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    Oro vola con i dazi di Trump, nuovo record

    (Teleborsa) – La scure dei dazi di Donald Trump non risparmia neppure i lingotti d’oro, creando confusione su un mercato che pensava di essere stato esentato dalla stretta dell’amministrazione statunitense. La reazione immediata è stata la volata delle quotazioni del metallo prezioso a New York, schizzate al nuovo record i 3.543 dollari l’oncia.L’oro è di solito esente dai dazi, visto l’importante ruolo che occupa nel sistema finanziario globale. La Casa Bianca, poi, aveva detto in aprile che sarebbe stato risparmiato dalla scure delle tariffe. Da qui la sorpresa degli operatori e soprattutto della Svizzera, il maggiore esportatore al mondo del metallo prezioso. Per Berna i dazi sull’oro sono una doccia fredda che va ad aggiungersi all’imposizione da parte della Casa Bianca di dazi al 39% sui prodotti svizzeri. Decisione che ha gettato nel caos la politica del Paese. Per cercare di risolvere l’impasse con Washington la Svizzera sta valutando tutte le opzioni a sua disposizione, incluso chiedere aiuto a Gianni Infantino, il presidente della Fifa originario della città elvetica di Briga che vanta da anni un rapporto personale con il tycoon.La decisione di Trump di colpire anche l’oro rischia di avere ampie conseguenze sul flusso di lingotti nel mondo.”I dazi stanno avendo un impatto molto positivo sui mercati azionari, con nuovi record quasi ogni giorno. Oltre a portare centinaia di miliardi di dollari nelle casse” americane, ribadisce un trionfante Trump da giorni. In media le tariffe statunitensi si attestano – secondo i calcoli dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e del Fondo Monetario Internazionale – al 20,1%, ai massimi dagli anni 1910 fatta eccezione per qualche settimana durante il 2025. LEGGI TUTTO

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    Welfare, da Calderone riparto fondo disabili gravi senza sostegno famiglie

    (Teleborsa) – Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, ha firmato il decreto per il riparto, relativo all’annualità 2024, delle risorse del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare della cosiddetta legge “Dopo di noi”. Il provvedimento ha ricevuto il preventivo nulla osta delministro per le Disabilità (co-proponente) e degli altri ministri concertanti (Economia e finanze e Salute), cui è stato ora trasmesso per il proseguo dell’iter di adozione.Il provvedimento dispone la ripartizione tra le Regioni di 72.295.000,00 euro per il 2024 del Fondo per l’assistenza alle persone anziane prive del sostegno familiare e tiene conto della raccomandazione della Corte dei Conti di rivedere i criteri di riparto e delle successive indicazioni del Tavolo tecnico appositamente istituito.I nuovi criteri, in via sperimentale per gli anni 2024, 2025 e 2026, sono introdotti in modo graduale e progressivo e assegnano l’80% delle risorse disponibili sulla base dei criteri già individuati dal decreto interministeriale 23 novembre 2016 e il restante 20% in base alla quota di persone tra i 18 e i 64 anni con disabilità grave che vivono in famiglia come figli, da sole o che sono istituzionalizzate, stimate sui dati più aggiornati di Istat e Inps. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Ag.Entrate: pronte istruzioni per riordino redditi agrari

    (Teleborsa) – Ampliamento delle attività produttive di reddito agrario e vantaggi fiscali per le attività agricole che adottano modalità e tecniche virtuose sotto il profilo della tutela dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici: sono alcune delle novità di una circolare con cui l’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni operative agli uffici in materia di riordino del regime di tassazione dei redditi dei terreni.I benefici fiscali per attività agricole tecnologiche e green, spiega l’Agenzia, riguardano quelle attività che, pur non essendo direttamente svolte mediante lo sfruttamento del terreno, hanno a oggetto la cura di un ciclo biologico o di una fase necessaria dello stesso, mediante le più moderne tecniche di coltivazione, realizzate in immobili accatastati, e delle attività che danno luogo alla cessione di beni, anche immateriali, derivanti dalle attività agricole, che concorrono alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici.I redditi prodotti da tali attività, prima esclusi, ora saranno trattati come redditi agrari. LEGGI TUTTO

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    Unioncamere-InfoCamere: “In aumento gli imprenditori over 70 alla guida delle micro-imprese italiane”

    (Teleborsa) – Invecchiano le piccole imprese italiane seguendo il trend della popolazione del Belpaese. A giugno 2025 i titolari d’impresa con almeno 70 anni erano 314.824, pari al 10,7% del totale: erano 290.328 nel 2015 (8,9%). Un aumento di 24.496 unità in un decennio in cui invece l’intero universo delle imprese individuali si è ridotto di oltre 300mila unità. È quanto emerge da uno studio di Unioncamere-InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di commercio.Il fenomeno è particolarmente accentuato nel Sud: Basilicata (15%), Abruzzo (14%), Sicilia, (13,3%), Puglia (13,2%) sono tra le regioni con la maggiore incidenza di over 70. Da segnalare anche la coppia Umbria-Marche, in cui la quota dei titolari over 70 supera il muro del 14%. In alcune province si toccano punte record: Grosseto (18,7%), Trapani e Chieti (17,6%), Taranto (15,9%), Enna (15,6%). Molto contenuta, invece, la presenza di titolari ultrasettantenni nelle grandi città: Milano (6,4% sul totale), Torino (6,5%), Napoli (8,3%).Nel decennio 2015–2025, il numero di titolari d’impresa over 70 è aumentato in oltre due terzi delle province italiane, ma con dinamiche molto diverse. In valore assoluto, le province che registrano gli incrementi più consistenti di imprenditori over 70 sono: Palermo (+1.840) Torino (+1.794) Milano (+1.763) Napoli (+1.439) Reggio Calabria (+1.314). Aree caratterizzate in parte da una base imprenditoriale ampia e, dall’altra, dalla persistenza di modelli familiari nelle attività più tradizionali.Quanto alle variazioni nel peso percentuale degli over 70 sul totale dei titolari, nell’arco del decennio considerato emergono province dove l’invecchiamento è particolarmente rapido: è il caso di Enna +5,2 punti percentuali, Crotone: +4,8 punti, Chieti: +4,6 punti, Vibo Valentia: +4,5 punti, Grosseto +4,3 punti (18,7%). In queste realtà – spesso rurali, del Sud o interne – il dato segnala una fragilità strutturale: si tratta di microimprese tradizionali, spesso a conduzione familiare, dove mancano ricambi generazionali e attrattività per i giovani. Questa polarizzazione territoriale solleva interrogativi su come sostenere il passaggio generazionale e su quali politiche attivare per accompagnare l’uscita degli imprenditori anziani, garantendo continuità alle attività economiche più radicate nel tessuto locale.Il settore dove il fenomeno è più marcato è l’agricoltura: qui quasi un titolare su tre (28,3%) ha almeno 70 anni. Seguono le attività estrattive (50,7%, su valori assoluti però molto piccoli), la fornitura di energia (20,1%) e l’artigianato manifatturiero (9,6%). In fondo alla classifica, i comparti più innovativi come ICT (4,2%) e consulenza (4,9%). L’invecchiamento dei titolari riflette una doppia dinamica: da un lato il rallentamento del ricambio generazionale, dall’altro la resistenza – anche culturale – a cedere la guida dell’attività. “Il dato – conclude lo studio – preoccupa soprattutto per le piccole imprese tradizionali, spesso familiari e radicate nel territorio, dove il passaggio di testimone è cruciale per garantirne la sopravvivenza”. LEGGI TUTTO

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    Mimit: apre nuovo sportello “Fondo per il sostegno alla transizione industriale”

    (Teleborsa) – Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, con decreto direttoriale del 18 luglio, dà ufficialmente il via al nuovo sportello per l’accesso alle agevolazioni del Fondo per il sostegno alla transizione industriale, in attuazione dell’investimento M2C2 – 5.1, sottoinvestimento 1 del Pnrr. Le domande – fa sapere il Mimit in una nota – potranno essere presentate dalle ore 12:00 del 17 settembre alle ore 12:00 del 10 dicembre 2025, tramite la piattaforma informatica messa a disposizione da Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del ministero.Le risorse disponibili sono pari a 134.018.568,13 euro, somma residua non utilizzata nella precedente edizione del bando (decreto direttoriale 23 dicembre 2024), a valere sullo strumento agevolativo del Fondo per il sostegno alla transizione industriale, che ha l’obiettivo di incentivare l’adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche UE sulla lotta ai cambiamenti climatici. Tale importo – sottolinea il Mimit – potrà essere eventualmente incrementato con ulteriori risorse, anche di provenienza comunitaria.Gli investimenti oggetto di agevolazione devono prevedere costi ammissibili compresi tra 3 e 20 milioni di euro e riguardare interventi finalizzati a: efficientamento energetico, produzione di energia da fonti rinnovabili o da cogenerazione o di idrogeno rinnovabile per autoconsumo, riduzione del consumo di acqua, della quantità di materie prime e semilavorati utilizzati e/o dei rifiuti conferiti in discarica. L’intensità dell’aiuto sarà modulata in funzione della natura e della localizzazione dell’investimento, oltre che della tipologia dei costi.Sono previste due riserve specifiche in favore dei progetti da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia (il 40% delle risorse stanziate) e delle imprese energivore (il 50% delle risorse stanziate).Ai fini dell’ammissibilità, – fa sapere il Mimit – è richiesta la presentazione di una relazione tecnica in forma di perizia asseverata, redatta secondo lo schema disponibile sul sito di Invitalia. Tale relazione potrà essere predisposta da: geologi, ingegneri e periti industriali, anche facenti parte dell’organico della società richiedente, iscritti all’ordine professionale di riferimento; esperti in gestione dell’energia (EGE) certificati secondo la norma UNI CEI 11339 da un Organismo accreditato per lo specifico scopo; società di servizi energetici (ESCO) certificate secondo la norma UNI CEI 11352 da un Organismo accreditato per lo specifico scopo; i legali rappresentanti dei soggetti richiedenti le agevolazioni, limitatamente ai propri programmi di investimento che si intendono porre in essere all’interno del perimetro del sistema di gestione dell’energia, per il quale è stata ottenuta la certificazione secondo la norma UNI CEI EN ISO50001 da un Organismo accreditato per lo specifico scopo.Al momento della presentazione della domanda, unitamente al possesso dei requisiti e delle condizioni di ammissibilità, il richiedente dovrà dichiarare di essere in regola con gli obblighi previsti dal decreto legge 31 marzo 2025, n. 39, “Misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali”.Il ministero segnala, infine, che a differenza del precedente bando, non è più concessa la possibilità di richiedere l’attivazione nei limiti e alle condizioni del Quadro temporaneo Ucraina, regime ormai prossimo alla scadenza (31/12/2025).Conclusa l’attività istruttoria, e tenuto conto delle risorse disponibili, Invitalia redigerà una graduatoria entro 120 giorni dalla chiusura dello sportello. La graduatoria indicherà le domande ammissibili e finanziabili, quelle ammissibili ma non finanziabili per insufficienza di fondi, nonché le domande non ammissibili. LEGGI TUTTO

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    Lavoro nel Turismo: più occupati ma anche più figure introvabili

    (Teleborsa) – Il lavoro nel turismo cresce, ma la mancanza di personale rischia di arrestare bruscamente la corsa di un settore che traina l’economia italiana da anni. Nel 2024 questo comparto ha continuato a creare occupazione, superando 1,5 milioni di addetti (+2,1% rispetto al 2023 e+21,5% rispetto al 2014). Ma dietro i numeri da record si nasconde un paradosso: mai così tanti lavoratori introvabili. Rispetto al 2019, quando i profili mancanti erano 210 mila (24,6%) il numero delle assunzioni di difficile reperimento si è triplicato, toccando quota 604 mila (51,8%). E a farne le spese sono soprattutto le aziende del Centro Nord. È quanto emerge dall’analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “L’occupazione nel turismo, tra opportunità e limiti di crescita”, elaborata su dati Istat.Le imprese faticano soprattutto a trovare cuochi, pasticcieri, gelatai e camerieri. “Un’emergenza silenziosa che – si legge nel report – rischia di inceppare il motore di uno dei comparti chiave dell’economia nazionale”. Se, da un lato, il settore si consolida e vede aumentare soprattutto il lavoro dipendente (9% in cinque anni) nelle aree del Centro Italia così come nel Mezzogiorno, dall’altro continua a scontare difficoltà crescenti nell’intercettare i profili richiesti. A mancare sono soprattutto cuochi (irreperibili nel 61,7% dei casi), pasticcieri e gelatai (59,8%), camerieri (54,7%), baristi (50,6%) e, ancor di più, i tecnici della produzione e preparazione alimentare (76,4%). La difficoltà riguarda in modo particolare le regioni che negli ultimi anni hanno assistito a una crescita del fabbisogno di figure per il comparto ricettivo-ristorativo: è il caso, ad esempio, della Sicilia, Calabria e Sardegna. Ma le regioni dove si registra più affanno sono nel Centro Nord: dopo il Molise (66,6% dei profili giudicati irreperibili dalle aziende), spiccano Umbria (61,1%), Trentino Alto Adige (58,4%), Lazio (58,1%), Piemonte e Val D’Aosta (55,7%). A pesare sul comparto sono fattori strutturali significativi: l’assenza sistemica di percorsi formativi idonei che producano personale qualificato in misura adeguata alle richieste, stagionalità e intensità del lavoro. In questa situazione, tuttavia, si intravedono dei segnali positivi: negli ultimi anni è cresciuta, infatti, la domanda di lavoratori con qualifica di formazione professionale, la cui incidenza sul totale delle assunzioni previste è passata dal 43,2% del 2019 al 51,7% del 2024. Piccolo segnale di un’evoluzione in corso anche se ancora molto lenta.”Il turismo rappresenta un volano per l’economia del nostro Paese, ma non possiamo ignorare l’altra faccia della medaglia: la difficoltà crescente nel trovare lavoratori qualificati rischia di trasformarsi in un’emergenza strutturale che mette a rischio lo sviluppo futuro del comparto e l’andamento positivo dell’occupazione – ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca –. Oggi più che mai è fondamentale vincere la sfida del reperimento delle competenze investendo nella formazione mirata, soprattutto aumentando gli Its”. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Leo: firmato decreto per Ires premiale

    (Teleborsa) – “È stato firmato oggi il decreto ministeriale che dà attuazione all’Ires premiale, misura sperimentale introdotta con l’ultima Legge di bilancio, che prevede una riduzione di 4 punti dell’aliquota Ires – dal 24 al 20 per cento – per le imprese che investono nella produzione e assumono nuovo personale”. Lo annuncia il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo.”Fin dal suo insediamento, questo Governo ha stabilito una rotta ben chiara e precisa: premiare chi scommette sulla produttività e sulla crescita della nostra Nazione. Con questo provvedimento diamo concreta attuazione a un principio semplice e chiaro: chi più assume e investe, meno paga”, aggiunge il viceministro. Leo ricorda che “questo decreto è frutto di un lungo e costante confronto con il mondo produttivo” e “gestisce tutte le complesse casistiche utili per il calcolo e la concessione dell’agevolazione venendo incontro alle esigenze delle imprese. Ad esempio, sono concessi tempi più ampi per l’interconnessione dei beni strumentali, sono gestiti i casi relativi alle operazioni straordinarie e viene concessa la possibilità di utilizzare le perdite pregresse”.”Da questo punto di vista – continua Leo – ci tengo a ringraziare il dipartimento delle Finanze e la Ragioneria Generale dello Stato per l’importante e impegnativo lavoro svolto nel corso di questi mesi per rendere la misura fruibile a 360 gradi nonché coerente con il dettato normativo e con le risorse finanziarie stanziate.” “Si tratta di un intervento sperimentale, che verrà valutato attentamente al fine di renderlo strutturale. Puntiamo a dare alle imprese strumenti utili per crescere e innovare, creando nuova occupazione e rafforzando la competitività del sistema Italia”. LEGGI TUTTO

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    Superbonus, ENEA: investimenti superbonus raggiungono 121,5 miliardi

    (Teleborsa) – Il numero delle asseverazioni relative al Superbonus 110%, per interventi di efficientamento energetico, presentate attraverso l’invio della domanda all’Enea al 30 giugno 2025 era complessivamente pari a 500.295 (erano 500.061 a fine maggio). È quanto emerge dall’ultimo bollettino diffuso dall’Enea sulle asseverazioni in Italia e per singole regioni.Gli investimenti ammessi a detrazione a livello nazionale erano pari a circa 121,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece le detrazioni che riguardano lavori già conclusi ammontano a poco più di 116,9 miliardi di euro.Complessivamente, al 30 giugno, si sono registrate 137.799 asseverazioni relative a condomini, per un investimento di 83,1 miliardi, pari al 67,7% del valore complessivo ammesso a detrazione, 245.097 asseverazioni relative a edifici unifamiliari per un totale di 28,7 miliardi di investimento, pari al 23% dell’investimento complessivo, e 117.394 asseverazioni per lavori in unità immobiliari indipendenti (investimento pari a 11,5 miliardi pari al 9,3% del totale). LEGGI TUTTO