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    Giappone, prezzi produzione aumentano più delle attese a gennaio

    (Teleborsa) – Aumentano i prezzi alla produzione in Giappone nel mese di gennaio 2025. Secondo la Bank of Japan, i prezzi di fabbrica hanno registrato un incremento del 4,2% su base annua, contro il +3,9% rivisto del mese precedente. Le attese erano per una crescita più contenuta del 4%. Su base mensile, i prezzi all’industria hanno registrato un aumento dello 0,3% dopo il +0,4% rivisto del mese precedente, risultando uguali alle attese che indicavano una variazione del +0,3%. I prezzi import hanno segnato un aumento dello 0,1% su base mensile e un calo del 3% su base tendenziale. I prezzi export sono aumentati dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annuale. LEGGI TUTTO

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    Usa, Powell: inflazione resta in qualche misura elevata

    (Teleborsa) – Il presidente della Fed, JeromePowell, ha dichiarato che la Federal Reserve vuole vedere ulteriori progressi sul ritorno dell’inflazione verso il suo obiettivo del 2%, progressi che negli ultimi mesi non si sono visti, prima di procedere a nuovi eventuali tagli dei tassi di interesse. In un’audizione alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Powell ha sottolineato che al momento “possiamo permetterci il lusso di attendere”. Pur riconoscendo che l’inflazione ha fatto progressi verso quel target, ha ribadito che negli Stati Uniti resta “in qualche misura elevata”, così come aveva sottolineato ieri nella prima giornata dell’audizione semestrale al Congresso.Powell ha poi spiegato che da quando ha avviato la manovra di riduzione del suo bilancio la Federal Reserve ha complessivamente dismesso titoli del Tesoro Usa per 2.000 miliardi di dollari e “penso che dobbiamo ancora andare avanti”. Powell ha però sottolineato che la Fed intende mantenere “ampie riserve” perché “quando manca la liquidità non accade nulla di buono” e che per questo ad un certo punto smetterà di ridurre la mole del bilancio.Il presidente ha poi fatto sapere che alla Federal Reserve non ci sono stati contatti con esponenti del Doge, l’ente per il taglio degli sprechi nell’amministrazione federale che il presidente Usa, Donald Trump ha affidato a Elon Musk. LEGGI TUTTO

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    Fs, Donnarumma: studieremo situazione Anas, c’è tema di sinergie non realizzate

    (Teleborsa) – L’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, StefanoDonnarumma, ha dichiarato che verrà studiata la situazione legata alla controllata Anas. “Anas e’ una cosa che certamente studieremo perché é un tema di sinergie che non si sono verificate nel tempo”, ha spiegato a margine di un’audizione alla Camera parlando di una possibile fuoriuscita di Anas dal perimetro del gruppo. “Anas è veramente una voce di costo – ha aggiunto – perché non ha revenues. È tutta basata sul finanziamento pubblico che peraltro va probabilmente un poco rimodernato come metodologia. Noi la provocazione intendiamo sottoporla al ministero e al governo e poi studiarla”.Parlando dei conti del gruppo, Donnarumma ha sottolineato che “ci sono state delle attività sulle quali abbiamo dovuto per prudenza operare degli accantonamenti, nello specifico Ferrovie del Sud-Est e quant’altro. Di conseguenza è probabile che il risultato netto finale possa avere un segno negativo anziché positivo. Ma questo è già stato reso evidente nella semestrale, quindi non c’è una novità, c’è solamente la chiusura dei conti annuale”. “Peraltro – ha aggiunto – è stato un anno che in termini di andamento è stato molto positivo in realta’, questo è solo un effetto bilancistico”.In audizione si è parlato anche dell’ipotesi privatizzazione. “Non ce l’ha prescritto il medico. Io non ho mai avuto un input di privatizzare nulla. L’unico vero input che ho avuto, da ben tre ministri, è stato: verifica bene come siamo messi con il PNRR affinché possiamo raggiungere l’obiettivo”. L’apertura a terzi, ha sottolineato, “non è un obbligo, è un’opportunità”. Il manager ha spiegato che si sta pensando a una “struttura che non prevede la svendita e nemmeno una vendita, ma una compartecipazione all’equity. Il nostro intento è sano”.Durante l’audizione Donnarumma è intervenuto anche sul tema nomine. “Non c’è nessuna voglia di forzare niente, non c’è nessuna distorsione di mercato. Non c’è nessun motivo perché questo possa essere lesivo degli interessi di chicchesia”, ha dichiarato. “La norma prevede determinate attività che nel caso vengano svolte da un determinato soggetto possano essere vincolanti per l’assunzione di un ruolo nell’operatore di trasporto. Noi stiamo facendo delle opportune verifiche ulteriori – ha aggiunto – per essere assolutamente certi che ciò che già prevede la nostra organizzazione, che separa le responsabilità nell’ambito dell’organizzazione e quindi isola queste responsabilità, sia stato concretamente applicato nella pratica”. LEGGI TUTTO

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    Federcontribuenti: “Accertamenti fiscali aggressivi, serve un cambio di metodo”

    (Teleborsa) – ‘L’onnipresenza e l’aggressività delle Agenzie erariali e i conseguenti accertamenti della Guardia Di Finanza nelle imprese segnalano un cambiamento di rotta: ovvero la decisione di modificare coattivamente il tessuto sociale ed economico dell’azienda stessa”. Cosi’, in una nota, i vertici di Federcontribuenti, il Presidente Marco Paccagnella e il Segretario Generale Flavio Zanarella che si fanno portavoce di tanti imprenditori delusi e sconfortati ”dalle continue azioni di accertamenti fiscali che costringono gli stessi, spesso, a decisioni drastiche come la chiusura stessa, anche se temporanea, della loro attività”. L’associazione dei contribuenti italiani prende sotto mira ”il modo con cui questi accertamenti fiscali vengono effettuati: rocamboleschi arrivi in azienda, spesso a sirene spiegate, come se i nostri imprenditori, onesti, hanno da nascondere attività illecite. E questo solo per vedere se il rapporto con il fisco è tutto in regola”. Conoscere bene i propri diritti e doveri, sottolineano i due esponenti di Federcontribuenti, ”è fondamentale per non commettere errori e prepararsi bene a situazioni difficili sotto molti punti di vista, situazioni difficili che poi sono i momenti in cui chi subisce questi accertamenti molte volte subiscono momenti emotivi che lasciano il segno”. Oggi più che mai, inoltre, ”è importante impostare bene la difesa del contribuente già nelle primissime fasi dell’accertamento tributario. Frequentemente, infatti, gli errori realizzati durante i momenti iniziali della verifica compromettono in tutto o in parte la successiva attività difensiva del soggetto sottoposto ai controlli dell’amministrazione finanziaria”. Perchè, allora, è la proposta di Federcontribuenti ”queste verifiche non vengono fatte con appuntamento e la messa a disposizione di tutta la documentazione inerente l’attività da verificare come in altri Stati e – conclude la nota – non con divise e armi in pugno come nel sospetto di terrorismo o traffico internazionale di armi e stupefacenti?”. LEGGI TUTTO

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    Finanza, Commissione Ue propone di ridurre il ciclo di regolamento per i titoli dell’Ue

    (Teleborsa) – La CommissioneUe ha proposto di abbreviare il ciclo di regolamento per le operazioni su valori mobiliari dell’UE, portandolo da due giorni a un giorno. La modifica legislativa proposta ridurrebbe il ciclo di regolamento sui titoli – quali azioni od obbligazioni – eseguite nelle sedi di negoziazione dell’UE da due giorni lavorativi (il cosiddetto “T+2”) a un giorno lavorativo dopo la negoziazione (“T+1″). Il regolamento è il processo attraverso il quale l’acquirente riceve il titolo e il venditore riceve il contante. Il passaggio a T+1 è volto a rafforzare l’efficienza e la competitività dei servizi dei mercati finanziari post-negoziazione nell’UE, che sono essenziali per il buon funzionamento dell’Unione del risparmio e degli investimenti.”A livello internazionale, la rotta da seguire verso un ciclo di regolamento T+1 è molto chiara. È mia ferma intenzione far sì che l’UE mantenga intatto il suo dinamismo in questa importante area di mercato. T+1 apporterà ulteriori benefici concreti all’Unione del risparmio e degli investimenti e contribuirà alla competitività dei mercati dei capitali dell’UE. La nostra proposta ridurrà i costi, aumenterà l’efficienza e migliorerà la liquidità, come richiesto dall’industria. Ci adopereremo altresì per assicurare il coordinamento con altri paesi europei che intendono passare a T+1, in particolare il Regno Unito e la Svizzera, visti gli stretti legami esistenti tra i nostri mercati dei capitali”, ha dichiarato Maria Luís Albuquerque, Commissaria per i Servizi finanziari e l’Unione dei risparmi e degli investimenti.Dopo aver attentamente valutato le raccomandazioni contenute nella relazione elaborata dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) in collaborazione con il Sistema europeo di banche centrali (SEBC), così come il contributo dei portatori di interessi, la Commissione propone una modifica mirata del regolamento sui depositari centrali di titoli (CSDR).La proposta fissa all’11 ottobre 2027 la data opportuna per la transizione al regolamento T+1. Questo termine darà ai partecipanti al mercato tempo sufficiente per sviluppare, testare e concordare processi e norme miranti a garantire un’introduzione corretta ed efficace del T+1 sui mercati dei capitali dell’UE. La proposta è inoltre adeguata alle esigenze future e fissa una durata massima per il ciclo di regolamento (T+1), consentendo nel contempo ai partecipanti al mercato di regolare più rapidamente (T+0) le loro operazioni.La proposta della Commissione sul passaggio a T+1 punta promuovere l’efficienza del regolamento e aumenterà la resilienza dei mercati dei capitali dell’UE. Contribuirà anche ad aumentare spessore e liquidità dei mercati dei capitali, obiettivo fondamentale dell’Unione del risparmio e degli investimenti. Inoltre conta di evitere la frammentazione del mercato e i costi legati al disallineamento tra i mercati finanziari dell’UE e altri mercati finanziari mondiali, contribuendo alla competitività dei mercati dei capitali dell’UE. Molte giurisdizioni, tra cui Cina, India, Stati Uniti e Canada, hanno infatti già ridotto il loro ciclo di regolamento a T+1. Altri mercati internazionali dei capitali, quali il Regno Unito o la Svizzera, si sono impegnati a passare a T+1 come regolamento obbligatorio o stanno valutando questa possibilità. L’analisi della Commissione e la relazione dell’ESMA confermano che i benefici attesi, quali l’aumento dell’automazione e dell’efficienza dei processi post-negoziazione, la riduzione del rischio, la riduzione dei requisiti di margine e l’eliminazione dei costi e degli attriti legati ai disallineamenti, dovrebbero nel tempo superare ampiamente i costi iniziali derivanti dagli investimenti necessari al passaggio a T+1.La proposta sarà ora presentata al Parlamento europeo e al Consiglio affinché sia esaminata e adottata. Le modifiche entreranno in vigore una volta che i colegislatori avranno raggiunto un accordo sulla proposta e dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. LEGGI TUTTO

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    Petrolio, OPEC prevede aumento domanda grazie ai trasporti

    (Teleborsa) – L’OPEC conferma la previsioni di crescita della domanda di petrolio, per quest’anno e, per il prossimo esercizio, grazie soprattutto ai trasporti e all’aumento del traffico aereo. Lo rivela l’ultimo rapporto mensile dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio che riporta una stima invariata rispetto al mese scorso. Il cartello, con sede a Vienna, prevede ancora una crescita della domanda di 1,45 milioni di barili al giorno, quest’anno e, di 1,43 milioni di barili al giorno, per il 2026, con un forte aumento dei viaggi aerei e della mobilità su strada che incrementeranno il consumo di carburante per i trasporti.Il mondo, secondo il rapporto, consumerà 105,1 milioni di barili al giorno (mb/d) nel 2025 dopo i 103,75 mb/d del 2024. Il consumo dovrebbe aumentare per tutto il 2025, nella misura di 104,2 mb/giorno nel primo trimestre di quest’anno. Per il 2026, la previsione è di un consumo globale di 106,6 mb/d. L’OPEC ha posto, poi, l’accento sulla politica commerciale della nuova amministrazione degli Stati Uniti, sottolineando che aggiunge “ulteriore incertezza nei mercati” e dunque maggiore volatilità. “Sia nelle economie sviluppate che nei mercati emergenti, si legge nel report, le incertezze commerciali hanno aumentato le aspettative di inflazione oltre gli obiettivi delle principali banche centrali e hanno reso più difficile tagliare i tassi di interesse nel 2025. L’impatto della politica commerciale degli Stati Uniti sulla crescita macroeconomica globale resta da vedere”.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Fumarola eletta segretaria generale della Cisl: “Lavorare per un grande accordo tra riformisti”

    (Teleborsa) – Daniela Fumarola è la nuova segretaria generale della Cisl. È stata eletta con 188 voti (191 i presenti) dal Consiglio generale confederale riunito a Roma. Fumarola succede a Luigi Sbarra, che si è dimesso dalla guida del sindacato per raggiunti limiti di età.Abbiamo chiesto a Luigi Sbarra, “un sindacalista vero di continuare il suo impegno, come presidente della Fondazione Cisl Franco Marini. Credo sia il modo migliore per tenercelo stretto, e dare a questa nuova realtà il vigore e la forza necessari a mantenere alta la memoria e la cultura sindacale, politica, istituzionale di un grande uomo come Franco. E insieme, per dare valore e attualizzare quella politica di mediazione e di concertazione, quelle tante battaglie d’avanguardia della nostra grande confederazione” ha detto la neo segretaria generale della Cisl relazione subito dopo l’elezione, esprimendo il proprio ringraziamento al predecessore.Trovare le giuste soluzioni per le transizioni”Il green deal, di deal, cioè di Patto, non ha assolutamente nulla definendo in maniera unilaterale, rigida e ideologica la linea del 2035 per la fine dei motori a scoppio. Bisogna tornare a ragionare insieme. E insieme trovare le giuste soluzioni per una transizione ecologica, tecnologica, industriale socialmente sostenibile, capace di coniugare, attraverso massicce risorse strutturali, riconversioni tutelate, salvaguardia dell’occupazione, rilancio della produzione” ha detto Fumarola.Il clima di scontro non giova a nessuno”Troppo complesse e decisive sono le sfide che dobbiamo affrontare per permettersi di restare prigionieri dentro un clima di scontro che davvero non giova a nessuno. Clima che non farebbe avanzare di un metro la risoluzione dei tanti problemi che da decenni zavorrano il mondo del lavoro e tutto il Paese – ha detto la neo eletta segretaria generale della Cisl rimarcando la via del dialogo e della corresponsabilità –. Corresponsabilità: questa è l’unica chiave di accesso al futuro. Vale per l’Europa e vale per il nostro Paese, che ha bisogno di dialogo, di concordia e di coesione. È la via che la Cisl in questi anni ha costantemente indicato: quella della responsabilità e della partecipazione”, del “confronto libero e autonomo con gli interlocutori sociali e istituzionali. Nessun pregiudizio, nessuna simpatia o antipatia dettata dal colore politico del governo che si ha di fronte. Rispetto al governo Meloni, al quale riconosciamo di aver mantenuto, salvo rari frangenti, un’importante attenzione al dialogo, ci poniamo allo stesso modo con cui ci siamo rapportati al governo Draghi e a quelli precedenti. Stando sempre al merito delle cose e proprio per questo senza paura del conflitto. Che è cosa ben diversa da un antagonismo troppo spesso strabordante su altri terreni rispetto a quello puramente sindacale – afferma ancora Fumarola –. Rivendico però il fatto che quando si è tentato di far passare la nostra autonomia per acquiescenza, il nostro riformismo per timidezza, allora abbiamo risposto e lo abbiamo fatto a testa alta, con orgoglio. Perché è una questione di rispetto”. “No al salario minimo per legge”La questione salariale “ha bisogno di nuove risposte. Dove per nuove, però, non si può intendere l’introduzione di un salario minimo legale che condurrebbe ad una eterogenesi dei fini che nuocerebbe a lavoratrici e lavoratori, specie delle fasce medie. Perché indebolire la contrattazione collettiva, favorire l’uscita delle aziende dai sistemi di rappresentanza avrebbe come effetto perverso l’abbassamento delle retribuzioni medie – ha detto la neo eletta segretaria generale della Cisl –. La via maestra resta quella contrattuale, estendendo il perimetro della contrattazione aziendale e territoriale nei settori ad alta intensità di piccola impresa e diffondendo soluzioni contrattuali partecipate”. Dopo di che, “di fronte ad un’inflazione che in questi anni ha falcidiato le retribuzioni, toccando nel momento peggiore la doppia cifra, la domanda da porsi è come creare le condizioni per il riscatto del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. Per noi la risposta resta, la stessa: una nuova politica dei redditi, da definire in modo non populista o demagogico, ma serio, scientifico, concertato. Oltre ad incentivare maggiore produttività e partecipazione, si tratta di governare prezzi e tariffe, di contrastare la speculazione, di rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, di diminuire le tasse sulle fasce più deboli e sul ceto medio”, ha dettoFumarola. “Altro che pace fiscale, servono più cartelle””Altro che pace fiscale, il Paese ha bisogno di equità fiscale. Più che di rottamazione delle cartelle, si emettano più cartelle: pagare meno, pagare tutti – ha affermato Fumarola –. Tutto il sistema fiscale, di pensionati e lavoratori, va riequilibrato. Obiettivo che ci porta subito a chiedere al governo l’abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35 almeno al 32% per sostenere con più vigore il ceto medio e rilanciare i consumi da parte di pensionati e lavoratori”. E, prosegue, “va intensificata la lotta all’evasione fiscale, con un sistema sanzionatorio più severo, nuovi metodi di accertamento, incrocio di banche dati e controlli avanzati, inclusi quelli basati sull’Intelligenza artificiale”. “Lavorare per un grande accordo tra riformisti””Lasciare gli ormeggi del passato e aprire una stagione nuova di corresponsabilità e partecipazione. Lo dico a due giorni dalla ricorrenza del Patto di San Valentino del 14 febbraio 1984. Dobbiamo impostare la rotta che arriva a un grande accordo tra parti riformiste e responsabili che impegni istituzioni, sindacato e imprese su obiettivi strategici comuni” ha detto la neo segretaria generale della Cisl tracciando la rotta del sindacato sotto la sua guida, dal lavoro alle pensioni, dai salari al fisco. “Avendo come stella polare il perseguimento dell’interesse generale – aggiunge –. Proponiamo un patto della responsabilità, che serve al Paese per farlo crescere, per dare stabilità e nuova occupazione e per realizzare una nuova politica dei redditi. Richiamiamo l’accordo di San Valentino perché pensiamo che quella sia stata una stagione importante: noi ci rivolgiamo a tutte le forze, non facciamo distinzioni di alcuna natura”, ha risposto poi Fumarola alla domanda sul patto di San Valentino sulla scala mobile, che fu un accordo separato non firmato dalla Cgil. “Chiediamo che ognuna delle forze riformiste e responsabili possa valutare questa nostra proposta, convergere e insieme cercare di migliorarla per dare risposte alle persone che rappresentiamo”, ha aggiunto la nuova leader della Cisl. “Preoccupa il crollo della produzione industriale””Siamo preoccupati dal crollo della produzione industriale, è importante che l’industria si riprenda – ha detto Fumarola, commenta i dati Istat, a margine del Consiglio confederale –. Seguiamo le vertenze in corso, auspichiamo che si arrivi a soluzioni che tengano insieme tutela del lavoro, dell’impresa, dell’ambiente e della sicurezza, su cui non abbasseremo la guardia”. LEGGI TUTTO

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    Produzione industriale, Pizzoli (ING): contesto macro non favorevole a imminente ripresa

    (Teleborsa) – “Chi cercava segnali di una potenziale ripresa o almeno di una stabilità della produzione industriale italiana entro la fine del 2024 rimarrà deluso dai dati di dicembre”. Così PaoloPizzoli, Senior Economist di ING, ha commentato i dati pubblicati questa mattina dall’Istat.”La produzione era rimasta pressoché stabile da luglio 2024, ma dicembre ha segnato una svolta al ribasso – ha sottolineato l’economista –. La contrazione mensile del 3,1% in termini destagionalizzati (contro il +0,3% di novembre) è stata nettamente peggiore delle aspettative. Su base annua, la produzione industriale aggiustata per i giorni lavorativi è diminuita del 7,1%, la contrazione più forte dal periodo Covid-19. La produzione si è contratta su base trimestrale in ogni trimestre del 2024 e la contrazione media annua per il 2024 è stata di un pesante 3,5%. Questo segna il secondo anno consecutivo di profonda recessione industriale”.”Un rapido sguardo alla ripartizione settoriale mostra che dicembre ha comportato un ampio deterioramento delle performance annuali: i mezzi di trasporto, il tessile e i prodotti in metallo sono stati quelli con contrazioni più marcate, mentre l’energia e l’estrazione di minerali sono stati gli unici grandi settori a registrare una crescita annuale positiva”, ha sottolineato Pizzoli.”In prospettiva, il contesto macro non è favorevole a un’imminente ripresa dell’attività industriale – ha fatto notare –. I dati sugli ordini riportati dalle indagini congiunturali sulle imprese sono stati modesti negli ultimi mesi e quello di gennaio ha registrato solo un lieve aumento in una tendenza al ribasso. Ciò sembra coerente con un livello di scorte di prodotti finiti che non è diminuito abbastanza da stimolare un ciclo di ricostituzione delle scorte. Se a questo si aggiungono le crescenti preoccupazioni per un possibile nuovo ciclo di dazi statunitensi sulle esportazioni dell’UE, si ottiene il mix perfetto per una continuazione delle difficoltà del settore manifatturiero nei prossimi mesi. Anche la recente accelerazione dei prezzi del gas non aiuta; se protratta nel tempo, potrebbe attenuare i timidi impulsi di spinta dal lato dell’offerta che avevamo notato in alcuni settori ad alta intensità energetica nella seconda metà del 2024″.”Se i dati di oggi riflettono in parte la decisione delle imprese di iniziare in anticipo le vacanze natalizie a causa della debolezza della domanda, non si può escludere un rimbalzo tecnico a gennaio. Ciò non modificherebbe il quadro generale, che rimane cupo nel breve termine. Per il momento, l’industria non appare destinata a diventare un motore di crescita e l’onere della crescita ricadrà probabilmente sui servizi e su parte del settore delle costruzioni. Attualmente prevediamo una crescita media del PIL dello 0,7% nel 2025; il dato di oggi aggiunge rischi al ribasso”, ha concluso l’economista di ING. LEGGI TUTTO