, dell’internazionalizzazione e nei rapporti con gli enti pubblici”. Queste le parole di Vincenzo Piccirillo, presidente dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, nel corso dell’Assemblea di approvazione del bilancio 2024 dell’Ugdcec partenopeo, che si è svolta all’hotel Mediterraneo di Napoli. Hanno introdotto i lavori Eraldo Turi, presidente dell’Odcec di Napoli e Vincenzo Moretta, presidente della Fondazione dei commercialisti napoletani.”Vogliamo avere un ruolo fondamentale non solo nell’ambito della professione ma soprattutto – ha evidenziato Cristiana Ciabatti, segretaria dell’Ugdcec di Napoli – nelle specializzazioni che sono importanti per costruire la nuova figura del professionista, sempre più preparato e pronto a offrire un contributo determinante nelle scelte dei suoi clienti. Per quanto riguarda il contenzioso tributario, ad esempio, abbiamo organizzato a Napoli uno degli eventi più importanti degli ultimi anni dimostrando che i giovani, con studio, passione e approfondimento, possono fare la differenza”.”È stato un anno molto intenso, caratterizzato da tante attività. L’obiettivo – ha detto Luigi Passante, vicepresidente Ugdcec Napoli – è quello di fare sempre meglio e il primo passo del nuovo direttivo lascia ben sperare. Vogliamo tutelare i giovani facendo in modo che ci siano per loro opportunità e strumenti, dando la possibilità di cooperare per condividere esperienze e conoscenze che sono alla base della crescita professionale”.”La formazione – ha sostenuto Adelaide Rescigno, responsabile delle commissioni di studio Ugdcec Napoli – è fondamentale per noi e cerchiamo sempre di aggiornarci e migliorarci attraverso i tanti eventi formativi che organizziamo per tutti gli iscritti. Abbiamo diverse aree di studio per lavorare costantemente sull’aggiornamento. Uno dei punti di forza è proprio l’organizzazione del corso di preparazione dell’esame di abilitazione alla professione di dottore commercialista. Venti lezioni a distanza per aiutare i candidati di entrambe le sessioni d’esame annuali”. LEGGI TUTTO

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    Studio Visa: più di 7 PMI su 10 in Italia hanno accettato pagamenti con carta nell’ultimo anno

    (Teleborsa) – In Italia, tre PMI su quattro (il 74%) hanno dichiarato di avere accettato pagamenti con carta nell’ultimo anno. Un dato in linea con quello dello scorso anno per il nostro Paese, dove il grado di accettazione è più alto nei settori del food & beverage, salute e benessere e vendita al dettaglio. Le maggiori opportunità di crescita per i pagamenti con carta si rilevano nell’area dei servizi professionali, dell’agricoltura e del manifatturiero, oltre che nell’education, nei servizi al consumatore e nel travel & transportation. A sostenerne lo sviluppo sono i benefici portati dalle carte ed evidenziati dalle stesse aziende intervistate in termini di semplicità di utilizzo, sicurezza delle transazioni e crescita del fatturato. In questo scenario, la maggior parte delle piccole e medie imprese (il 55%) si affida a più fornitori di soluzioni di pagamento, cui chiede un alto grado di personalizzazione (72%), di innovazione (64%) e soluzioni di digitalizzazione capaci di offrire servizi a valore aggiunto in modalità “one stop shop” – senza aggiungere complessità – a supporto della gestione aziendale (63%). È quanto emerge dallo studio Visa sulle PMI, condotto in 8 Paesi europei, tra cui l’Italia, per meglio comprendere abitudini e aspettative delle piccole e medie imprese nel contesto dei pagamenti.”Le PMI rappresentano in Europa il 99% delle realtà produttive, creano più del 61% dei posti di lavoro e contribuiscono per oltre il 35% del prodotto interno lordo – commenta Bea Larregle, Regional Managing Director Southern Europe, Visa –. Si tratta di una componente fondamentale dell’economia europea che Visa è impegnata a supportare: negli ultimi 3 anni, abbiamo accelerato la digitalizzazione di 13,5 milioni di PMI in Europa e oltre un milione in Italia, offrendo loro accesso a una rete di pagamento globale, veloce e sicura, una vera porta aperta verso l’internazionalizzazione del business”.Lo studio Visa mette in luce come i pagamenti con carta stiano avendo un impatto positivo sul business delle PMI in Italia: a seguito della loro accettazione, circa la metà delle imprese intervistate (49%) ha percepito una crescita nelle vendite e nel fatturato, con un incremento che nel 41% dei casi si è attestato tra il 6 e il 15%. Tra i principali benefici, il 64% ritiene che le carte costituiscano il metodo di accettazione dei pagamenti più semplice da utilizzare, mentre il 68% il più sicuro. Il 67%, inoltre, è concorde che i pagamenti con carta consentano di essere pagati più velocemente e che riducano il rischio di non essere pagati (69%).”La nostra rete – aggiunge Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia – aiuta le piccole imprese a crescere facendo evolvere le loro capacità digitali e collegandole alla nostra rete di pagamenti, così da ricevere pagamenti digitali e attrarre una base di clienti più ampia: tutti componenti importanti per aiutarle a prosperare e crescere. Per le piccole e microimprese è estremamente dispendioso in termini di tempi e costi focalizzarsi sulla scelta e implementazione di soluzioni digitali per la propria attività. Un player come Visa, insieme a una qualificata rete di partner, fornisce tutte le soluzioni con un approccio one stop shop e può fare la differenza, grazie anche all’affidabilità e forza del brand”.Le carte di pagamento in risposta alle attuali sfide Aumento dei costi d’impresa (42%) e difficoltà connesse al ritardo nei pagamenti da parte dei clienti(27%) sono le principali sfide che le PMI stanno affrontando in Italia. In questo scenario, il totale delle piccole e medie realtà intervistate che accettano i pagamenti con carta si è dichiarato propenso a utilizzare servizi collegati alle carte virtuali a sostegno del business. Di rilievo, per il 60% delle imprese, risultano le opzioni finanziarie integrate quali i prestiti e, per il 56%, i servizi di dilazione delle spese. Il 52%, inoltre, ritiene importante disporre di una carta virtuale che offra la possibilità di effettuare transazioni a livello internazionale garantendo un’ottima conversione valutaria.I driver per una maggiore accettazioneTra le caratteristiche che le PMI invece cercano in un’offerta di pagamento e che ne favorirebbero la scelta, la riconciliazione in giornata e gli strumenti di sicurezza contro le frodi sono le principali, insieme alla possibilità di accettare transazioni senza la necessità di installare ulteriore hardware. Una caratteristica, quest’ultima, che rappresenta anche il primo driver (26%) che spingerebbe le piccole e medie imprese italiane che ancora non accettano i pagamenti con carta, a farlo. Altri fattori che potrebbero incentivarne l’adozione sono la possibilità di evitare frodi e ritardi nei pagamenti (21%), oltre che una maggiore propensione dei clienti a non usare i contanti (19%). Nella scelta di soluzioni di pagamento, le piccole e medie imprese in Italia riconoscono nella banca il primo punto di riferimento cui rivolgersi, ma accanto ad essa ricoprono un ruolo importante anche altri canali. Tra questi, le opinioni dei professionisti (18%), l’utilizzo dei motori di ricerca (18%), le informazioni fornite dai provider di servizi online (10%), dalle piattaforme di e-commerce (9%) e dai marketplace (7%), oltre che i consigli di altri utenti di servizi di pagamento che in Italia continuano a essere rilevanti per quasi una PMI su cinque (19%). Le aspettative delle PMILa gestione delle PMI è sempre più digitale, anche oltre l’ambito dei pagamenti: cresce il numero di aziende che decidono di affidarsi a specifici software capaci di supportarle nelle loro attività quotidiane, in un percorso di digitalizzazione che abbraccia differenti strumenti a supporto del business. Tra i più diffusi, sul fronte dei pagamenti, le app bancarie, mobile (32%) e online (31%), mentre per la gestione aziendale ricoprono sempre più un ruolo di primo piano per le imprese i software di contabilità (26%), di inventory management (21%), oltre che i sistemi di monitoraggio delle vendite (21%) e i CRM (20%). Dallo studio Visa, infatti, emerge che il 72% delle imprese si aspetta di poter personalizzare i servizi sulla base dei propri bisogni, il 63% è alla ricerca di soluzioni che forniscano un valore aggiunto alla loro attività, e il 64% vorrebbe servizi realmente innovativi. LEGGI TUTTO

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    Nato: l’adesione dell’Ucraina è “irreversibile”

    (Teleborsa) – La premier Giorgia Meloni, presente a Washington per il vertice della Nato, ha espresso forti aspettative riguardo all’unità dell’Alleanza Atlantica e al continuo supporto all’Ucraina. Mentre la Nato conferma l’irreversibilità del percorso di adesione dell’Ucraina, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ribadito il convinto sostegno dell’Italia.Il vertice Nato di Washington si è aperto con dichiarazioni di grande rilevanza riguardo al futuro dell’Ucraina. Un funzionario ucraino ha riferito a Politico che gli alleati della Nato dichiareranno ufficialmente l’irreversibilità del percorso di adesione dell’Ucraina all’Alleanza. Questa importante decisione sarà formalizzata nella dichiarazione finale del summit, con una scadenza precisa per l’ingresso di Kiev nella Nato.Alla vigilia del vertice, la premier italiana Giorgia Meloni ha espresso la sua aspettativa di un messaggio forte di unità e adattamento da parte della Nato. “La mia aspettativa è che la Nato nel suo 75esimo anniversario, e in un momento storico molto particolare, mandi un grande messaggio di unità e di capacità di adattamento ad un mondo che sta cambiando”, ha dichiarato Meloni da Washington. La premier ha sottolineato l’importanza del sostegno all’Ucraina, ribadendo che l’Italia ha portato l’attenzione necessaria sul fronte sud dell’Alleanza, un tema che è stato inserito nelle conclusioni del vertice.Meloni ha anche espresso orrore per le immagini dei bambini malati oncologici per strada a seguito del bombardamento dell’ospedale pediatrico di Kiev. “Le immagini dei bambini malati oncologici per strada a seguito del bombardamento dell’ospedale pediatrico di Kiev mi sembrano spaventose”, ha affermato la premier, criticando la violenza indiscriminata contro i civili ucraini e mettendo in dubbio la sincerità delle dichiarazioni di pace da parte della Russia.Il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ribadito il sostegno dell’Italia all’Ucraina durante il suo intervento al panel dei leader dei Parlamenti del Nato Parliamentary Summit. “Rimane, convinto, il sostegno all’Ucraina a cui oggi torniamo a confermare la nostra concreta vicinanza e la piena volontà di essere al suo fianco nel grande sforzo di resistenza che sta compiendo”, ha dichiarato Fontana. Ha inoltre evidenziato il ruolo di primo piano dell’Italia, Paese fondatore della Nato, e la responsabilità condivisa nel sostenere Kiev.Nel frattempo, il Cremlino ha dichiarato che seguirà “con la massima attenzione” il vertice Nato, come riportato dall’agenzia Tass. Questa dichiarazione evidenzia la tensione internazionale che circonda le decisioni della Nato riguardo all’Ucraina.Mentre il vertice procede, resta chiara l’intenzione dell’Alleanza di rafforzare il proprio sostegno a Kiev e di consolidare l’unità tra i Paesi membri in un contesto geopolitico sempre più complesso. LEGGI TUTTO

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    Energia, ENEA: al via progetto “e-SHyIPS” per promuovere l’utilizzo dell’idrogeno nel settore marittimo

    (Teleborsa) – Sviluppare un quadro normativo per consentire l’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto marittimo. È questo l’obiettivo del progetto e-SHyIPS, che conta su un finanziamento europeo di oltre 400 mila euro e al quale partecipa anche l’Italia con ENEA, all’interno del consorzio Atena, insieme a Politecnico di Milano (coordinatore) e Cineca per complessivi 14 partner provenienti da 7 Paesi Ue.”Il progetto e-SHyIPS si inserisce in uno scenario europeo che vede ancora una scarsa diffusione delle imbarcazioni alimentate a idrogeno e l’assenza di una regolamentazione riconosciuta e condivisa a livello internazionale che disciplini l’adozione dell’idrogeno a bordo – spiega Viviana Cigolotti, responsabile della Divisione ENEA di Tecnologie e vettori per la decarbonizzazione –. Dato che risultano insufficienti le linee guida dell’International Maritime Organization (IMO) sulle celle a combustibile alimentate a idrogeno per la propulsione navale, e-SHyIPS intende definire un processo di certificazione che integri le attività di ricerca sugli standard con simulazioni ed esperimenti di laboratorio, al fine di passare dalla teoria all’applicazione”.Esperti di livello internazionale aggiorneranno il Codice IGF (International Code of Safety for Ships using Gases or other Low-flashpoint Fuels) delle navi passeggeri alimentate a idrogeno, ovvero il Codice di sicurezza per le imbarcazioni che usano gas o altri combustibili a basso punto di infiammabilità. In parallelo, sarà definita la tabella di marcia per la promozione dell’economia dell’idrogeno in ambito marittimo.Negli ultimi anni la ricerca – spiega l’Enea – ha messo in evidenza i benefici potenziali delle celle a combustibile a idrogeno per il settore marittimo, mentre IMO ha rivisto recentemente la propria strategia puntando su uno scenario a zero emissioni entro il 2050. “Con le emissioni di gas serra del comparto che continuano a crescere, la decarbonizzazione del settore marittimo diventa una priorità e l’idrogeno rappresenta un’alternativa energetica promettente. Grazie al progetto e-SHyIPS acquisiremo conoscenze per accelerare i processi autorizzativi che ne consentano l’utilizzo”.Nell’ambito del progetto, si è svolto recentemente a Bruxelles un workshop internazionale sulla decarbonizzazione del settore marittimo con l’obiettivo specifico di individuare le principali barriere all’uso dell’idrogeno come combustibile navale. Nell’occasione, gli armatori hanno evidenziato il costo dell’idrogeno ancora elevato, mentre le autorità portuali hanno messo in rilievo le criticità legate alla trasformazione dei porti in hub energetici. Inoltre, durante i lavori è stata sottolineata l’importanza di un programma di investimenti pubblici che offra all’Europa l’opportunità di assumere un ruolo di leadership nel settore dell’idrogeno in ambito marittimo. LEGGI TUTTO

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    ABI, nominati sei Vicepresidenti dopo la conferma di Patuelli

    (Teleborsa) – Il Consiglio dell’ABI, presieduto dal rieletto Presidente Antonio PATUELLI, ha nominato come Vicepresidenti Gian Maria GROS-PIETRO, vicario, (Presidente Intesa Sanpaolo), Giampiero MAIOLI (Amministratore Delegato Crédit Agricole Italia), Nicola MAIONE (Presidente Banca Monte dei Paschi di Siena), Mario Alberto PEDRANZINI (Consigliere Delegato e Direttore Generale Banca Popolare di Sondrio), Massimo TONONI (Presidente Banco BPM), Camillo VENESIO (Amministratore Delegato e Direttore Generale Banca del Piemonte).Sono stati eletti componenti del Comitato esecutivo – oltre al Presidente ed ai Vicepresidenti – Stefano BARRESE (Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo), Gerhard BRANDSTÄTTER (Presidente Cassa di Risparmio di Bolzano), Angelo CAMPANI (Direttore Generale Credito Emiliano), Giuseppe CASTAGNA (Amministratore Delegato Banco BPM), Claudia CATTANI (Presidente BNL – Gruppo BNP Paribas), Saverio CONTINELLA (Amministratore Delegato e Direttore Generale Banca Agricola Popolare di Ragusa), Ilaria Maria DALLA RIVA (Head of Administrative Office UniCredit), Vito Lorenzo Augusto DELL’ERBA (Presidente Federcasse), Nicola FIORAVANTI (Chief Governance, Operating and Transformation Officer Intesa Sanpaolo), Giorgio FRACALOSSI (Presidente Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano), Elena Patrizia GOITINI (Amministratore Delegato BNL – Gruppo BNP Paribas), Stefano LADO (Presidente Banco di Desio e della Brianza), Vittorio Corrado LOMBARDI (Amministratore Delegato CSE – Consorzio Servizi Bancari), Stefano LUCCHINI (Chief Institutional Affairs & External Communications Officer Intesa Sanpaolo), Giuseppe MAINO (Presidente Iccrea Banca – Istituto Centrale del Credito Cooperativo), Carlo MESSINA (Consigliere Delegato e CEO Intesa Sanpaolo), Andrea ORCEL (Amministratore Delegato UniCredit), Pietro Carlo PADOAN (Presidente UniCredit), Alberto PALMA (Presidente Cassa di Risparmio di Fermo), Gianni Franco PAPA (Amministratore Delegato BPER Banca), Roberto PARAZZINI (Presidente e Consigliere Delegato Deutsche Bank), Leonardo PATRONI GRIFFI (Componente del Comitato di Presidenza Associazione Nazionale fra le Banche Popolari), Guido ROSA (Presidente AIBE – Associazione Italiana Banche Estere), Pietro SELLA (Amministratore Delegato e Direttore Generale-CEO Banca Sella Holding), Francesco Saverio VINCI (Direttore Generale e componente del Consiglio di Amministrazione Mediobanca).Il Comitato Esecutivo dell’ABI ha completato la composizione del Comitato di Presidenza, ha nominato il Presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro (Casl), Ilaria Maria DALLA RIVA (Head of Administrative Office UniCredit); ha nominato il Presidente del Comitato ristretto Piccole Banche, Vito Lorenzo Augusto DELL’ERBA (Presidente Federcasse).Inoltre, ha stabilito che il Comitato di Presidenza – di cui fanno parte Antonio PATUELLI e Marco Elio ROTTIGNI, Presidente e Direttore Generale dell’Abi, i Vicepresidenti, Gian Maria GROS-PIETRO, vicario, Giampiero MAIOLI, Nicola MAIONE, Mario Alberto PEDRANZINI, Massimo TONONI, Camillo VENESIO – vedrà la partecipazione anche di Gerhard BRANDSTATTER (Presidente Cassa di Risparmio di Bolzano), Ilaria Maria DALLA RIVA (Presidente Comitato Affari Sindacali e del Lavoro di ABI), Vito Lorenzo Augusto DELL’ERBA (Presidente Comitato ristretto Piccole Banche), Nicola FIORAVANTI (Chief Governance,Operating and Transformation Officer Intesa Sanpaolo), Elena Patrizia GOITINI (Amministratore Delegato BNL – Gruppo BNP Paribas), Pietro Carlo PADOAN (Presidente UniCredit), Gianni Franco PAPA (Amministratore Delegato BPER Banca), Guido ROSA (Presidente Associazione Italiana Banche Estere), Maurizio SELLA (Presidente Banca Sella Holding). LEGGI TUTTO

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    Assegno di inclusione, INPS: “Accolte 698mila domande”

    (Teleborsa) – Al 30 giugno 2024 sono state accolte quasi 700mila domande relative all’Assegno di inclusione (ADI), domande che fanno riferimento ad altrettanti nuclei familiari e che coinvolgono circa 1,7 milioni di cittadini. Per quanto riguarda il Supporto Formazione Lavoro (SFL), sono state 96mila le persone a cui è stata accolta la domanda ed erogata la prestazione. Questi alcuni dei dati che emergono dal primo report dell’Osservatorio statistico dell’INPS dedicato a queste nuove prestazioni.Nel dettaglio, l’Osservatorio contiene un report con la sintesi del quadro normativo delle due misure e le principali evidenze quantitative, accompagnate da una serie di tavole statistiche. L’arco temporale di riferimento abbraccia il periodo che va dal primo mese di operatività della misura (settembre 2023 per SFL / gennaio 2024 per ADI) e, per i pagamenti, fino a maggio 2024 (ultimo mese in cui i dati possono ritenersi statisticamente consolidati).In particolare, nel mese di maggio 2024 il numero di nuclei beneficiari di ADI è stato pari a 625mila, mentre l’importo medio erogato mensilmente è pari a 618 euro. La fotografia dell’INPS restituisce la seguente composizione dei 625mila nuclei presi in considerazione nello studio: ?in 260mila sono presenti minori; in 239 mila sono presenti disabili; in 297mila sono presenti persone di almeno 60 anni di età; ?in 6mila ci sono persone in condizioni di “svantaggio”.Per quanto riguarda SFL, i beneficiari tra settembre e dicembre 2023 erano 33mila aumentando a 93mila tra gennaio e maggio 2024. Complessivamente, le domande accolte per SFL fino al 30 giugno 2024 sono state 96mila, di cui il 57% donne e il 50% persone tra i 50 e i 59 anni.L’Assegno d’Inclusione (ADI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell’ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.Il Supporto Formazione Lavoro (SFL) è invece una misura di attivazione al lavoro tramite la partecipazione a progetti di formazione e accompagnamento al lavoro, qualificazione e riqualificazione professionale, politiche attive del lavoro, comunque denominate, progetti utili alla collettività, servizio civile universale. Rappresenta una misura dinamica e innovativa che ha l’obiettivo di accompagnare e preparare i partecipanti all’ingresso nel mercato del lavoro, evitando di lasciarli soli nel momento in cui le loro competenze non risultano ancora allineate con le richieste del settore. Piuttosto che considerarla come un semplice sussidio, SFL va visto come una politica attiva strutturale volta a facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, riflettendo la necessità di un approccio integrato tra formazione e occupazione in un contesto economico in evoluzione. LEGGI TUTTO

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    Nasuni valutata 1,2 miliardi di dollari in round guidato da Vista

    (Teleborsa) – Nasuni, società statunitense attiva nel campo dell’hybrid cloud, ha annunciato un investimento strategico guidato da Vista Equity Partners, società di investimento globale focalizzata su aziende di software e dati. Vista sarà affiancata da TCV e KKR nel nuovo investimento, che valuta Nasuni circa 1,2 miliardi di dollari. Altri termini della transazione non sono stati resi noti.Nasuni ha un tasso di crescita costante del 30% in un mercato in rapida espansione con l’avvento del cloud ibrido e dell’intelligenza artificiale, si legge in una nota. La piattaforma dati di Nasuni è utilizzata da oltre 850 aziende in 70 paesi ed è utilizzata da alcune delle più grandi imprese nei settori manifatturiero, dei beni di consumo e dell’energia.”La piattaforma di Nasuni offre un approccio altamente differenziato al consolidamento, alla protezione e alla gestione dei dati su larga scala con prestazioni fondamentali per supportare le applicazioni di intelligenza artificiale e altri casi d’uso di dati ad alto volume”, ha affermato Martin Taylor, co-responsabile del Foundation Fund di Vista e Senior Managing Director.(Foto: Sigmund su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Luce, Besseghini (ARERA): offerte mercato libero più alte rispetto a tutelato

    (Teleborsa) – Come nel 2022, anche nella prima parte del 2023 i prezzi dell’energia elettrica in Italia e in Europa hanno risentito, seppur senza registrare i picchi dell’anno precedente, delle tensioni internazionali sui mercati all’ingrosso. I rialzi si sono riflettuti sulle bollette dei clienti domestici, nonostante le proroghe degli interventi pubblici da parte dei governi di molti Paesi europei, tra cui l’Italia. La tendenza dell’anno è stata, comunque, quella di un ritorno a una “nuova normalità” caratterizzata da mercati più reattivi e globalizzati, in cui i prezzi si sono assestati su livelli più alti del passato. Lo rileva l’ARERA, l’Autorità per l’Energia, le reti e l’ambiente nella sua Relazione annuale al Parlamento sottolineando che i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici nel 2023 fanno registrare aumenti del +6% in Italia (con prezzi medi finali pari a 38,64 c€/kWh) ben lontani dal +40% dell’anno precedente. Si è mantenuta pressoché stabile, invece, la variazione nell’Area euro che nel 2023 ha segnato un +12,6% (31,45 c€/kWh) rispetto al +13% del 2022.I consumi di energia elettrica si sono ridotti del 2,9%, la flessione ha interessato quasi tutti i settori con cali più rilevanti nell’agricoltura (-6,5%), nell’industria (-4%) e nel terziario (-2,1%), nel domestico (-3%), nonché nel comparto residuale “altro” (-10,5%), mentre trasporti e pesca hanno segnato aumenti, rispettivamente, del 5,6% e 5,2%.La domanda nazionale è stata soddisfatta per poco meno dell’84% dalla produzione nazionale e per il 16,8% dal saldo con l’estero (il valore più alto dall’inizio del secolo). Questi valori si confrontano con quelli del 2022 (87,2%) e del 2021 (87,5%) e confermano il calo osservato negli ultimi anni (nel 2020 era del 90,2%). La produzione nazionale lorda è scesa del 6,9% e si attesta a 264,3 TWh (284 TWh nel 2022) soprattutto per effetto del -19,3% nella produzione termoelettrica solo parzialmente compensato dal +15,6% delle fonti rinnovabili.Nel 2023 il consumo netto di gas naturale è diminuito di 7 miliardi di metri cubi, attestandosi a 60,3 miliardi di metri cubi (-10,4% rispetto al 2022), principalmente a causa della discesa di 5,2 mld mc del settore termoelettrico (-18,5%), oltre che a una diminuzione di 2,4 mld m3 del settore domestico (-12,9%), mentre i consumi del settore industriale sono scesi di 0,6 mld m3 (-4,6%). Questo il dato complessivo per l’anno scorso reso noto dall’Autorità per l’Energia, le reti e l’ambiente nella sua Relazione al Parlamento. “In controtendenza è risultato soltanto il settore del commercio e servizi, i cui consumi in aumento di 1,1 mld m3 (+18,3%) hanno parzialmente attutito il calo complessivo. La produzione nazionale di gas naturale ha registrato l’ennesima diminuzione (-12,2% decisamente superiore a quella del 2,4% registrato nel 2022) attestandosi a 2.728 mln mc; in calo anche le importazioni nette scese a 8,8 mld m3 (-12,9% rispetto al 2022) a causa della discesa delle importazioni lorde diminuite di 10,8 mld m3 (-14,8% rispetto al 2022), solo parzialmente compensata dalla riduzione delle esportazioni (-2 mld m3) che nel 2022 erano in crescita”. Il livello di dipendenza dall’estero è diminuito: nel 2023 il 96,3% del gas disponibile in Italia è arrivato dall’estero (era il 99% nel 2022)”. A seguito delle sanzioni imposte dall’Ue, le importazioni di gas dalla Russia si sono quasi azzerate nell’arco degli ultimi due anni: dai 29,2 mld mc del 2021, infatti, nel 2023 si sono ridotte a 2,9 mld mc. La quota di gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale è passata dal 40% del 2021 al 4,7% nel 2023. La sostituzione del gas russo – spiega Arera – è avvenuta in parte aumentando i quantitativi di gas che giungono in Italia via tubo dagli altri paesi con cui l’Italia è collegata (principalmente quelli dall’Algeria e dall’Azerbaigian) e in parte accrescendo la quota di gas naturale liquido che arriva in Italia attraverso le navi metaniere. Le importazioni di Gnl, infatti, sono aumentate quasi del 70% in due anni.”A oggi le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti”, ha evidenziato il presidente dell’Arera, l’utorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini nella sua relazione al Parlamento, facendo il punto sul passaggio al mercato libero dell’energia con la fine del meccanismo di tutela per il gas e l’energia elettrica rispettivamente da gennaio e dal primo luglio scorsi. Besseghini ha evidenziato come, per quanto riguarda il gas, il mantenimento per i clienti non vulnerabili dell’offerta con il proprio fornitore con una tariffa definita Placet, in parte regolata ha comportato comunque “aumenti di spesa compresi tra il 3,7% e il 12,5%”. Diverso il caso dell’elettricità per il quale oltre al mantenimento della tariffa regolata per i clienti vulnerabili è stato introdotto il meccanismo a tutele graduali, applicato a chi non ha scelto alcun fornitore diverso da quello del sistema di tutela, con asseganzione degli operatori a secondo dalle zone, mediante asta. “Al di là dei tecnicismi, il risultato delle aste ha determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato nel servizio a tutele graduali di circa 113 euro/anno a parità di tutti gli altri costi”. Riassumendo, la situazione a oggi vede i clienti elettrici italiani divisi in quattro categorie: i clienti vulnerabili serviti in tutela (circa 3,6 milioni) o sul mercato libero (circa 8,4 milioni), che possono in qualunque momento passare dal servizio al mercato e viceversa e manterranno questa prerogativa indefinitamente. “I clienti non vulnerabili, transitati automaticamente nel Servizio a tutele graduali (circa 3,6 milioni) oppure serviti sul mercato libero (circa 14,7 milioni), che potranno compiere qualunque scelta verso o all’interno del mercato libero ma non potranno scegliere di tornare nei servizi di tutela, salvo il caso in cui (per qualunque motivo) divengano vulnerabili o restino senza fornitore”.Dal rapporto Arera emerge anche che nel corso del 2023 l’innalzamento a 15.000 euro della soglia Isee ha consentito di beneficiare del meccanismo automatico di sconto a circa 1 milione e mezzo di famiglie, che avevano ottenuto un’attestazione Isee superiore a 9.530 euro, ma entro la nuova soglia di 15.000. Di conseguenza, sono stati riconosciuti 4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni di bonus gas a clienti diretti, ossia titolari di forniture individuali di gas naturale: l’importo stimato corrispondente ai bonus riconosciuti è pari a circa 1.427 milioni di euro per i primi e a circa 716 milioni di euro per i secondi. Sono le cifre contenute nella Relazione dell’Arera al Parlamento. Al 31 dicembre 2023 i nuclei familiari con bonus attivo per disagio fisico erano 64.828 (+24% rispetto al 2022). A fine 2023 è terminato il sistema di rafforzamento del bonus sociale in vigore negli ultimi 2 anni, che ne aveva esteso la platea dei beneficiari, tornando nel 2024 ai normali valori Isee (seppure aggiornati all’inflazione) per poterne usufruire. È invece proseguito il contributo straordinario crescente con il numero dei componenti familiari e applicato in automatico a chi già riceve il bonus elettrico, come previsto nella Legge di Bilancio 2024. LEGGI TUTTO