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    Il conto salato del climate change, ANIA: nel 2023 in Italia oltre 6 miliardi danni da catastrofi

    (Teleborsa) – “Nel 2023, l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali. In Italia si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana”. Lo ha detto la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, nel suo intervento all’assemblea annuale che si è svolta oggi a Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Un appuntamento che è stata anche l’occasione per festeggiare gli 80 anni di vita dell’associazione, facendo il punto sui principali trend di mercato, sulle prospettive e sulle prossime sfide per il settore assicurativo. “il cambiamento climatico è una sfida cruciale. Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive, che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni”, ha detto Farina. “Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive – ha aggiunto ancora -, che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni”. E i numeri dell’Ania lo dimostrano: per coprire i danni da catastrofi naturali delle aziende italiane le compagnie assicurative devono far fronte in media ogni anno a risarcimenti per 2 miliardi. Con gli eventi emergenziali come alluvioni e terremoti, per il settore assicurativo potrebbe verificarsi una perdita assicurativa di circa 15 miliardi una volta ogni 200 anni, prevede ancora l’Ania, secondo cui il patrimonio delle imprese soggette al nuovo obbligo assicurativo per i rischi da catastrofi naturali (Catnat) previsti dalla norma è stimata in circa 4.000 miliardi. Ora l’Ania auspica che “il raggio di azione della copertura” assicurativa contro le calamità naturali “sia rapidamente ampliato alla proprietà immobiliare privata, anche con l’ausilio – almeno in avvio – di incentivi di tipo fiscale”.Gli italiani si proteggono ancora poco, dal punto di vista assicurativo, contro le calamità naturali. Solo il 6% delle 35,3 milioni di unità abitative esistenti ha infatti una copertura assicurativa contro questi eventi, nonostante l’80% delle abitazioni civili sia esposto a un livello di rischio medio-alto dal punto di vista sismico e di dissesto idrogeologico. Per quanto riguarda le aziende, solo il 5% ha una copertura assicurativa, con differenze notevoli in funzione delle dimensioni di quest’ultime. Sul complesso di oltre 4,5 milioni di aziende italiane, è infatti assicurato contro le catastrofi il 4% delle imprese micro, il 19% di quelle piccole, il 72% delle medie e il 97% delle grandi.Cala ancora gap tra premi Rc auto Italia-Ue – Nel 2023, il divario fra il premio medio rc auto in Italia e quello europeo è diminuito ulteriormente, scendendo a 36 euro dagli oltre 200 euro della prima metà degli anni 2000. Questa crescita, ha proseguito Farina, è spiegabile con la dinamica inflazionistica che si è riflessa sul costo dei risarcimenti. E’ stata peraltro inferiore a quella media degli altri Paesi europei.Secondo i dati Ania le polizze per la copertura della responsabilità civile auto nella media degli anni 2008-2012 erano più costose di 213 euro rispetto alla media di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, nel 2015 il divario si era ridotto a 138 euro per poi scendere ulteriormente alla fine del 2023 a 36 euro LEGGI TUTTO

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    RFI, prosegue il progetto “La Ferrovia del Centro Italia”: nelle stazioni di Antrodoco Centro e Marmore

    (Teleborsa) – Prosegue il viaggio attraverso le 16 stazioni del progetto “La Ferrovia del Centro Italia”, di cui Rete Ferroviaria Italiana – società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS – è partner insieme all’Associazione Culturale Giovanile Riattivati. Le prossime tappe saranno le stazioni di Antrodoco Centro (sabato 6 luglio) e Marmore (sabato 20 luglio).L’iniziativa rientra nella Campagna “I Luoghi del Cuore”, lanciata nel 2003 da FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS per sensibilizzare sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. L’obiettivo, nello specifico, è valorizzare il turismo lento alla scoperta di borghi e territori in alcuni casi meno conosciuti lungo la tratta Terni-Rieti-L’Aquila – Sulmona, che copre una distanza di 163,6 chilometri. Il progetto dell’Associazione Culturale Giovanile Riattivati, realizzato in collaborazione con RFI e con il contributo di FAI, Intesa Sanpaolo e Rotary Club di Rieti, prevede l’installazione di pannelli informativi in ciascuna stazione coinvolta, con dettagli su storia, cultura e peculiarità del territorio, arricchiti da QR code interattivi. L’impegno di RFI e dell’Associazione Riattivati è rivolto non solo a valorizzare la storia e la bellezza dei territori interessati, ma anche a generare un impatto positivo sull’economia locale. Il progetto ha avuto avvio lo scorso 1 giugno, con lo svelamento dei primi pannelli nelle stazioni di Rieti e L’Aquila. Dopo Antrodoco Centro e Marmore, nei prossimi mesi gli eventi saranno replicati nelle stazioni di Pratola Peligna, Antrodoco-Borgo Velino, Raiano, Castel Sant’Angelo, Molina, Cittaducale, San Demetrio ne’ Vestini, Contigliano, Paganica e Greccio. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, accordo con Consorzio Fonteverde per credito ad aziende agricole

    (Teleborsa) – UniCredit e Consorzio Fonteverde hanno sottoscritto un nuovo accordo per facilitare l’accesso al credito e rafforzare le potenzialità di sviluppo delle aziende associate.Il Consorzio Fonteverde aggrega diverse aziende agricole che operano nel territorio delle province di Ragusa e Siracusa. I soci produttori del Consorzio gestiscono circa 900,00 ha di terreni ubicati in due province della Sicilia sud-orientale: 55% delle superfici nel ragusano, 45% nel siracusano, zone dell’isola fortemente vocate alle coltivazioni ortofrutticole. I prodotti coltivati dai soci produttori (carote, zucchine, peperoni, melone, patate, pomodori, uva, arance, etc.), vengono conferiti al Consorzio che si occupa delle fasi di selezione, confezionamento e commercializzazione con l’obiettivo di assicurare agli associati la migliore redditività.UniCredit con la terza edizione di “UniCredit per l’Italia”, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro, di cui un plafond di 1 miliardo di euro è dedicato al settore Agribusiness, si è impegnata a rinnovare la gamma di strumenti di sostegno per il settore.”L’accordo con il Consorzio Fonteverde conferma la nostra attenzione al comparto agroalimentare – ha commentato Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia di UniCredit – Abbiamo rafforzato la nostra rete commerciale con la presenza di gestori e specialisti Agribusiness dislocati in tutta la regione e ci impegniamo ad offrire soluzioni su misura per le specifiche esigenze delle imprese, contribuendo così allo sviluppo del settore”. LEGGI TUTTO

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    Immobiliare, frenata nel I trimestre 2024: circa 155mila compravendite (-7,2%)

    (Teleborsa) – Nei primi tre mesi dell’anno il mercato immobiliare residenziale a livello nazionale è calato del -7,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 154.770 compravendite. Tra le principali città metropolitane, il calo maggiore si registra a Milano (-13,2% e 5.141 transazioni), seguita da Torino (-10,2% e 3.193 transazioni) e Roma (-6,9% e 7.703 transazioni). Inoltre, se si considerano esclusivamente le nuove abitazioni vendute nelle grandi città (1.624 in totale), la quota non arriva al 7% rispetto al totale delle vendite, con un calo delle transazioni del -23% rispetto allo stesso periodo del 2023. È quanto emerge dall’analisi di Abitare Co. – società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata in nuove costruzioni – sui dati pubblicati dall’Osservatorio Mercato Immobiliare (OMI) – Agenzia delle Entrate. Tra le principali motivazioni della frenata del mercato immobiliare l’analisi rileva la mancanza di offerta di nuove case e ad alta efficienza energetica, l’incertezza sulle prospettive della propria situazione economica e il calo del potere d’acquisto, il segno negativo degli investimenti nel residenziale (-35% nel I trim. 2024) e il ritiro dal mercato di immobili ristrutturati con il Superbonus per la maggiore tassazione dovuta alle eventuali plusvalenze.Per quanto riguarda le abitazioni comprate grazie ad un mutuo “ci troviamo ai minimi storici con poco più di 56mila transazioni, pari al 40% del totale” sottolinea Abitare Co. La quota di famiglie che acquistano tramite mutuo è andata a diminuire di anno in anno in corrispondenza all’aumento del costo del denaro adottato dalla BCE per contrastare l’inflazione. Nell’epoca pre Covid, a livello nazionale, le famiglie che acquistavano casa con un mutuo rappresentavano circa il 53% del totale; questo significa che in meno di cinque anni gli acquirenti di casa che fanno ricorso al mutuo sono calati di tredici punti percentuali.”Nonostante l’ultimo trimestre dello scorso anno abbia registrato un rallentamento della curva negativa delle compravendite (-3,3% sul quarto trimestre 2022), i primi tre mesi del nuovo anno rimangono ancora saldamente in territorio negativo – dichiara Giuseppe Crupi, Ceo di Abitare Co. –. Sono vari i fattori che frenano una reale ripresa degli scambi. Il prezzo di vendita, cresciuto in questi anni con variazioni annue a due cifre nelle principali città, confrontato col potere d’acquisto delle famiglie, sta frenando la propensione all’acquisto; la difficoltà di accesso al credito di molti: non è una sorpresa constatare che neppure il 40% dei compratori oggi accende un mutuo. Manca poi l’offerta di un prodotto nuovo, ad alta efficienza energetica, che si rivolga ad una fascia di acquirenti con budget di spesa non altissimi, come i giovani che vorrebbero comprare la loro prima casa e che sono i più sensibili alle tematiche ambientali”. Nel dettaglio la mancanza di offerta di nuove case pesa in maniera particolare sull’andamento delle compravendite relativo a questo segmento. Solo Milano registra una quota superiore al dieci per cento (12,6%) con 648 compravendite. A Roma sono state vendute 670 nuove case nel primo trimestre di quest’anno che corrisponde a una quota solo dell’8,7% sul totale delle vendite. Nelle altre grandi città del Paese le vendite di nuove case non raggiungono neppure le cento unità, alla fine del trimestre. A Firenze ci sono state 92 vendite (8,1% sul totale), a Napoli solo 35 (1,9% sul totale) e addirittura a Genova le vendite di nuove case in tre mesi sono state solamente otto (lo 0,4% sul totale). L’incertezza sulle prospettive della propria situazione economica e il calo del potere d’acquisto rappresentano un fattore importante che influenza le scelte famigliari, soprattutto quelle che presuppongono un ingente impegno di capitale, come l’acquisto della casa. La propensione al risparmio, dopo aver raggiunto valori massimi nel 2020 in corrispondenza della pandemia, è gradualmente diminuita negli anni successivi per sostenere le spese familiari e per compensare la perdita del potere di acquisto causata dall’inflazione.Gli investimenti nel residenziale hanno subito un forte calo di oltre 50 punti percentuali a partire dalla fine del 2022 e per tutto il 2023, principalmente a causa dell’aumento dei tassi di interesse. I 120 milioni di euro investiti nel residenziale italiano nel primo trimestre 2024 confermano la tendenza negativa con un calo del 35% circa rispetto al primo trimestre del 2023. In una città come Milano, che polarizza circa l’80% degli investimenti, il calo tendenziale oggi è del 28%.La domanda di nuove case, non solo di fascia alta, apprezza particolarmente le tematiche relative agli investimenti legati al consumo energetico, all’impatto ambientale e ai servizi comuni dedicati alle persone. Purtroppo, l’offerta di queste abitazioni è ancora molto bassa.Una parte di domanda si è ritirata dal mercato dopo aver ristrutturato casa col Superbonus. Contando la tassazione delle plusvalenze e il trasferimento delle detrazioni, è sempre possibile vendere un immobile su cui si sono effettuati lavori di efficientamento agevolati con il Bonus 110%, ma è anche vero – sottolinea Abitare Co. – che ci sono diversi aspetti a cui prestare attenzione. Uno di questi è legato all’aumento del valore dell’immobile determinato dai lavori di efficientamento: questo aumento di valore, pur essendo positivo, porta a una maggiore tassazione al momento della vendita, soprattutto tenendo conto delle nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2024.(Foto: Gino Crescoli / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Emissioni, Salvini avverte: “no dell’Italia a qualsiasi nuova tassa”

    (Teleborsa) – In Europa l’Italia sarà “contraria” a qualsiasi intervento che preveda una nuova tassa sulle emissioni, “a meno che non vi sia una soluzione globale”. Lo detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, intervenendo all’assemblea annuale di Assarmatori a Roma. “Il voto dell’Italia sarà contrario a qualsiasi intervento che preveda una nuova tassa sulle emissioni. A meno che non ci sia una soluzione globale”, ha detto Salvini, segnalando come si “vociferi” che a Bruxelles si vorrebbe riprendere in mano la direttiva sulla tassazione dell’energia (ETD).”Non è il momento – ha detto ancora – di imporre nuove tasse a carico delle aziende italiane ed europee”. Il 2023 “è stato l’anno record mondiale storico di emissioni di CO2, nonostante gli investimenti miliardari”, ha segnalato Salvini che appunto ha sottolineato come “mentre l’Europa utilizza risorse per abbattere di poco le emissioni, la Cina e l’India si avviano verso il picco, quindi se la decarbonizzazione è un bene, nello stesso tempo si combatte “una battaglia impari e suicida” se non si trova una soluzione globale. LEGGI TUTTO

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    Usa, la Corte Suprema concede l’immunità parziale a Trump

    (Teleborsa) – La Corte Suprema americana ha concesso una parziale immunità a Donald Trump nel processo per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. L’immunità riguarda solo gli attiufficiali, cioè le azioni prese dall’ex presidente nei suoi poteri costituzionali mentre non avrà diritto a immunità per le azioni prese nella sua sfera privata. La sentenza è arrivata con una maggioranza di 6 giudici contro 3. È la prima volta dal XVIII secolo che la Corte Suprema consente agli ex presidenti di essere protetti da accuse penali. “Nessuno è al di sopra della legge, neanche il presidente degli Stati Uniti”, ha commentato il presidente Biden, sottolineando che si tratta di “un pericoloso precedente”.Il processo andrà comunque avanti ma subirà dei rallentamenti, proprio perché andranno distinti gli atti ufficiali da quelli atti privati. “Grande vittoria per la nostra Costituzione e la democrazia. Orgoglioso di essere americano!”, ha commentato Trump sul suo social media Truth.È arrivata la reazione anche delle tre magistrate “liberal” – Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Ketanji Brown Jackson – che hanno criticato la sentenza perché mette il presidente al riparo dalla legge, come un sovrano assoluto. “Il Presidente degli Stati Uniti è la persona più potente del Paese e forse del mondo. Quando utilizza i suoi poteri ufficiali sarà da ora in poi immune da ogni procedimento penale – ha scritto Sotomayor –. Ordina ai Navy Seals di assassinare un rivale politico? Immune. Organizza un colpo di stato militare per mantenere il potere? Immune. Accetta una tangente in cambio della grazia? Immune. Permettiamo che il Presidente violi la legge, permettiamo che sfrutti le possibilità del suo ufficio per guadagno personale, permettiamo che utilizzi i suoi pubblici poteri per fini malvagi. “Se sapesse che potrebbe affrontare la punizione per aver infranto la legge, non sarebbe così spavaldo e senza timore come noi vorremmo che fosse – ha aggiunto –. Questo è il il messaggio della maggioranza oggi. Anche se questi scenari da incubo non si realizzeranno mai, e prego che non si realizzeranno mai, il danno è stato fatto. Il rapporto tra il Presidente e le persone che serve è cambiato irrevocabilmente. In ogni uso del potere ufficiale, il presidente ora è un re al di sopra della legge”. LEGGI TUTTO

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    L’Ungheria al timone dell’UE con lo slogan ‘Make Europe Great Again’

    (Teleborsa) – “Make Europe great again”: è lo slogan scelto dal governo ungherese per il semestre di presidenza dell’Unione Europea. Nonostante il richiamo evidente al famoso motto di Trump, Budapest preferisce mantenere le distanze ufficiali da tale associazione. “Non credo che Trump abbia mai avuto l’intenzione di rendere grande l’Europa,” ha dichiarato l’ambasciatore ungherese presso l’Ue, Odor Balint, durante la presentazione del semestre che inizia oggi.Balint ha ricordato che già tredici anni fa, durante la loro prima presidenza dell’Ue, lo slogan era “For a strong Europe,” tentando di chiarire ai giornalisti che incalzavano con domande. “Il ‘Make Europe great again’ si riferisce a un passato in cui l’Europa, la sua industria e il suo PIL erano molto diversi rispetto a oggi,” ha spiegato.(Foto: © Paul Grecaud/123RF) LEGGI TUTTO

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    Mercato auto torna a crescere: a giugno 160.046 immatricolazioni (+15,0%)

    (Teleborsa) – A giugno il mercato dell’auto in Italia torna a crescere con un +15,0% registrando 160.046 nuove immatricolazioni rispetto alle 139.150 di giugno 2023. Il primo semestre del 2024 chiude con 886.386 immatricolazioni, una crescita del 5,3% rispetto alle 841.573 unità dello stesso periodo dello scorso anno. Grazie ai nuovi incentivi, finalmente utilizzabili, e alla disponibilità di auto in prontaconsegna, le BEV segnano una crescita fortissima, dovuta principalmente agli acquisti dei clienti privati, con 4,7 punti di quota in più rispetto al mese precedente e 3,9 su giugno 2023, giungendo così all’8,3%del mercato. Per quanto riguarda le autovetture PHEV, la quota di mercato non supera il 3,5%, un valore pressoché stabile rispetto a maggio, ma in calo di 1,9 punti sullo stesso mese 2023.”Con l’apertura della piattaforma per la prenotazione degli incentivi il 3 giugno scorso – afferma il presidente dell’UNRAE, Michele Crisci – il mercato ha avuto una buona accelerazione. Purtroppo, essendo questi terminati in sole nove ore, moltissimi acquirenti interessati non hanno potuto usufruirne. Lo stanziamento di poco più di 200 milioni del fondo per la fascia 0-20 g/Km di CO2 – continua Crisci – si è dimostrato insufficiente per coprire tutte le richieste dei clienti, una situazione che si riflette oggi sulle acquisizioni di nuovi ordini, sostanzialmente in stallo. Pertanto, ci aspettiamo che i 240 milioni di fondi residui già stanziati per gli incentivi, possano prontamente essere resi disponibili dal Governo, al fine di favorire la transizione energetica e ridurre il perdurante gap con i mercati più evoluti. È urgente che il Governo indichi quanto prima quale direzione vuole percorrere per favorire il percorso di transizione, sia per il necessario e attuale rifinanziamento del fondo, sia sulla strategia da seguire nei prossimi 2-3 anni”.Per accelerare la transizione energetica – ribadisce l’UNRAE – assume una rilevanza fondamentale la revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali, agendo sulla detraibilità dell’IVA e sulla deducibilità dei costi, da parametrare alle emissioni diCO2, oltre alla riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni, percorso realizzabile attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale.”UNRAE auspica – sottolinea Crisci – che vengano convocati al più presto i tavoli interministeriali dedicati alla fiscalità, al fine di rivedere il regime tributario delle vetture aziendali. Da tempo chiediamo che tale revisione venga inclusa quanto prima nei decretiattuativi della Delega Fiscale. Ciò è fondamentale per rilanciare la competitività delle imprese del settore automotive, nonché per valorizzare il contributo che le stesse – grazie al veloce ricambio dei veicoli aziendali – possono fornire per accelerare il rinnovo del parco circolante, contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza stradale”.L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori evidenzia un recupero in volume dei privati, che li porta al 59,5% del totale mercato, guadagnando 5,3 punti di quota (55,0% nel cumulato, +1,4 p.p.). Le autoimmatricolazioni salgono di 5,4 punti al 13,6% di share (11,1% nei 6 mesi, +2,4 p.p.). In forte ridimensionamento il noleggio a lungo termine, in calo di 6,7 punti, scendendo al 18,8% di quota di mercato (20,7% nel cumulato, -5,2 p.p.); per il calo in volume delle principali società Top, a fronte di una tenuta delle Captive. Stessa dinamica di contrazione per il noleggio a breve termine, che più che dimezza la quota in giugnoal 3,0% (-3,3 punti e al 7,7% nel cumulato, +1,5 p.p.). Le società, con un leggero segno positivo in volume, chiudono il mese di giugno al 5,1% (-0,7 p.p.) e il 1 semestre al 5,4% (-0,2 p.p.).Tra le alimentazioni, in giugno il motore a benzina, seppur in crescita in volume, cede 1,9 punti e si ferma al 26,5% di quota, 30,2% nel cumulato (+2,4 p.p.). Il diesel cede oltre 1/5 dei volumi e scende di 5,7 punti al 12,8% di share nel mese e al 14,6% nel 1° semestre (-4,8 p.p.). In crescita sostenuta il Gpl che sale in giugno al 10,1% del totale (+1,7 p.p.) e al 9,1% in gennaio- giugno (+0,2 p.p.), il metano con 77 unità non raggiunge neppure lo 0,1% del mercato nel mese, mentre mantiene tale quota nel cumulato. Le vetture ibride nel mese coprono il 38,7% di share e il 38,9% nei 6 mesi (rispettivamente +3,9 p.p. e +3,6 p.p.), con un 11,1% per le “full” hybrid e27,6% per le “mild” hybrid in giugno. Come anticipato, le auto BEV in forte crescita, grazie agli incentivi e alle auto in pronta consegna, salgono all’8,3% di share (+3,9 p.p. e al 3,9% in gennaio-giugno), le PHEV retrocedono di 1,9 punti rispetto a un anno fa, al 3,5% (3,3% nel semestre).L’analisi della segmentazione mostra in giugno un forte incremento dei volumi delle berline e dei SUV del segmento A, che salgono rispettivamente al 12,5% e al 2,9% del totale mercato. Nel segmento B cresce la quota delle berline al 22,3%, mentre flette quella dei Suv al 24,3% di share. Nel segmento delle medie (C) calano leggermente in volume sia le berline che i Suv, fermandosi rispettivamente al 4,6% e 18,5% di quota. Recuperano le berline del segmento D, al 2,5%, mentre cedono in quota i Suv al 5,9% di share. Nell’alto di gamma rimangono stabili in quota le berline allo 0,2% e i Suv all’1,5%. Infine, le station wagon rappresentano il 2,5% deltotale, gli MPV l’1,8% e le sportive lo 0,6%.Dal punto di vista delle aree geografiche nel mese il Nord Ovest torna market leader con il 29,7% di quota (+0,8 p.p., al 28,2% nel cumulato), il Nord Est cede oltre 3 punti e si ferma al 29,1% di share (33,4% in gennaio-giugno), grazie comunque al contributo del noleggio, senza il quale scenderebbe al 22,6%. Il Centro Italia sale di 1 punto a rappresentare 1/4 delle immatricolazioni del mese (al 23,6% nei 6 mesi), l’area meridionale sale al 10,9% e le Isole al 5,2% (rispettivamente 10,1% e 4,8% nel cumulato).Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni, grazie anche alla crescita di peso delle BEV, in giugno evidenziano un calo del 5,5% scendendo a 112,5 g/Km; 119,6 g/Km nel 1 semestre (-0,3%). L’analisi delle immatricolazioni di marzo per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di auto BEV e PHEV: la fascia 0-20 g/Km rappresenta il 9,0% del mercato, il 2,8% la fascia 21-60 g/Km (rispettivamente 4,5% e 2,6% nel cumulato). La fascia 61-135 g/Km rappresenta il 65,7% (67,5% nel cumulato), mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si porta al 19,1% e quella della fascia oltre i 190 g/Km all’1,8% (rispettivamente 21,5% e 2,0% nel 1 semestre).”Circa il 33% degli acquirenti interessati all’acquisto di un’auto elettrica Bev è rimasto senza incentivi – commenta Massimo Artusi, il presidente di Federauto, la federazione dei concessionari auto –. In un recente incontro al Mimit abbiamo chiesto, oltre a un rifinanziamento della fascia con più basse emissioni limitata ai cittadini, un approfondimento su quanto accaduto il 3 giugno scorso, giorno di apertura della piattaforma per l’inserimento delle prenotazioni, per comprendere un fenomeno quanto mai insolito per il mercato italiano, soprattutto alla luce delle dinamiche finora osservate. Vedremo l’impatto di questa nuova edizione degli incentivi statali nelle immatricolazioni che verranno registrate nei prossimi mesi e fino a marzo 2025 ma è chiaro che senza una condivisione della strategia di come supportare le tecnologie più pulite, anche considerando gli effetti negativi sui prezzi determinati dall’incremento aggiuntivo dei dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina, gli interrogativi che gravano pesantemente sulla transizione ecologica, rimangono insoluti. Per offrire un quadro di azione virtuoso, stimolare in modo strutturale la domanda interna e accelerare sullo svecchiamento e sulla sicurezza del parco circolante, evitare una disparità delle condizioni di mercato per effetto di incentivazioni che funzionano a singhiozzo e una perdita di competitività lungo la filiera, serve un segnale chiaro da parte del governo. Come opportunamente evidenziato nelle raccomandazioni della Commissione europea pubblicate lo scorso 19 giugno sulle politiche di bilancio specifiche per l’Italia occorre intervenire sul sistema fiscale italiano allineando la tassazione per le auto aziendali”.”Dopo la contrazione registrata a maggio (-6,6%), a giugno il mercato auto italiano riparte con un rialzo a doppia cifra sulla spinta del tanto atteso nuovo ecobonus – sottolinea Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia –. L’impatto dei nuovi incentivi sul mercato – osserva Vavassori – deriva sia dall’effetto attesa con la forte frenata, da gennaio scorso, delle immatricolazioni di auto ricaricabili, sia dalla maggiore attrattività economica e inclusività nei confronti di tutte le categorie di acquirenti delle formule di incentivazione rinnovate rispetto al passato. Ci auguriamo che l’andamento delle vendite possa mantenersi positivo anche nei prossimi mesi, così da controbilanciare la fisiologica riduzione dei volumi tipica dei mesi estivi, e che possa contribuire, soprattutto, a una crescente diffusione delle nuove tecnologie green e una più rapida sostituzione dei vecchi veicoli in circolazione. Ora che si avviano alla conclusione i lavori del Tavolo Sviluppo Automotive al Mimit, dedichiamo la massima attenzione alla definizione delle priorità di intervento sui temi dell’incremento della produzione locale, della competitività produttiva, dell’attrazione di investimenti produttivi e nuove tecnologie sul territorio e della riconversione delle competenze e sviluppo occupazionale”. LEGGI TUTTO