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    Tracciamento delle app, Antitrust francese verso indagine su politiche Apple

    (Teleborsa) – Le modifiche apportate da Apple nel 2021 alle sue politiche di tracciamento delle app sono al centro delle polemiche in Francia. In seguito alla denuncia presentata da quattro gruppi pubblicitari francesi – IAB France, Mobile Marketing Association, SRI e UDECAM – l’autorità francese per la concorrenza, secondo quanto riporta il sito di notizie Axios, starebbe valutando l’apertura di un’indagine antitrust su Apple.Introdotte nel 2021 per tutelare la privacy degli utenti degli iPhone, consentendo loro di scegliere di non essere tracciati da altre app sui loro cellulari, le modifiche alle regole stabilite da Apple non sarebbero rispettate dalla società di Cupertino creando, così, uno svantaggio ai suoi competitor. Questi cambiamenti sono, infatti, costati ai rivali, in particolare a Meta, miliardi di dollari di entrate pubblicitarie, mentre il business pubblicitario di Apple ha continuato a crescere. Apple ha affermato che le modifiche erano progettate pensando alla privacy, ma i concorrenti affermano che le modifiche hanno aumentato l’attività pubblicitaria della compagnia. Parigi potrebbe avviare l’indagine in risposta alla denuncia dei quattro gruppi pubblicitari francesi. IAB France, Mobile Marketing Association, SRI e UDECAM sostengono che Apple non è riuscita a mantenere gli stessi standard di targeting degli annunci che ha imposto ai suoi concorrenti. LEGGI TUTTO

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    Yellen (USA): vigili sui rischi al ribasso da guerra e settore bancario

    (Teleborsa) – “Durante il G20 di febbraio, ho detto che l’economia globale era in una posizione migliore di quanto molti avevano previsto lo scorso autunno. Quell’immagine di base è rimasta sostanzialmente invariata. I prezzi di materie prime come cibo ed energia si sono stabilizzati. Le pressioni sulla catena di approvvigionamento continuano ad allentarsi. E le proiezioni di crescita globale rimangono più alte di quanto non fossero in autunno”. Lo ha affermato Janet Yellen, Segretario al tesoro degli Stati Uniti, a Washington, in occasione dell’inizio delle riunioni di primavera del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca Mondiale.”Negli Stati Uniti, il nostro mercato del lavoro rimane forte. Il nostro tasso di disoccupazione è vicino ai minimi storici. L’inflazione rimane troppo alta, anche se nell’ultimo semestre abbiamo visto segnali positivi di una moderazione dell’inflazione – ha spiegato – Mentre affrontiamo le nostre sfide immediate, gli Stati Uniti stanno anche effettuando investimenti storici a lungo termine nella capacità produttiva e nella resilienza della nostra economia. Ad esempio, l’Inflation Reduction Act sta stimolando un’ondata di investimenti in energia pulita, che avrà significative ricadute positive in tutto il mondo”.Yellen ha sottolineato che occorre rimanere “vigili sui rischi al ribasso”, facendo riferimento alla guerra della Russia contro l’Ucraina, al fatto che molti paesi si stanno ancora riprendendo dallo shock pandemico e che in alcuni paesi, inclusi gli Stati Uniti, ci sono state recenti pressioni sui sistemi bancari.Il Segretario al tesoro ha evidenziato che negli USA “il sistema bancario statunitense rimane solido, con solide posizioni di capitale e liquidità”. Anche il sistema finanziario globale “rimane resiliente grazie alle significative riforme che le nazioni hanno adottato dopo la crisi finanziaria” e “ci impegniamo a continuare questo lavoro attraverso organismi come il Consiglio per la stabilità finanziaria e il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria”. LEGGI TUTTO

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    DEF, via libera in CdM. Governo dichiara stato emergenza su migranti

    (Teleborsa) – Via libera in Consiglio dei ministri al DEF 2023 che – come si legge nella nota del MEF “tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale”.Nello scenario tendenziale a legislazione vigente contenuto nel Def, il Pil è previsto crescere dello 0,9% nel 2023 (all’1% nel quadro programmatico). Il Pil tendenziale per il 2024 è all’1,4% (1,5% programmatico), dell’1,3% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico). Lo fa sapere il Mef in una nota. Il dato relativo al 2023, si precisa, è rivisto al rialzo in confronto al Dpb di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6%.A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil – si legge ancora – il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso”. “Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie” e allo stesso tempo, spiega il ministero, “contribuirà alla moderazione della crescita salariale” contro “una pericolosa spirale salari-prezzi”.”La prudenza di questo documento è ambizione responsabile. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana, ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo del nostro Paese”. Così il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, commentando il Def approvato oggi in Consiglio dei Ministri. “Le riforme avviate intendono riaccendere la fiducia nel futuro – prosegue Giorgetti – tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi. Inoltre riconoscerà lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dell’essere persona”. “E’ realistico puntare per i prossimi anni – conclude il Ministro – ad un aumento del tasso di crescita del Pil e dell’occupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento all’insegna della transizione ecologica e digitale”.”Un tasso di crescita dell’1% quale quello prospettato dal Def è senz’altro alla portata della nostra economia, che ha dimostrato grande solidità nel corso della crisi Covid, così come lo scorso anno in presenza del formidabile rialzo dei prezzi dell’energia. Ma l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie e i ritardi sul Pnrr rischiano di compromettere gli andamenti economici del 2023″. Così Confesercenti. “La spinta del turismo, che nonostante il persistere di alcune criticità mai risolte – a partire dall’annosa questione della destagionalizzazione – prosegue la confederazione – sta recuperando i livelli pre-pandemia, potrebbe contribuire in modo decisivo a conseguire il risultato di crescita atteso dal governo. Tuttavia, non possiamo mancare di sottolineare l’ostacolo posto dalla perdita di potere d’acquisto delle famiglie, che si protrarrà per tutto l’anno e che, secondo le nostre valutazioni, porterà a una caduta del volume delle vendite al dettaglio pari al -2,5%. Le prospettive dei consumi restano quindi assai più deboli di quelle del Pil e questo è un elemento di grande fragilità per il quadro programmatico assunto nel DEF: bisognerà fare dunque il possibile per evitare una frenata della spesa delle famiglie. Il secondo rischio sta invece nell’eventualità che non si riesca ad accelerare i tempi di attuazione del Pnrr, che proprio a causa del ridotto dinamismo dei consumi costituisce un fondamentale elemento di sostegno della domanda interna. Stimiamo che le difficoltà incontrate nell’implementare il Piano abbiano già determinato una perdita di Pil dello 0,4% nel 2022, pari a 7,6 miliardi di euro di minore crescita. E nel 2023 potrebbero costarci ulteriori 5,6 miliardi di euro di aumento del Pil”.”La crescita del pil italiano all’1% potrebbe generare un ‘tesoretto’ nei conti pubblici da quasi 8 miliardi di euro. L’inatteso rialzo del prodotto interno lordo del Paese, che il governo dovrebbe delineare oggi nel nuovo Documento di economia e finanza, consente di far spuntare risorse non previste nelle casse dello Stato, frutto di una crescita economica che, nel corso dell’anno, sono in grado di dare origine a un fatturato aggiuntivo, rispetto al 2022, per una cifra vicina ai 20 miliardi di euro. Con una pressione fiscale pari a circa il 41,8%, nelle casse dello Stato potrebbero entrare 7,9 miliardi in più, tra tasse e contributi, rispetto allo scorso anno”. È quanto sostiene il Centro studi di Unimpresa. “Se il PIL italiano continuerà a viaggiare a un ritmo importante, il governo avrà a disposizione un gettito aggiuntivo importante. Risorse in qualche modo non previste che a nostro giudizio andrebbero dirottate immediatamente alla riduzione del cuneo fiscale sia per le imprese sia per le famiglie. Si tratta – commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara – come abbiamo già richiesto nei giorni scorsi e come oggi ribadiamo, di anticipare la traiettoria delineata dal governo con la delega per la riforma del sistema tributario del nostro Paese. In quel provvedimento, nel quale si sono messi nero su bianco i principi che andranno seguiti per ridisegnare il fisco, è stato annunciato, con la massima chiarezza, un obiettivo essenziale ovvero l’abbattimento del carico fiscale sui contribuenti. Questo percorso, non semplice, va anticipato il più possibile”.Su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il governo ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, avrà la durata di sei mesi.All’ordine del giorno della riunione anche un disegno di legge sulle sanzioni contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d’arte, un disegno di legge con interventi a sostegno della competitività dei capitali. Multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali” ed altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro per chi “deturpa o imbratta” questi beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico”.Ore decisive anche per le nomine delle grandi partecipate. LEGGI TUTTO

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    Prove di guerra cinesi su Taiwan: rilevati 26 jet militari e 9 navi da guerra

    (Teleborsa) – All’indomani della fine dei giochi di guerra di tre giorni su vasta scala messi in atto da Pechino in risposta all’incontro di Los Angeles tra la presidente di Taipei Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy, il ministero della difesa di Taiwan ha riferito di aver rilevato fino alle 11 locali (le 5 in Italia) un totale di 26 jet militari e nove navi da guerra cinesi intorno all’isola. “La Cina – ha comunicato il ministero in una nota – ha inviato aerei militari che hanno attraverso la linea mediana dello Stretto di Taiwan da nord, dal centro e dal sud. L’aeronautica militare, la marina e gli equipaggi missilistici a terra di Taiwan stanno monitorando e rispondendo da vicino”.Negli ultimi tre giorni la Cina ha simulato attacchi di precisione su obiettivi strategici e blocchi intorno all’isola durante le esercitazioni, inviando dozzine di aerei da combattimento e bombardieri e una decina di navi da guerra, inclusa la portaerei Shandong. Il ministero della Difesa ha affermato di aver avvistato tra i caccia militari anche i modelli J-16 e Su-30, che effettuavano pattugliamenti di prontezza al combattimento intorno all’isola.I partiti di governo e di opposizione di Taipei, in una rara dimostrazione di unità, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dei loro comitati parlamentari condannando le esercitazioni cinesi. “Il popolo e il governo di Taiwan hanno il diritto di condurre normali scambi con altri Paesi e di contribuire alla comunità internazionale attraverso la partecipazione – si legge nella dichiarazione –. Le autorità cinesi non hanno il diritto di ostacolare e non possono cambiare la forte volontà del governo e della gente di Taiwan a uscire nel mondo”.Accuse dalla presidente di Taiwan Tsai Ing-wen che ha criticato la Cina per il comportamento “irresponsabile”. “In qualità di presidente, rappresento il mio Paese nel mondo – ha scritto Tsai nella notte su Facebook –. Le visite all’estero, comprese le tappe negli Usa, non sono nuove e sono ciò che la gente si aspetta. Tuttavia, la Cina sta usando le manovre militari per l’ instabilità a Taiwan e nell’area e non è un atteggiamento responsabile di una potenza regionale”. Tsai, nel suo post, ha ringraziato tutti i colleghi militari e di pattugliamento marittimo: “Durante questo periodo, con un alto grado di professionalità e senso della missione, abbiamo tutti lavorato sodo. Grazie ragazzi. Il team di sicurezza nazionale ha lavorato molto duramente per mantenere il miglior contatto con tutte le parti in tempo reale, cogliendo e giudicando attentamente la situazione e collaborando con le forze armate nazionali per proteggere la nostra sicurezza nazionale. Di fronte a varie intrusioni oppure a operazioni conoscitive, l’esercito nazionale e le squadre di sicurezza nazionale collaborano pienamente e lavorano insieme in modo tempestivo per garantire che tutti gli sforzi per la sicurezza nazionale siano effettivamente in atto”. Tsai ha ricordato di aver anche “autorizzato pienamente il segretario alla Difesa a rispondere secondo le competenze militari e il ministro la terrà sempre informata”. In questo momento, – ha aggiunto – “l’esercito e il popolo sono uniti, non vengono fuorviati da false informazioni e la protezione della Taiwan democratica è la massima priorità. Malgrado le esercitazioni militari cinesi siano terminate, l’esercito nazionale e la squadra di sicurezza nazionale – ha concluso la presidente – continueranno a mantenere le loro posizioni e a difendere il Paese, per favore state tranquilli e tifate ancora una volta per l’esercito nazionale che è in prima linea a proteggere la nostra patria”. La tre giorni di giochi di guerra della Cina intorno a Taiwan, ha causato preoccupazione in Giappone, con le isole meridionali vicino a Taiwan e a ischio coinvolgimento in un conflitto. Il ministro della Difesa Yasukazu Hamada ha descritto le operazioni militari della Cina come un “addestramento intimidatorio” per prendere il controllo di mare e aria intorno all’isola. La Cina sembra aver mostrato un “atteggiamento intransigente” riguardo alle questioni di Taiwan durante le esercitazioni, ha aggiunto Hamada. (Foto: SalRangThaeu) LEGGI TUTTO

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    Contratti comunicazioni elettroniche, AGCOM avvia consultazione

    (Teleborsa) – L’AGCOM ha approvato l’avvio di una consultazione pubblica sulla revisione del Regolamento in materia di contratti tra operatori e utenti finali, con l’obiettivo di recepire le novità introdotte dal nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche in materia di: obblighi di informazione da applicare ai contratti; durata massima dei contratti non superiore a 24 mesi; proroga dei contratti; rateizzazione di servizi e apparecchiature terminali; modifica delle condizioni contrattuali (ius variandi); diritti degli utenti in caso di discrepanza delle prestazioni del servizio rispetto a quanto promesso nel contratto; diritto di recesso; cessazione del rapporto contrattuale e informazioni contrattuali sulle procedure di migrazione e portabilità del numero.Lo si legge nella nota ufficiale che spiega che tra le misure in consultazione, è previsto che l’operatore riporti nelle proposte contrattuali i termini entro cui, a seguito della conclusione del contratto, dà avvio alla procedura per l’attivazione dei servizi voce e Internet. Il contratto dovrà riportare il riferimento agli indennizzi spettanti agli utenti in caso di mancato rispetto degli obblighi in materia di migrazioni e portabilità del numero da parte del fornitore. Il regolamento disciplina anche le offerte che comprendono, nella stessa proposta contrattuale, uno o più servizi di comunicazione elettronica e apparecchiature terminali. Una specifica sezione del Regolamento è dedicata all’adeguamento del canone sulla base dell’indice dei prezzi al consumo. Per i contratti già in essere che non lo prevedono, una proposta di modifica del contratto che inserisca un meccanismo di adeguamento periodico all’indice dei prezzi al consumo dovrà essere espressamente accettata dall’utente. Per i contratti che prevedono già un meccanismo di indicizzazione, il conseguente aumento del canone non si configura come una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali e quindi non conferisce all’utente il diritto di recedere dal contratto senza penali solo nel caso in cui l’adeguamento sia dipendente da un indice oggettivo dei prezzi al consumo stabilito da un istituto pubblico. Una volta prevista l’indicizzazione nel contratto, l’operatore potrà modificare le tariffe esclusivamente in misura corrispondente alla variazione dell’indice annuale dei prezzi al consumo. L’operatore è inoltre tenuto a informare i clienti di tali adeguamenti. L’applicazione dell’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo può avvenire, in prima applicazione, solo dopo 12 mesi dall’adesione contrattuale. L’operatore è tenuto a pubblicare sul proprio sito web l’entità della variazione del canone due mesi prima della sua entrata in vigore. La stessa informazione deve essere comunicata all’utente su supporto durevole (ad esempio attraverso un avviso sulla fattura emessa periodicamente) almeno un mese prima della sua entrata in vigore. Le comunicazioni antecedenti all’adesione al contratto e nel contratto stesso, relative all’adeguamento del canone a causa dell’indicizzazione, devono essere caratterizzate dalla massima trasparenza e comprensibilità in relazione all’indice di adeguamento utilizzato, al mese di applicazione della variazione e alle modalità di comunicazione della variazione.Le informazioni ai consumatori sulla presenza di eventuali clausole di indicizzazione vanno incluse nella descrizione delle offerte commerciali insieme alle condizioni economiche di base delle stesse; vanno inoltre incluse nella sintesi contrattuale e poste in evidenza su tutti i canali di comunicazione, garantendo adeguata evidenza dei canali utilizzati. La bozza di Regolamento riguarda i consumatori, le microimprese, le piccole imprese e le organizzazioni senza scopo di lucro. Il termine per la conclusione del procedimento – conclude la nota – è di 120 giorni complessivi, a decorrere dalla pubblicazione della delibera sul sito web dell’Autorità, di cui 45 giorni dedicati alla consultazione pubblica. LEGGI TUTTO

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    Sorgenia, ricavi 2022 balzano a 6,1 miliardi. Michele De Censi nuovo AD

    (Teleborsa) – Sorgenia, gruppo attivo nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale, ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati pari a 6,1 miliardi di euro, con un aumento del 79% rispetto al 2021. L’EBITDA è cresciuto dai 444 milioni di euro del 2021 ai 550 milioni di euro dell’esercizio appena terminato (+24%). L’indebitamento finanziario netto è ulteriormente sceso, attestandosi a 394 milioni di euro con una contrazione del 47%.Gianfilippo Mancini ha chiuso la propria esperienza nel gruppo dopo otto anni come amministratore delegato e direttore generale della società controllata dal fondo infrastrutturale F2i Sgr e partecipata da Asterion Industrial Partners.”Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti e del percorso di trasformazione vissuto dall’azienda in questi otto anni – ha commentato l’AD uscente – Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo straordinario traguardo e faccio gli auguri di buon lavoro al mio successore”.I soci hanno anche informato la società, si legge in una nota, che intendono proporre all’assemblea, convocata per fine mese, la nomina di Michele De Censi, con indicazione al consiglio di amministrazione di nominarlo in qualità di amministratore delegato e direttore generale. LEGGI TUTTO

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    Cdm, sul tavolo ipotesi stato d'emergenza nazionale in materia di immigrazione

    (Teleborsa) – Sono 1.659 i migranti ospiti, a fronte dei circa 400 posti disponibili, all’hotspot di Lampedusa. Per questa sera, con il traghetto di linea che giungerà all’alba di domani a Porto Empedocle, è stato programmato un trasferimento di 141 persone. Ieri, dopo che fra sabato e domenica sono sbarcati 1.653 migranti, ci sono stati solo due soccorsi fatti dalla Capitaneria di porto, in area Sar, con un totale di 54 persone originarie di Costa d’Avorio, Mali e Guinea. È in tale scenario che sul tavolo del Consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi potrebbe approdare la dichiarazione di stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione. La decisione, secondo quanto si apprende, sarebbe maturata dopo un incontro avvenuto ieri tra i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e della Protezione civile e del Mare, Nello Musumeci. Una misura già adottata nel 2011, quando il premier era Silvio Berlusconi e Roberto Maroni era ministro dell’Interno.”Se oggi dichiareremo lo stato di emergenza sull’immigrazione? È una ipotesi assai probabile. Ieri – ha detto il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci a Radio Anch’io – mi sono sentito col collega dell’Interno Piantedosi, c’è una condizione di assoluta emergenza. Non è un fatto nuovo, io stesso avevo lanciato l’allarme settimane fa. È un problema che è destinato a non esaurirsi per almeno i prossimi dieci anni. Una condizione che mette in sofferenza le strutture dello Stato ed è inevitabile perché parliamo di esseri umani che hanno diritti e verso i quali dobbiamo avere un approccio responsabile. Lo stato di emergenza dovrebbe facilitare le procedure. Parliamo di un fenomeno mai conosciuto nel passato. Le isole da sole non possono affrontare questa condizione di emergenza”. LEGGI TUTTO

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    FMI lima stime crescita globale, crescono rischi “atterraggio brusco” economia

    (Teleborsa) – Il Fondo monetario internazionale ha ritoccato al ribasso le previsioni di crescita economica globale su quest’anno e sul prossimo, in entrambi casi per 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni che aveva aggiornato lo scorso gennaio. Ora sul 2023 l’istituzione di Washington prevede una espansione globale del 2,8%, mentre nel 2024 dovrebbe segnare un più 3%. LEGGI TUTTO