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    USA, scorte ingrosso in calo ad ottobre

    (Teleborsa) – Sono scese le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di ottobre, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrata una flessione dello 0,2% a 899,4 miliardi di dollari rispetto al +0,1% delle attese degli analisti e del mese precedente. Su base annua si registra una decrescita del 2%. Nello stesso periodo le vendite sono rimaste invariate su base mensile a 796,6 miliardi di dollari. Su anno si è registrato un incremento del 5,4%. LEGGI TUTTO

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    Parità di genere, ESG Culture LAB: “L’effetto Meloni migliora la percezione delle istituzioni”

    (Teleborsa) – Il 97% degli italiani e delle italiane che ha sentito parlare di sostenibilità si riferisce spontaneamente all’ambiente, mentre la sostenibilità sociale emerge solo se sollecitata. Eppure, la presenza di una leader donna è il punto di forza riconosciuto alle istituzioni ed è considerata un passo importante verso la parità di genere. Un “effetto Meloni” che fa crescere di un +5% la valutazione sulla sostenibilità sociale delle istituzioni ma che non combacia con il coinvolgimento di chi lavora: il 33% non trova tempo per impegnarsi in prima persona mentre il 18% si dichiara indifferente. È quanto emerge dall’indagine annuale dell’ESG Culture LAB di Eikon Italia, che ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo di 1600 persone, tra i 18 e i 65 anni, e che ha rilevato la conoscenza e la percezione della sostenibilità e il coinvolgimento in 7 su 17 Obiettivi SDGs 2030. La ricerca ha esplorato il coinvolgimento nella sfera personale, il giudizio sulle Istituzioni, ma ha anche analizzato il sotto-campione delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti e il loro coinvolgimento nella sfera professionale e il giudizio sull’organizzazione di appartenenza. I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi a Palazzo dell’Informazione, durante l’evento “Le nuove sfide della sostenibilità”, a cura di Eikon Italia Società Benefit in collaborazione con il Gruppo Adnkronos. L’evento ha visto anche la partecipazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, della Presidente Popolari Europeisti Riformatori ed ex Ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti, del Vice Presidente per il Capitale umano Confindustria Gianni Brugnoli, del Direttore Scientifico ASviS Enrico Giovannini, della Rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni e della Presidente di Valore D Cristiana Scelza. All’evento sono intervenuti Banca Ifis, Eni, Gruppo Fs, Philip Morris Italia, Poste Italiane e Simest. Partner dell’iniziativa anche Edison.Per la maggior parte degli intervistati la sostenibilità è solo quella ambientale e, sebbene l’indagine mostri un orientamento individuale proattivo verso gli obiettivi della sostenibilità, è evidente come cittadini e cittadine ne abbiano una visione solo parziale. La word cloud associata alla sostenibilità ambientale, infatti, ricalca di fatto quella della sostenibilità in generale, tant’è che le parole associate spontaneamente a quest’ultima si riferiscono solo all’ambiente e ruotano intorno a quelle di riciclo ed energia. Più del 50% sa cos’è l’Agenda 2030, ma il 76% non conosce la sigla ESG. Se è vero che tutti sanno cosa sia la sostenibilità, poco più della metà (59%) ha sentito parlare di Agenda 2030 – prevalentemente in tv o radio (59%), social media (32%) e giornali (30%) e il 76% (3 su 4) non conosce la sigla ESG. Nell’identikit di chi ha sentito parlare di Agenda 2030 e ESG, emerge che gli uomini hanno sentito parlare dell’Agenda 2030 più delle donne (62% vs 56%) così come la classe 18-29 (68%), che però conosce meno gli obiettivi ESG (18% vs 25%). Per entrambi la conoscenza di questi temi è maggiore nei centri urbani, con oltre 240mila abitanti (65% vs il 57% nei centri più piccoli per Agenda 2030 e 33% vs 21% per gli ESG). Anche lo status lavorativo incide sulla conoscenza: chi è occupato, infatti, ha sentito di più parlare di ESG (28% vs il 16% di chi non è occupato) così come chi lavora nel pubblico ha una conoscenza maggiore dell’Agenda 2030 rispetto ai privati (66% vs 57%). Infine, chi lavora in organizzazioni più grandi (oltre 249 dipendenti) è più informato sia sull’Agenda 2030 (66% vs 41%) che sugli ESG (31% vs 14%) rispetto a chi lavora nelle micro aziende.L’obiettivo che riguarda il consumo responsabile e smaltimento dei rifiuti è quello che ottiene il coinvolgimento più alto in tre delle quattro sfere trattate, vale a dire in quella personale, in quella professionale e nel giudizio sulle organizzazioni. Il livello di coinvolgimento maggiore in questo ambito è senza dubbio nella sfera personale, per cui l’80% dichiara di impegnarsi e di essere focalizzato sul consumo responsabile e sullo smaltimento dei rifiuti. Il campione si percepisce molto coinvolto nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 che investono la vita quotidiana, considerando il proprio contributo importante e cercando di agire al meglio delle loro possibilità. Le persone sembrano dare priorità al consumo responsabile e allo smaltimento dei rifiuti, provando a riorganizzare in questa ottica la propria vita (soprattutto donne e over 50).È considerata importante anche la lotta al cambiamento climatico, connessa alla scelta del mezzo di trasporto, con l’uso di mezzi alternativi, quando possibile. Abbastanza positivo e stabile il giudizio sul coinvolgimento delle Istituzioni, che però presenta anche alcune criticità: metà del campione esprime giudizi positivi sulle iniziative per rendere più accessibili le fonti di energia rinnovabile, che, però, allo stesso tempo, vengono considerate ancora troppo delegate ai singoli. Anche sul tema dell’efficienza energetica la metà del campione ritiene che le Istituzioni riconoscano l’urgenza e stiano ricercando le soluzioni. Nel giudizio sul coinvolgimento delle organizzazioni in cui si lavora vi è, invece, una situazione polarizzata sul discorso delle energie rinnovabili: il 30% degli intervistati le considera focalizzate ma un altro 28% le ritiene indifferenti. Decisamente più positivo il giudizio sulla gestione dei rifiuti, che migliora con l’aumentare dell’età. La capacità di gestire i rifiuti è infatti un obiettivo perseguito, secondo il 66%, anche dalle organizzazioni per cui si lavora. Il campione esprime un giudizio più positivo, infine, rispetto al proprio coinvolgimento nella vita lavorativa, che registra valori nettamente più alti nella fascia over 50. Si raccontano molto coinvolti nel consumo responsabile: in prima linea nella riduzione degli sprechi e nella sperimentazione di nuove modalità di lavoro, il punto di forza (76%) è relativo al tema del consumo e produzione responsabili. Tra le priorità anche l’emergenza climatica.La sostenibilità non è solo quella ambientale, eppure per la maggior parte degli intervistati la parola sociale non viene legata alla sostenibilità in modo automatico. Le parole della sostenibilità sociale, infatti, emergono dal sondaggio solo se stimolate. La sostenibilità sociale, per gli intervistati, è associata prevalentemente ai temi dell’inclusione, dell’equità, dell’uguaglianza e della parità. Emerge poi il polo comunitario della collaborazione, della solidarietà e del sostegno e quello più personale del benessere e della salute. Significativi anche i valori collettivi di pace e sicurezza. La presenza del lemma “non so”, tuttavia, mostra la difficoltà ad identificare la sostenibilità con la dimensione sociale. In generale, le persone si percepiscono meno coinvolte rispetto agli obiettivi sociali sia nella vita quotidiana che in quella professionale e attribuiscono a organizzazioni e istituzioni i giudizi meno positivi su questi aspetti. La sostenibilità sociale genera anche posizioni e giudizi più polarizzati, con livelli più alti sia di focalizzazione che di indifferenza.Un giudizio negativo sulle istituzioni per quanto riguarda l’interesse per l’occupazione giovanile e un giudizio invece positivo sul tema della parità di genere. È l’effetto Meloni, cioè, il fatto di avere una leader donna, che però si scontra con il giudizio più negativo sulle opportunità di carriera nelle organizzazioni e con una difficoltà a mobilitarsi in chi lavora. C’è poi il nodo del work-life balance, punto critico nel giudizio sulle organizzazioni in cui si lavora, che fa il paio con una non troppo alta capacità di prendersi cura di sé a livello personale. Nel dettaglio, a livello personale, tra gli aspetti sociali è molto alto il coinvolgimento rispetto all’equa divisione dei compiti in famiglia, in relazione alla cura dei figli, anche se, soprattutto le donne, evidenziano uno sbilanciamento a loro sfavore, collegato alla disparità retributiva. Gli uomini più che le donne si raccontano più coinvolti nel curare la propria salute e il proprio benessere. Per quanto riguarda il giudizio sul coinvolgimento delle Istituzioni, troviamo due aspetti legati alla sostenibilità sociale: il primo, giudicato positivamente, è la presenza di una leader donna, considerata un passo importante verso la parità di genere. Uno dei giudizi più critici viene invece attribuito al tema dell’occupazione giovanile, dove si evidenzia l’atteggiamento di un Governo che delega il problema ai singoli o è del tutto indifferente per il 60% del campione. Più positivo (soprattutto per gli over 50), anche se in leggero peggioramento, il giudizio sulle organizzazioni in cui si lavora per cui emergono due tendenze principali: il 30% del campione le considera focalizzate mentre il 24% le percepisce indifferenti. Tra i dati più negativi spicca il work-life balance con una netta polarizzazione. La fascia 30-41 è la più critica, trovandosi, probabilmente ad affrontare una vita familiare più complicata. Mediamente positivo il giudizio sulle pari opportunità, con la conferma dei punti debolezza associati alla carriera e alla retribuzione. Il 36% delle donne giudica l’organizzazione indifferente, uno dei dati più negativi dell’intera indagine. Infine, nella sfera professionale, emerge una dicotomia di giudizio: il campione si dichiara più coinvolto nella valorizzazione dei giovani (uno dei dati più positivi della rilevazione) rispetto alle pari opportunità: il 33% non riesce ad impegnarsi in prima persona e il 18% si dichiara addirittura indifferente su quest’ultimo punto.2023 e 2022: un confronto – Come per il 2022, i valori più positivi si registrano nella sfera personale che si conferma stabile rispetto all’anno precedente. Anche la percezione delle istituzioni si presenta stabile rispetto allo scorso anno, ma resta comunque l’area più critica del sondaggio: il mancato peggioramento dell’area è infatti dovuto all’Effetto Meloni, ma i valori più negativi si concentrano in quest’area. Registra invece un lieve peggioramento sull’anno scorso (58% vs 62%) l’Organizational Engagement per il nodo legato al work life balance, ma il risultato è mitigato dal leggero miglioramento nelle pari opportunità di carriera. Infine, migliora l’area legata al mondo professionale: il coinvolgimento relativo all’impatto ambientale e alla valorizzazione dei giovani incide positivamente sul giudizio complessivo (65% vs 58%). LEGGI TUTTO

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    UE, la proposta della Commissione per migliorare diritti e informazioni per i viaggiatori

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha adottato oggi una serie di proposte volte a migliorare l’esperienza dei passeggeri e dei viaggiatori rafforzando i loro diritti. Le nuove norme si baseranno sugli insegnamenti tratti, comprese le recenti esperienze della crisi COVID-19 e il fallimento del gruppo di viaggi Thomas Cook nel 2019, che hanno avuto un notevole impatto sia sui viaggiatori che sul mercato dei viaggi. In particolare, chiariranno le norme sul rimborso quando i voli o i viaggi multimodali sono prenotati tramite un intermediario, in modo che i passeggeri siano meglio protetti dalle cancellazioni. Essi garantiranno inoltre viaggi più agevoli, in particolare quelli che comportano diversi servizi turistici o modi di trasporto, garantendo ai passeggeri l’accesso a un sostegno diretto e migliori informazioni in tempo reale, ad esempio su ritardi e cancellazioni. Si presta particolare attenzione alle esigenze dei passeggeri con disabilità o a mobilità ridotta per affrontare e facilitare il passaggio da un modo di trasporto all’altro e migliorare, ove necessario, l’assistenza di qualità.Le proposte adottate oggi si concentrano sul rafforzamento dei diritti dei passeggeri e sulla protezione dei viaggiatori “tutto compreso”. I passeggeri che viaggiano in aereo, treno, nave o autobus godono già di una tutela di fama mondiale da parte dei diritti dei passeggeri dell’UE. Hanno diritto, ad esempio, al riprotezione, al rimborso, al risarcimento e/o all’assistenza (a seconda delle circostanze) in caso di interruzione del viaggio. Permangono tuttavia alcune lacune nelle norme attuali, mentre le carenze nell’attuazione e nell’applicazione impediscono ai passeggeri di beneficiare pienamente di tali diritti. La proposta di revisione dei regolamenti suidiritti dei passeggeri affronta questi problemi rafforzando i meccanismi di applicazione e introducendo norme per i passeggeri aerei che hanno prenotato i loro voli tramite un intermediario, anche per quanto riguarda il rimborso. La proposta sui diritti dei passeggeri nel contesto dei viaggi multimodali stabilisce inoltre, per la prima volta, nuove norme per proteggere i passeggeri che utilizzano diversi tipi di trasporto, come autobus, treni e aerei, tutti in un viaggio. I passeggeri godranno di migliori diritti di informazione prima e durante tali viaggi, anche per quanto riguarda i tempi minimi di collegamento tra i diversi servizi di trasporto. Inoltre, qualora acquistino il viaggio multimodale nell’ambito di un unico contratto di trasporto, avranno diritto all’assistenza del vettore in caso di perdita di coincidenze. Particolare attenzione è prestata alle esigenze dei passeggeri con disabilità o a mobilità ridotta. Le persone a mobilità ridotta che passano da un modo di trasporto a un altro durante il viaggio saranno assistite nei punti di collegamento dai vettori e dagli operatori dei terminali quando viaggiano nell’ambito di un unico contratto di trasporto o quando viaggiano attraverso nodi passeggeri multimodali. Se una compagnia aerea obbliga un passeggero con disabilità o una persona a mobilità ridotta a viaggiare accompagnato da qualcuno perché il passeggero ha bisogno di assistenza per soddisfare i requisiti di sicurezza aerea (ad esempio per allacciare la cintura di sicurezza), la compagnia aerea sarà obbligata a trasportare gratuitamente l’accompagnatore e, se possibile, a sistemare tale persona accanto al passeggero che presta assistenza. Questo diritto esiste già quando si viaggia in treno, nave o autobus/pullman.Con la revisione della direttiva del 2015 sui pacchetti turistici, inoltre, la protezione dei viaggiatori che viaggiano con pacchetti turistici sarà più efficace in futuro, in particolare durante le situazioni di crisi, traendo insegnamenti dalla pandemia di COVID-19. Le modifiche proposte garantiranno diritti più forti e più chiari per i viaggiatori e chiariranno gli obblighi e le responsabilità degli organizzatori di pacchetti turistici. LEGGI TUTTO

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    Germania, inflazione novembre cala più delle attese: +3,2% su anno

    (Teleborsa) – Diminuisce più delle attese l’inflazione tedesca a novembre 2023. Secondo la stima preliminare pubblicata da Destatis, i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,4% su mese, rispetto al +0% del mese precedente e contro il -0,2% del consensus.Su base annuale, la variazione dei prezzi è indicata a +3,2%, dopo il +3,8% del mese precedente e sotto il +3,5% del consensus.L’inflazione armonizzata ha registrato su mese una variazione pari a -0,7%, rispetto al -0,2% precedente e al -0,3% atteso. Su anno si registra un incremento del 2,3%, che risulta inferiore al 3% precedente e al 2,7% atteso. LEGGI TUTTO

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    Cyber Security, Fondazione CRT: al via progetto-pilota per sicurezza informatica Terzo settore

    (Teleborsa) – Le associazioni non profit vanno “a scuola” di sicurezza informatica con il progetto “SOS! Cyber Security”, ideato e sostenuto per la prima volta in Italia dalla Fondazione CRT per proteggere il patrimonio digitale degli enti del Terzo Settore e aumentarne la consapevolezza del rischio di cyber attacchi. Cultura, welfare, salute, istruzione, ricerca, ambiente: in tutti questi ambiti i dati raccolti dal non profit rappresentano una grande risorsa per la collettività, ma – sottolinea la Fondazione CRT – costituiscono anche un bersaglio allettante per i criminali informatici. Trappole sempre più sofisticate sono capaci di trarre in inganno gli utenti. Utilizzo di password deboli, click su link pericolosi o compromessi, impiego di dispositivi non protetti, download di allegati e file da fonti sconosciute, condivisione di dati personali con fonti esterne, apertura di e-mail di phishing: la stragrande maggioranza degli attacchi cibernetici è il risultato di errori umani, con una percentuale che va dal 74% al 95%. Dati “monstre” che possono essere ridotti con percorsi di formazione mirati e l’implementazione dei controlli di sicurezza.Con il progetto-pilota “SOS! Cyber Security” – realizzato in collaborazione con l’Associazione Next-Level e il partner tecnologico HRC – la Fondazione CRT è la prima fondazione di origine bancaria italiana a offrire gratuitamente al non profit competenze e tecnologie all’avanguardia contro i cyber attacchi, rispondendo a una sfida strettamente connessa con la sicurezza nazionale. Secondo gli ultimi dati del Clusit-Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, infatti, nella prima metà del 2023 l’Italia ha subito il 9,6% dei crimini informatici mondiali. Gli attacchi sono aumentati del 40% rispetto al 2022: una percentuale quasi quattro volte superiore a quella globale (11%). Considerando gli ultimi 5 anni, la crescita italiana è stata addirittura del 300%, a fronte del 61,5% a livello globale. In dettaglio, gli enti non profit riceveranno sia una formazione tecnica specifica sui temi della security awareness con il supporto della piattaforma di training on line per il riconoscimento delle minacce, sia un pacchetto gratuito di strumenti avanzati di protezione per i computer “targato” Cyberbrain, eccellenza torinese della cyber security: “Cyberdrive”, una piattaforma articolata a più livelli per la condivisione sicura dei file nel completo rispetto della normativa GDPR (Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali); servizi gestiti di rilevamento e risposta incidenti (MDR); antivirus proattivi e “intelligenti” per monitorare i dispositivi tramite centrale operativa presidiata da specialisti in cyber security. È previsto inoltre un sistema automatico di backup sicuro dei dati criptati all’origine presso il Datacenter di proprietà OGR Torino (Centro Dati certificato Tier III Certification Uptime Institute).Potranno beneficiare del “cyber security kit” gratuito della Fondazione CRT circa 300 organizzazioni non profit del Piemonte e Valle d’Aosta, a partire da quelle che hanno partecipato oggi alla presentazione del progetto alle OGR Torino: un primo momento formativo con esperti di cyber sicurezza, cyber avvocati e vertici della Polizia Postale del Piemonte e Valle D’Aosta impegnati nel C.O.S.C. (Centro Operativo Sicurezza Cibernetica).”La Fondazione CRT intraprende una nuovissima sfida insieme alla Polizia Postale e in collaborazione con l’ecosistema dell’innovazione del territorio: promuovere la cultura della cybersicurezza nel Terzo Settore, per renderlo più consapevole e resiliente contro il rischio di attacchi informatici. La formazione del capitale umano e la protezione del patrimonio digitale sono un investimento per il futuro degli enti coinvolti e per la crescita dell’intera comunità, che trova nelle organizzazioni non profit la propria ossatura fondamentale”, afferma Andrea Varese, Segretario Generale della Fondazione CRT.”La Polizia Postale è la struttura specialistica della Polizia di Stato che si occupa del cyber crime in tutte le sue declinazioni, a partire dai cosiddetti cyber-attack fino alla protezione delle Infrastrutture critiche informatizzate. La rivoluzione digitale ha aperto nuove opportunità, ma ha anche favorito il diffondersi della criminalità online con un aumento esponenziale di reati nel periodo pandemico e nell’attuale situazione geopolitica caratterizzata dai conflitti bellici. L’impegno, pertanto, deve necessariamente essere corale, con una gestione proattiva dei rischi, una maggiore consapevolezza e nuove strategie e risorse a protezione di ogni realtà, da quella aziendale a quella privata”, dichiara Manuela De Giorgi, dirigente del C.O.S.C. Centro Operativo Sicurezza Cibernetica per il Piemonte e Valle d’Aosta.Sempre secondo il Rapporto del Clusit, dal 2018 al primo semestre 2023 sono stati 505 gli attacchi di particolare gravità che hanno coinvolto realtà italiane: di questi ben 132 – ovvero il 26% – si sono verificati nel primo semestre 2023. La media mensile degli attacchi in Italia è passata da 15,7 nel 2022 a 22 nella prima metà di quest’anno. Per quanto riguarda la tipologia di attacchi, il malware (e in questa categoria il cosiddetto ransomware, che crittografa i file o impedisce di utilizzare il computer a meno che non si paghi un riscatto) continua a rappresentare la principale tecnica di attacco utilizzata dai criminali (31%), ma in modo molto meno consistente (era pari al 53% nel 2022) e di 4 punti percentuali inferiore al dato globale. Sono invece i DDoS (Distributed Denial of Service) – traducibile in italiano come interruzione distribuita del servizio, che consiste nel tempestare di richieste un sito, fino a metterlo ko e renderlo irraggiungibile – a registrare una notevole crescita, passando dal 4% del 2022 al 30% del primo semestre 2023, una quota 5 volte superiore. Aumenta anche il dato degli attacchi di tipo phishing e ingegneria sociale, che in Italia incide in maniera maggiore rispetto al resto del mondo (14% a fronte dell’8,6% globale). LEGGI TUTTO

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    USA, richieste di mutui settimanali in aumento dello 0,3%

    (Teleborsa) – Continuano a crescere le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 24 novembre 2023, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra una crescita dello 0,3%, dopo il +3% della settimana precedente.L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso dell’8,9%, mentre quello relativo alle nuove domande registra un incremento del 4,7%.Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA), indicando che i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 7,37% dal 7,41% della settimana precedente.”I tassi sono diminuiti di oltre 50 punti base nelle ultime sei settimane, il che ha contribuito a stimolare un piccolo aumento delle richieste di acquisto – ha affermato Joel Kan, economista MBA – Il mercato degli acquisti rimane depresso a causa della continua e scarsa offerta di case esistenti sul mercato”. LEGGI TUTTO

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    Italia, fatturato industria torna a crescere a settembre

    (Teleborsa) – L’Istat ha comunicato che a settembre 2023 il fatturato dell’industria italiana, al netto dei fattori stagionali, è aumentato dell’1,2% in termini congiunturali (dopo due cali consecutivi), registrando una dinamica positiva su entrambi i mercati (+1,5% su quello interno e +0,6% su quello estero). Nel terzo trimestre del 2023 l’indice complessivo è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (+0,2% sul mercato interno e +0,6% su quello estero).Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a settembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per i beni strumentali (+3,5%) e per l’energia (+6,9%), mentre si registra un calo per i beni intermedi (-0,2%) e per i beni di consumo (-0,9%).Corretto per gli effetti di calendario il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 2,6% (per il sesto mese consecutivo), con flessioni del 3,2% sul mercato interno e dell’1,6% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di settembre 2022.Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registra un incremento tendenziale solo per i beni strumentali (+8,8%), mentre risultano in calo i beni di consumo (-0,2%), l’energia (-9,4%) e i beni intermedi (-11,2%).Con riferimento al comparto manufatturiero, il settore che mostra l’incremento tendenziale maggiore è quello dei mezzi di trasporto (+19,6%), mentre le flessioni più marcate si riscontrano nella chimica (-15,8%) e nel comparto del legno, della carta e stampa (-14,7%). A settembre si stima che l’indice destagionalizzato in volume, relativo al settore manifatturiero, aumenti dello 0,9% in termini congiunturali. Nel terzo trimestre 2023 l’indice diminuisce dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a settembre il volume del fatturato del comparto manifatturiero diminuisce in termini tendenziali del 2,7% (-2,8% in valore). LEGGI TUTTO

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    Eurostat: Puglia tra regioni europee con il più alto gender gap

    (Teleborsa) – Nel 2022, il divario occupazionale di genere nell’Unione europea era in media di 10,7 punti percentuali (pp), 0,2 pp in meno rispetto al 2021. Lo comunica Eurostat, ricordando che il divario occupazionale di genere (in inglese gender employment gap) è definito come la differenza tra i tassi di occupazione degli uomini e delle donne di età compresa tra 20 e 64 anni.L’ufficio statistico dell’UE spiega che una serie di ragioni causano disparità di genere nell’occupazione, come le responsabilità assistenziali non retribuite delle donne, la discriminazione nelle assunzioni e la scarsità di donne nella leadership. Inoltre, fattori come l’inadeguatezza dell’assistenza all’infanzia, i disincentivi fiscali e la segregazione professionale contribuiscono a perpetuare il divario occupazionale di genere.Sono state solo due le regioni dell’UE, tra quelle classificate al livello 2 della nomenclatura delle unità territoriali per la statistica (NUTS 2), che hanno registrato un tasso di occupazione femminile più elevato nel 2022: la Regione della Capitale della Lituania (Sostines regionalas) e la Finlandia meridionale ( Etela-Suomi). Nella regione della Finlandia settentrionale e orientale (Pohjois-ja Ita-Suomi) non si sono riscontrate differenze nei tassi di occupazione tra uomini e donne. In tutte le altre regioni dell’UE il divario di genere persiste, con tassi di occupazione più elevati per gli uomini.Nel 2019, l’UE ha fissato l’obiettivo di dimezzare il divario di genere entro il 2030. Una regione su cinque dell’UE ha già raggiunto l’obiettivo fissato a 5,8 pp. Queste regioni sono concentrate in Francia (14 regioni), Germania (7 regioni), Finlandia (tutte e 5 le regioni), Svezia e Portogallo (entrambe 4 regioni), Lituania (entrambe le regioni), nonché Lettonia ed Estonia (1 paesi della regione).Erano 20 le regioni in cui il divario occupazionale di genere era di almeno 20 punti percentuali nel 2022. La metà di queste era in Grecia, mentre il resto era concentrato in Italia (7 regioni) e Romania (3 regioni).I divari occupazionali di genere più elevati sono stati registrati nella regione della Grecia centrale (Sterea Elláda, 31,4 pp) e nella regione meridionale italiana della Puglia (30,7 pp). LEGGI TUTTO