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    Crisi di Suez, per l’82% delle imprese ripercussioni certe sul fatturato 2024

    (Teleborsa) – Le imprese italiane sono consapevoli della “crisi di Suez”? Il 98,6% è a conoscenza dell’attuale blocco navale e delle sue implicazioni.Per quanto concerne le conseguenze, il 66,9% ritiene che il “blocco” avrà ripercussioni immediate, il 24,8% non nel breve periodo, mentre il restante 8,3% sostiene che non ci saranno conseguenze. Tra le principali ripercussioni, il 33,6% teme disordini di mercato, e e interruzioni e ritardi nelle catene produttive; il 26,1% una riduzione di import ed export e il 22,4% un’altra fase inflativa. Sembrano certe anche le ricadute sul fatturato del 2024, l’82% delle imprese che hanno partecipato alla survey prevede un impatto inferiore al 25% del fatturato annuo. È quanto emerge da una survey di Promos Italia su circa 200 piccole e medie imprese di tutto il Paese. “Dalla nostra indagine emerge chiaramente la preoccupazione delle imprese per questa nuova emergenza internazionale – spiega Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia – unitamente alla consapevolezza che la situazione avrà ripercussioni certe sul fatturato del 2024. Il nostro sistema imprenditoriale non può permettersi un altro contraccolpo, è necessario porre rimedio quanto prima a questa crisi riportando i flussi nel Canale di Suez ad un regime di normalità”.La Lombardia – secondo un’elaborazione di Promos Italia sui dati ISTAT sui primi nove mesi del 2022 e del 2023 – è la regione principale nel commercio con l’Asia, dove gli scambi ammontano a 46 miliardi di euro, con 19 miliardi in esportazioni, ma anche con il Medio Oriente con 7 miliardi di scambi commerciali, di cui circa 5 miliardi di export. Tra le province, prima Milano con 11 miliardi di import dall’Asia e 9 miliardi di export, e con quasi mezzo miliardo di import dal Medio Oriente e 2 miliardi di export. Gli scambi tra Italia e Asia nei primi nove mesi del 2023 valgono 154 miliardi di cui 92 miliardi sono di import e 62 miliardi di export. Valgono 39 miliardi gli scambi tra Italia e Medio Oriente nei primi nove mesi del 2023, di cui 22 miliardi sono di import e 17 miliardi di export.Le principali regioni italiane nel commercio con l’Asia, nei primi nove mesi 2023, sono Lombardia con 46 miliardi, di cui circa 19 miliardi di export, Veneto con 17 miliardi, Emilia Romagna con 16 miliardi. Principali regioni italiane nel commercio con il Medio Oriente, nei primi nove mesi 2023, sono Lombardia con 7 miliardi, di cui circa 5 miliardi di export, Sicilia con 6 miliardi, Veneto con 5 miliardi.Tra le province è prima Milano con 11 miliardi di import dall’Asia e 9 miliardi di export, ma anche con quasi mezzo miliardo di import dal Medio Oriente e 2 miliardi di export. Segue Siracusa con 5 miliardi di import dall’Asia e 4 miliardi dal Medio Oriente. Arriva poi Roma con 4 miliardi di import dall’Asia e 2 miliardi di export e 1,4 miliardi di import dal Medio Oriente e mezzo miliardo di export. Seguono poi Napoli, Torino, Vicenza, Bologna. Firenze, Bergamo.Tra i settori, con l’Asia, nei primi nove mesi 2023, prevale l’import di petrolio, con 19 miliardi; di metalli con 11 miliardi in nove mesi; di tessili con 10 miliardi, di computer ed elettronica con 8,5 miliardi. Per export primi i macchinari con 12 miliardi e la moda con 11 miliardi. Tra i settori, con il Medio Oriente, nei primi nove mesi 2023, prevale l’import di petrolio, con 16 miliardi, prodotti petroliferi con 3 miliardi in nove mesi. Nell’export primo settore è quello dei macchinari con 4 miliardi e i mezzi di trasporto con 2 miliardi. LEGGI TUTTO

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    Confindustria, in miglioramento le aspettative delle grandi imprese sulla produzione

    (Teleborsa) – A gennaio quasi la metà di un campione di imprese industriali grandi associate a Confindustria si attende un livello di produzione stabile rispetto a dicembre (47,1%). Si tratta di un miglioramento rispetto al mese precedente, quando la stessa quota era pari al 33,4%, ed era più alta la percentuale di imprese che si aspettavano un rallentamento dell’attività. E’ quanto emerge dall’indagine rapida sulla produzione industriale diffusa dal Centro Studi di Confindustria. Sale anche la quota di imprese che prospettano un aumento del livello di produzione nel mese corrente rispetto al precedente (il 40,2% dichiara un aumento rilevante o moderato della produzione, contro il 23,8% in dicembre). Secondo le grandi imprese di Confindustria, la dinamica di domanda e ordini sarà il principale fattore di traino per la loro attività nei prossimi mesi. Le aspettative sull’andamento della domanda e degli ordini nei prossimi mesi, infatti, migliorano a gennaio: il saldo tra attese di miglioramento e peggioramento passa a 5,2% da 1,1% di dicembre. Al contrario, le aspettative delle imprese intervistate riguardo i costi di produzione diventano più sfavorevoli: il saldo tra la quota di imprese che riportano una riduzione e quelle che ne segnalano un aumento si riduce a gennaio (-2,6% rispetto a 1,6% a dicembre). Peggiora, nella rilevazione di gennaio, il saldo relativo alla disponibilità di manodopera che torna in territorio negativo (-1,9% da 0,2% a dicembre), sebbene in deciso miglioramento rispetto ai valori di inizio serie (-7,2%, marzo 2023). Il divario tra la quota di imprese che hanno riportato un miglioramento delle condizioni finanziarie e quella di chi ha riportato un peggioramento è lievemente aumentato a gennaio, rispetto al mese precedente (-0,1% da -2,3%), sebbene ancora negativo. Meno sfavorevoli le attese delle imprese relative alla disponibilità di materiali (saldo a -0,6 da -3,1%). Al contrario, le valutazioni riguardanti la disponibilità di impianti si deteriorano (-0,1% da 2,4).(Foto: Clayton Cardinalli su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Giorgetti: per MEF attenzione ad Africa è “già realtà”

    (Teleborsa) – Per il Ministero dell’Economia e delle Finanze l’attenzione verso l’Africa “è già una realtà”. Lo ha affermato il responsabile del Dicastero, Giancalo Giorgetti, nel suo intervento al vertice Italia-Africa. Il Mef, ha spiegato Giorgetti “cura molti aspetti” tra cui le infrastrutture, in termini di “reti energetiche, trasporti e connettività digitale come il cavo sottomarini ELMED che connette l’Italia alla Tunisia. Le infrastrutture sono un ingrediente chiave per il successo dell’area di libera scambio africana”. I paesi africani, ha sottolineato Giorgetti “hanno un enorme potenziale e hanno bisogno di accedere alle catene del valore regionali e globali. Questo richiede un nuovo modello di partnership con investitori e paesi stranieri. L’Italia è qui per questo e questo è ciò che concretamente offre il Piano Mattei”.Nello stesso ambito si colloca “sostegno italiano all’iniziativa Resilient and Inclusive Supply-chain Enhancement (RISE), lanciata su iniziativa del G7 con la Banca Mondiale”. Giorgetti ha soiegato che il RISE “colma i divari di sviluppo nelle catene di fornitura con particolare attenzione ai materiali critici e alle tecnologie energetiche pulite”. “Durante la nostra Presidenza del G7 – ha concluso Giorgetti – lavoreremo per migliorare la diversificazione delle catene di approvvigionamento e di produzione”.Il Ministro ha ribadito un messaggio già sottolineato dalla Presidente del Consiglio Meloni ossia che “la Presidenza del G7 l’Africa è una priorità assoluta”. Giorgetti ha ricordato che c’è una una tavola rotonda ministeriale dei Paesi G7 con i partner africani agli incontri annuali della Banca Mondiale e del fondo Fondo Monetario il prossimo ottobre. “Molti filoni di lavoro – ha aggiunto – sono la prevenzione di crisi del debito, infrastrutture verdi, contrasto ai cambiamenti climatici, preparazione sanitaria/pandemica”. Oltre a questo “proseguiremo il dibattito sulle riforme delle Banche Multilaterali di Sviluppo sostenendo le situazioni di fragilità, per agire circostanze e instabilità”.”Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, dei quali circa 3 miliardi provengono dal Fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo”, ha sottolineato la presidente del Consiglio Meloni prendendo la parola in Senato. “Siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri continenti sia interconnesso e che è possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole”, ha aggiunto Meloni che ha parlato di “un piano così ambizioso non potrà funzionare senza il coinvolgimento di tutto il sistema-Paese nel suo complesso, a partire dalla cooperazione allo sviluppo e dal settore privato che è fondamentale coinvolgere nella nostra strategia”. LEGGI TUTTO

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    Eni ottiene certificazione ISO 3730:2021 del Sistema di Gestione della Compliance

    (Teleborsa) – A esito di un articolato processo valutativo che ha visto un ampio coinvolgimento delle strutture aziendali attraverso interviste e analisi documentali, Eni ha ottenuto da RINA Services, società leader nella certificazione in Italia, la certificazione ISO 37301:2021 del proprio Sistema di Gestione della Compliance. Eni – sottolinea la società in una nota – è tra le prime realtà italiane a ottenere la certificazione ISO 37301:2021 a conferma della solidità del modello di compliance integrata adottato dalla società, che consente di gestire i rischi dicompliance in maniera efficace e strutturata, garantendo la conformità dei propri processi alle normative vigenti e la centralità del successo sostenibile come elemento cardine della strategia.La norma ISO 37301:2021, infatti, non solo specifica i requisiti per un efficace Sistema di Gestione della Compliance all’interno di un’organizzazione, ma intende anche contribuire a tre importanti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: Lavoro dignitoso e crescita economica, Città e comunità sostenibili, Pace, giustizia e istituzioni forti.”La certificazione – ha dichiarato Luca Franceschini, direttore Compliance Integrata di Eni – rappresenta un ulteriore riconoscimento dell’impegno di Eni nel promuovere e diffondere una cultura della compliance, che orienti i comportamenti e la gestione del business al rispetto dei valori di integrità, correttezza, trasparenza e sostenibilità. Questo importante risultato si inserisce in un percorso di valorizzazione dei temi etici e di conformità fortemente voluto dai vertici aziendali nel corso degli anni, che ha portato, dapprima, alla costituzione, alle dirette dipendenze del CEO, di una funzione di compliance integrata, indipendente e focalizzata esclusivamente sui temi di etici e di conformità, e, da ultimo, alla ridefinizione del Codice Etico in chiave di carta valoriale per guidare le persone nei propri comportamenti verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali nel rispetto dei principi di integrità e trasparenza”.La certificazione ISO 37301:2021 si aggiunge a quella di conformità del Compliance Program Anti-Corruzione di Eni alla norma ISO 37001:2016, ottenuta da Eni, prima società italiana, fin dal 2017 e da allora periodicamente rinnovata. LEGGI TUTTO

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    Gaza, Corte dell’Aja: Israele eviti il genocidio. Nessuna decisione sul cessate il fuoco

    (Teleborsa) – La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha deciso che che ci sia sufficiente urgenza per ordinare misure provvisorie contro Israele. La giudice Joan Donoghue ha infatti a Israele di “prendere tutte le misure per prevenire qualunque atto di genocidio a Gaza”. Dalla Corte non è arrivata invece alcuna indicazione per un cessate il fuoco a Gaza, contrariamente alle richieste del Sudafrica. La Corte ha chiesto a Israele di preservare le prove del presunto genocidio a Gaza. Donoghue ha infatti ordinato a Israele di riferire alla corte entro un mese e ha anche affermato che devono essere adottate misure per migliorare la situazione umanitaria nella Striscia. Israele deve poi adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria urgenti e necessari per affrontare le condizioni di vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza. La Corte ha inoltre chiesto il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza nelle sue dichiarazioni in merito alla richiesta di misure urgenti presentata dal Sudafrica. La Corte ritiene che esista una controversia tra Israele e Sudafrica e attribuisce alla corte la giurisdizione per pronunciarsi sul caso. Lo ha affermato la giudice Donoghue, secondo cui “almeno alcuni atti sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio”, e “la Corte ritiene di non poter accogliere la richiesta di Israele di archiviare il caso”.”La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni”, ha dichiarato il premier Benyamin secondo cui “Israele combatte una guerra giusta contro i mostri di Hamas e la Corte ha respinto giustamente la richiesta di privarci del diritto all’autodifesa”. “La giornata di oggi segna una vittoria decisiva per lo Stato di diritto internazionale e una pietra miliare significativa nella ricerca di giustizia per il popolo palestinese – ha invece commentato ministero degli esteri del Sudafrica pochi minuti dopo la fine della lettura del pronunciamento della ICj –. Con una sentenza storica, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che le azioni di Israele a Gaza sono plausibilmente genocidio e ha indicato misure provvisorie su questa base. Per l’attuazione dello Stato di diritto internazionale, la decisione è epocale. Il Sudafrica ringrazia la Corte per la sua rapida decisione”. Quello dell’Aja è un passo importante che contribuisce ad isolare Israele ed “esporre i suoi crimini a Gaza”, ha detto un esponente di Hamas, citato dai media internazionali e ripreso da quelli israeliani, facendo appello che “l’occupazione applichi le decisioni” della Corte internazionale di giustizia. Anche l’Autorità nazionale palestinese ha accolto con soddisfazione le decisioni giunte oggi dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. “I giudici – ha rilevato in un intervento televisivo il ministro degli Esteri palestinese, Riad al-Malki – hanno stabilito i fatti e la legge, si sono pronunciati in favore dell’umanità e del diritto internazionale”.Gli Stati Uniti hanno ribadito la loro posizione secondo cui le accuse contro Israele di genocidio a Gaza sono “infondate”, dopo le misure ordinate dalla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja. “Continuiamo a credere che le accuse di genocidio siano infondate e notiamo che la Corte non ha accertato il genocidio né ha chiesto un cessate il fuoco nella sua sentenza”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano dopo che la corte ha ordinato a Israele di fare di tutto per “prevenire la commissione di tutti gli atti che rientrano nell’ambito” della Convenzione sul genocidio. “Le ordinanze della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti per le parti e queste devono rispettarle: l’Unione europea si aspetta la loro piena, immediata ed effettiva attuazione”, hanno invece dichiarato l’Alto rappresentante e la Commissione europea. LEGGI TUTTO

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    Claudio Rapino lancia “Maestro Distribution” con ILBE e RS productions

    (Teleborsa) – Lavorare a più livelli, partendo dallo sviluppo di lungometraggi e serie adatti allo sfruttamento internazionale e distribuire fino a 10 film lungometraggi all’anno. Con questo obiettivo Claudio Rapino lancerà la nuova società di sviluppo, consulenza e distribuzione con la partecipazione di ILBE e RS productions “Maestro Distribution”. La newco – che fornirà, inoltre, servizi di consulenza a terze parti per la gestione di library anche a livello internazionale – sarà operativa nei mercati internazionali dal prossimo EFM (European Film Market) a Berlino dove presenterà l’attività ed i primi progetti ai possibili futuri partner.Rapino gestirà l’azienda come CEO e si occuperà direttamente della costruzione del listino e dei contatti con i clienti internazionali e dirigerà un team di scrittori per sviluppare e vendere IP originali a produttori e partner esterni. Nel settore per oltre 15 anni, ha ricoperto il ruolo di Head of Acquisitions and Sales o Theatrical Manager per aziende come Leone Film Group, Notorious Pictures, Koch Media e più recentemente Movies Inspired. “Sono molto felice di questa nuova avventura – dice Rapino –. Nonostante le incertezze che circondano l’industria dell’intrattenimento, il mercato continua ad offrire grandi possibilità. È fondamentale costruire sinergie tra le tre fasi di sviluppo, produzione e distribuzione creando partnership anche con operatori di altri paesi. Se ampliamo il pubblico di riferimento e dialoghiamo con partner con background culturali diversi, sarà possibile sviluppare contenuti originali e storie innovative. Vorrei creare un’azienda capace di oltrepassare i limiti dei confini nazionali puntando sulle storie in grado di raggiungere un pubblico più vasto non per forza Italiano ma sfruttando il know-how ed il talento dei nostri story teller”.”Siamo molto soddisfatti della costituzione di questa nuova società che per noi è un ulteriore modo per avvicinarci con ancora più forza al mercato italiano continuando a dialogare, come abbiamo sempre fatto, con il mercato internazionale, creando una line up eterogenea e un team di professionisti per la realizzazione e fruizione dei nostri progetti. Motivo per il quale abbiamo scelto l’EFM per presentare Maestro Distribution, luogo da sempre funzionale e di indiscusso valore per le distribuzioni di tutto il mondo” ha dichiarato Andrea Iervolino, CEO di Ilbe.”Con Maestro Distribution miriamo a migliorare e ridefinire il modo in cui i contenuti vengono concepiti, sviluppati e distribuiti in Italia e dall’Italia. Vogliamo cogliere un’opportunità di mercato chiara e inesplorata nel settore cinematografico, RS Productions, attraverso la sua rete e competenza, supporterà Maestro Distribution al fine di fornire reali vantaggi ai produttori cinematografici italiani e internazionali” ha dichiarato Pietro Peligra, CEO di RS Productions. LEGGI TUTTO

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    Made in Italy, Dubai: è tutta italiana l’organizzazione di Mondo Expo

    (Teleborsa) – Presentata alla Rolex Tower di Dubai “Mondo Expo”, la nuova manifestazione dedicata al made in Italy che si terrà negli Emirati Arabi dal 13 al 18 novembre 2024 e vedrà coinvolte più di 100 aziende, oltre alle istituzioni italiane ed emiratine. Mondo Expo è il frutto della collaborazione tra Audience Zero, azienda italiana operante nel marketing e comunicazione aziendale, I-FT, gruppo di advisory globale e AlterExe. “La fiera vuole essere un momento di festa dedicato al Made in Italy – dice Sergio Meschi, responsabile di Audience Zero – ma anche una celebrazione dell’amicizia e della stretta collaborazione che lega Italia ed Emirati Arabi Uniti. L’apprezzamento di cui il Made in Italy gode negli Emirati è altissimo e questa vuole essere un’occasione al contempo per ringraziare gli amici degli Emirati per la loro attenzione e benevolenza e per far scoprire loro nuovi prodotti ed eccellenze italiane”.La manifestazione vede la presenza di numerosi stand istituzionali, oltre a quelli riservati alle imprese. “Ma il calendario è fitto di happening e vernissage dedicati all’arte, concerti di musica classica e workshops, per questo parliamo di vera e propria celebrazione dedicata al Made in Italy, più che di semplice fiera – spiega Francesco Cipriano, head di I-FT nel Golfo Persico –. Il nostro gruppo segue imprese su 4 continenti e il nostro è un punto di vista privilegiato per osservare come il Made in Italy sia davvero più che uno slogan e che rappresenti il forte interesse dei mercati internazionali per tutto ciò che l’Italia produce, inventa o anche solo immagina. Allo stesso modo abbiamo trovato il sostegno e la simpatia delle istituzioni Emiratine e avremo la presenza in Fiera anche di rappresentanti delle istituzioni degli Emirati, un’occasione di incontro e di amicizia, mai più preziosa come in questi momenti di tensioni internazionali”.”Le aziende del nostro Paese sono coscienti della forza del made in Italy e sanno che è un valore da tutelare, infatti il primo ringraziamento va alle aziende Italiane che ci hanno mostrato un forte interesse sin dall’inizio del progetto e continuano a incoraggiarci e a supportarci. Senza il loro supporto Mondo Italia non sarebbe stato possibile” conclude Massimo Lazzaretto di AlterExe. LEGGI TUTTO

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    Tre Zeta Group acquisisce il 100% di Walking World

    (Teleborsa) – Tre Zeta Group, da oltre 50 anni punto di riferimento nella produzione di suole di scarpe di lusso, annuncia l’acquisizione del 100% di Walking World, società specializzata nella produzione di fusbett (dal tedesco “letto del piede”) e riempitivi per suole in poliuretano espanso e con film, con cui il Gruppo rafforza ulteriormente il presidio della catena del valore della struttura della scarpa e l’offerta di prodotti, materiali e servizi ai clienti.Fondata nel 1990 nelle Marche a Porto Recanati, da Antonio Giampaoli e Sonia Mangialardo, Walking World è oggi una delle principali aziende specializzate nella produzione di componenti per sneaker. Walking World è cresciuta tra il 2020 e il 2022 a un CAGR del 40%, mantenendo un margine EBITDA al di sopra della media del mercato. Inoltre, negli ultimi anni la Società ha coerentemente varato un piano di investimenti in innovazione volti a ottimizzare il processo produttivo. In particolare, l’azienda ha stretto una partnership strategica per la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di suole in poliuretano con film, brevettato e unico sul mercato, che garantisce una maggiore efficienza e riduzione degli scarti.La ratio industriale dell’integrazione di Walking Word in Tre Zeta si fonda proprio su questi elementi che – spiega la società in una nota – portano all’interno del Gruppo una nuova tecnologia e un approccio produttivo coerente al suo impegno sul fronte della definizione dei più alti e nuovi standard di servizio al cliente, parallelamente all’utilizzo delle più avanzate tecnologie sviluppate per migliorare le performance in termini di prodotto, tempistiche e sostenibilità, rispondendo al meglio ai bisogni del mercato. L’operazione si inserisce nel piano di Tre Zeta volto a costruire il Gruppo di riferimento nella produzione di componenti per la struttura della calzatura per l’industria mondiale del lusso attraverso una crescita organica e per linee esterne. In particolare, l’acquisizione, oltre al già citato maggior presidio della filiera della struttura della scarpa, integrando la lavorazione di un materiale strategico per le sneaker come il poliuretano espanso e con film, amplia anche la sua presenza territoriale con l’ingresso nelle Marche, che ospitano uno storico distretto calzaturiero con le sedi di grandi brand del lusso Made in Italy e un ecosistema di produttori di grande valore. L’area si aggiunge alla Toscana, dove il Gruppo ha il suo headquarter, e al Veneto, dove è in fase di sviluppo un secondo importante impianto industriale.Il piano industriale a cui il Gruppo sta dando rapida esecuzione è partito a fine 2021 con l’ingresso in Tre Zeta di Koinos Capital – SGR indipendente di Private Equity che si distingue per l’approccio imprenditoriale con investimenti orientati a trasformare piccole eccellenze dell’industria italiana in leader internazionali – e oggi, a distanza di poco più di due anni, ha generato importanti risultati. L’acquisizione di Walking World è la quarta dall’ingresso di Koinos Capital nel 2021, e segue quella del Solettificio Do.Gi. (specializzata nella produzione di sottopiedi per calzature formali da donna); di Stil Stampi (eccellenza nella produzione di stampi in alluminio per suole) e di Suolificio Magonio (primaria realtà nelle suole per il mondo formale).L’obiettivo ultimo del piano è il completo controllo della filiera delle suole sneaker e formali, attraverso l’integrazione di nuove lavorazioni (innovative e sostenibili), materiali e prodotti. Mettendo a fattor comune know-how, capacità commerciale e produttiva – con un forte focus su innovazione tecnologica e attenzione alla sostenibilità – e competenza del management per garantire la qualità di un’ampia gamma di componenti riducendo ulteriormente i tempi di risposta, Tre Zeta Group si pone nei confronti dei clienti come un unico interlocutore integrato. Una strategia che già nel 2022 ha portato il Gruppo a superare i 76 milioni di euro di ricavi proforma e a consolidare il robusto trend di crescita nel 2023.”Con l’ingresso di Walking World in Tre Zeta ci posizioniamo sempre più come Gruppo di riferimento nel settore delle sneaker e delle calzature formali. Grazie agli investimenti in innovazione e alla visione lungimirante degli imprenditori, Walking World rappresenta un ulteriore acceleratore per la nostra crescita, aprendo ulteriori importanti sinergie per un’offerta completa come solo un interlocutore “one stop shop” può avere. Sono lieto di dare il benvenuto in Tre Zeta a Antonio Giampaoli e Sonia Mangialardo e a tutto il loro team” commenta Fabrizio Mecheri, CEO di Tre Zeta Group.”Siamo felici di aver incontrato sul nostro cammino una realtà come Tre Zeta , con cui – sottolinea Antonio Giampaoli, CEO di Walking World – condividiamo visione e passione. Siamo sicuri che nel Gruppo troveremo il supporto per un importante sviluppo tecnico-industriale, grazie a un solido know how e alle competenze orientate all’innovazione. Crediamo fortemente che grazie all’integrazione dei nostri prodotti e alle sinergie che creeremo, potremo crescere molto aprendoci a nuovi mercati, esprimendo tutto il nostro potenziale”. “Questa nuova operazione, la quarta dal nostro ingresso in Tre Zeta, – afferma Marco Morgese, Founding Partner di Koinos Capital – è particolarmente importante perché da un lato continua a dare esecuzione al piano industriale e, dall’altro, ci dà la possibilità di continuare il percorso di espansione territoriale, entrando anche nel distretto calzaturiero marchigiano. È un passo che ci dà ancora maggiore forza per continuare il percorso di aggregazione industriale di altre eccellenze del settore che sposeranno il nostro progetto e conferma la capacità del management di interpretare la nostra filosofia di espansione”. LEGGI TUTTO