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    Giappone, prezzi produzione in moderazione ad aprile

    (Teleborsa) – Risultano inferiori alle attese i prezzi alla produzione in Giappone ad aprile 2023. Secondo la Bank of Japan, i prezzi di fabbrica hanno registrato un incremento del 5,8% su base annua, contro il +7,4% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +7,2%). Gli analisti si attendevano un aumento del 7,1%.Su base mensile, i prezzi all’industria sono aumentati dello 0,2%, dopo il +0,1% di marzo (dato rivisto da un preliminare di +0%).I prezzi import hanno segnato una diminuzione dell’1,4% su base mensile e un aumento del 9,6% su base tendenziale. I prezzi export sono aumentati dello 0,6% su base mensile e cresciuti del 7,1% annuale. LEGGI TUTTO

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    Big Data: dentro al business del nuovo “oro nero” digitale

    (Teleborsa) – Cresce il mercato italiano dei big data che, nel 2022, – secondo i dati dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano – vale circa 2,41 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021). Per le imprese si tratta del nuovo “oro nero” digitale: una volta estratti e raffinati i dati possono, infatti, essere distribuiti e monetizzati. “In Italia, tuttavia, le aziende che noleggiano o vendono dati sono principalmente estere e, sebbene le regole ci siano, molto spesso agiscono in quello che può essere definito un vero e proprio Far west. Specialmente le aziende che operano al di fuori dell’Unione europea, molto spesso, fanno quello che vogliono”. A parlare è Vincenzo Augurio, chairman and Group CEO di Media Asset. Agendo nel rispetto delle norme che regolano il settore, la società – con 16 milioni di anagrafiche – vanta il database proprietario più grande d’Italia. Si tratta del primo network totalmente autonomo che gestisce milioni di dati proprietari, creatività e strategie di mercato in ambito liste Telemarketing, Mailing, Display, Mobile e Leads in tutti i settori. L’azienda conta oltre 30 portali web proprietari e con il marchio BigData.it gestisce miliardi di dati ed offre mezzi efficaci per raggiungere oltre 15 milioni di utenti in tutta Italia profilati per sesso, età, CAP, data di nascita, nome e cognome.In cosa consiste il vostro business?”Il nostro core business – spiega Augurio – è commercializzare anagrafiche. Offriamo servizi gratuiti su vari canali – dalla cucina alle petizioni, dai coupon al lavoro fino alle vacanze – in cambio di una registrazione sul portale. I dati di chi ci autorizza li commercializziamo, quelli di chi non lo fa li teniamo esclusivamente al fine dell’invio di newsletter e di informazioni sulla tematica oggetto del sito in questione. Gestiamo e noleggiamo questi dati per un singolo uso, non li vendiamo. Dai nostri cinque canali raccogliamo mediamente 5mila nuovi nominativi al giorno”. Quali dati comprende un’anagrafica?”Nome, cognome, sesso, data di nascita, città, provincia e cap. Questi sono i classici dato che prendiamo abbinati a indirizzo mail e numero di cellulare”.Qual è il costo di noleggio?”Mediamente 12 centesimi. Il noleggio consiste nel poter contattare un’utente una sola volta nell’arco di 3 mesi dopodiché l’anagrafica deve essere cestinata”.Come fate ad essere sicuri che tali dati non vengano utilizzato anche oltre il periodo di noleggio?”In ogni fornitura di dati inseriamo anche numeri di telefono nostri interni assegnando un nome e un cognome a ogni civetta. Se dopo la data di scadenze del noleggio arriva una chiamata a quei numeri sappiamo che la società in questione non sta rispettando i termini”. Accade spesso? “Con le grandi aziende non è mai capitato, con le piccole qualche volta capita. Succede più frequentemente con i call center”. Voi vi occupate direttamente di raccogliere il consenso al trattamento dei dati e fornite contatti di persone di cui avete l’autorizzazione. Con l’intervento del Registro pubblico delle opposizioni è diventata più complessa la gestione dei dati?”È diventata molto più complessa. Già mediamente per ogni Fub (modulo che permette l’import e l’export delle liste aggiornate dei nominativi che richiedono di non essere più contattati ndr) perdiamo circa il 10% degli utenti. Significa che se noi ne inviamo un milione le persone che possiamo noleggiare sono 900mila e il numero, purtroppo, man mano aumenta sempre di più ogni giorno che passa. Una volta fatto il Fub chi risulta iscritto al registro delle opposizioni lo mettiamo in una black list e non lo contattiamo più”. Ogni quanto aggiornate queste liste?”Se dobbiamo fare dieci forniture in un giorno significa che dobbiamo fare dieci controlli in un giorno. Lavorare come si deve in Italia ormai è diventato veramente pesante”. Sul fronte della cessione dei dati ci sono anche dei fornitori che non si comportano correttamente. Ad oggi c’è una sorta di far west in questo settore?”Assolutamente si. Purtroppo parecchi vendono i dati di un’azienda, oppure dati rubati, senza passare per il Registro delle opposizioni. Sul web veramente c’è di tutto”.L’utente quando firma o “flagga” il consenso ai propri dati ha modo di sapere se li sta cedendo a un’azienda seria o se questi dati faranno una brutta fine?”L’utente può verificare all’interno della privacy del sito se è indicato il dbo (database owner), se si tratta di un’ azienda italiana, se è registrata in Italia, in che modo avviene il trattamento dei dati. Deve essere indicato un indirizzo mail al quale poter inviare richieste e variare i consensi. Un’azienda serie deve mettere a disposizione tutti i canali per far sì che l’utente possa cancellarsi o modificare i propri dati quando lo desidera”. I dati vengono definiti il nuovo oro nero. In cosa consiste il loro valore?”Il valore vero e proprio deriva dal noleggio del dato. Noleggiando a una grande società 500mila anagrafiche si possono incassare 70mila euro al mese. E una volta raccolto il dato non ha più spese di investimento. Se un negozio ha mille maglie, una volta vendute non le ha più. Un’azienda che raccoglie dati e li noleggia ce li ha sempre”. Le aziende che noleggiano i dati li usano per attività di telemarketing?”Le aziende utilizzano i dati per effettuare chiamate nelle quali offrono, principalmente, servizi di energia, telefonia, finanziamenti. Ma noi non noleggiamo a tutti, esistono, infatti, dei servizi borderline”.Voi avete dei siti dove offrite contenuti in questo caso coupon eccetera male. Ad oggi tutto il mercato delle app è fatto per raccogliere dati “Noi non facciamo quel tipo di lavoro però li il guadagno avviene in maniera diversa. Loro riescono a vedere uno dove si trova riescono ad ascoltare la voce a profilare l’utente tipo io dico parlo con mia moglie di batteria di pentole e guarda caso esce la pubblicità delle pentole “.Quando, visitando i siti internet, si autorizzazioni i cookies cosa accade invece?”I cookies servono per tracciare i siti visitati dall’utente e rivendere la pubblicità in base agli interessi. Se visita un sito di scarpe di un certo marchio verranno inviate all’utente pubblicità di quel prodotto. Il principio è lo stesso ma il valore di questi dati è molto inferiore perché non vi è un’anagrafica completa ma solo un indirizzo IP. Il valore più alto ce l’hanno le anagrafiche profilate come quelle raccolte dai comparatori relative, ad esempio, alla richiesta di offerte di gas e luce, che possono arrivare a costare anche 10-11 euro l’una in quanto, di fatto, si tratta di richieste di preventivo”.C’è un mercato anche della vendita delle anagrafiche?”Sì ma noi non le vendiamo. Il costo di vendita è di circa 10 centesimi. È inferiore al costo del noleggio perché c’è un mercato parallelo: se io vendo un’anagrafica non la vendo a una sola azienda, la posso vendere a 50 aziende. E questo è il problema che è nato in Italia: in questo modo un utente non sa più a chi rivolgersi per cancellare le autorizzazioni. Per legge bisognerebbe informare l’utente che si sta cedendo la sua anagrafica a una certa azienda e fargli firmare il relativo consenso ma quel tipo di mercato molte volte è illegale”.Voi dovete fate firmare a parte anche il consenso per la cessione dei dati a terzi?”Assolutamente sì. Si tratta di quattro flag. Per utilizzare i nostri servizi è necessario dare il consenso a termini e condizioni e alla privacy. Con quei due l’unica cosa che si può fare è inviare una newsletter. Un terzo flag ci consente di mandare la pubblicità ma non di cedere i dati e il quarto ci consente di cedere il dato. Il 70% degli utenti dà l’autorizzazione a tutti e quattro”.Fate una verifica sulle società a cui noleggiate i dati?”Facciamo una visura camerale, anche se nel 90% dei casi lavoriamo con grandi aziende molto note. Lo facciamo per i piccoli call center e non noleggiamo dati all’estero, soprattutto in Albania, per evitare di noleggiare ad aziende che una volta acquisiti i dati poi li rivendono 20 volte”.Ci sarebbe bisogno di regolamentare meglio il settore?”È stato appena siglato il Codice di autocondotta che prevede diversi requisiti tra cui il fatto che un’azienda deve essere italiana. Le regole stanno cambiando. Recentemente abbiamo fatto una riunione con il Mise per il Registro delle opposizioni”.Perché è importante che le aziende che trattano dati siano italiane?”È importante che le aziende che fanno dati abbiano server in Italia e certificati ISO 9001 e ISO 27001. In questo caso quando un utente si iscrive viene messo un ‘timbro’ direttamente sul server. In tal modo rimane traccia del fatto che l’utente abbia dato o meno le autorizzazioni al trattamento dei propri dati. Nel caso dei call center esteri il Garante non può vedere il dato sul server ed effettuare tale controllo”.Sul fronte del Registro delle opposizioni a suo avviso cosa andrebbe cambiato?”Sono talmente poche le aziende che lo usano che non funziona. Mediamente lo usa solo il 10% delle aziende iscritte”. E le aziende che non lo usano non incorrono in sanzioni?”Le sanzioni ci sono ma molto spesso le aziende che non rispettano le regole non vengono beccate perché stanno all’estero. Ci sono operatori illegali, prestanome. Vi sono poi delle vere e proprie truffe. Call center che chiamano per proporre offerte o servizi spacciandosi per qualcun altro al solo scopo di farsi mandare dei soldi o di far cambiare operatore telefonico a un cliente paventando un aumento della tariffa dell’operatore concorrente”. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, G7 DFI Alliance e BERS lanciano piattaforma dedicata agli investimenti nel Paese

    (Teleborsa) – È stato pubblicato oggi, in occasione dell’incontro a Tokyo della G7 DFI Alliance, di cui fanno parte le Istituzioni Finanziarie per la Cooperazione allo Sviluppo del G7 – CDP (Italia), JBIC (Giappone), JICA (Giappone), FinDev Canada (Canada), Proparco (Francia), DFC (Stati Uniti), BII (Regno Unito), DEG (Germania) – insieme alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), il Joint Statement per il lancio della Ukraine Investment Platform, piattaforma di co-investimento per la ricostruzione post-bellica in Ucraina e nei paesi colpiti dal conflitto. Attraverso la piattaforma Ukraine Investment Platform, la G7 DFI Alliance si propone di favorire attività di cofinanziamento e coinvestimento a supporto del settore privato per la ricostruzione post-bellica nell’area e di promuovere una più generale collaborazione tra Istituzioni Finanziarie per la Cooperazione e lo Sviluppo e la BERS a favore di investimenti che rispettino elevati standard di trasparenza finanziaria, sostenibilità e valutazione d’impatto.L’incontro avviene in concomitanza con l’incontro dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali del G7 e precede il vertice del G7 di Hiroshima che si terrà dal 19 al 21 maggio 2023, il settimo sotto la presidenza giapponese.La dichiarazione dei leader del G7 del febbraio 2023 ha confermato l’impegno del G7 a proseguire l’assistenza umanitaria, a sostenere il settore energetico e a contribuire al mantenimento della stabilità economica e finanziaria dell’Ucraina. “Le esigenze dell’Ucraina in un periodo di ricostruzione – si legge nella dichiarazione congiunta – sono immense e vanno oltre la portata di qualsiasi singola istituzione. Di conseguenza, è necessario un attento coordinamento tra i partner dell’Ucraina per massimizzare l’efficacia, creare sinergie e aumentare l’impatto”.Sulla base della dichiarazione dei leader del G7 sull’assistenza all’Ucraina, le DFI del G7 e la BERS hanno discusso su come collaborare per contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina. Resta inteso che non tutte le DFI dispongono di un mandato per operare in Ucraina. Tuttavia, le DFI del G7 concordano sull’importanza dei provvedimenti a sostegno della ricostruzione. Una volta stabiliti questi provvedimenti, le DFI del G7 e la BERS mirano a espandere l’accesso alla piattaforma ad altre istituzioni che in futuro investiranno in Ucraina. Le Istituzioni Europee di Finanziamento allo Sviluppo (EDFI) sono state invitate a partecipare a questo processo e, insieme alle DFI del G7, accolgono con favore e sostengono questa iniziativa.”La Piattaforma per gli Investimenti in Ucraina – prosegue la dichiarazione – mirerà a rafforzare la cooperazione e a promuovere lo scambio di informazioni e il cofinanziamento tra le istituzioni che partecipano alla ricostruzione dell’Ucraina, incentrati principalmente sul settore privato. Inoltre, la Piattaforma prenderà in considerazione anche le esigenze dei Paesi limitrofi colpiti dalla guerra, cercando di fornire il proprio sostegno, e opererà in sinergia con la Piattaforma Multi-agenzia di Coordinamento dei Donatori per l’Ucraina del G7 per soddisfare le esigenze individuate nell’ambito di quest’ultima. Le DFI del G7 e la BERS, in stretta consultazione con i rispettivi governi, promuoveranno misure atte ad affrontare la mancanza di capacità finanziaria, principalmente nel settore privato. Le DFI del G7 e la BERS intendono contribuire alla ripresa dell’economia, dell’industria e delle infrastrutture e alla ricostruzione della vita delle persone in Ucraina, nonché alla stabilità nella comunità internazionale. La BERS, quale maggiore investitore istituzionale in Ucraina, possiede le competenze, le relazioni e l’esperienza operativa che le consentono di svolgere un ruolo distinto e importante nel Paese”. LEGGI TUTTO

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    Rottamazione: online i chiarimenti su proroga rottamazione

    (Teleborsa) – L’Agenzia Riscossione ha aggiornato le risposte alle domande più frequenti (Faq) con le novità introdotte in materia di rottamazione delle cartelle dal decreto legge del 10 maggio 2023 scorso. Il provvedimento, che ricorda l’Agenzia, sposta al 30 giugno 2023 il termine per la presentazione della domanda di adesione alla definizione agevolata, precedentemente fissato al 30 aprile dalla legge di bilancio 2023. LEGGI TUTTO

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    USA, Università Michigan: fiducia consumatori attesa in calo a maggio

    (Teleborsa) – Attesa in peggioramento la fiducia dei consumatori americani a maggio. Secondo i dati preliminari dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori è stimato in decremento a 57,7 punti rispetto ai 63,5 punti del mese di aprile, e risulta anche peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un livello a 63 punti.Nello stesso periodo l’indice sulla situazione presente è sceso a 64,5 punti dai 68,2 punti precedenti (le attese erano per 67 punti), mentre l’indice sulle attese è scivolato a 53,4 punti dai 60,5 precedenti (il consensus era a 59,8 punti).(Foto: © Bred2k8 / Dreamstime) LEGGI TUTTO

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    RFI: aggiudicati 3,7 miliardi di lavori nel Sud Italia

    (Teleborsa) – Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha aggiudicato 3,7 miliardi di lavori per l’avvio dei cantieri su due importanti linee ferroviarie strategiche per lo sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno: un lotto sulla Salerno-Reggio Calabria e uno sulla Palermo-Catania-Messina. “Un importante passo avanti – evidenzia RFI in una una nota – per migliorare la mobilità ferroviaria nel Sud Italia che conferma la centralità di RFI quale principale stazione appaltante del Paese, anche per gli interventi inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Dei circa 24 miliardi del Pnrr assegnati a RFI, la società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS ha già aggiudicato gare per un valore economico di oltre 12,7 miliardi di euro. Di questi, solo nei primi mesi del 2023 RFI ha assegnato appalti per 6,5 miliardi.L’aggiudicazione di oltre il 50% dei fondi Pnrr – si legge nella nota – garantisce l’apertura dei cantieri nei prossimi mesi e l’accelerata sugli obiettivi che RFI e il Gruppo FS, guidato dall’ad Luigi Ferraris, perseguono nel medio e lungo termine, d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.Salerno-Reggio Calabria – La gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori del tratto campano tra Battipaglia e Romagnano è stata assegnata a un consorzio di imprese che vede riunite le società Webuild (capofila), Ghella, Impresa Pizzarotti e TunnelPro. Si tratta di un appalto dal valore di oltre 2 miliardi di euro, finanziati anche con risorse PNRR, per il cui completamento l’amministratrice delegata di RFI, Vera Fiorani, è stata nominata commissaria straordinaria di governo. I lavori riguarderanno la realizzazione di una nuova linea a standard Alta Velocità di 35 chilometri, dove verrà realizzato un bivio per garantire l’interconnessione con l’attuale linea ferroviaria da Battipaglia a Potenza. Il progetto prevede la realizzazione di 18 chilometri di gallerie e sei km di viadotti.Il completamento del tratto Battipaglia-Romagnano avrà effetti positivi sui collegamenti verso Potenza e quindi verso la dorsale adriatica. La nuova linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, che è parte integrante del Corridoio europeo “Scandinavia – Mediterraneo” della rete Ten-t, consentirà di un ulteriore sviluppo di spostamento di persone e merci lungo l’asse nord-sud della penisola, accelerando dinamiche di crescita economica, sociale e turistica. Per quanto riguarda gli altri tratti della linea, Rfi sta progettando quelli del territorio calabrese, in particolare, per il lotto Cosenza-Paola/San Lucido (galleria Santomarco) si è concluso il dibattito pubblico e, a breve, completato l’iter autorizzativo, si procederà con la pubblicazione della gara all’inizio dell’estate. Per i tratti invece che riguardano Romagnano-Buonabitacolo e Buonabitacolo-Praia sono in corso alcuni approfondimenti sul Progetto di fattibilità tecnico-economica terminati i quali, nelle prossime settimane, si potrà riavviare il dibattito pubblico attualmente sospeso e il conseguente iter autorizzativo.Palermo-Catania-Messina – È stata aggiudicata oggi inoltre la gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori del tratto ferroviario tra Caltanissetta Xirbi e Lercara, che fa parte integrante dell’itinerario Palermo – Catania – Messina. L’appalto, che ha un valore di oltre 1,65 miliardi di euro, finanziati anche con fondi Pnrr, è stato assegnato al consorzio di imprese composto da Webuild (capofila), Ghella, Impresa Pizzarotti, Seli Overseas e TunnelPro. Per la realizzazione dell’opera il commissario straordinario di governo è Filippo Palazzo. Gli interventi previsti prevedono la realizzazione di 47 chilometri di un nuovo tracciato rispetto all’attuale linea ferroviaria, 21 dei quali con viadotti (10 chilometri) e otto gallerie naturali. Il progetto prevede inoltre la creazione di una nuova stazione a Vallelunga. Oltre al lotto appena aggiudicato, al momento sono in fase realizzativa le tratte Enna-Dittaino, Dittaino-Catenanuova, Catenanuova-Bicocca, Giampilieri-Fiumefreddo. A fine aprile è stato aggiudicato l’appalto per la Caltanissetta Xirbi-Nuova Enna, mentre a breve saranno aggiudicati anche quelli per il Nodo di Catania e per la tratta Fiumetorto-Lercara. Al termine dei lavori sarà possibile collegare Palermo e Catania in meno di due ore. L’attivazione per fasi dei nuovi tratti di linea consentirà una riduzione progressiva dei tempi di viaggio. Gli interventi programmati, inoltre, incrementeranno gli standard di regolarità e puntualità dei treni. La realizzazione dell’intera opera Palermo-Catania-Messina permetterà infine di migliorare le interconnessioni tra le aree interne della Sicilia e le tre città. LEGGI TUTTO

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    Biodiversità, allarme WWF: “Italia ricca ma troppo fragile”

    (Teleborsa) – Il declino degli ecosistemi nel mondo ha raggiunto le dimensioni di una vera catastrofe: gli scienziati calcolano che l’impatto del genere umano su tutte le altre forme di vita sia arrivato ad accelerare tra le 100 e le 1.000 volte il tasso di estinzione naturale delle specie, avviando la sesta estinzione di massa. Ci resta un misero 12,5% della foresta atlantica, abbiamo perso più del 50% delle barriere coralline e una vastissima porzione della foresta amazzonica (probabilmente il 20% se non di più) è stata distrutta. Questa crisi di natura è evidente anche in Italia, dove la biodiversità raggiunge valori elevatissimi (contiamo metà delle specie vegetali e circa 1/3 di tutte le specie animali presenti in Europa), ma che con cieca determinazione stiamo erodendo e distruggendo, mettendo a rischio la nostra stessa sicurezza e il nostro benessere. Per parlare di biodiversità d’Italia, il WWF ci chiede di immaginare la nostra penisola come un bicchiere di cristallo: bellissimo e prezioso, pieno di risorse ma terribilmente fragile. In in vista della Giornata Mondiale della Biodiversità, l’Associazione del Panda ha presentato oggi – durante la giornata di apertura del Forum dei volontari WWF al teatro comunale di Caserta – il nuovo report “Biodiversità Fragile, maneggiare con cura: Status, tendenze, minacce e soluzioni per un futuro nature-positive” dove mette in luce – a partire dalle informazioni, le banche dati, gli studi disponibili ad oggi – lo stato complessivo della biodiversità in Italia, evidenziando le minacce ma anche le migliori soluzioni che oggi abbiamo a disposizione per invertire il trend e aderire ad un percorso di restauro e conservazione della biodiversità che oggi il mondo e l’Europa ci chiedono.I segnali della fragilità – Dalle Liste Rosse nazionali della flora dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) emerge che, in Italia circa l’89% degli habitat di interesse comunitario si trova in uno stato di conservazione sfavorevole. Dei 43 habitat forestali italiani, ad esempio, 5 hanno uno stato di conservazione “criticamente minacciato” e 12 “in pericolo”. Il 68% degli ecosistemi italiani si trova in pericolo, il 35% in pericolo critico. Il 100% degli ecosistemi è a rischio nell’ecoregione padana, il 92% in quella adriatica e l’82% in quella tirrenica. Il 57% dei fiumi e l’80% dei laghi si trova in uno stato ecologico non buono. E i dati sullo stato di conservazione delle specie non sono meno allarmanti: il 30% delle specie di animali vertebrati e il 25% delle specie animali marine del Mediterraneo sono a rischio estinzione.Le minacce per la biodiversità e gli effetti della crisi idrica – Oltre alle pressioni dirette su specie, habitat ed ecosistemi, esercitate attraverso l’inesauribile richiesta di risorse naturali operata dalle società, esistono anche altre forze che agiscono indirettamente senza degradare o distruggere l’ambiente, ma ostacolando e rallentando la risoluzione dei problemi. Si tratta, ad esempio, della cosiddetta governance ambientale (si pensi solo alla regolamentazione dello sfruttamento della risorsa idrica), inadeguata rispetto alla complessità dei problemi ed ostacolata da investimenti limitati, nonché dalla resistenza di soggetti con interessi politici o economici a breve termine, con scarsa attenzione alla tutela della biodiversità, alle comunità più deboli ed esposte e alle generazioni future. Tra i fattori alla base della perdita di biodiversità c’è anche il cambiamento climatico, processo profondamente interconnesso all’estinzione delle specie. La perdita di biodiversità influenza il clima, soprattutto attraverso l’impatto sull’azoto, il carbonio e sul ciclo dell’acqua. A sua volta il cambiamento climatico influenza la biodiversità attraverso fenomeni come l’aumento della temperatura e la riduzione delle precipitazioni. Queste si manifestano ormai sempre più spesso come piogge torrenziali, causa di frane e alluvioni disastrose. Altro effetto della crisi climatica è l’innalzamento del livello del mare. Sono 21.500 i km quadrati di suolo italiano cementificato, mentre si calcolano oltre 1.150 km2 di suolo consumati in 15 anni, una superficie quasi corrispondente a quella di una città come Roma, mentre nel Mediterraneo le temperature stanno aumentando il 20% più velocemente rispetto alla media globale. Poi ci sono le specie aliene invasive, identificate da alcuni studi come la seconda principale minaccia alla biodiversità globale, che ha contribuito in modo determinate al 54% delle estinzioni delle specie animali conosciute, tramite predazione su specie autoctone o competizione per le risorse (es. cibo, luoghi di riproduzione). Attualmente, si stima che in Italia ci siano intorno a 3.000 specie aliene, con un incremento del 96% negli ultimi 30 anni. La perdita di natura non rappresenta solo una minaccia di per sé, ma mette a rischio sistemi che ci garantiscono la vita, primo fra tutti quello che regge l’equilibrio della crisi idrica. A causa del riscaldamento globale in atto, la disponibilità media annua di acqua si potrebbe ridurre da un minimo del 10% entro il 2030 ad un massimo del 40% entro il 2100, con picchi fino al 90% per l’Italia meridionale. Il ciclo perverso della crisi idrica provoca effetti sulla biodiversità con l’estinzione (già in atto) di molte specie, perdita delle zone umide, l’incremento di parassiti e patologie, della frequenza e intensità degli incendi forestali. Gli effetti sulle persone, oltre alla riduzione delle disponibilità di acqua, saranno l’incremento dell’erosione del suolo e la riduzione della fertilità dei terreni agricoli. Le soluzioni – Il report WWF lancia anche un appello: è necessario di intervenire in maniera concreta mettendo immediatamente in pratica la Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030, che prevede che almeno il 30% delle specie e degli habitat di interesse comunitario il cui stato di conservazione non è soddisfacente, lo raggiungano entro il 2030. La strategia prevede anche che gli ecosistemi vengano tutelati attraverso l’incremento della superficie protetta al 30% del territorio terrestre e marino e che il 30% degli ecosistemi attualmente degradati vengano ripristinati. Per ogni ambiente da tutelare il report WWF approfondisce le soluzioni da mettere in atto: dal recupero e ripristino delle zone umide, al potenziamento della rete di monitoraggio delle acque interne superficiali e sotterranee; dalla necessità di un Piano di Adattamento alla crisi climatica, promuovendo le Nature Based Solutions, alla gestione forestale; dalla drastica riduzione dell’uso dei pesticidi in agricoltura, fino all’ampliamento delle superficie marina protetta. Oggi più che mai è importantissima l’attivazione di tutti, a partire dalla società civile, per strappare la crisi dei sistemi naturali da quel cono d’ombra che impedisce ai cittadini di capire la portata di quello che sta succedendo e alle istituzioni di agire riconoscendo alla natura la priorità che ha, di fatto, nel presente e nel futuro. LEGGI TUTTO

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    Ita Airways, la clessidra corre: ancora nessun cenno da Lufthansa

    (Teleborsa) – Scade oggi il termine (prorogato dal 24 aprile) per la presentazione dell’offerta di Lufthansa sul 40% di ITA Airways, la compagnia aerea nata da Alitalia e totalmente controllata dal Tesoro. E mentre trascorrono le ore si fa sempre più improbabile l’arrivo di una proposta oggi stesso, tanto più che il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è in Giappone per partecipare al G7.Sono tanti i nodi che ancora bloccano la transazione: dalle certezze che Lufthansa vorrebbe circa la discontinuità rispetto alla vecchia Alitalia, comprese le vertenze degli ex dipendenti, alle rassicurazioni che il governo pretende per mantenere Roma al centro del network internazionale di Lufthansa, che invece guarda con più interesse a Milano.Quel che è certo è che la scadenza di oggi per chiudere la trattativa sembra divenuta solo formale e, a meno di altre sorprese, si prospetta uno slittamento sino a mercoledì prossimo 17 maggio, quando il titolare del MEF tornerà a Roma, dopo aver partecipato al G7 (oggi e domani) ed alle riunioni di Eurogruppo ed Ecofin (lunedì e martedì). Frattanto, il CdA di Ita Airways ha dato il via libera al bilancio 2022, chiuso con una perdita netta di 486 milioni di euro, mentre ha tenuto in stand-by la nomina del nuovo CdA in attesa della conclusione delle trattative con i tedeschi, che certamente vorranno un rappresentante nel Board. LEGGI TUTTO