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    Tassa su extraprofitti bancari: lo scenario europeo

    (Teleborsa) – Mentre in Italia, dopo l’approvazione del decreto Omnibus Asset/investimenti, prosegue il dibattito sulla tassa sugli extraprofitti delle banche, in alcuni paesi europei la tassa è già realtà. La Spagna è stata la prima a chiedere alle banche e alle utilities di fare la loro parte introducendo una tassa sugli extraprofitti con l’obiettivo raccogliere 3 miliardi di euro entro il 2024. Sostenendo che l’aumento dei tassi di interesse aveva portato a profitti straordinari per il settore il governo spagnolo a guida socialista ha imposto per due anni un’imposta del 4,8% sul reddito delle banche da interessi e commissioni. A febbraio è stata pagata la prima tranche e le grandi banche spagnole hanno finora pagato 637,1 milioni di euro (complessivamente il Governo di Sanchez ha raccolto 1,45 miliardi di euro). Il ministero delle Finanze spagnolo ha previsto che l’incasso annuale delle due imposte temporanee (applicabili nel 2023 e 2024) supererà i 2,9 miliardi di euro, tassando rispettivamente il margine di intermediazione e il reddito da attività non regolamentate in Spagna.La tassa sugli extra profitti in Spagna è volta a finanziare i contributi statali a famiglie e imprese ma la misura non è stata accolta favorevolmente da alcuni istituti tra cui Bankinter e Abanca che hanno minacciato di ricorrere alla Corte Costituzionale. A Caixa Bank l’imposta è costata 373 milioni di euro, pari al 44% dell’utile netto di 855 milioni di euro registrato nel primo trimestre. Per Sabadell, che possiede la banca britannica Tsb ma ha la maggior parte delle sue attività in Spagna, l’esborso è stato di 157 milioni di euro, pari al 77% dell’utile del primo trimestre. Al Banco Santander, che ha a operazioni internazionali molto più ampie, la prima tranche è costata quasi il 10% dei profitti del primo trimestre. “Siamo sempre felici di pagare la nostra giusta quota di tasse, ma devono essere applicate a tutti i settori, non solo alle banche” aveva dichiarato al FT il chief financial officer José Garcia Cantera.Risale, invece, allo scorso novembre in Repubblica Ceca l’approvazione da parte della Camera bassa del Parlamento di una tassa del 60% sui profitti delle banche che superano il 120% del fatturato medio annuo tra il 2018 e il 2021. L’obiettivo è raccogliere circa 3,5 miliardi di euro per finanziare gli aiuti alle famiglie e alle imprese colpite dall’impennata dei prezzi di elettricità e gas.Per il biennio 2023-2024 la Lituania lo scorso maggio ha approvato un’imposta pari al 60% sulla parte del reddito netto da interessi bancari che supera del 50% la media dei quattro anni precedenti. Il Paese punta a raccogliere 410 milioni di euro per potenziare le forze armate.Una modifica delle imposte sugli extraprofitti nei settori chiave dell’economia è stata introdotta a giugno in Ungheria. Le banche possono ridurre fino al 50% il peso delle imposte nel 2024 se aumentano gli acquisti di titoli di Stato domestici.È stata, inoltre, introdotta una nuova “tassa sociale” del 13% su alcuni tipi di investimenti, tra cui anche i guadagni sui tassi di interesse dei depositi bancari.In Svezia il governo ha introdotto a gennaio una “tassa sul rischio” per gli istituti con passività legate alle operazioni domestiche superiori a 150 miliardi di corone svedesi (14,1 miliardi di dollari). I soldi incassati serviranno a rafforzare le finanze pubbliche e creare spazio per coprire i costi di un’eventuale crisi finanziaria. L’imposta è pari allo 0,05% delle passività nel 2022 e sale allo 0,06% nel 2023. Stoccolma prevede di raccogliere 6 miliardi di corone svedesi all’anno.Guardando sempre all’Europa, l’ipotesi è sul tavolo anche in altri Paesi. Nel Regno Unito l’ipotesi di una tassa sugli extra profitti è allo studio dopo che le banche sono state accusate di “affarismo” e lo scorso mese, il regolatore finanziario ha chiesto alle banche di accelerare gli sforzi per migliorare l’accesso alle loro migliori tariffe di risparmio. In Belgio l’iniziativa lanciata in Italia per la tassazione degli extraprofitti delle banche divide la coalizione che sostiene il governo. All’interno della maggioranza cosiddetta Vivaldi, secondo quanto si legge oggi sulla stampa locale, la misura piace alla sinistra del Ps e agli ecologisti di Ecolo, viene bocciata dai liberali francofoni del MR mentre i democratici-cristiani del Cd&v e liberali fiamminghi (Open Vdl), evitano ogni commento. Intanto la Federazione bancaria nazionale (Febelfin) prende le distanze dal progetto giudicando “ingannevole” l’idea che le banche, avendo realizzato di utili miliardari, possano contribuire più di altri ad alleviare le difficoltà della finanza pubblica nazionale. Il Belgio, come tanti altri Paesi Ue, ha introdotto una tassa sugli extraprofitti generati dalle imprese del settore energetico in seguito alla guerra in Ucraina, ma finora non ha affrontato la questione di un analogo intervento sulle banche. Cosa che dovrebbe avvenire alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva quando si prevede saranno discusse alcune proposte presentate a questo proposito dai socialisti e dagli ecologisti. La tassa sugli extraprofitti bancari introdotta in Italia dal governo di Giorgia Meloni fa discutere anche in Svizzera. Secondo il portale di informazione finanziaria Finews, nella prima parte dell’anno i ricavi da operazioni su interesse realizzati dagli istituti di credito elvetici attivi nei settori tradizionali si sono talvolta moltiplicati per quattro nel confronto con lo stesso periodo del 2022, sulla scia dell’aumento dei tassi d’interesse. Inoltre la Banca nazionale svizzera (Bns) ha versato 3,3 miliardi di interessi alle banche sui loro conti giro nel periodo gennaio-giugno. In tale scenario torna sul tavolo l’ipotesi di un’imposta speciale sugli utili in Svizzera, già oggetto di un acceso dibattito lo scorso autunno in relazione agli enormi profitti del settore energetico, che poco prima aveva peraltro fatto ricorso al sostegno dello stato. Secondo l’Associazione svizzera dei banchieri (Asb) le cosiddette “windfall taxes” (imposte sui guadagni inaspettati) sono generalmente poco sensate. “Per le aziende interessate, esse comportano una notevole incertezza giuridica e di pianificazione e peggiorano l’attrattiva di una piazza economica”, ha detto l’organismo a Finews.ch. Inoltre, i profitti derivanti dall’attività su interesse sono già gravati dalle consuete imposte sugli utili, sottolinea l’Asb. LEGGI TUTTO

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    Giappone, prezzi produzione luglio +0,1% mese +3,6% anno

    (Teleborsa) – Risultati misti per i prezzi alla produzione in Giappone a luglio 2023. Secondo la Bank of Japan, i prezzi di fabbrica hanno registrato un incremento del 3,6% su base annua, contro il +4,3% del mese precedente e il +35% atteso dagli analistiSu base mensile, i prezzi all’industria sono aumentati dello 0,1% dopo il -0,1% di giugno e contro il +0,2% del consensus.I prezzi import hanno segnato un calo dello 0,3% su base mensile e del 14,1% su base tendenziale. I prezzi export sono cresciuti dello 0,1% su base mensile e calati dello 0,2% su base annuale. LEGGI TUTTO

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    Meloni: “Extraprofitti sui margini ingiusti delle banche”

    (Teleborsa) – Nell’ultimo Consiglio dei ministri “abbiamo approvato diverse misure importanti. La più importante è quella che riguarda la tassazione dei margini ingiusti delle banche”. È quanto ha affermato la premier Giorgia Meloni nel collegamento social “Gli appunti di Giorgia”. “Noi – ha proseguito Meloni – stiamo vivendo una fase economica e finanziaria complicata anche a causa dell’inflazione che si registra in tutta Europa a cui la Bce ha risposto con un intervento del quale possiamo anche discutere. In questa situazione difficile è fondamentale che il sistema bancario si comporti nel modo il più possibile corretto. Stiamo registrando utili record e abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Una tassazione che è non una tassa su un margine legittimo, ma una tassa su un margine, appunto, ingiusto”.”Le risorse che arriveranno dalla tassazione dei margini ingiusti delle banche andranno – ha ribadito Meloni – a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese che stanno vivendo un momento di difficoltà per l’alto costo del denaro”.Nel collegamento la presidente del Consiglio ha commentato anche le altre norme contenute nei due decreti Omnibus approvati dal governo lunedì scorso. Incertezza dei processi – “Nel Consiglio dei ministri di lunedì abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei processi e che consente di impedire che processi aperti perché legati alla mafia finiscano nel nulla – ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni –. Questa azione, che non è la prima, mostra quanto il governo sia determinato a combattere il cancro della criminalità organizzata”. Reddito di cittadinanza – “Il governo non intende tornare sui suoi passi sul Reddito di cittadinanza, perché vuole passare dal Reddito di cittadinanza al Reddito di occupazione, cioè che si ottiene grazie al lavoro – ha detto Meloni –. Le stime di chi avrebbe perso il reddito erano di 300mila persone e invece lo hanno perso in 112mila. Ragionevolmente – osserva – significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito e si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato”.Salario minimo – “Perché non ho accolto la proposta sul salario minimo così come viene presentata? Perché se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo. E allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora” ha spiegato la premier. “Apriremo il confronto con le opposizioni e capiremo – ha proseguito Meloni – se c’è il margine di presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi che possa fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva, che possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere, e speriamo che su questo si possa arrivare a una risposta seria condivisa e che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri”. “Se guardiamo i dati Ocse, vediamo che da oltre 30 anni i salari italiani in termini reali sono praticamente bloccati. Anzi siamo l’unico paese in Europa con salari decrescenti. Se restringessimo la ricerca agli ultimi 10 anni, governati sostanzialmente dalla sinistra, vediamo che siamo calati di media dell’1,4%. Negli stessi anni gli stipendi in Francia sono cresciuti del 4,3%, quelli tedeschi del 6,75%. Quindi sì, c’è un serio problema di salario basso in Italia – ha detto Meloni –. Sono contenta che finalmente se ne accorga anche chi era stato al governo ma non era stato in grado di invertire la tendenza. Perché, se il salario minimo legale è la soluzione, non lo hanno introdotto? Probabilmente perché si è consapevoli che non è una soluzione efficace”.PNRR – “L’Italia nel 2023 beneficerà di 35 miliardi del Pnrr, l’Ue conferma che alla fine dell’anno avrà tutte le risorse previste con buona pace di chi sperava che le perdesse o ne perdesse una parte – ha detto la presidente del Consiglio –. Siamo molto soddisfatti per questi risultati ottenuti, avevamo promesso che l’Italia non avrebbe perso un euro, che le cose sarebbero andate bene, i nostri progressi e sforzi sono riconosciuti e se a qualcuno dà fastidio che l’Italia abbia questi successi, noi continueremo a non risparmiarci”. LEGGI TUTTO

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    Commissione UE autorizza l’acquisizione di Valoriza da parte di Morgan Stanley

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento dell’UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo della spagnola Valoriza Servicios Medioambientales (Valoriza) da parte della statunitense Morgan Stanley Infrastructure (MSI).Valoriza raccoglie, tratta, ricicla e gestisce i rifiuti, compresi i detriti di costruzione e demolizione, e produce energia elettrica e gas a seguito di tali attività. È inoltre attiva, tra gli altri, nella pulizia delle strade urbane, nella gestione dell’arredo urbano e nella manutenzione delle pavimentazioni in Spagna, Australia e Colombia. MSI, una filiale di Morgan Stanley, investe in asset infrastrutturali.La Commissione ha concluso che l’acquisizione proposta non solleverebbe problemi di concorrenza, dato che le attività delle società non si sovrappongono e non sono collegate verticalmente. L’operazione è stata esaminata nell’ambito della procedura semplificata di verifica della fusione.(Foto: © andreykuzmin / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Ryanair: “Decreto su voli interferisce con il libero mercato. Va cancellato”

    (Teleborsa) – “Ridicolo, illegale, interferisce con le leggi del libero mercato secondo le norme Ue. Deve essere cancellato. Il decreto del governo è una trovata da pubbliche relazioni, una roba populista. C’hanno provato a Mosca nel 1917”. È quanto ha affermato l’amministratore delegato della compagnia Ryanair, Eddie Wilson, commentando – in un’intervista all’Ansa – le norme contro caro voli contenute nel decreto Omnibus Asset/investimenti approvato lunedì dal Consiglio dei ministri. Nel dettaglio il Ceo di Ryanair che questa mattina ha incontrato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si è scagliato in particolare contro la parte del decreto che interviene sulle tariffe da e per Sicilia e Sardegna dagli altri aeroporti italiani, sottolineando che “se non verrà cancellato ci sarà un impatto sull’operatività di Ryanair in Italia”. “Non siamo parte di un cartello, non mi lascio insultare. Ryanair ha raggiunto oltre 185 milioni di passeggeri perché abbiamo abbassato i prezzi e diamo valore, non abbiamo bisogno di parlare con compagnie incompetenti. Non ho mai parlato con nessuno, mai parlato con qualcuno in Ita – ha detto Wilson –. Chi dice che Ryanair abbia fatto cartello sui voli per Sicilia e Sardegna, come per esempio il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, dice spazzatura, nient’altro che spazzatura”. Wilson ha affermato che la compagnia non effettua nessuna profilazione dei clienti. “Algoritmo? Mio Dio! Non ci sono algoritmi. Non sappiamo chi compra i nostri biglietti a 20, 30, 40 euro. Non facciamo profilli dei nostri clienti. Come potremmo? Penso che queste persone che dicono queste cosa hanno guardato troppo Netflix, non vivono nel mondo reale. Noi iniziamo offrendo i prezzi più bassi e poi andiamo su progressivamente – ha detto l’amministratore delegato di Ryanair –. Non possiamo convincere la gente a volare con noi se non vogliono, solo il prezzo li può convincere ed è per questo che abbiamo tanto successo. Da anni offriamo i prezzi più bassi”.”Mi è dispiaciuto dire al ministro che lui è il governo e può cambiare la legge, ma non ci possono obbligare a volare in Sicilia e Sardegna. Per abbassare i prezzi occorre aumentare la capacità, cioè aumentare i posti a disposizione – ha detto Wilson, dopo l’incontro con Urso–. Le persone che lo stanno consigliando non sanno nulla del settore aereo, non sanno nulla di economia. Nelle scuole la prima lezione di economia che ti danno è che se aumenti l’offerta, diminuiscono i prezzi. Ma se interferisci e restringi i prezzi, le aziende se ne vanno da un’altra parte. Se il decreto dovesse rimanere così, invece di aprire nuove rotte da una qualsiasi città italiana voleremo di più verso la Spagna. A Malta, a Cipro, alle Canarie stanno esultando per questo decreto perché sanno che noi voleremo di più verso di loro. Il ministro ha ascoltato ciò che avevamo da dire, ha riconosciuto che Ryanair è un buon partner per l’Italia, noi vogliamo continuare a crescere e gli chiederemo di parlare con i suoi consulenti economici sull’impatto economico che questo decreto avrà perché da questo ci saranno delle conseguenze non volute per la Sicilia e la Sardegna, per cui il governo ci ripensi. Ryanair non vuole essere contro questo governo, che è un governo pro-business”.”Stamattina ho incontrato il ceo di Ryanair che mi ha illustrato i piani di sviluppo significativi nel Paese e le problematiche che affronta, sono disponibile a incontrare anche le altre compagnie per capire se il provvedimento può essere migliorato in conversione parlamentare” è stato il commento di Urso. Il Ministro ha spiegato di aver stabilito con il ceo di Ryanair di “avviare un costruttivo confronto per raggiungere soluzioni equilibrate per passeggeri e compagnie”.Il decreto vietata la fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree, modulata in relazione al tempo della prenotazione se la fissazione è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole e avviene o durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale e se conduce a un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo. Si tratta, in pratica, dell’algoritmo applicato dai sistemi di prenotazione. È, inoltre, considerata “pratica commerciale scorretta” l’utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe – da e per le isole, ossia laddove sussistono esigenze di continuità territoriale – basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio economico. Le compagnie aeree dovranno sempre informare l’utente, per gli acquisti di biglietti online, circa l’utilizzo di strumenti di profilazione.Contro le affermazioni di Ryanair sul fenomeno del caro-voli in Italia sono intervenute le associazioni dei consumatori. “Negare che in Italia su alcune tratte come quelle per la Sicilia ci siano rincari abnormi delle tariffe aeree non fa certo onore a Ryanair – spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi in una nota –. Così come non fa onore alla società affermare che non esistono algoritmi in grado sia di profilare i clienti, sia di far salire i prezzi all’aumento della domanda da parte dei viaggiatori. Le affermazioni dell’amministratore delegato Wilson sono offensive dell’intelligenza degli italiani, e farebbe bene la compagnia aerea a scusarsi con i cittadini del nostro paese. Qualsiasi algoritmo che danneggia gli interessi dei consumatori va vietato in quanto pratica scorretta, senza condizioni, per tutte le compagnie e su tutte le tratte.Solo così sarà possibile evitare anomalie nel settore del trasporto aereo come quelle a cui abbiamo tristemente assistito questa estate”.”La dichiarazione di Ryanair, secondo la quale il decreto contro gli algoritmi è ridicolo e illegale, dimostra che l’idea del ministro Urso di incontrare le compagnie per capire se il provvedimento poteva essere migliorato, era pessima – afferma il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, in una nota –. Se vuole capire come migliorare il testo dovrebbe incontrare chi rappresenta i viaggiatori, costretti a pagare prezzi astronomici per poter volare. L’algoritmo andrebbe vietato sempre, senza se e senza ma! È una pratica scorretta. Quanto alla soglia del 200%, non solo il divieto non troverà mai applicazione, ma rischia di diventare un incentivo a speculare fino al triplo della tariffa media del volo”. LEGGI TUTTO

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    Aiuti di Stato, UE approva un regime da 150 milioni per imprese siciliane

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato un regime italiano da 150 milioni di euro a sostegno delle imprese attive nella regione Sicilia nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina. Questo regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per misure di aiuto di Stato, adottato dalla Commissione il 9 marzo 2023 per sostenere misure nei settori fondamentali ai fini dell’accelerazione della transizione verde e della riduzione della dipendenza dai combustibili.Nel quadro del regime, denominato “Bonus Energia Sicilia”, gli aiuti assumeranno la forma di sovvenzioni dirette. La misura sarà accessibile alle imprese attive in Sicilia in tutti i settori pur con qualche eccezione, quali l’agricoltura primaria, la pesca e il settore bancario. L’obiettivo del regime è quello di indennizzare i beneficiari ammissibili per una parte dell’aumento dei costi del gas e dell’energia elettrica verificatosi nel 2022, rispetto al 2021, e aiutarli a superare le difficoltà finanziare legate all’attuale crisi.La Commissione ha constatato che il regime italiano rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione: in particolare, gli aiuti non supereranno i 2 milioni di euro per impresa; e saranno erogati entro il 31 dicembre 2023. LEGGI TUTTO

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    Fendi (LVMH), nuovo polo logistico in Toscana

    (Teleborsa) – Fendi, società del colosso francese del lusso LVMH, costruirà un nuovo polo logistico vicino a Pistoia. “Sono soddisfatto che Fendi abbia deciso di consolidare le sue attività in Toscana con un ulteriore investimento nella logistica che fa seguito al nuovo sito produttivo di Bagno a Ripoli”, ha commentato il governatore Eugenio Giani, dopo la proposta di un protocollo d’intesa per il nuovo polo logistico di Fendi e per lo sviluppo delle aree industriali a Serravalle Pistoiese, approvata in Giunta lunedì.Nell’attesa che Fendi entri in possesso definitivamente della nuova area in provincia di Pistoia, la delibera della Giunta regionale anticipa le linee del protocollo che verrà firmato nelle prossime settimane assieme al sindaco, Piero Lunardi e all’amministratore delegato di Fendi, Serge Brunschwig, riporta l’agenzia di informazione della Giunta regionale toscana.”Regione Toscana e il Comune di Serravalle Pistoiese intendono fornire alla società tutto il supporto necessario in termini amministrativi e di adeguamento infrastrutturale”, ha detto Giani.Nel 2019, per rispondere all’esigenza di aumentare la produzione di articoli in pelle, Fendi aveva scelto la Toscana per un nuovo centro di produzione, sviluppo, ricerca materiali e formazione di giovani artigiani a Bagno a Ripoli, anche attraverso una scuola di pelletteria interna destinata alla formazione di personale specializzato. LEGGI TUTTO

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    Decarbonizzazione trasporto aereo: pubblicato bando Enac-ENEA per selezionare un progetto

    (Teleborsa) – Enac ed ENEA insieme per favorire la decarbonizzazione del trasporto aereo e per individuare nuove soluzioni per un’aviazione sostenibile, come previsto dal protocollo di collaborazione firmato nel maggio di quest’anno. È stato pubblicato sul sito Enac, in cooperazione con ENEA, un bando per la selezione di un progetto pilota finalizzato alla sperimentazione dell’utilizzo dei vettori energetici sostenibili nell’ambito delle infrastrutture aeroportuali.Un focus particolare è riservato ai carburanti alternativi – SAF Sustainable Aviation Fuels – e all’idrogeno che rappresentano le soluzioni maggiormente promettenti della roadmap europea di decarbonizzazione al 2050.Gli aeroporti devono farsi trovare pronti per questa sfida, come settore trainante per la sperimentazione e l’implementazione dei vettori energetici sostenibili nel mondo dei trasporti. Per favorire questo percorso è stato pubblicato un bando rivolto ai gestori aeroportuali:l’obiettivo è individuare un’idea progettuale (concept note) che possa rappresentare un modello significativo a livello nazionale per far emergere le possibili opportunità legate all’introduzione dei vettori energetici innovativi e a basso impatto nei processi aeroportuali.Il bando premierà l’idea progettuale che, oltre a coinvolgere attivamente le infrastrutture aeroportuali, riesca a valutare i benefici dell’estensione dell’iniziativa anche alle comunità circostanti, alle Istituzioni, ai produttori di mezzi e tecnologie, agli enti e società diapprovvigionamento e dispacciamento energia/carburante e operatori logistici.La proposta, oltre a sviluppare i temi dell’idea progettuale, dovrà consentire, sotto la supervisione e con il supporto di Enac e di ENEA, di individuare modelli e soluzioni scalabili funzionali alla redazione di linee guida applicabili a livello nazionale. Quella più meritevolesarà selezionata anche in base alla capacità di rappresentare scenari, strategie e soluzioni che possano rendere l’aeroporto di riferimento uno smart energy hub e un incubatore tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e dei SAF. LEGGI TUTTO