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    Germania, inflazione sotto attese a febbraio al 2,5% tendenziale

    (Teleborsa) – Risulta a di sotto delle attese l’inflazione tedesca a febbraio 2024. Secondo la stima preliminare pubblicata da Destatis, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,4% su mese, rispetto al +0,2% del mese precedente e contro il +0,5% del consensus.Su base annuale, la variazione dei prezzi è indicata a +2,5%, dopo il +2,9% del mese precedente e sotto il +2,6% del consensus.L’inflazione armonizzata ha registrato su mese una variazione pari a +0,6%, in linea con il consensus, rispetto al -0,2% precedente. Su anno si registra un incremento del 2,7%, come atteso, che risulta inferiore al 3,1% precedente. LEGGI TUTTO

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    Credem e l’acceleratore Fin+Tech portano sei startup all’Università Bocconi

    (Teleborsa) – La collaborazione triennale tra il Gruppo Credem e “Fin+Tech” – il programma dedicato a startup che sviluppano soluzioni e servizi in ambito fintech e insurtech parte della Rete Nazionale Acceleratori di CDP, nato da un’iniziativa di CDP Venture Capital SGR insieme a Gruppo Credem, Digital Magics, Startupbootcamp, Fintech District e Nexi, – entra nelle aule dell’Università Bocconi di Milano. Sei startup di successo che hanno completato il percorso di accelerazione di Fin+Tech – spiega Credem in una nota – hanno presentato i loro progetti agli studenti del corso di Venture and Development Capital con l’obiettivo di dare l’opportunità agli studenti di applicare concretamente le nozioni apprese ed alle imprese di poter beneficiare delle competenze e degli stimoli ricevuti.Le imprese che hanno partecipato all’iniziativa (Cents, Takyon, Aptus.AI, Bitcoin People, Barter e Doorway) lo scorso novembre hanno presentato il proprio progetto e lo sviluppo raggiunto agli studenti che hanno poi lavorato in gruppi ristretti producendo, a dicembre, un report con una valutazione societaria e possibili strategie di crescita consegnato poi alle startup.Il progetto Fin+Tech prevede di accelerare fino a 16 startup all’anno selezionate in base a criteri legati al potenziale di crescita e dalla capacità di indirizzare le principali sfide di innovazione delle aziende del settore bancario e assicurativo. Le startup – Cents, è una piattaforma ad impatto sociale che unisce l’esperienza del dono ad ogni acquisto, connettendo persone, aziende ed istituti finanziari al Terzo settore, per la gestione di campagne di donazione. Takyon, permette di rivendere viaggi trasformando le prenotazioni nominali in beni digitali rivendibili e scambiabili (Nft). Per fare ciò ha creato la “tariffa rivendibile” e lanciato il “travel exchange”, primo marketplace di prenotazioni di servizi turistici, basato su blockchain e abilitato dalle opportunità del Web3. Aptus.AI è la startup RegTech che sfrutta l’IA proprietaria per trasformare la compliance da mero obbligo a generatore di opportunità di business, aumentando le capacità umane con una Generative AI più precisa a supporto della comprensione dei testi legali. Bitcoin People attraverso BPay, il primo software Erp in cloud, permette ad aziende e negozianti di accettare i pagamenti in Bitcoin, registrare la transazione e dichiararla comodamente al commercialista. Barter ha sviluppato una piattaforma di e-commerce B2B per il mondo retail. Un magazzino virtuale in cui gli utenti possono inserire, con una scansione del codice a barre e pochi clic, i prodotti che hanno in magazzino e sono disposti a cedere. Altri utenti possono così cercare nel marketplace di Barter e trovare ciò di cui hanno bisogno. Doorway è una start-up fondata per innovare il modo di raccogliere capitale di rischio per le start-up e le PMI attraverso una piattaforma di equity crowdinvesting Fintech che sarà autorizzata dalla Consob. I clienti di Doorway sono Business Angels, Family Offices e, più in generale, tutti gli investitori qualificati interessati a start up e PMI altamente scalabili. LEGGI TUTTO

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    Industria, Confindustria: produzione febbraio stabile e recupero domanda

    (Teleborsa) – Segnali di stabilizzazione per la produzione industriale e prospettive di recupero della domanda. Lo rileva l’indagine rapida del Centro Studi di Confindustria sull’attività delle grandi imprese industriali. Nella rilevazione di febbraio più della metà del campione di grandi imprese industriali associate a Confindustria si attende un livello di produzione stabile rispetto al mese precedente (53,7%). Il risultato non si discosta molto da quanto riscontrato a gennaio, evidenziando pertanto una certa stabilizzazione della produzione. La quota di imprese che, a febbraio, prospettano un aumento del livello di produzione (37,2%) è più alta rispetto a quelle che si attendono una diminuzione (9,1%). Il saldo delle risposte, pertanto, migliora ulteriormente rispetto a gennaio, perché si azzera la quota di imprese che si attendono una diminuzione rilevante della produzione.Secondo le grandi imprese di Confindustria, la dinamica di domanda e ordini sarà il principale fattore di traino per la propria attività nei prossimi mesi. Le aspettative sull’andamento della domanda e degli ordini, infatti, migliorano a febbraio per il secondo mese consecutivo: il saldo tra attese di miglioramento e peggioramento passa a 10,9% da 5,4% di gennaio. Peggiorano, invece, le aspettative delle imprese intervistate riguardo i costi di produzione: il saldo tra la quota di imprese che riportano una riduzione e quelle che ne segnalano un aumento si riduce a febbraio (-8,9% da -2,5% di gennaio). Anche il saldo relativo alla disponibilità di manodopera rimane negativo, peggiorando nella rilevazione di febbraio rispetto a quella precedente (- 2,3% da -1,8% a gennaio), sebbene lontano dai valori di inizio serie (-7,2% a marzo 2023).Il divario tra la quota di imprese che hanno riportato un miglioramento delle condizioni finanziarie e quella di chi ha riportato un peggioramento scende di nuovo sui valori di dicembre (-2,1% da -0,1%). A febbraio migliorano per il secondo mese consecutivo e tornano in territorio positivo le attese relative alla disponibilità di materiali (saldo a 0,6% da -0,9%). In miglioramento anche le valutazioni riguardanti la disponibilità di impianti (1,6% da – 0,1%)..Il Centro Studi Confindustria stima che a gennaio l’indice Real Time Turnover, costruito in base al fatturato di un campione di circa 180mila imprese operanti in tutti i settori e territori dell’economia italiana, registra un moderato calo dello 0,4%. il calo complessivo – viene spiegato – è dovuto alle costruzioni, a fronte di dati positivi per servizi e industria. A gennaio, Rtt indica una moderata flessione del fatturato a prezzi costanti delle imprese, pari a -0,4% (dopo il +1,6% di dicembre). Rtt indica, quindi, che il primo trimestre del nuovo anno si è aperto in calo, riducendo il trascinamento positivo, già piuttosto contenuto, ereditato dal 2023. Nei servizi si registra un ulteriore aumento mensile (+1,1%, dopo +2,7% a dicembre), che sostiene la dinamica complessiva di Rtt. A gennaio si è avuto un forte aumento di Rtt nell’industria, +3,2%, dopo la flessione di dicembre. Questo dato, con il calo delle scorte Istat a inizio anno, suggerisce un debole aumento di produzione LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite dettaglio gennaio +2,3% a/a

    (Teleborsa) – In aumento a gennaio 2024 le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite sono salite del 2,3% su base annuale, più del +2% stimato dagli analisti e meno del +2,4% di dicembre (rivisto da un preliminare del +2,1%).Su base mensile le vendite sono salite dello 0,8% contro il -2,6% del mese precedente.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +0,4% su anno e un -4,8% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento dello 0,9% tendenziale e un calo del 2,9% su mese.(Foto: Photo by Alex Knight on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Surgelati: oltre 645 mila tonnellate i consumi a casa

    (Teleborsa) – Tiene il comparto dei prodotti surgelati che chiude il 2023 con 645mila tonnellate di consumi domestici, un dato incoraggiante soprattutto se rapportato al 2019 registrando una crescita del 9,4% (589mila tonnellate). È la fotografia scattata dall’Iias – Istituto Italiano Alimenti Surgelati in vista della ‘Giornata del cibo surgelato’ del prossimo 6 marzo. Un dato in lieve calo dell’1,2% rispetto al 2022, comunque previsto dopo anni di crescita record e le tante difficoltà economiche.In termini percentuali, i dati Retail 2023 mostrano infatti una crescita a volume del comparto frozen del +9,4% rispetto ai consumi domestici 2019. Un valore che evidenzia una spinta positiva del comparto, a fronte di una serie di forti criticità che, nell’ultimo triennio, hanno colpito non solo il settore alimentare, ma l’intera economia italiana e mondiale: dal Covid alla crisi energetica, dal boom dei prezzi delle materie prime all’inasprirsi delle relazioni internazionali.Un dato complessivamente positivo che, se valutato rispetto al 2022, mostra solo una leggera flessione a volume nel Retail pari al -1,2% – largamente prevista dopo anni di crescita record e continuativa e a seguito della ripresa dei consumi fuori casa post pandemia – confermando una tenuta del mercato non scontata, che dimostra ancora una volta quanto i prodotti surgelati siano divenuti ottimi ‘alleati’ dei consumatori italiani in ogni occasione e che si prevede possa essere facilmente compensata anche da una plausibile crescita nei consumi di frozen food al di fuori della mura domestiche (i cui dati complessivi saranno resi noti a luglio).”Il 2023 è stato un anno con non poche difficoltà – commenta il presidente Giorgio Donegani – dai problemi di approvvigionamento delle materie prime, registrati nei primi mesi dell’anno e provocati da eventi climatici estremi, alle criticità incontrate dalla logistica e dai trasporti a livello globale, fino al perdurare dell’inflazione, soprattutto nel comparto alimentare”.Ma quali sono state nel 2023 le categorie merceologiche surgelate più amate dai consumatori italiani? I vegetali si confermano al primo posto, frutto di scelte alimentari sempre più consapevoli ed equilibrate. Con 215.695 tonnellate consumate nel 2023 (rispetto alle 213.345 del 2019), i vegetali sono cresciuti del +1,1%, dimostrandosi un valido alleato di chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali, ma anche di chi è propenso a scegliere sempre più proteine a base vegetale.Seguono, con 110.532 tonnellate, le patate, che registrano la crescita più significativa in termini numerici: con un +35,8% sul 2019 (quando i consumi avevano raggiunto le 81.393 tonnellate). Un prodotto amato tanto per il gusto quanto per la praticità di preparazione.Al terzo posto figura il pesce surgelato (naturale e panato), che ha raggiunto quota 92.372 tonnellate, con un incremento del +2,25% rispetto alle 90.335 tonnellate del 2019. I prodotti ittici frozen si sono fatti apprezzare dai consumatori in quanto sicuri, salutari, nutrienti, sempre disponibili, facili da preparare e trasparenti grazie alla completezza delle informazioni presenti sulle confezioni.Da evidenziare, nel 2023, anche il boom ottenuto dai piatti pronti surgelati, con un trend di crescita nei consumi domestici del +34,3% fra il 2019 e il 2023. L’alta qualità degli ingredienti, le ricettazioni tradizionali ma anche innovative, la velocità nelle modalità di preparazione e l’attenzione all’equilibrio nutrizionale sono alcuni dei fattori che hanno fatto di questa categoria la migliore risposta ai nuovi stili di vita delle famiglie italiane, che lasciano sempre meno spazio alle preparazioni domestiche.Discorso a parte merita il comparto delle pizze surgelate, dove a fronte di incrementi a due cifre nel 2020 / 2021, si è assistito ad un assestamento nel 2022 / 2023 essenzialmente dovuto alla ripresa dei consumi fuori casa. Da segnalare come negli ultimi anni questa categoria abbia proseguito con successo il suo cammino sulla strada dell’innovazione: l’offerta è divenuta sempre più varia, con l’introduzione di nuovi formati e ingredienti, l’uso di farine integrali o di kamut e le versioni senza glutine, per andare incontro anche alle esigenze dei consumatori con specifiche intolleranze.”I dati 2023 relativi ai consumi domestici di surgelati – conclude il Presidente IIAS – testimoniamo come questi prodotti abbiano fatto un balzo in avanti tanto nella percezione quanto nelle scelte di acquisto dei consumatori italiani, che continuano a premiarli per le loro prerogative intrinseche: alta qualità organolettica, naturalità, disponibilità in tutti i mesi dell’anno, elevati contenuti nutrizionali, ampiezza e varietà dell’offerta, trasparenza delle informazioni in etichetta. Oggi e per il futuro, l’intero comparto è fortemente impegnato a garantire, alla crescente platea di consumatori sempre più propensi a portare abitualmente sulle proprie tavole prodotti surgelati, alimenti di alta qualità e con prezzi accessibili”.(Foto: Dan Gold on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Indicazioni geografiche, UE dà il via libera a riforma: tutela rafforzata

    (Teleborsa) – Con un’amplissima maggioranza di 520 voti favorevoli (solo 19 contrari e 64 astensioni) il Parlamento Europeo ha approvato definitivamente la riforma del Regolamento sulle Indicazione geografiche per il vino, le bevande spiritose e i prodotti agricoli. Un via libera che arriva dopo un percorso cominciato oltre due anni fa che ha portato al compromesso raggiunto nel Trilogo dello scorso ottobre tra i negoziatori di PE, Consiglio UE e Commissione europea e al via libera del Comitato Speciale Agricoltura del Consiglio UE. Si attende ora l’adozione formale del regolamento da parte del Consiglio. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo, circa a metà aprile. Una riforma che mette d’accordo tutti e che, soprattutto dopo le proteste degli agricoltori e le tante richieste disattese, sembra riavvicinare l’Unione Europea ai protagonisti del settore primario, che da mesi pressano per ottenere più attenzione da parte della Ue nei confronti della crisi dell’agricoltura. Ad oggi, il registro delle IG dell’Unione europea contiene quasi 3.500 voci, con un valore di vendita di quasi 80 miliardi di euro. Il nuovo regolamento contiene misure per proteggere le IG anche online, conferire maggiori poteri ai produttori e semplificare il processo di registrazione delle IG. Soddisfatto il ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che definisce la riforma un “ulteriore traguardo in difesa delle nostre eccellenze. L’obiettivo del nuovo regolamento – ha ricordato il ministro – è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità e l’eccellenza che ci caratterizza da sempre e sulla distintività che rende così particolari le nostre produzioni agroalimentari al punto da diventare uniche sul mercato globale”.”È questa l’Europa che vogliamo, al fianco gli agricoltori per renderli sempre più competitivi e sostenibili, riallacciando quel legame con le nostre aree rurali che pare essersi smarrito negli ultimi anni – commenta Paolo de Castro, relatore del provvedimento per l’Europarlamento –. Il successo di oggi restituisce un esempio di come l’Europa, quando è spinta dalla giusta volontà politica, sia in grado di accompagnare gli agricoltori verso quei modelli produttivi che hanno reso la nostra filiera agro-alimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità e sostenibilità del cibo, grazie a un modello unico di tutela, gestione e promozione dei prodotti ad indicazione geografica, sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio. Il nuovo regolamento farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico. Dopo le crisi dovute alla pandemia, all’invasione russa dell’Ucraina e all’impennata dei costi di produzione – sottolinea il relatore del Parlamento europeo – finalmente una buona notizia per gli agricoltori europei! Ora il testimone passa nelle mani dei produttori e delle filiere, che dovranno dimostrare di essere all’altezza della sfida, e sfruttare al meglio quanto tracciato con questo Regolamento. Dal canto nostro, chiediamo la creazione di un piano d’azione europeo che possa ulteriormente supportare e consolidare un patrimonio non de-localizzabile, che coinvolge milioni di operatori”. Tra i diversi aspetti della riforma vi è una tutela in più per i prodotti italiani. “La riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) tutela il primato italiano nell’Unione Europea con 892 prodotti riconosciuti, tra alimentari, vini e liquori, che sviluppano un valore di oltre 20 miliardi di euro e danno lavoro a 890mila persone impegnate nelle filiere – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini –. Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che, oltre all’impatto economico e occupazionale, rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese. La riforma prevede, come richiesto da Coldiretti, lo stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp, come nel caso del Proosek, il vino croato che evoca il Prosecco italiano. Sarà obbligatorio indicare il nome del produttore sull’etichetta di una Denominazione di Origine Protetta (Dop) o di una Indicazione Geografica Protetta (Igp), al fine di garantire la massima trasparenza ai consumatori. Ci sarà – spiega la Coldiretti – maggiore tutela dei prodotti a indicazione d’origine anche come ingredienti in prodotti trasformati, soprattutto sul web. Il nuovo regolamento riconosce e valorizza poi le pratiche sostenibili, che comprendono aspetti ambientali, economici e sociali, inclusi il benessere animale. Inoltre – conclude Coldiretti – conferisce maggiore autonomia ai gruppi di produttori, consentendo di istituire un sistema volontario per potenziare la loro posizione all’interno della filiera. La principali novità previste dalla riformaProtezione online – Durante i negoziati con gli Stati membri, i deputati hanno insistito affinché le autorità nazionali abbiano l’obbligo di adottare misure amministrative e giudiziarie per prevenire o fermare l’uso illegale delle IG, non solo offline, ma anche online. I nomi di dominio che utilizzano illegalmente le IG saranno chiusi o disabilitati tramite blocchi geografici (geoblocking). L’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (in inglese European Union Intellectual Property Office, EUIPO) istituirà un sistema di allerta a tal fine. Protezione delle IG come ingredienti – Le nuove norme stabiliscono inoltre che un’IG che designa un prodotto utilizzato come ingrediente possa essere utilizzata nella denominazione, nell’etichettatura o nella pubblicità di un prodotto trasformato correlato, solo se l’ingrediente con simbolo IG è utilizzato in quantità sufficienti da conferire al prodotto trasformato una caratteristica essenziale, e se nello stesso prodotto non viene utilizzato nessun altro ingrediente paragonabile a quello con marchio IG. La percentuale dell’ingrediente IG dovrà essere comunque indicata su un’etichetta. Eventuali gruppi di produttori di questi ingredienti dovranno essere informati dai produttori del prodotto trasformato, e potranno formulare raccomandazioni sull’uso corretto dell’IG. Maggiori diritti per i produttori di IG – I produttori delle IG saranno in grado di prevenire o contrastare eventuali misure o pratiche commerciali pregiudizievoli per l’immagine e il valore dei loro prodotti, compresa la svalutazione delle pratiche di commercializzazione e l’abbassamento dei prezzi. Per aumentare la trasparenza per i consumatori, i deputati hanno anche assicurato che i nomi dei produttori compaiano nello stesso campo visivo dell’indicazione geografica, sull’imballaggio di tutte le IG. Registrazione semplificata – La Commissione rimarrà l’unica responsabile per gestire il sistema delle IG, secondo il regolamento approvato. Il processo di registrazione delle IG sarà più semplice e sarà fissato un termine di massimo sei mesi per la verifica delle domande per le nuove IG. (Foto: © Architecture Studio) LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Calderone: 1,4 milioni di posti disponibili, il 50% non coperti

    (Teleborsa) – “Nel primo trimestre dell’anno abbiamo 1,4 milioni di posti di lavoro disponibili, ma difficoltà di reperimento delle figure professionali pari al 50%”. Questi i dati diffusi dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, nel corso di un’audizione a Palazzo San Macuto in Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. “E non stiamo cercando soltanto astronauti – ha sottolineato Calderone – questo per dire che non guardiamo solo alle alte professionalità, ma a quelle indispensabili per fare andare avanti le industrie manifatturiere: metalmeccaniche, siderurgiche, elettriche. È molto importante favorire il link tra scuola e lavoro. Le aziende dicono che mancano professionalità specifiche nel settore dell’industria, che oggi non sono così facili da trovare nel contesto territoriale. Non a caso abbiamo un aumento esponenziale delle richieste di permessi di soggiorno e autorizzazioni a stipulare contratti con lavoratori extracomunitari”. Ampliando lo sguardo, Calderone ha posto l’accento sul degrado sociale. “Dopo le difficoltà causate dalla pandemia, le situazioni di degrado sociale e familiare si sono amplificate nel tempo e richiedono soluzioni – ha detto la ministra –. Sono i minori che rischiano di pagare le conseguenze maggiori. Il ministero finanzia misure e interventi per le famiglie in condizioni di vulnerabilità. C’è un apposito fondo che finanzia i programmi di intervento per rafforzare gli accompagnamenti alle famiglie indigenti e ridurre i rischi di maltrattamento e l’allontanamento dei bambini dalle famiglie di origine”. L’obiettivo del Governo – ha spiegato Calderone – è “individuare misure che non siano spot, non percorsi che hanno un inizio e una fine. Ma strumenti che parlano di inclusione o reinclusione nel mondo del lavoro. L’Adi (assegno di inclusione) – ha ricordato – è rivolto soprattutto ai nuclei familiari più fragili. Riteniamo sia giusto sostenere famiglie in difficoltà, ma non fare di quella condizione una condizione senza via di uscita”. LEGGI TUTTO

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    Polestar ottiene finanziamento di 950 milioni di dollari da pool di banche

    (Teleborsa) – Polestar, marchio svedese di auto elettriche, ha ottenuto 950 milioni di dollari in finanziamenti da un consorzio di banche per finanziare la fase successiva del suo sviluppo e coprire gran parte del fabbisogno finanziario stimato (la liquidità in bilancio al 31 dicembre 2023 ammontava a circa 770 milioni di dollari). Il finanziamento è stato fornito da 12 primarie banche internazionali tra cui BNP Paribas, Natixis, Standard Chartered, BBVA, HSBC e SPDB, sotto forma di un prestito triennale, si legge in una nota.Il finanziamento sarà accompagnato da un programma di efficienza. Tra le altre misure, dalla metà del 2023 è stato tagliato il 10% dei posti di lavoro, a cui seguirà un ulteriore 15% quest’anno. Si tratta di passi importanti per raggiungere gli obiettivi per il 2025: il pareggio a livello di flusso di cassa, un volume annuo di oltre 155.000 unità e un margine lordo molto elevato.Oltre al maxi-finanziamento, è anche la nuova struttura azionaria di Polestar recentemente annunciata a fornire “una solida base per l’ulteriore sviluppo del business del marchio”, viene sottolineato. Con la nuova struttura, la cinese Geely diventerà il secondo maggiore azionista e la svedese Volvo Cars intende mantenere una quota del 18%. A inizio mese Volvo Cars aveva detto che avrebbe smesso di finanziare Polestar e venerdì scorso ha annunciato che prevede di distribuire ai propri azionisti il 62,7% della sua partecipazione nel produttore di veicoli elettrici.”Ciò segna una nuova fase nell’attività di Polestar – afferma il CEO Thomas Ingenlath – Gli sforzi degli ultimi anni stanno dando i loro frutti: abbiamo migliorato la nostra base di costi, ottenuto finanziamenti e stiamo intensificando la nostra offensiva di prodotto. Entrambi i SUV ora rafforzano il marchio, si rivolgono a uno dei segmenti in più rapida crescita del settore e ci posizionano per una forte crescita dei volumi e una progressione del margine di profitto a partire dalla seconda metà del 2024″.Polestar prevede che la progressione del volume e dei margini sarà spostata verso la seconda metà del 2024, quando i due SUV raggiungeranno la piena produzione e la distribuzione globale. LEGGI TUTTO