More stories

  • in

    Gruppo FS, su La Freccia di aprile Chiara Francini “affamata di vita”

    (Teleborsa) – La Freccia fa propria l’affermazione della protagonista della cover di aprile, Chiara Francini, a teatro con una storia al femminile e presto in libreria con Forte e Chiara. Se lei si dichiara “affamata di vita”, l’invito del magazine di FS è di esserlo un po’ tutti, affamati di vita. Lo strillo di copertina sintetizza anche il senso di gran parte degli articoli di questo mese, focalizzati su quanto di meglio sprigiona la primavera con la sua spinta a rinascere, scoprire, viaggiare.Meta perfetta per una pausa all’aria aperta è Finale Ligure, paradiso degli sport outdoor e delle esperienze a contatto con la natura. Si può girare per l’Italia con il naso all’insù per ammirare le statue più alte del Paese, dal San Carlo di Arona al Cristo di Maratea. Per continuare poi a piedi lungo la Via Amerina, attraverso il cammino che unisce Roma a Perugia; nella piana di Sibari, seguendo le orme di civiltà millenarie, e tra le calli di Venezia, alla ricerca delle realtà urbane più creative. Celebrando le bellezze di un Paese da vivere e da proteggere, come ci ricorda la Giornata della Terra 2023, che cade il 22 aprile e invita come sempre a fare la propria parte per salvaguardare l’ambiente. Spazio anche all’arte con l’esposizione torinese Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere, per scoprire il Paese del Sol Levante nelle opere dei tre grandi maestri nipponici, tra stampe, kimono e maschere teatrali. A Palazzo Strozzi di Firenze si omaggiano i 30 anni della collezione Sandretto Re Rebaudengo con oltre 70 opere dei maggiori artisti contemporanei, da Maurizio Cattelan a Shirin Neshat. Mentre a Trieste la moda viene celebrata come un capolavoro con l’apertura di Its Arcademy-Museum of Art in Fashion, in cui si mettono in mostra 20 anni di tendenze attraverso la collezione degli stilisti che hanno partecipato al concorso Talent Support. Non mancano le interviste ai grandi nomi dello spettacolo e dello sport: da Mr. Rain, rapper rivelazione dell’ultimo Festival di Sanremo, alla reunion del duo Paola & Chiara, pronte e portare in tour le loro grandi hit; dall’attore e drammaturgo Stefano Massini al capitano della Nazionale italiana di rugby Michele Lamaro. È possibili sfogliare e leggere in formato digitale il magazine La Freccia di aprile su FSNews e su carta sulle Frecce di Trenitalia, nei FRECCIALounge e FRECCIAClub, in copia cellofanata e personale, che i lettori potranno prendere e portare via. LEGGI TUTTO

  • in

    Vinitaly, al via a Verona la 55esima edizione: 4mila aziende da 30 nazioni

    (Teleborsa) – Ha preso il via ieri la 55esima edizione del Vinitaly, il salone dedicato al vino e ai distillati che riunisce a Verona 4mila aziende da trenta Paesi, 25mila operatori provenienti da 130 Paesi, mille top buyer da 68 nazioni, 17 padiglioni occupati per 100mila metri quadrati netti, per celebrare una filiera strategica per il Paese. Con 31,3 miliardi di euro di fatturato, quasi 8 miliardi di export, 530mila aziende e 870 mila addetti, il settore vitivinicolo italiano è, infatti, un asset importante dell’economia italiana. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia il vino italiano rappresenta il campione dell’export made in Italy delle 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), con una bilancia commerciale in attivo di 7,4 miliardi di euro.Grande l’attenzione delle istituzioni alla manifestazione: oggi alle 11 è attesa la visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ieri nell’auditorium Verdi sono intervenuti all’evento inaugurale: Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati; Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Luca Zaia, presidente delle Regione del Veneto; Damiano Tommasi, sindaco di Verona; Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona; Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, il presidente di Simest, Pasquale Salzano, e il presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas. Presenti al Vinitaly anche Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri, Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Orazio Schillaci, ministro della Salute, e Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Abbiamo registrato un forte e positivo segnale di unità di intenti tra Veronafiere-Vinitaly e tutto il sistema istituzionale impegnato nell’internazionalizzazione del made in Italy. La presenza così numerosa e qualificata del Governo è un segnale di grande attenzione di cui siamo grati, anche a nome di tutte le nostre aziende espositrici – ha detto Bricolo, nel corso dell’inaugurazione di Vinitaly –. L’obiettivo ora è costruire insieme una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da un lato gli investimenti sul prodotto italiano e dall’altro l’incoming sull’Italia, i suoi territori vocati e sulla rassegna che meglio la rappresenta: Vinitaly. Il Salone si conferma uno strumento strategico al servizio del made in Italy, facendo di Verona la capitale del sistema-vino nazionale”. “I numeri della filiera mostrano come il vino nell’arco di un decennio sia diventato saldamente un capitale strategico del prodotto Italia – ha commentato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese –. Per questo ora dobbiamo puntare a intensificare e accelerare una progettualità per rendere Vinitaly un brand ancora più efficace sullo scacchiere della domanda internazionale del nostro vino, con l’obiettivo di incrementare le presenze di operatori professionali dall’estero e il presidio permanente sui mercati globali: la prossima frontiera di radicamento del Gruppo Veronafiere, dopo Brasile e Cina, sono gli Stati Uniti, in Occidente, il Giappone e la Corea del Sud nel Far East”. LEGGI TUTTO

  • in

    Cina, PMI Caixin manifatturiero marzo scende a 50 punti

    (Teleborsa) – In decisa decelerazione l’attività manifatturiera in Cina, oltre le attese degli analisti. Secondo il sondaggio mensile di Caixin/Markit, il PMI manifatturiero è sceso a marzo a quota 50 punti dai 51,6 precedenti (che avevano segnato il massimo di otto mesi), portandosi quindi sulla soglia critica dei 50 punti, tra fase di espansione (valori superiori ai 50 punti) e di contrazione (valori inferiori ai 50 punti. Le attese erano per una crescita a 51,7 punti.”In poche parole, l’economia ha visto un rallentamento marginale della ripresa a marzo poiché l’espansione sia dell’offerta che della domanda manifatturiera si è notevolmente indebolita rispetto al mese precedente – ha commentato Wang Zhe, Senior Economist presso Caixin Insight Group – La domanda estera si è trascinata, l’occupazione è peggiorata, le scorte sono leggermente diminuite, i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili, la logistica è stata gradualmente ripristinata alla normalità e le imprese erano ancora molto fiduciose nelle prospettive economiche”.”Le infezioni da Covid hanno rapidamente raggiunto un picco dopo che la Cina ha abbandonato la sua politica zero-Covid alla fine del 2022, con l’economia che entrava in un periodo di rapida ripresa – ha aggiunto – A marzo, ci sono stati segnali di indebolimento del rimbalzo, come evidenziato dai dati dell’indagine Caixin China General Manufacturing PMI. Le basi per la ripresa economica non sono ancora solide. In prospettiva, la crescita economica dipenderà ancora da un impulso della domanda interna, in particolare da un miglioramento dei consumi delle famiglie. Solo lavorando duramente per stabilizzare l’occupazione, aumentare il reddito familiare e migliorare le aspettative del mercato, il governo può raggiungere l’obiettivo di ripristinare ed espandere i consumi”. LEGGI TUTTO

  • in

    Giappone, peggiora l'indice Tankan nel 1° trimestre

    (Teleborsa) – Sentiment in calo per le imprese giapponesi. È quanto emerge da sondaggio trimestrale dalla Bank of Japan. Nel 1° trimestre del 2023, l’indice Tankan relativo alle grandi imprese della manifattura è sceso infatti a 1 punto dai 7 punti del periodo precedente e risulta anche inferiore alle attese degli analisti (3 punti).Quello delle medie imprese non manifatturiere si è portato a 14 punti da 11, mentre quello delle piccole imprese manifatturiere è peggiorato a -6 da 2 (atteso -6) e delle PMI non manifatturiere è salito a 8 da 6 (atteso 7). Da rilevare che un valore inferiore allo zero segnala che le imprese pessimiste sono più numerose di quelle ottimiste. Il calo ha indotto anche un deterioramento delle aspettative future, con l’indice per le grandi imprese manifatturiere che passa a 3 punti da 6 punti (atteso 4). LEGGI TUTTO

  • in

    Giappone, indice PMI manifattura marzo aumenta a 49,2 punti

    (Teleborsa) – Migliora a marzo l’attività della manifattura in Giappone, seppur restando in zona di contrazione. L’indice PMI manifatturiero Jibun Bank, pubblicato da S&P Global, indica un valore di 49,2 punti, migliore dei 47,7 punti di febbraio. L’indicatore si mantiene così sotto la soglia critica dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra. Il dato rilasciato oggi è comunque migliore della stima preliminare e delle attese del mercato (entrambe a 48,6 punti).”La salute del settore manifatturiero giapponese ha mostrato segni di miglioramento alla fine del primo trimestre del 2023 – ha commentato Usamah Bhatti, economista presso S&P Global Market Intelligence – Mentre la lettura del PMI principale è rimasta al di sotto di 50 per segnare la quinta contrazione consecutiva, il calo segnalato è stato il più debole in questa sequenza. Sia la produzione che i nuovi ordini sono diminuiti ai tassi più bassi degli ultimi cinque mesi, sebbene quest’ultimo abbia comunque registrato una solida riduzione, con i membri del panel che hanno segnalato una domanda di mercato contenuta sia nei mercati nazionali che internazionali”.”Vi sono indicazioni che la mancanza di nuovi ordini in entrata abbia contribuito a preparare le imprese a un eventuale aumento della domanda, poiché gli ordini inevasi sono diminuiti a ritmo sostenuto per il sesto mese consecutivo – ha aggiunto – Inoltre, è stato riferito che i produttori stavano accumulando sempre più scorte di prodotti finiti, poiché le giacenze di scorte di post-produzione sono aumentate al tasso più elevato dal febbraio 2009″. LEGGI TUTTO

  • in

    BCE, Lagarde: “Rialzo tassi sta iniziando a funzionare su inflazione”

    (Teleborsa) – “Abbiamo alzato i tassi di 350 punti base in un tempo molto breve, semplicemente perché dovevamo coprire molto terreno per ridurre l’inflazione. Sta iniziando a funzionare, abbiamo appena ricevuto nuovi numeri” e sia nell’area euro che in l’Italia “l’inflazione totale è calata”. Questo lo scenario tracciato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde durante un dibattito all’Osservatorio permanente giovani editori, a Firenze. “Ovviamente – ha proseguito Lagarde – dobbiamo fare un’analisi molto sofisticata di questi numeri e cerchiamo di suddividere quanto sia durevoli e quanto soggetto a variazioni e volatilità. Per capire davvero quali siano le forze alla base degli aumenti dei prezzi e cercare di misurare quanto terreno dobbiamo coprire”. L’inflazione di fondo, depurata da energia e alimentari, per la presidente della Bce, “è ancora significativamente troppo alta. Quindi – ha aggiunto – abbiamo ancora del terreno da fare ma sappiamo anche che ci sta molta incertezza. Le tensioni finanziarie che abbiamo osservato creano una sorta di nube e dobbiamo usare tutte le nostre capacità di analisi per capire che impatto tutto questo possa avere, naturalmente per calibrare i tassi in modo da far abbassare i prezzi. Ci baseremo sugli sviluppi dei dati ma l’obiettivo è chiaro vogliamo un calo durevole dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%: questo è quello che dobbiamo fare e lo faremo qualunque cosa sia necessario”.Per Lagarde non vi è nessun compromesso tra la stabilità dei prezzi e quella finanziaria. “Ho detto molto chiaramente che non vedo compromessi tra stabilità dei prezzi, che è il nostro obiettivo primario, e la stabilità finanziaria che – ha detto la presidente della Bce – è una condizione fondamentale per la stabilità dei prezzi. Sono separate e al tempo stesso si supportano a vicenda. Alla Bce abbiamo un armamentario, abbiamo degli strumenti per intervenire sulla stabilità dei prezzi, al momento prevalentemente i tassi, ma non solo perché vogliamo assicurare che la nostra politica monetaria venga trasmessa a tutto il sistema in maniera morbida, e useremo questi strumenti se questo non si verificasse. E nell’altro caso abbiamo abbondanti liquidità e accesso a liquidità molto ampie, anche molto più ampie rispetto alla Fed in termini di collaterale”. La presidente della Bce ha illustrato il passaggio dell’Ue da una lunga fase di illusioni alla resilienza. “Siamo passati – ha spiegato Lagarde – da un lungo periodo di tassi bassi, inflazione bassa, forse troppo bassa, forniture garantite, quello era il ‘prima’, siamo passati da questo periodo di illusioni a un periodo che direi di resilienza. Avevamo l’illusione della pace ed è esplosa la guerra. Avevamo l’illusione della buona salute e del controllo sul nostro destino, e poi la peggiore pandemia di tutti i tempi ci ha colpiti. Avevamo l’illusione dell’energia a basso costo e improvvisamente i prezzi dell’energia sono schizzati al rialzo. Quindi siamo passati da questo periodo di crisi permanente, con uno shock dopo l’altro senza precedenti alla resilienza. Non penso che dobbiamo essere negativi perché quando guardo a quello che siamo riusciti a fare è piuttosto fenomenale. Guardate all’energia: a febbraio 2022 tutti dicevano che ci sarebbe stato razionamento, una situazione terribile, che la chimica sarebbe rimasta bloccate, le fabbriche ferme. Invece in pochi mesi siamo riusciti a gestire, a trovare fonti alternative con gli americani, i norvegesi, il Medio Oriente. E quando ci siamo detti che era il nostro interesse collettivo risparmiare il 15% di energia abbiamo risparmiato il 20%. Quindi dovunque guardi siamo passati da una bella illusione in cui ci trovavamo a questa fase di resilienza, dove abbiamo dimostrato collettivamente forza – ha rimarcato Lagarde – capacità di innovare e volontà di preservare l’Europa”. Nessun allarmismo da parte di Lagarde sul fronte della crisi bancaria. “Non metterei nella stessa categoria Credit Suisse e Deutsche Bank e non li assocerei in nessun modo – ha affermato la presidente della Bce –. Nell’Unione europea è molto improbabile che si verifichi un caso simile a quello della Silicon Valley Bank, perché le banche sono sottoposte a una vigilanza più ampia e stringente. E sono molte di più le banche vigilate. Negli Stati Uniti ci stanno 14 banche controllate e verificate e che dovevano attuare i requisiti patrimoniali e di liquidità: 14 – ha ripetuto Lagarde –. In Europa sono molte di più, se dovessi dirvi sono 200 le banche e verifichiamo che abbiano i requisiti patrimoniali e di liquidità. C’è una è una grossa differenza. Le regole di Basilea III su questi requisiti prudenziali sono state inventate dopo la grande crisi per assicurare che non si sarebbe verificata di nuovo. E qui in Europa le applichiamo con molto rigore. Negli Stati Uniti hanno deciso nel 2018 che il requisito di liquidità non sarebbe stato obbligatorio. Il sistema qui è robusto e le banche hanno forti requisiti di capitale, hanno forti livelli di copertura di liquidità. Sono molto vigilate e qualcosa come quello che è accaduto a Svb è molto improbabile, per le ragioni che vi ho appena detto. E perché non abbiamo lo stessa concentrazione che Svb aveva in un settore mosto esclusivo di Venture Capital e di tanti depositi non garantiti e che hanno deciso in tempi molto brevi di portare via. Quindi – ha concluso Lagarde – direi che il nostro sistema è robusto e molto diverso da quello che avevamo nel 2008, quando c’è stata la grande crisi, e lo monitoriamo molto da vicino”. LEGGI TUTTO

  • in

    Lavoro, Marciani: “Reti d'impresa determinanti per rilancio occupazione giovanile”

    (Teleborsa) – “L’importanza delle reti d’impresa che in una città come Napoli sono determinanti per il rilancio dell’economia e l’attenzione per i borghi che possono caratterizzare la rivalutazione dei tanti pregi artistici e caratteristici che ci sono, costituiscono un tema fondamentale per la nostra città. Sia per avvicinare i giovani al mondo del lavoro che per portare avanti le nostre tradizioni come volano per l’economia”. Lo ha dichiarato Chiara Marciani, assessore al Lavoro del Comune di Napoli, intervenuta nel corso del convegno “Reti e Distretti produttivi. Strumenti e modelli organizzativi a sostegno dello sviluppo dei borghi e delle eccellenze napoletane”, promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Napoli presieduto da Eraldo Turi.Il sostegno alle reti d’impresa è stato ribadito anche da Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania. “Ho lavorato per accelerare il finanziamento dei distretti del commercio che sono una modalità di interazione pubblico-privato e dove il commercio – ha detto Ciarambino – si correla allo sviluppo urbano. Parimenti, ho contribuito al finanziamento per la realizzazione di un distretto del mare con 900mila euro. La ‘blu economy’ è un settore che nella nostra regione ha potenzialità enormi. Ma c’è un altro tema che mi sta a cuore ed è quello della valorizzazione delle eccellenze artigianali produttive del nostro territorio. Nell’ultima legge di bilancio ho presentato un ordine del giorno, approvato all’unanimità, per rilanciare piazza Mercato che è stato il centro commerciale e culturale sin dall’epoca Angioina della nostra città, che ha vissuto un periodo di degrado, e invece rappresenta un’opportunità sia sotto il profilo di sviluppo delle attività produttive artigianali, penso al tessile e all’arte orafa, ma anche dal punto di vista di un ulteriore luogo per il turismo”.Secondo Vincenzo Tiby, consigliere dell’Odcec di Napoli, “l’Ordine ha istituito una commissione apposita per favorire e promuovere le aggregazioni. Auspichiamo di avere risposte dalla politica su questi temi per proporre modelli organizzativi moderni ed efficienti, che oggi applichiamo ai borghi di eccellenze imprenditoriali napoletane, capaci di combattere il nanismo imprenditoriale fatto di tantissime micro imprese che necessitano di adeguate condivisioni di competenze”.Marilena Nasti, consigliera dei commercialisti partenopei, ha sottolineato come “parlare di eccellenze d’impresa deve essere inserito nel percorso dei fondi del Pnrr che possono sostenere con diverse misure queste iniziative. Misure dedicate ai borghi e alle eccellenze campane che aiutano tanti territori a rivitalizzarsi e a rinascere”.Far decollare i distretti commerciali è la priorità per Ciro Fiola, presidente della Camera di Commercio di Napoli. “Credo molto in questo strumento varato con legge regionale. Ma – ha detto Fiola – bisogna crederci. Noi siamo disposti a sostenere questo percorso con 5 milioni di euro. Ma serve uno sforzo economico maggiore da parte delle altre istituzioni. Solo così potremo far rinascere i borghi e le eccellenze della nostra regione”.”Abbiamo un sogno nel cassetto – ha detto Gianni Lepre, presidente della commissione Reti e Distretti produttivi dell’Odcec Napoli – quello di ridare vitalità ai borghi antichi del capoluogo campano. Quelli artigianali come Borgo Orefici, San Gregorio Armeno, piazza Mercato, il Rione Sanità che erano volano economico della nostra città e che devono rinascere attraverso botteghe aperte a turisti e botteghe scuola che diano la possibilità ai giovani di imparare mestieri antichi che sono il vanto del nostro made in Italy”.”Più volte abbiamo sollevato il tema dell’importanza della rivitalizzazione delle aree interne che – ha dichiarato Antonio Lopes (Svimez) – deve essere inquadrato in un più ampio disegno di politica economica con investimenti nei settori produttivi e nell’ambito delle infrastrutture di trasporto”.Giovanni Tomo, presidente commissione Marketing territoriale Odcec Napoli, ha evidenziato, infine, che “ci sono due leve strategiche come la coesione territoriale e l’analisi del contesto e dei territori, per dare attuazione piena alle politiche di marketing e di sviluppo”. LEGGI TUTTO

  • in

    PNRR, Enel si aggiudica fondi per quasi 4 miliardi

    (Teleborsa) – Giocando d’anticipo l’Enel ha vinto gare del Piano nazionale di ripresa e resilienza per quasi 4 miliardi di euro presentando vari progetti, principalmente nella missione relativa alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (M2). La fetta più grande della torta, quasi 3,5 miliardi, è andata alle reti di distribuzione in ottica smart grids. È quanto ha spiegato il direttore Italia di Enel, Nicola Lanzetta in un’intervista all’Ansa, assicurando assicurando che “le scadenze saranno rispettate”.Fra i progetti figurano, in particolare, investimenti sulle reti di distribuzione in ottica smart grids, l’ampliamento della fabbrica di pannelli fotovoltaici 3Sun di Catania, lo sviluppo di impianti per la produzione di idrogeno verde e il miglioramento dell’infrastruttura idrica della diga di Pozzillo (Enna) che ha un contributo pari a circa 33 milioni di euro.Aggiudicati nelle ultime 48 ore gli ultimi tre bandi, per 38 milioni di euro in totale, – ha annunciato Lanzetta – riguardano “la produzione di idrogeno verde da energia rinnovabile in aree industriali dismesse in Puglia, Calabria e Liguria”. Secondo quanto reso pubblico dalle tre regioni fra il 30 e 31 marzo, tali progetti sono volti alla creazione di impianti di generazione di elettricità da fonte rinnovabile al posto delle vecchie centrali fossili.”A noi il Pnrr convince, sta andando più che bene. Ci eravamo preparati con anticipo, studiando gli aspetti tecnici, formando il personale e potendo anche procedere rapidamente con le forniture – ha detto Lanzetta –. Questo meccanismo – ha proseguito – “ci convince al di là di una eventuale rivisitazione. Sul piano Repower Eu abbiamo presentato già una serie di proposte anche se non è ancora attivo. E qualora ci fossero fondi ulteriori o non utilizzati del Pnrr ci piacerebbe giocarcela”.Potenziare le reti di generazione dell’energia che arriva direttamente nelle case e la loro resilienza agli eventi climatici estremi – sottolinea direttore Italia di Enel – “serve sempre di più visto l’aumento del 20% anno su anno” di fenomeni meteo gravi in Italia. “La rete deve essere sempre pronta” ad affrontare pressioni impreviste. “Su questa rete – afferma Lanzetta – si stanno connettendo piccoli e medi impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia. Tra gennaio e febbraio 2022 sono stati circa 20mila e nello stesso periodo del 2023 sono triplicati a 60mila. Abbiamo bisogno che la rete, che sta reggendo benissimo, sia sempre più brava”.Sul fronte dello sviluppo della tecnologia fotovoltaica, il direttore Italia di Enel ricorda l’ampliamento della fabbrica di pannelli fotovoltaici di Catania, che produrrà fino a 3 Gw all’anno al 2024, con l’uso di una tecnologia innovativa, che può contare tra fondi Pnrr e Innovation Fund su circa 190 milioni di euro. C’è poi un progetto pilota innovativo che prevede la produzione di pannelli in plastica con un contributo di circa 20 milioni di euro. LEGGI TUTTO