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    Scuole paritarie, la CGUE conferma la normativa italiana: Anief chiede un intervento normativo

    (Teleborsa) – “Per la Corte di Giustizia europea la normativa italiana sul mancato riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie non è discriminatoria: il sindacato Anief però non si arrende e chiede un intervento normativo, a tutela dei diritti di oltre 300mila insegnanti che convogliati negli istituti scolastici pubblici non si vedono conteggiati, ai fini della carriera, gli anni di lavoro svolti nelle scuole paritarie”. Lo rende noto l’Anief in una nota dopo che oggi, a Lussemburgo, la Corte di Giustizia dell’Unione europea, con la sentenza nella causa C-543/23 (Gnattai), ha ritenuto compatibile con il diritto dell’Unione la normativa italiana (art. 485 del d.lgs. 297/94) che esclude, salvo limitate eccezioni, la valutazione del servizio prestato dai docenti nelle scuole paritarie ai fini della ricostruzione della carriera nella scuola statale.La decisione, in linea con le conclusioni dell’avvocato generale J. Kokott, si pone in continuità con la pronuncia della Corte costituzionale n. 180/2021, che aveva già giudicato legittimo l’impianto normativo interno. “Resta così precluso a oltre 300mila insegnanti – sottolinea l’Anief – il riconoscimento di anni di servizio che hanno contribuito in maniera essenziale al sistema scolastico nazionale”.Il sindacato Anief, con il proprio ufficio legale, ha condotto fino a Lussemburgo una “battaglia giudiziaria fondata – si legge nella nota – sui principi di parità di trattamento e non discriminazione. Pur prendendo atto della decisione della Corte, il sindacato non intende fermarsi”.Anief annuncia che “la vertenza proseguirà in sede politica e parlamentare, chiedendo con forza la modifica della normativa interna, che continua a negare valore al servizio svolto nelle scuole paritarie: un cambiamento legislativo è oggi l’unica via per restituire dignità e giustizia ai tanti docenti che hanno contribuito per anni all’istruzione italiana senza vedersi riconosciuto il proprio lavoro”.Il giovane sindacato rappresentativo fa sapere che “continuerà dunque a sostenere gli insegnanti interessati conducendo azioni di pressione politica, campagne di sensibilizzazione e nuove iniziative legislative, affinché il Parlamento italiano ponga rimedio a una disparità che non ha più giustificazione”. LEGGI TUTTO

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    USA, ISM: il settore non manifatturiero si rafforza in agosto

    (Teleborsa) – Si rafforza ad agosto il settore terziario americano, confermando la fase di espansione dell’attività. Secondo il sondaggio condotto dall’Institute for Supply Management fra i direttori acquisti delle aziende dei servizi, l’ISM non manifatturiero si è portato a 52 punti, dai 50,1 punti del mese precedente, risultando anche superiore alle attese del mercato (50,9 punti).Va ricordato che un indice inferiore a 50 denota una fase di contrazione degli affari ed una prevalenza di pessimismo fra i direttori acquisti delle aziende.Guardando alle singole componenti, quella sull’attività aziendale sale a 55 punti da 52,6, mentre quella sugli ordini aumenta a 56 punti da 50,3. Quella dell’occupazione si porta a 46,5 punti da 46,4. Scende, invece, la componente sui prezzi a 69,2 punti da 69,9 (cnsensus 69,5).(Foto: Julien Gaud / Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Dubai Fashion Week, Le Twins debutta con la collezione SS26

    (Teleborsa) – Le Twins ha debuttato alla Dubai Fashion Week con la collezione SS26, presentata il 3 settembre 2025 nell’ambito del progetto La Moda Italiana Vol.2 in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency.”La partecipazione alla DFW – sottolinea Le Twins in una nota – rappresenta una tappa strategica nel percorso di crescita internazionale del brand che porta in passerella la propria filosofia distintiva. Il concept, voluto dalle sorelle Sara e Tania Testa, punta su durabilità e qualità, superando i tradizionali cicli stagionali per proporre ‘capi glamour, unici, ricercati e personalizzati’. Nato dalla passione imprenditoriale delle fondatrici, ha saputo costruire un’identità forte nel segmento del lusso accessibile, combinando artigianalità italiana”.La Dubai Fashion Week, organizzata dall’Arab Fashion Council (AFC) dal primo al 6 settembre, rimane il principale hub fashion dell’area MENA e punto di riferimento per i 22 Paesi della Lega Araba, rappresentando una delle piattaforme più influenti a livello globale per il settore. LEGGI TUTTO

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    USA: PMI servizi scende in agosto, peggio di attese

    (Teleborsa) – Rivisto al ribasso il PMI dei servizi negli Stati Uniti. L’indice, elaborato da S&P Global, si è portato a 54,5 punti nel mese di agosto contro una stima preliminare di 55,4, e risulta in calo rispetto ai 55,7 del mese precedente.L’indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori acquisto delle aziende attive nel settore terziario, si conferma tuttavia al di sopra la soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque con tra espansione e contrazione.Peggiora anche l’indice composito, che tiene conto della variazione del PMI manifatturiero, e si attesta a 54,6 punti, in calo dai 55,4 punti della stima preliminare e rispetto ai 55,1 punti di luglio. LEGGI TUTTO

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    USA, aumenta la produttività del settore non agricolo nel secondo trimestre

    (Teleborsa) – Nel 2° trimestre del 2025 la produttività del settore non agricolo in USA cresce del 3,3%, rispetto al +2,4% del trimestre precedente, facendo meglio delle stime degli analisti (+2,8%). Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, il costo per unità di lavoro (escluso il settore agricolo) è aumentato dell’1%, dopo il +1,6% del primo trimestre e rispetto al +1,2% del consensus. LEGGI TUTTO

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    Industria calzaturiera italiana: “Prima metà 2025 ancora in contrazione”

    (Teleborsa) – Situazione ancora complessa per il settore calzaturiero italiano nella prima metà dell’anno, ma nel secondo trimestre si osserva nei principali indicatori congiunturali un attenuarsi della flessione. Questa la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, alla vigilia del Micam, il Salone Internazionale della Calzatura che aprirà domenica prossima 7 settembre 2025 a Fiera Milano Rho.”L’analisi dei dati – spiega Giovanna Ceolini, presidente Assocalzaturifici – evidenzia nel cumulato gennaio-giugno un calo sia del fatturato (-5,6% tra gli associati partecipanti alla rilevazione trimestrale) sia della produzione industriale (-9,5% l’indice Istat, con una riduzione tendenziale del -7,5% nel periodo aprile-giugno). L’export resta positivo nelle paia (+3,2% nei primi cinque mesi) ma appare in calo in valore (-2,7%), risultando frenato dalle performance nel Far East e nell’area CSI. Tengono i mercati comunitari (+1% in valore), mentre prosegue il trend decisamente favorevole di Emirati Arabi (+26,6%) e Turchia (+13,5%). L’attività di pura commercializzazione ha favorito l’incremento dell’import (+18,2% in quantità), con una decisa crescita dei flussi dall’Estremo Oriente (+45%); oltre alla Cina, Vietnam, Indonesia, Cambogia e Birmania presentano aumenti sostenuti. Il saldo commerciale è sceso a 2 miliardi di euro di attivo (-15,8% su gennaio-maggio 2024). Sul fronte interno, i consumi delle famiglie mostrano difficoltà di ripresa (-1,9% in volume, -0,7% in spesa); le calzature sportive e le sneakers si confermano l’unico segmento con leggero dinamismo (+1,2% in spesa)”.Ritornando all’export – che storicamente “traina” l’industria calzaturiera italiana, dal momento che l’85% delle calzature prodotte nel nostro Paese è destinato ai mercati esteri – nei primi cinque mesi del 2025 – rileva il Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici – si è attestato a 4,89 miliardi di euro (-2,7%), per 84,5 milioni di paia (2,6 milioni in più dello stesso periodo 2024, pari al +3,2%), con un prezzo medio per paio sceso a 57,82 euro (-5,7%). A soffrire della congiuntura negativa innescatasi nella seconda metà del 2023, al termine del rimbalzo post-Covid, sono tutte le fasce di prodotto, inclusi il lusso e le griffe. I mercati UE (+1% in valore e +6,1% in volume nell’insieme) si son comportati meglio delle destinazioni extra-UE. Tra i partner comunitari, spicca il recupero della Germania (+12,4% in valore e +15,8% in quantità) e tiene, almeno in termini di paia (+1,3%), l’export verso la Francia, che però segna un -5,5% in valore restando comunque saldamente al primo posto tra le destinazioni. Consolidamenti di varia intensità si sono registrati, sia nelle quantità che nei valori, per diversi altri importanti mercati: Spagna, Polonia, Belgio e Austria. Con riferimento all’export extra-UE (che globalmente mostra un -6,5% in valore e un -3,2% in volume), flessioni generalizzate hanno interessato tutti i principali mercati del Far East (-23%) e diversi paesi dell’ex blocco sovietico, tra cui i due in guerra (Russia -14,4% in valore, Ucraina -3,8%) e il Kazakistan (-2,5%), che rallenta dopo l’espansione considerevole degli anni recenti. Tra le tipologie, le scarpe con tomaio in pelle presentano un trend non favorevole sia in volume (-2,7%) che in valore (-7%).”Riguardo le prospettive, – spiega Ceolini – grava l’incognita dell’impatto dei dazi americani, le cui reali conseguenze sulle vendite si potranno quantificare solo coi dati dei mesi autunnali. La tenuta evidenziata dall’export verso gli USA in aprile (+1,9% in valore) e maggio (+1,8%) va letta con cautela, perché l’incertezza e l’eventualità che potessero essere fissate tariffe ancora più gravose possono aver spinto gli operatori ad accelerare le transazioni col dazio aggiuntivo del 10%. Troppo presto, dunque, per trarre conclusioni in merito. Un provvedimento – l’istituzione dei dazi che l’accordo con la UE ha fissato al 15% baseline a partire dal 7 agosto – peraltro dichiarato illegittimo pochi giorni fa da una Corte d’appello federale americana e su cui ad ottobre sarà chiamata a giudicare la Corte Suprema, dopo il ricorso della Casa Bianca. I dazi potrebbero ripercuotersi sulle decisioni di acquisto della clientela americana e direttamente sulla marginalità delle imprese esportatrici nel caso decidessero di “assorbire” in tutto o in parte la nuova tariffa. L’importanza degli USA per le esportazioni del calzaturiero – erano il secondo mercato in valore, con quasi 1,4 miliardi di euro, a consuntivo 2024 – ha reso il tema di grande attualità negli ultimi mesi, per il rischio che potrebbe rappresentare per la tenuta delle aziende esposte su quel mercato, giustamente allarmate”.Anche le dinamiche occupazionali e demografiche delle imprese risentono dello scenario non favorevole: nel primo semestre 2025 il Centro Studi stima saldi negativi sia nel numero delle aziende (-81 calzaturifici tra industria e artigianato, pari al -2,4% su dicembre scorso) che in quello degli addetti (-1.392 occupati, -2%), scesi rispettivamente a 3.288 e 69.449. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali resta elevato: benché nel secondo trimestre il numero di ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS per le aziende della filiera pelle sia sceso del -28,1% su aprile-giugno 2024, il cumulato del primo semestre 2025 risulta in aumento del +12,8% tendenziale. A livello territoriale, tre sono le regioni – tra quelle in cui la filiera pelle è più radicata – a presentare un aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate: Toscana (+97%), Marche (+27%) ed Emilia-Romagna (+32%).Le attese per la seconda metà del 2025 restano improntate alla cautela: “l’assenza di novità di rilievo nel panorama economico internazionale e in quello geopolitico e le tensioni commerciali internazionali innescate dai dazi USA – conclude l’indagine – non permettono facili ottimismi. Oltre la metà degli imprenditori intervistati (58%) prevede di chiudere l’anno con risultati inferiori rispetto al 2024”. LEGGI TUTTO

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    UE, surplus agroalimentare tiene nonostante prezzi elevati gonfino importazioni chiave

    (Teleborsa) – Il commercio agroalimentare dell’Unione europea è rimasto stabile a maggio 2025, confermando la solidità del settore in un contesto commerciale difficile. Il surplus commerciale totale dell’UE è rimasto ampiamente positivo, nonostante i prezzi elevati abbiano gonfiato il valore di diverse importazioni chiave dell’UE, dice la Commissione europea nel suo report sul tema.EsportazioniLe esportazioni agroalimentari dell’UE hanno raggiunto i 19,9 miliardi di euro a maggio, in leggero calo (-1%) rispetto ad aprile, ma comunque dell’1% in più rispetto a maggio 2024. Tra gennaio e maggio, le esportazioni cumulative hanno raggiunto i 99,6 miliardi di euro, con un aumento di 2,3 miliardi di euro (+2%) rispetto allo scorso anno.Il Regno Unito si è confermato il mercato principale tra gennaio e maggio, rappresentando il 23% delle esportazioni (23 miliardi di euro), con un aumento di 964 milioni di euro (+4%), dovuto principalmente all’aumento dei prezzi dei prodotti a base di cacao. Anche le esportazioni verso gli Stati Uniti sono cresciute, raggiungendo i 12,7 miliardi di euro (+700 milioni di euro, +6%), sostenute da prodotti a base di cacao, liquori, prodotti lattiero-caseari e vino. La Svizzera segue con 5,7 miliardi di euro, in crescita di 555 milioni di euro (+11%), ancora una volta trainata dai prezzi del cacao. Al contrario, le esportazioni verso la Cina sono diminuite di 619 milioni di euro (-11%), in gran parte a causa di un forte calo dei volumi di cereali.I prodotti a base di cacao e caffè hanno continuato a trainare il valore delle esportazioni. Le esportazioni di caffè, tè, cacao e spezie sono cresciute di 1,6 miliardi di euro (+39%), riflettendo un raddoppio dei prezzi di pasta, burro e polvere di cacao, nonché un aumento del 30% dei prezzi del caffè. Anche le esportazioni di cioccolato e dolciumi sono aumentate notevolmente (+831 milioni di euro, +20%), mentre i prodotti lattiero-caseari sono aumentati di 574 milioni di euro (+7%) nonostante i volumi inferiori.Nel frattempo, le esportazioni di cereali sono diminuite di 1,3 miliardi di euro (-22%), a causa di un calo del 28% dei volumi, mentre le esportazioni di olive e olio d’oliva sono diminuite di 459 milioni di euro (-14%), poiché il calo dei prezzi ha compensato un aumento del 17% dei volumi.ImportazioniLe importazioni agroalimentari dell’UE hanno raggiunto i 17 miliardi di euro a maggio, in aumento del 4% rispetto al mese precedente e del 15% su base annua. Tra gennaio e maggio, le importazioni totali si sono attestate a 81,5 miliardi di euro, con un aumento di 11,5 miliardi di euro (+16%) rispetto al 2024.Il Brasile si è confermato il principale fornitore, con 7,5 miliardi di euro tra gennaio e maggio (+591 milioni di euro, +9%), principalmente a causa dell’aumento dei prezzi del caffè. Le importazioni dal Regno Unito hanno raggiunto i 6,5 miliardi di euro (+336 milioni di euro, +5%), mentre quelle dagli Stati Uniti sono salite a 5,9 miliardi di euro (+878 milioni di euro, +17%), trainate dalle maggiori importazioni di mais, frutta a guscio e alcolici.I maggiori incrementi su base annua sono stati registrati dalla Costa d’Avorio (+1,8 miliardi di euro, +68%, principalmente nel cacao), dal Canada (+933 milioni di euro, +93%, principalmente in cereali e colza), dalla Cina (+868 milioni di euro, +24%, principalmente in beni non commestibili) e dall’Australia (+790 milioni di euro, +111%, principalmente in colza, sebbene ancora al di sotto dei livelli del 2023). Al contrario, le importazioni dall’Ucraina sono diminuite di 687 milioni di euro (-12%) e quelle dalla Russia sono crollate di 480 milioni di euro (-74%).I prezzi elevati delle principali materie prime hanno continuato a spingere al rialzo i valori delle importazioni. Caffè, tè, cacao e spezie sono aumentati di 6,9 miliardi di euro (+62%), mentre frutta e noci hanno aggiunto 1,8 miliardi di euro (+18%). Le importazioni di prodotti non commestibili sono aumentate di 588 milioni di euro (+15%). Al contrario, le olive e l’olio d’oliva sono diminuiti di 378 milioni di euro (-41%), mentre lo zucchero e l’isoglucosio di 347 milioni di euro (-39%). LEGGI TUTTO

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    USA, deficit commerciale luglio cresce più del previsto

    (Teleborsa) – In aumento il deficit commerciale americano. Nel mese di luglio, la bilancia commerciale ha mostrato un disavanzo di 78,3 miliardi di dollari, in salita rispetto al passivo di 59,1 miliardi di dollari di giugno (dato rivisto da -60,2 miliardi).Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, si confronta con i -77,7 miliardi stimati dagli analisti. Le esportazioni sono cresciute a 280,5 miliardi da 277,3 miliardi, mentre le importazioni sono risultate in salita a 358,8 miliardi di dollari dai 337,5 miliardi precedenti. LEGGI TUTTO