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    Fumarola eletta segretaria generale della Cisl: “Lavorare per un grande accordo tra riformisti”

    (Teleborsa) – Daniela Fumarola è la nuova segretaria generale della Cisl. È stata eletta con 188 voti (191 i presenti) dal Consiglio generale confederale riunito a Roma. Fumarola succede a Luigi Sbarra, che si è dimesso dalla guida del sindacato per raggiunti limiti di età.Abbiamo chiesto a Luigi Sbarra, “un sindacalista vero di continuare il suo impegno, come presidente della Fondazione Cisl Franco Marini. Credo sia il modo migliore per tenercelo stretto, e dare a questa nuova realtà il vigore e la forza necessari a mantenere alta la memoria e la cultura sindacale, politica, istituzionale di un grande uomo come Franco. E insieme, per dare valore e attualizzare quella politica di mediazione e di concertazione, quelle tante battaglie d’avanguardia della nostra grande confederazione” ha detto la neo segretaria generale della Cisl relazione subito dopo l’elezione, esprimendo il proprio ringraziamento al predecessore.Trovare le giuste soluzioni per le transizioni”Il green deal, di deal, cioè di Patto, non ha assolutamente nulla definendo in maniera unilaterale, rigida e ideologica la linea del 2035 per la fine dei motori a scoppio. Bisogna tornare a ragionare insieme. E insieme trovare le giuste soluzioni per una transizione ecologica, tecnologica, industriale socialmente sostenibile, capace di coniugare, attraverso massicce risorse strutturali, riconversioni tutelate, salvaguardia dell’occupazione, rilancio della produzione” ha detto Fumarola.Il clima di scontro non giova a nessuno”Troppo complesse e decisive sono le sfide che dobbiamo affrontare per permettersi di restare prigionieri dentro un clima di scontro che davvero non giova a nessuno. Clima che non farebbe avanzare di un metro la risoluzione dei tanti problemi che da decenni zavorrano il mondo del lavoro e tutto il Paese – ha detto la neo eletta segretaria generale della Cisl rimarcando la via del dialogo e della corresponsabilità –. Corresponsabilità: questa è l’unica chiave di accesso al futuro. Vale per l’Europa e vale per il nostro Paese, che ha bisogno di dialogo, di concordia e di coesione. È la via che la Cisl in questi anni ha costantemente indicato: quella della responsabilità e della partecipazione”, del “confronto libero e autonomo con gli interlocutori sociali e istituzionali. Nessun pregiudizio, nessuna simpatia o antipatia dettata dal colore politico del governo che si ha di fronte. Rispetto al governo Meloni, al quale riconosciamo di aver mantenuto, salvo rari frangenti, un’importante attenzione al dialogo, ci poniamo allo stesso modo con cui ci siamo rapportati al governo Draghi e a quelli precedenti. Stando sempre al merito delle cose e proprio per questo senza paura del conflitto. Che è cosa ben diversa da un antagonismo troppo spesso strabordante su altri terreni rispetto a quello puramente sindacale – afferma ancora Fumarola –. Rivendico però il fatto che quando si è tentato di far passare la nostra autonomia per acquiescenza, il nostro riformismo per timidezza, allora abbiamo risposto e lo abbiamo fatto a testa alta, con orgoglio. Perché è una questione di rispetto”. “No al salario minimo per legge”La questione salariale “ha bisogno di nuove risposte. Dove per nuove, però, non si può intendere l’introduzione di un salario minimo legale che condurrebbe ad una eterogenesi dei fini che nuocerebbe a lavoratrici e lavoratori, specie delle fasce medie. Perché indebolire la contrattazione collettiva, favorire l’uscita delle aziende dai sistemi di rappresentanza avrebbe come effetto perverso l’abbassamento delle retribuzioni medie – ha detto la neo eletta segretaria generale della Cisl –. La via maestra resta quella contrattuale, estendendo il perimetro della contrattazione aziendale e territoriale nei settori ad alta intensità di piccola impresa e diffondendo soluzioni contrattuali partecipate”. Dopo di che, “di fronte ad un’inflazione che in questi anni ha falcidiato le retribuzioni, toccando nel momento peggiore la doppia cifra, la domanda da porsi è come creare le condizioni per il riscatto del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. Per noi la risposta resta, la stessa: una nuova politica dei redditi, da definire in modo non populista o demagogico, ma serio, scientifico, concertato. Oltre ad incentivare maggiore produttività e partecipazione, si tratta di governare prezzi e tariffe, di contrastare la speculazione, di rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, di diminuire le tasse sulle fasce più deboli e sul ceto medio”, ha dettoFumarola. “Altro che pace fiscale, servono più cartelle””Altro che pace fiscale, il Paese ha bisogno di equità fiscale. Più che di rottamazione delle cartelle, si emettano più cartelle: pagare meno, pagare tutti – ha affermato Fumarola –. Tutto il sistema fiscale, di pensionati e lavoratori, va riequilibrato. Obiettivo che ci porta subito a chiedere al governo l’abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35 almeno al 32% per sostenere con più vigore il ceto medio e rilanciare i consumi da parte di pensionati e lavoratori”. E, prosegue, “va intensificata la lotta all’evasione fiscale, con un sistema sanzionatorio più severo, nuovi metodi di accertamento, incrocio di banche dati e controlli avanzati, inclusi quelli basati sull’Intelligenza artificiale”. “Lavorare per un grande accordo tra riformisti””Lasciare gli ormeggi del passato e aprire una stagione nuova di corresponsabilità e partecipazione. Lo dico a due giorni dalla ricorrenza del Patto di San Valentino del 14 febbraio 1984. Dobbiamo impostare la rotta che arriva a un grande accordo tra parti riformiste e responsabili che impegni istituzioni, sindacato e imprese su obiettivi strategici comuni” ha detto la neo segretaria generale della Cisl tracciando la rotta del sindacato sotto la sua guida, dal lavoro alle pensioni, dai salari al fisco. “Avendo come stella polare il perseguimento dell’interesse generale – aggiunge –. Proponiamo un patto della responsabilità, che serve al Paese per farlo crescere, per dare stabilità e nuova occupazione e per realizzare una nuova politica dei redditi. Richiamiamo l’accordo di San Valentino perché pensiamo che quella sia stata una stagione importante: noi ci rivolgiamo a tutte le forze, non facciamo distinzioni di alcuna natura”, ha risposto poi Fumarola alla domanda sul patto di San Valentino sulla scala mobile, che fu un accordo separato non firmato dalla Cgil. “Chiediamo che ognuna delle forze riformiste e responsabili possa valutare questa nostra proposta, convergere e insieme cercare di migliorarla per dare risposte alle persone che rappresentiamo”, ha aggiunto la nuova leader della Cisl. “Preoccupa il crollo della produzione industriale””Siamo preoccupati dal crollo della produzione industriale, è importante che l’industria si riprenda – ha detto Fumarola, commenta i dati Istat, a margine del Consiglio confederale –. Seguiamo le vertenze in corso, auspichiamo che si arrivi a soluzioni che tengano insieme tutela del lavoro, dell’impresa, dell’ambiente e della sicurezza, su cui non abbasseremo la guardia”. LEGGI TUTTO

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    Produzione industriale, Pizzoli (ING): contesto macro non favorevole a imminente ripresa

    (Teleborsa) – “Chi cercava segnali di una potenziale ripresa o almeno di una stabilità della produzione industriale italiana entro la fine del 2024 rimarrà deluso dai dati di dicembre”. Così PaoloPizzoli, Senior Economist di ING, ha commentato i dati pubblicati questa mattina dall’Istat.”La produzione era rimasta pressoché stabile da luglio 2024, ma dicembre ha segnato una svolta al ribasso – ha sottolineato l’economista –. La contrazione mensile del 3,1% in termini destagionalizzati (contro il +0,3% di novembre) è stata nettamente peggiore delle aspettative. Su base annua, la produzione industriale aggiustata per i giorni lavorativi è diminuita del 7,1%, la contrazione più forte dal periodo Covid-19. La produzione si è contratta su base trimestrale in ogni trimestre del 2024 e la contrazione media annua per il 2024 è stata di un pesante 3,5%. Questo segna il secondo anno consecutivo di profonda recessione industriale”.”Un rapido sguardo alla ripartizione settoriale mostra che dicembre ha comportato un ampio deterioramento delle performance annuali: i mezzi di trasporto, il tessile e i prodotti in metallo sono stati quelli con contrazioni più marcate, mentre l’energia e l’estrazione di minerali sono stati gli unici grandi settori a registrare una crescita annuale positiva”, ha sottolineato Pizzoli.”In prospettiva, il contesto macro non è favorevole a un’imminente ripresa dell’attività industriale – ha fatto notare –. I dati sugli ordini riportati dalle indagini congiunturali sulle imprese sono stati modesti negli ultimi mesi e quello di gennaio ha registrato solo un lieve aumento in una tendenza al ribasso. Ciò sembra coerente con un livello di scorte di prodotti finiti che non è diminuito abbastanza da stimolare un ciclo di ricostituzione delle scorte. Se a questo si aggiungono le crescenti preoccupazioni per un possibile nuovo ciclo di dazi statunitensi sulle esportazioni dell’UE, si ottiene il mix perfetto per una continuazione delle difficoltà del settore manifatturiero nei prossimi mesi. Anche la recente accelerazione dei prezzi del gas non aiuta; se protratta nel tempo, potrebbe attenuare i timidi impulsi di spinta dal lato dell’offerta che avevamo notato in alcuni settori ad alta intensità energetica nella seconda metà del 2024″.”Se i dati di oggi riflettono in parte la decisione delle imprese di iniziare in anticipo le vacanze natalizie a causa della debolezza della domanda, non si può escludere un rimbalzo tecnico a gennaio. Ciò non modificherebbe il quadro generale, che rimane cupo nel breve termine. Per il momento, l’industria non appare destinata a diventare un motore di crescita e l’onere della crescita ricadrà probabilmente sui servizi e su parte del settore delle costruzioni. Attualmente prevediamo una crescita media del PIL dello 0,7% nel 2025; il dato di oggi aggiunge rischi al ribasso”, ha concluso l’economista di ING. LEGGI TUTTO

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    Filiera agroalimentare, da Mcc e Finlombarda fino a 75 milioni di euro per le Pmi

    (Teleborsa) – Favorire la competitività, la crescita e lo sviluppo delle PMI della filiera dell’agro-alimentare in Lombardia: è questo l’obiettivo del programma “Agrifood Basket Bond”, che stanzia fino a un massimo di 75 milioni di euro di Finlombarda, società finanziaria di Regione Lombardia, e Mediocredito Centrale – in qualità di investitori – a favore dei programmi di sviluppo delle imprese lombarde dell’agrifood. Il programma si avvarrà della garanzia pubblica del Fondo di garanzia per le PMI che si tradurrà per le imprese emittenti in condizioni finanziarie più vantaggiose. Modalità e termini di partecipazione saranno definiti successivamente nell’Avviso alle imprese.”L’accesso al credito è una leva fondamentale per permettere alle imprese agroalimentari lombarde di crescere, innovare e affrontare con solidità le sfide del mercato. Con Agrifood Basket Bond introduciamo uno strumento concreto per sostenere il settore agroalimentare, rendendo più agevole l’ottenimento di risorse per investire, a condizioni vantaggiose. È un’iniziativa che guarda al futuro, perché sostenere le nostre aziende significa rafforzare un comparto strategico per l’economia regionale, per la stabilità sociale dei territori e per la sicurezza alimentare del Paese”, ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi.”Finlombarda conferma il suo impegno al fianco di Regione Lombardia a favore del sistema agroalimentare lombardo, che sebbene sia primo a livello nazionale e tra i più rilevanti in Europa per dimensione, performance produttive e professionalità, non è esente da elementi di vulnerabilità dovuti alle oscillazioni dei prezzi di vendita e acquisto dei fattori produttivi, ai vincoli più stringenti della politica agricola comune europea e ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Andrea Mascetti, presidente di Finlombarda.”Con questo accordo, Mediocredito Centrale conferma il suo impegno per favorire l’accesso al credito alle PMI attraverso strumenti di finanza innovativa. Grazie alla collaborazione con Regione Lombardia e Finlombarda mettiamo a disposizione la nostra consolidata esperienza nel settore dei Basket Bond in modo che anche le aziende lombarde dell’agroalimentare possano usufruire di canali alternativi al tradizionale credito bancario per innovarsi e contribuire al rafforzamento di un settore strategico per la regione e per il Paese”, ha dichiarato Francesco Minotti, amministratore delegato di Mediocredito Centrale. LEGGI TUTTO

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    ManpowerGroup, Talent Shortage: il 78% delle aziende italiane non trova le competenze necessarie

    (Teleborsa) – In Italia il 78% delle aziende vorrebbe assumere nuove risorse ma non trova candidati con le necessarie competenze: è il dato più alto di sempre per il nostro Paese. Il tema è rilevato soprattutto nei settori “trasporti, logistica e automotive”, “sanità e life sciences” e “industria e materiali” e dalle imprese di medio-grandi dimensioni. In particolare c’è una grande domanda per le competenze digitali. È quanto emerge dal nuovo rapporto “Talent Shortage” di ManpowerGroup, multinazionale leader mondiale nelle innovative workforce solutions, che ha intervistato oltre 40mila datori di lavoro in 42 paesi del mondo.Nel confronto globale, il dato italiano appare superiore alla media, dove il 74% delle organizzazioni mondiali riferisce difficoltà a trovare personale. Restringendo l’analisi all’Europa, la condizione italiana risulta decisamente migliore di quella della Germania – dove il talent shortage raggiunge l’86%, valore più alto al mondo – e in linea con Paesi paragonabili come Francia e Regno Unito, entrambi al 76%. Nel continente spicca il dato della Polonia (59%), tra i Paesi al mondo con le minori difficoltà di reperimento.”Lo sviluppo tecnologico, l’introduzione di nuove tecnologie come l’IA e la transizione ecologica stanno favorendo un rapido cambiamento del mondo del lavoro. Per ricoprire posizioni nuove o profondamente trasformate serve un rinnovato bagaglio di competenze in costante aggiornamento. Come emerge dal nostro report, allo stato attuale questo ha portato a un distacco tra le richieste delle aziende e le competenze in possesso dei candidati – afferma Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia –. Emerge quindi con forza l’importanza della formazione e dell’upskilling e reskilling delle competenze. Rimane fondamentale la sinergia tra istituzioni, aziende, scuola e università. Nel breve periodo le aziende hanno la possibilità di aggiornare le competenze di collaboratori e candidati con una formazione mirata e concentrata anche grazie ad Academy come quelle di Manpower ed Experis. Più a lungo termine, gli studi predittivi ci aiutano a individuare le competenze che saranno richieste nei prossimi anni, su cui costruire programmi di formazione di medio periodo – come gli ITS – e impostare gli indirizzi formativi di scuola e università”.A livello di settore, in Italia la questione è sentita soprattutto dalle organizzazioni del settore “Trasporti, logistica e automotive” (l’84% afferma di avere difficoltà di reperire talenti, +10% rispetto a media globale), da quello “Sanità e life sciences” (83%, +6% media mondo) e “Industria e materiali” (82%, +9%). Il talent shortage è poi segnalato dal 77% del settore “Beni di consumo e servizi”, dal 75% del settore “IT” e “Finanza e immobiliare”, dal 71% di “Energia e utilities” e dal 70% delle “Telecomunicazioni”. La tematica è marcata in particolare nelle imprese di dimensioni medie (50-249 persone) e medio-grandi (250-999), rispettivamente con valori dell’82% e del 79%, mentre è meno sentita in quelle grandi (1000-4999) col 70% e grandissime (oltre 5000 persone) con il 74%.Le competenze più difficili da trovare si confermano essere quelle informatiche, come indica un datore di lavoro su quattro (24%). Quasi uno su cinque segnala la mancanza di skill nell’amministrazione (18%), mentre per il 17% c’è richiesta di competenze relative alla manifattura, alla logistica, al front-office e alla relazione coi consumatori.Tra le strategie su cui i datori di lavoro puntano per risolvere la carenza di talenti, quella a cui si affidano più aziende è l’upskilling e reskilling del personale già in azienda, come afferma il 22% delle organizzazioni intervistate. È ritenuto molto importante anche offrire maggiore flessibilità su luoghi e tempi di lavoro (dal 17%) e aumentare i salari (16%). Il 15% delle imprese intende puntare su nuovi talenti esterni e la stessa percentuale agisce con un incremento del personale temporaneo. Per il 14% la soluzione può venire da un aumento dell’automazione e dell’uso di IA, mentre solo il 9% pensa di poter ridurre le competenze richieste ai candidati.(Foto: Glenn Carstens-Peters su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, l’inflazione accelera a gennaio. Fed verso taglio tassi a dicembre

    (Teleborsa) – L’inflazione accelera negli Stati Uniti, nel mese di gennaio, alimentando le ipotesi tra gli addetti ai lavori di uno slittamento del taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, a dicembre e, dunque, non più a settembre come precedentemente prospettato. Nel dettaglio, secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS), i prezzi al consumo hanno registrato un aumento dello 0,5% su base mensile, dopo il +0,4% del mese precedente e superiore al +0,3% atteso dagli analisti. Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata del 3%, in aumento rispetto al 2,9% del mese precedente e attesa dal consensus. Il “core” rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile, (+0,3% stimato dal mercato), dopo il +0,2% del mese precedente. La crescita tendenziale si attesta al +3,3%, sopra il 3,1% del consensus e il +3,2% rilevato a dicembre.(Foto: Maklay62 / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    UE, ok Parlamento ad aggiornamento norme IVA per era digitale

    (Teleborsa) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato le modifiche alle norme che gli Stati membri hanno indicato a novembre di voler apportare alla direttiva IVA. Gli eurodeputati hanno approvato le norme con 589 voti a favore, 42 contrari e 10 astensioni.Queste modifiche richiederanno che entro il 2030 le piattaforme online debbano pagare l’IVA per i servizi forniti tramite loro nella maggior parte dei casi in cui i singoli fornitori di servizi non applicano l’IVA. Ciò porrà fine a una distorsione del mercato poiché servizi simili forniti nell’economia tradizionale sono già soggetti a IVA. Questa distorsione è stata più significativa nel settore degli affitti di alloggi a breve termine e nel settore del trasporto passeggeri su strada. Gli Stati membri avranno la possibilità di esentare le PMI da questa norma, un’idea che anche il Parlamento aveva promosso.L’aggiornamento digitalizzerà completamente anche gli obblighi di dichiarazione IVA per le transazioni transfrontaliere entro il 2030, con le aziende che emettono fatture elettroniche per le transazioni transfrontaliere tra aziende e segnalano automaticamente i dati alla propria amministrazione fiscale. Con questo, le autorità fiscali dovrebbero essere in una posizione migliore per contrastare le frodi IVA.Per semplificare l’onere amministrativo per le aziende, le norme rafforzano gli sportelli unici IVA online in modo che un numero ancora maggiore di aziende con attività transfrontaliere possano soddisfare i propri obblighi IVA tramite un unico portale online e in una sola lingua. LEGGI TUTTO

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    Direttiva sulle discariche: infrazione Ue contro l’Italia

    (Teleborsa) – Bruxelles ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato e corretto recepimento della direttiva sulle discariche, che stabilisce i requisiti per prevenire effetti negativi dei rifiuti sulla salute umana e l’ambiente. L’Italia, spiega Bruxelles in una nota, non ha definito correttamente che i rifiuti sottoposti a incenerimento devono essere segnalati come smaltiti in discarica; il tipo di rifiuti che possono essere inviati in una discarica per rifiuti pericolosi; e le specifiche per lo stoccaggio temporaneo del mercurio metallico. Bruxelles ha evidenziato criticità nel recepimento delle norme, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio dei gas e il campionamento delle acque sotterranee nelle discariche. Dopo l’invio formale della lettera di costituzione in mora, Roma ha ora due mesi per rispondere e colmare le lacune segnalate dalla Commissione. In caso di risposta insoddisfacente, Bruxelles potrebbe decidere di portare avanti l’iter. La direttiva sulle discariche, in vigore dal 2020, stabilisce requisiti comuni per prevenire gli effetti nocivi dei rifiuti sull’ambiente e sulla salute pubblica. Gli Stati membri devono adottare misure affinché solo i rifiuti trattati siano smaltiti in discarica, con l’obiettivo di ridurre il conferimento dei rifiuti urbani al 10% entro il 2035. Inoltre, a partire dal 2030, sarà vietato smaltire in discarica rifiuti idonei al riciclo o ad altri processi di recupero. LEGGI TUTTO

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    Commissione Ue colloca 11 miliardi di euro di bond

    (Teleborsa) – Ieri la Commissione europea ha raccolto 11 miliardi di euro attraverso l’emissione di UE-Bond nella sua seconda operazione sindacata del 2025. Di questi, 5 miliardi di euro sotto forma di Green Bond legati a NextGenerationEU.Una nota di Bruxelles spiega che l’operazione a doppia tranche ha riguardato un’emissione supplementare di 6 miliardi di euro dell’EU-Bond in scadenza il 4 dicembre 2031 e di una di 5 miliardi di euro di Green Bond del NextGenerationEU in scadenza il 4 febbraio 2050. Il bond a 7 anni è stato valutato al 99,049% con un rendimento di riofferta del 2,654%, mentre il bond a 25 anni è stato valutato al 98,209%, con un rendimento di riofferta del 3,357%. La Commissione ha fatto sapere che sono arrivate offerte superiori a 76 miliardi di euro per il bond a 7 anni e superiori a 69 miliardi di euro per quello a 25 anni. Ciò equivale ad un tasso di domanda rispettivamente di circa 13 e 14 volte.Le risorse raccolte attraverso queste operazioni saranno utilizzati per finanziare programmi politici dell’UE (in particolare nel contesto di NextGenerationEU e del supporto all’Ucraina) nonché progetti green nei piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati membri, come previsto nell’ambito di NextGenerationEU. Tutte le emissioni di obbligazioni verdi NGEU sono guidate dal NGEU Green Bond Framework, che è allineato ai principi delle obbligazioni verdi dell’International Capital Market Association (ICMA). LEGGI TUTTO