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    Mercitalia Logistics, De Filippis: “Polo logistica punta a diventare player in Italia ed Europa”

    (Teleborsa) – Sinergie con operatori e partner, integrazione mare-gomma-ferro e il piano d’impresa decennale sostenuto da tre miliardi di investimenti per il trasporto merci. Questi i temi discussi da Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia Logistics, durante l’intervista nella trasmissione Contianer di Radio 24. Nell’ambito dell’approfondimento settimanale dedicato ai trasporti e alla logistica, l’AD della capofila del Polo Logistica del Gruppo FS, ha ribadito l’obiettivo di “diventare un player della logistica non solo in Italia, ma anche in Europa”. Con il piano industriale 2022-2031 il Gruppo – riporta FS News, il portale di informazione del Gruppo FS – vuole raddoppiare la quota di traffico merci su rotaie rispetto al 2019, migliorare i terminal esistenti, crearne di nuovi e lavorare in un’ottica di sistema sull’intera supply chain per rendere più competitivo questo settore e raggiungere i target europei. Uno degli asset strategici di questo progetto è la digitalizzazione della filiera, pertanto, il Polo Logistica, guidato da Mercitalia Logistics, si sta concentrando su partnership strategiche per espandere la propria presenza internazionale.Recentemente, il Gruppo ha fatto un passo significativo nel mercato europeo con l’acquisizione dell’impresa di trasporto merci Exploris, diventando così il secondo operatore del trasporto merci su rotaia in Germania. Questo nuovo sviluppo ha esteso la presenza del polo logistica in 11 paesi, influenzando notevolmente i flussi di traffico e l’import-export italiani.”Come Polo Logistica lavoriamo per avere un ruolo principale in una vera e propria rivoluzione condivisa che darà sicuramente un contributo fondamentale al rilancio del traffico merci in Italia. Deve essere prevalentemente un rilancio competitivo, ma anche e soprattutto sostenibile. È importante che Mercitalia Logistics svolga un ruolo più centrale come operatore di sistema e quindi diventare un player europeo della logistica integrata”, commenta De Filippis.Il contesto europeo aggiunge ulteriore slancio a questa visione, con l’accordo politico raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo sul nuovo regolamento TEN-T. Questo nuovo orientamento mira a costruire, tra il 2030 e il 2051, una rete di trasporto ferroviario, stradale e via acqua affidabile e di alta qualità, promuovendo connessioni sostenibili in tutta Europa. Il Gruppo FS vuole ridefinire il futuro del trasporto merci, con un impegno verso l’innovazione, la sostenibilità e la creazione di una rete logistica integrata a livello europeo. Difatti, l’azienda sta attivamente ampliando il suo network e stringendo collaborazioni strategiche per integrare trasporto su rotaia, su strada e via mare.”È fondamentale – sottolinea De Filippis – realizzare delle partnership e che ogni operatore svolga appieno quello che è il proprio ruolo. È fondamentale, inoltre, che ci sia un operatore in grado di integrare ferro, gomma e mare. Proprio per questo stiamo lavorando tantissimo affinché Mercitalia Logistics diventi un operatore di sistema e che sia la ferrovia a guidare la logistica del Paese. Noi stiamo ampliando il nostro network e stiamo attivando queste nuove sinergie. Abbiamo anche un piano investimenti molto importante di circa 3 miliardi, dedicati al rinnovo della flotta, perché dobbiamo essere pronti nel momento in cui il gestore dell’infrastruttura rilascerà le grandi opere del PNRR, al potenziamento dei terminal esistenti, alla creazione di nuovi terminali e alla digitalizzazione”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Maeci: firmato decreto per terzo indirizzo studi IIS Galilei Addis Abeba (Etiopia)

    (Teleborsa) – Il decreto del 13 dicembre 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 gennaio 2024, fortemente voluto anche dal Dirigente scolastico Venturella e da tutto il collegio docenti della scuola italiana estero potenzierà l’offerta formativa con l’introduzione dall’as 2024/2025 dell’indirizzo di istruzione tecnica, settore tecnologico: “Informatica e telecomunicazioni”. La delegazione Anief con il coordinatore Fina aveva manifestato all’ambasciata la necessità di realizzare il progetto formativo pensato già nella primavera scorsa e recentemente anche il presente Anief Marcello Pacifico aveva chiesto un intervento diretto del ministro Valditara, dei sottosegretari Frassinetti e Tripodi.L’obiettivo del giovane sindacato, proprio mentre si svolge il summit con l’unione africana a Roma all’indomani dell’approvazione definitiva del piano Mattei, è di potenziare il sistema di formazione e cultura italiana nel mondo a partire proprio dalle scuole.Il presidente Pacifico per l’occasione d’accordo con il dirigente scolastico dell’ISS Galilei ha lanciato una raccolta di libri in lingua italiana da spedire in donazione alla biblioteca della scuola Galilei al fine di promuovere e rendere accessibile la lettura in lingua italiana di opere nella capitale etiope. I libri possono essere spediti alla sede Anief di Roma entro il 31 marzo 2024, via Aurelia 39886, 00165 con oggetto “Raccolta Anief per Donazione libri biblioteca Addis Abeba”, affinché in unica spedizione possano essere inviati in Etiopia.L’iniziativa è stata assunta all’interno di quella più generale per la promozione della lingua e cultura italiana in Africa che ha visto il presidente Pacifico impegnato nei mesi scorsi in continente. Nei prossimi giorni, su delibera del Consiglio nazionale di Anief, infatti, sarà aperto un conto corrente dedicato per raccogliere finanziamenti per la costruzione di un dormitorio, per la costruzione di una scuola cattolica nella diocesi di Moshi in Tanzania, dopo i colloqui con il vescovo Minde del novembre scorso.“Nei prossimi mesi – conclude il coordinatore Anief Salvatore Fina – si svolgeranno nuove assemblee sindacali di Anief rivolte al personale all’estero dopo il recente successo del seminario informativo sulle nuove procedure di selezione organizzato con Eurosofia”. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, oltre 6mila in corteo: “Mittal via da Taranto”

    (Teleborsa) – “Morselli e Mittal via da Taranto”. Operai, sindacati e imprenditori – oltre seimila, secondo le organizzazioni sindacali – hanno sfilato in migliaia, attorno al perimetro dello stabilimento ex Ilva di Taranto per chiedere al governo di estromettere la multinazionale dalla compagine societaria di Acciaierie d’Italia e assumere il controllo dello stabilimento. ArcelorMittal detiene il 62% delle quote, mentre lnvitalia è in minoranza con il 38%. Tra i soci non c’è accordo sulla ricapitalizzazione e l’acquisto degli asset e diventa sempre più probabile il ricorso all’amministrazione straordinaria. La mobilitazione è stata organizzata dalle sigle metalmeccaniche, che denunciano il progressivo spegnimento degli impianti. Secondo le organizzazioni sindacali c’è “il rischio molto concreto di chiusura dello stabilimento” per una “volontà ben precisa dell’amministratore delegato (Lucia Morselli, ndr), espressione di fatto di ArcelorMittal”. Per questo chiedono, nell’iter di conversione dell’ultimo decreto che riguarda l’ex Ilva, di “trovare le opportune garanzie a tutela dei lavoratori e dei crediti delle imprese” e per la “salvaguardia ambientale, occupazionale e industriale”. Il governo, sostengono le sigle metalmeccaniche, deve innanzitutto “cacciare la multinazionale responsabile di un disastro sociale ed economico”. Da giorni Fim, Fiom, Uilm e Usb denunciano il progressivo spegnimento degli altoforni (attualmente è in funzione solo il numero 4), tanto che i commissari hanno chiesto ad AdI notizie urgenti sullo stato degli impianti e annunciato di voler fare un’ispezione in fabbrica. All’iniziativa hanno aderito anche l’Ugl Metalmeccanici e le associazioni datoriali Aigi, Casartigiani e Confapi Industria. I manifestanti sono partiti dalla portineria imprese del siderurgico per toccare prima la portineria dei tubifici, poi la portineria C, dove si sono uniti i lavoratori dell’indotto, tra i quali i trasportatori di Casartigiani con i loro tir, per andare successivamente sulla statale Appia verso la direzione di stabilimento. In testa al lungo serpentone c’erano gli operai di Acciaierie d’Italia, di Ilva in As e dell’indotto e i delegati sindacali che hanno mostrato bandiere e striscioni, acceso fumogeni e scandito slogan. A manifestare c’erano anche gli imprenditori dell’indotto, che lamentano il mancato pagamento delle fatture scadute e temono di perdere crediti per oltre 130 milioni di euro, così come accadde nel 2015 quando l’Ilva fu commissariata. Il governo sta valutando una serie di provvedimenti a tutela delle imprese, ma secondo Aigi le misure di prededucibilità preannunciate “non sono attuabili essendo AdI una società priva di asset”. Entro il primo febbraio è attesa una risposta alla lettera che Invitalia ha indirizzato, il 17 gennaio, ad Acciaierie d’Italia holding e Acciaierie d’Italia, che a sua volta aveva presentato istanza alla Camera di commercio di Milano per la composizione negoziata, chiedendo la verifica dei presupposti per avviare le procedure che portano all’amministrazione straordinaria. Se non dovesse arrivare, il governo potrà comunque agire. Nel frattempo si susseguono le interlocuzioni per trovare nuovi soci privati. Ma prima c’è da chiudere, possibilmente senza contenziosi, la partita con ArcelorMittal. LEGGI TUTTO

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    Antitrust: Roma valuti la possibilità di aprire alla concorrenza il trasporto pubblico locale

    (Teleborsa) – Secondo l’Antitrust Roma Capitale dovrebbe valutare la possibilità “di una iniziale e quantomeno graduale apertura alla concorrenza del mercato del trasporto pubblico locale non periferico”. In un parere sull’affidamento in house del servizio di trasporto pubblico locale non periferico per le annualità dal 2024 al 2027 deliberato dall’Assemblea capitolina, l’autorità ha anche avanzato “una soluzione”, cioè “attraverso una divisione in lotti opportunamente individuati e costituiti da sub-aree del territorio cittadino, nell’ambito di un piano programmatico che ne preveda la progressiva messa a gara”. “Il servizio di trasporto pubblico locale nella città di Roma Capitale – si legge nel documento dell’Antitrust – potrebbe infatti ben essere diviso in lotti, adeguatamente dimensionati, da un lato, per favorire la massima partecipazione, dall’altro, per minimizzare le esigenze di coordinamento tra operatori. A tale riguardo, vi sono diverse esperienze in altre capitali europee, con esempi virtuosi di lottizzazione anche estrema dei servizi da porre a gara”. “Non sembrano peraltro sussistere evidenze conclusive sull’esistenza di economie di scala nel servizio di trasporto pubblico su gomma, tali da rendere meno efficiente l’eventuale suddivisione e messa a gara del servizio in lotti – ha fatto notare l’Autorità –. Anzi, propendono a favore di tale soluzione non solo le efficienze immediate derivabili dalla concorrenza ‘per il mercato’, ma anche i benefici ottenibili dalla concorrenza “per confronto”, anche detta yardstick competition, che possono svilupparsi nel tempo mediante la coesistenza di più operatori dello stesso servizio attivi in aree limitrofe”. LEGGI TUTTO

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    Mef, Giorgetti: “È tornata la fiducia di risparmiatori e osservatori internazionali”

    (Teleborsa) – “Il governo ha lavorato intensamente ai decreti di attuazione della riforma fiscale in coerenza con le misure e gli orientamenti contenuti nella manovra di bilancio per il triennio 2024/2026. Una manovra responsabile finalizzata a favorire crescita e occupazione con interventi mirati e selettivi a sostegno delle famiglie e dei lavoratori a basso reddito, tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica e del contesto internazionale complesso con tante incertezze geopolitiche in atto. Nonostante queste difficoltà, è maturata la fiducia da parte dei risparmiatori italiani che sono tornati a sottoscrivere i titoli di Stato e la fiducia degli osservatori internazionali testimoniata dai giudizi positivi delle agenzie di rating”. È quanto ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, nel corso del VII Forum nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili “La riforma del fisco e la legge di bilancio 2024”, promosso da Italia Oggi con il patrocinio della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.Un aggiornamento sullo stato di avanzamento del Pnrr è stato illustrato da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei. “Mi piace sottolineare che a giugno 2026 dovranno essere completati tutti gli interventi previsti all’interno del Piano. Una grande sfida, una grande opportunità dell’Italia e dell’Europa e per coglierla al meglio – ha detto Fitto – serve uno sforzo collettivo dell’intero sistema paese. La definizione per incassare la sesta e la settima rata del Piano sono i due obiettivi del 2024. A tal fine la scelta di una nuova governance ha rappresentato una novità assoluta e positiva e lo dimostra il fatto che l’Italia è l’unico paese europeo che ha ottenuto il pagamento della quarta rata e ha richiesto il pagamento della quinta”. Delle novità legate alla riforma del fisco ha parlato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle finanze. “I professionisti rappresentano la cinghia di trasmissione nel rapporto tra fisco e contribuente. Hanno un ruolo determinante sia per il concordato preventivo che per la cooperative compliance, ma anche – sottolinea Leo – per coloro che non rientrano in quest’ultima fattispecie. La cooperative compliance richiederà certificazione del rischio fiscale e del tax control framework. Nella mappatura e monitoraggio si dovrà tener conto di principi contabili nazionali e internazionali. Materia scivolosa, e chi meglio dei dottori commercialisti può svolgere questo ruolo? Per ciò che attiene il concordato, i professionisti riusciranno a dare elementi valutativi importanti per un fisco che vuole dialogare. Il mondo dei soggetti che possono aderire al concordato conta circa 4,2 milioni di contribuenti divisi in due aree: i forfettari (1,7 ml) e i soggetti isa (circa 2,5 ml). Tra questi ultimi circa 1,4 ml non raggiungono il coefficiente 8 e in passato gli accertamenti sono stati circa l’1% perché l’Agenzia delle Entrate aveva carenza di organico che abbiamo iniziato a colmare con le prime 3mila unità assunte alle quali se ne aggiungeranno altre 1500. Lo scopo è quello di portare gradualmente questi soggetti a pagare le imposte”. Il punto sul patrimonio immobiliare dello Stato è stato illustrato da Lucia Albano (sottosegretario al Mef): “Abbiamo istituito una cabina di regia per gestire al meglio la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico che attualmente ammonta a circa 100 miliardi di euro senza contare i terreni e i boschi, in modo da impattare positivamente sul debito pubblico. Il mattone di Stato costituisce una straordinaria opportunità anche dal punto di vista sociale. Il governo ha messo in campo una riforma importante che punta sul social housing e sugli studentati, vere emergenze per il nostro Paese”.Ottimismo sul concordato preventivo è stato espresso da Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera. “Il concordato preventivo – ha detto Gusmeroli – è stato avviato togliendo la barriera della pagella Isa 8 in modo da renderlo più appetibile. Siamo di fronte a un grande processo di semplificazione e di emersione del sommerso che porterà a un riequilibrio del rapporto cittadino-fisco e ad un alleggerimento della pressione fiscale”.Di lotta all’evasione fiscale ha parlato Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze a palazzo Madama. “Combattere l’evasione fiscale, l’elusione e l’omessa fatturazione – ha affermato Garavaglia – rappresenta una priorità per questo governo. Siamo passati dai 120 mld stimati degli scorsi anni, sottratti alle casse dello Stato dagli evasori, agli 85miliardi di oggi. Principalmente grazie all’introduzione della fatturazione elettronica”.”Sul fronte dell’attuazione della riforma fiscale e della cooperative compliance che è uno dei temi della delega fiscale, – ha sottolineato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate – stiamo lavorando per la massima resa di un istituto reso operativo a suo tempo applicando le norme senza che ci fossero best practice cui fare riferimento. L’appeal di quell’istituto è andato crescendo fino a raggiungere al 31 dicembre scorso 111 soggetti ammessi che garantisce una collaborazione trasparente con il fisco attraverso una interlocuzione costante e preventiva. Valutando congiuntamente le situazioni che potenzialmente generino rischi fiscali. Nel periodo 2016/2021 la differenza tra le somme attese e quelle effettivamente entrate nelle casse dell’erario si è ridotta di circa 24mld dimezzando l’evasione dell’iva da 35 a 18 mld”.Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle Dogane, ha parlato della nascita di un’unica autorità doganale europea che “sarà una svolta per avere una ‘centrale dei rischi’ per neutralizzare le merci illegali e per impedire che merci contraffatte continuino a dar vita a forme di concorrenza sleale. Un sistema doganale unico a livello europeo significa difendere l’intero sistema economico da attacchi esterni in tempi di diffusione selvaggia del commercio elettronico”.Le priorità nella repressione e prevenzione dell’evasione fiscale sono state illustrate da Marco Thione, capo ufficio tutela entrate Comando generale Guardia di Finanza. “In merito alle direttive operative del 2024, sul fronte della repressione – ha detto Thione – agiremo prevalentemente con attività di contrasto alle frodi fiscali realizzate attraverso false fatturazioni o in materia di bonus agevolativi, contrasto al sommerso delle aziende, evasione fiscale digitale figlia del commercio elettronico, dove abbiamo ottenuto importanti risultati contro evasione dell’iva, contrasto alla grande evasione fiscale internazionale. Altrettanto importante sarà l’attività di prevenzione dei reati per la quale nel 2024 daremo supporto alla compliance per prevenire i reati cogliendo a pieno lo spirito della riforma fiscale in atto”.”Sono fiducioso – ha sostenuto Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti – che con il dialogo tra professionisti e il governo riusciremo a superare le criticità, alla luce anche della portata innovativa della riforma fiscale nel quale svolgeremo un ruolo sempre più importante grazie anche al riconoscimento, per la prima volta, di una esclusiva alla nostra professione”. LEGGI TUTTO

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    Ue, Horizon 2020: in 7 anni finanziati più di 35mila progetti

    (Teleborsa) – “Horizon 2020, il programma di ricerca e innovazione dell’UE per il periodo 2014-2020, con un bilancio di quasi 80 miliardi di euro, ha fornito un importante contributo alla costruzione di una società e di un’economia dell’UE radicate nella conoscenza e nell’innovazione e ha apportato benefici agli europei ben al di là di quanto avrebbe potuto essere realizzato a livello nazionale o regionale”. È quanto si legge in una nota diffusa dalla Commissione europea.Consentire una risposta rapida alle epidemie di COVID-19, Ebola e Zika e dare un contributo decisivo alla scienza del clima sono solo alcuni esempi dell’impatto tangibile di Orizzonte 2020. Ogni euro di costi connessi al programma apporterà, in ultima analisi, cinque euro di benefici ai cittadini dell’UE entro il 2040, dimostrando l’elevato rapporto qualità/prezzo degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione per la società europea. Queste sono alcune delle principali conclusioni della valutazione ex post di Orizzonte 2020 pubblicata oggi.Horizon ha finanziato oltre 35.000 progetti nell’arco di sette anni e gli inviti a presentare proposte hanno attirato oltre un milione di candidature individuali provenienti da 177 paesi. Il programma ha svolto un ruolo cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici e ha investito il 64,4 % del suo bilancio nello sviluppo sostenibile. Orizzonte 2020, insieme al suo predecessore 7º PQ, è il secondo fornitore mondiale di scienze climatiche.Il programma ha finanziato soluzioni concrete in vari settori, quali nuovi trasporti alimentati a idrogeno, vaccini a mRNA, fotonica e micro e nanoelettronica. Quasi 4.000 brevetti e marchi sono stati ottenuti grazie ai finanziamenti di Orizzonte 2020. Il Consiglio europeo per l’innovazione si è pronunciato per il suo sostegno senza precedenti alle innovazioni tecnologiche potenzialmente innovative e alle imprese ad elevatissimo contenuto tecnologico.Horizon 2020 ha alimentato un notevole aumento del 20% dell’occupazione e un aumento del 30 % del fatturato e delle attività totali per le imprese partecipanti rispetto a quelle che non hanno avuto successo nonostante l’elevata qualità delle domande. A lungo termine, si stima che il programma contribuisca in media a un aumento annuo di 15.9 miliardi di EUR al PIL dell’UE, per un totale di 429 miliardi di EUR nel periodo 2014-2040.Horizion 2020 ha inoltre sostenuto i 33 vincitori del premio Nobel, è stato inoltre fondamentale per diversificare e migliorare le competenze e le conoscenze dei ricercatori e ha sostenuto la mobilità di quasi 50.000 ricercatori in tutti i settori e paesi. Inoltre, il programma ha consentito all’UE di sviluppare e migliorare le infrastrutture di ricerca su larga scala a livello sia europeo che mondiale: oltre 24.000 ricercatori e organizzazioni hanno avuto accesso a tali infrastrutture, ampliando le opportunità di lavoro collaborativo e i progressi scientifici. LEGGI TUTTO

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    Ivass, Unc: dati preoccupanti, serve maggiore concorrenza tra imprese vigilate

    (Teleborsa) – Secondo l’Ivass, a fronte di un premio medio per polizza al netto della fiscalità nel 2022 pari a 303 euro, per le sole imprese SEE il premio è pari a 271 euro. “Dati preoccupanti. Questo divario dimostra che i premi possono diminuire e che serve maggiore concorrenza tra le imprese vigilate” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Allarmante, poi, l’incremento a 312 euro nel primo semestre 2023, considerato che dopo luglio 2023 si sono registrati di mese in mese rialzi sempre maggiori, arrivando, sempre a novembre, sempre secondo i dati Ivass, al +7,8% annuo. Insomma, una situazione che rispetto all’analisi di oggi risulta già peggiorata” conclude Dona.(Foto: kalhh / Pixabay ) LEGGI TUTTO

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    Protesta degli agricoltori anche in Francia: due autostrade bloccate a Parigi

    (Teleborsa) – I sindacati degli agricoltori hanno bloccato questo pomeriggio due autostrade che portano a Parigi. I blocchi stradali hanno riguardato nello specifico la A13 che collega la Capitale francese alla Normandia e la A4 che arriva dall’est del Paese. Il presidente Macron ha presieduto un consiglio dei ministri urgente ristretto per fare il punto della situazione. Sul terreno sono stati schierati 15.000 fra poliziotti e gendarmi per evitare il blocco di aeroporti e mercati generali. L’Eliseo ha fatto sapere dopo la riunione che il presidente francese parlerà con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, della crisi del mondo agricolo e delle misure di sostegno invocate dagli agricoltori al livello dell’Unione europea. L’incontro si terrà giovedì, a margine del vertice straordinario sul bilancio dell’Ue. Sul tavolo dell’incontro bilaterale, precisa l’Eliseo, anche l’accordo commerciale Ue-Mercosur, la pratica del maggese, e l’arrivo dei prodotti ucraini nell’Unione. Intanto la Confederazione spagnola di trasporti merci (Cetm) ha stimato in 12 miliardi di euro al giorno le perdite provocate dalle proteste degli agricoltori francesi, con i blocchi stradali che hanno paralizzato la circolazione di merci. Cetm ha denunciato in una nota i danni che subiscono gli autotrasportatori spagnoli e allo stesso tempo ha affermato “di non avere alcuna notizia delle azioni portate avanti dall’esecutivo” nazionale per tutelare gli interessi della categoria. LEGGI TUTTO