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    Open Fiber, la fibra ottica digitalizza Torrevecchia Teatina

    (Teleborsa) – Dopo le grandi città anche gli abitanti dei piccoli borghi della provincia di Chieti potranno accedere a un servizio che permetterà loro di navigare in banda ultra larga. Open Fiber ha realizzato infatti, nelle cosiddette “aree bianche”, oggetto dei tre bandi Infratel, con il contributo della Regione Abruzzo, un’infrastruttura che punta a ridurre il divario digitale. A Torrevecchia Teatina l’azienda ha realizzato una nuova rete di oltre 10 chilometri che vede al momento 617 unità immobiliari dove il servizio già disponibile per i cittadini e l’infrastruttura rimarrà di proprietà pubblica, gestita in concessione da Open Fiber per 20 anni. Nell’ambito del progetto sono state rilegato vari punti di interesse per la cittadinanza.”Grazie al supporto dell’amministrazione comunale e della Regione Abruzzo siamo felici di aver concluso i lavori a Torrevecchia” – commenta Marco Pasini, regional manager di Open Fiber Abruzzo, Molise e Lazio –. “Finalmente i cittadini hanno ha una rete in banda ultralarga all’altezza delle sfide del futuro”. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Albano (Mef): da rottamazione quater 6,8 miliardi

    (Teleborsa) – La sottosegretaria al Mef, Lucia Albano, ha dichiarato che gli incassi della rottamazione quater nel 2023 ammontano a 6,8 miliardi di euro, di cui 6,5 miliardi riferiti al pagamento delle rate in scadenza nello stesso anno (prima o unica rata e seconda) e 0,3 miliardi riferiti a scadenze successive e già versati dai contribuenti. Nel corso del question time in commissione Finanze della Camera, Albano ha sottolineato che rispetto agli importi da corrispondere per le rate in scadenza nel 2023, pari a 11,9 miliardi di euro, il tasso di decadenza complessivamente registrato si è attestato al 45,4% pari a 5,4 miliardi. Una percentuale, ha spiegato, “nettamente inferiore rispetto a quella registrata con riferimento alle precedenti procedure di agevolazione agevolata”. I tassi di decadenza sono stati infatti del 53% nella prima rottamazione, del 67% nelle seconda e del 70% nella terza.Con un emendamento al decreto Milleproroghe approvato oggi viene data una nuova chance proprio a chi è decaduto ma ha intenzione di rientrare nella procedura. I termini della rottamazione quater vengono infatti riaperti con la possibilità di pagare entro il 15 marzo 2024 le prime due rate scadute.Le prime tre edizioni della rottamazione delle cartelle e il cosiddetto saldo e stralcio hanno inciso sul magazzino fiscale per oltre 30 miliardi di euro, mentre le misure di annullamento (i cosiddetti stralci) per oltre 82 miliardi. In tutto 112 miliardi. Il magazzino fiscale ammonta, secondo gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate, a circa 1.200 miliardi di euro. LEGGI TUTTO

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    Confindustria: candidature all’esame dei saggi, slittano consultazioni

    (Teleborsa) – Le candidature alla presidenza di Confindustria sono ancora all’esame dei tre saggi dell’associazione, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi. La Commissione di designazione avrebbe bisogno di più tempo per verificare la correttezza della documentazione presentata dai candidati, in particolare le firme a sostegno. Per la successione a Carlo Bonomi si sono fatti avanti in quattro: Edoardo Garrone, Emanuele Orsini, Alberto Marenghi e Antonio Gozzi. Slittano così le consultazioni dei saggi con la base imprenditoriale di Confindustria. Salta l’incontro a Milano, nella sede di Federchimica, in programma per domani e quello di venerdì 16 a Bologna. Probabilmente un nuovo calendario verrà fissato a breve e il ‘tour’ potrà cominciare la prossima settimana. LEGGI TUTTO

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    Ivass, Analisi dell’Inflazione: il ruolo dei prezzi Rc Auto nel contesto economico del 2024

    (Teleborsa) – “Il ritardo con cui rispondono i prezzi Rc auto all’andamento generale dei prezzi suggerirebbe, con una semplice estrapolazione, un sostanziale esaurimento delle spinte inflattive nell’arco del 2024. Tuttavia, se si vanno ad analizzare le componenti dell’indice generale più prossime al mercato dell’auto, vale a dire i prezzi di ricambio e le riparazioni, si vede come entrambe queste componenti hanno una dinamica molto più lenta del paniere complessivo”. È quanto si legge nella relazione illustrata dal consigliere dell’Ivass, Riccardo Cesari, su inflazione e Rc auto al Garante per la sorveglianza dei prezzi, in occasione della prima riunione della Commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi, tenutasi questa mattina presso il Ministero dell’Industria e del Made in Italy. “In particolare, negli ultimi mesi del 2023 la loro decelerazione fatica a scendere sotto il 4% in ragione d’anno e questo fa supporre che anche il raffreddamento dei prezzi Rc auto potrebbe risultare altrettanto lento, andando a coinvolgere anche il 2025”. Per l’Ivass, inoltre, la riforma del sistema bonus/malus è un’altra esigenza resa ormai improrogabile dall’effetto (del tutto previsto) di concentrazione dei veicoli nella classe universale più bassa (classe CU 1). Come noto, il meccanismo in vigore, che vede (in prima approssimazione) il veicolo salire di 2 classi in caso di sinistro e scendere di una classe in sua assenza, implica, agli attuali livelli di frequenza dei sinistri, un inevitabile addensamento dei veicoli nella classe più bassa CU 1 per via del solo passare del tempo. Non a caso, infatti, circa il 90% dei veicoli si trova oggi in classe 1 con conseguente perdita di significatività delle classi universali di rischio e dell’intero sistema bonus/malus. Naturalmente il mercato ha ovviato a questo problema con la creazione, presso ogni compagnia, di un sistema di classi di merito interne, che tuttavia sono tra loro disomogenee, anticoncorrenziali, non portabili e non trasparenti per l’utente finale. Un’eventuale riforma non puo’ non partire dal problema di fondo di ogni sistema di bonus/malus, vale a dire la misurazione del rischio. red-Cam LEGGI TUTTO

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    Euro digitale, Cipollone (BCE): servono ancora 2 anni per avere prodotto disponibile

    (Teleborsa) – Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, ha fatto sapere che lo scorso novembre l’Eurosistema delle banche centrali e la Banca Centrale Europea hanno avviato la fase di preparazione per l’euro digitale e “potrebbero volerci ancora un paio di anni per avere un prodotto disponibile”. “Nel mio ruolo precedente alla Banca d’Italia ricevevo ogni anno una pila di lettere dai sindaci di piccoli comuni, che mi dicevano che i loro anziani dovevano fare magari 50 km per trovare un bancomat. L’euro digitale risolverebbe queste situazioni”, ha sottolineato nel corso di un’audizione al Parlamento europeo.Sulla selezione di fornitori di sistemi e infrastrutture per il futuro euro digitale la BCE intende assicurare che si tratti di “imprese europee possedute da cittadini europei”, ha assicurato Cipollone, aggiungendo che nell’ipotesi di contenziosi la BCE è pronta a puntare i piedi su questo aspetto. “Non è un argomento semplice”, ha detto in riferimento alle polemiche che negli anni scorsi avevano circondato la partecipazione di Amazon a una delle tappe della fase esplorativa sulll’euro digitale. Ora la BCE è passata alla fase preparatoria e ha approntato uno schema di gara per selezionare operatori su sistemi e infrastrutture: “in questa processo stiamo molto attenti e spieghiamo che solo compagnie europee, possedute da cittadini europei possono partecipare. Non si potrà ripetere il ‘caso Amazon’. Non sarà facile, lo sappiamo, e sono certo che saremo chiamati in causa su questo – ha dichiarato Cipollone – ma siamo pronti a difendere la nostra posizione”.Più in generale, ha spiegato, quello della preparazione dell’euro digitale “è un processo molto complesso e molto articolato. Dobbiamo in qualche modo assicurare che i nostri provider siano i migliori possibili, ci sono molti modi con cui si può fare e uno è guardare ai ‘curricula’ delle imprese”. Si tratta di una modalità piuttosto standard – ha proseguito – e passa dal fissare, ad esempio, criteri minimi di fatturato: “cerchiamo di fare il giusto bilanciamento”. E se questo può escludere alcune PMI innovative, ha spiegato l’esponente BCE, le stesse possono rientrare in gara partecipando con aggregazioni di imprese che abbiano come capofila una azienda Ue che ha i parametri necessari.Cipollone ha sottolineato che c’è il rischio che nei negozi “la tecnologia per pagare in contanti sparisca”. “Quest’anno per la prima volta il contante in circolazione calerà, di poco, nulla di allarmante, ma per la prima volta in tanti anni il contante sta declinando. C’è una tendenza e da qui a 6 anni questa è la realtà che fronteggeremo. Fronteggeremo questa trasformazione sempre di più nei prossimi anni e dobbiamo essere pronti”. “Se vivi in alcuni paesi Ue più piccoli, dove non hai il ‘lusso’ di avere alcuno schema nazionale per i pagamenti elettronici, l’unico modo che hai per pagare senza contanti è appoggiarti a una soluzione di pagamenti non europea”, tramite le reti delle carte Usa. “Tra 10 anni la quota di mercato di queste entità sui pagamenti per carta andrà dal 53% attuale al 69%. Questa è la realtà”, ha insistito Cipollone. Alla BCE “pensiamo che dobbiamo fare qualcosa su questo e l’unico modo che c’è è consentire alla gente di pagare ovunque con qualunque canale con denaro pubblico” tramite l’euro digitale. Poi “che la vogliano usare o no è una scelta loro. Noi abbiamo la responsabilità di essere pronti perché senno un giorno potremmo ritrovarci a sentirci dire che la gente non è più in grado di pagare con denaro pubblico e io non voglio trovarmi in questa situazione”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Tlc, FT: Ue vuole aprire alle fusioni per sostenere sviluppo reti

    (Teleborsa) – La Commissione europea sta per lanciare un segnale di apertura se non sollecitazione alle fusioni nel settore delle telecomunicazioni, nell’ottica di favorire le economie di scala necessarie per riammodernare le infrastrutture che stanno diventando datate. E secondo la bozza di un documento ancora in fase di elaborazione e riservato, citato dal Financial Times, Bruxelles sarebbe anche pronta a intervenire affinché tutte le parti che sfruttano queste reti paghino per il loro utilizzo, incluse le big tech statunitensi. Secondo la bozza bisogna “assicurare un quadro competitivo paritetico e diritti e obblighi equivalenti per tutte le parti”. Nel documento citato dal quotidiano finanziario viene inoltre rilevato che nelle Tlc “la frammentazione potrebbe avere un impatto sulla capacita’ degli operatori di raggiungere le economie di scala per investire sulle reti del futuro, in particolare nell’ottica dei servizi trans frontalieri”. LEGGI TUTTO

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    Export di servizi, Sace: +4,6% nel 2024, spinta del turismo nella vivace dinamica del 2023, il digitale allarga le frontiere

    (Teleborsa) – L’export italiano di servizi mantiene il piede sull’acceleratore, con il turismo che guida la dinamica. La stima di crescita dell’export italiano di servizi nel 2024 è pari a 4,6%, dopo il vivace andamento dello scorso anno che dovrebbe chiudersi con un incremento dell’11,2% a 135 miliardi di euro. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio Terziario di Manageritalia, in collaborazione con l’Ufficio Studi di SACE, che approfondisce le dinamiche in atto nell’economia mondiale che ha dimostrato una notevole capacità di resilienza di fronte alle due gravi crisi della pandemia ed energetica. Nel decennio pre-covid, a seguito della crisi finanziaria globale, la crescita del commercio mondiale di beni (+4,4%) si è dimezzata, mentre quella dei servizi (+7,1%) è più che raddoppiata, anche grazie a un forte aumento dei servizi integrati nelle catene globali del valore. In particolare, le esportazioni globali di servizi forniti digitalmente – es. servizi finanziari, informatici, amministrativi e professionali – sono cresciute a un ritmo del 7,5% medio annuo dal 2005 al 2019, arrivando nel 2022 a una quota sul commercio di servizi globali pari al 54%, erodendo la quota delle esportazioni sia di beni sia di altri servizi. Nonostante la buona dinamica degli ultimi anni, le esportazioni italiane di servizi hanno ancora del potenziale inespresso. In questo senso, sarà prioritario aumentare la competitività delle imprese italiane attraverso l’incremento degli investimenti in tecnologia e delle competenze in digitalizzazione sia di base che avanzata, di cui l’Intelligenza Artificiale è un elemento sempre più determinante. A oggi, il numero di imprese che utilizza almeno una tecnologia IA nei comparti dei servizi (e anche nella manifattura) è ancora contenuto. La capacità di formare e accrescere il capitale umano degli addetti del Terziario rimane una sfida aperta e un’opportunità da cogliere per il futuro del settore stesso. In tale ottica è quindi fondamentale puntare anche sulla formazione sia continua che specifica sul posto di lavoro, che risulta inferiore in Italia rispetto ai peer europei. Le imprese italiane potranno contare su diversi strumenti e servizi formativi a loro disposizione, tra cui la SACE Academy e il CFMT – Centro di Formazione Management del Terziario – di Manageritalia.”L’export italiano di servizi mantiene il piede sull’acceleratore e a guidare la dinamica è il turismo, tornato a essere il settore di punta delle esportazioni del settore terziario. Germania, Francia e Stati Uniti sono i primi 3 paesi di destinazione, seguiti da Svizzera e Regno Unito – ha dichiarato Alessandro Terzulli, Capo Economista della SACE –. Per allargare le frontiere di questo comparto ed essere sempre più competitive, le imprese italiane possono investire in tecnologia, soprattutto in Intelligenza Artificiale. Il potenziale dell’IA è molto vasto e le sue applicazioni sono a oggi già numerose. Sarà quindi fondamentale aumentare le competenze in digitalizzazione per cogliere queste opportunità e SACE può fare la differenza. Le imprese potranno infatti contare su diversi strumenti e servizi formativi a disposizione, tra cui la SACE Academy”.”Non ci sono più dubbi – afferma Mario Mantovani, presidente Manageritalia – sul determinante ruolo che i servizi, soprattutto ma non solo quelli più avanzati, hanno nella crescita dei settori e delle economie più avanzate. Da qui dobbiamo partire e agire con interventi, anche di politica economica, che supportino questa tendenza e rafforzino il nostro terziario, aumentando ancor più la sua sinergia con l’industria. Per aumentare la produttività dei servizi italiani dobbiamo ridurre gli oneri burocratici, adeguarci agli standard normativi internazionali, aumentare la managerialità nell’elevato numero di imprese a conduzione familiare, accrescere gli investimenti tecnologici inclusi quelli in IA, determinando così una maggiore apertura alla concorrenza in molti comparti all’interno dei vari settori”. LEGGI TUTTO

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    Ryanair, Corte d’Appello di Milano respinge accuse di Lastminute e Viaggiare

    (Teleborsa) – Ryanair ha fatto sapere di aver accolto con favore le sentenze della Corte d’Appello di Milano con le quali sono state respinte le affermazioni di Lastminute e Viaggiare secondo cui il modello di distribuzione online esclusiva di Ryanair costituisce un abuso di posizione dominante”. “La Corte – si legge in una nota della compagnia aerea – ha confermato che il modello di distribuzione in esclusiva online di Ryanair era giustificato in termini di contenimento dei costi operativi ed eliminazione dei costi legati all’intermediazione nella vendita dei biglietti. Ciò ha contribuito all’applicazione di tariffe competitive – che indubbiamente vanno a vantaggio anche dei consumatori – e alla possibilità di avere con essi un canale di comunicazione diretto per ogni eventuale necessità di informazioni e aggiornamenti sui voli. Non è stato accertato alcun danno per gli utenti”. “Questa storica sentenza della Corte – ha dichiarato Dara Brady, direttore marketing di Ryanair – ha rafforzato la determinazione di Ryanair nel perseguire giustizia per i nostri clienti e garantire che abbiano accesso alle tariffe più basse, che non subiscano sovrapprezzi da parte delle OTA e che abbiano accesso diretto per gestire le loro prenotazioni e ricevere informazioni aggiornate sui voli”. LEGGI TUTTO