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    USA, licenziamenti Challenger luglio calano a 23.679 unità

    (Teleborsa) – Diminuiscono i licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di luglio 2023. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di circa 23.697 posti di lavoro. Il dato rivela un calo del 42% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 40.709 licenziamenti e dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2022 (25.810 unità).Da inizio anno si sono registrati 481.906 licenziamenti (+203% rispetto ai 159.021 del pari periodo del 2022).”Il mercato del lavoro rimane resiliente di fronte all’aumento dei tassi di interesse, poiché i consumatori continuano a spendere e l’inflazione diminuisce. Le aziende, stanche di lasciare andare i lavoratori necessari, stanno trovando altri modi per tagliare i costi. Molti hanno rallentato le assunzioni, ma i salari continuano ad aumentare, in particolare per i salari più bassi, per il momento”, ha affermato Andy Challenger, esperto di lavoro e vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO

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    PNRR, Regioni contro i tagli: “Individuare altre fonti di finanziamento”

    (Teleborsa) – Si formalizza l’opposizione delle Regioni al definanziamento da 16 miliardi dei progetti del PNRR che – si afferma – rischia di bloccare i cantieri e deturpare i territori e le periferie delle grandi città con opere incompiute. Sono proprio gli enti locali – regioni, province, comuni – a fare più affidamento sulle risorse europee per portare a compimento progetti che, altrimenti, non sarebbero mai venuti alla luce. Va tenuto conto che una larga fetta delle risorse decurtate – circa 2,5 miliardi di euro – sarebbe servita per i Piani urbani integrati, necessari a riqualificare quartieri come Scampia a Napoli e Corviale a Roma, ora a rischio stop. E poi, ancora, sono in bilico le risorse per l’efficientamento energetico, la mitigazione del rischio idrogeologico ed il potenziamento di servizi e infrastrutture sociali di comunità.E’ quanto emerge dopo la riunione in Conferenza delle regioni, che ha preso atto dello stop ai progetti e formulato delle proposte per il Ministro Fitto. A mitigare i toni accesi dei governatori, il Presidente Massimiliano Fedriga ha assicurato che “le Regioni sono pronte a collaborare per il processo di rimodulazione del PNRR” e “colgono positivamente la disponibilità del ministro al confronto e al dialogo”, pur non essendo state ammesse a lavorare “alla fase di elaborazione del documento di revisione”.Fedriga propone pertanto “una revisione che individua per le misure oggetto di revisione, o di stralcio dal PNRR, fonti di finanziamento afferenti alle politiche di coesione e in particolare al FSC” e sollecita “un confronto al fine di assicurare un allineamento e una coerenza con le progettualità e le programmazioni regionali già avviate”. Di qui la necessità di “rafforzare i meccanismi di raccordo e il supporto con le Amministrazioni regionali e le Province autonome, soprattutto in relazione alle questioni tecniche, di attuazione e monitoraggio, in considerazione della definizione di misure correttive necessarie al superamento delle criticità o propedeutiche alla formulazione di proposte di aggiornamento o modifica del PNRR, anche attraverso la costituzione di una specifica Cabina di regia”.In questa direzione anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e Presidente dell’ANCI, l’associazione dei comuni italiani, che sollecita il governo ad individuare risorse sostitutive, altrimenti si rischia di “bloccare le procedure per la realizzazione di opere pubbliche come nuovi servizi, opere di rigenerazione e riqualificazione, interventi per l’assetto del territorio e in contrasto al cambiamento climatico”. ll ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Frattin ha intanto precisato che “non ci sarà alcuna perdita di risorse da destinare agli interventi di dissesto idrogeologico, che continuano la loro piena attuazione, senza soluzione di continuità, all’interno dei programmi di finanziamento originari”. LEGGI TUTTO

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    Germania, bilancia commerciale giugno in surplus per 18,7 miliardi

    (Teleborsa) – Aumenta il surplus della bilancia commerciale tedesca. Nel mese di giugno 2023 si è registrato un surplus, corretto dagli effetti del calendario, pari a 18,7 miliardi di euro, in crescita rispetto all’attivo di 14,6 miliardi di maggio (dato rivisto da 14,4 miliardi). Il dato supera anche le stime degli analisti che erano per un avanzo di 15 miliardi.Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), le esportazioni sono aumentate dello 0,1% su base mensile, dopo l’aumento dello 0,1% registrato a maggio, e deludono le attese che indicavano un incremento dello 0,3%. Le importazioni hanno registrato un decremento del 3,4% (+1,4% a maggio), contro il -0,3% del consensus. LEGGI TUTTO

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    Cina, PMI Caixin servizi luglio aumenta a 54,1 punti

    (Teleborsa) – Aumenta più delle attese il settore dei servizi in Cina. Il PMI dei servizi elaborato da Caixin/S&P Global è salito a quota 54,1 punti a luglio 2023 dai 53,9 precedenti. Il valore rimane quindi sopra la soglia chiave dei 50 punti, che segnala una espansione dell’attività, per il settimo mese consecutivo ed è anche superiore ai 52,5 punti attesi dagli analisti.”Sia l’offerta che la domanda di servizi hanno continuato ad espandersi a luglio – ha commentato Wang Zhe, Senior Economist presso Caixin Insight Group – Le condizioni di mercato nel settore hanno continuato a migliorare, le attività commerciali sono ulteriormente aumentate e la domanda è aumentata di conseguenza. Le letture dell’attività commerciale e dei nuovi affari sono rimaste entrambe al di sopra di 50 per il settimo mese consecutivo. Ma la crescita della domanda esterna è rallentata in modo significativo, con l’indicatore per le nuove attività di esportazione solo leggermente superiore a 50. Le aziende intervistate hanno affermato che le prospettive economiche all’estero non erano chiare, con esportazioni di servizi limitate””I fornitori di servizi sono rimasti ottimisti, esprimendo fiducia nelle prospettive di mercato per il prossimo anno, sebbene fossero anche preoccupati per la sostenibilità della crescita economica globale – ha aggiunto – A luglio, la lettura delle aspettative di attività futura era inferiore di oltre 3 punti rispetto alla media storica”. LEGGI TUTTO

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    Cassa di Risparmio di Orvieto, utile semestrale sale a 3,04 milioni di euro

    (Teleborsa) – La Cassa di Risparmio di Orvieto, appartenente al Gruppo Bancario Mediocredito Centrale, ha chiuso il primo semestre del 2023 con una crescita del 31,3% dell’utile netto a 3,04 milioni di euro (2,32 milioni di euro al 30 giugno 2022). Inoltre, registra un aumento (+10,8%) del margine di intermediazione (25,92 milioni di euro vs i 23,39 milioni di euro del 30 giugno 2022), grazie all’incremento dei volumi e dei tassi di interesse di mercato. La crescita degli impieghi alla clientela è pari a 4,5%, da 1,12 miliardi di euro al 31 dicembre 2022 a 1,17 miliardi di euro al 30 giugno 2023, grazie alla crescente propulsione commerciale a sostegno dell’economia reale (le erogazioni dei finanziamenti a medio lungo termine alle famiglie e alle piccole e medie imprese sono state pari a 80,6 milioni di euro, in incremento pari all’11,9% rispetto al primo semestre 2022).La raccolta diretta da clientela si attesta a 1,08 miliardi di euro al 30 giugno 2023 (vs 1,10 miliardi al 31 dicembre 2022, -1,24%). La componente indiretta della raccolta si attesta, invece, a 525,51 milioni di euro registrando una crescita del 3,6% rispetto al dato di fine 2022 (507,49 milioni di euro).L’incidenza percentuale dei crediti non-performing lordi rispetto al totale impieghi lordi (NPLs ratio lordo) si posiziona all’8,44%, in ulteriore calo rispetto al 9,27% di fine 2022. Analogamente, si riduce l’indicatore al netto delle rettifiche di valore (NPL ratio netto) pari al 2,98 (3,45% al 31 dicembre 2022). Ulteriormente in crescita, inoltre, il grado di copertura complessivo dei crediti deteriorati che passa dal 65,15% di dicembre 2022 al 66,83% al 30 giugno 2023.Si rafforzano anche i coefficienti di solidità patrimoniale (CET1/Tier1 ratio e Total Capital ratio) che si attestano al 12,79% (12,63% al 31 dicembre 2022), su un livello ampiamente superiore alle soglie minime regolamentari. LEGGI TUTTO

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    PIL: UPB alza lievemente stima su 2023, ma taglia 2024

    (Teleborsa) – L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha rivisto leggermente al rialzo le previsioni sul PIL 2023 da +0,9% a +1,0% ma ha tagliato di 0,3 punti quelle sul 2024 da +1,4% a +1,1%. È quanto emerge dalla nota sulla congiuntura di agosto che aggiorna le stime pubblicate dall’Ufficio in occasione dell’elaborazione del Def. Sul 2023, si legge nella nota, la revisione è legata alla “sorpresa positiva sui dati del primo trimestre” che “prevale su quella di segno opposto sul periodo successivo” mentre il taglio delle stime sul 2024 è legato al “deterioramento della domanda estera e delle condizioni finanziarie globali”. Secondo l’UPB “il quadro macroeconomico dell’Italia resta comunque circondato da un’ampia incertezza e dalla prevalenza di rischi al ribasso.L’UPB segnala anche che rallenta la componente di fondo dell’inflazione “ma gli aumenti del ‘carrello della spesa’ restano a due cifre”. “Prosegue il calo dell’inflazione avviato nei mesi precedenti, che si è esteso anche alla componente di fondo” rileva l’UPB “restano peraltro elevate le pressioni sui prezzi dei beni alimentari e di alcuni servizi legati al turismo”. L’inflazione, prosegue la Nota, “misurata attraverso il deflatore dei consumi, è attesa in progressiva riduzione nel biennio 2023-24”. La flessione “sarebbe graduale quest’anno (5,1 per cento, da 7,4 nel 2022)” mentre l’anno prossimo “il deflatore dei consumi rallenterebbe in misura più pronunciata, al 2,4 per cento, per effetto principalmente della sostanziale stasi dei prezzi delle materie prime”Il mercato del lavoro si è rafforzato nei mesi invernali” con un aumento nel primo trimestre sia delle ore lavorate (1,3 per cento) sia del numero degli occupati (0,4 per cento). Anche nel periodo aprile-giugno, segnala l’UPB, “gli occupati sono aumentati a un ritmo analogo” mentre le retribuzioni contrattuali orarie “sono aumentate del 2,7 per cento su base tendenziale (mezzo punto percentuale in più rispetto ai precedenti tre mesi), sostenute dal rialzo nel settore privato (al 2,1 per cento); la dinamica resta sostenuta (al 4,5 per cento) nel comparto pubblico, per via degli incrementi relativi a diversi rinnovi contrattuali per il triennio 2019-2021 (siglati dal maggio del 2022 e corrisposti nella seconda metà dell’anno)”L’UPB avverte anche sul fatto che lo scenario macroeconomico dell’economia italiana è “soggetto a rischi, nel complesso orientati al ribasso” principalmente di carattere internazionale ma anche interni “in primo luogo sull’evoluzione del PNRR”. In particolare, i rischi principali “sono di natura internazionale, con riferimento in particolare al ciclo europeo e alla volatilità dei mercati delle materie prime”. “Tuttavia – prosegue la Nota – vi sono rilevanti fattori d’incertezza anche all’interno del nostro Paese, in primo luogo sull’evoluzione del PNRR per il quale il Governo ha recentemente proposto alcune modifiche”. LEGGI TUTTO

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    Gas, bolletta scende ancora a luglio

    (Teleborsa) – Buone notizie per i consumatori. Scende ancora a luglio la bolletta del gas più leggera per la famiglia tipo in tutela, che cioè ha consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui: la tariffa segna un -2,1% rispetto a giugno.Lo comunica l’ARERA precisando che il taglio è tutto determinato dalla riduzione della spesa per la materia gas naturale rispetto a giugno, dovuta al calo della componente Cmem relativa ai costi di approvvigionamento del gas naturale. A luglio, in cui c’è stata una quotazione media all’ingrosso inferiore rispetto a quella di giugno, il prezzo della sola materia prima gas per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 31,41 euro a Megawattora. La spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (agosto 2022-luglio 2023) è di 1.484 euro circa, al lordo delle imposte, registrando un -10,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (agosto 2021- luglio 2022). LEGGI TUTTO

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    Fisco: ok Senato a delega, torna alla Camera

    (Teleborsa) – Semaforo verde dell’Aula del Senato alla delega fiscale con 110 voti favorevoli e 60 voti contrari. Il testo, licenziato in prima lettura dalla Camera il 12 luglio corso, è stato modificato nel corso dell’esame del Senato e dovrà quindi tornare a Montecitorio per il via libera in terza lettura. L’Aula della Camera è già convocata venerdì mattina con l’obiettivo di chiudere il provvedimento in giornata.Oggi il viceministro all’Economia Maurizio Leo, ha ribadito che la delega fiscale determina un “cambio di rotta” che consentirà di “abbattere” l’enorme carico di evasione” che vale 75-100 miliardi e rappresenta “un fardello per la nostra economia”.”Abbiamo le tecnologie informatiche, la precompilata, l’intelligenza artificiale, siamo in grado di dire millimetricamente quale è il reddito”, ha spiegato Leo, intervenendo dopo la discussione generale in Aula e proponendo di “venire incontro al contribuente collaborativo” per “combattere questo ammontare enorme di evasione”.”Mi sono permesso di definire questo provvedimento epocale perché è una riforma che era attesa dagli anni Settanta, quando un provvedimento analogo fu messo a terra da studiosi del calibro di Bruno Visentini, di Cesare Cosciani, di Gino De Gennaro”, ha ricordato il viceministro, aggiungendo “penso che tutti insieme stiamo scrivendo una pagina veramente importante nella storia economica di questo Paese”. LEGGI TUTTO