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    Germania, Fitch: industria automobilistica contribuirà in misura minore alla crescita

    (Teleborsa) – L’economia tedesca dipende maggiormente dal settore automobilistico rispetto a qualsiasi altro paese incluso nell’indice Fitch 20, ma Fitch Ratings ritiene che il contributo del settore alla crescita economica complessiva sarà inferiore nel periodo 2025-2030 rispetto al recente passato.La produzione interna di automobili in Germania è diminuita del 13% tra il 2019 e il 2024, viene spiegato in un rapporto sul tema. Tuttavia, il valore aggiunto nel settore automobilistico (il divario tra il valore della produzione lorda e il consumo di input intermedi del settore) ha contrastato la tendenza al calo della produzione di automobili in termini unitari. Il valore aggiunto lordo (VAL) del settore automobilistico è in realtà cresciuto, con un incremento del 15% tra il 2019 e il 2022, rappresentando una quota più che equa della crescita del VAL dell’intera economia.I dati sul valore aggiunto a livello di settore sono disponibili solo con un certo ritardo, ma sembra probabile che il VAL per il settore automobilistico abbia nuovamente superato il valore aggiunto manifatturiero complessivo o la produzione unitaria del settore automobilistico nel 2023-2024. Il divario tra calo della produzione e aumento del valore aggiunto deriva dal fatto che le case automobilistiche stanno orientando la produzione verso modelli costosi, compresi i veicoli elettrici a batteria (BEV), suggerisce Fitch.Tuttavia, Fitch sostiene che lo spostamento verso i BEV significherà che la crescita del valore aggiunto sembra probabilmente essere maggiormente legata alla produzione unitaria di automobili. “Poiché la Germania importa la maggior parte delle batterie e dei componenti per batterie, ciò comporterà una quota di importazioni maggiore e un valore aggiunto interno inferiore”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    YOOX, sindacati: avviati 211 licenziamenti, oltre 20% della forza lavoro

    (Teleborsa) – Yoox Net-A-Porter Group, azienda italiana attiva nel settore delle vendite online di beni di moda e oggi parte del gruppo LuxExperience, ha avviato formalmente il 2 settembre la procedura di licenziamento collettivo. Lo fanno sapere i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs.La procedura riguarda oltre il 20% della forza lavoro complessiva: 211 lavoratori su un organico di 1.091, di cui circa 150 sul territorio bolognese e una cinquantina a Milano, oltre al trasferimento di ulteriori 40 lavoratori da Landriano a Milano.L’azienda, riferiscono i sindacati, motiva tale scelta dichiarando una riduzione dei ricavi di 191 milioni di euro nell’ultimo esercizio e perdite complessive superiori a 2 miliardi di euro negli ultimi due anni. In realtà il dato più rilevante sarebbe “rappresentato dalla riorganizzazione imposta dalla nuova proprietà LuxExperience, che prevede una riduzione e un accentramento delle funzioni attualmente svolte da YOOX a livello di gruppo”, si legge nella nota.L’azienda ha inoltre comunicato di non voler ricorrere ad ammortizzatori sociali, qualificando gli esuberi come strutturali e definitivi.Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ritengono “inaccettabile che, a pochi mesi dall’acquisizione da parte di LuxExperience, l’azienda scelga di scaricare sui lavoratori il peso di una ristrutturazione decisa esclusivamente sulla base delle strategie del nuovo gruppo”. Le tre sigle sindacali chiedono il ritiro immediato della procedura e l’apertura di un tavolo di confronto, sottolineando come l’azienda non abbia adempiuto agli obblighi di legge in materia di comunicazioni preventive sullo stato di crisi.”Riteniamo, inoltre, che un processo di delocalizzazione di tale portata debba prevedere da subito il coinvolgimento delle istituzioni competenti, tra cui il Ministero del Lavoro e le Regioni interessate – dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – non consentiremo che venga smantellata una realtà industriale storicamente radicata nei territori di Bologna e Milano, con gravissime conseguenze sociali e occupazionali”.L’azienda, fondata da Federico Marchetti, è stata quotata a Piazza Affari, prima di essere acquisita dal colosso svizzero Richemont, che l’anno scorso ha annunciato la cessione a Mytheresa, retailer online tedesco specializzato nella moda femminile di lusso, che poi ha cambiato nome in LuxExperience. LEGGI TUTTO

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    Ue-Mercosur: via libera della Commissione europea, ma l’agricoltura resta il nodo centrale

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato l’accordo commerciale tra l’Unione europea e i Paesi del Mercosur, aprendo la strada alla presentazione ai 27 Stati membri e al Parlamento europeo. Nella stessa occasione è stato autorizzato anche l’aggiornamento dell’intesa con il Messico. Bruxelles ha definito i due dossier come “passaggi fondamentali” della strategia per diversificare le relazioni commerciali globali, sottolineando una protezione “completa e globale” per i settori agricoli sensibili.Secondo le stime delle istituzioni europee, l’accordo con Mercosur potrebbe portare a un incremento del 39% delle esportazioni Ue verso i Paesi sudamericani, con il sostegno a circa 440mila posti di lavoro in tutta l’Unione. La ratifica definitiva richiederà l’approvazione del Consiglio europeo e dell’Eurocamera. L’accordo Ue-Mercosur, che coinvolge un mercato di 700 milioni di consumatori, si presenta come la più grande intesa commerciale mai conclusa dall’Unione, ma resta da sciogliere il nodo della protezione del settore primario.Palazzo Chigi ha accolto con favore l’inserimento di un pacchetto di salvaguardie aggiuntive per gli agricoltori, chiesto con forza dall’Italia. Tra le misure figurano un meccanismo di monitoraggio e intervento rapido sui prezzi, il rafforzamento dei controlli fito-sanitari e la possibilità di compensazioni per le filiere danneggiate. Roma, tuttavia, ha precisato che valuterà l’efficacia delle garanzie coinvolgendo le associazioni di categoria prima di decidere se sostenere l’accordo finale.Per il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, l’intesa con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay “non rappresenta soltanto un capitolo di politica commerciale: è una scelta strategica, politica ed economica per rafforzare il ruolo dell’Europa nel mondo”. Fitto ha ricordato che oggi le imprese europee affrontano dazi fino al 35%: l’accordo ne prevede l’eliminazione progressiva, “garantendo maggiore competitività, nuove opportunità di esportazione e una più solida sicurezza economica”. Fitto ha assicurato che l’intesa “sarà accompagnata da misure concrete”, tra cui controlli più severi nei Paesi partner, standard alimentari più rigorosi e la protezione di oltre 350 Indicazioni geografiche. “In un contesto mondiale così incerto – ha scritto – costruire relazioni globali solide è l’unica strada per garantire stabilità al mercato europeo”.Confagricoltura ha però ribadito che “ci sono ancora molte questioni aperte, soprattutto in materia di agricoltura”, segnalando criticità per comparti come carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Il presidente Massimiliano Giansanti ha insistito sulla necessità del principio di reciprocità: i produttori del Mercosur devono rispettare gli stessi parametri ambientali e sanitari europei. “Le garanzie annunciate dalla Commissione non sembrano al momento tutelare a sufficienza il nostro settore e l’eccellenza delle nostre produzioni”, ha avvertito.A rassicurare gli Stati membri più esposti è intervenuto il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, precisando che le nuove clausole di salvaguardia sugli scambi agroalimentari potranno essere invocate anche da un singolo Paese in caso di distorsioni di mercato. È previsto inoltre un monitoraggio semestrale e obblighi vincolanti di intervento per la Commissione. LEGGI TUTTO

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    USA, offerte di posti di lavoro in diminuzione a luglio

    (Teleborsa) – Cala più delle attese il numero di offerte di posti lavoro negli USA a luglio 2025. È quanto rilevato dal Report JOLTS dell’U.S. Bureau of Labor Statistics americano.A luglio, le posizioni aperte sono scese a 7,181 milioni dai 7,357 milioni di fine giugno (dato rivisto da un preliminare di 7,437). Il dato si è rivelato inferiore alle attese degli analisti, che prevedevano 7,38 milioni.A luglio, il numero di dimissioni è rimasto invariato a 3,2 milioni. Il numero di dimissioni è aumentato nei servizi professionali e alle imprese (+197.000). Le dimissioni sono diminuite nell’edilizia (-80.000) e nei trasporti, magazzinaggio e servizi pubblici (-49.000). Il numero di licenziamenti a luglio è rimasto invariato a 1,8 milioni. I licenziamenti sono diminuiti nei servizi professionali e alle imprese (-130.000), ma sono aumentati nel governo federale (+5.000).(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, ordini industria luglio -1,3% su mese

    (Teleborsa) – Calano secondo attese gli ordinativi all’industria statunitensi. Secondo il Department of Commerce del Bureau of the Census, nel mese di luglio 2025 gli ordini hanno evidenziato una discesa dell’1,3% dopo il calo del 4,8% riportata a giugno, contro il -1,3% stimato dal consensus.Al netto del settore dei trasporti, gli ordini sono saliti dello 0,6%, dopo il +0,4% di giugno, mentre al netto del settore difesa sono scesi del 2,5% (uguale al consenus e al mese precedente).(Foto: Clayton Cardinalli su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Golden Goose, ricavi semestrali salgono a 342 milioni di euro con 10 nuove aperture

    (Teleborsa) – Golden Goose, azienda italiana del lusso che lo scorso anno ha annullato la sua attesa quotazione a Piazza Affari, ha chiuso il primo semestre 2025 con ricavi netti pari a 342,1 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto al primo semestre 2024, con ricavi netti del Q2 in aumento del 14% su base annua, rispetto al +12% del Q1. I ricavi netti Direct-to-Consumer (DTC) sono stati in aumento del 19% su base annua, pari al 77% dei ricavi netti rispetto al 73% del 1H 2024, confermando la strategia di espansione DTC. La performance geografica vede: EMEA +18%, US +8%, APAC +9% su base annua.L’EBITDA rettificato è stato di 113 milioni, +3% su base annua, con un margine EBITDA del 33%, mentre la posizione di cassa si assesta a 126 milioni di euro. Il leverage netto è al 2,4x, in calo rispetto a 2,5x alla fine del Q1. La rete globale di negozi diretti (DOS) ha raggiunto 225 negozi a fine 1H 2025, con 10 nuove aperture nel semestre. Tra le novità: Hyundai Jungdong, Singapore Paragon, Manila, Ibiza, Aeroporto di Venezia e un negozio dedicato alla linea kids a Dubai.”In un contesto macroeconomico complesso, la nostra performance del primo semestre 2025 rimane resiliente riflettendo la continua risonanza globale del brand Golden Goose tra le sue community – ha commentato l’AD Silvio Campara – Abbiamo registrato una crescita a doppia cifra e ad elevata cifra singola in tutte le regioni, espandendo la nostra presenza con 10 aperture di nuovi store innovativi in luoghi strategici culturali. Questi risultati confermano la forza del brand, l’ottima strategia DTC orientata all’innovazione e la Co-Creation in continua espansione”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Trump annuncia ricorso alla corte suprema: “Se perdiamo è disastro economico”

    (Teleborsa) – Dopo la sentenza di una corte d’appello federale, che ha definito illegali i dazi globali imposti dall’amministrazione Trump sui prodotti stranieri, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che “probabilmente” oggi farà appello alla corte suprema. “È un’emergenza. Chiediamo una decisione rapida” ha detto Donald Trump durante una intervista radiofonica al “The Scott Jennings Radio Show”- Se l’amministrazione Trump perdesse il ricorso alla Corte Suprema sui dazi sarebbe un disastro economico, ha aggiunto Trump sottolineando che gli Stati Uniti verrebbero maltrattati e “derisi dagli altri paesi” se non riuscissero a mantenere le tariffe. Il presidente Usa ha, inoltre, affermato che i giudici che hanno emesso la sentenza della Corte d’appello la scorsa settimana erano “una corte molto progressista” e hanno dimostrato che “non si preoccupano del Paese e non amano il Paese”.Trump ha anche rilanciato la sua richiesta alla Fed sottolineando la necessità di “un taglio dei tassi molto serio”. “La Cina ha bisogno di noi più di quanto noi abbiamo bisogno di lei” ha detto Trump parlando dei rapporti con Cina e Russia e negando che il trattamento riservato da Xi a Putin sia una sfida agli Usa. Trump si dice “non preoccupato” dall’allineamento fra la Russia e la Cina perché – ha detto – “non userebbero mai i loro militari contro di noi. Credetemi, – ha sottolineato – sarebbe la cosa peggiore che potrebbero mai fare”. Ma il presidente Usa ha aggiunto di essere “molto deluso da Putin”. “La domanda più importante a cui rispondere – ha poi aggiunto sul suo social Truth – è se il presidente cinese Xi Jinping menzionerà o meno l’enorme quantità di sostegno e sangue che gli Stati Uniti hanno donato alla Cina per aiutarla a liberarsi da un invasore straniero molto ostile. Vi prego di porgere i miei più cordiali saluti a Vladimir Putin e Kim Jong-un mentre cospirate contro gli Stati Uniti”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, il 6,6% degli europei sono stacanovisti

    (Teleborsa) – Nel 2024 il 6,6% delle persone occupate di età compresa tra i 20 e i 64 anni nell’Ue ha lavorato a lungo, trascorrendo solitamente 49 ore o più alla settimana sul proprio posto principale di lavoro. È quanto certifica l’Eurostat segnalando che questa percentuale di lavoratori che accumulano lunghe ore al lavoro è comunque diminuita nel tempo, dal 9,8% nel 2014 e dall’8,4% nel 2019. Tra i paesi dell’Ue, la Grecia ha avuto la più alta percentuale di lavoratori stacanovisti (12,4%), seguita da Cipro (10%) e Francia (9,9%). Il Belpaese si piazza poco sopra la media con un 7,6%. Al contrario, i tassi più bassi sono stati registrati in Bulgaria (0,4%), Lettonia (1,0%) e Lituania (1,4%). La percentuale di lavoratori autonomi che hanno lavorato per più ore (27,5% del totale) è stata superiore a quella dei lavoratori dipendenti (3,4% del totale). Tra tutti i gruppi professionali, come definito dalla classificazione internazionale standard delle professioni (ISCO), le ore di lavoro più lunghe erano più comuni tra i lavoratori qualificati dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (26,2% di tutti gli occupati in quel gruppo di occupazione) e i dirigenti (21,1%). Dati che si inseriscono nel dibattito sulla settimana corta di 35, entrato sempre più nel vivo con in alcuni Paesi l’avvio di sperimentazioni nelle aziende. Dibattito che in Italia si è arenato in Parlamento con la bocciatura di una proposta di legge delle opposizioni. LEGGI TUTTO