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    Fitch: volumi di merci dei porti EMEA vengono ridistribuiti dopo crisi Mar Rosso

    (Teleborsa) – La riduzione delle spedizioni attraverso il Mar Rosso e le rotte alternative intorno all’Africa a seguito degli attacchi alle navi commerciali hanno portato alla ridistribuzione dei volumi dai porti dell’area colpita ai terminal negli Emirati Arabi Uniti e in Africa. Lo afferma Fitch Ratings in un report sul tema, spiegando che gli operatori più grandi e con portafogli geograficamente diversificati sono meno colpiti rispetto agli operatori regionali mono-asset, che potrebbero subire perdite di volume a causa della riduzione dei servizi provocata delle interruzioni.Le deviazioni e la diminuzione della capacità di trasporto marittimo tra l’Europa e l’Estremo Oriente stanno portando a perdite di volumi per i porti sulla costa del Mar Rosso e vicino al Canale di Suez, e creando congestioni nei terminal lungo le rotte alternative. Particolarmente colpiti sono i volumi di trasbordo degli operatori portuali in Egitto, Arabia Saudita e Turchia, mentre le spedizioni origin and destination (O&D) sono più stabili.”L’entità delle interruzioni delle spedizioni è inferiore e più localizzata rispetto a quella osservata durante la pandemia, quando le congestioni portuali erano diffuse a livello globale, mentre la domanda di merci era molto elevata – si legge nel rapporto – Riteniamo che le interruzioni saranno temporanee, poiché l’importanza della rotta commerciale del Mar Rosso è riconosciuta a livello globale e una coalizione guidata dagli Stati Uniti sta cercando di stabilire un transito sicuro per le navi commerciali nell’area. Tuttavia, un periodo di interruzioni prolungate, che non è il nostro caso di base, potrebbe portare a maggiori pressioni sulla catena di approvvigionamento e a conseguenze operative più gravi. Ciò potrebbe richiedere aggiustamenti da parte degli operatori portuali, compresi cambiamenti nelle spese in conto capitale, a seconda della posizione”.(Foto: CHUTTERSNAP on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Inflazione, Lane: non deve stare nè sopra nè sotto target

    (Teleborsa) – Alla BCE pochi anni fa è stata decisa una revisione alla strategia con cui è stato ridefinito l’obiettivo di inflazione al “2% simmetrico” e “guardiamo con la stessa attenzione al rischio che finisca sotto” questa soglia, come a quello (attuale) che stia sopra. Lo ha affermato il capo economista della Banca Centrale Europea, Philip Lane intervenendo all’Istituto Einaudi per l’economia e la finanza a Roma, rispondendo a una domanda sul recente parere del capo economista del FMI, secondo cui la Bce dovrebbe focalizzarsi maggiormente sul rischio di danneggiare troppo l’economia. “Sì – ha aggiunto Lane – dobbiamo fare in modo” che il calo dell’inflazione al target avvenga in maniera “sostenibile”.Secondo le ultime stime formulate dai tecnici della Bce, che risalgono a metà dicembre, l’inflazione media nell’area euro “è prevista all livello obiettivo attorno al 2025 e 2026”. Posto che resta da verificare quanto della stretta monetaria già operata dalla Bce debba ancora trasmettersi all’economia reale, l’attesa dell’istituzione è che questo si completi quest’anno e che “non ci sarà un ulteriore inasprimento monetario nel 2025”.Quanto agli attacchi dei guerriglieri Houthi alle navi nel Mar Rosso “hanno causato un drastico calo del traffico marittimo nel Canale di Suez, e uno speculare aumento della rotta che doppia il Capo di Buona Speranza, hanno fatto salire i costi di trasporto, ma finora l’impatto su prezzi al consumo nell’area euro e sul petrolio è stato limitato”, ha detto Lane. LEGGI TUTTO

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    MEF, a gennaio fabbisogno di 5,5 miliardi. Salgono interessi su titoli di Stato

    (Teleborsa) – Il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha comunicato che nel mese di gennaio 2024 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 5.500 milioni di euro. Nel mese di gennaio 2023 si era chiuso con un fabbisogno di 7.086 milioni.Nel confronto con il corrispondente mese del 2023, sul saldo del fabbisogno hanno inciso l’aumento degli incassi fiscali e dei trasferimenti da parte della UE. Sul fronte dei pagamenti, il Tesoro evidenzia una maggiore spesa previdenziale legata alla rivalutazione delle pensioni e maggiori esigenze delle Amministrazioni territoriali.La spesa relativa agli interessi sui titoli di Stato è in aumento di circa 650 milioni rispetto al valore dello stesso mese dell’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    Italia, immatricolazioni auto gennaio +10,6%. Ibride elettriche dominano il mercato

    (Teleborsa) – A gennaio 2024 in Italia sono state immatricolate 141.946 autovetture, a fronte delle 128.329 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, pari ad un aumento del 10,61%. Lo comunica il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel consueto aggiornamento mensile.I trasferimenti di proprietà sono stati 459.360, a fronte di 392.248 passaggi registrati a gennaio 2023, con un aumento del 17,11%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 601.306, ha interessato per il 23,61% vetture nuove e per il 76,39% vetture usate.Considerando solo il mercato del nuovo, il modello più venduto è stata la Fiat Panda con 11.077 veicoli, seguita dalla Dacia Sandero con 6.558 e Citroen C3 con 4.541. Completano la top ten: Dodge Avenger, Lancia Ypsilon, Toyota Yaris, Volkswagen T-Roc, Peugeot 2008, Peugeot 208, Dacia Duster.L’analisi del mercato dal punto di vista dei canali di vendita – fa notare Federauto – indica un discreto andamento dei privati (+9,9%), un lieve calo delle società (-0,6%) e una buona performance del noleggio (+18,6%), con le relative quote che si attestano rispettivamente a 61,8%, 12,6% e 25,6%.Sul fronte delle alimentazioni, i dati confermano come le auto ibride elettriche (in aumento del +14,3%) dominano il mercato con una quota circa del 38%, seguite da quelle a benzina (in crescita tendenziale +26,5%) con una rappresentatività al 30,5%. Il Gpl ottiene una crescita del +17,9% (quota 11%), mentre il diesel con un calo mensile del -9% scende al 15,5% di rappresentatività. Purtroppo, sul lato delle auto elettriche e plug-in, la perdita di immatricolazioni è pesante e pari rispettivamente a -13,3% e -33,9%, con una quota complessiva inferiore al 5%. Le immatricolazioni a metano ammontano solo a poco più di 200 pezzi e non sono significative sul totale del mese.Dall’elaborazioni ANFIA emerge invece che nel primo mese dell’anno, Fiat Panda, Lancia Ypsilon e Fiat 500 ibride occupano rispettivamente la prima, terza e sesta posizione tra le autovetture mild/full hybrid. Tra le PHEV, Jeep Compass è il nono modello più venduto, mentre tra le elettriche Jeep Avenger è prima in classifica, seguita da Fiat 500, in terza posizione, e da Peugeot 208 in sesta.In riferimento al mercato per segmenti, nel mese di gennaio 2024 le autovetture utilitarie e superutilitarie rappresentano il 34,6% del mercato, con volumi in aumento dell’11,9% rispetto a quelli di gennaio 2023; le auto dei segmenti medi hanno una quota del 9,6% nel mese, con un mercato in aumento dell’11,2%; i SUV hanno una quota di mercato pari al 53,4%, in aumento del 9,4%. Nel dettaglio, i SUV piccoli rappresentano il 10,5% del mercato (+40,4% rispetto a gennaio 2023), i SUV compatti il 30,3% (+3,4%), i SUV medi l’8,4% (+3,3%), mentre le vendite di SUV grandi sono il 4,3% del totale (+7,6%). Il 26,5% dei SUV venduti nel mese di gennaio è di un brand del Gruppo Stellantis.Con l’uscita dei dati odierni, UNRAE ha confermato la stima di 1.600.000 immatricolazioni per l’intero 2024, come già indicato nel luglio scorso, pari a circa 34.000 unità in più sul 2023: una leggera crescita del 2,1%, ma un livello ancora lontano dal pre-pandemia (-16,5% vs il 2019).(Foto: @pixel7propix on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    UE, accordo provvisorio sullo strumento di emergenza per il mercato unico

    (Teleborsa) – Il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento per uno strumento di emergenza del mercato unico (SMEI), che dopo l’accordo sarà ribattezzato Market Emergency and Resilience Act (IMERA). Le due istituzioni UE hanno inoltre concordato diverse proposte legislative di accompagnamento (IMERA omnibus) per anticipare, prepararsi e rispondere all’impatto delle crisi future sfruttando la forza del mercato interno.La legge sull’emergenza e la resilienza del mercato interno (IMERA) ha lo scopo di anticipare, prepararsi e rispondere all’impatto delle crisi future, e si basa sulle lezioni apprese durante le recenti emergenze come il COVID, la guerra della Russia in Ucraina e la crisi dell’approvvigionamento energetico.L’IMERA prevede un monitoraggio continuo per possibili crisi imminenti, stabilisce una modalità di vigilanza o di emergenza da attivare ogni volta che una minaccia diventa chiara e mette in atto una governance in modo che gli Stati membri possano coordinare la loro risposta. Come ultima risorsa, l’IMERA prevede misure di emergenza come richieste di informazioni mirate agli operatori economici, richieste con priorità per prodotti rilevanti per la crisi, una procedura accelerata per immettere determinati prodotti sul mercato e deroghe alle norme specifiche per prodotto.In merito alla carenza di beni e servizi rilevanti, l’accordo provvisorio prevede misure di ultima istanza quando una crisi minaccia la fornitura di beni e servizi critici. In tali circostanze, la Commissione può richiedere alle aziende dati quali il livello delle scorte di determinati prodotti. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero essere trasparenti sulle misure che adottano per affrontare la situazione di crisi e disporre di una piattaforma di condivisione delle informazioni per essere consapevoli delle misure adottate dagli altri Stati membri.In caso di carenze gravi e persistenti legate alla crisi, la Commissione può emettere richieste prioritarie per l’acquisto di beni o servizi critici. Le aziende possono accettare queste richieste su base volontaria e saranno legalmente coperte da responsabilità nei confronti degli altri partner commerciali se non adempiono ad altri obblighi contrattuali. Questo ordine dovrà essere conforme alle regole della concorrenza e non dovrebbe pregiudicare le competenze di sicurezza o di difesa degli Stati membri.In queste circostanze eccezionali, la Commissione e le amministrazioni aggiudicatrici degli Stati membri possono avviare una procedura di appalto congiunto per acquisire beni o servizi rilevanti per la crisi o critici. Gli Stati membri possono anche avviare appalti per questo tipo di beni, in coordinamento con altri Stati membri e assicurandosi di informare la Commissione e il comitato di emergenza del mercato unico. LEGGI TUTTO

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    Inflazione italiana, UniCredit: incertezza legata a prezzi servizi e Medio Oriente

    (Teleborsa) – L’inflazione in Italia è salita allo 0,8% su base annua a gennaio 2024, dopo essere scesa per otto mesi consecutivi, mentre l’inflazione core è scesa ulteriormente. La lettura di gennaio è stata comunque caratterizzata da un grado di incertezza molto elevato legato all’ulteriore aggiustamento dei prezzi dei prodotti energetici, osservano gli economisti di UniCredit.Gli esperti si aspettano che l’inflazione scenda a circa il 2% nel 2024. Finora, il calo dei prezzi dell’energia ha esercitato una forte pressione al ribasso sull’inflazione complessiva, fornendo un grande contributo negativo. Questo freno dovrebbe persistere per gran parte dell’anno, anche se è probabile che la sua entità rimanga rilevante fino alla primavera. Nel frattempo, viene previsto un ulteriore calo dell’inflazione core verso il 2,0%. “L’inflazione core dei prezzi dei beni è su un percorso visibilmente discendente. Pertanto, l’incertezza è legata principalmente all’andamento dei prezzi dei servizi, con le aspettative sui prezzi di vendita interni che non forniscono ancora un’indicazione chiara in termini di forte disinflazione”, si legge in una nota firmata da Loredana Federico, capo economista di UniCredit per l’Italia.Inoltre, “sebbene l’impatto sia stato finora molto limitato, gli sviluppi dei prezzi dell’energia e dei tempi di consegna legati al conflitto in Medio Oriente rimarranno una fonte di incertezza nel prossimo futuro”, viene osservato. LEGGI TUTTO

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    Fitch: forte ripresa del trasporto passeggeri nell’area EMEA

    (Teleborsa) – Le società di trasporto passeggeri dell’area EMEA stanno vivendo una forte ripresa post-pandemia nella domanda di passeggeri e i profili finanziari delle società sono sulla buona strada per tornare ai livelli pre-pandemia nel 2024. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo rapporto sul tema. Gli analisti scrivono che la migliore domanda di passeggeri è supportata dalla disponibilità di driver e da servizi migliorati. Tuttavia, l’aumento delle entrate potrebbe essere parzialmente compensato dai costi di reclutamento degli autisti e dall’aumento dei salari, nonostante le varie misure di riduzione dei costi implementate dalle aziende.La struttura finanziaria è il fattore determinante più importante delle traiettorie di rating delle imprese di trasporto passeggeri dell’area EMEA, sottolinea Fitch.(Foto: László Glatz su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana -197 BCF

    (Teleborsa) – Diminuiscono gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 26 gennaio 2024 sono risultati in calo di 197 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela inferiore al consensus (-202 BCF). La settimana prima si era registrato un decremento di 326 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.659 miliardi di piedi cubici, risultando in aumento del 2,1% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.605) e in crescita del 5,1% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 2.529 BCF. LEGGI TUTTO