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    USA, stoccaggi gas ultima settimana +13 BCF

    (Teleborsa) – Salgono gli stoccaggisettimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 15 agosto 2025 sono risultati in aumento di 13 BCF (billion cubic feet).La settimana prima si era registrato un aumento di 56 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 3.199 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 2,9% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 3.294) e in crescita del 5,8% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 3.025 BCF. LEGGI TUTTO

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    USA, vendita di case esistenti luglio +2% su mese

    (Teleborsa) – Segnali di ripresa giungono ancora dal mercatoimmobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a luglio 2025 un aumento del 2% su base mensile. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il -2,7% riportato a giugno.Sono state vendute 4,01 milioni di abitazioni rispetto ai 3,93 milioni di giugno e contro i 3,92 milioni di unità previsti dagli analisti.Su base annua, le vendite hanno registrato una crescita dello 0,8%.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Euro Zona, fiducia consumatori agosto scende a -15,5 punti

    (Teleborsa) – Peggiora la fiducia dei consumatorieuropei ad agosto 2025. La stima flash dell’ultimo sondaggio mensile, condotto dalla Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN), evidenzia che il sentiment dei consumatori nell’eurozona è ancora negativo e scende a -15,5 punti rispetto ai -14,7 di luglio.Il dato è anche peggiore delle attese degli analisti (-15 punti).Nel complesso dell’Unione europea l’indicatore è pari a -14,8 punti (-0,3 punti percentuali).(Foto: © iloveotto/123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, Philly Fed agosto scende a -0,3 punti

    (Teleborsa) – In netto calo l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). Ad agosto, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto Fed di Philadelphia (Philly Fed) è sceso a -0,3 punti rispetto ai 15,9 punti di luglio. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che indicavano un livello di 6,8 punti.Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a -1,9 punti da +18,4 punti, quello sulle condizioni di business è salito a 25 punti da 21,5 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è salito a 38,4 punti da 17,1, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a 5,9 punti da 10,3 punti e quello sui prezzi a 66,8 da 58,8 punti.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    UE, Sefcovic: accordo con USA è “serio e strategico, lo sosteniamo pienamente”

    (Teleborsa) – “Si tratta di un accordo serio e strategico. Lo sosteniamo pienamente. E ci impegniamo a rispettarlo”. Lo ha detto il commissario al commercio dell’Unione europea, Maros Sefcovic, commentando la dichiarazione congiunta UE-USA pubblicata oggi che chiarisce i livelli dei dazi su cui era stato raggiunto l’accordo politico dalla presidente von der Leyen e dal presidente Trump lo scorso 27 luglio.”Voglio dirlo chiaramente: l’alternativa – una guerra commerciale con dazi alle stelle e un’escalation politica – non aiuta nessuno. Danneggia l’occupazione. Danneggia la crescita. E danneggia le imprese sia nell’UE che negli Stati Uniti”, ha aggiunto Sefcovic.Analizzando gli aspetti positivi dell’accordo, il Commissario evidenziato in primis il tetto tariffario onnicomprensivo del 15% per l’UE: “si tratta dell’accordo commerciale più favorevole che gli Stati Uniti abbiano mai esteso a qualsiasi partner. Un’ampia gamma di settori, tra cui industrie strategiche come l’automotive, i prodotti farmaceutici, i semiconduttori e il legname, trarrà beneficio da questo tetto. A differenza di altri partner commerciali, il tetto del 15% non si aggiunge alle tariffe della nazione più favorita esistenti. Al contrario, le include. Laddove le tariffe esistenti siano già pari o superiori al 15%, non verranno applicate tariffe aggiuntive. Ciò significa che l’UE beneficerà di tariffe effettive significativamente inferiori rispetto ad altri paesi”.Inoltre l’UE è riuscita a garantirsi “esenzioni significative – dazi pari a zero o quasi zero – in settori importanti. Tra queste rientrano le risorse naturali non disponibili, come il sughero, poi gli aeromobili e le loro parti, i farmaci generici e i loro ingredienti e i precursori chimici. Anche in questo caso, questo è solo il primo passo: l’UE e gli Stati Uniti valuteranno l’esenzione di ulteriori settori in futuro”.”La Commissione – ha spiegato Sefcovic – sta adottando misure concrete per rimuovere i dazi su tutti i beni industriali statunitensi e ampliare l’accesso al mercato per i prodotti ittici e agricoli statunitensi. L’UE rafforzerà inoltre la propria sicurezza energetica acquistando GNL, petrolio e prodotti nucleari statunitensi per un valore di 750 miliardi di dollari entro il 2028. Inoltre, l’UE potenzierà le proprie capacità di intelligenza artificiale assicurandosi una fornitura costante di chip di intelligenza artificiale dagli Stati Uniti per i centri di calcolo europei, per un valore di almeno 40 miliardi di dollari. Le nostre aziende prevedono 600 miliardi di dollari in nuovi investimenti UE in settori strategici statunitensi entro il 2028. E aumenteremo gli appalti per la difesa dagli Stati Uniti per rafforzare l’interoperabilità della NATO”. LEGGI TUTTO

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    UE-USA, accordo su dichiarazione congiunta su dazi: 15% anche per auto e farmaceutici

    (Teleborsa) – L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno pubblicato la dichiarazione congiunta che chiarisce i livelli dei dazi su cui era stato raggiunto l’accordo politico raggiunto dalla presidente von der Leyen e dal presidente Trump lo scorso 27 luglio.La dichiarazione congiunta chiarisce che ci sarà un’aliquota tariffaria massima e onnicomprensiva del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’UE, compresi settori strategici come automobili, prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname. I settori già soggetti a dazi della nazione più favorita (Most Favoured Nation, MFN) pari o superiori al 15% non saranno soggetti a dazi aggiuntivi.Per quanto riguarda le automobili e i componenti per auto, il massimale tariffario statunitense del 15% si applicherà contestualmente all’avvio da parte dell’UE delle procedure di riduzione tariffaria per i prodotti statunitensi.L’UE e gli Stati Uniti hanno anche confermato che intendono impegnarsi per proteggere le rispettive economie dalla sovraccapacità nei settori dell’acciaio e dell’alluminio e per creare catene di approvvigionamento sicure tra loro, anche attraverso una soluzione di contingentamento tariffario per le esportazioni UE di acciaio e alluminio e dei loro derivati.”L’Unione europea perseguirà sempre i risultati migliori per i suoi cittadini e le sue imprese – ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – Di fronte a una situazione difficile, abbiamo prodotto risultati per i nostri Stati membri e l’industria, ripristinando chiarezza e coerenza nel commercio transatlantico. Questo non è il termine del processo: continuiamo a collaborare con gli Stati Uniti per concordare ulteriori riduzioni tariffarie, individuare ulteriori aree di cooperazione e creare un maggiore potenziale di crescita economica. Allo stesso tempo, continuiamo a diversificare i nostri partenariati commerciali internazionali, creando posti di lavoro e prosperità nell’UE”.L’UE ha chiarito che il massimale del 15% si applicherà anche alle auto e ai ricambi auto che attualmente sono soggetti a dazi fino al 27,5%. Ciò avverrà parallelamente all’avvio da parte dell’UE delle procedure per le proposte legislative volte a ridurre i dazi sui prodotti statunitensi.Per i prodotti farmaceutici, i semiconduttori e il legname, il massimale tariffario del 15% si applicherà alle esportazioni dell’UE, indipendentemente da eventuali dazi futuri derivanti dall’esito dell’indagine statunitense 232 in questi settori. “Ciò garantisce la tanto necessaria certezza agli esportatori dell’UE”, sottolinea la Commissione. I dazi sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori non si applicano immediatamente. Il dazio del 15% si applicherà solo quando gli Stati Uniti decideranno se imporre dazi aggiuntivi.L’UE aumenterà le opportunità di mercato per le esportazioni statunitensi eliminando i dazi sui beni industriali importati dagli Stati Uniti e migliorando significativamente l’accesso al mercato per determinati prodotti ittici, noci, latticini, frutta e verdura fresca e lavorata, alimenti trasformati, cereali e semi, semi oleosi di soia, carne di maiale e di bisonte.Il commercio di beni e servizi tra UE e Stati Uniti è raddoppiato nell’ultimo decennio, superando 1.600 miliardi di euro nel 2024, con 867 miliardi di euro di scambi di beni e 817 miliardi di euro di scambi di servizi. Ciò significa che oltre 4,2 miliardi di euro di beni e servizi attraversano l’Atlantico ogni giorno. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Urso: “presto altri soggetti, nessuno spezzatino”

    (Teleborsa) – “Dopo anni di divisioni siamo riusciti a ritrovare unità di intenti, dando vita a un documento che definisce un percorso condiviso e vincolante per tutti. È un risultato senza precedenti. L’ intesa non riguarda soltanto la realizzazione dei forni elettrici, ma anche elementi innovativi che abbiamo introdotto nella gara: la salvaguardia dell’occupazione come principio prioritario e la produzione di preridotto per alimentare i nuovi impianti, affidata a DRI Italia”.Lo afferma in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, parlando dell’accordo sull’ex Ilva e sottolineando che “gli acquirenti saranno inoltre tenuti a presentare una nuova Aia che stabilisca tempi certi per la transizione ai forni elettrici, garantendo continuità produttiva e tutela dei lavoratori. Un ulteriore passo per fare dell’Italia il primo Paese in Europa con una siderurgia pienamente sostenibile”.Le trattative per la vendita “procedono – prosegue Urso – i tre grandi player internazionali che avevano partecipato alla gara precedente sono ancora in campo e auspichiamo possano presto aggiungersi anche altri soggetti. Tra le novità è prevista la possibilità di presentare offerte anche per l’area del Nord, qualora ciò garantisse un miglior equilibrio in termini occupazionali e produttivi. Inoltre, si valuta l’ipotesi di un quarto forno elettrico a servizio di Genova e degli stabilimenti piemontesi”.Sull’ipotesi di spezzatino dell’ex Ilva, Urso aggiunge: “Non è previsto alcuno spezzatino, ma si potrà valutare la possibilità di realizzare due diversi investimenti: uno per l’area Nord e l’altro per Taranto. Ipotesi che potrà essere presa in considerazione esclusivamente nel caso in cui garantisse risultati complessivi migliori in termini produttivi e occupazionali, pur rimanendo la nostra preferenza per un unico complesso. Si tratta di una decisione che dipenderà molto anche dalle scelte di Taranto riguardo alla collocazione del Polo DRI e quindi della nave rigassificatrice”. LEGGI TUTTO

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    Italia, treno più costoso dell’aereo sull’88% delle tratte transfrontaliere. Bene solo Milano-Lubiana

    (Teleborsa) – Volare è ancora più economico del treno sulla maggior parte delle tratte transfrontaliere europee. Lo afferma un nuovo report di Greenpeace sul tema. Un’analisi di 142 tratte in 31 paesi europei ha rilevato che i voli sono decisamente più economici dei treni sul 54% delle 109 tratte transfrontaliere analizzate, con le compagnie aeree low-cost che dominano il mercato.Secondo Greenpeace, compagnie aeree low-cost come Ryanair, Wizz Air, Vueling ed easyJet dominano i cieli europei con tariffe spesso inferiori alle tasse aeroportuali e ai costi di biglietto. Questi prezzi “esistono solo grazie ai carburanti per aerei non tassati e ai biglietti aerei internazionali esenti da IVA”, viene sostenuto. Nel frattempo, gli operatori ferroviari pagano spesso l’IVA completa, i costi energetici in aumento e le elevate tariffe di accesso ai binari.Greenpeace ha rilevato che sul 54% delle rotte transfrontaliere, volare è risultato più economico in almeno 6 giorni su 9. Le tariffe sono state verificate per 9 giorni diversi per ogni tratta, in diversi periodi di prenotazione. I treni sono sempre stati, o quasi sempre, più economici solo su 29 (39%) tratte transfrontaliere, molte delle quali nell’Europa centrale e orientale, in particolare nei Paesi Baltici e in Polonia. In Francia, Spagna e Regno Unito, i treni sono risultati più costosi dei voli fino al 95% delle tratte transfrontaliere. I viaggi in treno possono costare fino a 26 volte di più dei voli, come dimostra l’esempio più estremo: da Barcellona a Londra costa solo 14,99 euro in aereo, rispetto ai 389 euro in treno.”Nonostante l’aggravarsi della crisi climatica, il sistema fiscale europeo continua a favorire il mezzo di trasporto più inquinante – ha detto Herwig Schuster, attivista per i trasporti di Greenpeace Europa Centrale e Orientale – È assurdo che un volo da Barcellona a Londra possa costare solo 15 euro, mentre il treno sulla stessa tratta costa fino a 26 volte di più. L’aviazione gode di privilegi fiscali ingiusti, mentre i passeggeri dei treni sono costretti a pagarne il prezzo. Questi prezzi non riflettono un mercato funzionante, bensì un sistema truccato”.Il report ricorda che i voli emettono in media cinque volte più CO2 per passeggero-chilometro rispetto ai treni e, rispetto alle ferrovie che utilizzano il 100% di elettricità rinnovabile, il loro impatto può essere oltre 80 volte peggiore.Guardando al capitolo sull’Italia, Greenpeace sostiene che grazie all’efficiente rete ferroviaria ad alta velocità italiana, ai treni notturni nazionali e ai frequenti collegamenti ferroviari con tutti i paesi limitrofi, ad eccezione della Slovenia, molte destinazioni sono ragionevolmente accessibili in treno, anche da e per la parte meridionale del paese.Tuttavia, viaggiare da e per l’Italia in treno è significativamente più costoso che in aereo. L’88% di tutte le tratte transfrontaliere è risultato prevalentemente più costoso in treno: il quarto peggior risultato tra tutti i paesi europei, con il risultato che è solo leggermente peggiore nel Regno Unito (90%), in Spagna (92%) e in Francia (95%).La differenza maggiore tra le tariffe ferroviarie e aeree è stata riscontrata sulla tratta Lussemburgo-Milano, con il treno che costava 11,6 volte di più del volo per un viaggio di medio termine (214 euro, contro i 18,49 euro di un volo easyJet).Solo la tratta Lubiana-Milano è risultata più economica in treno che in aereo. Tuttavia, per questa tratta non è possibile acquistare un biglietto cumulativo; è invece necessario acquistare biglietti separati dalle Ferrovie Slovene (SZ) per la tratta slovena e da Trenitalia per la tratta italiana.C’è anche una sola tratta transfrontaliera in cui il treno è risultato più economico in 5 dei 9 giorni analizzati: Roma-Vienna, dove Ryanair e il treno notturno diretto gestito dalla compagnia ferroviaria austriaca OBB hanno offerto le tariffe più basse. Sia i treni che i voli sono risultati più economici o più costosi in tutti e 3 gli intervalli di tempo analizzati. LEGGI TUTTO