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    USA, scorte ingrosso marzo -0,4% m/m, vendite -1,3% m/m

    (Teleborsa) – Sono scese le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di marzo 2024, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un calo dello 0,4% a 894,7 miliardi di dollari, in linea con le attese, rispetto al +0,5% del mese precedente. Su base annua si registra un calo del 2,3%. Nello stesso periodo le vendite sono scese dell’1,3% su base mensile a 662,8 miliardi di dollari dopo il +2% registrato a febbraio. Su anno si è registrato un aumento dell’1,4%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,35 contro l’1,40 di un anno prima.(Foto: Photo by Adrian Sulyok on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Mattarella all’ONU: “Italia da sempre determinata a costruire mondo più giusto”

    (Teleborsa) – “L’aspirazione della appena nata Repubblica Italiana ad aderire all’ONU rifletteva la nostra vocazione al multilateralismo e sono lieto di poter riaffermare oggi, di fronte a voi, la determinazione dell’Italia a collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, sicuro e sostenibile”: si è aperto così l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ricordando i 70 anni di adesione dell’Italia all’organizzazione.”L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera e con orgoglio accogliamo sul nostro territorio uffici e strutture delle Nazioni Unite, da Torino a Roma, da Firenze a Trieste, a Brindisi”, ha sottolineato ancora il Capo dello Stato spiegando che “nella storia dell’umanità un’impresa come quella delle Nazioni Unite sorge per superare il gioco a “somma zero” che caratterizzava i rapporti fra le nazioni, basato sulla regola che, per vincere, occorreva che qualcun altro perdesse. L’obiettivo è divenuto vincere tutti. Insieme”.Mattarella ha anche passato in rassegna le principali crisi internazionali spiegando la linea di politica estera del governo. Lo ha fatto con una premessa tutta dedicata alla follia delle minacce nucleari che proprio in questi giorni Vladimir Putin sbandiera al mondo. “I due conflitti d’Ucraina e di Gaza hanno anche fatto riemergere – ha spiegato dal Palazzo di vetro – sinistre minacce di ricorso ad armamenti nucleari. Il quadro pattizio per il controllo degli arsenali nucleari è un patrimonio comune a tutti gli Stati. Violarlo, anche con semplici minacce, significa porre a rischio i destini dei popoli. Una responsabilità – ha sottolineato – che la Comunità internazionale non può lasciare senza conseguenze”. Pieno sostegno all’Ucraina, quindi, anche se la ricerca di una soluzione pacifica è uno degli impegni prioritari dell’Italia: ma “non qualsiasi soluzione o, tantomeno, una soluzione che premi l’aggressore e mortifichi l’aggredito. Non si tratta di dar vita a una composizione purchessia”. Ma c’è tanto altro nel discorso del capo dello Stato che ha trovato piena sintonia con le analisi del segretario generale Antonio Guterres LEGGI TUTTO

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    Germania, frena la produzione industriale a marzo

    (Teleborsa) – Peggiora la produzione industriale tedesca a marzo. Secondo l’Ufficio di statistica tedesco Destatis, la produzione industriale ha evidenziato un decremento mensile dello 0,4%, dopo il +1,7% di febbraio (dato rivisto da un preliminare di +2,1%). Le stime degli analisti erano per un calo più robusto dello 0,6%. Su base annua si evidenzia un calo del 3,4% che si confronta con il -5,1% del mese precedente. Il dato che esclude l’energia e le costruzioni registra un decremento dello 0,4% su base mensile. La produzione di energia è calata del 4,2%. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, presentato piano di ripartenza: cosa prevede e reazioni Sindacati

    (Teleborsa) – Il Piano di ripartenza di Acciarie d’Italia, proprietaria degli stabilimenti ex Ilva, è stato presentato oggi ai sindacati e prevede un ritorno alla stabilità finanziaria entro la fine dell’anno. È quanto si legge in una nota al termine dell’incontro.Il Piano, si legge nella nota, si articola in tre fasi: fase “cantiere”, fase a un altoforno con gestione ordinata e fase a due altoforni con gestione ordinata. I pilastri su cui si basa il progetto di rilancio sono: ripristino impianti individuati, con un intervento economico intorno ai 400 milioni di euro (80% a Taranto); gestione di un piano di produzione che parte da 1,5 milioni di tonnellate/anno e arriva dopo l’estate a 4 milioni di tonnellate/anno, con l’avvio del secondo altoforno a Taranto. Sempre a Taranto sarà attivo un treno di laminazione a caldo, mentre tutto il laminato a freddo andrà a Genova, raggiungendo dopo l’estate 450mila Ton/anno e 600mila ton/anno a Novi Ligure; organizzazione snella ed efficiente; gestione equilibrata e solidale della forza lavoro, anche attraverso un programma specifico di miglioramento delle competenze e della professionalità dei lavoratori. “Per raggiungere gli obiettivi preposti nel Piano di Ripartenza, AdI in as – si legge nella nota – auspica una forte collaborazione e partecipazione di tutte le parti coinvolte. A tal fine l’azienda ha individuato una serie di strumenti che verranno declinati dettagliatamente, con l’obiettivo di raggiungere un accordo formale con i sindacati entro metà giugno”. “Mettere in sicurezza gli impianti e mantenere attiva la produzione, avendo il sostegno dei principali clienti e fornitori, era per noi il passo preliminare. Ora è necessario coinvolgere i lavoratori, dando loro visibilità dei prossimi passi, rendendoli partecipi del Piano di Ripartenza e trasmettendo loro e alle loro famiglie sicurezza e fiducia. Sarà proprio questo l’aspetto centrale che potrà essere apprezzato dai potenziali acquirenti”, ha dichiarato Giuseppe Cavalli, Direttore Generale di Acciaierie d’Italia in AS.“Quello che abbiamo esposto oggi ai sindacati è l’esigenza di collaborare nell’interesse dell’azienda e dei lavoratori. È essenziale operare fianco a fianco, con trasparenza e senza tatticismi, per affrontare le sfide che ci troviamo di fronte. Il dialogo e la collaborazione tra sindacato e management, nel rispetto dei reciproci ruoli, sono fondamentali per trovare soluzioni condivise che possano portare beneficio a tutti”, ha aggiunto Claudio Picucci, Direttore Risorse Umane di Acciaierie d’Italia in AS.”Oggi è stato presentato il piano di ripartenza dell’ex Ilva ed è stato chiarito che non si tratta di un piano industriale. Servono più risorse per garantire produzione, manutenzione degli impianti e piena occupazione, senza pesare ulteriormente sulle lavoratrici e sui lavoratori, diretti e dell’indotto”, dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil. “Sono stati illustrati gli interventi di manutenzione straordinaria che saranno realizzati, sito per sito, da qui a fine anno. Mentre dopo l’estate si prevede la messa in funzione dell’altoforno 2. Nonostante questo il 2024 sarà l’anno della minore produzione di acciaio – aggiunge -. La discussione non è entrata nel merito di cosa succederà nel 2025, né dei possibili acquirenti e non si è parlato neanche delle ulteriori risorse per la decarbonizzazione. Questo è un punto che il Governo dovrà chiarire”. “C’è stata condivisione sul tema della salute e della sicurezza negli stabilimenti e nell’indotto e questa dovrà essere la priorità con la messa in funzione degli impianti. Nelle prossime settimane ci saranno incontri stabilimento per stabilimento per la verifica e la discussione sugli interventi prioritari, poi un ulteriore incontro prima della discussione sulla cassa integrazione al Ministero del Lavoro – conclude -. C’è un cambio di rotta sul piano delle relazioni sindacali, ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti”.”Oggi è stato presentato il piano di ripartenza dell’ex Ilva ed è stato chiarito che non si tratta di un piano industriale. Servono più risorse per garantire produzione, manutenzione degli impianti e piena occupazione, senza pesare ulteriormente sulle lavoratrici e sui lavoratori, diretti e dell’indotto”, dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil. “Sono stati illustrati gli interventi di manutenzione straordinaria che saranno realizzati, sito per sito, da qui a fine anno. Mentre dopo l’estate si prevede la messa in funzione dell’altoforno 2. Nonostante questo il 2024 sarà l’anno della minore produzione di acciaio – aggiunge -. La discussione non è entrata nel merito di cosa succederà nel 2025, né dei possibili acquirenti e non si è parlato neanche delle ulteriori risorse per la decarbonizzazione. Questo è un punto che il Governo dovrà chiarire”. “C’è stata condivisione sul tema della salute e della sicurezza negli stabilimenti e nell’indotto e questa dovrà essere la priorità con la messa in funzione degli impianti. Nelle prossime settimane ci saranno incontri stabilimento per stabilimento per la verifica e la discussione sugli interventi prioritari, poi un ulteriore incontro prima della discussione sulla cassa integrazione al Ministero del Lavoro – conclude -. C’è un cambio di rotta sul piano delle relazioni sindacali, ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti”.Il piano di ripartenza e di manutenzioni di Adi “è stato illustrato per ogni singolo impianto. Sarà poi approfondito, nelle settimane a venire, nel dettaglio con le RSU dei singoli siti. Ovviamente non tutti gli impianti potranno ripartire contemporaneamente, dato il basso tonnellaggio che potrà essere realizzato e le risorse disponibili, ma questo conferma la disastrosa condizione ereditata dopo la gestione precedente”, afferma la Fim Cisl in un comunciato diffuso a seguito dell’incontro tra l’azienda e i sindacati che si è tenuto oggi.Per il Segretario nazionale Fim Valerio D’Alò “l’incontro odierno è stato molto utile, abbiamo apprezzato l’approccio pragmatico dei responsabili aziendali e abbiamo potuto finalmente discutere in materia concreta anche di alcune nostre proposte o ricevere chiarimenti su questioni che da tempo denunciamo. Abbiamo proposto come Fim la possibilità di valutare, visto il momento positivo della domanda di acciaio, anche l’utilizzo di bramme acquistate per la produzione di lamiere (PLA) per soddisfare alcune richieste che sappiamo in arrivo, per il sito di Genova e per il tubificio, in attesa di una maggiore produzione degli AFO dello stabilimento di Taranto”.D’Alò ha precisato che nell’illustrazione del Piano “non sono stati citati tra gli impianti che riceveranno interventi manutentivi immediati, i Tubifici e il PLA (impianti produzione lamiere). Questo ci preoccupa perché, a nostro avviso sono impianti molto importanti nell’economia complessiva del Gruppo e su cui bisogna investire nel breve termine”. LEGGI TUTTO

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    Titoli di Stato, MEF: in asta il 10 maggio BTP fino a 9,2 miliardi

    (Teleborsa) – Venerdì prossimo, 10 maggio, andranno in sta complessivamente fino a 9,25 miliardi di BTP a medio e lungo termine. Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). In particolare, saranno collocati tra 1,5 e 2 miliardi di euro di BTP a 3 anni con cedola 2,95%, tra 750 milioni e 1 miliardo di BTP a 5 anni con vita residua di tre anni e cedola 1,10%, tra 4 e 4,5 miliardi di euro di BTP a 7 anni con cedola 3,45%, tra 750 milioni e 1 miliardo di BTP a 30 anni con vita residua di 16 anni e cedola del 5,00%, tra 500 e 750 milioni di BTP a 50 anni con cedola del 2,15%. Per tutte le emissioni il regolamento è previsto per il 15 maggio. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Leo: riforma epocale e strutturale

    (Teleborsa) – Una riforma fiscale “epocale” e “strutturale”: lo ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, intervenendo agli stati generali dei commercialisti sottolineando che “era attesa dagli anni ’70 e interviene su principi, tributi e procedimenti. E poi interviene su una sistematizzazione dell’ordinamento attraverso i testi unici, che stiamo elaborando, per dar vita poi al codice fiscale”.Leo ha poi ricordato che “stiamo portando ordine nel sistema sanzionatorio senza abbassare la guardia sull’evasione. Da noi le sanzioni vanno dal 120% al 240%”. Ha inoltre affermato che “abbiamo già approvato 13 decreti attuativi. Otto sono già in Gazzetta ufficiale, 5 all’esame del Parlamento”.La riforma fiscale “contrasta l’evasione” su cui “non abbasseremo assolutamente la guardia nel contrastarla, soprattutto nelle situazioni più scivolose”. ha assicurato Leo. “Pensiamo al discorso della frode, della simulazione, però tendendo una mano ai contribuenti che magari si trovano in difficoltà””Oggi abbiamo la pressione fiscale che è un esproprio”, ha ribadito Leo spiegando che “Il governo ha già fatto degli interventi importanti per le fasce medio-basse con la rivisitazione con le tre aliquote dal 2024 – ha detto – ma dobbiamo fare di più: venire incontro al ceto medio”. LEGGI TUTTO

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    Morto il banchiere Fabio Gallia, ex AD di BNL e CDP

    (Teleborsa) – È morto, a causa di un malore improvviso, Fabio Gallia, banchiere e manager italiano di lungo corso.Classe 1963, nato ad Alessandria, con una laurea in Economia e Commercio all’Università di Torino, Gallia ha iniziato la sua carriera nel 1988 in Accenture, occupandosi di servizi di consulenza strategica e organizzativa. Nel 1990 è stato assunto da Ersel Asset Management Sgr, società di gestione del risparmio italiana, appartenente al Gruppo Giubergia, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, prima di diventare Direttore Generale e Partner dal 1999 al 2002.Nel 2002 entra a far parte del Gruppo Capitalia, principale gruppo italiano bancario a tal data, come Vicedirettore Generale e Chief Financial Officer (CFO), con la responsabilità della Finanza del Gruppo e del Wealth Management. Nel 2003 è stato nominato Condirettore Generale con la responsabilità delle Politiche Commerciali del Gruppo; successivamente è stato nominato Amministratore Delegato di Fineco (sub-holding del Gruppo Capitalia) fino all’incorporazione di Fineco in Capitalia. Dal 2005 al 2007 è stato nominato Amministratore Delegato di Banca di Roma e Presidente del Management Committee del Gruppo Capitalia.Nel 2008, è stato Amministratore Delegato e Direttore Generale di BNL, gruppo BNP Paribas, e membro del Comitato Esecutivo di BNP Paribas. Dal 2009 diventa Presidente di Findomestic Banca e, dal 2012 ha diretto il gruppo BNP Paribas in Italia.Dal 2015 al luglio 2018 ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti; è stato Vice-Presidente del Fondo Strategico Italiano e consigliere del fondo infrastrutturale europeo Marguerite. È stato membro del Consiglio di amministrazione di Borsa Italiana, MTS, Coesia (Gruppo Seragnoli), Ariston Thermo (Gruppo Merloni), Manifatture Sigaro Toscano e altre società assicurative e di gestione del risparmio. È stato Direttore generale di Fincantieri dal 2020 al 2022. È stato senior advisor di Brookfield Asset Management e senior advisor di Centerview Partners. Sedeva attualmente nel board di Edison. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Fitto: con revisione importanti opportunità per imprese

    (Teleborsa) – Nell’ambito della revisione del PNRR “sono state compiute delle scelte che hanno modificato molti degli aspetti. Molti interventi previsti, soprattutto nell’ambito dei finanziamenti per gli enti pubblici, sono stati spostati fuori dal Pnrr per la semplice ragione che non erano compatibili con il piano e non sarebbero mai stati realizzati entro i tempi previsti”. Lo ha detto il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, intervenendo agli stati generali dei commercialisti. “Questa operazione di spostamento fuori dal Pnrr – ha detto – ci ha consentito di liberare delle importanti opportunità per il mondo delle imprese e, quindi, anche conseguentemente per una spesa molto più efficace”.La spesa pubblica dal 2019 al 2022 “è cresciuta di quasi 300 miliardi di euro” e “la qualità è molto discutibile”, ha detto il Ministro sottolineando che “molta di questa spesa è costituita dalla logica del bonus”, causando “dei buchi in bilancio molto evidenti”. Pertanto, secondo Fitto “ipotizzare delle misure di intervento strutturali deve fare i conti anche con questo contesto. Il Pnrr ci aiuta a comprendere anche questa complessità perché la narrazione secondo cui sono risorse arrivate gratuitamente, come un’ottima opportunità, non corrisponde proprio al vero. All’interno del Pnrr oltre 120 miliardi di euro sono a debito sulla quota europea, ai quali si raggiungono altri 30 sempre a debito della quota nazionale nazionale. Il tema della qualità della spesa di queste risorse è fondamentale per incrociare la crescita e ipotizzare un percorso di rientro positivo da questo debito”. LEGGI TUTTO