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    Cambiamento climatico: nel mondo danni per 200 miliardi di dollari l’anno

    (Teleborsa) – Inondazioni, cicloni tropicali, tempeste invernali in Europa e forti temporali, causano oggi perdite economiche globali stimate in 200 miliardi di dollari ogni anno. Ma, a causa del cambiamento climatico, le perdite economiche sono destinate ad aumentare. È quanto emerge dal nuovo rapporto dello Swiss Re Institute “Changing Climates: the heat is (still) on” che – sulla base dei risultati del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) – analizza i luoghi in cui è probabile che i pericoli si intensifichino e sovrappone le proprie stime delle perdite economiche derivanti dai quattro principali pericoli meteorologici. Ciò fornisce una visione delle possibili implicazioni economiche dirette nel caso in cui le catastrofi naturali legate alle condizioni meteorologiche si intensificassero a causa del cambiamento climatico.L’analisi di 36 paesi classifica le Filippine e gli Stati Uniti come i paesi economicamente più esposti oggi, dove è probabile che si verifichi un’intensificazione dei rischi a causa dei cambiamenti climatici. Con perdite economiche annuali pari al 3% del PIL, ad oggi, le Filippine sono il paese maggiormente colpito dai quattro pericoli meteorologici di tutti i 36 paesi, pur essendo esposte anche ad un’elevata probabilità di intensificazione dei rischi. Gli Stati Uniti sono i secondi più esposti: con un valore di 97 miliardi di dollari (0,38% del PIL) ad oggi, gli Usa registrano le maggiori perdite economiche in termini assoluti a causa di eventi meteorologici a livello mondiale e, allo stesso tempo, una probabilità media che i pericoli si intensifichino.In generale, i paesi con notevoli lacune nella protezione assicurativa e in cui l’adozione di misure di mitigazione e adattamento delle perdite ritarda rispetto al tasso di crescita economica, – rileva il rapporto – sono finanziariamente più a rischio a causa dell’intensificazione dei rischi. Secondo il rapporto, le economie asiatiche in rapida crescita come Thailandia, Cina, India e Filippine sono le più vulnerabili.L’Italia, tra il 2013 e il 2022, per i fenomeni metereologici legati al cambiamento climatico ha subito danni per 37 miliardi di dollari, di cui solo 5 erano assicurati. Dati che mostrano un “protection gap”, una assenza di protezione, pari all’87% dei casi. Nella classifica delle perdite in relazione al PIL l’Italia è 17esima, con una perdita stimata pari allo 0,11% (2,3 mld dollari). Nel 2023, in particolare, l’Italia è stato il Paese europeo più colpito da temporali e tempeste – come dimostrano l’alluvione dell’Emilia-Romagna e la grandine del Nord Italia – con perdite assicurate oltre i 3 miliardi di dollari, le più alte mai registrate nel nostro Paese. Gli Stati Uniti e le Filippine sono i paesi più colpiti. “Il cambiamento climatico – afferma Jérôme Jean Haegeli, economista capo del gruppo Swiss Re – sta portando a eventi meteorologici più gravi, con un conseguente impatto crescente sulle economie. Pertanto, diventa ancora più cruciale adottare misure di adattamento. La riduzione del rischio attraverso l’adattamento favorisce l’assicurabilità. Il settore assicurativo è pronto a svolgere un ruolo importante catalizzando gli investimenti nell’adattamento, direttamente come investitore a lungo termine e indirettamente attraverso la sottoscrizione di progetti a sostegno del clima e la condivisione della conoscenza dei rischi”.Mentre si prevede che il rischio di inondazioni si intensificherà a livello globale, il principale motore delle maggiori perdite economiche legate al clima negli Stati Uniti, così come nell’Asia orientale e sud-orientale, sono i cicloni tropicali. Oggi, in termini assoluti, le perdite economiche dovute agli eventi meteorologici negli Stati Uniti sono le più alte al mondo, principalmente a causa dei cicloni tropicali (uragani). Anche i forti temporali rappresentano una parte importante delle perdite economiche.Il primo passo verso la riduzione delle perdite – evidenzia il report – è ridurre il potenziale di perdita attraverso misure di adattamento. Esempi di azioni di adattamento includono l’applicazione delle norme edilizie, l’aumento della protezione dalle inondazioni, tenendo d’occhio gli insediamenti nelle aree soggette a pericoli naturali. In definitiva, le perdite in percentuale del PIL di ciascun paese dipenderanno dall’adattamento futuro, dalla riduzione delle perdite e dalla prevenzione. LEGGI TUTTO

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    Auto, Urso: governo in contatto con case cinesi e Tesla per avere secondo produttore in Italia

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che il governo ha iniziato un’interlocuzione con produttori di auto di vari paesi, tra cui “orientali” e con la statunitense Tesla, per avere in Italia una seconda casa automobilistica. In un’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, il ministro ha fatto sapere che “anche in Italia sin dall’inizio della legislatura, nella necessità di rafforzare nel nostro paese, stiamo lavorando per creare le condizioni affinché un nuovo investitore possa localizzarsi nel nostro paese, così da avere almeno una seconda casa automobilistica che possa far carico dell’esigenza di contribuire a salvaguardare e rafforzare l’indotto”. Urso ha affermato che “l’ecosistema nazionale è molto favorevole” in termini di componentistica, design, ricerca e tecnologie. “Sono fattori che hanno favorito il dialogo con produttori esteri interessati ad approcciare i mercati europei. Si tratta di case automobilistiche che al momento non producono in Europa, ma che guardano con interesse al nostro mercato consapevoli anche che l’Europa (…) dovrà necessariamente tutelare il mercato interno dalla concorrenza sleale con misure commerciali, come stanno facendo gli Stati uniti, e con misure industriali, come dobbiamo assolutamente fare nel nostro continente”. Le dichiarazioni di Urso arrivano dopo che la cinese BYD ha dichiarato di aver ricevuto un contatto dall’Italia per produrre in Italia. “Sapete anche voi che i residenti della città di Gruenheide, nell’est della Germania, hanno respinto a larga maggioranza un piano di espansione massiccia dell’unico impianto di assemblaggio europeo di Tesla e questo comporterà certamente una revisione dei piani del gruppo statunitense con il quale, anche con lui, dialoghiamo da mesi”, ha dichiarato il ministro. “Stiamo avendo – ha proseguito – riscontri molto positivi, ma si tratta di un processo ancora in corso, che richiede prudenza”.Per la tutela della produzione componentistica nel settore automotive Urso ha sottolineato che è necessario che Stellantis “receda dalla tentazione” di andare all’estero. “Siamo consapevoli che la tutela della componentistica richiede volumi produttivi pari almeno in Italia pari ad almeno 1 milione di vetture e 300mila veicoli commerciali leggeri”, ha segnalato Urso. “Per questo è fondamentale lavorare al raggiungimento di un’intesa con Stellantis, puntando a consolidare la loro rete di fornitura nazionale e facendo sì che il gruppo receda dalla tentazione di trasferire all’estero come emerge dalla stessa comunicazione che il gruppo ha trasmesso alle aziende della componentistica”, ha dichiarato il ministro. LEGGI TUTTO

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    Rifiuti, Parlamento europeo vieta esportazione di rifiuti di plastica UE verso paesi non OCSE

    (Teleborsa) – Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva le nuove misure UE di controllo per le spedizioni di rifiuti. Con 587 voti favorevoli, 8 contrari e 33 astensioni, i deputati hanno approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio che mira a proteggere più efficacemente l’ambiente e la salute umana, contribuendo nel contempo agli obiettivi dell’economia circolare dell’UE e dell’inquinamento zero.Le norme per l’esportazione di rifiuti dall’UE verso paesi terzi saranno più severe. Le esportazioni di rifiuti di plastica verso paesi non appartenenti all’OCSE saranno vietate entro due anni e mezzo dall’entrata in vigore del regolamento, mentre quelle verso i paesi dell’OCSE saranno soggette a condizioni più rigorose.All’interno dell’UE, lo scambio di informazioni e dati sulle spedizioni di rifiuti sarà digitalizzato, attraverso un hub elettronico centrale, per migliorare la comunicazione e la trasparenza. I rifiuti di spedizione destinati ad essere smaltiti in un altro paese dell’UE saranno consentiti solo in circostanze eccezionali. La nuova legge istituisce inoltre un gruppo di lavoro per migliorare la cooperazione tra i Paesi dell’UE sulla prevenzione delle spedizioni illegali. LEGGI TUTTO

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    Trasporto aereo, compagnie aeree: tassa su carburanti aviazione danneggerà economia

    (Teleborsa) – Airlines for Europe, European Regions Airline Association, Italian Board Airline Representatives e l’Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares – alcune delle principali associazioni di categoria delle compagnie aeree – hanno affermato che “un nuovo rapporto dimostra che l’introduzione di una tassa sul carburante per l’aviazione a livello europeo ridurrà la spesa turistica, inciderà sulla crescita economica e diminuirà i posti di lavoro in Italia e in Lazio”. Un rapporto commissionato alla società di consulenza economica globale Steer ha calcolato che una tassa sul carburante per l’aviazione porterebbe a una riduzione del PIL del Lazio di 640 milioni di euro e a una riduzione più ampia di 4,1 miliardi di euro nell’economia italiana. La tassa avrebbe anche un impatto sull’occupazione, con una perdita di 39.200 posti di lavoro in tutta Italia. Il rapporto, proseguono i vettori, “mette in evidenza come una tassa sul cherosene per l’aviazione non contribuirà in alcun modo agli sforzi di sostenibilità delle compagnie aeree, in quanto il denaro raccolto non sarà destinato alla decarbonizzazione dell’aviazione”. Il rapporto rileva inoltre che l’introduzione di una tassa sui carburanti per l’aviazione porterebbe a una riduzione del 6,1% della domanda di passeggeri, a una diminuzione di 5,4 miliardi di euro della spesa turistica e a una riduzione del PIL di 4,1 miliardi di euro in tutta Italia. Nella regione Lazio, ciò si tradurrà in una riduzione del PIL di 640 milioni di euro. Le associazioni chiedono che l’UE si concentri sull’attuazione di misure direttamente legate alla riduzione dell’impatto ambientale dell’aviazione e che preservino la competitività economica e i benefici sociali dell’aviazione europea.”L’Italia – ha affermato Ourania Georgoutsakou, managing director di Airlines for Europe – è una delle destinazioni turistiche più popolari per gli europei. Il nostro rapporto mostra che una tassa sul cherosene metterà in discussione questo dato e incoraggerà gli europei a cercare destinazioni al di fuori dell’Europa. L’aviazione intende fare la sua parte, ma misure come questa non serviranno ad accelerare la decarbonizzazione dell’aviazione. Incoraggiamo i decisori pubblici a concentrarsi sulla realizzazione di soluzioni che funzionino davvero”. “L’aviazione svolge un ruolo cruciale per la connettivita’ regionale, in particolare in regioni come il Lazio, le cui economie si basano sul turismo – ha aggiunto Montserrat Barriga, direttore generale della European Regions Airline Association –. Se da un lato una tassa sul carburante per l’aviazione a livello europeo comporterà un aumento dei prezzi dei biglietti e creerà conseguenze importanti per le economie regionali locali, dall’altro l’industria aeronautica avrà comunque bisogno di investimenti per favorire il suo percorso di decarbonizzazione. È necessario un approccio collaborativo tra industria e politica per trovare soluzioni adeguate a beneficio dell’ambiente, dell’industria, dei consumatori e delle regioni”. “Nel nostro ruolo di associazione che rappresenta 50 compagnie aeree operanti in Italia, ci impegniamo a rendere l’Italia una destinazione attraente – ha proseguito Luciano Neri, segretario generale dell’Italian Board Airline Representatives –. La tassazione drena risorse che potrebbero altrimenti essere utilizzate per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione del nostro settore. Questo studio evidenzia la necessità che le decisioni politiche tengano conto dell’impatto complessivo e non si concentrino solo sul breve termine”. “L’introduzione di questa nuova tassa – ha concluso Alessandro Fonti, presidente dell’Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares – aumenterà subito i prezzi dei biglietti per i voli all’interno dell’Ue danneggiando la connettività aerea intraeuropea”.(Foto: Gary Lopater su Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    UE, nuovo piano per rafforzare la leadership industriale nei materiali avanzati

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha presentato oggi una strategia per sostenere la leadership industriale dell’UE nel settore dei materiali avanzati, fondamentale per la transizione verde e digitale. La cosiddetta “Communication on Advanced Materials for Industrial Leadership” propone misure concrete che consentano di allineare le priorità e gli investimenti in ricerca e innovazione nell’UE. Questa iniziativa, attesa con impazienza dagli Stati membri e dall’industria, rappresenta il primo passo verso un approccio comune europeo per i materiali avanzati, ponendo le basi per ulteriori azioni.L’esecutivo UE spiega che i materiali avanzati sono materiali intenzionalmente progettati e ingegnerizzati per mostrare prestazioni superiori o funzioni speciali, che possono essere sviluppate con una velocità senza precedenti grazie alla comprensione scientifica e alla potenza di calcolo di oggi. Sono fondamentali ad esempio per l’innovazione nei settori dell’energia, dell’elettronica, dell’edilizia e della mobilità. Si prevede che il primo elenco di aree di ricerca verrà ampliato nel corso del tempo in dialogo con il Technology Council da istituire.La strategia mira a rafforzare la competitività a lungo termine dell’UE garantendo che l’Unione rimanga all’avanguardia nelle nuove tecnologie dei materiali, sostenendo le capacità di sviluppo, sperimentazione e dispiegamento. Le azioni rafforzeranno inoltre l’autonomia strategica aperta e la sicurezza economica dell’UE riducendo la dipendenza dai materiali critici sostituendoli o sostenendone il riciclaggio e il riutilizzo.La Communication propone azioni lungo cinque pilastri principali da attuare insieme agli Stati membri dell’UE, agli operatori del settore e ad altre principali parti interessate: rafforzare l’ecosistema europeo di ricerca e innovazione sui materiali avanzati; immissione rapida di materiali innovativi sul mercato; aumentare gli investimenti e l’accesso ai finanziamenti (nell’ambito di questo pacchetto di azioni, l’UE istituirà un nuovo partenariato con l’industria nell’ambito di Horizon Europe, puntando a 500 milioni di euro di investimenti per il periodo 2025-2027, di cui almeno 250 milioni di euro provenienti da fonti private); promuovere la produzione e l’utilizzo di materiali avanzati; creare un Technology Council per i materiali avanzati per fornire consulenza sulla gestione di questa iniziativa.”La competitività dell’UE si basa sul nostro vantaggio tecnologico e sulla fornitura costante di materiali avanzati per le nostre transizioni verde e digitale – ha commentato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione UE – Dobbiamo sostenere lo sviluppo di questi materiali e utilizzarli in modo efficiente e sostenibile. Dopo aver ascoltato le parti interessate dell’industria e le autorità nazionali, proponiamo una via da seguire che sia vantaggiosa per la nostra resilienza economica a lungo termine”. LEGGI TUTTO

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    UE, via libera dal Parlamento alla legge sul ripristino della natura

    (Teleborsa) – La normativa europea sul ripristino della natura, concordata con i governi dell’UE, è stata approvata dal Parlamento europeo con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni. Il regolamento mira a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’UE, contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare.Per conseguire gli obiettivi fissati dall’UE, entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dalla nuova legge (che vanno da foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli). Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.Ecosistemi agricoliPer migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i paesi dell’UE dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni; percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Dovranno anche adottare misure per migliorare l’indice dell’avifauna comune, dato che gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità.Poiché le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, i paesi dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). La riumidificazione continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati.Come richiesto dal Parlamento, la legge prevede un freno di emergenza che, in circostanze eccezionali, consentirà di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli qualora questi obiettivi riducano la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’UE.Altri ecosistemiLa legge impone anche di registrare una tendenza positiva in diversi indicatori che riguardano gli ecosistemi forestali e di piantare tre miliardi di nuovi alberi. Gli Stati membri dovranno inoltre ripristinare almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero, e garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea urbana.(Foto: Photo by Matt Palmer on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Precompilata, Ruffini: numeri testimoniano crescente fiducia e consapevolezza cittadini

    (Teleborsa) – Dall’avvio del progetto della dichiarazione dei redditi precompilata, si è registrato “un incremento costante delle dichiarazioni trasmesse direttamente dal cittadino, senza l’intervento degli intermediari, passando dai circa 1,4 milioni del 2015 ai 4,5 milioni del 2023”. Lo ha riferito il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nell’audizione in Commissione finanze al Senato sull’atto di indirizzo sugli sviluppi della politica fiscale. “Questo risultato – ha aggiunto – deriva dalla sempre maggiore fiducia e consapevolezza dei cittadini circa l’utilità e la facilità d’uso del servizio telematico della dichiarazione precompilata, grazie anche al costante arricchimento delle informazioni presenti in dichiarazione, alla sempre più elevata qualità dei dati trasmessi dagli enti esterni e ai perfezionamenti apportati alla procedura web messa a disposizione dei contribuenti”. Ruffini ha aggiunto che nel 2015 “i dati utilizzati per la precompilazione erano complessivamente circa 157 milioni mentre” mentre nel 2023, le informazioni precaricate dall’Agenzia “hanno superato quota 1,3 miliardi””A fronte degli atti emessi dall’Agenzia delle entrate e dalla Riscossione abbiamo un tasso di impugnativa pari al 4%. Di questi quasi l’80% è definitivamente oggetto di giudizio favorevole all’amministrazione finanziaria da parte della giustizia triobutaria. Il che vuol dire che nel 96% dei casi gli atti non sono impugnati e quindi divetano definitivi”. Un risultato, ha sottolineato, “in continuo miglioramento anche per la bontà del dato a monte e dell’analisi del rischio. Anche se c’è un margine del 20% comunque migliorabile”.Quanto al “magazzino” dei crediti fiscali è in “costante crescita” e ha ormai assunto una “consistenza anomala”, oggi pari a oltre 1.200 miliardi di euro di cui l’importo recuperabile è valutabile soltanto in 101 miliardi. Al 31 dicembre 2023, il valore del carico contabile residuo dei crediti affidati dai diversi enti creditori all’agente della riscossione, dal 1? gennaio 2000, ammonta a circa 1.206,6 miliardi di euro. Circa il 40 per cento, pari a oltre 480 miliardi – ha spiegato Ruffini – è difficilmente recuperabile per le condizioni soggettive del contribuente (soggetti interessati da procedure concorsuali, persone decedute e imprese cessate, soggetti che risultano nullatenenti). Per l’8 per cento dei crediti (circa 100,4 miliardi di euro) l’attività di riscossione, alla data del 31 dicembre 2023, è sospesa per effetto di specifici provvedimenti emessi soprattutto dagli enti creditori o dall’autorità giudiziaria. Rientrano in questa casistica anche gli importi residui dei carichi indicati nelle domande di adesione alla rottamazione-quater, per i quali sono in corso i piani rateali di pagamento agevolato. Resta il 52 per cento dei crediti (pari circa a 623 miliardi di euro), di cui l’81 per cento (502,5 miliardi) si riferisce a contribuenti nei confronti dei quali l’agente della riscossione ha già svolto, in questi anni, azioni esecutive e/o cautelari. Al netto delle somme oggetto di rateizzazione (18,8 miliardi di euro), il magazzino residuo, su cui le azioni di recupero possono presumibilmente essere maggiormente efficaci, si riduce a 101,7 miliardi di euro. LEGGI TUTTO

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    L’UE raccomanda agli Stati membri di continuare a risparmiare gas

    (Teleborsa) – Gli sforzi dei paesi UE per risparmiare gas sono andati “ben oltre” l’obiettivo di risparmio del 15% concordato nell’ambito della legislazione di emergenza adottata nell’estate 2022 e sono stati “essenziali” per preservare forniture stabili, stabilizzare i mercati energetici nell’UE e mostrare solidarietà con l’Ucraina. Nonostante ciò, la Commissione europea ha raccomandato oggi agli Stati membri di continuare a risparmiare gas, in vista della scadenza della legislazione di emergenza prevista per il 31 marzo e la situazione più stabile rispetto agli ultimi due anniComplessivamente, l’UE ha ridotto la domanda di gas del 18% tra agosto 2022 e dicembre 2023, risparmiando circa 101 miliardi di metri cubi di gas.Questa raccomandazione della Commissione, che dovrebbe essere adottata dal Consiglio, incoraggia gli Stati membri a continuare ad adottare misure volontarie per mantenere una riduzione collettiva della domanda di gas del 15%, rispetto alla domanda media tra aprile 2017 e marzo 2022. La proposta sarà discussa dal commissario per l’Energia Kadri Simson e dai ministri dell’Energia dell’UE al Consiglio Energia di lunedì 4 marzo.Grazie all’ampia gamma di misure di emergenza messe in atto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le prospettive energetiche dell’UE sono migliorate, secondo la Commissione: le forniture sono più diversificate, è stata installata una maggiore capacità di energia rinnovabile e sono stati realizzati notevoli risparmi energetici, con gli stoccaggi di gas ora a un livello più sano. Ciò è servito ad abbassare e stabilizzare i prezzi in tutta Europa. Tuttavia, “data la persistenza delle tensioni geopolitiche, la rigidità dei mercati globali del gas e l’obiettivo dell’UE di eliminare completamente i combustibili fossili russi, sono ancora necessari continui risparmi energetici”, viene sottolineato. I continui risparmi di gas contribuiranno a sostenere e migliorare l’attuale stabilità del mercato, anche facilitando il rifornimento degli stoccaggi di gas in primavera ed estate. Sosterrebbero inoltre gli sforzi di decarbonizzazione dell’UE.”Oggi l’UE è chiaramente in una posizione migliore rispetto a due anni fa – ha commentato Kadri Simson, Commissaria europea per l’Energia – Tuttavia, permangono incertezze e dobbiamo fare di più per porre fine completamente alle nostre importazioni di gas dalla Russia. Pertanto, incoraggio le famiglie e le imprese europee a continuare a risparmiare gas ogniqualvolta sia possibile. Ciò ci aiuterà a mantenere le nostre bollette energetiche accessibili e l’economia più forte, mentre restiamo al fianco dell’Ucraina mentre Putin continua la sua brutale aggressione”. LEGGI TUTTO