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    Made in Italy, la prossima settimana il ddl in Consiglio dei Ministri

    (Teleborsa) – È atteso per la prossima settimana in Consiglio dei Ministri il ddl sul Made in Italy. In base alle prime bozza che iniziano a circolare tra le misure troveranno spazio il rifinanziamento della Nuova Sabatini, misure di incentivazione del design e dell’ideazione estetica, il già annunciato nuovo fondo sovrano al sostegno all’imprenditorialità femminile, alle filiere del legno, dell’arredo e del tessile, e alcune disposizioni per l’approvvigionamento di materie prime critiche della filiera della ceramica.In totale saranno 47 articoli. Nel provvedimento dovrebbe esserci anche la creazione del liceo del Made in Italy per “promuovere, nell’ottica dell’allineamento tra domanda e offerta di lavoro, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al Made in Italy”. Il ddl istituisce inoltre la “Giornata nazionale del Made in Italy”, che sarà fissata il 15 aprile, per “celebrare la creatività e l’eccellenza italiana”. La giornata non è assimilata alle feste nazionali e per celebrarla Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni possono promuovere “iniziative per la promozione della creatività e la difesa e valorizzazione del Made in Italy”. LEGGI TUTTO

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    UGL, Capone: “Favorevoli ad un fondo sovrano a sostegno delle filiere strategiche”

    (Teleborsa) – “La legge quadro sul made in Italy che il Governo si appresta a varare rappresenta un segnale importante per il rilancio della crescita e dell’occupazione. Siamo favorevoli all’introduzione di un fondo sovrano diretto a canalizzare gli investimenti finanziari e pubblici a supporto delle filiere strategiche che costituiscono l’ossatura economica del Paese”. È quanto ha affermato Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito alla legge quadro sul made in Italy annunciata dal Governo.”Il processo verso la transizione digitale ed energetica – ha proseguito Capone – richiede l’adozione di misure strutturali di medio e lungo periodo. In tale prospettiva, è opportuno investire sulla formazione di competenze specializzate, a partire dal liceo sul made in Italy, al fine di intercettare le nuove professioni e incrementare la produttività. Come UGL, auspichiamo il confronto fra Governo e parti sociali per definire un piano nazionale sulle politiche industriali indispensabile per promuovere la competitività delle imprese e la creazione di nuovi posti di lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Cartolarizzazioni Esg: Intesa Sanpaolo migliore banca innovativa in Europa

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo è la migliore banca innovativa in Europa nel settore delle cartolarizzazioni Esg. Il riconoscimento è arrivato da Structured Credit Investor, testata di riferimento a livello internazionale per l’informazione finanziaria, che ha nominato Intesa Sanpaolo vincitrice della categoria “Innovation of the year” agli Esg Securitisation Awards. Structured Credit Finance ha preso in esame le principali banche in decine di Paesi in tutto il mondo e, grazie alla collaborazione di analisti finanziari indipendenti e attraverso una raccolta di opinioni tra qualificati investitori istituzionali, ha premiato Intesa Sanpaolo tenendo conto dello sviluppo di nuovi segmenti di attivi Esg (Environmental, social and governance), della capacità di innovazione in termini di strutturazione, del volume di transazioni effettuate e del modello di gestione attiva del rischio di credito.”Il premio – sottolinea Intesa Sanpaolo in una nota – costituisce un importante riconoscimento degli impegni e dei risultati ottenuti da Intesa Sanpaolo in ambito Esg e conferma l’elevato livello raggiunto nella gestione attiva del rischio di credito attraverso le attività della Direzione Centrale Active Credit Portfolio Steering – parte dell’Area Chief Financial Officer diretta da Stefano del Punta –, che continua a rafforzare le proprie attività nell’ambito delle iniziative incluse nel Piano d’Impresa 2022-2025. Intesa Sanpaolo è tra le banche più attive nel contesto europeo per la gestione dinamica del rischio di credito, realizzata attraverso strategie creditizie mirate e operazioni di trasferimento del rischio di credito che hanno l’obiettivo di ottimizzare il profilo rischio-rendimento del portafoglio a livello di Gruppo. Le attività di credit portfolio management sono state progressivamente sviluppate per includere nuove tipologie di attivi coerenti con la Eu Taxonomy e i processi di Green Economy e Circolar Economy, come i finanziamenti che prevedono condizioni legate a criteri di riduzione o azzeramento dell’impatto ambientale. L’obiettivo è quello di incentivare le nuove erogazioni a favore di clienti con un elevato Esg score, in coerenza con il modello interno sviluppato nell’ambito della Direzione Centrale Financial Market Coverage diretta da Andrea Tamagnini e Marco Del Frate, e – si legge nella nota – di allargare la base degli investitori più sensibili ai temi della sostenibilità finanziaria, sempre più coinvolti nelle operazioni di cartolarizzazione sintetica finalizzate dal Gruppo sul mercato dei capitali”.”Dall’avvio delle attività del Programma Garc, Gestione Attiva Rischio di Credito, sono state realizzate operazioni di trasferimento del rischio di credito per un ammontare complessivo di oltre 50 miliardi di euro, che hanno permesso a Intesa Sanpaolo di liberare capitale per erogare nuovi prestiti a sostegno della crescita delle imprese italiane” – spiega Biagio Giacalone, responsabile della Direzione Centrale Active Credit Portfolio Steering –. L’Esg Securitisation Award ‘Innovation of the year’ assegnatoci da Structured Credit Investor, la testata che con più attenzione segue le cartolarizzazioni a livello globale, conferma il buon lavoro svolto finora e ci motiva a procedere con ulteriore slancio verso la conclusione di altre operazioni innovative in cantiere”. LEGGI TUTTO

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    Bce, Tajani: “Continuare ad alzare i tassi sarebbe un errore”

    (Teleborsa) – Continuare ad alzare i tassi di interesse ufficiali “sarebbe un errore” da parte della Bce, perché nell’area euro l’inflazione “non ha una origine interna, quindi il problema non si risolve alzando i tassi”. Lo ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani rispondendo una domanda al termine della sua vista all’Abi, in occasione del Comitato esecutivo. La Bce ha manifestato l’intenzione di aumentare ancora il costo del denaro. “Mi auguro che questo non accada – ha detto Tajani – perché sarebbe un errore. L’ho detto più volte. Nella sua libertà la Banca centrale può fare quello che vuole. Però già essere passati da 0,50 a 0,25 è un passo in avanti”. Il riferimento è al fatto che l’ultimo aumento deciso dalla Bce ha marcato una moderazione del ritmo della stretta, con 25 punti in base in più sui tassi invece dei 50 punti base dei precedenti rialzi. “L’inflazione italiana ed europea è un’inflazione che non ha una origine interna, come quella americana, quindi il problema non si risolve alzando i tassi di interesse. Poi, alla fine ne fanno le spese solo le famiglie e le imprese”. Sul Mes “il dibattito è aperto” ha detto il vicepremier in merito al Meccanismo europeo di stabilità.Con le banche italiane “abbiamo affrontato tutta la questione che riguarda l’internazionalizzazione delle le nostre imprese, il ruolo che il sistema bancario italiano può svolgere per rafforzare la politica estera del nostro paese – ha riferito Tajani interpellato –. La politica estera non la fa soltanto il ministro con i diplomatici, la fa tutto il sistema Italia e non si può, per esempio, lavorare sulle esportazioni, che noi vogliamo incrementare, ci sono state esportazioni per 600 miliardi lo scorso anno e vogliamo fare ancora di più. Ma le imprese per esportare devono essere garantite devono essere sostenute dal sistema bancario. L’Italia può essere presente grazie a una rete di politiche commerciali, industriali, bancaria che può portare a risultati migliori di quelli che abbiamo avuto fino ad oggi”. LEGGI TUTTO

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    L’UE riforma l’Unione doganale: regole più semplici per chi commercia oltre confine

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha presentato oggi una proposta di riforma dell’Unione doganale europea, la più ambiziosa e completa riforma dalla sua istituzione nel 1968. La riforma risponde alle pressioni cui sono sottoposte le dogane, come l’aumento dei volumi commerciali, in particolare nel commercio elettronico, l’eterogeneità della regolamentazione doganale fra gli Stati membri e gli effetti delle crisi geopolitiche.Le misure proposte presentano una visione globale e basata sui dati, che semplificherà enormemente i processi doganali per le imprese, in particolare per i soggetti più affidabili. Sfruttando le opportunità della trasformazione digitale, la riforma ridurrà le onerose procedure doganali, sostituendo le dichiarazioni tradizionali con una supervisione basata su un approccio più intelligente e basato sui dati. Allo stesso tempo, le autorità doganali disporranno ancora degli strumenti e delle risorse necessarie per valutare adeguatamente e bloccare le importazioni a rischio per l’UE, i suoi cittadini e la sua economia.La riforma semplifica e razionalizza gli obblighi di dichiarazione doganale, ad esempio riducendo il tempo necessario per completare i processi di importazione, fornendo un’interfaccia unica europea e facilitando il riutilizzo dei dati. In questo modo, la riforma potrà realizzare l’obiettivo della presidente von der Leyen di ridurre tali oneri del 25%, senza compromettere i relativi obiettivi politici.Una nuova autorità doganale europea sovrintenderà a un data hub doganale, che fungerà da motore del nuovo sistema e nel tempo sostituirà l’infrastruttura informatica doganale esistente degli Stati membri, consentendo loro di risparmiare fino a 2 miliardi di euro all’anno di costi operativi.La riforma renderà le piattaforme online responsabili di garantire il rispetto di tutti gli obblighi doganali. Si tratta di un importante allontanamento dall’attuale sistema doganale, che fa ricadere la responsabilità sui consumatore e sui vettori. Le piattaforme saranno responsabili di garantire che i dazi doganali e l’IVA siano pagati all’acquisto, quindi i consumatori non saranno più colpiti da costi nascosti o pratice burocratiche all’arrivo del pacco.Allo stesso tempo, la riforma abolisce la soglia si esenzione dei dazi doganali sulle merci di valore inferiore a 150 euro, una norma che favorisce le truffe: si stima che i pacchi che entrano in UE siano attualmente sottovalutati fino al 65%, per evitare i dazi doganali all’importazione.La riforma inoltre semplifica il calcolo dei dazi doganali per le merci di basso valore più comuni, acquistate al di fuori dell’UE, riducendo le aliquote a sole quattro. Ciò renderà molto più semplice il calcolo dei dazi doganali per i piccoli pacchi, aiutando sia le piattaforme che le autorità doganali a gestire meglio l’e-commerce. Si prevede che il nuovo regime di commercio elettronico apporterà entrate doganali aggiuntive per 1 miliardo di euro all’anno. LEGGI TUTTO

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    Ansaldo Nucleare-Westinghouse: passo avanti in sperimentazione reattore Veloce al Piombo IV Generazione

    (Teleborsa) – Ansaldo Nucleare e Westinghouse Electric Company hanno annunciato oggi il raggiungimento di una pietra miliare nel loro lavoro sul Reattore Veloce di IV Generazione Raffreddato a Piombo, con il completamento della prima campagna di test presso la Passive Heat Removal Facility recentemente costruito presso lo stabilimento di Ansaldo Nuclear Ltd a Wolverhampton (Regno Unito).Le società – spiega la nota – hanno eseguito il lavoro nell’ambito di un contratto della Fase 2 del programma Advanced Modular Reactor (AMR) parzialmente finanziato dal Department for Business, Energy and Industrial Strategy (BEIS) del governo britannico, che è stato assegnato a Westinghouse con Ansaldo Nucleare come fornitore principale. LEGGI TUTTO

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    Acquisti online, nel 2023 in Italia raggiungeranno i 54 miliardi di euro (+13%)

    (Teleborsa) – Nel 2023 gli acquisti online degli italiani cresceranno del 13% e raggiungeranno 54 miliardi di euro. I prodotti sono attesi in aumento dell’8% rispetto al 2022 e a fine anno varranno 35,2 miliardi, mentre i servizi toccheranno quota 18,8 miliardi (+22%). Tra i prodotti, dopo il rallentamento generalizzato della crescita nel 2022, sono l’abbigliamento, il beauty e l’informatica i comparti oggi più dinamici (con incrementi di circa il 10%), mentre frena la progressione del food & grocery (+1% rispetto a dodici mesi fa). Tra i servizi, continua la crescita del settore turismo e trasporti (+27% rispetto al 2022) e ticketing per eventi. La penetrazione dell’online sul totale acquisti retail è pari al 12%, stabile rispetto al 2022. Questi sono alcuni dei dati aggiornati sul mercato ecommerce in Italia, secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, che è stata presentata in occasione della plenaria di apertura di Netcomm Forum, l’evento di riferimento per il mondo digitale sui temi dell’evoluzione dell’eCommerce, del digital retail e della business innovation a livello nazionale e globale, che quest’anno indaga le frontiere della shopping experience, come suggerisce il titolo “The extended retail: dai metaversi allo space commerce” di questa diciottesima edizione.”Fornire una fotografia dell’Italia del commercio digitale è quantomai un’attività complessa. Bisogna innanzitutto tenere conto delle nuove abitudini di acquisto dei consumatori, per i quali, soprattutto nel caso della Generazione Z, il confine tra online e offline non ha più senso di esistere. L’altra faccia del mercato è costituita dalle imprese, le quali si trovano ad affrontare una situazione economica instabile, anche a causa di fattori geopolitici, e l’urgenza di acquisire quelle competenze digitali e tecnologiche fondamentali per restare competitive sul mercato”, commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm. Ma qual è il profilo degli acquirenti online? A rivelarlo una ricerca Netcomm NetRetail che parte da un punto: il numero degli acquirenti online. Sebbene non sia prevista una loro crescita nel 2023, stabilizzatisi intorno ai 33 milioni, il trend di crescita degli ultimi 10 anni porta a interpretare questo dato più come un riassorbimento del boom della pandemia che come un arresto nel percorso di digitalizzazione dei consumatori in Italia. Inoltre, negli ultimi tre anni, la crescita degli acquirenti online abituali (persone che acquistano in media almeno una volta al mese) è stata 5,5 volte quella degli sporadici (persone che dichiarano meno di tre acquisti nel trimestre): gli abituali hanno raggiunto quest’anno 24,4 milioni, a testimonianza del fatto che l’ecommerce è ormai entrato nelle abitudini di acquisto dei consumatori italiani. Gli abituali, effettuando il 90% delle transazioni online e con scontrini di valore generalmente superiore alla media, generano la maggior parte del valore totale degli acquisti online (93%). Mentre nelle prime fasi dell’avvento dell’ecommerce l’età media degli acquirenti era di 36 anni, oggi si è notevolmente alzata (46 anni in media) e la quota degli acquirenti nei grandi centri urbani si è attenuata: in poche parole, il profilo degli acquirenti online si sta progressivamente avvicinando a quello dell’intera popolazione. Sempre secondo l’indagine Netcomm NetRetail, l’esperienza di acquisto degli italiani è sempre più omnicanale: il digitale diventa anche una risorsa per orientare la decisione di acquisto, anche nel caso si concluda poi in un punto vendita fisico. Infatti, nel 40% dei casi, i consumatori italiani si informano online prima di acquistare in negozio, prevalentemente attraverso la consultazione del sito web di un online retailer o del prodotto/servizio, l’utilizzo di un motore di ricerca o di un comparatore (di offerte o caratteristiche) e i suggerimenti reperibili via social (commenti e valutazioni).(Foto: Photo by John Schnobrich on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Giappone, PIL 1° trimestre e produzione oltre le attese

    (Teleborsa) – L’economia giapponese ha registrato una crescita superiore alle attese nel 1° trimestre del 2023. Secondo i dati diffusi dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, il PIL ha mostrato un incremento dello 0,4% su trimestre, superiore al +0,1% stimato dagli analisti, dopo la variazione nulla registrata il trimestre precedente. Su anno il PIL è salito dell’1,6% rispetto al +0,7% indicato dal consensus e contro il -0,1% precedente.Bene i consumi privati, che sono cresciuti dello 0,6%. In aumento anche gli investimenti, saliti dello 0,9%, mentre resta debole la domanda estera (-0,3%).Cresce più delle attese anche la produzione industriale giapponese a marzo. Secondo la stima preliminare del Ministero del Commercio e dell’Industria giapponese (METI), l’indice della produzione industriale ha registrato un incremento mensile dell’1,1%, superiore allo 0,8% del consensus, dopo il +4,6% registrato a febbraio. Su base annuale, il dato non destagionalizzato evidenzia una variazione pari a -0,6%.La crescita mensile della produzione è accompagnata dall’aumento delle consegne (+0,8%) mentre le scorte salgono dello 0,2%. La ratio delle scorte è pari a +1,1%. LEGGI TUTTO