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    UE autorizza acquisizione di Equity Inmuebles da parte di Coral Reef e MHI

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento UE sulle fusioni, l’acquisizione di: il controllo congiunto di 12 immobili e attività di Equity Inmuebles da parte di Coral Reef e Melia Hotels International (MHI), tutti e tre in Spagna; il controllo esclusivo di tre proprietà e attività di Equity da parte di Coral Reef; e il controllo esclusivo di due proprietà e attività del capitale da parte di MHI.Equity possiede un portafoglio di 17 hotel distribuiti tra la Spagna continentale e le Isole Canarie. Coral Reef è una consociata indiretta al 100% dell’Abu Dhabi Investment Authority. MHI gestisce hotel in Asia, Europa, Medio Oriente, Africa, Sud, Centro e Nord America e Caraibi.La Commissione UE ha concluso che l’acquisizione proposta non solleverebbe problemi di concorrenza a causa del suo impatto limitato sul mercato. L’operazione è stata esaminata nell’ambito della procedura semplificata. LEGGI TUTTO

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    Germania, prezzi alla produzione luglio peggio di attese

    (Teleborsa) – Risultano peggiori delle attese i prezzi alla produzione in Germania. Secondo l’Ufficio Federale di Statistica tedesco, i prezzi all’industria hanno registrato a luglio un decremento annuo del 6%, contro il +0,1% del mese precedente e rispetto al -5,1% atteso dagli analisti. Su base mensile, i prezzi hanno segnato una variazione pari a -1,1%, rispetto al -0,3% di giugno e rispetto al -0,2% stimato dal mercato. I prezzi dell’energia hanno registrato un decremento del 2,5% su base mensile e del 19,3% a livello tendenziale. LEGGI TUTTO

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    Addio a Roberto Colaninno, 80 tra industria e finanza

    (Teleborsa) – Addio a Roberto Colaninno, arriva a 80 anni, vedendo il valore del titolo di Borsa della “sua” Piaggio stabilmente vicino ai massimi storici, da quando nel 2006 decise di quotarla a Piazza Affari. Quello nel gruppo motociclistico con base a Pontedera, è il secondo tempo della sua carriera professionale. “Il primo tempo”, titolo della sua biografia fino al 2006, è soprattutto l’operazione che lo rese un manager e imprenditore di fama internazionale, la scalata alla Telecom della “razza padana”. In quelle pagine, per la prima volta il solitamente riservatissimo manager nato a Mantova ma di famiglia barese, aveva spiegato anche la sua visione industriale. Riavvolgendo il nastro, Colaninno si diploma ragioniere, diventerà dottore nel 2001 grazie ad una laurea honoris causa in economia e commercio all’Università di Lecce. Si sposa a 26 anni nel 1969 con Oretta Schiavetti. Due i figli, entrambi in carriera: il primo, Matteo, nato nel 1970, è vicepresidente esecutivo del Gruppo Piaggio, e per tre legislature è stato deputato, arrivando a ricoprire la carica di ministro dello sviluppo economico nel governo ombra del Partito Democratico, componente della direzione e responsabile economico della segreteria nazionale del Partito Democratico, e parlamentare di Italia Viva. Il secondogenito, Michele, classe 1976, è amministratore delegato e direttore generale della holding industriale Immsi, responsabile delle strategie di innovazione prodotto e marketing del Gruppo Piaggio, e presidente di Acem, l’associazione europea dell’industria motociclistica con sede a Bruxelles, cui partecipano tutti i gruppi mondiali di moto e scooter. Per Colaninno senior gli esordi sono nel 1969 alla Fiaam, azienda mantovana di componentistica auto di cui è prima direttore amministrativo e poi amministratore delegato. Nel 1981 fonda, sempre a Mantova e sempre nel settore componentistica per auto, la Sogefi che sarà poi assorbita dalla Cir, la holding della famiglia De Benedetti. La svolta che lo porta sulle prime pagine dei giornali avviene nel 1996 quando viene nominato amministratore delegato di Olivetti. L’azienda di Ivrea famosa nel mondo per macchine da scrivere e computer, sta cambiando pelle avendo dato vita a Omnitel, la prima compagnia di telefonia mobile privata, e Infostrada, che invece gestiva la rete fissa in alternativa a Telecom, che all’epoca era monopolista. Proprio partendo da questo “tesoretto” tecnologico, venduto per oltre sette miliardi di euro ai tedeschi di Mannesmann che a loro volta lo cederanno tutto a Vodafone, nasce l’Opa su Telecom Italia del 1999, dopo che nel 1997 Romano Prodi aveva deciso di privatizzarla per mettere a posto i conti pubblici in vista dell’ingresso nell’euro. Successivamente alla nomina in Olivetti, Colaninno partecipa al capitale della società attraverso Fingruppo S.p.A., società per azioni di Brescia. Accanto a Fingruppo, tra gli altri azionisti di riferimento di Olivetti, ci sono Hopa e la scatola lussemburghese Bell, finanziarie legate ad Emilio Gnutti, in cui ci sono anche l’ex numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, Mps e successivamente Fininvest. La banca americana Chase Manhattan fa da garante, e l’allora presidente del consiglio, Massimo D’Alema, li definì “capitani coraggiosi”. Colaninno, che non è socio di Bell, ha una visione dell’operazione principalmente industriale. Sotto la sua guida, nei successivi due anni Telecom si rafforza notevolmente a livello internazionale ed estende i settori d’attività, dalla telefonia fissa alla mobile, da Internet alla televisione, fondando La7, dalle comunicazioni satellitari, ai sistemi informatici. Ma gli azionisti di Bell hanno una visione puramente finanziaria dell’operazione, e appena due anni dopo vendono all’Olimpia di Marco Tronchetti Provera. Colaninno, in disaccordo, si dimette. Al momento delle sue dimissioni, il debito di Olivetti non era stato ribaltato in Telecom per una precisa strategia finanziaria dello stesso Colaninno. Nel 2002, grazie anche alla buonuscita, alle stock options ottenute da Olivetti e dalla vendita di partecipazioni di minoranza, il manager mantovano riparte acquisendo Immsi, società del settore immobiliare, che trasforma in una holding industriale tramite cui nel 2003 acquisisce Piaggio. Nel dicembre 2004 ne amplia il perimetro industriale, e con l’acquisizione dei marchi motociclistici Aprilia e Moto Guzzi entra nel business delle moto. Nel 2006 la quotazione con cui si abbatte il debito. Da allora il gruppo è cresciuto notevolmente: è il più grande costruttore europeo di scooter e moto e uno dei principali player mondiali in questo settore (i marchi proprietari del gruppo sono Vespa, Piaggio, Aprilia, Moto Guzzi, Gilera e Derbi), produce veicoli commerciali leggeri (l’Ape e il Porter), e dal 2015 ha creato una divisione robotica, Piaggio Fast Forward, il centro di ricerca del Gruppo sulla mobilità del futuro con sede a Boston, che ha dato vita al drone terrestre Gita, dotato di tecnologia follow me. Immsi ha differenziato gli investimenti entrando nel campo della cantieristica navale, acquisendo la Rodriquez Cantieri Navali di Messina e la Intermarine di Sarzana – oggi tra i leader mondiali nella produzione di cacciamine e dragamine – e nel settore immobiliare e turistico, con l’Is Molas Golf Resort, il prestigioso progetto di sviluppo immobiliare in Sardegna. Nel 2008 per Roberto Colaninno c’è anche l’impegno in CAI, la Compagnia Aerea Italiana chiamata a salvare Alitalia e con il Gruppo IMMSI è tra i soci fondatori della nuova società che acquisisce le compagnie aeree Alitalia e Airone. Anche in questo caso, il successivo cambio di proprietà non gli ha permesso di portare a compimento il suo piano di rilancio che aveva previsto per Alitalia, archiviando così un altro dei capitoli della storia travagliata della compagnia di bandiera. Oltre che Presidente e Consigliere di Amministrazione di Alitalia, Colaninno è stato membro del Consiglio di Mediobanca, Capitalia e altre istituzioni finanziarie, nonché del Consiglio direttivo e della Giunta di Confindustria. Anche la sua carriera accademica è ricca e degna di nota così come i prestigiosi riconoscimenti. In aggiunta alla laurea honoris causa in economia e commercio dell’Università di Lecce, nel 2013 ha ricevuto il diploma di master h.c. in management, innovazione e ingegneria dei servizi dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Nel 2000 è stato nominato Cavaliere del Lavoro e nel 2014 è stato insignito Ufficiale della Legion d’Honneur da sua Eccellenza Alain Le Roy, l’allora ambasciatore di Francia in Italia, che ha commentato “un grande imprenditore italiano, rispettato e stimato da tutti”. LEGGI TUTTO

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    Corte conti: a ottobre a Palermo due giorni su “Giustizia al Servizio del Paese”

    (Teleborsa) – Le supreme magistrature italiane ed europee si danno appuntamento a Palermo in una due giorni di incontri e dibattiti organizzata dalla Corte dei conti per confrontarsi con la politica, il mondo accademico e quello forense. Una riflessione a tutto campo sulla giustizia, per ribadire che questa altro non è che uno dei fondamentali servizi pubblici erogati ai cittadini e alle imprese, vale a dire il sistema-Paese. Il convegno, dal titolo “Giustizia al Servizio del Paese”, si terrà a ottobre a Palazzo Sclafani (piazza San Giovanni Decollato, 2).Tre le sessioni e altrettante tavole rotonde in programma. Inizio il 12 ottobre (ore 9.30), dopo i saluti istituzionali aprirà i lavori il presidente della Corte dei conti Guido Carlino. Seguirà la discussione su “La magistratura contabile garanzia del buon andamento della Pubblica Amministrazione”. Alle ore 14 la seconda sessione su “La magistratura amministrativa nel rapporto tra potere pubblico, cittadini e imprese”, presieduta e introdotta dal presidente del Consiglio di Stato Luigi Maruotti. La terza e ultima si svolgerà venerdì 13 (ore 10) su “La magistratura ordinaria garante dei diritti per lo sviluppo del sistema-Paese”. A presiedere e introdurre sarà la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano. Al termine di ogni sessione, previsti, interventi e relazioni, tra gli altri, di Silvana Sciarra, Luigi Salvato, Angelo Canale, Tommaso Miele, Biagio Mazzotta, Gabriella Palmieri Sandulli, Giovanni Pitruzzella, Gabriele Carlotti, Fabio Pinelli. LEGGI TUTTO

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    G20 Salute al via in India: “Sull’Ucraina non c’è accordo”

    (Teleborsa) – Ha preso il via oggi, nella città indiana di Gandhinagar, la prima giornata di lavori del G20 Salute. “La salute è la ricchezza suprema e con una buona salute ogni compito può essere portato a termine”, ha detto il premier dell’India, Narendra Modi, accogliendo i ministri della piattaforma multilaterale con le parole di un proverbio in sanscrito. “È imperativo porre la salute al centro del processo decisionale globale” e “rafforzare i sistemi sanitari per anticipare, preparare e rispondere alle future emergenze sanitarie insieme, poiché il mondo è oggi profondamente interconnesso”, ha sottolineato Modi, auspicando un’assistenza sanitaria capace in tutto il mondo anche di “abbracciare la medicina tradizionale” e caratterizzata dalla “partecipazione pubblica”.I lavori nella città dello Stato federato indiano del Gujarat proseguiranno anche domani e ci si aspetta che i ministri concordino una dichiarazione congiunta finale. L’Italia è rappresentata al tavolo dall’ambasciatore italiano in India, Vincenzo de Luca. Si tratta dell’ultimo incontro ministeriale prima del vertice dei leader del G20, in programma il 9 e 10 settembre a Dehli.Finora i ministri della Salute del G20 hanno raggiunto l’accordo su tutte le parti delle conclusioni finali che saranno adottate domani, “ad eccezione – ha fatto sapere il ministro indiano della Salute, Mansukh Mandaviya, a margine dei lavori – di un paragrafo geopolitico sull’Ucraina”. La mancata intesa, secondo quanto si apprende, è dovuta alla contrarietà di Russia e Cina di inserire nel testo i paragrafi 3 e 4 relativi alla condanna della guerra in Ucraina come formulati e concordati dai leader del G20 all’ultimo summit a Bali. Secondo la linea negoziale assunta dal novembre scorso, i riferimenti dovrebbero essere inseriti in tutte le dichiarazioni finali adottate al termine delle ministeriali del G20. Mosca e Pechino si sono tuttavia più volte dissociate, facendo inserire nei testi finali una nota a piè di pagina per esprimere la loro opposizione. LEGGI TUTTO

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    Meteo, in arrivo tempesta di caldo: sabato e domenica bollino rosso in 8 città

    (Teleborsa) – Entro lunedì 21 agosto è in arrivo una “tempesta di caldo” su gran parte dell’Italia, con temperature più alte di 3-4 gradi. “La definizione di ‘Heat Storm’ – spiega Antonio Sanò, il fondatore del sito ilMeteo.it – viene usata in meteorologia per descrivere un’ondata di caldo con massime oltre i 37,8°C per almeno 3 giorni su un’ampia superficie”. A portare il caldo è ancora una volta l’anticiclone africano, con temperature che secondo il sito potranno raggiungere 38-40°C al Centro-Nord almeno fino a martedì 22 agosto.”Lo zero termico – prosegue Sanò – si porterà fino alla quota record di 5.200 metri”. Con il caldo, al Nord arriva anche una tregua dai temporali e in generale il picco delle temperature è atteso per martedì 22 agosto con 39-40 gradi a Firenze, Alessandria, Livorno e Pisa. A spazzare via l’anticiclone africano potrebbe essere però un ciclone in arrivo da Nord, che da giovedì 24 agosto potrebbe portare temporali, “anche violenti2. L’aria fredda potrebbe infatti scontrarsi con quella molto cado accumulata a causa del ritorno dell’anticiclone. Intanto, per questo fine settimana, le città da bollino rosso aumentano dalle 5 di oggi alle 8 di sabato 19 e domenica 20 agosto. Lo indica il Bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute, basato sui dati relativi a 27 città. In aumento nel fine settimana anche i bollini arancione, che passano dai 4 di oggi ai 6 di sabato e ai 9 di domenica. Sono segnalate in rosso fin da oggi Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze e Perugia; passano invece dall’arancione al rosso Latina, Rieti e Roma. Per sabato si prevede il bolllino arancione a Frosinone, Genova, Palermo, Trieste, Veronia e Viterbo; domenica si aggiungeranno all’elenco Milano e Napoli. Restano in giallo oggi e nel fine settimana Ancona, Cagliari, Catania e Messina, mentre virano dal verde al giallo Bari, Reggio Calabria, Civitavecchia, Venezia e Pescara (quest’ultima in verde anche sabato); Campobasso passa dall’arancione al giallo. Le ondate di calore, precisa il Bollettino del ministero, si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. “Queste condizioni climatiche – si rileva – possono rappresentare un rischio per la salute della popolazione”.(Foto: © Aleksandr Papichev/123RF) LEGGI TUTTO

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    Caro carburanti, consumatori chiedono taglio delle accise e azzeramento temporaneo dell’Iva

    (Teleborsa) – “In questa estate 2023 stiamo assistendo a rincari dei carburanti inaccettabili. Il governo ha adottato misure blande (i cartelli con i prezzi medi) che, come prevedevamo, si sono rilevate del tutto inefficaci. Fino all’inizio di quest’anno era in vigore lo sconto sulle accise, una misura straordinaria che, pur non essendo incisiva come l’azzeramento dell’Iva, un po’ di respiro agli automobilisti lo aveva dato”. È quanto afferma Altroconsumo che ha lanciato una petizione online per chiedere al governo “che venga immediatamente reintrodotto il taglio delle accise e soprattutto che si proceda quanto prima all’azzeramento temporaneo dell’Iva”. Una richiesta già sottoscritta da oltre 103 mila cittadini italiani. L’azzeramento dell’Iva – “Noi riteniamo che sia ormai arrivato il momento di agire direttamente sull’Iva, azzerandola, come abbiamo chiesto già nella nostra lettera al governo. Infatti, essendo l’Iva una percentuale, – spiega Altroconsumo – avrebbe un impatto maggiore rispetto al taglio delle accise in caso di futuri aumenti delle materie prime e di possibili speculazioni in un mercato già estremamente precario. Nel 2022, nonostante la riduzione delle accise e a causa dell’aumento dei prezzi dei carburanti dovuto alla guerra tra Ucraina e Russia, ogni automobilista ha speso circa 130 euro in più rispetto al 2021 (ipotizzando un consumo di 900 litri all’anno). Con la nostra proposta di azzeramento dell’Iva ogni automobilista avrebbe invece risparmiato 150 euro ad auto per il rifornimento di benzina. Nel 2023, seguendo la nostra proposta di azzerare l’Iva, il risparmio sarebbe di circa 400 euro in meno ad auto. Infatti, solo nei primi sei mesi dell’anno avremmo risparmiato oltre 200 euro per il pieno della benzina. Attualmente, invece, ne abbiamo già pagati 115 euro in più rispetto al 2021 (prezzi dicembre 2021)”.Azzerare temporaneamente l’Iva – “Proprio per evitare aumenti futuri dovuti anche alla speculazione, riteniamo – prosegue Altroconsumo – che la strada da percorrere sia ora quella dell’azzeramento temporaneo dell’Iva, che con la sua aliquota, attualmente al 22% determina il prezzo finale in modo decisivo. Il suo azzeramento è l’unica garanzia di un rallentamento della crescita del prezzo alla pompa dei carburanti. Continuiamo pertanto la nostra battaglia chiedendo alle istituzioni di eliminare l’Iva sui carburanti, sia sul costo industriale sia sulle accise”. CARBURANTI. PETIZIONE ALTROCONSUMO SU TAGLIO ACCISE: OK DA 103 MILA ITALIANI (DIRE) Roma, 18 ago. – Sono oltre 103 mila i cittadini italiani che hanno sottoscritto la petizione online di Altroconsumo per chiedere al governo di ripristinare lo sconto sulle accise e azzerare l’Iva sui carburanti. (Lum/ Dire) 18:06 18-08-23 NNNNCaro carburanti: ripristinare lo sconto sulle accise e azzerare l’Iva. Lo chiedono i 103mila cittadini che hanno firmato la petizione di AltroconsumoIn questa estate 2023 stiamo assistendo a rincari dei carburanti inaccettabili. Il governo ha adottato misure blande (i cartelli con i prezzi medi), che, come prevedibile, si sono rilevate del tutto inefficaci. Fino all’inizio di quest’anno era in vigore lo sconto sulle accise, una misura straordinaria che, pur non essendo incisiva come l’azzeramento dell’Iva, un po’ di respiro agli automobilisti lo aveva dato. Altroconsumo chiede che venga immediatamente reintrodotto il taglio delle accise e soprattutto che si proceda quanto prima all’azzeramento dell’Iva, che grava anche sulle accise stesse e che rappresenta l’unica misura strutturale necessaria. Il governo deve ora intervenire in maniera rapida e senza indugi: lo chiedono anche gli oltre 100mila cittadini che già hanno sottoscritto la petizione di Altroconsumo. LEGGI TUTTO

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    Antitrust, Tar riduce del 20% le multe a Unieuro e Monclick

    (Teleborsa) – I ricorsi proposti da Unieuro e, dalla sua controllata Monclick, sono fondati solo in relazione al quantum della sanzione. È quanto ha deciso il Tar del Lazio riducendo, con una sentenza, del 20 per cento le sanzioni per le due società, accusate alla fine del 2021 dall’Antitrust per alcune condotte commerciali scorrette – soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria per il Covid-19 – nell’ambito delle loro attività di e-commerce. La prima pratica commerciale sanzionata consiste “nella diffusione di informazioni ingannevoli sulle caratteristiche dei prodotti venduti online e i tempi di consegna nonché nell’adozione di modalità scorrette del processo di vendita online”. La seconda “nella ritardata/mancata consegna dei prodotti venduti online, nell’omessa o inadeguata fornitura del servizio di assistenza post vendita e nell’ostacolo all’esercizio dei diritti di recesso e rimborso dei consumatori”. Condotte, secondo l’Autorità, realizzate sin dall’autunno 2019, raggiungendo l’apice dell’offensività nel periodo pandemico. Unieuro fu sanzionata con 4 milioni di euro, con aggiunti 320mila euro per inottemperanza alle prescrizioni; Monclick con 300mila euro, con 40mila in più per inottemperanza alle prescrizioni. Sul fronte Unieuro il Tar ha rilevato come “le evidenze raccolte durante l’attività ispettiva dimostrano inequivocabilmente come la società fosse ben consapevole delle difficoltà nella verifica delle disponibilità e dei disagi causati ai consumatori in ragione del disallineamento dei sistemi per la gestione del magazzino” e questo “si traduceva nel rischio evidente di pubblicizzare sul sito internet la disponibilità di un prodotto non presente fisicamente nel magazzino e quindi disponibile alla vendita”. Con riferimento a Monclick il Tar evidenzia “come la situazione appaia ancora più grave, atteso che nelle condizioni generali di vendita era espressamente previsto che la società ‘non garantisce la certezza di assegnazione della merce ordinata’”. Quanto ai tempi di consegna – rileva il Tar – “appare evidente che vi sia stato un notevole numero (seppure apparentemente contenuto in termini percentuali spalmato sull’intero anno) di consegne effettuate oltre i tempi contrattualmente previsti, ma soprattutto è palese l’assenza di un’informazione preventiva che potesse rendere chiaro sin dalla fase pre-contrattuale al consumatore quali fossero le tempistiche”. In tema di assistenza post-vendita, – per il Tar – è “pacifica la sospensione del servizio di call center da parte di Unieuro durante la fase più acuta della pandemia, sostituito da un risponditore automatico che sono in una risibile percentuale di casi risolveva le problematiche sottoposte dall’utenza. Tale decisione non appare in linea con l’aumento delle richieste”. La conclusione dei giudici è comunque che la sanzione inflitta sia sproporzionata rispetto alle condotte contestate con l’effetto che entrambe le multe sono state ridotte del 20% rispetto alla misura stabilita dall’Agcm. In sostanza, la multa per Unieuro (compresa quella per inottemperanza) è stata fissata in 3.520.000 euro, e la multa a Monclick (compresa quella per inottemperanza) è stata fissata in 280mila euro. LEGGI TUTTO