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    newcleo, Fincantieri e RINA collaborano allo studio di fattibilità per la propulsione navale nucleare

    (Teleborsa) – newcleo, azienda di tecnologie nucleari pulite e sicure impegnata nello sviluppo di reattori innovativi di IV generazione che utilizzano scorie nucleari esistenti come combustibile, annuncia di aver firmato un accordo con Fincantieri, una delle maggiori società di costruzione navale al mondo, e RINA, multinazionale di ispezione, certificazione, classificazione navale e consulenza ingegneristica. In base a questo accordo, le tre società uniscono le loro profonde competenze internazionali e la loro esperienza nell’innovazione per realizzare insieme uno studio di fattibilità per applicazioni nucleari nel settore navale, sfruttando la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo (SMR) di newcleo.L’impiego dell’innovativo reattore veloce raffreddato al piombo (LFR) di newcleo per la propulsione navale comporterebbe l’installazione di un mini-reattore chiuso sulle navi, che funzionerebbe alla stregua di una piccola batteria nucleare in grado di produrre una potenza elettrica di 30 MW. Ciò richiederebbe rifornimenti sporadici (solo una volta ogni 10-15 anni), una manutenzione molto limitata e una facile sostituzione del reattore a fine vita. L’utilizzo dell’energia nucleare pulita per alimentare le navi contribuirebbe a decarbonizzare rapidamente un settore alle prese con l’enorme consumo di combustibili fossili e le conseguenti emissioni di carbonio. L’industria navale, attraverso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), ha approvato la scorsa settimana al MEPC(80) i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, per azzerarle entro o intorno al 2050. Sebbene l’industria navale trasporti ancora il 90% delle merci del mondo e il quarto studio 2020 dell’IMO sui gas serra confermi che le sue emissioni di anidride carbonica sono meno del 3% delle emissioni totali di CO2 prodotte dall’uomo, le azioni dei grandi attori di questo settore hanno il potenziale di guidare i mercati e generare trend.Inoltre, l’utilizzo dell’energia nucleare sulle navi salvaguarda l’ecosistema marino in caso di incidente. Con il progetto di newcleo, il piombo liquido all’interno del reattore si solidificherebbe raffreddandosi a contatto con l’acqua fredda, racchiudendo il nucleo del reattore in un involucro solido e contenendo tutte le radiazioni grazie alle proprietà schermanti del piombo. Infine, i reattori per prolusione navale di newcleo eliminerebbero l’attuale necessità di rifornimenti frequenti e, al termine della loro vita, l’intera unità LFR verrebbe semplicemente rimossa e sostituita con una nuova, mentre l’unità esaurita verrebbe portata via per lo smantellamento e il riprocessamento.Stefano Buono, Presidente e CEO di newcleo, ha commentato: “Sono lieto di lanciare insieme a Fincantieri e Rina un progetto di propulsione navale nucleare civile con questo importante studio di fattibilità. Fincantieri e RINA sono due leader mondiali nel settore navale e la combinazione delle loro competenze con la nostra innovazione tecnologica può portare una soluzione concreta al problema delle emissioni di carbonio nel trasporto marittimo. Fin dalla nostra nascita, l’ambizione di newcleo è stata quella di contribuire ad accelerare la decarbonizzazione e di fornire energia pulita, sostenibile e conveniente per soddisfare le esigenze delle comunità e delle imprese. Guardo con fiducia ai risultati dello studio di fattibilità e alle prossime tappe del progetto”.Pierroberto Folgiero, CEO e Direttore Generale di Fincantieri, ha commentato: “Oggi Fincantieri ribadisce la sua vocazione ad essere pioniere e catalizzatore del progresso nel settore marittimo con tecnologie all’avanguardia, efficienti e sostenibili. L’accordo ci permette infatti di esplorare la possibilità di aggiungere una nuova e visionaria soluzione tra quelle a nostra disposizione per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione che l’industria si è posta. L’energia nucleare ha un enorme potenziale e, come tale, ha bisogno delle migliori competenze per essere espressa, e siamo orgogliosi di unirci a partner come newcleo e Rina per contribuire a questo obiettivo”.Ugo Salerno, Presidente e CEO di RINA, ha commentato: “Il miglioramento dell’efficienza del carburante e della progettazione delle navi sta già dando buoni risultati nel ridurre l’impatto dell’industria navale sull’ambiente. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi fissati per questo settore, abbiamo bisogno di combustibili alternativi con un basso contenuto di carbonio dall’estrazione allo smaltimento. L’energia nucleare sarà una delle risposte a questi obiettivi. Inoltre, i reattori nucleari modulari di piccole dimensioni saranno la soluzione più efficiente per applicare l’energia nucleare alla propulsione navale civile. Siamo orgogliosi di collaborare con newcleo e Fincantieri per rendere fattibile, il prima possibile, l’implementazione di reattori nucleari modulari di piccole dimensioni sulle navi”. LEGGI TUTTO

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    Gruppo Montepaschi: 100 anni di storia Magazzini Generali Fiduciari di Mantova

    (Teleborsa) – Un secolo di storia, di eccellenza e tradizione per i Magazzini Generali Fiduciari di Mantova che, nati il 25 luglio 1923, compiono oggi 100 anni. Una ricorrenza importante per la società del Gruppo Montepaschi che è specializzata nei servizi di stagionatura e stoccaggio di formaggio a pasta dura, principalmente Parmigiano Reggiano e, in minor misura, Grana Padano. Su richiesta dei proprietari del formaggio depositato, la Società è autorizzata a rilasciare titoli rappresentativi delle merci – fedi di deposito e note di pegno – che permettono un accesso più veloce ad operazioni bancarie di anticipazione e finanziamento. “L’attività dei Magazzini Generali Fiduciari di Mantova – si legge in una nota del Gruppo Monteepaschi – arricchisce la gamma di servizi offerti a supporto dell’agroalimentare, settore di punta nella strategia di sviluppo del Gruppo Montepaschi, e conferma l’attenzione al comparto primario e a tutta la DOP Economy italiana, eccellenza del Made in Italy e del sistema economico del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Bain & Company Italia, nel 2023 consumi fuori casa in aumento nonostante incertezza rincari

    (Teleborsa) – Il settore HoReCa è solido, avendo chiuso il 2022 in crescita rispetto all’anno precedente, seppur ancora indietro del 4% rispetto al 2019. Se il 2022 si è rivelato un anno di stabilizzazione per il settore della Ristorazione – con alcuni trend strutturali (come lo smart-working e i servizi di delivery) legati alla pandemia che rimarranno, seppur ridimensionati e normalizzati –, il rallentamento della crescita economica nel 2023 non sembra condizionare significativamente il settore fuori casa, il cui giro d’affari è atteso in (lieve) aumento quest’anno. È quanto emerge dall’approfondimento di Bain & Company Italia sui trend che stanno caratterizzando il settore Horeca e sul punto di vista e le prospettive degli operatori della filiera, realizzato in occasione del Rapporto Annuale Ristorazione curato da FIPE-Confcommercio, presentato lo scorso 4 aprile a Roma. “I consumatori – spiega Sergio Iardella, senior partner di Bain & Company – preferiscono risparmiare su altri beni e servizi anziché rinunciare a socialità e convivialità. Tuttavia, nonostante le prospettive positive per il canale fuori casa, ci aspettiamo che l’inflazione che sta caratterizzando la prima metà del 2023, ci accompagni anche per il resto dell’anno, generando potenzialmente alcune conseguenze: aumento dei prezzi al consumo, ampliamento del divario tra segmenti premium e value, potenziale contrazione della spesa nel fuori casa qualora la riduzione della capacità di spesa dei consumatori comprima ulteriormente le spese discrezionali. In questo contesto, è fondamentale che i protagonisti della ristorazione adottino strategie mirate a mitigarne l’impatto”. Infatti, secondo più dell’80% degli operatori HoReCa intervistati, sia l’industria dei beni di largo consumo che gli esercenti sembrano aver sofferto sensibilmente l’aumento dei costi che hanno potuto solo parzialmente mitigare trasferendolo ai consumatori finali tramite un incremento dei prezzi. “Guardando al resto dell’anno, gli operatori dell’industria – sottolinea Aaron Gennara Zatelli, partner di Bain & Company – non prevedono ad oggi una contrazione dei consumi significativa nel canale a fronte della pressione inflattiva. Lo scenario del 2023 rimane cautamente positivo, con la maggioranza degli intervistati che prospetta – per l’anno in corso – una crescita del segmento nell’ordine del +5-10% rispetto al 2022”.La tenuta del settore nel 2023 sarà guidata da diversi fattori: innanzitutto, la stabilità della domanda dei consumatori italiani. Poi, la premiumizzazione sostenuta dalla maggiore attenzione da parte dei consumatori verso la qualità degli ingredienti, la ricerca di unicità e la sostenibilità dei prodotti offerti. Inoltre, contribuiscono alle previsioni positive la ripresa del turismo internazionale e la tenuta dei sotto-canali con offerte più accessibili e dei canali premium. La ripresa del turismo – Dopo il crollo registrato nel 2020, l’Italia ha visto una graduale ripresa del turismo, soprattutto in ingresso ed a fine 2022, con presenze sempre più vicine ai livelli pre-Covid (-10% vs 2019), e con ottime prospettive per il 2023, dato l’allentamento dei lockdown in Cina. Tuttavia, per effetto dell’inflazione, oltre il 60% degli italiani ha dichiarato nella seconda metà del 2022 di voler programmare le vacanze preferendo il contesto nazionale. L’aumento del turismo nel nostro Paese determina effetti positivi sul fuoricasa: il ritorno del turismo internazionale, infatti, sta portando una spinta ai volumi. Inoltre, l’elevata presenza di turisti stranieri ha fatto aumentare la spesa per consumi HoReCa, con un maggiore interesse verso le esperienze premium del settore. Il lavoro da remoto cambia i consumi – Durante la pandemia, l’improvviso balzo in avanti dello smart-working ha stravolto profondamente il modo di lavorare, incidendo negativamente sull’intero settore della ristorazione funzionale, specializzato nelle colazioni e nei pasti lavorativi. Il new-normal del 2022 ha portato la normalizzazione di un modello ibrido, per cui il lavoro da remoto rimane strutturalmente per 2-3 giorni alla settimana, contribuendo a cambiare le abitudini alimentari dei consumatori europei. Se, da un lato, abbiamo visto una riduzione della spesa per colazioni e pranzi consumati fuori casa, dall’altro abbiamo notato una forte inclinazione verso uscite serali per aperitivi e cene, in una prospettiva di consumo esperienziale, sociale e di gratificazione personale. Inoltre, durante il weekend, si registra un incremento di pasti consumati fuori casa e takeaways. Ancora più interessante è l’evoluzione della tendenza di consumare bevande alcoliche in club, bar o ristoranti che, tra il 2021 e il 2022, ha visto un aumento notevole, passando da un 15% a un 25%, con picchi del 40% in Spagna e in Italia. Sostenibilità, fattore imprescindibile per rimanere nell’arena – La sostenibilità è ormai un fattore abilitante per competere nell’arena dei prodotti di largo consumo. Il fenomeno della maggiore attenzione dei consumatori alla sostenibilità è in parte dovuto a una nuova responsabilità sociale aziendale, ma è anche una conseguenza della sensibilizzazione verso il tema da parte di un numero crescente di consumatori. La crescente attenzione dei consumatori verso le tematiche di sostenibilità ha spinto l’industria ad adottare pratiche più sostenibili nei processi produttivi e nei prodotti stessi. Gli esercenti considerano quindi la sostenibilità nella loro offerta, utilizzando ingredienti a basso impatto ambientale o adottando pratiche socialmente responsabili. Tuttavia, si evidenzia ancora una discrepanza tra le intenzioni d’acquisto dei consumatori (prodotti sostenibili) e ciò che viene effettivamente comprato (prodotti meno sostenibili a prezzi più convenienti).Delivery e consegne a domicilio, l’era della normalizzazione – Il severo lock-down pandemico ha dato una fortissima accelerazione allo sviluppo di modelli di “Food e Grocery Delivery”: negli ultimi 3 anni si è verificato un notevole sviluppo di piattaforme con servizi di consegna a domicilio, con una crescita a valore significativa di 2-3x volte da 1,5B€ a 4,0B€ tra il 2019 e il 2021. Con la ripresa delle abitudini di consumo fuori casa – in Italia, come nel resto d’Europa – questo fenomeno sta rallentando. Tuttavia, nonostante questa normalizzazione, nel 2022, quasi 4 consumatori italiani su 10 hanno usufruito dei servizi di consegna a domicilio. Per quanto riguarda il segmento specifico del food delivery, il mercato italiano è presidiato da 4 grandi player che presidiano circa il 95% del mercato totale: le barriere all’ingresso per eventuali nuovi player sono quindi considerevoli.”Consolidamento e digitalizzazione sono altri temi da anni fortemente ricorrenti nel settore, ma che sinora non hanno ancora trovato realizzazione né prevediamo possano trovarla – spiega Gennara – nel breve periodo secondo la maggior parte degli operatori intervistati. Per quanto riguarda il primo tema, nonostante le complessità del contesto macro-economico finora non abbiamo osservato, nel settore, un tasso di chiusure particolarmente elevato né tra i punti vendita né tra i distributori del canale Horeca. La filiera si è dimostrata resiliente, grazie alla caratteristica dei family business che la contraddistingue. Gli esperti concordano che nel lungo periodo vi sarà la tendenza all’aumento di piccole (qualche decina di punti vendita) e grandi catene, ma nel breve periodo non si prevedono cambiamenti sostanziali, poiché gli esercizi indipendenti rimangono saldamente parte integrante del tessuto del fuori casa, risultando particolarmente elastici nell’adattamento”.”Per far fronte all’attesa turbolenza nel settore del fuori casa e affrontare il potenziale riassetto competitivo che interesserà questo mondo, i principali attori dell’industria – conclude Iardella – devono lavorare su tre aree fondamentali: offrire un’esperienza di consumo ben definita, adottare una gestione più consapevole del conto economico del locale e accogliere la sostenibilità come pre-requisito per competere”. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, nel 2023-2024 spesa sale al 16,2% del PIL

    (Teleborsa) – La spesa per le pensioni nel biennio 2023-2024 crescerà significativamente portandosi al 16,2% del PIL contro il 15,6% del 2022. Un livello più alto è stato raggiunto nel 2020 (16,9%) per la caduta del PIL dovuta al Covid e, in misura minore, per Quota 100. Il picco successivo sarà toccato nel 2042 al 17%. Queste le stime contenute nel rapporto della Ragioneria generale dello Stato “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario”. “Le previsioni – si legge nel rapporto – scontano, inter alia, gli effetti della elevata indicizzazione delle prestazioni imputabili al notevole incremento dell’inflazione in 2022 e 2023”. La crisi economica del triennio 2008-2010 e dagli effetti negativi propagatisi nel quadriennio 2012-2015 hanno determinato una doppia recessione che ha portato la spesa pensionistica nel 2013-2014 al 15,8% del PIL. Successivamente, a partire dal 2015, in presenza di una leggera crescita economica, si è scesi nel 2016 al 15,4%. Tale tendenza, che sconta anche l’aumento dei requisiti di pensionamento, – spiega la Ragioneria – prosegue fino a raggiungere un minimo relativo del 15,2% nel biennio 2017-2018. A partire dal 2019 e fino al 2022, il rapporto tra spesa pensionistica torna ad aumentare con un picco, pari al 16,9% del PIL proprio nel 2020 per poi ripiegare su un livello pari al 15,6% nel 2022, valore che è 0,4 punti percentuali di PIL superiore al dato del 2018. L’aumento è dovuto alla forte contrazione dell’economia dovuta all’impatto della pandemia e condizionato anche dall’esplicarsi di Quota 100 – destinata a coloro che tra 2019 e 2021 maturano i requisiti per pensionarsi con almeno 38 anni di contributi e 62 anni di età – e della riduzione dei requisiti di accesso al pensionamento anticipato indipendentemente dall’età anagrafica per il mancato adeguamento nel 2019 di tali requisiti all’incremento della speranza di vita. “In misura decisamente inferiore” – sottolinea il rapporto – la spesa risente anche degli effetti previsti dalle norme contenute nelle Leggi di Bilancio 2022 e 2023 che consentono, rispettivamente, di accedere al pensionamento con una età minima di 62 anni ed una anzianità contributiva minima di 38 anni (Quota 102) per chi matura tali requisiti nel 2022 e con una età minima di 62 anni ed una anzianità contributiva minima di 41 anni (Quota 103) per chi matura tali requisiti nel 2023. In conseguenza di tali misure, si assiste negli anni 2019-2022 a una più rapida uscita dal mercato del lavoro e all’aumento del numero di pensioni in rapporto al numero di occupati. Le previsioni indicano poi nel biennio 2023-2024 una crescita al 16,2% del PIL per l’indicizzazione legata all’impennata dell’inflazione. Negli anni successivi, il rapporto tenderà invece a stabilizzarsi fino al 2029, per l’esaurirsi degli effetti di Quota 100, Quota 102 e Quota 103 e per l’ipotizzato parziale recupero dei livelli occupazionali. Si assisterà inoltre alla prosecuzione graduale del processo di innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento e alla contestuale applicazione del sistema di calcolo contributivo. Dopo il 2029, però, il rapporto spesa-PIL aumenterà di nuovo velocemente fino al 17% nel 2042: salirà infatti il rapporto fra numero di pensioni e numero di occupati indotto dalla transizione demografica. Nella seconda parte dell’orizzonte di previsione, il rapporto tra spesa pensionistica e PIL inizierà una rapida discesa, attestandosi al 16,1% nel 2050 e al 14,1% nel 2070 grazie all’applicazione generalizzata del calcolo contributivo e alla stabilizzazione, e successiva inversione di tendenza, del rapporto fra numero di pensioni e numero di occupati. Tale andamento si spiega, da un lato, con la progressiva uscita delle generazioni del baby boom e, dall’altro, con l’entrata a pieno regime del sistema contributivo e con l’operare dei meccanismi di stabilizzazione previsti dal sistema pensionistico italiano. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, sul tavolo del Ministero protocollo sui rischi del caldo

    (Teleborsa) – Mentre, alla vigilia dell’incontro sul problema del caldo estivo prosegue il pressing dei sindacati sul governo, in vista del confronto previsto per domani, sul tavolo del ministero del Lavoro c’è la bozza di un ”Protocollo condiviso per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro”. In 11 pagine il documento affronta i punti che vanno dalla valutazione dei rischi e dei fattori di rischio, legati all’età, alla presenza di patologie croniche e alle mansioni, alla sorveglianza sanitaria e alla riorganizzazione dei turni. Il protocollo prevede che i datori di lavoro intervengano per “eliminare o ridurre l’esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature o percepite tali” pianificando pause o attività in giorni o orari più freschi. ” I datori di lavoro – si legge nella bozza – adottano il protocollo per l’adeguamento degli attuali modelli organizzativi alle esigenze di contenimento dei rischi derivanti dall’esposizione ad alte temperature, nell’ottica di una piena tutela delle condizioni psicofisiche dei lavoratori, nonché per aumentare il livello di consapevolezza, responsabilità riguardo ai rischi delle alte temperature o percepite tali e di compliance normativa”. Questo – si legge nella bozza – ”unitamente alle possibilità di ricorrere al lavoro agile o da remoto, e agli ammortizzatori sociali previsti dal decreto legislativo 81”. La revisione dei piani di lavoro prevede: la riprogrammazione in giorni con condizioni meteo-climatiche più favorevoli le attività non prioritarie e da svolgersi all’aperto; la pianificazione delle attività che richiedono un maggior sforzo fisico durante i momenti più freschi della giornata; l’alternanza dei turni in modo da minimizzare l’esposizione individuale al caldo o al sole diretto; l’interruzione del lavoro in casi estremi quando il rischio è molto alto; variazione di inizio lavori”. Necessario, inoltre, evitare che i lavoratori svolgano la propria attività da soli, in modo da assicurare, in caso di necessità, “l’attivazione immediata del soccorso”. Quanto alle pause, deve essere tra l’altro assicurata la disponibilità di “aree completamente ombreggiate o climatizzate”. Nell’ambito della sorveglianza sanitaria – si legge ancora nella bozza – il medico competente aziendale, “valutando lo stato di salute dei lavoratori, può fornire indicazioni indispensabili per prevenire il rischio da colpo di calore in relazione alle caratteristiche individuali. La presenza di alcune malattie come le cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità – viene infatti sottolineato – possono ridurre anche drasticamente la resistenza dell’individuo all’esposizione a calore che contribuisce all’aumento del rischio di aggravamento della malattia di cui si soffre”. Di conseguenza i lavoratori con specifiche indicazioni nel giudizio di idoneità “dovranno essere impiegati in attività più leggere e con maggiori pause”. Tra i fattori individuali che aumentano il rischio di effetti negativi sulla salute sono indicati oltre l’età (over 65 anni) e la presenza di patologie croniche, l’assunzione di alcuni farmaci e la gravidanza. L’obiettivo del governo è fornire ”indicazioni operative” per gestire i rischi determinati da attività in condizioni climatiche non ”adeguate” in una ”logica preventiva e non solo in occasione dell’evento”. Nel protocollo sono inclusi anche i lavoratori ‘indoor’, per i quali non è possibile coniugare la produzione con un sistema di aerazione condizionato, dal cantiere alla macellazione delle carni, dalla panificazione industriale agli altoforni. Un capitolo specifico viene dedicato anche all’informazione e alla formazione: l’azienda “forma e informa tutti i lavoratori sui rischi correlati al caldo, sulle misure di prevenzione, sulle procedure da seguire e sui comportamenti adeguati da tenere”. L’informazione deve comprendere raccomandazioni relative agli abiti preferibilmente da indossare e sull’idratazione. Il datore di lavoro, viene inoltre indicato, “deve consegnare indumenti da lavoro e Dpi (quando previsti) adeguati alle alte temperature”. Previsti anche vigilanza e controlli e monitoraggio preventivo delle condizioni meteo.”Vorrei ricordare che fra una settimana probabilmente il caldo è finito. Nel Nord Italia le temperature si sono già abbassate. Se aspettiamo settembre per dei protocolli probabilmente dovremmo parlare del freddo”, ha ironizzato il segretario generale della della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Ma ovviamente siamo disponibili a discutere – ha aggiunto – sempre sapendo che l’interesse prioritario per noi è la tutela della vita di lavoratori e lavoratrici. “C’è già – ha ricordato – una norma che prevede che a 35 gradi le aziende possano fare una richiesta di cassa integrazione. Il tema che hanno riscontrato i presidenti di Calabria e Puglia, è che quando si arriva quella temperatura chi blocca i lavori? Forse è importante dare un indirizzo omogeneo”.”Siamo già in ritardo, perché il caldo oggi c’è, è passata un’altra giornata e non vorremmo che succedesse come già successo, di gente che sta male o addirittura muore. Per noi – ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini – era necessario intervenire con provvedimenti immediati su cui non c’era nemmeno bisogno di discutere: estendere la cassa integrazione a tutti i settori di attività e fissare linee molto precise su quale sia il livello oltre al quale bisogna intervenire perché non ci sono le condizioni per poter lavorare. Si sta perdendo tempo. Noi ci auguriamo che domani delle decisioni si prendano, perché si sta intervenendo tardi”. Commentando il protocollo allo studio del Ministero Landini ai microfoni di Sky si mostra scettico. “Non vorrei che fosse un Protocollo talmente generico da non affrontare i temi. Spero non si tratti di un semplice richiamo a vedere come affrontare i temi. Siamo già in ritardo, serve un intervento che metta immediatamente a disposizione gli strumenti di intervento. Per tutti, dai lavoratori a termine agli stagionali e in ogni dimensione di impresa” ha detto il leader Cgil.Il leader della Cisl, Luigi Sbarra chiede di “definire il protocollo d’intesa tra governo e parti sociali nella prospettiva di rafforzare quanto più possibile lo strumento della cassa integrazione, per alcuni settori in modo particolare: l’edilizia, l’agricoltura. E c’è – sottolinea Sbarra – il tema dei Ryder. E poi pensiamo che bisogna cercare delle forme di sollecitazione al sistema delle imprese per i dispositivi di protezione individuale e per una organizzazione del lavoro che affronti questo tema delle ondate di calore. Significa far ruotare le persone, impegnare il lavoro agile dove è possibile ipotizzarlo e investire subito e maggiormente sulla sorveglianza sanitaria. Consegnare il vestiario e attrezzature anti calore. E dove è possibile spostare le prestazioni lavorative dalle fasce orarie dove si avverte maggiore caldo. Ho apprezzato le Regioni che hanno adottato ordinanze ad hoc bloccando l’attività lavorativa nella fascia oraria che va dalle 12 alle 16”. LEGGI TUTTO

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    Si torna a volare tra Italia e Libia dopo 10 anni

    (Teleborsa) – Con il volo ITA Airways da Roma a Tripoli, da oggi l’Italia e la Libia tornano ad avere un collegamento aereo commerciale diretto dopo 10 anni. È il risultato dell’accordo raggiunto dopo l’incontro svoltosi il 9 luglio scorso tra il presidente dell’ENAC, Pierluigi Di Palma, e il Ministro per le Comunicazioni e gli Affari Politici Walid Al Lafi, insieme al Presidente della Libyan Civil Aviation Authority (LyCAA). A bordo del primo volo, il Primo Ministro libico Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh, presente ieri al Ministero degli Esteri alla Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni, che ha visto la partecipazione di Capi di Stato e di Governo e Ministri degli Esteri della Regione del Mediterraneo allargato, i vertici dell’Unione Europea e delle principali Istituzioni finanziarie internazionali.Il Primo Ministro libico è stato accompagnato, nel suo viaggio di ritorno, da una rappresentanza del sistema del trasporto italiano, guidata dal Presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma, dal Direttore Generale Alessio Quaranta e da Fabio Nicolai, Direttore Centrale Operatività e Standard Tecnici. La delegazione era composta inoltre dal Presidente di Aeroporti di Roma Vincenzo Nunziata; dalla Presidente di Enav Alessandra Bruni; Alberico Parente, Responsabile del Marketing di ENAV; Francesco Presicce Accountable Manager di ITA Airways; il Presidente di Aeneas, consorzio di aziende italiane impegnate nella ricostruzione dell’aeroporto di Tripoli, Elio Franci e il Console in Libia Eleonora Bonvini.Dal prossimo autunno anche Medsky, compagnia aerea libica, inizierà ad operare verso l’Italia, rafforzando le connessioni con il nostro paese.Grande soddisfazione è stata espressa dai vertici del vettore aereo: “ITA Airways supporta con orgoglio il Sistema Paese italiano nella storica riapertura dei collegamenti aerei tra Italia e Libia operando questo primo volo commerciale e sta valutando di prevedere un operativo strutturale tra i due Paesi sin dalla prossima stagione invernale”.”Siamo davvero orgogliosi di constatare come, una volta di più, l’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma Fiumicino rappresenti uno snodo essenziale per tratte internazionali cruciali per la connettività del nostro Paese nello scenario del Mediterraneo”, dichiara il Presidente di ADR, Vincenzo Nunziata.”Siamo molto soddisfatti di aver contribuito alla riapertura di questa tratta che riassicurerà, dopo molto tempo, il collegamento diretto con la Libia. ENAV ha già partecipato all’ammodernano delle infrastrutture del traffico aereo sia su Tripoli Internazionale che Tripoli Mitiga”, commenta Alessandra Bruni, Presidente di ENAV. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “Contratto firmato per contrastare l’invasione legislativa delle norme”

    (Teleborsa) – “Abbiamo firmato il contratto per riportare il ruolo del sindacato al centro rispetto all’invasione legislativa di alcune norme, che dovevano essere regolate per contratto, ed abbiamo anche migliorato il contratto siglato dagli altri sindacati in precedenza, nel 2016-2018, dando risorse maggiori rispetto all’inflazione e delle risorse in più rispetto a tutto il pubblico impiego”. È quanto ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel rimarcare i motivi del sì della sua organizzazione sindacale al Ccnl 2019/2021 e a commento del successo riscontrato per il ritorno della scuola estiva dell’Anief con intense giornate di studio: una quattro giorni – svolta a Palermo presso la Sala Rossa di Palazzo Reale di Palermo dove ha sede l’assemblea regionale – incentrata sulle novità del mondo della scuola, alla presenza di ministri, anche quello dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, politici, sindacalisti, magistrati ed esperti di diritto.Il leader dell’Anief ha ricordato che sempre nel capoluogo siciliano, dove ha “sede il sindacato, nasce la necessità di portare avanti un progetto ben chiaro, che è quello di avere un dialogo costante con il Parlamento e con le istituzioni europee. A Palermo Federico II – ha detto Pacifico – parlava di legge e giustizia e noi di nuovo cerchiamo, attraverso lo studio, di migliorare la condizione di tutti i lavoratori della scuola, per poi rendere un servizio migliore ai cittadini ed a tutto il Paese”. Pacifico, ha ricordato che la politica del sindacato è sempre stata incentrata sulla lotta la precarietà ed ha prodotto tanti risultati: dal contenzioso partito dalla Corte di giustizia europea alla procedura d’Infrazione aperta nove anni fa in Europa, senza dimenticare le svariate denunce al Comitato dei diritti europei sociali e la raccomandazione del Comitati dei ministri del Consiglio d’Europa, che obbliga il nostro Paese a legiferare sul precariato scolastico. Sulla ricostruzione di carriera e sulla carta del docente sono arrivate del Parlamento delle risposte concrete, ma “c’è ancora molto da fare” in materia di stabilizzazioni del personale e sull’indennizzo da dare ai supplenti. “Nel contratto – ha ricordato Pacifico – siamo riusciti, la scorsa settimana, a far passere il principio dei tre giorni di permesso anche ai precari. Ma servono altre risorse per garantire la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo. Ai fini della ricostruzione della carriera, bisogna riconoscere il servizio svolto in tutto il servizio nazionale d’Istruzione, quindi anche nelle scuole paritarie. Come bisogna lavorare sugli organici: vi sono tanti posti vacanti e disponibili che non vengono considerati per le immissioni in ruolo, pur senza titolare. C’è infine da estendere l’accesso della Carta docente anche a chi ha supplenza fino al 30 giugno e al personale Ata e educativo, per il quale già abbiamo vinto i ricorsi”.LE GIORNATE DI STUDIO ANIEF – La IX edizione della scuola estiva ha preso il via mercoledì 19 luglio, a Terrasini, con la conferenza della segreteria nazionale dell’Anief e con il 76° Consiglio Nazionale. “In questa prima giornata abbiamo parlato degli effetti del contratto sui diritti dei lavoratori. In particolar modo rispetto alle leggi che sono state approvate negli ultimi due anni” ha spiegato Pacifico facendo cenno in primis al diritto ad una formazione retribuita e poi alla determinazione dei compensi e dei criteri per i salari accessori dei tutor e degli orientatori ed all’importante tema della mobilità. Giovedì 20 luglio si è tenuta la Conferenza della struttura territoriale Anief. Pacifico ha spiegato a centinaia di delegati del sindacato riuniti a Terrasini gli estremi del contratto, che ha riconosciuto gli aumenti retributivi per il periodo 2019-2021, attuato una distribuzione delle risorse equitativa e riconosciuto aumenti retributivi anche per il personale ATA e Dsga. “Il contratto poteva essere certamente migliore se più ampie fossero state e risorse”, ha rimarcato il sindacalista che sta ora premendo per sbloccare l’indennità di vacanza contrattuale e per ottenere i previsti aumenti mensili pari al 50% dell’inflazione, equivalenti ad aumenti immediati in busta paga di 150 euro. Venerdì 21 luglio si è tenuta una giornata di studio con ministri, politici di maggioranza ed opposizione, giudici e giuristi, organizzata dal giovane sindacato per parlare del PNRR e di precariato, nelle novità introdotte tra legislazione italiana ed europea. Una giornata che ha voluto ricordare i tanti successi dell’Anief, giovanissimo sindacato della scuola nato nel 2008 e passato dai 48mila iscritti del 2019 agli oltre 54mila di oggi. “Dopo 15 anni siamo diventati uno dei sindacati maggiormente rappresentativi del comparto Istruzione e Ricerca – ha sottolineato Pacifico –. Siamo attivi ormai non solo per il personale scolastico, docente, ATA ed educativo, ma anche per il personale dell’università, degli enti di ricerca e dell’Afam”. LEGGI TUTTO

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    Sicurezza stradale: protocollo d’intesa tra Polizia di Stato, Luiss Guido Carli, Assosharing e ACI

    (Teleborsa) – Sviluppare iniziative di sensibilizzazione dedicate alla diffusione della cultura della guida sicura. Con questo obiettivo la Polizia di Stato, l’Università Luiss Guido Carli, Assosharing e ACI – Automobile Club d’Italia hanno firmato, oggi, presso il Campus Luiss di Viale Pola, un Protocollo d’Intesa. A prendere parte alla cerimonia sono stati il capo della Polizia – direttore generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Pisani, il direttore generale dell’Università Luiss Guido Carli Giovanni Lo Storto, il presidente di ACI Angelo Sticchi Damiani e il presidente di Assosharing Matteo Tanzilli. Il Protocollo prevede l’organizzazione di interventi di sensibilizzazione dedicati a tutta la comunità Luiss: studenti, docenti, staff e collaboratori. Saranno poi realizzati percorsi formativi ed informativi sui temi della sicurezza stradale destinati agli studenti.Le prime attività previste dal protocollo vedranno, durante la Freshers’ Week, che si terrà dal 4 all’8 settembre 2023, le studentesse e gli studenti dell’Ateneo e delle scuole superiori che frequentano l’ultima settimana della Luiss Summer School, cimentarsi in azioni pratiche e lezioni interattive sui temi della sicurezza stradale.A partire dal prossimo anno accademico la Polizia Stradale realizzerà interventi formativi, tenuti da personale qualificato, dedicati alla prevenzione dell’incidentalità stradale, anche attraverso l’utilizzo del Pullman Azzurro della Polizia di Stato, l’aula multimediale itinerante a bordo della quale sarà possibile utilizzare simulatori, visori ed equipaggiamenti speciali che riprodurranno l’effetto della guida in stato di ebbrezza per sensibilizzare i conducenti sui rischi derivanti dall’adozione di comportamenti scorretti alla guida.Le attività proposte da ACI, invece, si focalizzeranno sulla costruzione, promozione e diffusione della cultura della mobilità responsabile e sostenibile, mentre le aziende associate ad Assosharing saranno coinvolte in test-drive e dimostrazioni teoriche e pratiche per sviluppare un approccio di guida sicura, anche al volante di vetture condivise. LEGGI TUTTO