More stories

  • in

    Traporti, Wizz Air inaugura sei nuove rotte dall’Italia

    (Teleborsa) – Wizz Air ha inaugurato sei nuove rotte dall’Italia verso alcune delle destinazioni europee più ambite in vista dell’arrivo della stagione estiva. Il 31 marzo sono partiti i primi voli da Roma verso Amburgo e Berlino, così come da Milano a Parigi. Il giorno successivo, Wizz Air ha inaugurato i voli da Roma ad Alicante e Danzica. Infine, oggi, 2 aprile, è decollato il primo volo WIZZ che collega Milano e Tenerife.I voli tra Milano e Tenerife partiranno tre volte a settimana, mentre il collegamento Milano – Parigi sarà servito cinque volte a settimana, fino ad offrire una frequenza giornaliera a partire da giugno. Le rotte Roma – Alicante e Roma – Danzica saranno servite da tre voli settimanali, che aumenteranno a quattro voli settimanali rispettivamente a partire da agosto e settembre. Il collegamento Roma – Amburgo sarà disponibile grazie a quattro voli di andata e ritorno a settimana, mentre Roma – Berlino avrà una frequenza giornaliera. In aggiunta alle nuove rotte, Wizz Air si prepara ad inaugurare i voli da Roma a Copenaghen a partire da settembre. In totale, durante questa stagione estiva, saranno attive oltre 200 rotte dall’Italia verso 40 Paesi in Europa e non solo, grazie agli oltre 13 milioni di posti disponibili per i viaggiatori. Numeri che – sottolinea Wizz Air in una nota – rafforzano ulteriormente la posizione della compagnia in Italia, incrementando la sua quota di mercato rispetto all’anno precedenteInoltre, Wizz Air offrirà voli speciali per i passeggeri italiani in occasione delle partite del Campionato Europeo di Calcio in Germania, mettendo a disposizione anche un servizio esclusivo di navette per i tifosi. I voli per le partite partiranno da Milano e Roma il 15, 20 e 24 giugno. LEGGI TUTTO

  • in

    Fusione scali sardi, Antitrust non avvia istruttoria: non ostacola concorrenza

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deliberato di non avviare l’istruttoria sull’operazione di concentrazione degli scali sardi. L’operazione consiste nel conferimento in Ligantia della partecipazione detenuta dalla CCIAA in Sogaer (nonché eventualmente della partecipazione in Sogaer che sarà detenuta da Fondazione di Sardegna a seguito dell’acquisto della stessa da Banco di Sardegna), a liberazione di un aumento di capitale di Ligantia riservato alla CCIAA, che consentirà a quest’ultima di entrare nel capitale di Ligantia con una partecipazione pari al 40,5%.L’operazione è disciplinata da un accordo di investimento concluso il 5 ottobre 2023 tra la CCIAA, i Fondi F2i, gli investitori BlackRock, Fondazione di Sardegna e Ligantia. Ad esito dell’operazione, Ligantia deterrà il controllo di tutte e tre le società di gestione aeroportuale sarde risultando titolare di partecipazioni in Geasar per il 79,79%, in Sogeaal per il 71,25% e in Sogaer per il 95,7%. F2i Ligantia è una società costituita nel 2012, originariamente con la denominazione F2i Aeroporti 2.AGCM ha stabilito che l’operazione non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante.Scendendo nei dettagli, l’operazione non risulta idonea a produrre effetti anticoncorrenziali nei mercati esaminati, determinando la mera sostituzione di un operatore con un altro. Nello specifico, in virtù della distinzione tra le catchment area degli aeroporti di Alghero, Olbia e Cagliari, l’operazione non risulta idonea a generare effetti di sovrapposizione orizzontale nel mercato dei servizi relativi alle infrastrutture centralizzate.Lo stesso vale per il mercato dei servizi di assistenza a terra (handling) e per quello dei servizi commerciali, caratterizzati da una dimensione geografica coincidente con il singolo aeroporto interessato, ossia gli aeroporti di Alghero Olbia e Cagliari, dove le società acquirenti non risultano attive in mercati verticalmente collegati. Le società partecipate dai Fondi F2i e Ligantia (tramite Geasar e Sogeaal) non sono attive nei mercati rilevanti in cui opera Sogaer, né in mercati posti a monte o a valle degli stessi, né la CCIAA è attiva nei mercati rilevanti in cui opera Ligantia (tramite Geasar e Sogeaal), né in mercati posti a monte o a valle degli stessi. LEGGI TUTTO

  • in

    Zangrillo firma i decreti per i sindacati nelle forze armate

    (Teleborsa) – “Con questi due provvedimenti, inviati ora agli organi di controllo e presto in Gazzetta ufficiale, rispettiamo l’impegno di avviare quanto prima il percorso del rinnovo contrattuale del comparto sicurezza-difesa, di fondamentale importanza nell’attuale contesto internazionale in cui viviamo”. È quanto ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, dopo la firma dei decreti che individuano le associazioni professionali a carattere sindacale rappresentative del personale delle Forze armate (Esercito, Marina e Aeronautica) e delle Forze di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e Guardia di finanza). “La sicurezza – ha detto Zangrillo – è un bene ad alto valore sociale. Vogliamo che i lavoratori di questo settore continuino a svolgere al meglio le proprie attività al servizio dei cittadini, per una Italia più sicura e, quindi, più efficiente”. I due decreti, spiega una nota, hanno origine, in particolare, dalla legge n.46 del 2022 che, in seguito ad una sentenza della Corte costituzionale, sancisce per la prima volta la liceità delle associazioni sindacali. Fino a quel momento, il Codice dell’ordinamento militare non ammetteva tale possibilità, per ragioni storiche e politiche, riconoscendo soltanto le associazioni rappresentative facenti parte istituzionalmente dell’organizzazione militare, Cocer, Cobar e Coir che ora invece cessano dalle loro funzioni. La presenza di associazioni sindacali, ora prevista ex lege anche per Forze armate e corpi di polizia che rimangono pienamente militari, è un cambiamento significativo: il mondo militare segue, quasi cinquant’anni dopo, quello delle Polizie ad ordinamento civile, per le quali la la sindacalizzazione si è conclusa all’inizio degli anni Ottanta. LEGGI TUTTO

  • in

    Comuni contro Anac: “Multati da chi viola la legge”

    (Teleborsa) – “ANAC invece di chiarire perché non rispetta il Codice Appalti che la obbliga a non autorizzare le Stazioni appaltanti non qualificate a bandire gare in proprio, chiede chiarimenti a queste ultime, da trasmettere in 5 giorni, pena multe salate fino a un massimo di 5mila euro”. È solo una delle tante doglianze che si leggono in una lettera aperta sottoscritta in pochi giorni da oltre 300 Comuni aderenti ad ASMEL, l’Associazione che ne aggrega oltre 4.400 in tutt’Italia.I Comuni ricordano di aver “salutato con favore l’obbligo di digitalizzazione dell’intero ciclo degli appalti scattato dal 1 gennaio scorso, perché avrebbe dovuto produrre non solo trasparenza, ma anche semplificazione delle procedure” ed evidenziano che “l’Autorità di vigilanza ha chiesto e ottenuto di assumere il ruolo di ‘orchestratore’ dell’interscambio dati tra le diverse piattaforme informatiche coinvolte nel nuovo sistema”. Ma lamentano che la “data del 1 gennaio ha comportato un blocco delle attività causato dai troppi malfunzionamenti del sistema di digitalizzazione”.”L’Autorità di vigilanza ha scelto la tecnica dello struzzo – dichiara Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL –. Mette la testa sotto terra e non vuole riconoscere errori di funzionamento tutti imputabili all’imperizia del novello orchestratore. Emana però comunicati e proclami indicando artifizi procedurali in grado di ovviare ai malfunzionamenti, in attesa della loro risoluzione. Gli artifizi non sono altro che deroghe temporanee alle regole e a precise disposizioni di legge. In altri termini, ANAC non riesce come orchestratore e per rimediare si sostituisce al legislatore”. “Ma l’autorità – incalza Giovanni Caggiano, presidente ASMEL – non dimentica di essere chiamata a vigilare sulla corretta applicazione delle leggi e trasmette richieste di chiarimenti ai Comuni, chiamandoli a discolparsi sul perché hanno bandito gare, senza le prescritte autorizzazioni. Non dice però che esse sono state rilasciate dal sistema governato con imperizia da ANAC violando la legge che le impone di non rilasciare il codice di accesso agli Enti non qualificati. Inaccettabile, in questo contesto, la minaccia di multe salate in mancanza di risposte entro 5 giorni”. La lettera aperta ASMEL conclude invitando ANAC a un incontro pubblico. LEGGI TUTTO

  • in

    Stellantis, Urso: “Governo ha già dato, ora tocca all’azienda”

    (Teleborsa) – “Con il tavolo sul sito Stellantis di Melfi, alla presenza del presidente della Basilicata, Guido Bardi, inizia un percorso di analisi dei singoli stabilimenti alla presenza di sindacati, Regioni, azienda e Anfia. Domani sarà il turno di Mirafiori e giovedì di Atessa, sui veicoli commerciali. Una seconda fase anche per comprendere quali siano le strategie che Stellantis vorrà mettere in campo. Alla fine di questo secondo tempo vorremo giungere a un documento conclusivo vincolante sia per l’azienda che per il Governo e le Regioni, condiviso dalle parti sociali e dall’Anfia”. È quanto ha affermato – secondo quanto si apprende – il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in apertura del tavolo sullo stabilimento Stellantis di Melfi. “Stellantis – ha spiegato Urso – ha ribadito che intende realizzare cinque modelli a Melfi, che era l’impegno preso da Tavares quando ci incontrammo al Mimit”. “Il Governo ha già messo in campo la politica, ha già dato. Ora tocca all’azienda dare all’Italia – ha detto Urso –. Al termine dei tavoli sui vari stabilimenti italiani di Stellantis avremo sufficiente chiarezza su quali possono essere le prospettive sulla produzione, sui modelli, gli investimenti e sull’occupazione nei singoli siti noi abbiamo presentato ciò che il governo è riuscito a fare: abbiamo cambiato la politica europea sull’auto, indirizzato l’Europa a tutelare la produzione nazionale nell’elettrico rispetto alla concorrenza sleale cinese, realizzato un piano straordinario per incentivare l’innovazione, un piano incentivi di quasi un miliardo di euro per indirizzare l’acquirente verso la produzione nazionale”. Gli ecoincentivi, ha aggiunto Urso, sono “una cartina di tornasole: se quest’anno aumenterà in maniera significativa la produzione nazionale di auto confermeremo la misura l’anno prossimo. Altrimenti, destineremo le ulteriori risorse del fondo a sostenere nuovi produttori. Oggi non ha presentato un piano completo. Abbiamo chiesto che nel più breve tempo possibile presentino un piano stabilimento per stabilimento. Vedremo se c’è un terreno comune di confronto per un piano condiviso con le parti sui piani di sviluppo dei siti”. Il governo “tirerà le somme quando chiuderemo il confronto – ha detto Urso – quello su cui sono stato chiaro è che il governo ha sviluppato una politica dell’auto in Europa, cambiando i dossier, e in Italia, con gli incentivi all’acquisto. Ora è necessaria una risposta significativa e concreta sull’aumento dei livelli produttivi e il mantenimento dei rapporti con l’indotto”. L’Italia – ha aggiunto il ministro delle Imprese e del made in Italy – è il Paese “con maggiore attrattività” per i produttori di auto, perché è “l’unico Paese in Europa ad avere una sola casa automobilistica. Negli altri Paesi ci sono da 4 a 7 produttori. C’è un mercato interno che facilmente può acquisire i prodotti di un’altra casa. Il delta tra produzione e immatricolazione – ha proseguito – è il più alto in Europa. Abbiamo anche la fortuna di avere una forza lavoro predisposta, con un’industria dell’indotto eccellente all’Italia e all’estero. Abbiamo le migliori condizioni per attrarre altre case automobilistiche. Forse anche per questo il numero che si è affacciato a questo ministero sia ormai di 6-7-8 case automobilistiche”. Soddisfatti i sindacati della conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi ma non mancano le polemiche. “Confermati a Melfi 5 modelli full elettric, ma resta l’incongnita sulla capacità di saturazione degli impianti e dell’indotto” commenta il leader della Fim, Ferdinando Uliano, al termine dell’incontro al Mimit sullo stabilimento Stellantis di Melfi. L’azienda, ha riferito la Fim, ha ricordato come il gruppo abbia istallanto a Melfi la piattaforma Stella Medium (per le produzioni dei segmenti C e D), una piattaforma estremamente flessibile, confermando la produzione di 5 vetture multibrand full electric a Melfi. L’implementazione dei primi modelli è già in corso, il primo modello sarà legato al brand DS e tutti e 5 i modelli avranno una calendarizzazione che si dipanerà nei prossimi 2 anni, entro 2026. Come capacità produttiva inziale si pensa a circa 40 vetture ad ora, per un tolate di 260mila vetture anno che dovrebbero saturare l’impianto. Per quanto riguarda le attuali produzioni, la 500 X continuerà fino prima metà 2025, mentre la Jeep Renegate si protrarrà fino al 2026. Uliano ha precisato come Melfi rappresenti un unicum rispetto agli altri stabilimenti italiani, in particolare per il sistema dell’indotto che ruota esclusivamente intorno al sito produttivo di Stellantis che complessivamente impiega circa 9 mila lavoratori tra diretti (5675) e indiretti. Uliano ha poi ricordato come lo stabilimento di Melfi oggi produca 170mila unità, circa la metà di quelle che si producevano sette anni fa. Le attuali tre vetture prodotte verranno sostituite con 5 modelli full electric, resta da capire il modello Opel che era stato annunciato con cosa verrà sostituito e le tempistiche. “Soprattutto – ha detto Uliano – abbiamo la necessità di capire se la proiezione rispetto ai volumi dei 5 modelli full electric sarà capace di saturare gli impianti o gli impatti effettivi sull’occupazione, perché per noi sarà necessario gestire e preservare l’occupazione. A questo si aggiunge anche la nostra preoccupazione rispetto alle aziende della componentistica su cui non abbiamo ancora una risposta. Per quanto riguarda gli incentivi sarà necessario avere una continuità visto che resta un delta nei costi dell’elettrico rispetto alle motarizzazioni endotermiche di oltre il 40% in più a cui vanno aggiunti sostegni e incentivi per sostenere la ricoversione industriale in particolare della componentistica. Sarà fondamentale la definizione a termine dei vari incontri di stabilimento, di un accordo complessivo che stabilisca concretamente impegni e garanzie di tutti i soggetti presenti al tavolo a partire da Stellantis”.”Siamo soddisfatti della conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi sulla futura piattaforma medium, ma chiediamo che una parte di questi sia ibrida giacché i full electric stentano ad imporsi sul mercato. Inoltre chiediamo tutele per i lavoratori dell’indotto, vale a dire della componentistica, dei servizi e della logistica, che a ben vedere sono i più esposti ai rischi occupazionali – dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, al termine dell’incontro al Mimit –. Per la fabbrica Stellantis di Melfi abbiamo accolto con sollievo la conferma dei cinque modelli sulla futura piattaforma medium, ma chiediamo che si prenda in considerazione la possibilità di produrre anche vetture ibride e quindi non di focalizzarsi esclusivamente sul full electric. A detta di Stellantis la capacita iniziale dello stabilimento sarà pari a 40 vetture per ora, ossia a 260mila vetture anno, ma un numero del genere sarebbe difficile raggiungerlo con vetture esclusivamente elettriche, che stanno facendo molta fatica ad imporsi fra i consumatori, tanto da indurre ad un approccio più equilibrato e gradualista perfino la politica europea. Per le stesse ragioni chiediamo di prorogare al massimo la produzione degli attuali modelli con motorizzazioni più tradizionali”. “Resta in ogni caso da affrontare il problema più drammatico – aggiunge Ficco – che è quello dei lavoratori dell’indotto, che ammontano a circa 4mila persone a fronte di circa 5.500 dipendenti diretti di Stellantis. Ebbene per loro chiediamo meccanismi di passaggio dalle imprese che perdono le commesse a quelle che le vincono o che le reinternalizzano, nonché più specificamente a Stellantis un atteggiamento di responsabilità sociale verso un tessuto industriale che è mono committente. Infine appoggiamo la richiesta della Regione Basilicata di abolire il costo di utilizzo della cassa integrazione, cosa assolutamente urgente per le imprese che versano in maggiore difficoltà”. A Melfi “abbiamo conquistato con le forze sindacali una missione produttiva per i prossimi anni – conclude – ma ci sono aspetti del piano industriale che vanno migliorati e da soli non possiamo farcela, tanto più che le ricadute occupazionali della transizione elettrica saranno pesantissime, nel migliore dei casi quantificabili in una perdita del 30% dei posti di lavoro. Occorre che il Governo adotti quanto prima le proposte scaturite proprio dai tavoli tecnici del Mimit, condivise da sindacato, imprese e istituzioni, a incominciare da quelle relative al rafforzamento degli ammortizzatori sociali e allo sgravio dei costi dell’energia. Speriamo che la articolazione del confronto del tavolo automotive stabilimento per stabilimento, distretto industriale per distretto industriale, possa dare finalmente concretezza alla discussione col Governo e con Stellantis, abbandonando chimere e rimpianti, concentrandoci piuttosto sugli aspetti più problematici del piano industriale e della transizione all’elettrico”. “Al tavolo di oggi Stellantis non ha risposto alle garanzie sociali, produttive e occupazionali per i suoi dipendenti e per quelli dell’indotto. Attualmente a Melfi si assemblano le Jeep Renegade, la Jeep Compass e la Fiat 500X. Stellantis ha annunciato con l’arrivo della piattaforma STLA Medium 5 nuovi modelli elettrici, i cui tempi non sono allineati rispetto a quelli degli incentivi – dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil –. Il primo modello previsto sarà DS, mentre l’attuale 500X sarà prodotta fino alla prima metà del 2025 e le due Jeep fino a tutto il 2026. Attualmente le lavoratrici e i lavoratori sono tutti in contratto di solidarietà fino a luglio 2024 . Per quanto riguarda i dipendenti di Stellantis si deve registrare che la maggior parte degli ultimi assunti a Melfi (i 1.800 dell’epoca del Jobs Act) sono già usciti con gli incentivi all’esodo. Con i nuovi esuberi annunciati in questi giorni, circa 500, e gli oltre 700 in trasferta, stiamo accompagnando un processo di dismissione industriale perché non si stanno prevedendo investimenti in produzione, in nuovi modelli e nella rigenerazione dell’occupazione. Le aziende della componentistica e della logistica stanno già pagando l’effetto del calo dei volumi produttivi, l’internalizzazione di diverse attività in Stellantis e l’esclusione dalla possibilità di partecipare alle gare per nuove commesse. Senza risorse pubbliche e private non c’è la possibilità di gestire la transizione ecologica, il punto però è porre dei vincoli e arrivare ad un’intesa che serva a dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori. L’intera discussione su l’automotive iniziata al Mimit lo scorso 6 dicembre, deve prevedere un impegno vincolante da parte di Stellantis. La mancanza di risposte concrete da parte dell’azienda, in relazione agli investimenti finalizzati a rilanciare la produzione e l’occupazione nello stabilimento di Melfi e nell’indotto, rischia di vanificare anche gli interventi fatti dal Governo per l’istituzione dell’area di crisi complessa con lo stanziamento di 20 milioni di euro per quell’area in Basilicata”. “Abbiamo chiesto unitariamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un tavolo a Palazzo Chigi – concludono De Palma e Gesmundo –, perché abbiamo bisogno di un tavolo nazionale, non di tavoli regionali, al fine di arrivare ad una trattativa vera e quindi ad un accordo. Intanto nei prossimi incontri, a partire da domani su Mirafiori e giovedì su Atessa, auspichiamo che Stellantis cominci a dare le risposte che oggi su Melfi non ha dato. Il 12 aprile ci sarà uno sciopero unitario con manifestazione a Torino di tutto il settore automotive, uno sciopero che parla a tutta la città e al Paese”. LEGGI TUTTO

  • in

    UE autorizza l’acquisizione di Eriks da parte di Lone Star

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo della società olandese Eriks da parte della società statunitense Lone Star Global Acquisitions. La transazione riguarda principalmente la produzione, fornitura e distribuzione di componenti industriali.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

  • in

    Accenture acquista l’italiana Intellera Consulting per crescere nella consulenza alla PA

    (Teleborsa) – Accenture, colosso globale della consulenza, ha firmato un accordo per l’acquisizione di Intellera Consulting, uno dei principali operatori nel mercato italiano della consulenza dedicata all’innovazione della Pubblica Amministrazione. L’operazione, di cui non sono stati forniti i dettagli finanziari, arriva a soli tre mesi di distanza dall’annuncio, sempre in ambito PA, dell’acquisizione di Customer Management IT e SirfinPA. Fondata nel 2021 e sostenuta dal fondo Gyrus Capital e dal management dell’azienda, Intellera Consulting rappresenta uno dei principali operatori nel mercato nazionale della consulenza dedicata all’innovazione della Pubblica Amministrazione che supporta attraverso competenze verticali in ambito Dati e AI, processi di trasformazione digitale, strategica e organizzativa, agevolando l’utilizzo di fondi UE, come il PNRR. Intellera Consulting ha 1.400 dipendenti che operano nelle sedi di Roma e Milano.”Sono orgoglioso di annunciare la decisione di investire in un’eccellenza nazionale come Intellera Consulting che possiede un riconosciuto know-how tecnologico, consulenziale e strategico nel comparto della Pubblica Amministrazione – ha dichiarato Mauro Macchi, Presidente e Amministratore Delegato di Accenture Italia – Questa acquisizione, la terza che annunciamo nell’anno fiscale in corso, risponde alla volontà di Accenture di guidare il cambiamento in atto plasmando, insieme all’ecosistema, il futuro di settori chiave per la crescita del nostro Paese. Integrando i talenti e le competenze di Intellera Consulting nel network Accenture, intendiamo contribuire ad accelerare la trasformazione della PA e alla definizione di una governance sempre più moderna, responsabile e orientata al cittadino”. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, offerte di posti di lavoro poco mosse a febbraio

    (Teleborsa) – Il numero di offerte di lavoro negli Stati Uniti è stato pari a 8,756 milioni nell’ultimo giorno lavorativo di febbraio 2024, superiore rispetto agli 8,748 milioni del mese precedente e inferiore agli 8,760 milioni attesi dagli analisti. È quanto rilevato dal Report JOLTS dell’U.S. Bureau of Labor Statistics americano, che misura le posizioni di lavoro aperte (Job Openings) e altre metriche del mercato del lavoro.A febbraio sono aumentati i posti di lavoro nel settore finanziario e assicurativo (+126.000); governo statale e locale, esclusa l’istruzione (+91.000); e arte, intrattenimento e ricreazione (+51.000). Le offerte di lavoro sono diminuite nell’informazione (-85.000) e nel governo federale (-21.000).Nel corso del mese, il numero di assunzioni e di cessazioni totali sono rimasti poco variati attestandosi rispettivamente a 5,8 milioni e 5,6 milioni. Il numero delle dimissioni è rimasto pressoché invariato attestandosi a 3,5 milioni, mentre il numero di licenziamenti è stato poco mosso a 1,7 milioni.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO