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    Pensioni ai superstiti, INPS: inclusi anche nipoti maggiorenni orfani inabili al lavoro

    (Teleborsa) – Per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 88 del 2022, anche i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro, viventi a carico degli ascendenti, sono inclusi tra i destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti. È quanto rende noto l’Inps in una nota. L’Inps, in particolare, ha stabilito le modalità per: la liquidazione ai nipoti aventi diritto, salvo sentenza passata in giudicato, che presenteranno in tal senso apposita richiesta; la riliquidazione delle pensioni riconosciute in favore di altre categorie di superstiti contitolari, il cui diritto risulti compatibile con quello dei nipoti aventi diritto; la revoca delle pensioni già riconosciute in favore di categorie di superstiti il cui diritto risulti incompatibile con quello dei nipoti aventi diritto.In ragione dell’unitarietà della tutela previdenziale riconosciuta in favore dei superstiti, in caso di morte dell’ascendente, il riferimento alla pensione di reversibilità – trattamento riconosciuto per la morte del pensionato – deve essere inteso anche alla pensione indiretta. Ne consegue che, per effetto della sentenza, – spiega l’Inps – i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro, a carico degli ascendenti, sono inclusi tra i destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti.Per quanto concerne la verifica della condizione della vivenza a carico degli ascendenti, la nota rinvia al paragrafo 3 della Circolare n. 185 del 18 novembre 2015, nella quale si chiarisce che, “fermo restando l’accertamento della non autosufficienza economica, deve essere dimostrato il mantenimento abituale da parte dell’ascendente in caso di non convivenza”. LEGGI TUTTO

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    Cedolare secca con aliquota al 26%, le istruzioni dell’Agenzia Entrate

    (Teleborsa) – La cedolare secca con aliquota al 26% si applica solo a partire dal secondo immobile dato in locazione. Nessun cambiamento invece per la prima o unica abitazione affittata che sconta l’aliquota al 21%. Con la circolare n. 10/E pubblicata oggi, l’Agenzia delle Entrate fornisce istruzioni agli uffici sulle novità introdotte sulle locazioni brevi dalla Legge di bilancio 2024 (Legge 30 dicembre 2023, n. 213). Nuove regole anche per gli intermediari immobiliari e i gestori di portali telematici di locazioni che, all’atto del pagamento al locatore, dovranno sempre operare, in qualità di sostituti d’imposta, una ritenuta del 21% a titolo d’acconto indipendentemente dal regime fiscale adottato dal beneficiario. Il documento di prassi, inoltre, illustra nel dettaglio la disposizione con cui la Legge di Bilancio 2024 adegua la legislazione nazionale al contenuto della sentenza sugli adempimenti fiscali degli intermediari non residenti emanata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea il 22 dicembre 2022. Le novità su cedolare secca e affitti brevi – L’aliquota dell’imposta sostitutiva della cedolare secca sarà applicata al 26% a partire dal secondo immobile dato in locazione.Il proprietario che mette in locazione diverse unità ha comunque la possibilità di sceglierne una per ciascun periodo d’imposta per cui fruire dell’aliquota ridotta del 21%. La scelta andrà indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta d’interesse. La nuova aliquota del 26% si applica sui redditi di locazione maturati dall’1 gennaio 2024, a prescindere dalla data di stipula dei relativi contratti e dalla percezione dei canoni. LEGGI TUTTO

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    Fabrick, ricavi aumentano a 14,9 milioni di euro nel primo trimestre

    (Teleborsa) – Fabrick, la società del gruppo Sella specializzata nell’open finance, insieme alle sue controllate Codd&Date, dpixel, Fabrick Solutions Spain e Judopay, ha registrato ricavi netti complessivi pari a 14,9 milioni di euro nel primo trimestre del 2024, in crescita del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.La community del Fintech District, nel cui ambito vengono sviluppati progetti di open innovation, si è ulteriormente ampliata arrivando a oltre 290 fintech aderenti e 40 aziende corporate con cui sono stata avviate collaborazioni. LEGGI TUTTO

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    Smart City, nel 2023 il mercato vale 1 miliardo di euro (+11%)

    (Teleborsa) – Il 2023 è stato l’anno che ha segnato un risultato storico per il mondo delle Smart City. Per la prima volta, infatti, il mercato italiano ha raggiunto un miliardo di euro, +11% rispetto al 2022. Allo stesso tempo, però, l’anno appena trascorso ha segnato una crescita meno marcata rispetto agli anni precedenti (+23% nel 2022), frenata dalle priorità dettate dal PNRR e dai tentennamenti su alcuni fondi del Piano destinati ai comuni. Altre zone del mondo corrono di più. Nel 2023 il mercato della Smart City è cresciuto mediamente del 21,9% in Europa, nel 20% negli Stati Uniti e del 20,6% in Asia. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi al convegno “Smart City: alla ricerca di una strategia vincente”.Nel 2023 – rileva la ricerca – aumentano i comuni che hanno avviato progetti legati alla Smart City (12% contro il 10% del 2022). Considerando gli investimenti pubblici nel 2023, il 23% del valore di mercato è dato da iniziative legate all’illuminazione pubblica e il 21% alla Smart Mobility. A seguire Smart Metering e Smart Grid. Permangono però ostacoli significativi allo sviluppo di queste tecnologie: la carenza di personale (52%), la mancanza di risorse economiche (48%) e di competenze interne ai comuni (47%). I comuni che sono riusciti, nonostante tutto, a portare avanti progetti di Smart City hanno poi effettivamente colto benefici in linea o addirittura superiori alle aspettative (78%). L’86% dei comuni ha inoltre intenzione di avviare progetti nei prossimi tre anni. Le città Smart sono percepite dai loro abitanti come più sostenibili (50% vs 36% di chi abita in città non considerate Smart), inclusive (50% vs 32%), innovative (49% vs 25%) ed efficienti (49% vs 34%). Gli Italiani considerano Milano come la città più smart d’Italia. A seguire Bolzano e Trento. “Nell’ultimo anno il mercato della Smart City è aumentato, ma a ritmi più contenuti rispetto agli anni precedenti – spiega Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Smart City –. Un rallentamento legato al PNRR, una vera e propria “lama a doppio taglio” per i comuni italiani. Da una parte ha portato con sé ingenti investimenti e riforme che potranno abilitare molte progettualità per rendere più smart i nostri territori. Dall’altra, è stato uno strumento totalizzante, che non ha lasciato ai comuni molte risorse per sviluppare progetti caratterizzati da un alto livello di smartness. Il confronto con le principali economie mondiali, poi, non è positivo: 11 nazioni del G20 hanno già adottato una strategia sulle Smart City, ma tra queste non figura l’Italia”. “Il futuro dei centri urbani intelligenti passerà anche da due trend che, seppur in ambiti diversi, stanno raccogliendo un grande interesse da parte dei comuni italiani – commenta Matteo Risi, direttore dell’Osservatorio Smart City –. Da una parte, la volontà di collaborare tra comuni per creare un ecosistema intelligente più ampio in un’ottica di Smart Land, un approccio ancora poco diffuso (23%), ma prospettato dal 59% di coloro che hanno sviluppato progetti. La seconda tendenza riguarda l’Intelligenza Artificiale. Circa un comune su 3, infatti, intende lavorare nel prossimo futuro utilizzando l’AI a supporto dei propri processi e delle proprie decisioni, sfruttandone la potenza e la versatilità, ma con un occhio attento alla gestione dei rischi e alle regole imposte dal nuovo AI Act”. I Comuni – Una delle principali problematicità legate alle Smart City è che mancano figure tecniche con le competenze necessarie. Solo il 23% dei comuni italiani le possiede all’interno del proprio organico, il 21% si affida a esperti esterni, mentre il 56% non ha alcun tipo di competenza né interna né esterna (69% nei comuni di piccola dimensione). Le principali lacune riguardano l’uso di tecnologie innovative (67%), come IoT, AI e Digital Twin, oltre al possesso di concrete capacità di gestione di progetti (47%). Nel triennio 2021-2023 gli ambiti applicativi più adottati e di maggior interesse sono stati: Sicurezza e sorveglianza (65%), Coinvolgimento attivo dei cittadini (55%) e Illuminazione (51%). Nei prossimi tre anni, fino al 2027, crescerà ancor di più l’ambito della Sicurezza e sorveglianza (76%), mentre al secondo posto si collocheranno le Comunità energetiche rinnovabili (66%). A seguire il Coinvolgimento attivo dei cittadini (63%). Quasi metà delle 44 città italiane con più di 100mila abitanti possiedono una strategia o un approccio che presuppone un pensiero strategico riguardo alle Smart City. Nove comuni possiedono una strategia formalizzata e pubblica, mentre altri 12 hanno in corso e/o hanno concluso iniziative che si inseriscono in un approccio strategico non formalizzato o, se formalizzato, non di pubblico dominio. Non c’è, invece, alcuna parvenza di un piano strutturato per i restanti 23 comuni sopra ai 100mila abitanti. Considerando tutti i comuni Italiani, sono il 7% le realtà locali che hanno dichiarato di adottare una strategia incentrata su questi temi, una scelta che ha poi garantito ottimi risultati dall’implementazione dei progetti di Smart City (oltre le loro aspettative nel 33% dei casi contro l’11% della media).I cittadini – Il tema della Smart City si fa sempre più strada tra il grande pubblico. Secondo l’indagine svolta in collaborazione con BVA Doxa, il 69% degli intervistati, infatti, conosce il concetto, ma spesso ancora in modo superficiale. Milano è percepita come la città più Smart, seguita da Bolzano e Trento. Seguono diverse città del Centro-Nord, mentre il Sud e le Isole non rientrano nella top 10. La percezione dei cittadini sembra poi essere disallineata rispetto alla realtà: se i comuni italiani nell’ultimo triennio si sono occupati prevalentemente di sicurezza, engagement e illuminazione, agli occhi dei cittadini le principali iniziative realizzate sono altre e riguardano, ad esempio, la gestione digitale degli adempimenti e dei pagamenti (48%), il potenziamento della connettività (38%) e la raccolta dei rifiuti (38%). Nonostante questi disallineamenti, le città Smart sono comunque percepite dai loro abitanti come più sostenibili, inclusive, innovative ed efficienti rispetto a quelle che presentano un grado minore di “smartness”. Queste osservazioni mettono in luce la stima che i cittadini nutrono per i comuni attivi nel promuovere progetti che garantiscano benefici tangibili ai loro residenti. Infine, i cittadini pongono particolare enfasi sulla sicurezza urbana (60%) come priorità che essi darebbero ai comuni per i prossimi anni. Chiedono poi di investire nella sostenibilità, in energie rinnovabili e incentivi economici. Molti di loro, d’altronde, conoscono le CER e 6 italiani su 10 si dichiarano pronti a parteciparvi, aspettandosi vantaggi sia in termini di riduzione dell’impatto ambientale sia nel risparmio economico sulle bollette energetiche. LEGGI TUTTO

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    Al via il G7 Giustizia a Venezia. Nordio: costituiremo un Venice Justice Group

    (Teleborsa) – Il ministro della Giustizia, CarloNordio, ha dato il via al G7 sulla Giustizia di Venezia. Il ministro ha dato il benvenuto ai colleghi di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone. Il ministro ha sottolineato che si tratta di “una giornata importante perché consolida un’unità di intenti e un’unità di direzioni nella lotta contro la criminalità organizzata, contro il traffico di esseri umani, contro la diffusione di droghe particolarmente pericolose”. “La novità più importante – ha anticipato Nordio – sarà la costituzione di un Venice Justice Group, che sarà permanente per l’attuazione e la garanzia delle leggi”. Il ministro Nordio ha fatto sapere di aver già avuto colloqui bilaterali con i colleghi del Canada, dell’Ucraina, degli Stati Uniti d’America e della Gran Bretagna. “Altri proseguiranno domani (oggi, ndr)”, h aggiunto. Il ministro Nordio ha spiegato che “sarà un’occasione sicuramente estremamente fruttuosa e ancora una volta rinnovo il ringraziamento sia a tutti i nostri ospiti sia a tutti quelli che hanno collaborato per la riuscita di questa organizzazione”. “È una giornata particolarmente ricca di emozioni anche perché oggi è la giornata che commemora le vittime del terrorismo, quarant’anni fa sono stato il giudice istruttore dell’inchiesta sulle Brigate Rosse”, ha ricordato. “Ma soprattutto – ha proseguito Nordio – è una giornata importante perché consolida un’unità di intenti e un’unità di direzioni nella lotta contro la criminalità organizzata, contro il traffico di esseri umani, contro la diffusione di droghe particolarmente pericolose come il fentanyl e anche per quanto riguarda l’interesse che abbiamo sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale”. LEGGI TUTTO

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    Stretto di Messina chiede al MASE tre mesi in più per il Ponte

    (Teleborsa) – La Società Stretto di Messina, nell’ambito della procedura in corso di valutazione di impatto ambientale, di concerto con il contraente generale Eurolink, ha ritenuto opportuno di richiedere al Mase, una sospensione di 120 giorni dei termini per la presentazione della documentazione integrativa richiesta che, con i nuovi termini temporali, sarà consegnata entro metà settembre 2024.”La decisione – spiega l’ad, Pietro Ciucci – è motivata dalla eccezionale rilevanza dell’opera e riflette la volontà e il massimo impegno della Società nel fornire puntuali ed esaurienti risposte alle richieste di integrazioni e chiarimenti”. Si tratta di integrazioni e chiarimenti “sugli elaborati tecnici del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, presentate dalla Commissione Via e Vas del Mase. Alcuni approfondimenti prevedono indagini di campo, come ulteriori rilievi faunistici terrestri, batimetrici e subacquei, ai quali la Società intende dedicare la massima attenzione utilizzando pienamente i tempi consentiti dalla normativa”, ha spiegato ancora Ciucci.Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, si era dato, come ribadito lo scorso aprile, “l’obiettivo di arrivare all’avvio dei lavori entro l’estate 2024”. LEGGI TUTTO

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    CDP, nuove operazioni per 1,7 miliardi. Partecipa ad AuCap Fincantieri

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha approvato nuove operazioni per un valore complessivo di circa 1,7 miliardi di euro in favore di grandi, medie e piccole imprese italiane e per lo sviluppo di infrastrutture chiave per l’Italia.In particolare, il CdA ha dato il via libera alla controllata CDP Equity ad assumere un impegno di sottoscrizione nell’ambito dell’aumento di capitale proposto dalla partecipata Fincantieri in misura proporzionale alla quota detenuta, pari circa al 71,3% del capitale.Crescita delle aziende in Italia e all’esteroIl CdA ha autorizzato iniziative per accelerare i programmi di investimento in innovazione, ricerca e sostenibilità di aziende italiane attive in filiere strategiche. Inoltre, ha approvato operazioni finalizzate al rafforzamento e alla crescita dimensionale delle piccole e medie imprese, favorendone l’accesso al credito in sinergia con altri istituti finanziari e anche attraverso strumenti di finanza alternativa.Per quanto riguarda il ruolo di Istituzione Finanziaria per la Cooperazione allo Sviluppo, CDP ha deliberato nuovi interventi a favore delle imprese nei Balcani Occidentali, specialmente quelle a guida giovanile e femminile.Sostegno a infrastrutture e poli di eccellenzaIl CdA ha dato il via libera a finanziamenti per la realizzazione e l’ammodernamento di infrastrutture strategiche: in particolare, a favore del settore dell’energia, con riguardo all’aumento dell’efficienza degli impianti, all’utilizzo di fonti rinnovabili e al potenziamento delle reti idriche e di distribuzione del gas. Inoltre, sono state deliberate iniziative per ampliare l’accesso alla mobilità sostenibile e per nuove strutture all’avanguardia nel campo sanitario.Infine, il Consiglio ha approvato una Politica Generale volta a ridurre gli impatti ambientali interni di CDP, attraverso la promozione di comportamenti responsabili dei propri dipendenti e di una gestione attenta all’ambiente nelle sedi, nell’uso delle tecnologie e negli spostamenti nell’ambito dell’attività lavorativa. LEGGI TUTTO

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    Dl superbonus, Brancaccio (Ance): retroattività e continui cambiamenti normativi

    (Teleborsa) – “La retroattività c’è. Vedremo quale sarà il testo, ma siamo preoccupati perchè si procede a botte di modifiche continue. Si continuano a cambiare regole su cui i cittadini e le imprese fanno affidamento”. Lo ha affermato la presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), Federica Brancaccio, all’Askanews in merito all’emendamento del governo al dl superbonus, annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, volto ad introdurre l’obbligo di rateizzazione in dieci anni, anzichè quattro, dei crediti derivanti dal bonus. “Si è generato un equivoco dicendo che siccome la misura riguarda il 2024 la retroattività non c’è. Non è cosi’ – ha spiegato Brancaccio -. Prendiamo ad esempio i condomini che non hanno concluso i lavori nel 2023 e li stanno portando avanti con il superbonus al 70%, come prevede la legge. Ora tutti i pagamenti dell’annualità 2024 avranno la fruizione del credito a dieci anni”. Quindi, secondo la presidente dell’Ance, “si vanno a cambiare le regole su contratti in corso, firmati precedentemente”. “Se ho stipulato con la banca un contratto per l’acquisto dei crediti in quattro anni – aggiunge – cosa succede di questo contratto nel 2024? Chi paga questa differenza di costo? Il rischio è la proliferazione dei contenziosi”. “Un’altra “mazzata” potrebbe arrivare se fosse confermato lo stop alla compensazione dei crediti con i contributi previdenziali. Le imprese strutturate che hanno dipendenti fanno affidamento su questa possibilità”, conclude la presidente. LEGGI TUTTO