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    Dazi, intesa Usa-Ue non (con)vince: per molti premia Trump

    (Teleborsa) – L’intesa Usa-Ue sui dazi non convince. Rispetto all’ipotesi del 30%, il 15% è un buon risultato ma non il migliore. “Non sono soddisfatto di questo risultato, ma penso che non fosse possibile ottenere di più tenendo presente la posizione di partenza che avevamo con gli Stati Uniti d’America. Sappiamo che l’economia tedesca subirà un danno considerevole a causa di queste tariffe”: lo ha detto il cancelliere federale Friedrich Merz incontrando la stampa al termine della riunione del Consiglio di sicurezza.Il cancelliere tedesco ha espresso la sua convinzione che i dazi “non siano nell’interesse degli Stati Uniti d’America” e ha sottolineato che “non ci sarà solo un tasso di inflazione più elevato, ma anche un impatto sul commercio transatlantico nel suo complesso”. Merz ha poi voluto ringraziare la Commissione europea per aver condotto queste trattative e ha ricordato “che i governi francese e italiano in particolare, insieme a quello tedesco, sono stati fortemente coinvolti nei colloqui.Personalmente non mi aspettavo nulla di più di questo risultato, che, lo ripeto, non può soddisfarci, ma era il meglio che si poteva ottenere nella situazione data”.Intanto, Trump annuncia che “stiamo per organizzare centri di distribuzione alimentare” a Gaza: lo ha detto alla fine del bilaterale col premier britannico Keir Starmer. “Israele ha una grande responsabilita’ per il flusso degli aiuti a Gaza”, ha aggiunto.”Posssiamo salvare molte persone, c’è una fame vera, non puoi fingere”, ha aggiunto il Presidente Usa in riferimento alle dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che alle accuse di star causando una carestia nella Striscia, le ha liquidate come “completamente false”, “non c’è fame a Gaza”. LEGGI TUTTO

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    UE, indagine approfondita sugli aiuti di Stato relativi al sostegno polacco a MAN Trucks

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per valutare se gli aiuti agli investimenti concessi dalla Polonia a MAN Trucks per l’ampliamento della capacità produttiva del suo stabilimento esistente di Niepolomice siano conformi alle norme UE in materia di aiuti di Stato. MAN Trucks, produttore di autocarri leggeri/medi e pesanti, fa parte del Gruppo MAN e del Gruppo Volkswagen.Nel 2024, le autorità polacche hanno notificato alla Commissione un aiuto di circa 26 milioni di euro (116 milioni di PLN) per l’ampliamento della capacità produttiva dello stabilimento MAN Trucks di Niepolomice, nella regione polacca della Piccola Polonia, una regione ammissibile agli aiuti regionali ai sensi delle norme UE in materia di aiuti di Stato. Si prevede che l’investimento creerà circa 1.400 nuovi posti di lavoro nella regione.L’aiuto consiste in una sovvenzione diretta di circa 2,4 milioni di euro (circa 10,7 milioni di PLN) e in un’esenzione dall’imposta sul reddito delle società di circa 23,7 milioni di euro (circa 105,6 milioni di PLN). La Polonia ha deciso di concedere l’aiuto, ma lo ha sospeso fino all’approvazione della Commissione.La Commissione deve valutare se gli effetti positivi dell’aiuto superino i suoi effetti negativi sulla concorrenza. In questa fase, sulla base di una valutazione preliminare, la Commissione ha constatato che il progetto di investimento favorisce lo sviluppo economico e l’occupazione in una regione svantaggiata dell’UE. Ciononostante, la Commissione nutre dubbi sulla conformità della misura alle norme UE applicabili in materia di aiuti di Stato, in particolare agli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale.La Commissione procederà ora a ulteriori accertamenti per verificare se tali dubbi siano fondati. L’avvio di un’indagine approfondita offre alla Polonia e ai terzi interessati, incluso il beneficiario dell’aiuto, la possibilità di presentare osservazioni. L’esito dell’indagine non pregiudica in alcun modo l’esito dell’indagine stessa. LEGGI TUTTO

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    Pichetto: “Prima di pensare agli aiuti, capire chi è colpito dai dazi”

    (Teleborsa) – “Per parlare di sostegni bisogna capire chi ha bisogno di sostegno rispetto ai dazi: non sappiamo chi ne soffre di più e chi ne soffre di meno”. Lo ha affermato il ministro di Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin interpellato sull’ipotesi di aiuti alle imprese dopo l’accordo politico sui dazi commerciali raggiunto ieri da Ue e Usa, durante la rassegna “PiazzAsiago”. “Cerchiamo di capire chi e cosa. E poi abbiamo anche dei settori agevolati: non è possibile oggi andare a prevedere chi risulterà più danneggiato. Per esempio, – conclude il ministro – ci stiamo occupando di ex Ilva e acciaio. Mi pare che sull’acciao il dazio Usa sia rimasto al 50%”, ha rilevato Pichetto, aggiungendo che è stato anche annunciato che l’acciao sarà oggetto di un negoziato a parte. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Calderone: sistema imprese “estremamente resiliente”

    (Teleborsa) – Il sistema delle nostre imprese è “estremamente resiliente”. Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro Marina Calderone in riferimento alle ricadute sulle nostre imprese dall’accordo con gli Usa sui dazi. “Noi dobbiamo guardare con prudenza tutti quelli che sono i dati e le previsioni”, ha detto a SkyTg24.”In questo momento non abbiamo ancora tutti gli elementi per comprendere in che modo e su quali settori ci saranno, se ci saranno, ripercussioni negative”, ha spiegato. “È importante però porre l’accento sulle caratteristiche della nostra economia, il rapporto delle imprese italiane con le esportazioni non è dipendente totalmente da quelle che sono le politiche americane, diversificano moltissimo sul fronte delle esportazioni. Ciò non vuol dire non guardare con attenzione all’accordo però io credo che il nostro sia sistema estremamente resiliente, e credo che anche il fatto che noi siamo capaci di vendere prodotti qualitativamente elevati faccia la differenze”.”Sono convinta – ha concluso la Calderone – che un accordo sui dazi possa portare delle criticità in alcuni settori, ma l’incertezza di un non accordo deprime le capacità di investimento di tutte le aziende”. LEGGI TUTTO

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    USA, Indice Fed di Dallas luglio migliora a +0,9 punti

    (Teleborsa) – Migliora l’attività delle fabbriche nel Distretto di Dallas, nel mese di luglio 2025, secondo quanto segnalato dai dirigenti aziendali che hanno risposto al Texas Manifacturing Outlook Survey.L’indice generale manifatturiero, elaborato dalla Federal Reserve di Dallas, si è portato a +0,9 punti rispetto ai -12,7 del mese precedente. Bisogna ricordare che quando le aziende che segnalano un aumento supera il numero di quelle che segnalano una diminuzione, l’indice sarà maggiore di zero e viceversa.(Foto: R K su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Eni: via alla nuova serra aeroponica per la coltivazione di ortaggi con tecnologie innovative

    (Teleborsa) – Eni annuncia l’avvio di un nuovo progetto che unisce tecnologia, innovazione e welfare aziendale attraverso la realizzazione di una serra aeroponica dedicata alla coltivazione di insalate e micro-ortaggi presso il Centro Ricerche Eni di Bolgiano. L’iniziativa, caratterizzata da un alto livello di automazione e dalla possibilità di gestione da remoto, – fa sapere Eni in una nota – è destinata a rifornire i ristoranti aziendali di Eni a San Donato Milanese, con l’obiettivo di promuovere un utilizzo responsabile delle risorse e sostenere modelli produttivi fondati su efficienza, innovazione e responsabilità sociale. Il progetto si inserisce nell’ambito delle azioni promosse da Eni a partire dal territorio di San Donato Milanese per incentivare pratiche virtuose in campo ambientale, attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, e al tempo stesso investire nel benessere delle proprie persone.La tecnologia aeroponica è un sistema innovativo di coltivazione fuori suolo, basato sulla nebulizzazione dosata e diretta di acqua e sostanze nutritive sulle radici delle piante. Questo metodo garantisce un’idratazione, una nutrizione e un’ossigenazione ottimali, favorendo lo sviluppo delle colture in modo efficiente e sostenibile. Grazie a questo sistema, è possibile ridurre drasticamente il consumo di risorse naturali: fino al 98% di acqua in meno ed un impiego limitato di fertilizzanti rispetto all’agricoltura tradizionale, e inoltre l’eliminazione dell’uso del suolo.Realizzato nella primavera del 2025, l’impianto è frutto della collaborazione con Dussmann (gestore dei servizi di ristorazione a SDM) e Agricooltur, startup innovativa titolare dei brevetti tecnologici adottati, impegnata nello sviluppo di soluzioni a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale.Un’attenzione particolare è stata riservata alla sostenibilità anche nella fase costruttiva, attraverso l’impiego di materiali recuperati e riciclati.”Questa iniziativa – si legge nella nota – rappresenta la prima applicazione in Italia della tecnologia aeroponica nell’ambito della ristorazione collettiva. La serra è situata in prossimità delle cucine aziendali, garantendo così una filiera cortissima per la produzione e il consumo diretto di insalate, micro-ortaggi (tra cui rucola, ravanelli, porri, cavolo rosso) e piante aromatiche come il basilico. Il risultato è un prodotto freschissimo, privo di residui, senza imballaggi e con un impatto ambientale ridottissimo. In un’ottica di ulteriore valorizzazione, le eventuali eccedenze produttive saranno presto messe a disposizione dei dipendenti, che potranno acquistarle per il consumo domestico. Ma l’iniziativa non si limita all’ambito aziendale. Grazie alla collaborazione con il Comune di San Donato Milanese, la serra – conclude la nota – sarà anche uno spazio aperto al territorio e alle scuole con l’obiettivo di diffondere la cultura della sostenibilità, dell’innovazione e della responsabilità sociale”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, intesa Ue-Usa al 15%: tutti i dettagli

    (Teleborsa) – Dopo settimane di trattative – come annunciato ieri sera dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo un bilaterale di circa un’ora – Bruxelles e Washington hanno trovato l’intesa su una tariffa del 15% per le importazioni europee oltreoceano, un interscambio che vale 1.400 miliardi di euro l’anno. Con gli Usa “ci siamo stabilizzati su un’unica aliquota tariffaria del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’Ue. Questa aliquota – ha spiegato von der Leyen prima di ripartire dalla Scozia – si applica alla maggior parte dei settori, tra cui auto, semiconduttori e prodotti farmaceutici. Questo 15% rappresenta un limite massimo ed è tutto compreso. Ciò garantisce la necessaria chiarezza ai nostri cittadini e alle nostre imprese, un aspetto assolutamente cruciale”. Un’intesa siglata con il patto di Turnberry dal commissario Ue Maros Sefcovic e, per gli Usa, da Howard Lutnick e Jamieson Greer che basta all’Europa per accantonare – con un voto dei 27 previsto nei prossimi giorni – i due pacchetti di contromisure da 92 miliardi di euro pronti a scattare il 7 agosto.”Il Governo italiano accoglie positivamente la notizia del raggiungimento di un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi e le politiche commerciali, che scongiura il rischio di una guerra commerciale in seno all’Occidente, che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili – hanno dichiarato in una nota congiunta – la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini –. La soluzione negoziata è un risultato a cui le istituzioni europee e gli Stati membri, inclusa l’Italia, hanno lavorato con grande impegno e facendo squadra comune, evitando di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell’Atlantico. L’accordo garantisce stabilità, aspetto fondamentale per i rapporti tra due sistemi economici e imprenditoriali fortemente interconnessi tra loro come sono quelli dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Nelle more di valutare i dettagli dell’intesa, giudichiamo sostenibile la base dell’accordo sui dazi al 15%, soprattutto se questa percentuale ricomprende e non si somma ai dazi precedenti, come invece era previsto inizialmente. Allo stesso tempo, continuiamo a lavorare a Bruxelles per rafforzare il Mercato Unico, semplificare le nostre regole, tagliare la burocrazia, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze. Infine, siamo pronti ad attivare misure di sostegno a livello nazionale, ma chiediamo che vengano attivate anche a livello europeo, per quei settori che dovessero risentire particolarmente delle misure tariffarie statunitensi. Il Governo italiano – concludono Meloni, Tajani e Salvini – continuerà a perseguire l’obiettivo di mantenere salda l’unità dell’Occidente, con la consapevolezza che ogni divisione ci renderebbe tutti più deboli ed esposti alle sfide globali”.”Bisogna studiare i dettagli dell’accordo e lavorare ancora sull’accordo perché quello che è stato sottoscritto ieri è un accordo non vincolante, di massima e quindi sui dettagli c’è ancora da battersi” ha poi aggiunto Meloni, parlando con i giornalisti ad Addis Abeba. TASSO DI RIFERIMENTO – Il cuore dell’intesa è l’aliquota doganale del 15%. Lo schema include la clausola della “nazione più favorita” (Mfn) – garanzia di parità e non discriminazione nel quadro della World Trade Organization – che stabilisce la tariffa media reciproca del 4,8% nel commercio transatlantico, valida nel pre-Trump. ACCIAIO E ALLUMINIO – Sui metalli industriali i dazi Usa del 50% restano in vigore. AUTO – Il settore automotive, inclusa la filiera della componentistica, vede un allentamento del dazio al 27,5%, con l’armonizzazione alla soglia del 15%. AGROALIMENTARE – L’aliquota flat si estende anche alla filiera agricola assorbendo i dazi preesistenti: in alcuni casi – come per i prodotti lattiero-caseari e l’olio extravergine d’oliva tricolore – si arriva a un impatto nullo. Il vino, salvo un’esenzione ancora da confermare, rischia un incremento dei dazi rispetto all’attuale soglia del 2,5%. FARMACI E CHIP – Anche il comparto sanitario – farmaci, vaccini e dispositivi essenziali – e dei semiconduttori si ferma a quota 15. Ma Trump si è già detto intenzionato a introdurre dazi progressivi sui due settori a partire da agosto e, per i pharma, non ha escluso l’ipotesi di arrivare alla cifra monstre del 200%. ESENZIONI – Dazi zero per alcuni dei settori più sensibili e ad alta intensità tecnologica: aerei civili, robotica avanzata e macchinari industriali. In particolare, l’industria aerospaziale – storicamente segnata dal contenzioso tra il colosso franco-europeo Airbus e l’americana Boeing – beneficia di un tacito accordo di non belligeranza. Anche liquori e alcool potrebbero essere risparmiati. CONTROPARTITE UE – Bruxelles riconoscerà alcuni standard tecnici statunitensi nell’automotive. Spazi di flessibilità, seppur calibrati, si estenderanno a tech, IA e criptovalute. Sul piatto Usa anche il rafforzamento dell’impegno europeo negli acquisti di armamenti a stelle e strisce – già delineato nell’intesa sul 5% in ambito Nato –, accompagnato da 600 miliardi di dollari di investimenti oltreoceano e 750 miliardi in forniture energetiche americane, gnl in testa, nei prossimi tre anni.(Foto: © Jan Mikš / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Cina, calano gli utili industriali nei primi sei mesi

    (Teleborsa) – Deflazione, consumi deboli e incertezze sul commercio globale continuano a pesare sui profitti delle industrie cinesi. Nel mese di giugno, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, gli utili delle aziende sono scesi del 4,3% a giugno su base annua dopo il -9,1% registrato a maggio. Scivolano anche i profitti industriali nel primo semestre dell’anno: -1,8% contro il -1,1% registrato a maggio. In particolare, le aziende statali hanno registrato un calo dei profitti del 7,6% nel primo semestre, mentre quelle del settore privato hanno riportato un aumento dell’1,7%. (Foto: Yinan Chen) LEGGI TUTTO