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    USA, ordini beni durevoli in aumento a maggio

    (Teleborsa) – Aumentano a sorpresa gli ordinativi di beni durevoli americani nel mese di maggio. Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census), gli ordini hanno evidenziato una crescita dello 0,1% su base mensile dopo il +0,2% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +0,7%). Le stime di consensus indicavano un calo dello 0,5%.Il dato “core”, ossia al netto degli ordinativi del settore trasporti, fa segnare un -0,1% rispetto al +0,4% del mese precedente e si confronta con il +0,2% stimato dagli analisti. Se si esclude il settore della difesa, gli ordinativi sono scesi dello 0,2%, dopo il -0,5% precedente. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione scendono a 233 mila unità

    (Teleborsa) – Scendono le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 22 giugno, i “claims” sono risultati pari a 233 mila unità, in diminuzione di 6 mila unità rispetto ai 239 mila della settimana precedente (rivisto da un preliminare di 238.000 unità) e sotto i 236 mila stimati dagli analisti. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 236.000 unità, in crescita di 3.000 unità rispetto al dato della settimana precedente. La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 15 giugno, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.839.000, in salita di 18.000 mila unità rispetto alle 1.821.000 unità della settimana precedente (dato rivisto da un preliminare di 1.828.000 mila). Gli analisti si aspettavano un valore pari a 1.820.000. LEGGI TUTTO

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    Contributo solidarietà imprese energia, Consulta: “Incostituzionale inclusione accise”

    (Teleborsa) – Anche “nella materia tributaria e persino quando, in momenti particolari, siano implicate straordinarie e preminenti esigenze della collettività”, la Corte costituzionale “è chiamata comunque ad assicurare, nella valutazione del bilanciamento operato dal legislatore, quanto meno il rispetto di una soglia essenziale di non manifesta irragionevolezza, oltre la quale lo stesso dovere tributario finirebbeper smarrire la propria giustificazione in termini di solidarietà, risolvendosi invece nella prospettiva della mera soggezione al potere statale”. È quanto ha stabilito la Corte costituzionale nella sentenza n. 111 depositata oggi, con la quale ha esaminato le questioni sollevate dalle Corti di giustizia tributaria di Milano e di Roma in riferimento al contributo straordinario di solidarietà istituitoper l’anno 2022 dall’art. 37 del decreto-legge n. 21 del 2022, dichiarando l’illegittimità del medesimo articolo ma solo nella parte in cui non esclude dalla base imponibile le accise versate allo Stato e indicate nelle fatture attive.Secondo la pronuncia “non appare arbitrario che il fortissimo aumento dei prezzi dei prodotti energetici nell’eccezionale situazione congiunturale” che si è verificata in conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina e lo specifico mercato in cui le imprese energetiche hanno operato siano stati identificati dal legislatore – al verificarsi di una serie di condizioni – come un indice rivelatore di ricchezza.La sentenza ha precisato che sarebbe stato certamente fisiologico fare riferimento ai dati dichiarati ai fini dell’imposta sui redditi delle società (IRES), dal momento che la maggiore ricchezza è facilmente riscontrabile in termini di surplus di utili conseguiti; al contrario l’aver mutuato le regole applicative di un’imposta indiretta come l’IVA non garantisce con altrettanta sicurezza il risultato di intercettare la maggiore ricchezza.Tuttavia, – rileva la Corte – erano in gioco circostanze straordinarie che hanno qualificato “in termini del tutto sui generis l’intervento normativo”. Da un lato, la situazione di crisi, che, se non fosse stata “affrontata rapidamente”, avrebbe potuto “avere gravi effetti negativi sull’inflazione, sulla liquidità degli operatori di mercato e sull’economia nel suo complesso”. D’altro, la circostanza che, in quel particolare contesto, i dati desumibili dai saldi IVA erano gli unici disponibili e, quindi, i soli che avrebbero potuto essere considerati dal legislatore per intervenire tempestivamente a finanziare, con una nuova e temporanea imposta, l’insieme di interventi urgenti, a sostegno di famigliee imprese, previsti dal d.l. n. 21 del 2022. Non vi era, pertanto, la possibilità di riferirsi ai più adeguati dati rilevanti ai fini dell’IRES, perché sarebbe stato necessario, per intercettare la maggiore forza economica dell’anno 2022 (in cui si è verificata la prima impennata dei prezzi), attendere che le imprese provvedessero a chiudere i bilanci societari: l’ammontare degli utili, pertanto, avrebbe potuto essere contabilizzato solo dopo la conclusione dell’anno di imposta in quel momento in corso, e quindi nel 2023.È solo tenendo conto del carattere del tutto particolare del contesto in cui è stato calato il temporaneo intervento impositivo che, quindi, – evidenzia la Corte – può eccezionalmente ritenersi non irragionevole lo strumento utilizzato dal legislatore, ovvero il riferimento ai dati relativi alla determinazione dell’imponibile dell’IVA, nonostante il loro oggettivo grado di approssimazione nell’intercettare la maggiore forza economica delle imprese energetiche. Resta però fermo che la straordinarietà del momento e la temporaneità dellaimposizione non possono essere ritenute una giustificazione per l’introduzione di qualsiasi forma di imposizione fiscale.Pertanto l’inclusione nella base imponibile delle accise versate allo Stato e indicate in fattura – che per alcuni soggetti “vanno ad aumentare, anche in misura considerevole, la base imponibile del contributo straordinario di solidarietà, senza che tale aumento possa in alcun modo dirsi rappresentativo di una maggiore ricchezza” –, compromette “radicalmente”, su questo aspetto, la ragionevolezzadella disposizione censurata. LEGGI TUTTO

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    Google (di nuovo) nel mirino del Fisco italiano

    (Teleborsa) – Google di nuovo sotto la lente del Fisco italiano. L’Agenzia delle Entrate contesta a Google una presunta evasione fiscale da circa un miliardo di euro. Lo riporta il quotidiano il Sole 24 Ore nell’edizione odierna aggiungendo che sulla questione indaga anche la Procura di Milano.”Sulla base delle investigazioni del Nucleo economico-finanziario della Guardia di Finanza di Milano, l’Agenzia delle Entrate contesta a Google l’esistenza di una stabile organizzazione immateriale, come quella che ha portato Netflix a pagare all’Italia nel 2022 circa 55,8 milioni di euro”, si legge nell’articolo. Già sette anni fa Google aveva pagato al fisco italiano 306,6 milioni di tasse sanando contenziosi aperti da lungo tempo. LEGGI TUTTO

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    Autonomia differenziata, Mattarella promulga la legge Calderoli

    (Teleborsa) – Il presidente della Repubblica SergioMattarella ha promulgato la legge sull’autonomia differenziata, dopo 6 giorni dalla sua approvazione definitiva da parte del Parlamento. Nessuna frenata da parte del Quirinale quindi, ipotesi che si era fatto largo nei giorni scorsi che prevedeva un esame non velocissimo da parte del Colle. Ora si dovrà attendere solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e da quel momento il provvedimento diventerà legge dello Stato. A quel punto il ministro Calderoli potrebbe avviare le trattative con il Veneto e le altre Regioni interessate a farne ricorso, ma permetterà anche a chi vuole promuovere un referendum di attivarsi.”Se il 19 giugno è passato alla storia per essere la data dell’approvazione dell’Autonomia, il 26 giugno è sicuramente una data storica nel quale il presidente Mattarella ha promulgato la legge dell’Autonomia”, ha commentato la notizia il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Adesso attenderemo la pubblicazione in gazzetta ufficiale per poi chiedere di ripartire con le trattative rispetto alle materie previste dalla costituzione”, ha aggiunto. La legge Calderoli permette al ministro per gli Affari Regionali di avviare una trattativa per la devoluzione fin da subito per le 184 funzioni che non richiedono la definizione dei Lep (tra queste c’è anche il tema delle professioni). Per i Livelli essenziali di prestazione invece bisognerà attendere i decreti legislativi, per i quali il governo ha 24 mesi di tempi. Solo una volta che verranno definiti il ministro per gli Affari regionali potrà aprire la trattativa per devolvere le restanti 320 funzioni. La firma di Mattarella sulla legge permette però anche agli oppositori di attivarsi per il referendum per abrogarla. In questo caso le opzioni sono due: c’è la via popolare, con la raccolta di 500mila firme, e quella “regionale” con una richiesta firmata da cinque presidenti di Regione. In questo ultimo caso lo sguardo resta puntato sui movimenti delle cinque Regioni governate dal centrosinistra: Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Campania e Puglia.Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha già dichiarato di essere pronto a intraprendere questa iniziativa ma a preoccupare maggiormente è lo status del presidente dell’Emilia Romagna: Stefano Bonaccini è stato infatti eletto al Parlamento europeo è avendo scelto di andare a Strasburgo dovrà firmare le sue dimissioni, attese per l’11 o il 12 luglio. Una volta abbandonato l’incarico però il Consiglio Regionale dovrà limitarsi agli affari correnti e non potrà firmare l’iniziativa referendaria. La rapida firma del Presidente della Repubblica potrebbe però aiutare Bonaccini a firmare l’iniziativa prima delle dimissioni Mattarella. LEGGI TUTTO

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    Intelligenza Artificiale: Ntt Data investe 4 miliardi nel programma AI Metamorphosis

    (Teleborsa) – NTT DATA annuncia un investimento globale di 4 miliardi di dollari in tre anni nel programma AI Metamorphosis. La multinazionale giapponese mira a rivoluzionare il modo di lavorare delle imprese italiane con l’AI, puntando a 1 miliardo di fatturato in Italia entro il 2028 e 1500 nuove assunzioni entro il 2025. L’obiettivo del programma AI Metamorphosis è trasformare le funzioni aziendali come HR, Finance, Legal e Marketing, migliorare la value chain interna ed esterna, e supportare i clienti nel loro percorso di trasformazione AI-driven. Entro la fine dell’anno, NTT DATA prevede di far utilizzare strumenti e piattaforme di Generative AI al 40% della propria forza lavoro, con un investimento di oltre 30.000 ore di formazione. NTT DATA integrerà i propri sistemi con la piattaforma interna proprietaria AXET, che offre una GenAI sicura e contestualizzata per migliorare le performance di sviluppatori, consulenti e altre funzioni aziendali. Ludovico Diaz, CEO di NTT DATA Italia, ha dichiarato: “Siamo pronti a guidare il cambiamento esponenziale e irreversibile che stiamo affrontando, valorizzando le competenze delle persone e adottando un approccio consulenziale innovativo. La nostra visione è quella di sfruttare l’AI non solo come tecnologia, ma come un alleato strategico per trasformare radicalmente il modo di lavorare delle imprese e migliorare la qualità della vita delle persone”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite al dettaglio salgono più delle attese a maggio

    (Teleborsa) – In aumento più delle attese a maggio 2024 le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite sono salite del 3% su base annuale, più del 2% stimato dagli analisti e del +2% di aprile (rivisto da un preliminare del +2,4%).Su base mensile le vendite sono salite dell’1,7% contro il +0,8% del mese precedente.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +6,7% su anno e un +2,3% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento del 5,6% tendenziale e del 2% su mese.(Foto: Photo by Alexander Smagin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Esposto del comitato “Invece del Ponte” alla Commission Ue: chiesta procedura d’infrazione

    (Teleborsa) – Il comitato cittadino messinese “Invece del ponte” ha presentato alla direzione generale del Mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle Pmi della Commissione europea una richiesta “per valutare l’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea a carico dell’Italia sull’appalto per la progettazione e costruzione di un ponte sullo Stretto di Messina”.”La denuncia segnala che i provvedimenti adottati nel 2023 da governo e parlamento italiani per riattivare i contratti potrebbero violare la Direttiva 2014/24/Ue che obbliga a bandire una nuova gara d’appalto se il valore del contratto cresce oltre il 50% del valore iniziale – si legge nella nota del comitato messinese contrario alla costruzione del Ponte sullo Stretto –. Rilevato che il progetto non espone i necessari elaborati di stima nè il piano economico e finanziario, viene evidenziato che il documento di aggiornamento analisi costi-benefici riferisce soltanto un costo totale dell’investimento di 13,5 miliardi di euro, di cui 10,855 miliardi per ‘Affidamento al Contraente Generale'”.Il comitato sostiene che in base al piano economico e finanziario dell’opera sottoscritto il 21 settembre 2009, il valore originario del contratto era 3.879.600.000 di euro, e l’aggiornamento prezzi contrattualmente previsto lo portava a 4.544.906.000 di euro. La maggiorazione intervenuta a marzo 2009 aveva portato il corrispettivo totale a 4.969.530.000 di euro. L’incremento di costo risultante dal progetto definitivo è dunque compreso fra il 179,8% e il 118,4% di ogni precedente valore.”Tali importi superano di molto (ben oltre il doppio) il limite di incremento posto dall’art. 72 della Direttiva 2014/24/Ue (recepita da DLgsl 50/2016 e s.m.i.) secondo cui “l’eventuale aumento di prezzo non deve eccedere il 50% del valore del contratto iniziale”. Gli uffici della Commissione – ha sottolineato il comitato – provvederanno adesso ad esaminare la denuncia secondo il diritto dell’Unione Europea”. L’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha commentato la richiesta “rassicurando” che l’Italia non rischia alcuna procedura di infrazione europea per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. “Il rispetto dell’articolo 72 della direttiva Ue appalti riguardante il limite del 50% della crescita del costo – ha dichiarato Ciucci – è espressamente richiamato dal decreto-legge 35 ‘Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’ che ha riattivato il progetto”.”Come risulterà nell’aggiornamento del Piano Economico Finanziario, in corso, le disposizioni saranno rispettate. In ogni caso la crescita del valore dell’investimento non si riferisce a maggiori opere ma al forte aumento dei costi dei materiali da costruzione registrato negli ultimi anni”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO