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    Banche, Giorgetti: tornino a esercitare il loro ruolo classico di gestione del risparmio

    (Teleborsa) – “Le banche devono tornare a fare le banche, ovvero devono raccogliere il risparmio, tutelarlo ed erogarlo. Una vocazione, questa, che sta venendo meno a causa della regolamentazione sovranazionale e di un gigantismobancario che si occupa soprattutto di gestioni patrimoniali”. Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante un incontro a Palazzo Lombardia con i rappresentanti del sistema lombardo, imprese, associazioni di categoria e sindacati riuniti attorno al Tavolo della competitività della Regione. “Le caratteristiche economiche del nostro Paese, con la Lombardia in testa, necessitano invece che si torni a una reale assistenza da parte del sistema bancario, che deve tornare a esercitare il suo ruolo classico”, ha aggiunto.”Le imprese devono essere messe nelle condizioni di fare impresa e questo è il principio del funzionamento di una sana economia. L’economia la fanno gli imprenditori, non lo Stato. Lo Stato, la Regione, le banche devono creare le condizioni affinché gli imprenditori trovino un ambiente dove possano mettersi in gioco, rischiare, avere successo, dare lavoro e creare sviluppo. Questa e’ la ricetta che funziona”, ha affermato il ministro.”La Lombardia – ha sottolineato Giorgetti – continua a primeggiare ed è utile avere un confronto con i protagonisti di questo territorio e in generale con i protagonisti dell’economia reale, lo è ancor di più in un momento come questo in cui si stanno riscrivendo le regole globali del commercio e della finanza”. LEGGI TUTTO

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    USA, UniCredit: stretta relazione tra sentiment consumatori e crescita consumi si è interrotta

    (Teleborsa) – Si è registrato un netto peggioramento del sentiment dei consumatori statunitensi dopo l’annuncio dei dazi all’inizio di aprile, eppure la spesa al consumo ha finora mostrato una certa resilienza. Lo fa notare UniCredit in una ricerca sul tema, facendo notare che negli ultimi anni il sentiment dei consumatori non è stato un buon indicatore per la spesa.La precedente stretta relazione tra sentiment dei consumatori e crescita reale dei consumi personali si è interrotta negli ultimi anni. In particolare, mentre il sentiment dei consumatori era relativamente basso nel 2022-24, la crescita dei consumi personali è stata sostenuta. Il periodo 2022-24 è stato caratterizzato da un’inflazione elevata, sebbene ci si sarebbe aspettati che ciò incidesse sia sul sentiment che sulla spesa (attraverso una minore crescita del reddito reale).”Non è chiaro cosa ci sia alla base di questo scollamento tra sentiment e spesa, ma sospettiamo che la crescente polarizzazione della politica statunitense possa esserne in parte responsabile”, si legge nella ricerca, firmata da Daniel Vernazza, Chief International Economist di UniCredit. Di conseguenza, si dovrebbe dare più peso a ciò che gli americani fanno (in termini di spesa) piuttosto che a ciò che dicono (nei sondaggi sugli atteggiamenti dei consumatori). Il calo della fiducia dei consumatori tra aprile e maggio 2025 è stato innescato dai dazi e dalle relative aspettative di un’inflazione più elevata. Un’inflazione più elevata non si è ancora materializzata, ma i dazi faranno aumentare i prezzi dei beni e peseranno sulla crescita della spesa al consumo. Tuttavia, viene prevista una crescita dei consumi personali di circa l’1% annualizzato quest’anno, migliore di quanto potrebbe suggerire una lettura diretta dei recenti dati sul sentiment.(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    USA, stima GDPNow della Fed di Atlanta: PIL a +3,8% nel secondo trimestre

    (Teleborsa) – La stima del modello GDPNow della Fed di Atlanta per la crescita del PIL reale (tasso annuo destagionalizzato) nel secondo trimestre del 2025 è del 3,8% al 30 maggio, in aumento rispetto al 2,2% del 27 maggio.Il tasso di crescita del prodotto interno lordo (PIL) reale è un indicatore chiave dell’attività economica, ma la stima ufficiale viene pubblicata con un certo ritardo. Il modello di previsione GDPNow fornisce una “previsione immediata” della stima ufficiale prima della sua pubblicazione, stimando la crescita del PIL utilizzando una metodologia simile a quella utilizzata dal Bureau of Economic Analysis degli Stati Uniti.PILNow non è una previsione ufficiale della Fed di Atlanta. Piuttosto, è da considerarsi una stima corrente della crescita del PIL reale basata sui dati economici disponibili per il trimestre in corso.Dopo i recenti comunicati dell’US Census Bureau e dell’US Bureau of Economic Analysis, la previsione a breve termine del contributo delle esportazioni nette alla crescita del PIL reale del secondo trimestre è aumentata da -0,64 punti percentuali a 1,45 punti percentuali, mentre le previsioni a breve termine della crescita della spesa per consumi personali reali del secondo trimestre e della crescita degli investimenti privati ??interni lordi reali del secondo trimestre sono diminuite rispettivamente dal 3,7% e dallo -0,2% al 3,3% e all’-1,4%.(Foto: Mylo Kaye su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Meloni: Asia centrale strategica, intese Italia-Kazakistan

    (Teleborsa) – “Sono molto soddisfatta da questa mia prima visita in Asia centrale dove siamo stati accolti magnificamente”, “è un fatto storico la celebrazione del primo vertice Italia-Asia centrale a livello dei leader” e il segnale dato dall’Italia “è stato accolto straordinariamente bene” : lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine del vertice Asia Centrale-Italia.”Con il Kazakistan abbiamo firmato intese per un valore che arriva quasi ai 5 miliardi di euro, con l’Uzbekistan abbiamo firmato molte intese che mobilitano un volume d’affari di circa 3 miliardi di euro. Sono molte le materie sulle quali lavoriamo insieme: dall’energia alla gestione delle acque, passando per le infrastrutture le materie ambientali, fino alla cultura, la mobilità, la migrazione legale. C’è davvero un ventaglio infinito di iniziative che stiamo portando avanti, che porteremo avanti insieme e che abbiamo preso l’impegno a promuovere ancora di più. Devo dire che sono molto soddisfatta e penso che questa sia una scelta strategica dell’Italia particolarmente rilevante. Io avevo detto che nel 2025 questa zona del mondo sarebbe stata una delle mie priorità e sono contenta di aver mantenuto quell’impegno”, ha aggiunto Meloni. “E’ un piacere incontrarla, lei era l’unico presidente di una Repubblica dell’Asia centrale che mi mancava di conoscere personalmente. So che è prevista una sua visita in Italia a ottobre in occasione della mostra archeologica sul Turkmenistan e quindi, se lei mi consente, approfitterei per invitarla ufficialmente a fare una visita a Roma e penso che potrebbe anche quella essere un’occasione di rafforzare ulteriormente i nostri rapporti bilaterali”, ha detto Meloni incontrando ad Astana il presidente del Turkmenistan Serdar Berdimuhamedow.”Se lei fosse d’accordo – ha proposto la premier – in occasione della sua visita, anche di organizzare a margine un business forum tra le nostre aziende e approfondire ancora di più quali possono essere gli elementi della nostra collaborazione”.”Credo che siano eccellenti le nostre relazioni ma penso anche che ci sia la possibilità di fare molto di più su diverse materie che vanno dall’energia, l’industria pesante, l’agroindustria, le infrastrutture, i trasporti, le materie prime critiche che è una materia sulla quale l’Italia sta cercando di concentrarsi ora molto di più”. Sono territori “legati storicamente alla Russia, ma sono in grado di offrire punti di vista autentici e ci aiutano ad avere un quadro più complessivo anche rispetto al processo di pace. Ho cercato di affrontare questa materia” per avere il loro punto di vista. “Hanno un approccio molto pragmatico” e “un osservatorio privilegiato”. ha detto a chi gli chiede se abbia affrontato il tema della guerra in Ucraina. LEGGI TUTTO

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    USA, fiducia consumatori Università del Michigan maggio rivista al rialzo a 52,2 punti

    (Teleborsa) – Rivisto al rialzo l’indice che misura la fiducia dei consumatori statunitensi, secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’Università del Michigan, che ha pubblicato la stima definitiva. Nel mese di maggio 2025, l’indice sul consumer sentiment si è attestato a 52,2 punti dai 50,8 della lettura preliminare e dai 52,2 del mese precedente. Rivista al rialzo anche la componente relativa alle aspettative, che si posiziona a 47,9 punti da 47,3 di febbraio e dai 46,5 della lettura preliminare, mentre quella sulla condizione attuale è stata ritoccata a 58,9 punti dal preliminare di 57,6 punti e dai 57,9 del mese precedente.(Foto: Saulo Mohana su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, PMI Chicago maggio peggiora inaspettatamente a 40,5 punti

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di maggio 2025, l’indice PMI Chicago si è attestato a 40,5 punti contro i 44,6 punti del mese precedente. Il dato risulta anche inferiore alle aspettative degli analisti, che erano per un livello a 45,1 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite dettaglio aprile sopra attese

    (Teleborsa) – Crescono più delle attese le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite ad aprile, su base mensile, sono salite dello 0,5% contro il -1,2% del mese precedente. Le vendite cresciute del 3,3% su base annuale, dopo il +3,1% di marzo e contro il +2,9% atteso dagli analisti.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +1,4% su anno e un -0,7% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento del 2% tendenziale ed un calo dello 0,1% su mese. LEGGI TUTTO

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    Caro-spesa, Unimpresa: “Da 2022 pane, latte e pasta aumentati fino a 70%”

    (Teleborsa) – Negli ultimi tre anni i prezzi dei beni alimentari essenziali per la dieta degli italiani – pane, latte e pasta – hanno registrato aumenti record, mettendo sotto pressione i bilanci delle famiglie. Dal 2022 al 2025 il pane è rincarato fino al 62%, il latte fino al 20% e la pasta ha toccato un +38% in un solo anno. Alla base della corsa dei prezzi ci sono la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la siccità nei Paesi esportatori di grano, l’impennata dei costi di produzione e la speculazione sui mercati delle materie prime. Nel 2024 e nel 2025 i prezzi si sono stabilizzati, ma senza tornare ai livelli pre-crisi: oggi un chilo di pane costa in media tra i 4,5 e i 5,5 euro. Nel 2024 e all’inizio del 2025, il latte crudo ha toccato i 65,3 euro per 100 chili, portando il prezzo al dettaglio a 2,10-2,30 euro al litro, circa il 15-20% in più rispetto al 2022. Il prezzo della pasta è arrivato a circa 1,7 euro al chilogrammo. È quanto segnala un report del Centro studi di Unimpresa.Nonostante una lieve stabilizzazione nel 2024-2025, – rileva Unimpresa – i livelli pre-crisi restano lontani. In calo i consumi e in crescita la spesa nei discount (+11,9%). Quasi 4,5 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a cure mediche per motivi economici. Un contesto che impone interventi urgenti: riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità, sostegno alla produzione locale, controlli sulla speculazione e fondi contro la povertà alimentare.”Il rincaro di beni essenziali come pane, latte e pasta non è solo una questione economica, ma un segnale preoccupante di disagio sociale che rischia di diventare strutturale. Milioni di italiani – soprattutto nei ceti medi e popolari – si trovano costretti a fare scelte drammatiche tra cibo, salute e istruzione. È una spirale pericolosa, che alimenta una nuova forma di povertà silenziosa, spesso invisibile nei numeri ufficiali ma ben presente nella vita quotidiana di tante famiglie. Di fronte a un pane che costa fino a oltre 5 euro al chilo, un litro di latte che sfiora i 2,30 euro e una pasta che ha superato abbondantemente l’euro e mezzo al chilo, parlare di stabilizzazione dei prezzi suona quasi offensivo per chi vive con stipendi bassi o pensioni minime. Questi aumenti colpiscono in modo sproporzionato chi ha meno, aggravando le disuguaglianze sociali. Per questo chiediamo al governo misure concrete: abbassare l’Iva sui beni alimentari, rafforzare i controlli contro le speculazioni e sostenere le fasce più fragili con fondi dedicati alla sicurezza alimentare – commenta il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi –. Il diritto al cibo non può essere subordinato alle dinamiche dei mercati finanziari. Se oggi anche un pacco di pasta diventa un lusso per troppe famiglie, vuol dire che qualcosa si è rotto nel nostro sistema economico e sociale. E a quel punto non possiamo più parlare solo di inflazione, ma di emergenza sociale”. LEGGI TUTTO