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    Gruppo CDP, siglato accordo con il fondo sovrano malese Khazanah Nasional Berhad

    (Teleborsa) – Il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e il fondo sovrano malese Khazanah Nasional Berhad (Khazanah) hanno siglato oggi un Memorandum of Understanding con l’obiettivo di individuare aree di potenziale interesse nelle quali le parti possano definire, valutare e identificare opportunità di investimento e collaborazione principalmente nei due mercati. L’accordo non vincolante e della durata di quattro anni è stato sottoscritto per il Gruppo CDP dalle controllate CDP Equity, Fondo Italiano di Investimento, CDP Venture Capital SGR e Simest. Il MoU – spiega CDP in una nota – è finalizzato a rafforzare le relazioni economiche, commerciali e industriali tra Italia e Malesia, sia sostenendo le aziende italiane interessate a espandere il proprio business nella regione ASEAN, sia favorendo l’ingresso e la presenza del fondo sovrano malese Khazanah e delle sue controllate nel mercato italiano.La firma è avvenuta in occasione della settima edizione dell’ “High Level Dialogue on ASEAN Italy Economic Relations” tenutasi il 3-4 ottobre a Bangkok (Thailandia), promossa da The European House – Ambrosetti e sostenuta da CDP e Simest in qualità di Main Partner. L’accordo, il primo nel suo genere tra Italia e Malesia, prevede inoltre che Khazanah possa valutare potenziali opportunità di investimento in società presenti nel portafoglio di CDP Equity, nonché collaborare con Fondo Italiano d’Investimento e CDP Venture Capital SGR per analizzare potenziali opportunità di collaborazione con aziende e/o gruppi italiani con attività significative in Europa o in Malesia.Al contempo, il Gruppo CDP, attraverso SIMEST, e Khazanah si concentreranno in particolar modo sull’analisi di potenziali opportunità di investimento in filiali malesi di aziende e/o gruppi italiani. In questo modo il sistema imprenditoriale italiano potrà rafforzare le relazioni economiche con i Paesi della regione ASEAN, tra cui la Malesia. L’accordo prevede anche la costituzione di un gruppo di lavoro congiunto, composto da rappresentanti di entrambe le istituzioni, che analizzerà, promuoverà e coordinerà lo sviluppo delle opportunità di cooperazione previste.”L’accordo non vincolante quadriennale siglato dal Gruppo CDP con il fondo malese Khazanah Nasional Berhad – ha dichiarato Francesco Mele, direttore Investimenti di CDP e amministratore delegato di CDP Equity – rappresenta una importante tappa del percorso di rafforzamento delle relazioni con investitori istituzionali internazionali. Favorirà infatti sia la potenziale crescita delle aziende italiane nell’area del Sud-Est asiatico sia il possibile ingresso di un nuovo operatore di comprovata esperienza e solidità patrimoniale per incentivare lo sviluppo dell’ecosistema italiano”.”Khazanah è onorata di far parte di questa alleanza strategica con il Gruppo CDP, che – ha dichiarato Dato’ Amirul Feisal Wan Zahir, amministratore delegato di Khazanah – darà un impulso significativo alle relazioni bidirezionali tra Italia e Malesia. Grazie a questa partnership, siamo in grado di facilitare e stabilire insieme ulteriori opportunità per le imprese italiane che attualmente investono o intendono investire in Malesia e viceversa, rafforzando la forza economica e la resilienza di entrambe le nazioni. Gli investimenti internazionali di Khazanah coprono un’ampia gamma di classi di attività e mercati. In qualità di fondo sovrano malese, allineiamo strategicamente questi investimenti ai megatrends globali e alle tecnologie emergenti, con il duplice obiettivo di accrescere il valore del nostro portafoglio e di facilitare i flussi di conoscenza, le reti e le opportunità di investimento verso la Malesia. A questo proposito, non vediamo l’ora di beneficiare della nostra partnership con CDP, uno dei principali fondi sovrani europei”. LEGGI TUTTO

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    USA, ADP: a settembre 89 mila occupati in più, sotto le attese

    (Teleborsa) – Molto sotto le attese l’andamento dei nuovi posti di lavoro nel settore privato statunitense a settembre 2023. Gli occupati del settore privato hanno registrato infatti un aumento di 89 mila posti di lavoro, dopo i 180 mila del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di 177 mila). Le attese dagli analisti indicavano un aumento di 153 mila unità. È quanto indica il report della Automated Data Processing (ADP), che ogni mese pubblica questo report sul mercato del lavoro sulla base dei dati aggregati pervenuti dal settore privato non agricolo. Tale report precede quello ufficiale del Dipartimento del Lavoro che verrà pubblicato venerdì prossimo, 6 ottobre 2023.La crescita maggiore è quella del settore dei servizi (+81 mila), in particolare Leisure/hospitality (+92 mila) e Financial activities (+17 mila). Nel settore manifatturiero i posti di lavoro diminuiscono di 12 mila unità, mentre in quello delle costruzioni aumentano di 16 mila unità.A livello dimensionale, le piccole imprese hanno registrato un aumento degli occupati di 95 mila, mentre le imprese di medie dimensioni registrano un incremento di 72 mila e l’industria di grandi dimensioni un calo di 83 mila.(Foto: Saulo Mohana su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Giappone, PMI Servizi: espansione più contenuta a settembre

    (Teleborsa) – L’economia del settore dei servizi giapponese ha continuato a registrare una solida espansione dell’attività commerciale alla fine del terzo trimestre del 2023. Detto ciò, il tasso di crescita è sceso ai minimi da gennaio in un contesto di aumento più lento dei nuovi afflussi di affari, mentre la domanda internazionale è in stallo.È quanto emerge dall’indice Au Jibun Bank Japan Services PMI, compilato da S&P Global sulla base delle risposte a un sondaggio condotto da un panel di circa 400 aziende del settore dei servizi. Una lettura superiore a 50 indica un aumento complessivo rispetto al mese precedente, mentre inferiore a 50 indica una diminuzione complessiva.L’indice headline delle attività commerciali dei servizi della Jibun Bank Japan è sceso da 54,3 punti di agosto ai 53,8 punti di settembre, a indicare una solida espansione dell’attività dei servizi, risultando anche superiore alle attese degli analisti per 53,3 punti.(Foto: Photo by Alexander Smagin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    PNRR, l’allarme di Ance: 42mila progetti a rischio definanziamento

    (Teleborsa) – L’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, ha fatto sapere che le rassicurazioni sull’utilizzo dei fondi strutturali per realizzare gli interventi eliminati dal PNRR e le misure contenute nel dl Sud “non appaiono sufficienti a scongiurare il rischio di un definanziamento e di un blocco delle procedure da parte degli enti locali. Al momento, infatti, non sono accompagnate da indicazioni puntuali sulle risorse effettivamente disponibili e sulle modalità di utilizzo per la copertura degli interventi definanziati”.Nel corso di un’audizione sul dl Sud, l’Associazione ha infatti fatto sapere che a rischio ci sarebbero circa 42mila progetti. “Dagli ultimi dati di monitoraggio del sistema ReGis, – ha dichiarato la presidente Federica Brancaccio ai deputati – circa 42.000 progetti di interesse per le costruzioni, che erano già stati selezionati, per un investimento complessivo di circa 12 miliardi di euro, rischiano di essere definanziati”. Nei giorni scorsi in un’intervista al Sole 24 Ore Brancaccio aveva evidenziato anche i rischi per il settore legati alla mancata proroga del Superbonus. “Avere rigettato tutte quelle proposte ha rialzato la tensione in una maniera terribile, perché invece la proroga è necessaria. Anche se va fatta una precisazione: quando parliamo di proroga, non parliamo della riapertura della misura – ha spiegato al quotidiano economico –. Vogliamo invece consentire a chi ha già iniziato i lavori, ed è a un certo stato di avanzamento, di portarli a termine con qualche mese in più. I cantieri hanno subito un rallentamento, soprattutto a causa della difficoltà di monetizzare i crediti. Bisogna poterli concludere in un tempo congruo e non lasciare contenziosi, imprese fallite, famiglie disperate e anche impalcature abbandonate e lavori a metà in tutte le nostre città”.Brancaccio ha poi sottolineato anche il rischio sicurezza. Secondo la presidente dell’Associazione, infatti, la compressione dei tempi per portare a termine un lavoro potrebbe portare le imprese – “nel tentativo di farcela a ogni costo e di rispettare la scadenza di dicembre” –, a comprimere “i tempi di lavorazione in maniera incompatibile con la qualità delle opere e la sicurezza dei lavoratori. Adesso si è scatenato un effetto panico che va evitato”. LEGGI TUTTO

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    Dl Asset: Governo pone la fiducia alla Camera

    (Teleborsa) – Il governo ha posto la questione di fiducia sulla conversione in legge del decreto asset senza modifiche rispetto al testo licenziato in prima lettura al Senato. La richiesta di fiducia è stata formalizzata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. La prima chiama del voto di fiducia alla Camera sul provvedimento che deve essere convertito in legge entro il 9 ottobre prossimo inizierà domani alle 16.25. È quanto ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Le dichiarazioni di voto di fiducia prenderanno il via dalle 13 in modo da consentire lo svolgimento del question time che è stato confermato alle 15. I lavori sul decreto asset proseguiranno con i pareri sugli ordini del giorno le cui votazioni proseguiranno, dopo la commemorazione del presidente emerito Giorgio Napolitano prevista alle 18, fino alle 20.30. Il voto finale sul decreto è previsto per giovedì entro le ore 14. LEGGI TUTTO

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    Salario minimo, Cassazione: “Se è povero andare oltre i Ccnl”

    (Teleborsa) – Non considerare i contratti nazionali come gli unici parametri per valutare la giusta e dignitosa retribuzione. Questa l’esortazione che la Corte Suprema invia ai giudici con la sentenza 27711/2023 della Sezione Lavoro, presidente Guido Raimondi, relatore Roberto Riverso. “Si parla notoriamente di lavoro povero, ovvero di povertà nonostante il lavoro, principalmente dovuto alla concorrenza salariale al ribasso innescata, in particolare dalla molteplicità dei contratti all’interno della stessa contrattazione collettiva; la quale, pur necessaria, quale espressione della libertà sindacale e per la tutela dei diritti collettivi dei lavoratori, può entrare in tensione con il principio dell’art. 36 della Costituzione che essa stessa è chiamata a presidiare per garantire il valore della dignità del lavoro” ha sottolineato la Cassazione accogliendo il ricorso di un lavoratore della vigilanza privata non armata, impiegato a Torino che aveva fatto ricorso al Tribunale del capoluogo piemontese lamentando la retribuzione troppo bassa. Un ricorso che dopo esiti differenti nei due gradi di giudizio è arrivato in Cassazione. La Cassazione ha fatto fa presente come in materia di adeguatezza dei salari non si può non tenere conto, ad esempio, della Direttiva Eu 2022/2041 del 19 ottobre 2022 che ha come “primo obiettivo dichiarato” quello della “convergenza sociale verso l’alto dei salari minimi” che “contribuiscono a sostenere la domanda interna”, e i livelli minimi devono essere “adeguati” per conseguire “condizioni di vita e di lavoro dignitose”. Inoltre i supremi giudici sottolineano che “nessuna tipologia contrattuale può ritenersi sottratta alla verifica giudiziale di conformità ai requisiti sostanziali stabiliti dalla Costituzione che hanno ovviamente un valore gerarchicamente sovraordinato nell’ordinamento”. Tra gli strumenti per effettuare la verifica, la Cassazione cita il paniere Istat, l’importo della Naspi o della Cig, la soglia di reddito per l’accesso alla pensione di inabilità e l’importo del reddito di cittadinanza, avvertendo però che sono tutte forme di sostegno al reddito che garantiscono una “mera sopravvivenza” ma non sono “idonei a sostenere il giudizio di sufficienza e proporzionalità della retribuzione” nel senso indicato dalla Costituzione e dalla Ue. Adesso la Corte di Appello deve adeguarsi a questi principi dal momento che “il giudice può motivatamente discostarsi” dai parametri della contrattazione collettiva nazionale di categoria quando entrino in contrasto con l’art. 36 della Costituzione, e “servirsi a fini parametrici del trattamento retributivo stabilito in altri contratti di categoria di settori affini o per mansioni analoghe”. Una sentenza che, inevitabilmente, si inserisce nel dibattito politico in corso del salario minimo. “Arriva dalla Cassazione, con una sentenza storica, una indicazione che conferma la necessità e l’urgenza di stabilire un salario minimo secondo i principi stabiliti dalla Costituzione. La contrattazione collettiva, specie in alcuni settori, – afferma la segretaria del Pd Elly Schlein – va sostenuta, affinché sia sempre garantito a chi deve lavorare per vivere il diritto a un’esistenza dignitosa. Il governo su questo tema continua invece a fare il gioco delle tre carte, incurante delle condizioni reali di tante lavoratrici e lavoratori in questo Paese. Il lavoro povero esiste e lo vivono sulla propria pelle milioni di persone. Noi saremo al loro fianco ogni giorno finché non otterremo un salario giusto e dignitoso”. “Con la sentenza che conferma la necessità di un salario minimo legale, la Cassazione è arrivata dove invece fino a ora il Governo ha temporeggiato. Una decisione importante, che semplicemente riafferma quanto da tempo denunciamo sul lavoro povero. Basta ritardi: dimostriamo che anche la politica sa riconoscere che il diritto a uno stipendio dignitoso è garantito da Costituzione” afferma in una nota è il leader di Azione Carlo Calenda.”Il salario minimo per legge dimentica la contrattazione che ha dato luogo a una stagione importante di rinnovi. Bisogna però anche tenere conto dei giudici quando dicono che la contrattazione da sola non basta. Questo è il lavoro che farà il Cnel” ha commentato la ministra del Lavoro, Elvira Calderone. Il lavoro del Cnel sul salario minimo, ha aggiunto, “è a buon punto” e “tende ad individuare proprio la questione centrale della qualità della contrattazione”. (Foto: Blackcat CC BY-SA 3.0) LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Windar da parte di Bridgepoint

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo della società spagnola Windar Renovables da parte della società di investimento britannica Bridgepoint Group.La transazione riguarda principalmente la produzione di torri eoliche e fondazioni offshore per turbine eoliche.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, dato che le società non operano sugli stessi mercati o su mercati verticalmente correlati. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    Cybertecheurope 2023, Santagata: “Ripensare approccio alla sicurezza informatica in un’ottica europea”

    (Teleborsa) – “Occorre ripensare l’approccio alla sicurezza informatica in un’ottica europea. È inutile dotarsi dell’ultima tecnologia di cybersicurezza se poi non c’è un disegno a livello comunitario. Istituzioni e aziende devono lavorare insieme in una strategia condivisa”. È quanto ha affermato Eugenio Santagata, Chief Public Affairs di TIM e Ceo di Telsy nel suo intervento al Cybertecheurope 2023. “I nuovi scenari introdotti dalla direttiva NIS2 o dal cyber resilience act – ha proseguito Santagata – impongono azioni concrete. Telsy e tutto il gruppo TIM sono in prima linea in questo percorso, per supportare PA, aziende e privati in questa importante sfida”. LEGGI TUTTO