More stories

  • in

    NaDEF, Bankitalia: “elevato rapporto debito-PIL serio elemento di vulnerabilità”

    (Teleborsa) – “Il quadro macroeconomico prefigurato nella NADEF è nel complesso plausibile anche se leggermente ottimistico, in particolare alla luce dei più recenti sviluppi interni e internazionali”. È il giudizio espresso dalla Banca d’Italia nel corso dell’audizione sulla Nadef davanti alle commissioni bilancio di Senato e Camera. Secondo Bankitalia “permangono, per l’attività produttiva, non trascurabili rischi al ribasso. La realizzazione delle previsioni di crescita è inoltre legata alla piena attuazione del PNRR”.Nel dettaglio: “l’economia italiana mostra numerosi punti di forza. Ha riacquistato notevole competitività sui mercati internazionali. Le imprese hanno effettuato ingenti investimenti mostrando fiducia nel futuro e il tasso di occupazione ha raggiunto il valore più elevato dagli anni settanta. Il settore finanziario è solido anche grazie al basso indebitamento privato. Sono caratteristiche che consentono di trasformare in opportunità di sviluppo i ritardi che pur permangono in più ambiti. Alla necessaria azione sui conti pubblici va affiancato un incisivo sforzo di riforma volto a innalzare il potenziale di crescita dell’economia””È importante che la razionalizzazione degli interventi e la riallocazione delle risorse, come nel caso di RePowerEU, avvengano salvaguardando gli obiettivi complessivi ed evitando di accumulare ritardi”, ha detto il Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Sergio Nicoletti Altimari, in audizione alla Camera sulla Nadef.Bankitalia sottolinea anche che “l’elevato rapporto tra il debito pubblico e il PIL e’ un serio elemento di vulnerabilità”. Il debito, ha proseguito Bankitalia, “riduce gli spazi di bilancio per fare fronte a possibili futuri shock avversi; espone il Paese al rischio di tensioni sui mercati finanziari; aumenta il costo del debito per lo Stato, e in ultima analisi per le famiglie e le imprese””A fronte di nuovi oneri di natura permanente (come quelli connessi con la riduzione del numero di aliquote dell’Irpef) o di difficile rimozione (come, presumibilmente, quelli risultanti dal taglio dei contributi sociali) è sempre opportuno individuare coperture certe, di entità adeguata e con natura altrettanto permanente”. “Ciò è particolarmente importante se si pianificano riduzioni del debito esigue in contesti di elevata incertezza macroeconomica”, aggiunge Bankitalia.”In Italia, l’inflazione si è gradualmente ridotta negli ultimi mesi, anche al netto delle componenti più volatili. Quella complessiva si è collocata al 5,7 per cento in settembre, un valore ancora elevato, anche se pari a circa la metà del picco raggiunto un anno fa. Dovrebbe continuare a scendere nei prossimi mesi, con il progressivo venire meno degli effetti diretti e indiretti dei passati rincari dei prezzi energetici e a mano a mano che la restrizione di politica monetaria si trasmette all’economia” LEGGI TUTTO

  • in

    Osservatorio Uiv-Vinitaly: “Vendemmia ottima ma ulteriore calo. Trattative ferme, export giù”

    (Teleborsa) – Vendemmia, prezzi di vino e uve, export. Rischio corto circuito per il vino italiano in questo 2023 che, secondo l’Osservatorio di Uiv-Vinitaly, si sta manifestando come il più complicato degli ultimi 20 anni. Cattive notizie arrivano dalla vendemmia in corso, le cui stime sul piano quantitativo si prospettano ancora più in ribasso rispetto a quanto già anticipato un mese fa (-12%) dall’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv. In particolare al Nord – a partire da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte – ma anche nel Mezzogiorno (Abruzzo e Sicilia), i volumi delle uve raccolte sono inferiori a quanto preventivato a causa di eventi grandinigeni e del caldo persistente, che ha asciugato le uve. Per contro, si prospetta un’annata di qualità eccellente per molte importanti denominazioni dello Stivale, a partire dai vini rossi.Nonostante la scarsità del prodotto disponibile per la nuova annata – rileva Uiv – il mercato del vino sfuso è fermo, con il numero di contrattazioni a -40% rispetto alla media tradizionale del periodo e prezzi che – non solo sui vini comuni, ma anche su quelli Dop-Igp, specie del Centro-Sud Italia – stanno registrando forti pressioni verso l’alto. Particolarmente fragile la posizione della parte industriale, che teme effetti speculativi a catena che potrebbero coinvolgere anche regioni e vini non particolarmente toccati da scarsità di prodotto. “A causa dell’incertezza dettata dalla complicata situazione vendemmiale – rileva il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti – in questo frangente di mercato abbiamo da un lato quotazioni di sfuso che tentano, con poco successo, un comprensibile rimbalzo dettato dalla scarsità di prodotto; dall’altro c’è un mercato della domanda, a partire dalla Gdo, che non è disposto ad assorbirne la dinamica e che, anzi, chiede in molti casi la riduzione dei prezzi. Un paradosso, per le imprese del vino, accentuato da un commercio con l’estero in forte ripiegamento”.E proprio dal commercio internazionale arrivano ulteriori segnali negativi. Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato gli ultimi dati export di vino italiano verso l’area extra-Ue relativi ai primi 7 mesi dell’anno, il trend ha ormai raggiunto decrementi tendenziali ormai quasi in doppia cifra nei volumi (-9%) e in recessione anche nei valori (-6%). Pesante la situazione nel primo mercato al mondo, gli Stati Uniti, che negli ultimi 4 mesi è passato da -4% (volume) a -12%, con gli spumanti tricolori a -16% e i fermi imbottigliati a -10%. Complessivamente, a eccezione della Russia tutti i top 12 mercati terzi presi in esame segnano quantità in calo a partire, oltre che dagli Stati Uniti, da sbocchi chiave come Regno Unito (-3%), Svizzera (-10%), Canada (-20%), Giappone (-16%), Norvegia (-13%), ma anche da piazze emergenti come Cina (-27%) Sud Corea (-40%), Australia (-20%) e Brasile (-4%). Un quadro difficile, evidenzia l’Osservatorio, che però nell’ultimo quadrimestre potrebbe migliorare in Nord America, dove sono segnalati ordini in rialzo in Canada e, per la fascia medio alta, negli Stati Uniti.!Il vino – ha concluso Castelletti – è un bene voluttuario e come tale risente particolarmente della congiuntura. C’è la consapevolezza che dopo un biennio eccezionale questo sarà un anno di sacrifici per tutti, con riduzioni che si sperano essere solo congiunturali. L’invito è che tutti gli attori della filiera siano attenti e consapevoli della situazione, con la coscienza che ognuno dovrà privarsi di qualcosa per traguardare il periodo, evitando fenomeni speculativi. Contestualmente, sarà fondamentale concordare con le istituzioni un piano strategico per la promozione e il business del vino italiano nel mondo”. LEGGI TUTTO

  • in

    NaDEF, Corte Conti: da attuazione PNRR effetti positivi immediati

    (Teleborsa) – “Il quadro macroeconomico delineato dalla NaDEF per il prossimo triennio, specifica la Corte, fornisce un profilo che, pur considerando le incertezze che ancora caratterizzano il panorama internazionale, appare per molti versi sufficientemente delineato ed equilibrato”. Lo ha detto il presidente della Corte dei conti Guido Carlino, in audizione alla Camera sulla Nadef.”Il quadro tendenziale descritto delinea spazi molto stretti sia per confermare e mantenere gli obiettivi di rientro, seppur graduale, del debito, sia per onorare gli impegni assunti con il PNRR”. “Esso – sottolinea la Corte – si fonda su una previsione di spesa nei principali comparti molto contenuta. Se appare, infatti, corretto l’implicito richiamo in tutte le aree dell’azione pubblica a un più attento utilizzo delle risorse, vanno considerati i rischi di ulteriore ricorso a maggiore indebitamento”. In particolare, prosegue la Corte dei Conti, “nel quadro delineato potrebbero emergere nuove occorrenze (contratti, eventuali necessità ulteriori sul fronte energetico, etc..), possibili aumenti di oneri (come, ad esempio, quote crescenti di garanzie escusse, in crescita già nel 2023), difficoltà di realizzazione di un programma di privatizzazione ambizioso e di dimensioni mai raggiunte nel recente passato. Tutti elementi che potrebbero incidere sul conseguimento degli obiettivi di riduzione del debito”.La Corte segnala anche che “è fondamentale che la che fase di discesa del rapporto debito/Pil, intrapresa nel 2021, prosegua con continuità”. “Nel prossimo triennio, una maggiore concentrazione degli sforzi amministrativi e finanziari su un’efficiente ed efficace attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr, a chiusura del relativo iter di revisione in tempi auspicabilmente brevi, potrebbe generare effetti positivi immediati, contribuendo ad assicurare condizioni favorevoli di contesto economico e finanziario, nelle quali realizzare interventi di riduzione di imposte”. “Per le prospettive dei conti e le dinamiche della spesa, che saranno decisive per la sostenibilità del debito pubblico all’interno del nuovo framework di governance economica dell’UE, sarà fondamentale il controllo della spesa pensionistica la cui evoluzione di medio termine, come confermato nelle nuove elaborazioni presentate nella Nota, risentirà assai significativamente dell’invecchiamento della popolazione”, ha concluso Carlino. LEGGI TUTTO

  • in

    NaDEF, Istat: indicatori suggeriscono debolezza economia in prossimi mesi

    (Teleborsa) – “Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono per i prossimi mesi il permanere della fase di debolezza dell’economia italiana. Al netto dell’andamento dei fattori “esogeni” internazionali, elementi di freno alla crescita sono legati anche a condizioni di accesso al credito più rigide per famiglie e imprese e al lento recupero del potere d’acquisto delle famiglie”. Così il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, nella sua audizione alla Camera sulla NaDEF (Nota di aggiornamento al DEF) ha spiegato che “lo stimolo agli investimenti fornito dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) dovrebbe manifestarsi più compiutamente a partire dal 2024; la realizzazione di investimenti pubblici e riforme previste dal Pnrr sarà oltremodo rilevante per il raggiungimento degli obiettivi di crescita previsti dal Governo”.Sebbene in calo generalizzato dalla fine dello scorso anno, il clima di incertezza rimane su livelli elevati”. L’incertezza, rileva Istat, “manifesta, nel mese di settembre, segnali di rialzo per le imprese manifatturiere e del commercio” mentre “segnali più favorevoli provengono dal settore delle costruzioni”. Per quanto riguarda le famiglie, prosegue Istat “l’indicatore di incertezza sull’andamento futuro della situazione economica familiare si è stabilizzato su livelli significativamente più bassi rispetto all’anno precedente”.Nel complesso, la Nadef proietta le finanze pubbliche lungo un percorso di convergenza e ritorno ai vincoli europei”, ha sottolineato ancora il Presidente. “Nel 2026 – ha aggiunto – l’indebitamento netto ritorna al di sotto del 3% del PIL, grazie soprattutto ai margini di manovra forniti da saldi primari in miglioramento e nonostante il peso crescente che la spesa per interessi mantiene nell’orizzonte di programmazione. Miglioramenti più rilevanti degli indicatori di finanza pubblica sono proiettati negli anni al di fuori dell’attuale periodo di programmazione coperto dalla Nadef”. LEGGI TUTTO

  • in

    Veicoli industriali, Unrae: “Forte battuta d’arresto. Settembre a -13,2%

    (Teleborsa) – Dopo gli straordinari risultati dei mesi estivi, in larga parte frutto della situazione contingente determinata dall’introduzione del tachigrafo smart di seconda generazione, il mercato dei veicoli industriali accusa una pesante battuta d’arresto a settembre, registrando 1.611 unità immatricolate contro le 1.857 del 2022 (-13,2%). Chiudono il mese in negativo tutte le fasce di […] LEGGI TUTTO

  • in

    Sovraindebitamento, Ordine commercialisti Roma presenta Quaderno con piano consumatore

    (Teleborsa) – “Sul sovraindebitamento e su una delle sue procedure, il Piano del consumatore, è stato fatto un lavoro importante che vuole essere un contributo fattivo per tutti gli Ordini nazionali. Per questo intendiamo condividere il ‘Quaderno I’ realizzato dalla commissione Crisi da Sovraindebitamento dell’Ordine dei commercialisti di Roma”. A dirlo è Giovanni Battista Calì, presidente dell’Odcec di Roma, presentando il Quaderno I “La ristrutturazione dei debiti del consumatore nel Codice della Crisi d’impresa”.”Un lavoro – dice Calì – condiviso con tutti i colleghi di tre gruppi che si sono dedicati allo studio delle norme sul sovraindebitamento, raccogliendo una serie di documenti e pronunce sulle varie procedure che sono state modificate con il nuovo Codice della crisi in vigore dallo scorso anno. Un plauso va alla commissione, in particolare al presidente Andrea Giorgi e al vicepresidente Gabriele Felici, che hanno coordinato i tre gruppi di studio formati da una ventina di colleghi, realizzando un lavoro che sarà utile a tutti gli Ordini nazionali”.”Un lavoro importante, che riteniamo sia molto utile per i colleghi, e che ha visto la partecipazione dei vari referenti dell’area giudiziale. Forse è il primo lavoro di questo genere, così completo, che cercheremo di diffondere”, afferma Andrea Giorgi, presidente commissione Crisi da Sovraindebitamento dell’Odcec di Roma.Il Quaderno I contiene anche un focus particolare sul piano del consumatore e sulla ristrutturazione dei debiti del consumatore. “Si tratta di un approfondimento tecnico su questa procedura e sulle novità della normativa – aggiunge Giorgi – e che stanno creando già non poche problematiche, soprattutto sulle contrastanti pronunce arrivate in questo primo anno. Ci sono ancora questioni e spesso interpretazioni non univoche, per questo con il nostro lavoro cercheremo di dare un punto di riferimento ai colleghi attraverso una prima analisi. Su questa tematica – conclude Giorgi – sono coinvolti anche gli avvocati, ma si tratta di una materia per la quale l’Odcec si sta dimostrando più sensibile”. LEGGI TUTTO

  • in

    Rinnovabili, ok del Consiglio UE a nuova direttiva: obiettivo minimo a 42,5% entro il 2030

    (Teleborsa) – Il Consiglio UE ha adottato la nuova direttiva sulle energie rinnovabili per aumentare la quota di energia rinnovabile nel consumo complessivo di energia dell’UE al 42,5% entro il 2030 con un ulteriore supplemento indicativo del 2,5% per consentire di raggiungere l’obiettivo del 45%. Ogni Stato membro contribuirà a questo obiettivo comune. “Tutti gli Stati membri contribuiranno a raggiungere obiettivi settoriale più ambiziosi nei trasporti, nell’industria, negli edifici e nel teleriscaldamento e nel raffreddamento. Lo scopo dei sotto-obiettivi è quello di accelerare l’integrazione delle energie rinnovabili nei settori in cui l’incorporazione è stata più lenta”, si legge in unta nota del Consiglio UE.”Questo è un grande risultato nel quadro del pacchetto “Fit for 55″ che contribuirà a raggiungere l’obiettivo climatico dell’UE di ridurre le emissioni dell’UE di almeno il 55% entro il 2030. Si tratta di un passo avanti che contribuirà a raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE in modo equo, economico e competitivo”, ha dichiarato Teresa Ribera, ministro spagnolo ad interim per la transizione ecologica. La direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno 18 mesi dopo l’entrata in vigore per recepirla nella legislazione nazionale.In tema di trasporti gli Stati membri avranno la possibilità di scegliere tra un obiettivo vincolante di una riduzione del 14,5% dell’intensità dei gas a effetto serra nei trasporti dall’uso delle energie rinnovabili entro il 2030 e una quota vincolante di almeno il 29% delle energie rinnovabili nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030. Le nuove norme stabiliscono un sotto obiettivo combinato vincolante del 5,5% per i biocarburanti avanzati (generalmente derivati da materie prime non a base alimentare) e i combustibili rinnovabili di origine non biologica (per lo più idrogeno rinnovabile e combustibili sintetici a base di idrogeno) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti. All’interno di questo obiettivo, esiste un requisito minimo dell’1% di combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti nel 2030.La direttiva prevede inoltre che l’industria dovrà aumentare l’uso di energia rinnovabile ogni anno dell’1,6%. Gli Stati membri hanno convenuto che il 42% dell’idrogeno utilizzato nell’industria dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) entro il 2030 e il 60% entro il 2035. Le nuove regole fissano un obiettivo indicativo di almeno una quota di energia rinnovabile del 49% negli edifici nel 2030. Gli obiettivi rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento aumenteranno gradualmente, con un aumento vincolante dello 0,8% all’anno a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. L’aliquota media annuale minima applicabile a tutti gli Stati membri è integrata da ulteriori aumenti indicativi calcolati specificamente per ciascuno Stato membro. La direttiva rafforza anche i criteri di sostenibilità per l’uso della biomassa per l’energia, al fine di ridurre il rischio di produzione di bioenergia non sostenibile. Gli Stati membri garantiranno l’applicazione del principio a cascata, con particolare attenzione ai regimi di sostegno e tenendo debitamente conto delle specificità nazionali.La direttiva prevede infine procedure autorizzative accelerato per i progetti di energia rinnovabile. L’intenzione è quella di accelerare la diffusione delle energie rinnovabili nel contesto del piano REPowerEU dell’UE per diventare indipendente dai combustibili fossili russi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Gli Stati membri progetteranno aree di accelerazione delle energie rinnovabili in cui i progetti di energia rinnovabile saranno sottoposti a processi semplificati e rapidi di concessione dei permessi. Si presumerà anche che la diffusione dell’energia rinnovabile sia di “prevalente interesse pubblico”, il che limiterà i motivi delle obiezioni legali alle nuove installazioni. LEGGI TUTTO

  • in

    Torino, Iren-CDP sottoscrivono finanziamento Green da 100 milioni

    (Teleborsa) – Una nuova linea di finanziamento di tipo Green di importo pari a 100 milioni di euro, con una durata di 12 anni e volta a supportare il progetto di riqualificazione energetica di 800 immobili pubblici della Città di Torino. Con questo obiettivo Iren SpA e Cassa Depositi e Prestiti hanno sottoscritto un contratto per una nuova linea di finanziamento di tipo Green di importo pari a 100 milioni di euro, con una durata di 12 anni e volta a supportare il progetto di riqualificazione energetica di 800 immobili pubblici della Città di Torino. Il progetto, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile di CDP e con quelli del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima 2030, verrà realizzato da Iren Smart Solutions e prevede numerosi interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, oltre ad attività di manutenzione ordinaria, straordinaria e di messa a norma degli impianti e alla fornitura dei vettori energetici (energia elettrica, gas naturale, teleriscaldamento).L’obiettivo – si legge in una nota congiunta – è quello di ottenere un risparmio sul consumo energetico, al termine degli interventi previsti, superiore al 30%. La realizzazione del progetto è già iniziata lo scorso luglio, con l’avvio dei lavori sugli edifici pubblici maggiormente energivori e con investimenti per quasi 10 milioni di euro.Per CDP l’operazione è coerente con le priorità di intervento individuate dalle Linee Guida Strategiche relative alla transizione energetica previste dal Piano strategico 2022-2024, con un focus particolare sugli interventi per l’efficienza energetica nel settore dell’ingegneria civile.“La sottoscrizione di questa linea di credito con Cassa Depositi e Prestiti – ha affermato Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren – evidenzia l’allineamento degli obiettivi di sostenibilità del Gruppo con quelli industriali e finanziari. Questi interventi sono una testimonianza del ruolo che le multiutility possono giocare sui territori nel complesso processo di transizione ecologica in corso: attraverso Iren Smart Solutions infatti affianchiamo i Comuni, le imprese e in generale le istituzioni locali a riqualificare i loro patrimoni migliorandone la sostenibilità e avviando percorsi di efficientamento e di infrastrutturazione dei territori. Quest’operazione rappresenta un’ottima opportunità per la Città di Torino per riqualificare il proprio patrimonio immobiliare”.“Il finanziamento siglato ci rende particolarmente orgogliosi – ha dichiarato Massimo Di Carlo, Vice Direttore Generale e Direttore Business di CDP – in quanto renderà possibile un intervento finalizzato all’efficientamento energetico su un gran numero di edifici pubblici della città di Torino. L’iniziativaconferma il ruolo primario di CDP a sostegno di questo settore e ribadisce il nostro impegno nel sostenere la realizzazione di progetti che abbiano un impatto positivo sull’ambiente e sul territorio italiano.Un lavoro costante confermato anche dai risultati evidenziati nel nostro ultimo Bilancio Integrato: nel 2022 oltre il 70% delle risorse impegnate dal Gruppo – 20 miliardi su 30,6 – è stato destinato infatti agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu”. “Una buona notizia – è il commento del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo -. Il finanziamento ottenuto da Iren supporta l’accordo sottoscritto con la Città grazie al quale 800 immobili di proprietà comunale entro la fine del 2029 verranno riqualificati energeticamente con l’obiettivo di renderli più efficienti dal punto di vista dei consumi e più sostenibili dal punto di vista ambientale. Prosegue così l’impegno di Torino, tra le 100 città europee impegnate a diminuire le emissioni entro il 2030, verso una città a impatto climatico zero”. LEGGI TUTTO