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    ISTAT, Italia membro Commissione Statistica delle Nazioni Unite per il mandato 2025-2028

    (Teleborsa) – Dopo oltre un anno dalla presentazione della candidatura italiana nella Commissione Statistica delle Nazioni Unite l’Italia torna ad essere membro della Commissione. Lo era stata nel 2010 e poi con un altro mandato fino al 2017. Lo rende noto l’Istituto nazionale di Statistica. Il ruolo della Commissione statistica, composta da rappresentanti di 24 Paesi, – spiega l’Istat in una nota – è cresciuto negli anni quale organismo responsabile della gestione della governance delle statistiche e dei dati, e nello sviluppo e aggiornamento di standard e norme statistiche internazionali, e di sviluppo e attuazione di strumenti e metodologie per la comparabilità dei dati.In un momento particolarmente rilevante per la statistica, il ruolo di membro nel principale organo decisionale del sistema statistico globale per il triennio 2025-2028 rappresenta per Istat “l’opportunità di assicurare un contributo dell’Italia alle nuove sfide, a cominciare dall’utilizzo di nuove fonti di dati, alla misurazione del progresso della società e al processo di modernizzazione delle statistiche in linea con i principi fondamentali della statistica ufficiale su cui l’Istat può vantare un’esperienza ben riconosciuta nei vari settori tematici, una partnership nella cooperazione internazionale e un’attiva partecipazione nel contesto internazionale della statistica ufficiale”.”Essere nuovamente un membro della Commissione, garantisce all’Italia un maggior peso strategico su ambiti rilevanti, con un impatto non solo a livello nazionale ma anche europeo consentendo tra l’altro all’Italia – conclude l’Istat – di rivestire un ruolo attivo rispetto alla posizione comune del sistema statistico europeo sui diversi temi affrontati in sede di Commissione Statistica alle Nazioni Unite”. LEGGI TUTTO

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    Def, Giorgetti: “Crescita PIL sostenuta da Pnrr e taglio cuneo”

    (Teleborsa) – Priorità al rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro. E ancora, nell’immediato, “il Governo intende continuare nell’adozione di misure volte a intervenire sul profilo del deficit, migliorandolo ulteriormente anche attraverso una revisione della disciplina dei crediti d’imposta al fine di ricondurlo al di sotto del 3 per cento del PIL entro il 2026, come previsto nella Nadef. Tali azioni saranno rivolte a migliorare non solo i saldi di competenza, ma anche quelli di cassa, abbassando così il profilo del rapporto debito/PIL già nel breve periodo”. È quanto si legge nel Documento di economia e finanza trasmesso alle Camere. “Con il pieno coinvolgimento del Parlamento, il Governo effettuerà sin da ora un’attenta azione di monitoraggio dei conti pubblici, proprio in vista della stesura del futuro Piano strutturale di bilancio di medio termine” scrive il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nella premessa al DEF. Nel Documento il PIL, a legislazione vigente, è previsto crescere dell’1% nel 2024. “La crescita del PIL sarà sostenuta, in particolare, dagli investimenti connessi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e da un graduale recupero del reddito reale delle famiglie tenuto conto che l’azione di Governo per il 2024 è proseguita proprio in tale direzione – prosegue Giorgetti, nella premessa al Def –. Il sostegno ai redditi dei lavoratori, avvenuto prevalentemente, ma non solo, tramite la riduzione contributiva ha consentito anche di moderare la spinta salariale volta al recupero del potere di acquisto dopo la fiammata inflazionistica. Ciò ha innescato una spirale virtuosa che ha favorito una più rapida discesa del tasso di inflazione”. Il governo – si legge ancora nella premessa – lavora per “concordare con la Commissione europea l’estensione a sette anni dell’aggiustamento di finanza pubblica. Le riforme e gli investimenti costituiranno anche l’ossatura del futuro Piano strutturale di bilancio di medio termine. Anche al fine di concordare con la Commissione europea l’estensione a sette anni dell’aggiustamento di finanza pubblica necessario a porre il rapporto tra debito pubblico e PIL su un sentiero di continua e sostanziale riduzione, il nuovo Piano non potrà che partire dai risultati già conseguiti con il Pnrr, consolidandone gli investimenti e le riforme con particolare riferimento alla transizione ecologica e digitale. Allo stesso tempo, il Piano risponderà alle esigenze di investimento della difesa e agli imprescindibili obiettivi di miglioramento dell’equità sociale e di ripresa demografica del Paese”. Il debito pubblico dell’Italia – secondo quanto prevedono le tabelle del Def 2024 – romperà la soglia psicologica dei 3mila miliardi di euro a partire dall’anno prossimo. Dai 2.981 miliardi di euro attesi per quest’anno il passivo totale della Pa salirebbe a 3.110 miliardi nel 2025, a 3.224 miliardi nel 2026 e a 3.306 miliardi nel 2027, anno in cui inizierebbe una traiettoria discendente del rapporto debito/PIL. La pressione fiscale – si legge nella parte del Def dedicata ad “Analisi e tendenze di finanza pubblica” – si riduce nel 2024 al 42,1% (dal 42,5% del 2023) per risalire nel 2025 al 42,4% e attestarsi su un livello lievemente inferiore nel biennio finale dell’arco previsivo. Le entrate totali delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL diminuiscono, nel 2024, di un punto percentuale rispetto al 2023, attestandosi al 46,8%, e sono previste in aumento nel 2025 di 0,3% punti percentuali e in diminuzione negli anni successivi, fino a raggiungere il 46,2% nel 2027. Le entrate tributarie sono stimate in progressiva riduzione, dal 29,6% del 2023 al 28,9% del 2027. La spesa sanitaria prevista per il 2024 è pari a 138.776 milioni, con un tasso di crescita del 5,8 per cento rispetto all’anno precedente. Dalle tabelle si evince che la cifra è pari al 6,4% del PIL. Nel triennio 2025-2027 – viene specificato nella Sezione II del documento – la spesa sanitaria è prevista crescere a un tasso medio annuo del 2 per cento. Nel medesimo arco temporale il Pil nominale crescerebbe in media del 3,1%. Conseguentemente, il rapporto fra la spesa sanitaria e PIL, pari al 6,3% nel 2025 e nel 2026, si assesta al 6,2 per cento nel 2027.Oggi la presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (UPB), Lilia Cavallari, ha comunicato ai presidenti del Senato della Camera la validazione del quadro macroeconomico tendenziale del DEF 2024, che il MEF ha predisposto recependo i rilevi trasmessi dall’UPB il 28 marzo scorso su una precedente versione. “Le stime sulle principali variabili del quadro sono ricomprese in un intervallo accettabile, sebbene – rileva l’UPB – in diversi casi si collochino sull’estremo superiore delle valutazioni del panel UPB. L’intervallo è definito sulla base di un esercizio previsivo che ha coinvolto anche gli altri istituti che compongono il panel (CER, Prometeia, Ref-Ricerche, Oxford Economics, oltre allo stesso UPB)”. Nel dettaglio, la validazione delle stime tendenziali del DEF – spiega l’UPB – poggia su “previsioni del PIL (1 per cento nel 2024, 1,2 nel 2025, 1,1 nel 2026 e 0,9 nel 2027) che non eccedono gli estremi dell’intervallo di previsione del panel UPB e non si discostano eccessivamente dalle valutazioni mediane, eccetto che nel 2027; inoltre, la previsione governativa del PIL nominale, variabile direttamente rilevante per la finanza pubblica, è simile a quella dell’UPB e comunque non supera l’intervallo delle stime”. Le previsioni – spiega l’UPB nella lettera di validazione– sono validate “assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del PNRR e il graduale venire meno delle tensioni geopolitiche internazionali. L’instabilità del quadro globale è però tale per cui le prospettive potrebbero cambiare, anche velocemente e in misura non trascurabile, nel corso dell’orizzonte di previsione. I rischi, che pure appaiono bilanciati nel breve termine, sono giudicati complessivamente orientati al ribasso per i prossimi anni”.Ma all’indomani dell’invio alle Camere da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze del testo approvato dal Consiglio dei ministri, si accendono le polemiche. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, definisce quello varato dal consiglio dei ministri “un Def molto sommario, che rinvia di fatto le scelte a quando ci sarà un quadro più dettagliato sia dell’andamento dei conti pubblici che dello scenario europeo e globale”. Per Sbarra “bisogna rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale che per la nostra organizzazione è uno strumento essenziale per la difesa delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. E in quest’ottica bisogna pensare a forme ulteriori di finanziamento del welfare allo scopo di non abbassare la guardia sul sostegno alle grandi infrastrutture sociali, fra le quali la sanità, l’istruzione, il sociale e la previdenza. Il taglio dell’Irpef per i lavoratori dipendenti e i pensionati, in particolare per i redditi medi, deve essere un altro obiettivo del Governo per il 2025 – ha aggiunto segretario generale della Cisl – attivando un serio confronto sulla riforma fiscale con le parti sociali, dialogo che finora è mancato. In particolare, insistiamo sulla necessità di indirizzare le risorse che provengono dalla lotta all’evasione, dal concordato fiscale, dal taglio della spesa improduttiva, per ridurre il peso fiscale a carico della classe media che sopporta da anni la maggiore imposizione tributaria nel Paese. Per la Cisl questo rimane un obiettivo primario”. Attacca il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in Commissione Politiche UE alla Camera. “Sul il Pnrr, il governo è sempre più nel caos: da un lato nasconde al Parlamento le schede tecniche nel Def e dall’altro – sottolinea De Luca – litiga con l’Europa sull’eventuale proroga oltre il 2026. I ritardi sono acclarati e le opere ancora non realizzate. Insomma tante promesse, tanti rinvii e pochi fatti. Ciò che resta sono i tagli alla sanità, al welfare e agli enti locali. Ma su questo il governo è consapevolmente cieco”. “La verità – afferma il leader del M5s Giuseppe Conte – è che il governo ha presentato un Def ma non c’è programmazione economica, non sono in grado di programmare alcunché, non c’è una visione”.”Con il Def, al di là delle chiacchiere, il governo ha rimesso le tasse sul lavoro e l’Irpef. In conferenza stampa dicono il contrario ma sono abituati a mentire” dichiara Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. LEGGI TUTTO

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    Tavares: Stellantis in Italia per restare e rafforzarsi

    (Teleborsa) – “Siamo qui per restare e per crescere”. Lo ha detto il Ceo di Stellantis Carlos Tavares a Mirafiori sottolineando che “circolano fake news sul fatto che Stellantis lascerà l’Italia e distruggerà la Fiat: noi ci sentiamo a casa a Torino. Non esiste che lasceremo l’Italia, stiamo investendo, siamo orgogliosi dei nostri dipendenti e abbiamo una visione. E allora perché circolano le fake news? Vi prego smetterla e abbiate rispetto del nostro lavoro e dei nostri dipendenti”. Negli ultimi cinque anni Stellantis ha investito oltre 5 miliardi di euro nelle attività italiane”, ha detto il Ceo. In una nota Stellantis spiega che gli investimenti sono stati utilizzati per il lancio di nuovi modelli e per i siti produttivi e che il gruppo continuerà a investire “con l’obiettivo di costruire un modello di business sostenibile per la sua attività in Italia, con il sostegno dei suoi fornitori e delle istituzioni, come una ‘squadra italiana composta da tre giocatori'”. Nei prossimi 10 anni, Stellantis è pronta a investire oltre 50 miliardi di euro in tutto il mondo per l’elettrificazione per centrare gli obiettivi del piano Dare Forward 2030. Questi prevedono di raggiungere entro il 2030 il 100% del mix di vendite con veicoli elettrici a batteria (Bev) per il trasporto passeggeri in Europa e il 50% con autovetture e veicoli commerciali leggeri Bev negli Stati Uniti. Per centrare questi obiettivi, Stellantis punta a installare 400 GWh di capacità per la produzione di batterie, con il supporto di sei stabilimenti in Europa e Nord America. Stellantis punta alla neutralità carbonica entro il 2038, con una compensazione a una cifra percentuale delle emissioni rimanenti.Quanto al confronto con i sindacati di questa mattina a Torino, Tavares lo ha definito “sincero e rispettoso. Concordiamo sul fatto che se riusciamo a superare il dogmatismo e ci spostiamo al pragmatismo tutto è possibile”.”È certamente positivo l’investimento sulla “nuova batteria”, annunciato oggi da Tavares, che consentirà maggiore autonomia in termini di km e ridurrà il costo dell’auto in maniera significativo, ma per i volumi di Mirafiori sono insufficienti, serve molto di più per invertire il crollo del 51% delle produzioni del primo trimestre 2024. L’abbiamo detto oggi durante l’incontro con Tavares a Torino: è necessario aggiungere alla 500 bev, un modello di largo consumo e anticipare i lanci di Maserati a partire da quello della Quattroporte, solo così si incrementano i volumi. Sono questi gli aspetti, che insieme alle problematiche indotto, abbiamo posto al centro dello sciopero con manifestazione che si svolgerà venerdì 12 aprile”. È quanto dichiara il segretario generale della Fim Cisl Ferdinando Uliano dopo l’incontro di stamani tra organizzazioni sindacali e vertici di Stellantis. LEGGI TUTTO

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    Acea, Transizione Verde: le case automobilistiche chiedono sostegno e condizioni competitive

    (Teleborsa) – “Le case automobilistiche dell’Ue sono fortemente impegnate nella decarbonizzazione, investendo oltre 250 miliardi di euro nell’elettrificazione, ma non possiamo affrontare questa transizione da soli. L’Europa deve creare le condizioni per la competitività e la domanda di mercato di veicoli elettrici. Questi includono infrastrutture di ricarica e rifornimento dell’idrogeno, una fornitura sufficiente di materie prime critiche, un migliore accesso ai finanziamenti e incentivi di mercato. In altre parole, una strategia industriale olistica sarà la chiave per realizzare le ambizioni verdi dell’Europa”. Lo ha detto Luca de Meo, Amministratore Delegato del Gruppo Renault e Presidente Acea, al termine dell’incontro che gli amministratori delegati dei principali produttori e fornitori europei di veicoli hanno avuto oggi con il commissario europeo per per il clima, Wopke Hoekstra. Le case automobilistiche vogliono mantenere la produzione in Europa, mantenendo posti di lavoro e investimenti nella regione. Ma attualmente stanno affrontando una “tempesta perfetta” di feroce concorrenza globale per risorse critiche, finanziamenti, investimenti e clienti, aggravata dall’aumento dei costi di esercizio, da un panorama geopolitico in radicale cambiamento e da un mercato dei veicoli elettrici che è lungi dall’essere maturo. Date queste sfide profonde, l’Europa deve rafforzare la propria competitività e costruire un business case più solido per la transizione verde e digitale dell’industria automobilistica. Secondo il ceo di Schaeffler e presidente di Clepa Matthias Zink, “i produttori automobilistici europei guidano l’innovazione e la sostenibilità con 30 miliardi di euro di investimenti annuali in ricerca e sviluppo e 1,7 milioni di posti di lavoro diretti. Tuttavia, nel contesto di un contesto economico difficile, di un rallentamento nell’adozione dei veicoli elettrici e di una diminuzione dei profitti all’interno della catena di fornitura, il finanziamento della transizione diventa fondamentale. Il quadro normativo deve rimanere ambizioso ma flessibile per mantenere l’Europa competitiva. Ciò ci aiuterà a raggiungere i nostri obiettivi in modo più rapido ed efficiente, soddisfacendo al tempo stesso le esigenze dei consumatori”. LEGGI TUTTO

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    Settimana Verde 2024: Ambiente Mare Italia e Anas per strade e litorali puliti e sostenibili

    (Teleborsa) – “Ogni goccia conta. Un mare di piccole azioni per dare forza al Pianeta” è la nuova campagna 2024 della Settimana Verde di Ambiente Mare Italia realizzata con il contributo di Anas (Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane). Si svolgerà dal 10 al 22 aprile in coincidenza con la Festa Nazionale del Mare (11 aprile) e la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile): celebrerà la Natura e l’impegno al rispetto dell’ambiente, della biodiversità e del territorio.La Settimana Verde, patrocinata dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), dalla Commissione europea, dalla Guardia Costiera, dalla Lega Navale e dalla FIV (Federazione Italiana Vela), e quest’anno realizzata in collaborazione con Anas, avrà come testimonial il maestro Beppe Vessicchio, da sempre impegnato nella salvaguardia dell’ambiente e amico di AMI. Si tratta di una manifestazione che parte dal basso, un contenitore di iniziative locali e nazionali, tutte rivolte alla crescita di una cultura dell’impegno personale e collettivo in favore della tutela del territorio. Lo scorso anno le iniziative realizzate da Ambiente Mare Italia nell’ambito della Settimana Verde hanno raggiunto tre milioni di italiani con 65mila cittadini coinvolti con azioni sul campo. “Nel 2023 la nostra Settimana per l’ambiente ha coinvolto fattivamente centinaia di scuole e migliaia di cittadini in azioni concrete in favore del nostro Pianeta – dichiara Alessandro Botti, presidente nazionale di Ambiente Mare Italia – AMI ETS. La Settimana Verde è sempre di più una Festa nazionale dell’ambiente e la partecipazione della gente che stiamo registrando in questi giorni ne è la dimostrazione. La cospicua adesione della società civile all’edizione 2024 della Settimana Verde attesta ancora una volta il forte desiderio degli italiani di rimboccarsi le maniche e di compiere azioni concrete in favore della tutela della nostra bella Italia. Un grazie va anche a tutte le realtà associative territoriali che stanno collaborando con noi e alla FIDAPA BPW Italy che anche quest’anno celebra l’ambiente con AMI”.”Anas ha scelto di abbracciare la settimana Verde di Ambiente Mare Italia in quanto crede nell’importanza di una crescita della cultura della sostenibilità e dell’impegno civico individuale e collettivo – ha dichiarato il presidente di Anas, Edoardo Valente –. Da anni abbiamo intrapreso una serie di iniziative di efficientamento energetico, al fine di contenere i consumi e realizzare i nostri lavori nel massimo rispetto dell’ambiente. Grazie alle numerose iniziative, Anas anticiperà di 10 anni il processo di decarbonizzazione previsto dall’UE per il 2050″. L’impegno di Ambiente Mare Italia lungo le coste e i fondali mariniLa settimana verde sarà l’occasione per sensibilizzare l’impegno del singolo ed accendere i riflettori sui comportamenti erronei o illegittimi e il fenomeno dell’abbandono di plastica e rifiuti. Nel 2023 Ambiente Mare Italia ha raccolto 53 tonnellate di rifiuti nei nostri mari, lungo le coste del nostro paese e nei parchi cittadini, un dato che testimonia il grave rischio per la flora e fauna marina. Nella sola Settimana Verde 2023 AMI ha monitorato 1000 km di coste, verificando la presenza di inquinanti spiaggiati su una superficie di 240mila metri quadri, monitorato oltre 120mila mq di fondali marini, pari a 18 campi di calcio, rimosso dall’ambiente circa 250 quintali di rifiuti. In questa azione ha potuto rilevare come il 72% dei rifiuti sia composto da materiale plastico, il 10% da cartone e carta, il 6% da vetro, il 5% da materiale edilizio il 3% da alluminio, il 3% dal legno e l’1% da gomma. Anas: le iniziative sostenibiliL’impegno sempre in crescita di Anas per la sostenibilità ha puntato anche a una serie di iniziative di efficientamento energetico. Nel 2017 è stato avviato in via sperimentale il Progetto Green Light allo scopo di sostituire i corpi illuminanti obsoleti delle gallerie con nuovi apparecchi a LED di maggiore efficienza. L’operazione ha consentito un risparmio di energia elettrica pari al 40% dei consumi e la riduzione delle emissioni in atmosfera di circa 5milatonnellate di CO2 all’ anno. Il Piano Green Light 2.0 proseguirà con l’obiettivo di arrivare al 2028 con 18.500 tonnellate di CO2 in meno all’ anno. Anas utilizza energia prodotta quasi esclusivamente da impianti di fonti rinnovabili, pari a circa l’85% del consumo totale. L’Azienda ha inoltre avviato i cantieri per la realizzazione di impianti fotovoltaici per produrre energia in maniera autonoma, ubicati prevalentemente nelle regioni del Centro-Sud, per un finanziamento complessivo di circa 7,6 milioni di euro. Gli impianti saranno installati nel corso del 2024. Per favorire la circolazione di mezzi a basso impatto ambientale, Anas ha inoltre promosso un progetto che porterà all’installazione di colonnine per la ricarica veloce delle auto elettriche lungo la nostra rete autostradale: attualmente sono presenti 40 colonnine di ricarica in 12 aree di servizio. Sempre su questo tema c’è poi l’iniziativa, in fase pilota, “Anas Green Road – Boost a elettrificazione”: prevede una rete di servizi di ricarica distribuiti su siti individuati lungo le direttrici a maggiore traffico e quelle coinvolte nei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina 2026. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo: nel 2024 il fondo di beneficenza erogherà oltre 23 milioni di euro

    (Teleborsa) – Nel 2024 saranno 23,4 milioni di euro (+ 15% rispetto al 2023) le risorse che il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo, in capo alla Presidenza della Banca, potrà erogare a enti del Terzo settore. Negli ultimi cinque anni il Fondo di Beneficenza ha erogato 77,6 milioni di euro sostenendo 3.855 progetti con beneficiari persone e famiglie in difficoltà, giovani, donne, per colmare il divario educativo e digitale e fornire una risposta concreta alle crescenti disuguaglianze.”Intesa Sanpaolo è un’istituzione che non ha eguali per il suo contributo verso le comunità. Il Fondo di Beneficenza – commenta Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo – contribuisce da tempo a questo obiettivo e anche nel 2024 concentrerà le risorse, oltre 23 milioni di euro, per ridurre i divari sociali, educativi e digitali che limitano il pieno sviluppo del Paese e delle persone. Un impegno che trova fondamento degli ottimi risultati della Banca, la quale destina parte dei suoi utili alla solidarietà e alla beneficenza”.Confermate le tre tematiche prioritarie di intervento, come stabilito dalle linee guida per il biennio 2023-2024 del Fondo: supporto a donne e a minori vittime di violenza, lotta alla povertà educativa e al divario digitale, sostegno ai NEET (giovani che non studiano né lavorano) e agli ELET (giovani che abbandonano presto la scuola o le attività di formazione).Nel 2023 sono stati erogati circa 18,9 milioni di euro (+20% vs 2022) con 912 mila beneficiari diretti, in prevalenza sul territorio nazionale (90% del totale), distribuiti geograficamente: 47% al Nord, 26% al Centro, 27% al Sud e nelle Isole. Con 2.272 progetti valutati (+11% vs 2022) il Fondo di Beneficenza si conferma un punto di riferimento nell’ambito della filantropia in Italia. Tra i principali focus anche il sostegno alle persone colpite da gravi catastrofi naturali in Italia e nel mondo, tra cui il terremoto in Turchia e Siria a febbraio, l’alluvione in Emilia-Romagna a maggio e il terremoto in Marocco a settembre. In Ucraina il Fondo ha confermato, per il secondo anno, il supporto a Medici Senza Frontiere (MSF) e Soleterre Strategie di Pace con un impegno complessivo di 349mila euro volto a mitigare gli effetti del conflitto dal punto di vista sanitario e psicologico. Importante anche l’attività di contrasto alla povertà nel mondo con interventi in Paesi con un Indice di Sviluppo Umano basso o medio e in Paesi poveri o emergenti colpiti da calamità naturali.Tra le novità del biennio 2023/2024 anche il progetto di analisi dell’impatto economico dell’attività del Fondo di Beneficenza realizzato con Altis Advisory, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che si è concretizzato nell’ideazione e individuazione dell’Indice del Valore Economico Generato secondo il quale le erogazioni del Fondo generano un effetto moltiplicatore “quattro” del valore sociale ed economico dei beni e servizi resi dagli Enti del Terzo Settore (ETS).La povertà assoluta ha raggiunto il record storico in Italia: secondo gli ultimi dati Istat, oltre 2 milioni e 234mila famiglie (l’8,5% del totale) non riescono a pagare la spesa, l’affitto, le bollette e le cure mediche. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale che colpisce soprattutto i giovani, specie se con figli e con lavori precari. Nonostante l’incremento del numero degli occupati, cresce il fenomeno dei cosiddetti working poor, con il 70% degli occupati che è convinto di avere bisogno di una mensilità aggiuntiva per affrontare il costo della vita che, a causa dell’inflazione, è salito alle stelle. L’ascensore sociale che ha funzionato negli anni ’80 e ’90 è bloccato.Le liberalità erogate dal Fondo si traducono in beni e servizi offerti gratuitamente alla comunità, che generano effetti che vanno oltre i risultati diretti delle attività. Confermati i requisiti, i tempi e le modalità di presentazione delle richieste di contributo, liberalità a fondo perduto che la Banca eroga a progetti particolarmente meritevoli. I progetti vengono individuati attraverso un processo di selezione che tiene conto del loro impatto sociale e del track record dell’ente.Il Fondo organizza martedì 16 aprile alle ore 10 un webinar che sarà occasione di dialogo per approfondire queste tematiche e individuare azioni concrete che possono essere messe in atto per favorire la mobilità sociale nel nostro Paese, grazie all’azione del Terzo Settore e della società civile, con un focus su disuguaglianza, scuola e lavoro. Ne parleranno Giovanna Paladino, senior director Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, Mikhail Maslennikov, analista di Policy di Oxfam Italia, Giuseppina Rita Jose Mangione, responsabile della struttura di ricerca “Modelli organizzativi, metodologie e curricolo” di Indire e Dennis Maseri, presidente Giovani Imprenditori Confcooperative. LEGGI TUTTO

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    USA, risalgono le scorte e vendite all’ingrosso a febbraio

    (Teleborsa) – Sono risalite le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di febbraio 2024, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento dello 0,5% a 901,1 miliardi di dollari, in linea con le attese, rispetto al -0,3% del mese precedente. Su base annua si registra un calo dell’1,5%. Nello stesso periodo le vendite sono cresciute del 2,3% su base mensile a 673,7 miliardi di dollari dopo il -1,4% registrato a gennaio e contro il +0,8% atteso. Su anno si è registrato un aumento dello 0,8%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,34 contro l’1,37 di un anno prima. LEGGI TUTTO

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    Luiss leader negli Studi Politici e Internazionali: è tra le prime 20 Università al mondo

    (Teleborsa) – La Libera Università Internazionale degli Studi Sociali si conferma nella Top 20 mondiale e prima a livello nazionale per gli Studi Politici e Internazionali, fa il suo ingresso nelle migliori 50 al mondo per il Marketing e, in Italia, è sempre sul podio in tutte le discipline dell’Area Scienze Sociali e Management in cui è presente. Sono questi alcuni dei principali traguardi raggiunti dalla Luiss nell’ultima indagine QS World University Ranking by Subjects 2024. La classifica compilata dagli analisti della formazione universitaria mondiale, Quacquarelli Symonds (QS) – che considera le performance di oltre 1500 Università in 96 Paesi e territori, in 55 discipline accademiche e 5 macroaree di studio – vede, inoltre, l’Ateneo intitolato a Guido Carli mantenere stabile il proprio posizionamento ai vertici mondiali nelle discipline Business and Management e Giurisprudenza. Crescita significativa per Contabilità e Finanza, che entra nella Top 100 globale. “I risultati del QS World University Ranking by Subjects 2024 testimoniano che il nostro Ateneo è riconosciuto come un punto di riferimento dell’alta formazione internazionale. Attraverso un approccio formativo innovativo che anticipa i cambiamenti del mercato del lavoro, un corpo docente prestigioso, una comunità studentesca proveniente da oltre 100 Paesi, e consolidate collaborazioni con imprese, istituzioni pubbliche e private ed università internazionali, la Luiss continua nella missione di preparare leader per il futuro”, ha dichiarato il rettore, Andrea Prencipe.”Viviamo in un’epoca di grandi mutamenti: il settore dell’Higher Education – ha aggiunto il presidente dell’Ateneo, Luigi Gubitosi – è chiamato ad affrontare le sfide del presente guardando agli scenari futuri, focalizzando energie e risorse sugli sviluppi tecnologici, l’Intelligenza Artificiale, l’internazionalizzazione, la sostenibilità e il rapporto tra ricerca e industria. Questi risultati confermano il percorso di crescita della nostra Università”. LEGGI TUTTO