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    Imposta europea sui grandi patrimoni, OXFAM lancia raccolta firme per ridurre le disuguaglianze

    (Teleborsa) – Parte oggi, in Italia, la raccolta firme #LaGrandeRicchezza, lanciata da Oxfam a supporto dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), per chiedere alla Commissione UE l’istituzione di un’imposta europea sui grandi patrimoni, che in Italia, a titolo esemplificativo, potrebbe essere rivolta al solo 0,1% più ricco della popolazione con un patrimonio netto individuale sopra i 5,4 milioni di euro. Una misura il cui gettito verrebbe indirizzato al finanziamento degli investimenti per sostenere l’inclusione sociale e una transizione ecologica giusta nei Paesi membri dell’Unione, per la finanza climatica e a integrazione degli stanziamenti UE per le politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo. La raccolta firme collegata alla campagna europea Tax The Rich e promossa in Italia da Oxfam in collaborazione con Campagna Sbilanciamoci, NENS, Rosa Rossa e Tax Justice Italia, ha di fronte a sé un obiettivo ambizioso: raggiungere in un anno 1 milione di sottoscrizioni da parte dei cittadini di almeno sette Paesi dell’Unione con quorum nazionali – 53.580 firme per l’Italia – proporzionali al numero degli eletti al Parlamento europeo in ciascun Paese membro dell’Unione.”Un milione di firme sono una grande sfida, ma l’occasione è imperdibile. Noi tutti abbiamo l’opportunità di chiedere alla Commissione UE di prendere in esame l’introduzione di un’imposta sulla grande ricchezza. Il gettito ricavato andrebbe in scuola, sanità, alloggi popolari, contrasto al lavoro povero, una transizione ecologica giusta – spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia –. L’imposta permetterebbe inoltre di rallentare la crescita della concentrazione dei patrimoni e di aumentare il grado di equità dei sistemi impositivi. Contribuirebbe a ridurre, se non addirittura a superare, la paradossale situazione, per cui i percettori di redditi più elevati versano in Italia imposte dirette, indirette e contributi inferiori, in proporzione al reddito, a quanto corrisposto da chi ha redditi più bassi. Una palese ingiustizia, direi, una stortura che possiamo e dobbiamo correggere”. Fino a 23 miliardi di euro all’anno il gettito potenziale per l’Italia – L’imposta progressiva sui grandi patrimoni potrebbe generare risorse considerevoli per l’Unione europea. A seconda dei destinatari e di come sarà strutturata, gli introiti potrebbero attestarsi tra 150 miliardi e 213 miliardi di euro all’anno. Il potenziale gettito per l’Italia sarebbe di 13,2 – 15,7 miliardi di euro all’anno, se ad essere tassato fosse lo 0,1% dei contribuenti più ricchi; 23 miliardi di euro all’anno, se si considerasse lo 0,5% più facoltoso dei nostri connazionali e le aliquote marginali replicassero quelle dell’imposta in vigore in Spagna. Le entrate erariali potrebbero essere anche più consistenti, se si aumentasse il grado di progressività dell’imposta, introducendo ad esempio un maggior numero di scaglioni e ricorrendo, in corrispondenza, ad aliquote marginali più elevate. “L’entità delle entrate erariali dipende dall’effettività dell’imposta ovvero dal fatto che i titolari di grandi patrimoni non possano sfuggire a tassazione. La possibilità di evadere o eludere l’imposta non deve essere sottovalutata – continua Maslennikov –. Per minimizzare i rischi, bisogna evitare di offrire esenzioni per specifiche tipologie di asset patrimoniali, tassando il patrimonio netto complessivo, tra cui anche i capitali detenuti in società non quotate o trasferiti in trust. È poi fondamentale rendere più efficiente l’amministrazione finanziaria, rafforzando la sua capacità di ricevere informazioni da parti terze, su tutte i gestori dei patrimoni finanziari, circa la consistenza della ricchezza tassata. E ancora, sarà importante proseguire nel rafforzamento della cooperazione internazionale in materia fiscale tra paesi, per rendere più difficile l’occultamento offshore dei capitali. A chi paventa che i ricchi fuggirebbero dal territorio nazionale per non pagare il tributo, rispondiamo con la previsione di robuste forme di exit taxation, in caso di cambio del Paese di residenza fiscale. Una barriera o un disincentivo alla fuga dei capitali.” Due italiani su tre, già nel 2021 erano favorevoli a un’imposta sui grandi patrimoni – Il 67% dei cittadini europei, che hanno risposto all’indagine demoscopica Special Eurobarometer 529 condotta tra maggio e giugno 2022 su incarico della Commissione europea, ha concordato sull’importanza del prelievo fiscale a carico dei contribuenti più ricchi per finanziare misure di supporto alle fasce più povere della popolazione. Nel 2021 due terzi dei rispondenti italiani a un sondaggio, commissionato all’istituto di ricerca di mercato Glocalities, dal network dei multi-milionari Millionaires for Humanity e da Tax Justice Italia, si è espresso favorevolmente su un’imposta dell’1% sui patrimoni netti superiori a 8 milioni di euro, il cui gettito fosse destinato al finanziamento della ripresa post-pandemica e alle famiglie più bisognose. La proposta ha riscosso un favore trasversale tra i votanti delle più grandi forze politiche nazionali, ricevendo il supporto del 65% degli elettori della Lega, del 77% di quelli del Pd e del Movimento 5 Stelle, del 59% degli elettori di Fratelli d’Italia e del 66% di quelli di Forza Italia. A favore della misura anche illustri economisti, rappresentanti politici e i Patriotic Millionaires che si sono recentemente appellati al G20. La proposta è inoltre sostenuta da un ampio schieramento di economisti, rappresentanti politici in carica, leader del passato e componenti di network di persone facoltose come i Patriotic Millionaires, che recentemente si sono appellati ai leader G20, chiedendo di raggiungere un nuovo accordo internazionale sulla tassazione dei grandi patrimoni per contrastare l’esorbitante concentrazione di ricchezza, rendere più inclusive le nostre economie e più eque, dinamiche e coese le nostre società. LEGGI TUTTO

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    USA, vendite al dettaglio in aumento a settembre

    (Teleborsa) – Superano le attese i dati delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Nel mese di settembre si è registrata una variazione positiva dello 0,7% su base mensile a 704,9 miliardi di dollari, dopo il +0,8% del mese precedente. Il dato comunicato dall’US Census Bureau è superiore alle attese degli analisti che avevano stimato un incremento dello 0,3%. Su base annua si è registrato un aumento del 3,7% dopo il +2,9% rivisto di agosto. Il dato “core”, ossia le vendite al dettaglio escluse le auto, registra un +0,6% su base mensile, superiore alle stime di consensus (+0,3%) dopo il +0,8% di agosto.(Foto: Alexander Kovacs on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Start-up, titolari di brevetti e marchi hanno 10 volte più successo nel reperire finanziamenti

    (Teleborsa) – I brevetti e i marchi possano rafforzare il successo delle start-up europee. Le start-up che possiedono questi due tipi di diritti di proprietà intellettuale (PI) durante le fasi di avviamento o di crescita iniziale hanno una probabilità fino a 10,2 volte maggiore di successo nell’ottenere finanziamenti. È quanto evidenzia il nuovo studio pubblicato oggi dall’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) e dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO). In media, il 29 % delle start-up europee ha depositato diritti di PI registrati, con differenze significative tra i vari settori. Quello delle biotecnologie è di gran lunga il settore a maggiore intensità di PI, dato che quasi la metà delle start-up che vi operano fanno ricorso a brevetti o marchi registrati. Altri settori ad alta intensità di PI includono scienza e ingegneria (con il 25 % di utenti di brevetti e il 38 % di utenti di marchi), assistenza sanitaria (20 % di utenti di brevetti e 40 % di utenti di marchi) e settore manifatturiero (20 % di utenti di brevetti e 36 % di utenti di marchi).La titolarità di brevetti e marchi europei è associata a un vantaggio ancora più elevato, con un tasso di reperimento di finanziamenti nella fase iniziale cinque volte superiore rispetto a quello dei diritti di PI nazionali (la probabilità risulta più alta di 6,1 volte per i marchi e di 5,3 volte per i brevetti). Le cosiddette start-up “deep tech” devono affrontare particolari sfide nello sviluppo di tecnologie innovative, in quanto necessitano di notevoli investimenti e lunghi tempi di realizzazione. Tali start-up possono beneficiare in modo particolare di brevetti e marchi per attrarre investitori “pazienti”.”Le start-up sono catalizzatori dinamici per l’innovazione e la crescita economica. Possiedono le potenzialità per sviluppare nuove soluzioni in grado di affrontare le sfide più urgenti della società e realizzare un futuro più sostenibile. Dobbiamo quindi – ha affermato António Campinos, presidente dell’Ufficio europeo dei brevetti – trovare modi per sostenere maggiormente le nostre start-up. Quest’anno l’UEB ha compiuto notevoli progressi con l’introduzione del brevetto unitario, ma ora il nostro nuovo Osservatorio sui brevetti e la tecnologia introdurrà uno strumento innovativo, il Deep Tech Finder dell’UEB, che consentirà ai potenziali investitori di individuare e valutare le start-up con nuove tecnologie pionieristiche e promettenti. Mettiamo in contatto gli innovatori creativi con coloro che hanno le risorse per alimentare il motore dell’innovazione: può essere un vantaggio per tutti”.”Le risorse immateriali rappresentano oggi la grande maggioranza del valore di un’impresa e i diritti formali di proprietà intellettuale, come i marchi, non solo sono garanzie giuridiche per gli investimenti in beni immateriali, ma anche la chiave per assicurarsi finanziamenti e collaborazioni. Ciò – ha dichiarato João Negrão, direttore esecutivo dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale – è particolarmente importante per le imprese innovative di recente costituzione, che in genere dispongono di pochi attivi nella fase iniziale, a parte il loro capitale intellettuale. Lo studio pubblicato oggi mostra che il 27 % delle start-up prese in esame aveva presentato più domande di marchio che di qualsiasi altro diritto di PI. È per questo che il sostegno che possiamo fornire loro è così importante, non solo per compiere il primo passo e registrare il loro diritto di PI (e a tal fine il Fondo per le PMI della Commissione europea, attuato dall’EUIPO insieme agli uffici di PI nazionali e regionali dell’UE, è molto utile), ma anche nelle fasi successive con iniziative quali la valutazione della PI e il servizio di pre-diagnosi relativo all’applicazione dei diritti di PI. Vediamo tuttavia che l’Europa è in ritardo rispetto ad altre regioni del mondo per quanto riguarda il finanziamento delle start-up e dobbiamo intensificare gli sforzi per rafforzare la PI come strumento per l’accesso ai finanziamenti, la crescita e lo sviluppo sostenibile per le imprese dell’UE, in particolare per le PMI, affinché le nostre start-up innovative possano prosperare”.Titolarità di PI tra i diversi paesi – Esiste una variazione significativa nell’uso dei diritti di PI tra i paesi europei. La Finlandia e la Francia vantano la percentuale più elevata di start-up con un deposito di PI pari al 42 %. Le start-up stabilite in Germania (40 %), Austria (40 %), Italia (39 %), Norvegia (37 %), Svezia (34 %), Danimarca (34 %), Svizzera (32 %) e Repubblica ceca (31 %) presentano in media un numero maggiore di domande di diritti di PI. Le imprese di tali paesi sono anche quelle più propense a depositare domande di marchi e brevetti e a raggruppare i due diritti di PI. Ciò vale in particolare per le start-up stabilite in Austria, Svizzera, Francia e nei paesi nordici.Titolarità di PI tra i diversi settori – In termini di settori, quello della biotecnologia registra l’uso più intensivo sia per i brevetti che per i marchi: quasi la metà delle start-up europee nel settore delle biotecnologie presenta domande per uno o entrambi i diritti di PI. Il 48 % delle start-up biotecnologiche ha depositato una domanda di brevetto e il 47 % ha presentato una domanda di marchio. Si tratta del settore con la più alta percentuale di start-up titolari sia di un brevetto sia di un marchio (31 %). Il settore con la seconda percentuale più elevata di start-up titolari di diritti di PI è quello della scienza e dell’ingegneria (47 %), con il 38 % delle imprese che ha presentato una domanda di marchio e il 25 % che ha depositato un brevetto. I risultati sono simili nell’assistenza sanitaria e nel settore manifatturiero, con il 40 % delle imprese di ciascun settore che ha registrato un brevetto o un marchio. Mentre tutti i prodotti e servizi possono essere oggetto di marchio e tali marchi possono essere protetti mediante registrazione, esistono molti settori, in particolare nei servizi, le cui innovazioni non sono brevettabili. Tra gli altri settori con un uso intensivo di brevetti, dopo quelli sopra menzionati, figurano media e intrattenimento (21 %), tecnologie dell’informazione (20 %), energia (19 %), risorse naturali (18 %) e sostenibilità (17 %). Per quanto riguarda i marchi, altri settori ad alta intensità di utilizzo sono sostenibilità (37 %), energia (36 %), intelligenza artificiale (36 %), agricoltura e allevamento (36 %) e risorse naturali (35 %).Sostenere l’economia moderna – Negli ultimi anni l’ecosistema delle start-up ha registrato una crescita esponenziale in Europa. Secondo il quadro di indicatori 2023 dell’OCSE sul finanziamento delle PMI e degli imprenditori, tutte le economie hanno registrato un aumento significativo dell’attività di capitale di rischio a seguito della crisi COVID-19, con un aumento della mediana del 58,6 % nel 2021 (rispetto a una crescita del 4,18 % registrata nel 2020). Tuttavia, le associazioni nazionali di capitale di rischio hanno riferito nella stessa relazione che l’aumento dell’importo degli investimenti in capitale di rischio è stato particolarmente significativo nelle fasi più avanzate e nelle imprese consolidate, ma meno marcato nelle fasi di avviamento e iniziali. Un progetto di relazione della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo, pubblicato nel settembre 2023, ha evidenziato che l’accesso al capitale rimane un ostacolo significativo per le start-up e le scale-up. Molte faticano a reperire investimenti nelle fasi iniziali, in particolare capitali di rischio, che sono fondamentali per la crescita delle loro operazioni, lo sviluppo dei prodotti e l’ingresso in nuovi mercati. Sono già state avviate varie iniziative dell’UE per affrontare queste sfide, tra cui la creazione del Consiglio europeo per l’innovazione (CEI) quale sportello unico per individuare, sviluppare e ampliare le tecnologie deep tech emergenti e le innovazioni pionieristiche. Nel complesso panorama delle imprese start-up, i brevetti e i marchi emergono come strumenti essenziali per la competitività. I brevetti conferiscono a queste imprese emergenti un diritto fondamentale: il potere di impedire ad altri di appropriarsi delle loro tecnologie pionieristiche. Ciò non solo salvaguarda il loro vantaggio in termini di innovazione, ma le spinge anche in una posizione strategica all’interno del mercato. I marchi fungono da baluardo giuridico, rafforzando gli investimenti in risorse immateriali. Tali simboli o nomi distintivi, se giuridicamente protetti, diventano uno scudo efficace che protegge l’identità del marchio di una start-up da eventuali violazioni.Nuovo Osservatorio e lancio di un nuovo strumento digitale – Il nuovo Osservatorio sui brevetti e la tecnologia dell’UEB ospita oggi il suo evento inaugurale, durante il quale i capi economisti dell’UEB e dell’EUIPO illustreranno ulteriormente le conclusioni della relazione congiunta. Il workshop sarà moderato da VIVA Technologies e verrà inoltre presentato il Deep Tech Finder dell’UEB, un nuovo strumento digitale gratuito destinato ad aiutare i potenziali investitori a individuare e valutare le start-up che apportano invenzioni rivoluzionarie sul mercato in settori tecnologici critici. LEGGI TUTTO

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    IEG, Misano: conto alla rovescia per “IBE Driving Experience 2023”

    (Teleborsa) – Con “IBE Driving Experience 2023” torna in pista il mondo del trasporto collettivo sostenibile. L’appuntamento di Italian Exhibition Group si terrà nelle giornate del 24 e 25 ottobre presso il Misano World Circuit “Marco Simoncelli” di Misano Adriatico, mentre IBE Intermobility and Bus Expo, la manifestazione espositiva punto di riferimento biennale del settore, si svolgerà alla fiera di Rimini nel 2024. “IBE Driving Experience” è una due giorni di incontri e test drive per bus operator privati e operatori del Trasporto Pubblico Locale e a lunga percorrenza durante la quale si alternano momenti di business e opportunità di aggiornamento e formazione. Il 24 e il 25 ottobre il circuito di Misano si trasforma nella piattaforma di riferimento per tutto il settore, un’occasione di incontro – fa sapere IEG in una nota – per consolidare il rapporto tra costruttori, fornitori di servizi, software e tecnologie, noleggiatori, buyers, bus operator, operatori del TPL, e le Associazioni di categoria.”TPL e trasporto extra urbano: partnership pubblico-privato per l’intermobilità nelle città e il turismo dei borghi” è l’evento di apertura di “IBE Driving Experience”, e sarà l’occasione per fare il punto sulle sfide che pone l’intermobilità a operatori, nuovi attori dell’energia e Istituzioni con l’obiettivo di delineare un percorso di collaborazione tra pubblico e privato, con un focus sul trasporto extra urbano e la sua relazione con le città. L’evento consentirà di spaziare dalle politiche in atto ai finanziamenti in essere dedicati allo sviluppo delle aree interne. Si parlerà del contributo del turismo motoristico come punto di incontro tra patrimonio industriale Made in Italy ed economie dei territori e del Mobility as a Service (MaaS) come fattore abilitante per migliorare la qualità della vita nelle città e promuovere lo sviluppo dei territori.Anche quest’anno “IBE Driving Experience” vedrà la partecipazione dei maggiori player industriali della mobilità, tra costruttori e produttori della filiera. Sono 9 i brand che parteciperanno alla manifestazione in test drive. Tra questi presenteranno la propria gamma elettrica IVECO BUS, KARSAN, ISUZU BUS, PEPPERMOTION – ETROFIT , FOTON e MAN vincitore al Busworld di Brussels, con il Lion’s City da 10 metri, del premio Sustainable Bus of The Year 2024 nella categoria autobus urbani. Il segmento coach sarà invece rappresentato da MAN con la versione aggiornata del turistico Neoplan Tourliner, SCANIA, che scenderà in pista con un due nuovi veicoli della gamma Touring, VOLVO BUSES con la premiere di VOLVO 9700 Double Decker e IRIZAR che festeggerà a Misano i primi 30 anni di Irizar Italia. Presenti anche nel paddock i veicoli di OTOKAR e KING LONG.n continuità con gli scorsi anni, prosegue la collaborazione con ASSTRA e AN.BTI CONFCOMMERCIO per aiutare la crescita del comparto e favorire il confronto, lo scambio e la conoscenza. In quest’ottica saranno organizzati a Misano in occasione di “IBE Driving Experience”: l’Assemblea AN.BTI che terminerà con la cena istituzionale prevista per la serata del 24 ottobre, e Il Consiglio Direttivo di ASSTRA che si svolgerà nella mattinata del 25 ottobre, seguito dal networking lunch, aperto a tutti gli espositori e gli ospiti presenti in circuito.”IBE Driving Experience” ospita anche l’Open-day di “School’s out”, un progetto sviluppato insieme a Scuderia Start per i ragazzi delle scuole professionali e tecniche della Romagna con indirizzo meccanico, elettronico e meccatronico. Un programma che, tra ottobre 2023 a giugno 2024, farà scoprire agli studenti le potenzialità occupazionali offerte dal settore del trasporto collettivo su gomma facendoli concretamente avvicinare a questa industria e appassionare alle professionalità, sempre più digitali, emergenti..Misano sarà anche sede della prima edizione di “Electric Bus Driver Training”, un corso teorico e pratico dedicato esclusivamente ai conducenti di autobus elettrici. Un progetto, sviluppato in collaborazione tra IBE Intermobility and Bus Expo, ADDESTRA, Efficient Driving e la rivista Pullman che si concentra sulla conoscenza teorico-pratica delle tecnologie e delle competenze necessarie per guidare autobus elettrici in modo sicuro. IVECO BUS fornirà due autobus E-Way totalmente elettrici per l’addestramento, contribuendo così a promuovere la mobilità sostenibile nelle città.Sarà dedicato alle nuove dinamiche del settore tra costruttori e carrozzieri l’evento “Bus&Coach: nuove fonti di trazione, tecnologia e riassetto delle filiere industriali. L’elettrico guida il riposizionamento dell’industria del bus”. Argomento “clou” del convegno sarà una possibile nuova fase di partnership per far crescere il mercato . La crisi post-pandemica da un lato e la transizione verso l’elettromobilità dall’altro hanno spinto i produttori a esternalizzare ulteriormente la produzione e a rinunciare all’idea di realizzare completamente i veicoli in proprio. Dopo anni di competizione, le grandi case costruttrici stanno ora considerando nuove collaborazioni con le aziende specializzate nella carrozzeria, questa volta in veste di alleati. LEGGI TUTTO

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    Giappone, indice servizi agosto in calo su mese

    (Teleborsa) – In leggero calo il settore servizi giapponese. L’indice sull’attività del settore terziario, elaborato dal Ministero dell’economia e dell’industria, ha registrato ad agosto 2023 una variazione negativa dello 0,1% su base mensile dopo il +1,1% di luglio.Il dato registra su base annua un decremento dell’1,9% dopo il 2,7% del mese precedente.(Foto: Photo by Andre Benz on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    PNRR, Fitto: monitoraggio rafforzato per verificare stato attuazione misure

    (Teleborsa) – Concluse le due sessioni della Cabina di regia sul PNRR convocate per oggi presso la Sala Verde di Palazzo Chigi dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, utili per la verifica della proposta di rimodulazione del Piano e per il monitoraggio degli obiettivi della quinta rata e degli obiettivi della quarta, pari a 16,5 miliardi di euro, rispetto alla quale è stata avviata dal Governo la procedura di pagamento. All’ordine del giorno del primo incontro – spiega la nota – l’esame sullo stato di attuazione della misura per la gestione del rischio alluvioni e per la riduzione del rischio idrogeologico (M2C4-Investimento 2.1b).Presenti il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e rappresentanti dell’Anci. Gli interventi finanziati e ripartiti su base regionale, con un finanziamento complessivo della misura pari 1,2 miliardi, si distinguono in tipo E (interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate) e tipo D (interventi di riduzione del rischio residuo, anche al fine di incrementare la resilienza delle comunità locali). L’investimento per i progetti in essere ammonta a 400 milioni di euro; mentre per i nuovi progetti sono stati destinati 800 milioni di euro. La misura prevede la pubblicazione di tutti i bandi di gara entro il 30 novembre 2023. La Cabina di regia, dopo un esame dello stato di attuazione della misura, ha condiviso la necessità, come già accaduto nei giorni precedenti, di avviare un “monitoraggio rafforzato”, con tutte le Regioni, per verificare il rigoroso rispetto del termine previsto.”Per questo – ha spiegato il Ministro Fitto – a valle della seduta odierna della Cabina di regia, sarà avviata una comunicazione alle Regioni dove si richiederà di fornire un aggiornamento sullo stato di attuazione della misura, sia in termini di caricamento su REGIS, sia in termini procedurali per verificare la coerenza tra i cronoprogrammi e il target della misura”. Costruttivo il confronto, proseguito anche nella la seconda sessione del pomeriggio, dedicato alle misure della trasformazione digitale. Presente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti.Hanno partecipato ai lavori in collegamento da remoto, l’assessore della Regione Umbria Michele Fioroni, coordinatore della Commissione Innovazione Tecnologica e digitalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l’ANCI e il Presidente dell’UPI Emilia-Romagna Andrea Massari, Nel corso della riunione è stato fatto il punto sugli obiettivi raggiunti della quarta rata, su quelli previsti per la quinta e sulla proposta di rimodulazione del Piano, con particolare riguardo al proficuo confronto in corso, con i servizi della Commissione europea, sulle proposte di modifica delle misure che il Governo intende promuovere per implementare l’obiettivo della transizione digitale. “La partecipazione attiva e responsabile dei comuni e delle regioni al Tavolo istituzionale della Cabina di regia è quanto mai necessaria e strategica, tenuto conto che numerose misure richiedono pareri, permessi e nulla osta da parte degli enti locali”, ha dichiarato il Ministro Fitto. “Da ciò la necessità di un’analisi dettagliata da parte di tutti gli enti coinvolti sui risultati raggiunti e sulle eventuali criticità, che ci consenta di confrontarci proficuamente con la Commissione europea per non incorrere nel mancato raggiungimento degli obiettivi ed essere all’altezza della sfida che come sistema Paese abbiamo di fronte”, ha concluso il Ministro. LEGGI TUTTO

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    Commissione UE propone misure per ridurre inquinamento da pellet di plastica

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha proposto per la prima volta misure volte a prevenire l’inquinamento da microplastiche dovuto al rilascio accidentale da pellet di plastica. Si tratta della materia prima utilizzata per la produzione di tutta la plastica e la maggior parte dei pellet sono microplastiche fino a 5 mm, mentre una parte minore potrebbe essere leggermente più grande.Ogni anno vengono rilasciate nell’ambiente tra le 52 e le 184 mila tonnellate di pellet a causa di una cattiva gestione lungo l’intera filiera, secondo l’esecutivo UE. La proposta odierna ha lo scopo di assicurare che tutti gli operatori che trattano pellet nell’UE adottino le misure precauzionali necessarie. Ciò dovrebbe ridurre il rilascio di pellet fino al 74%, portando a ecosistemi più puliti, contribuendo a rendere i fiumi e gli oceani privi di plastica e riducendo i potenziali rischi per la salute umana. Misure comuni a tutta l’UE contribuiranno inoltre a garantire condizione eque agli operatori.”La proposta odierna segna un passo importante nella lotta all’inquinamento da microplastiche – ha commentato Maros Sefcovic, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – Affrontare il rilascio involontario di pellet di plastica risolve un problema serio non solo per il nostro ambiente ma anche per la nostra salute, e ci aiuta a raggiungere l’ambizione di inquinamento zero del Green Deal europeo”.La proposta riguarda in particolare migliori pratiche per gli operatori in materia di lavorazione del pellet, la certificazione obbligatoria e le autodichiarazioni, nonché una metodologia comune per stimare le perdite. Alle piccole e medie imprese si applicheranno prescrizioni meno stringenti per aiutarle a conformarsi. La proposta sarà ora portata avanti dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria. LEGGI TUTTO

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    UE, uomini sono l’84% delle persone occupate con istruzione ICT

    (Teleborsa) – Nel 2022, nell’Unione europea erano 3 milioni le persone occupate con un’istruzione ICT (Information and Communication Technologies), il 6,7% in più rispetto al 2021 (2,8 milioni). Tra gli occupati con un background formativo ICT, gli uomini rappresentano l’84,4% (2,5 milioni), in aumento del 7,1% rispetto all’anno precedente (2,4 milioni nel 2021), mentre le donne rappresentano il 15,6% (463.100) degli occupati, in crescita del 4,4% rispetto al 2021. 2021 (443 400). Lo ha comunicato Eurostat in nuovo report sul tema.Considerando i membri dell’UE, Slovenia (93,0%), Lettonia (91,0%), Polonia (90,3%), Repubblica Ceca (89,9%), Belgio (88,7%) e Slovacchia (88,5%) hanno la percentuale più alta di uomini sul totale delle persone occupate con una formazione ICT.Per quanto riguarda le donne occupate con un’istruzione ICT, le percentuali più alte sono state registrate in Bulgaria (31,5%), Danimarca (31,3%), Cipro (30,2%) e Romania (29,9%).L’Eurostat ha anche spiegato che i giovani occupati formati nel settore delle TIC rappresentano la maggioranza: nell’UE, più di due terzi (67,8%) delle persone occupate con un’istruzione ICT avevano tra i 15 e i 34 anni nel 2022, e il 32,2% aveva tra i 35 e i 74 anni.I giovani di età compresa tra 15 e 34 anni costituivano la maggioranza delle persone istruite nel settore delle TIC in quasi tutti i membri dell’UE, con le quote più elevate in Slovacchia (83,8%), Romania (82,4%), Croazia (79,3%), Malta (78,4% ), Ungheria, Polonia (entrambi 76,7%) e Portogallo (76,1%).Le percentuali più alte di persone di età compresa tra 35 e 74 anni con un’istruzione ICT nell’UE si trovavano in Finlandia (47,4%), Irlanda (43,7%) e Bulgaria (40,4%). LEGGI TUTTO