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    USA, vendite case esistenti ancora in calo a settembre

    (Teleborsa) – Continuano i segnali di debolezza del mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a settembre 2023 un ulteriore calo del 2%. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il -0,7% riportato ad agosto.Sono state vendute 3,96 milioni di abitazioni rispetto ai 4,04 milioni di agosto ed ai 3,89 milioni di unità previsti dagli analisti.Su base annua, le vendite sono scese del 15,4%. LEGGI TUTTO

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    USA, indice Philly Fed migliora a ottobre ma resta negativo

    (Teleborsa) – Migliora leggermente l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A ottobre 2023, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto FED di Philadelphia (Philly FED) si è mantenuto in terreno negativo a -9 punti dai -13,5 di settembre. Il dato è più basso delle attese degli analisti, che indicavano un livello di -6,4 punti.Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a 4,4 punti da -10,2 punti, quello sulle condizioni di business è peggiorato a +9,2 punti da +11,1 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è sceso a -4,8 da 7,5, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a 4 da -5,7 punti e quello sui prezzi a 23,1 da 25,7 punti. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione scendono a 198 mila unità

    (Teleborsa) – Scendono, contro aspettative di un andamento pressoché stabile, le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 14 ottobre 2023, i “claims” sono risultati pari a 198.000 unità, in calo rispetto alle 211.000 unità della settimana precedente (dato rivisto da un preliminare di 209 mila). Il dato è sotto il consensus che stimava un aumento a 212 mila unità.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 205.750 unità, in calo di 1.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 206.750 (dato rivisto da un preliminare di 206.250). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente.Infine, nella settimana al 6 ottobre, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.734.000, in aumento di 29.000 mila unità rispetto alle 1.705.000 unità della settimana precedente (dato rivisto da un preliminare di 1.702.000). Le stime degli analisti erano per un aumento fino a 1.710.000 unità. LEGGI TUTTO

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    UniCredit: superato il traguardo di 1 miliardo di euro in minibond a supporto dello sviluppo delle Pmi italiane

    (Teleborsa) – UniCredit ha superato il traguardo del miliardo di euro mobilitato a favore delle PMI tramite lo strumento dei minibond, confermandosi leader in Italia nel mercato dei capitali anche nel segmento delle piccole e medie imprese. L’obiettivo è stato raggiunto grazie ai 174 minibond strutturati da UniCredit a supporto dei piani di sviluppo e degli investimenti di 160 PMI italiane da quando, nel 2017, la banca è attiva in questo mercato. Numeri che portano UniCredit ad avere una quota di mercato stabilmente superiore al 18% in termini di numero di minibond.Da inizio anno sono state 16 le emissioni, per un volume che sfiora i 100 milioni di euro. L’ultima operazione si è conclusa proprio in questi giorni a favore di Tregenplast, azienda lombarda che opera nel settore del recupero ecologico che ha emesso un minibond ESG da 4 milioni di euro, interamente sottoscritto da UniCredit e con garanzia del Fondo di Garanzia per le PMI, gestito da Mediocredito Centrale (MCC) per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.Proprio il tema della ESG ha assunto un’importanza crescente negli ultimi anni, a partire dal primo minibond ESG emesso nel 2020, tanto che l’81,3% delle operazioni effettuate finora quest’anno incorporano obiettivi di sostenibilità.”In questa fase dell’economia del nostro Paese è importante aggiungere alla tradizionale attività di supporto dell’economia reale anche lo strumento dei minibond, che consente alle PMI di approcciare il mercato dei capitali, diversificando le proprie fonti di finanziamento – ha spiegato Remo Taricani, Deputy Head di UniCredit Italia. Nel corso degli ultimi anni sono divenuti sempre più evidenti per le imprese i vantaggi derivanti dall’uso di questo strumento, che permette di ottenere funding a lungo termine e avere una maggiore stabilità del credito. Anche per questo le imprese italiane si stanno sempre più orientando verso l’utilizzo di minibond, segno anche di una crescente maturità finanziaria delle nostre PMI”Il crescente utilizzo è testimoniato anche dai dati Bankitalia, secondo cui mentre a inizio 2012 quasi l’80% del debito finanziario delle imprese italiane era rappresentato dal credito bancario e l’utilizzo di obbligazioni era solo all’8%, a fine 2022 tali quote erano rispettivamente pari al 65% e al 14%, a testimonianza di un cambiamento generale in atto cui hanno contribuito anche minibond, basket bond e bond di filiera.Il 21% delle 174 emissioni di minibond curate da UniCredit ha coinvolto aziende del settore Food & Beverage. Molto recettivi anche i settori Telecom & IT, quello dei beni di consumo e il chimico farmaceutico, ma anche i servizi, l’agricoltura e tessile sono tra i maggiori utilizzatori dello strumento, a ulteriore testimonianza della crescente diffusione dei minibond.Se le imprese delle regioni del Nord del Paese hanno effettuato il 50% delle operazioni, molto attive si stanno mostrando anche le PMI del Mezzogiorno che si attestano al 40% del totale delle emissioni curate da UniCredit, anche grazie al contributo della banca finalizzato alla diffusione dello strumento. Secondo i dati diffusi dal Politecnico di Milano (nell’Osservatorio dei Minibond), infatti, da quando esiste lo strumento del minibond dei 208 emittenti del Sud, circa un terzo (65) sono stati assistiti da UniCredit, con una quota particolarmente significativa in Puglia (86,8%) e in Sicilia (45,5%).Un decisivo contributo al raggiungimento dei risultati finora conseguiti da UniCredit è arrivato dai Basket Bond, operazioni di portafoglio di minibond che consentono di aumentare l’interesse degli investitori istituzionali per i piccoli tagli e per le piccole e medie imprese: dei 55 minibond emessi nell’ambito di queste operazioni, 30 riguardano il Basket Bond Puglia, con garanzia della Regione Puglia, 12 il Basket Bond di Filiera, iniziativa promossa con CDP per lo sviluppo delle principali filiere dell’economia italiana e 13 il Basket Bond Esg, la prima iniziativa di questo genere in Italia legata a obiettivi ESG, nata in collaborazione con CDP per sostenere gli investimenti delle aziende finanziandone i piani di sviluppo sostenibile.”Il processo di emissione dei minibond consente alle imprese di familiarizzare con le dinamiche e regolamentazioni dei capital market – ha concluso Remo Taricani – e rappresenta per le PMI un messaggio di solidità al mercato, grazie al sostegno che esse possono avere da importanti investitori istituzionali. Proprio per questo, come UniCredit continuiamo a sviluppare questo strumento di supporto per le piccole e medie imprese italiane, anche con formule innovative e grazie a partnership con importanti player istituzionali” LEGGI TUTTO

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    DeA Capital Real Estate SGR, acquisto e locazione immobile logistico a Passo Corese

    (Teleborsa) – DeA Capital Real Estate SGR con il Fondo GO Italia VII, interamente partecipato da BentallGreenOak, ha completato l’acquisizione di un nuovo asset a destinazione logistica dallo sviluppatore Techbau, ubicato nel parco logistico di Fara in Sabina (RI), località Passo Corese. In concomitanza dell’acquisizione, è stata perfezionata la locazione dell’intero immobile ad un operatore leader nel settore della grande distribuzione di materiali e attrezzature per l’edilizia, si legge in una nota.L’immobile è costituito da un fabbricato indipendente, si sviluppa su circa 32.000 mq ed è dotato di 29 baie di carico. Il parco logistico di Passo Corese è caratterizzato dall’eccellente accessibilità alle principali reti viarie e all’area metropolitana di Roma, essendo situato a circa 30 km a nord di Roma e a pochi km dal casello della A1. (Foto: Photo by Hannes Egler on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Maxi sequestro di vini in Italia: le aziende coinvolte

    I NAS nel mese di settembre hanno condotto e portato a termine una vasta campagna di controllo nel settore di produzione e commercializzazione dei vini, procedendo a un maxi sequestro che ha coinvolto diverse aziende italiane. Lo ha comunicato il Ministero della Salute, con una nota pubblicata sul portale governativo il 12 ottobre 2023. Il […] LEGGI TUTTO

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    Automotive, sindacati: in accordo Mimit-Anfia buoni propositi, ma non bastano

    (Teleborsa) – “Apprendiamo dell’avvenuta sigla di un protocollo di intesa fra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’Anfia. L’intesa contiene una serie di propositi di per sè interessanti come l’aumento del numero delle vetture prodotte in Italia, alcune delle quali rispondono anche a nostre precise richieste, quali l’idea di sostenere le riconversioni produttive delle imprese della componentistica impegnate nella transizione all’elettrico o la definizione di specifici strumenti di tutela per i lavoratori in termini sia di riconversione professionale sia di ammortizzatori sociali. Ma non è accettabile per il sindacato non essere coinvolto soprattutto in una fase in cui, proprio le aziende della componentistica decidono per chiusure e licenziamenti”. Così in una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR. “Non bastano i buoni propositi per dare alla filiera dell’automotive italiana un piano di politica industriale di settore all’altezza delle sfide come altri paesi europei hanno già adottato”, hanno aggiunto. “Il punto centrale deve essere quello di un confronto con il sindacato per una strategia generale di rilancio del settore a partire dalla tutela dei siti produttivi e della occupazione – hanno proseguito i sindacati –. Lo Stato italiano e il Mimit devono affrontare le questioni nodali che il sindacato dei metalmeccanici ha da tempo messo sul tavolo, attraendo nuovi investimenti internazionali sulle nuove tecnologie, stimolando i produttori finali nello sviluppo di volumi, modelli e occupazione, sostenendo le politiche di riconversione industriale e di riqualificazione”. “La scelta del Ministero di partire con un singolo protocollo con una singola associazione responsabilizza ancor di più lo stesso nel mettere in campo rapidamente le risorse di 6,2 miliardi di fondo pluriennale in investimenti per il settore finalizzati alla difesa dell’occupazione”, hanno sottolineato. “Chiediamo pertanto al Mimit di riprendere il confronto con i sindacati per condividere le evoluzioni indispensabili che servono al settore e per irrobustire questi singoli atti con un piano più robusto, impegnativo ed adeguato”. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Cgil: assemblea dà il mandato per lo sciopero generale

    (Teleborsa) – La Cgil conferma il giudizio negativo sulla manovra varata dal Governo e “a partire dall’andamento della consultazione straordinaria in corso” l’assemblea generale condivide la proposta avanzata nella relazione del segretario generale Maurizio Landini di “proseguire la mobilitazione nei luoghi di lavoro e nei territori”. L’assemblea ha dato mandato alla segreteria nazionale di “proclamare con tutte le categorie intere giornate di sciopero e organizzare manifestazioni in tutto il Paese a partire dal prossimo mese di novembre nelle forme e nelle modalità ritenute più opportune, incluso lo sciopero generale”. Il parlamentino della Cgil valuta “positivamente” la proposta avanzata dalla Uil di sostenere le rivendicazioni unitarie avanzate dalle organizzazioni sindacali al Governo e alle controparti datoriali avviando un percorso di mobilitazione comune con manifestazioni e ore di sciopero. “Pertanto sulla base del mandato ricevuto, la segreteria nazionale della Cgil confermerà alla Uil e alla Cisl la piena disponibilità ad incontrarsi per una valutazione comune sulla fase e definire un percorso di mobilitazione con assemblee, manifestazioni e giornate di sciopero di tutte le categorie fino allo sciopero generale”. È quanto si legge nell’ordine del giorno approvato dall’assemblea della Cgil. “È una manovra sbagliata che non tutela i salari e non tutela le pensioni, che non introduce il salario minimo, che non combatte l’evasione fiscale, non tassa la rendita e i profitti, che taglia la sanità pubblica e la scuola – ha commentato il leader della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’assemblea generale della confederazione –. Dovevano cancellare la Fornero, peggiorano quella legge, in pensione non ci va più nessuno non cancella la precarietà che colpisce in particolare i giovani e le donne, quindi bisogna proprio proseguire la mobilitazione per cambiarla. Noi condividiamo la proposta avanzata ieri dalla Uil di scendere in piazza, di fare manifestazioni e di proclamare degli scioperi, questo è quello che siamo pronti a discutere. Per quanto ci riguarda siamo pronti ad arrivare anche allo sciopero generale”. Dopo la manifestazione del 7 ottobre l’assemblea generale della Cgil considera “fondamentale” la campagna di assemblee e la consultazione straordinaria certificata che si sono svolte a partire da settembre e che “dovranno continuare nelle prossime settimane per proseguire la mobilitazione, fino allo sciopero generale”. Un percorso che conferma il mandato per definire le modalità delle prossime tappe, nel rapporto con Cisl e Uil, e per radicare ed estendere nei territori il rapporto con le associazioni. “Le nostre rivendicazioni – si legge – devono vivere anche nel confronto con le istituzioni a partire dai consigli comunali e regionali”. Le scelte del Governo contenute nella manovra – rileva la Cgil – vanno nella “direzione sbagliata, producendo un aumento dei divari e delle disuguaglianze, e la mancanza di risposte alle tante emergenze sociali ed economiche del Paese, nell’immediato e nella prospettiva non potrà che aggravare la situazione. Inaccettabile l’utilizzo politico che si è deciso di fare del Cnel – sottolinea corso d’Italia – snaturandone la funzione di luogo di confronto terzo e arrivando, per la prima volta, a un voto a maggioranza come prima deliberazione della nuova consiliatura per sostenere le posizioni del Governo contro l’introduzione del salario minimo, disconoscendo, nei fatti, il principio di rappresentanza in perfetta coerenza con il metodo con cui l’esecutivo ha impostato il rapporto con le organizzazioni sindacali in tutti questi mesi, negando sistematicamente qualsiasi confronto negoziale e di merito, e procedendo sempre per atti unilaterali”. La Cgil “si impegna a rivendicare un minimo orario sotto il quale i contratti non possono andare e a proseguire, nei confronti delle controparti datoriali, una vertenza salariale, generale e coordinata, finalizzata al rinnovo dei contratti nazionali e alla reale difesa e aumento del potere di acquisto dei salari”.Le misure annunciate per la prossima legge di bilancio “al di là della proroga della decontribuzione – che abbiamo rivendicato e cominciato a ottenere fin dal Governo Draghi, ma che si limita a confermare le buste paga che i redditi fino a 35mila stanno già percependo (altro che 100 euro medi in più come propagandato dalla presidente del consiglio) – e dell’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef che, oltre all’effetto regressivo e il finanziamento a tempo e in deficit, produrrà comunque benefici pressoché impercettibili, confermano una linea di politica economica assolutamente sbagliata e inadeguata”, aggiunge la Cgil. “Non trova, dunque, alcuna risposta la drammatica emergenza salariale che, a fronte di un’inflazione da profitti, persistente e oltre la media europea – prosegue l’odg – ha falcidiato il potere di acquisto di milioni di lavoratori e pensionati, che non sarà certo recuperato con il cosiddetto ‘trimestre tricolore’: serve aumentare i salari attraverso i rinnovi dei contratti nazionali pubblici e privati, aumentare le detrazioni ripristinando un meccanismo autentico di fiscal drag e tutelare pienamente il potere d’acquisto delle pensioni”. Secondo la confederazione guidata da Maurizio Landini “gli stanziamenti previsti per il rinnovo dei contratti pubblici sono assolutamente insufficienti; non ci sono misure a sostegno dei rinnovi nei settori privati; continua il definanziamento, e quindi lo smantellamento con conseguente privatizzazione, del welfare pubblico, in particolare della sanità, e dell’istruzione, e mancano le risorse per finanziare un piano straordinario per l’occupazione nella P.A.; non si stanzia alcuna risorsa per attuare le leggi sulla non autosufficienza e la disabilità; si peggiora ulteriormente il sistema previdenziale, azzerando anche le già insufficienti forme di flessibilità in uscita, con il pieno ritorno, di fatto, alla legge Monti/Fornero e si continua a fare cassa sui pensionati limitando la perequazione; non si interviene sull’emergenza abitativa né sul versante dell’impennata che hanno avuto i mutui, né sul versante dell’incremento del costo degli affitti, né su piani di edilizia popolare; non c’è nulla sulla precarietà, che non solo non si contrasta, a partire da un piano di stabilizzazione nel settore pubblico, ma che anzi si punta, come dimostra l’ultimo decreto lavoro, ad allargare; non si pone rimedio alle storture del sistema degli appalti dopo la reintroduzione dell’appalto a cascata”. E nemmeno – rimarca corso d’Italia – si investe sul diritto allo studio e sul lavoro di qualità, “non si dà risposta al grave problema sociale del milione e settecentomila giovani che non lavorano e non studiano, e non si contrasta il fenomeno della fuga delle intelligenze; non si interviene per evitare la terribile strage sul lavoro a cui assistiamo quotidianamente; si continua ad affermare una visione della donna relegata ai compiti di madre e moglie: prevedere forme di sostegno solo alle donne con due figli è sbagliato e non produrrà effetti in termini di miglioramento della quantità e qualità dell’occupazione femminile, serve invece investire in maggiori servizi e contrastare precarietà, part time involontari e divario salariale”.Inoltre – prosegue la Cgil – “il Mezzogiorno rischia di rimanere schiacciato tra l’autonomia differenziata, i tagli al Pnrr e le recenti scelte sulle politiche sociali e su quelle di coesione; si conferma una politica fiscale regressiva: dall’attacco al principio di progressività (flat tax e non solo) a un’evasione fiscale che, dopo i 14 condoni/sanatorie già deliberati nel solo primo anno di legislatura, si rischia addirittura di legalizzare attraverso strumenti come il concordato preventivo biennale; si tagliano gli investimenti e si conferma l’assenza di qualsiasi politica industriale in grado di risolvere le tante crisi aziendali aperte e di affrontare, a partire dalle risorse del Pnrr, le sfide epocali della transizione digitale/energetica e della conversione ecologica, garantendo crescita, lavoro di qualità, innovazione, redistribuzione del reddito e una chiara strategia di rilancio industriale del nostro Paese”. In sostanza, per la Cgil, quella del Governo è una “manovra totalmente rinunciataria (l’impatto dichiarato sul PIL 2024 è pari allo 0,2%), insufficiente e all’insegna del ritorno all’austerità: non dà risposte alle tante emergenze del Paese aggravandole, non sostiene la crescita, anzi comprime la domanda interna: dai redditi fissi alla spesa pubblica, agli investimenti pubblici. L’ultima cosa di cui c’è bisogno in un contesto, difficile e pieno di incognite, che vede l’economia italiana, dopo la frenata del secondo trimestre, molto debole anche nel terzo e quarto, e con una prospettiva reale per il 2024 dello ‘zero virgola’, come previsto dalle principali agenzie nazionali e internazionali”. La Cgil ritiene, infine, che “un’altra politica economica, fondata sulla leva redistributiva del fisco e sul rilancio degli investimenti, è non solo possibile, ma necessaria. Bisogna prendere le risorse dove sono: extraprofitti in tutti i settori, lotta all’evasione fiscale, allargamento della base imponibile Irpef, grandi patrimoni, rendite finanziarie e immobiliari, redditi alti”. LEGGI TUTTO