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    PA, Zangrillo: “Al lavoro su proroga smart working dipendenti fragili”

    (Teleborsa) – “Stiamo cercando di trovare una soluzione a tutela dei dipendenti fragili della Pubblica amministrazione, salvaguardando la salute di persone con patologie plurime o sottoposte a terapie salvavita ed evitando discriminazioni con le lavoratrici e i lavoratori del settore privato”. È quanto ha fatto sapere in una nota il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo in merito all’ipotesi di proroga al 31 dicembre dello smart working per i dipendenti fragili della Pubblica amministrazione, tema in corso di discussione in Consiglio dei ministri. “Non ho mai avuto preclusioni ideologiche nei confronti dello smart working, che durante la pandemia ha garantito la continuità di moltissimi servizi e che ancora oggi rappresenta una opportunità – sottolinea Zangrillo –. Molte aziende stanno continuando a utilizzarlo, non vedo quindi perché la stessa cosa non possa e non debba valere per la Pubblica amministrazione, tanto più nei confronti di chi è esposto a gravi rischi non dovuti soltanto al Covid-19. Sono convinto dell’opportunità di dare maggiore attenzione ai cosiddetti fragili, ma ora che non siamo più nella fase emergenziale serve un differente approccio. Per questo motivo con la contrattazione collettiva nazionale per il comparto pubblico ci siamo occupati di regolamentare il lavoro agile come forma di prestazione lavorativa organizzata. La nuova disciplina prevede la sottoscrizione di accordi individuali tra singoli dipendenti e il dirigente responsabile, con l’indicazione degli obiettivi da raggiungere e dei risultati collegati. Un sistema che mette al centro il rapporto di fiducia con il dirigente, che è responsabile della performance del proprio dipendente, dell’individuazione degli obiettivi da assegnare e della misurazione di questi ultimi attraverso il controllo e il monitoraggio dell’attività svolta. Una vera rivoluzione, che ribadisce il ruolo del dirigente come gestore di persone con la responsabilità di valorizzare il capitale umano, per una Pubblica amministrazione moderna e innovativa, capace di mettere al centro le proprie risorse e di garantire a cittadini e imprese servizi sempre efficienti ed efficaci”. La norma sullo smart working rispondeva nel periodo del Covid a “una logica emergenziale”, ma in questo momento la situazione è differente, afferma la ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Stiamo però facendo delle valutazioni sui fragili che saranno oggetto di scelte nei prossimi giorni. Stiamo ragionando – ha aggiunto Calderone – su un’eventuale proroga perché quella era una norma a fini emergenziali”. LEGGI TUTTO

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    Patto Ue sulla migrazione: proseguono i negoziati. Via libera da Scholz

    (Teleborsa) – Il regolamento sulle crisi, l’ultimo pilastro del Patto per l’asilo e la migrazione, sul quale i Paesi Ue non hanno ancora trovato l’intesa sarà sul tavolo del Consiglio Affari Interni previsto domani ma non ci sarà “una discussione sostanziale” sul testo. È quanto spiegano fonti Ue sottolineando che “la presidenza spagnola sta lavorando intensamente per trovare un’intesa il prima possibile”. L’obiettivo – secondo quanto si apprende – è “trovare il prima possibile una maggioranza qualificata e quindi un accordo” anche se “il margine di manovra è molto stretto perché si va incontro ad una parte dei Paesi se ne perde l’altra”. Dall’intesa tra i Ventisette passa il successo dell’intera riforma ormai da tre anni al centro dei negoziati a Bruxelles. Il testo per la gestione delle situazioni di crisi fissa le disposizioni da far scattare quando uno Stato membro si trova di fronte a un numero di sbarchi o arrivi molto superiore al normale, ad eventi eccezionali come una pandemia o a crisi artificiali prodotte dalle strumentalizzazioni dei migranti a scopi politici da parte di Paesi terzi. Presentato dalla Commissione europea nel settembre 2020, il disegno di regolamento prevede che a innescare lo stato d’emergenza siano i governi nazionali, chiamati a esprimersi su richiesta di una capitale Ue o della Commissione europea. E, una volta aperta la crisi, la procedura contempla alcune deroghe all’abituale sistema di asilo, aprendo ad esempio ad una maggiore flessibilità nelle procedure di screening delle domande. Tra i suoi capisaldi, la proposta include misure di solidarietà come la redistribuzione dei migranti in tutta l’Unione per andare incontro ai Paesi più esposti a sbarchi e arrivi. Il Parlamento europeo ha proposto l’introduzione di un meccanismo di quote obbligatorie, non incluso nel testo originario di Bruxelles e subito respinto dai governi. Il compromesso ora portato sul tavolo dalla presidenza di turno Ue della Spagna prevede invece la possibilità, in determinate situazioni, di derogare ad alcuni oneri previsti dalla procedura di frontiera, oppure di interrompere il trasferimento dei cosiddetti movimenti secondari dei “dublinanti” verso gli Stati di primo approdo. Al centro delle trattative c’è anche l’inclusione nel regolamento di quelle situazioni di crisi innescate dalla strumentalizzazione dei migranti. L’idea è di far scattare le deroghe non soltanto in caso di forza maggiore, ma anche quando governi extra-Ue utilizzino i migranti come “arma” per fare pressioni sui confini dei Paesi membri. Un fronte caldo soprattutto per i Paesi dell’Est, complice la guerra ibrida cavalcata dalla Bielorussia.La posizione dell’Italia – Il dossier migranti sarà al centro della prima sessione del vertice di Malta – che riunisce Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Cipro, Malta e da due anni anche Slovenia e Croazia – che affronterà il tema degli investimenti e della cooperazione con i Paesi del del vicinato Sud. In vista del vertice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato ai partner del formato EuMed9, e per conoscenza a Ursula von der Leyen e Charles Michel, una lettera in cui sottolinea l’importanza di lavorare a una posizione comune e coesa, per rendere l’azione più efficace. Nella lettera Meloni ribadisce che la questione migratoria è una priorità per l’Italia, apprezza gli sviluppi positivi dopo la visita a Lampedusa con Ursula von der Leyen e il piano in dieci punti annunciato dalla presidente della Commissione. Il governo italiano, viene spiegato, è consapevole del fatto che serva tempo per mettere in pratica una strategia multilivello che prevede diverse azioni, ma l’obiettivo è mantenere il tema in cima all’agenda continuare a impegnarsi per avere soluzioni specifiche e risultati concreti. La questione sarà anche al centro, domani, del Consiglio Giustizia e Affari interni a cui il ministro Matteo Piantedosi, viene riferito, porterà alcune proposte italiane per velocizzare l’attuazione della strategia europea. Nella giornata a Malta la premier potrebbe avere anche degli incontri bilaterali, e proseguire il dialogo con il presidente francese Emmanuel Macron che ieri ha ricevuto, per un confronto informale, a Palazzo Chigi. Visione condivisa fra Italia e Francia – Tra la Francia e l’Italia c’è oggi “una visione condivisa della gestione della questione migratoria – fanno sapere fonti dell’Eliseo –. Da soli gli Stati membri non possono gestire la questione migratoria. Roma e Parigi andranno a promuovere una posizione comune al vertice di Malta e in occasione dei prossimi appuntamenti europei”. Fonti vicine al presidente Emmanuel Macron hanno sottolineato che Roma e Parigi intendono andare al vertice Med 9 di Malta con una posizione comune e proposte concrete. “Primo atto della strategia – precisano a Parigi – è intervenire con i Paesi d’origine, lavorare con loro, per prevenire questi flussi che poi transitano dalla Tunisia. Secondo atto: lavorare con la Tunisia per fermare le partenze e smantellare le filiere di trafficanti di esseri umani”. Il terzo atto riguarda il rafforzamento dei “controlli in mare”, mentre il quarto è relativo all’esame del diritto d’asilo. Secondo il Patto asilo e immigrazione attualmente in fase di negoziazione a Bruxelles, sottolineano le fonti francesi, questo esame deve avvenire nel Paese di arrivo, con un “rafforzamento” dei mezzi a disposizione nei cosiddetti hotspot. Una strategia, puntualizzano le fonti, ampiamente evocata dal ministro francese dell’Interno, Gérald Darmanin, nel corso della sua recente visita a Roma dall’omologo Piantedosi e anche ieri da Macron e Meloni a Roma. Meloni, si rallegrano a Parigi, “ha fatto davvero la scelta di un approccio europeo coordinato e questo è un segnale molto concreto e molto importante”.Via libera da Scholz al Patto Ue – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz – secondo quanto scrive Bild – si sarebbe imposto oggi in gabinetto di governo per assicurare il via libera della Germania alla riforma del diritto di asilo Ue. Berlino non si dovrebbe quindi astenere domani all’incontro dei ministri dell’Interno di Bruxelles sul regolamento sulla gestione delle crisi. Scholz avrebbe così fatto valere la sua linea sulle contestazioni dei Verdi, in particolare quella della ministra degli Esteri, Annalena Baerbock.L’opposizione dell’Ungheria – “Bruxelles vuole farci andare giù il fallito patto sui migranti prima delle prossime elezioni europee. Mentre i migranti illegali attaccano i nostri poliziotti, Bruxelles vuole costringerci a farli entrare. Un’altra idea folle della bolla di Bruxelles. Non lo permetteremo!”scrive su X il premier ungherese, Viktor Orban, in merito al Patto Ue sulla migrazione. LEGGI TUTTO

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    PA, Giorgetti: 1 miliardo per rinnovo contratti pubblici in Legge di Bilancio

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha fatto sapere che, “nonostante la difficile congiuntura, il Governo ha destinato nella legge di Bilancio 2023 un primo stanziamento di un miliardo di euro” per il rinnovo dei contratti nel comparto pubblico. Nel corso di un Question Time alla Camera, Giorgetti ha precisato che ulteriori risorse per una nuova stagione di rinnovi contrattuali saranno decise “nell’ambito del quadro economico definito dalla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023 che oggi il Consiglio dei ministri si appresta ad approvare”.Il ministro ha risposto anche ad un’interrogazione in merito alle decisioni della BCE sui tassi di interesse. “Il Governo continua a monitorare con attenzione sia le decisioni prese dalle istituzioni europee sul tasso di interesse sia l’andamento dei prezzi, al fine di adottare eventuali interventi di sostegno per le famiglie più svantaggiate e per garantire la competitività delle imprese”. Giorgetti ha poi sottolineato che “la questione abitativa, a prescindere dall’andamento dei tassi, è comunque, un ambito di intervento prioritario del Governo” ricordando che “le condizioni eccezionalmente favorevoli degli anni scorsi, garantendo bassi tassi di interesse sui mutui, si riflettono ancora sul tasso d’interesse medio sulle consistenze dei mutui alle famiglie”.Il governo, ha aggiunto Giorgetti “è intervenuto prorogando più volte le misure di agevolazione per l’acquisto della prima casa in favore di giovani coppie, di giovani fino a 36 anni, di nuclei familiari monogenitoriali con figli minori nonché dei conduttori di alloggi IACP”. “Posso anticipare – ha aggiunto – che, con un decreto-legge che sarà sottoposto oggi al Consiglio dei ministri, tale misura sarà ulteriormente prorogata sino al 31 dicembre prossimo”.La regolarizzazione degli scontrini attraverso il ravvedimento operoso, ha poi dichiarato rispondendo ad un altro quesito posto dai deputari, “evita la pena di morte per migliaia di esercizi commerciali: “non è un atto di clemenza, ma di ragionevolezza”. “Il decreto-legge energia, appena approvato dal Consiglio dei ministri, detta norme che consentono di esercitare esclusivamente il ravvedimento operoso per la violazione di alcuni obblighi in materia di certificazione dei corrispettivi, commesse tra il primo gennaio 2022 e il 30 giugno 2023 – ha spiegato Giorgetti –, regolarizzando entro la fine dell’anno la posizione con il pagamento delle sanzioni previste dalla legge. In altre parole, si ribadisce, la norma consente ai contribuenti di avvalersi di un istituto gia’ esistente e attualmente in vigore, con la possibilità, previo pagamento delle somme dovute, di evitare la ‘pena di morte’ per migliaia di esercizi commerciali”. LEGGI TUTTO

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    USA, ordini beni durevoli meglio di attese in agosto

    (Teleborsa) – Sono aumentati a sorpresa gli ordinativi di beni durevoli americani, nel mese di agosto. Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census), gli ordini hanno evidenziato un incremento mensile dello 0,2% dopo il -5,6% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di -5,2%). Le stime di consensus indicavano una discesa dello 0,5%.Il dato “core”, ossia al netto degli ordinativi del settore trasporti, risulta in aumento dello 0,4% e si confronta con il +0,1% del mese precedente e stimato dagli analisti. Se si esclude il settore della difesa, gli ordinativi sono scesi dello 0,7%, dopo il -6% precedente (dato rivisto da -5,5%). LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Worldpay da parte di GTCR

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo di New Boost Holdco, LLC (insieme alle sue controllate “Worldpay”) da parte della società di private equity GTCR, entrambe statunitensi. L’operazione riguarda principalmente il settore dei servizi finanziari, in particolare i servizi di merchant acquiring e i relativi servizi tecnologici.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, dato che le società non operano sugli stessi mercati o su mercati verticalmente correlati. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata. LEGGI TUTTO

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    Energia, Enea: nuove batterie calcio-ione per mobilità elettrica e smart grid

    (Teleborsa) – Nuove batterie calcio-ione in alternativa a quelle litio-ione per applicazioni nella mobilità elettrica e per lo stoccaggio di energia nelle smart grid, saranno messe a punto nell’ambito del progetto “ACTEA”, condotto da ENEA e Sapienza Università di Roma (coordinatore) e finanziato dalla Regione Lazio. Il team di ricercatori si propone di sviluppare sistemi di accumulo elettrochimico di nuova generazione caratterizzati da bassi costi di produzione e standard sempre più elevati di efficienza, sostenibilità e sicurezza, aprendo la strada a una nuova filiera industriale lungo l’intero ciclo del valore, dalla produzione di materie prime al riciclo di componenti esausti a fine vita.”La tecnologia calcio-ione è ancora ai primi stadi di sviluppo e l’obiettivo è quello di contribuire a una migliore comprensione del suo funzionamento anche se, in linea di principio, i processi elettrochimici che stanno alla base sono analoghi a quelli delle batterie litio-ione dove, però, il calcio sostituisce il litio nel ruolo di shuttle, ossia di portatore della carica elettrica”, spiega Laura Silvestri, ricercatrice del Laboratorio Accumulo di energia, batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’idrogeno del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili dell’ENEA.Il progetto si muove in ambiti pressoché inesplorati, ma i vantaggi chiave – spiega ENEA in una nota – sono già ben chiari: l’utilizzo del calcio è un’opzione promettente per migliorare le densità energetiche delle batterie riducendo al contempo i costi di produzione grazie al basso costo della materia prima e, soprattutto, alla sua abbondanza sulla crosta terrestre. “Attraverso lo sviluppo di tecnologie di accumulo elettrochimico calcio-ione sarà possibile – aggiunge Silvestri – risolvere le principali criticità legate all’approvvigionamento, alla sicurezza e ai costi di produzione. Non solo: si disporrà di un’alternativa ecosostenibile ai sistemi litio-ione, una tecnologia di accumulo matura che ha quasi raggiunto il limite teorico delle sue prestazioni”.La metodologia progettuale di ACTEA si focalizza sullo sviluppo di processi e materiali con un ridotto impatto ambientale e sull’impiego di elementi molto comuni quali il ferro, il silicio o il titanio (oltre al calcio), attraverso la minimizzazione dell’uso di materie prime tossiche e critiche come, ad esempio, il cobalto e il litio. “Questa strategia potrebbe declinare in modo innovativo e sostenibile lo scenario di una transizione da un paradigma tecnologico ad alto impatto ambientale (batterie litio-ione) ad uno nuovo più green (batterie calcio-ione). Inoltre, l’introduzione del calcio e dei materiali ad esso correlati nella catena del valore delle batterie aprirebbe un nuovo mercato per tutti i produttori di materie prime tradizionali quali il carbonato di calcio e l’ossido di calcio, ampiamente utilizzati in edilizia e nei pigmenti”, conclude Giulia Monteleone, responsabile della Divisione ENEA di Produzione, storage e utilizzo dell’energia del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili dell’ENEA. LEGGI TUTTO

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    Da NaDEF a caro carburanti, cosa ha detto Urso

    (Teleborsa) – “La NaDEF che viene approvata oggi, è documento che ci dà la strada da percorrere e in cui il primo elemento è che abbiamo dovuto rivedere le stime sulla crescita quest’anno a 0,8% e anche le stime sulla crescita del prossimo anno. Siamo un governo responsabile, consapevole, coerente e pragmatico allo stesso tempo ben sapendo che abbiamo bisogno di mantenere la rotta della sostenibilità del nostro debito pubblico così elevato”. Lo ha detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso nel corso del suo intervento alla assemblea della Faib.Il Ministro ha anticipato la volontà di “prorogare, vediamo in che misura, il credito di imposta che garantisce un supporto significativo ai trasportatori, a coloro che fanno trasporto merci su gomma per evitare che l’aumento del carburante possa alimentare la spirale inflattiva”. “Questa misura la prenderemo all’interno della manovra economica anche perché il bonus trasporti scade il 31 dicembre e siamo consapevoli che questa misura è importante”, ha aggiunto Urso.”Ovviamente bisogna comprendere, il ministero dell’Economia, e dell’Ambiente, quando essa dovesse eventualmente scattare e c’è una visione complessiva del governo se fronteggiare, ove ve ne fosse necessità il caro carburanti con l’accisa mobile o se farlo con altri strumenti. In tutto questo per coerenza e rispetto dei cittadini e del Parlamento, ci sarà una riflessione del Governo su cosa fare ulteriormente per il settore energetico a cominciare dalla Nadef”.Urso ha anche annunciato che “è stato chiesto alle compagnie petrolifere di fare la loro parte come hanno fatto le organizzazioni che rappresentano la grande distribuzione organizzata per quanto riguarda i possessori di social card. Lo stato Finanzia la social card con altri 100 milioni di euro destinati appunto principalmente al carburante e io credo che lo stesso possono fare e abbiamo chiesto loro di fare la loro parte per quanto riaguarda le loro reti. E abbiamo avuto i primi riscontri positivi”. Tra le prime a rispondere ENI ma ci sono altre “compagnie che definiranno le loro modalità e annunceranno quello che potranno fare in maniera del tutto volontaria”, ha detto Urso.Positiva anche la cartellonistica sul prezzo medio regionale dei carburanti che – secondo Urso – “ha funzionato”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro: per il 45% dei dipendenti la carriera non è prioritaria

    (Teleborsa) – In Italia solo tre persone su dieci si dichiarano pienamente soddisfatte della propria posizione lavorativa e circa una su due si sente abbastanza apprezzata e stimata sul posto di lavoro. Sono tra le principali evidenze di “Le nuove lenti per il mercato del lavoro”, la ricerca firmata MAW, l’agenzia per il lavoro e parte di W-Group, condotta su un campione di oltre 2.600 lavoratori in tutta Italia, che ha l’obiettivo di indagare bisogni, desideri e priorità dei lavoratori italiani in un momento di grandi sfide per il settore, e per fornire alle imprese uno strumento utile ad affrontare l’incremento del mismatching tra domanda e offerta di lavoro. Gli intervistati, 46% uomini e 50% donne (4% preferisce non dirlo), hanno un’età media di 37 anni, prevalentemente lavorano da almeno 1 anno (88%) e provengono dai settori più svariati (da Metalmeccanica, Alimentare, Servizi, Commercio, Chimica, Gommaplastica, PA, Trasporto e Multiservizi). La maggior parte (62%) lavora in aziende con più di 50 dipendenti. I bisogni lavorativi – Sul posto di lavoro, i dipendenti cercano principalmente due cose: uno stipendio adeguato (76%) e un bel clima lavorativo (56%). La crescita professionale conta quanto l’avere un carico di lavoro adeguato, registrati al 40% e 37%. Il dato è quanto più significativo se si considera il 33% dei dipendenti ha dichiarato di voler lavorare con bassi livelli di stress. “Incrociando questi dati con l’evidenza che una persona su due non si sente abbastanza apprezzata e stimata sul posto di lavoro, emerge che le strategie di retention spesso non sono adeguate ai reali bisogni dei lavoratori, a loro volta non ascoltati a sufficienza. Abbiamo chiesto loro di indicare le priorità sul lavoro e ne è emerso che ciò che chiedono è un compenso adeguato e un buon clima lavorativo. Nessun benefit o premialità speciale è tra le risposte più gettonate, a dimostrazione di come spesso trattenere i talenti in azienda possa essere meno complicato di quanto si pensa” ha aggiunto Vione. La carriera è molto importante per il 55% degli intervistati ma, paragonata ad altri aspetti personali, si classifica al quarto posto dopo famiglia (28%), realizzazione personale (23%), e vita privata in generale (15%). Viene vista come di prioritaria importanza per la Gen Z (25%) rispetto alla fascia 35-50 (12%).I benefit aziendali – I benefit sul posto di lavoro svolgono un ruolo determinante nell’attrarre, coinvolgere e trattenere i talenti. Dall’analisi emerge tuttavia un parziale scollamento tra l’offerta dei datori di lavoro e i desiderata dei dipendenti in materia di benefit: il 38% dei rispondenti, infatti, non ne percepisce nessuno. I maggiormente diffusi sono i buoni pasto (31%), i pacchetti welfare (25%), i corsi di formazione (21%) mentre lo smart working viene concesso solo al 9%. Tra i benefit più ambiti dai dipendenti spiccano invece i bonus in denaro (54%), seguiti dai buoni pasto (33%), i corsi di formazione (22%). La quota di chi desidera lo smart working è registrata al 16%, soprattutto dai lavoratori delle grandi aziende, mentre i lavoratori di piccole imprese chiedono maggiormente formazione. In generale, la fascia d’età di lavoratori tra 25 e 34 anni è quella con una maggior distribuzione di benefit rispetto alle fasce più alte. I rapporti sul luogo di lavoro – Sul lavoro sono fondamentali i rapporti umani, di cui i colleghi sono un pezzo insostituibile. L’unione del team è tra i principali bisogni espressi, ma non solo. Dalla ricerca MAW è emerso anche che il rapporto con i colleghi è tra le principali ragioni (31%) per cui i lavoratori decidono di restare nell’attuale posto di lavoro. Altre ragioni sono la vicinanza della sede di lavoro a casa (30%), la libertà di organizzazione e il bilanciamento vita-lavoro (entrambe le ragioni scelte dal 16%). Il rapporto con il proprio superiore determina in maniera netta il sentirsi a proprio agio sul posto di lavoro. In generale si registrano rapporti positivi con questa figura apicale, per il 37% è di fiducia e per il 35% è amichevole, anche se c’è un 31% che lo considera migliorabile e una minoranza (10%) che lo definisce stressante. Inoltre, il rapporto migliora o peggiora in base all’età: se la Gen Z ha un rapporto più amichevole e stimolante con il proprio superiore, altre fasce d’età (25-34 e 35-50 anni) lo ritengono migliorabile. Sono poi state individuate le migliori caratteristiche che un leader dovrebbe avere: compare al primo posto il saper ascoltare (26%), seguito dall’essere in grado di valorizzare i talenti (19%), dalla capacità di dare fiducia (17%), e dal saper stimolare il lavoro in team. Oltre sei rispondenti su dieci non hanno lasciato il loro “miglior” datore di lavoro, ovvero colui o colei che incarnava tutte queste caratteristiche, e se l’hanno fatto sono stati condizionati per il 13% dal fallimento di quell’azienda o dall’impossibilità di fare carriera (10%).La decisione di cambiare lavoro – Chi ha deciso di cambiare lavoro almeno una volta nel corso della sua vita professionale (56%), lo ha fatto perché si è sentito sfruttato (22%), non valorizzato (19%), perché non si trovava bene con il proprio capo (16%), o per i carichi di lavoro eccessivi che non consentivano di avere un buon bilanciamento vita-lavoro (16%). A dichiararsi insoddisfatti della scelta compiuta è stato solo il 14% del campione. Di questa percentuale, solo il 4% tornerebbe al lavoro precedente, mentre il restante 10% – pur insoddisfatto – non tornerebbe sui propri passi. Nell’indirizzare la scelta del cambio lavoro, la tipologia di contratto offerto ha contato per il 54%, seguito dalla vicinanza a casa (48%), la flessibilità di orario (45%), la possibilità di fare carriera (39%).(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO