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    Giappone, leading indicator gennaio rivisto a 96,6 punti

    (Teleborsa) – Restano deboli le condizioni economiche del Giappone nel mese di gennaio 2023. Il leading indicator è stato rivisto a 96,6 punti, rispetto a una lettura preliminare di 96,5 punti e ai 97,2 punti di dicembre. Lo rende noto il Cabinet Office del Giappone nella sua lettura definitiva.Nello stesso periodo l’indice coincidente sulle condizioni attuali cala a 96,4 punti dai 99,4 punti precedenti, mentre l’indice differito (lagging index) sulle condizioni future migliora a 100,6 punti dai 100 punti precedenti.(Foto: Photo by Alexander Smagin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Urso: serve ritorno dello Stato in economia

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sostenuto la necessità di un ritorno dello Stato in economia. “Se gli Stati Uniti, che sono la patria del libero mercato, fanno tornare in maniera così assertiva in campo lo Stato, e lo fanno anche per i criteri su cui basano la loro sicurezza nazionale, un motivo ci sarà. Oggi nell’economia globale le forze di mercato da sole non possono reggere la sfida del gigante asiatico, soccombono. Anche in Italia e in Europa deve tornare lo Stato”, ha dichiarato nel corso della Conferenza nazionale delle Camere di Commercio a Firenze. “Gli americani – ha aggiunto Urso – hanno fatto tornare in campo in maniera preponderante lo Stato, prima consentendo con investimenti significativi di raggiungere l’autonomia energetica, e poi, più recentemente, con una politica industriale assertiva. Nell’ultimo anno, l’amministrazione Biden ha realizzato tre provvedimenti che ammontano a questi 2 mila miliardi di dollari”. “Chiediamo all’Europa di fare altrettanto”, ha concluso Urso.A margine dell’evento il ministro ha parlato anche dei ritardi sul PNRR. “L’Italia sta recuperando i ritardi che erano stati accumulati nei mesi passati e che hanno messo a rischio i nostri obiettivi del PNRR. Siamo convinti di riuscire a recuperare questi ritardi”, ha affermato. “Ci vuole la collaborazione di tutti, delle istituzioni, anzitutto quelle locali e poi certamente dell’UE, a cui abbiamo chiesto maggiore flessibilità per usare al meglio le risorse su quelle che sono le vere priorità dopo la guerra della Russia in Ucraina che ci ha fatto comprendere le nostre vulnerabilità sulla produzione e l’approvvigionamento energetico”, ha aggiunto Urso. LEGGI TUTTO

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    Banche, Macron: in corso attacchi speculativi ma fondamentali dell'Eurozona sono solidi

    (Teleborsa) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha spiegato che le crisi bancarie che, a partire dagli Usa, stanno cominciando a toccare alcune banche europee, come Credit Suisse e Deutsche Bank, sono il risultato di “attacchi speculativi” sul mercato. Bisogna distinguere tra i comportamenti speculativi, e i fondamentali del sistema bancario dell’Eurozona, ha aggiunto durante la sua conferenza stampa al termine Consiglio europeo, “che restano sani, sotto una supervisione solida”, che costituisce una situazione “non comparabile” con quella esistente negli Usa o in altre zone. “Durante l’Eurosummit stamattina – ha dichiarato Macron – abbiamo fatto il punto con la presidente della BCE, Christine Lagarde, sulla situazione del settore bancario all’esterno delle nostre frontiere. I fondamentali delle banche europee sono solidi, e possiamo felicitarci delle esigenze delle nostre regolamentazioni in materia. Abbiamo imparato la lezione delle crisi passate, e questo vuole dire che l’Eurozona è oggi la zona in cui le banche sono le più solide, perché sono seguite nella maniera più scrupolosa, con i controlli dei tassi bancari di solvibilità e di liquidità” che sono stati decisi “a seguito della crisi finanziaria del 2008-2010”. “Questo contesto – ha proseguito – deve incitarci ad accelerare la costruzione dell’Unione bancaria e dell’Unione dei mercati dei capitali, per avere un’Eurozona e un’Unione europea che tutelano il risparmio” e in cui le banche “sono più solide in termini di finanziamento delle loro attività”. D’altra parte, ha aggiunto, abbiamo “una strategia macroeconomica adatta al contesto, e per questo”, come Francia, “sosteniamo le proposte della Commissione europea in materia di governance economica che mi sembrano un punto chiave a questo riguardo”. Rispondendo a una domanda specifica sul rischio di contagio della crisi, vista la caduta in borsa di Deutsche Bank, che ha già avuto un primo impatto su una grande banca francese, la Société Général, Macron ha osservato: “Credo che ciò che sta succedendo sia abbastanza chiaro: siamo in una situazione molto diversa” rispetto a ciò che succede fuori dall’UE “perché abbiamo una regolamentazione esigente nell’Eurozona, con una grande trasparenza e i tassi che sono seguiti da vicino, con esigenze che sono nettamente superiori a quelle degli Stati Uniti e di altre banche. Uno dei problemi di Credit Suisse, d’altra parte, è stato l’esposizione a certi attivi americani com’è noto”.”Dunque – ha sottolineato il presidente francese – non siamo in una situazione comparabile, i fondamentali sono sani. Questo, d’altra parte ha avuto un costo per l’Eurozona in passato, perché siamo stati più esigenti con noi stessi, e ciò ha pesato sul nostro sistema bancario. “Quello che succede – ha ribadito Macron – è che ci sono degli speculatori che stanno attaccando i Credit Default Swaps, che li stanno testando; e questo ha avuto stamattina un impatto sui mercati dei capitali”. “Ma credo – ha concluso Macron – che bisogna saper distinguere tra i comportamenti speculativi, gli attori che cercano di fare soldi a breve termine, e i fondamentali, che restano sani, sotto una supervisione solida che ha mostrato la sua robustezza negli ultimi anni”. LEGGI TUTTO

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    Unioncamere, Prete: perse 130mila imprese giovanili in 10 anni

    (Teleborsa) – In poco più di 10 anni in Italia sono scomparse circa 130 mila imprese guidate da under 35 (-20%), soprattutto nel Centro-Sud. Così oggi le aziende giovanili sono appena l’8,7% del nostro tessuto imprenditoriale. Lo ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, nel suo intervento alla Conferenza nazionale delle Camere di commercio “Progettare il domani con coraggio” a Firenze alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.”Non c’è futuro senza un ambiente favorevole alle nuove generazioni – ha aggiunto Prete –. Occorre rendere più facile ai giovani imprenditori trasformare le idee in realtà produttive: garantire la libertà di iniziativa economica è un valore costituzionalmente tutelato. Su questi punti il sistema camerale può e intende fare molto, per aiutare i giovani a mettersi in proprio, orientandoli già durante il percorso scolastico e aiutandoli poi a mettere in pratica i loro progetti”. “Oggi siamo chiamati a progettare il futuro e per farlo occorre coinvolgere le energie di tutti. Dovremo fare scelte coraggiose, di cui assumerci le responsabilità”. Il disallineamento tra formazione e mondo del lavoro genera un considerevole mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal indica che la difficoltà di reperimento nella ricerca di figure professionali è passata dal 26% nel 2019 al 40% nel 2022. Uno spreco, che costa in termini di valore aggiunto delle imprese più di 30 miliardi l’anno. A mancare sono soprattutto i profili Stem, i più richiesti dal mercato. Un dato che penalizza in particolare le donne, meno propense a scegliere questi indirizzi. è necessario stimolare e favorire le iniziative imprenditoriali guidate da donne, e le nuove tecnologie abilitanti sono preziose alleate per questa sfida.Export e turismo – sottolinea Unioncamere – sono traini fondamentali dell’economia italiana. Le piccole imprese hanno però maggiori difficoltà sono sempre meno presenti all’estero. Questo elemento rischia di indebolire il tessuto produttivo italiano oltre che la competitività dell’intero Paese. Le Camere di commercio, insieme alla rete delle Camere italiane all’estero – promotrici dell’italicità nel mondo – possono fare la differenza, perché sono in grado di accompagnare le piccole imprese nei percorsi dell’internazionalizzazione. Bisogna, perciò, rimuovere un provvedimento di qualche anno fa che ha ridotto la possibilità delle Camere di operare su questo fronte, in modo da portare sui mercati internazionali circa 45 mila imprese che sono potenziali esportatrici, con una crescita stimata di circa 40 miliardi di export.”Le Camere di commercio sono esse stesse corpi intermedi nel pluralismo della democrazia che assicurano la partecipazione civile ed economica. Sono istituzioni di collegamento tra Stato e mercato, tra locale e globale nel segno della sussidiarietà richiamata nella nostra Costituzione”, ha ricordato il presidente Prete sottolineando che “i prossimi anni saranno cruciali per tutti noi. Le rilevanti risorse messe a disposizione dal PNRR, dai programmi e dai fondi europei e dal mercato rendono l’obiettivo di uscire dalla bassa crescita degli scorsi decenni alla nostra portata”. “Occorre perciò coinvolgere le micro, le piccole e medie imprese del Paese nella misura più ampia possibile; facilitare l’afflusso delle risorse finanziarie verso validi progetti di investimento; irrobustire il livello delle competenze manageriali necessarie in un contesto così complesso; sostenere le aggregazioni, il rafforzamento e la crescita delle piccole e medie realtà imprenditoriali in un equilibrio più avanzato tra sostenibilità e competitività. è un autentico progetto Paese per il quale le Camere di commercio si candidano a svolgere un ruolo chiave e fare da pivot, grazie alla prossimità territoriale, alle esperienze maturate, al patrimonio di dati e di conoscenze di cui dispongono”, ha concluso il presidente di Unioncamere. LEGGI TUTTO

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    Titoli di Stato, MEF: mercoledì in asta 7 miliardi di BOT

    (Teleborsa) – Mercoledì, 29 marzo, andranno in asta complessivamente 7 miliardi di euro di BOT. Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze aggiungendo che saranno collocati 5 miliardi di euro di BOT a sei mesi e 2 miliardi di euro di BOT 12 mesi con 3 mesi di vita residua e scadenza 14 luglio 2023. Il regolamento è previsto per il 31 marzo data in cui vengono a scadere 5,5 miliardi di euro di BOT a sei mesi. LEGGI TUTTO

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    Brexit, Regno Unito e UE adottano formalmente il Protocollo

    (Teleborsa) – Il Regno Unito e l’UE hanno formalmente adottato il Windsor Framework, l’intesa di modifica del protocollo post Brexit sull’Irlanda del Nord, che era stata raggiunta fra il premier britannico Rishi Sunak e la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Il documento finale è stato firmato dal ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, e il vicepresidente della commissione Ue, Maros Sefcovic, che si sono impegnati e si collaborare “pienamente e lealmente” per implementarlo.Nel Regno Unito, il Windsor Framework era passato attraverso una rapida approvazione a larga maggioranza da parte della Camera dei Comuni, tramite un unico voto su un aspetto tecnico dell’accordo. Ad opporti all’accordo in tutto 29 deputati, sei unionisti nordirlandesi del Dup presenti a Westminster, oltre a un indipendente e 22 conservatori dissenzienti, fra cui gli ex premier Boris Johnson e Liz Truss.Secondo gli unionisti di Belfast nonostante i “sostanziali progressi” fatti con la modifica del Protocollo, l’intesa raggiunta “non affronta la questione fondamentale, ovvero l’imposizione del diritto Ue” sull’Irlanda del Nord. Si attende ora la reazione del Dup all’adozione del Windsor Framework. LEGGI TUTTO

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    PA, il ministro Zangrillo firma direttiva formazione: più competenze per le nuove sfide

    (Teleborsa) – Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato la direttiva sulla formazione. Il documento – spiega un comunicato – diventa centrale nel processo di rinnovamento della pubblica amministrazione, in linea con gli obiettivi del PNRR, che prevede siano offerti corsi di formazione ad almeno 750mila dipendenti pubblici entro il 2026. “Qualsiasi organizzazione, per essere al passo con i tempi e rispondere ai mutamenti culturali e tecnologici della società, deve investire sulle competenze attraverso un’adeguata formazione del personale – sottolinea il ministro Zangrillo -. Fare formazione non significa solo dotare i nostri dipendenti delle conoscenze e degli strumenti informatici adeguati. Vuol dire, innanzitutto, garantire un processo di aggiornamento continuo, capace di mettere il personale nelle condizioni di affrontare al meglio le complesse sfide dell’innovazione, in modo che la macchina amministrativa possa continuare a guidare il Paese verso la crescita e lo sviluppo”. La direttiva fornisce, in particolare, “indicazioni metodologiche e operative per la pianificazione, la gestione e la valutazione delle attività formative”, considerate uno dei principali strumenti per migliorare la qualità dei servizi a cittadini e imprese, e affidate ai dirigenti, per i quali rappresentano un obiettivo di performance. Si parte dalle competenze digitali: la direttiva prevede che entro il 30 giugno di quest’anno le amministrazioni che non lo hanno ancora fatto aderiscano a Syllabus e che, entro sei mesi dall’iscrizione, forniscano attività di formazione digitale ad almeno il 30% del personale, e poi al 55% entro il 2024 e ad almeno il 75% entro il 2025. Le altre materie su cui viene chiesto ai dipendenti di formarsi sono la transizione ecologica e amministrativa, secondo un’offerta formativa erogata dal Dipartimento della funzione pubblica anche avvalendosi della Sna e di FormezPa. Secondo la direttiva, inoltre, le pubbliche amministrazioni dovranno garantire a ciascun dipendente almeno 24 ore di formazione all’anno, arrivando quindi a circa tre giornate lavorative su base annua da dedicare all’accrescimento delle competenze. Nuovo è anche l’approccio, in base al quale per il dipendente la formazione è al tempo stesso un diritto e un dovere, da considerare a tutti gli effetti come un’attività lavorativa che impatta sulla carriera, e per le amministrazioni un investimento, e non un costo. La partecipazione ai corsi entra a far parte della valutazione individuale e conta ai fini delle progressioni professionali all’interno della stessa area e tra le aree o qualifiche diverse. “Si tratta – conclude il ministro Zangrillo – di una vera e propria rivoluzione culturale che conferma l’intenzione del governo di investire sul capitale umano della Pubblica amministrazione, facendola diventare più attrattiva agli occhi dei giovani talenti perché fornisce loro chiare prospettive di crescita professionale. Una novità importante nel bel mezzo della stagione di assunzioni che stiamo vivendo, circa 350mila previste per il biennio 2022-2023 tra turnover e nuovi ingressi”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, ENAC sigla accordo per tutela operatori handling degli aeroporti di Linate e Malpensa

    (Teleborsa) – Assicurare la tutela economica e giuridica di numerosi lavoratori di Linate, in un momento particolarmente delicato che vede l’avvio dellastagione estiva e la ripresa del traffico aereo che, nei prossimi mesi, si stima superi i dati di traffico del 2019, periodo per-pandemia. Questo l’obiettivo dell’accordo concluso ieri presso l’aeroporto di Milano Linate tra le organizzazioni sindacali e gli handler (società di servizi di assistenza a terra) con il coordinamento dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, a garanzia della tutela della salvaguardia dei lavoratori del comparto.L’accordo segue quelli analoghi già sottoscritti per gli operatori handling dell’aeroporto di Milano Malpensa lo scorso 8 febbraio 2023: un protocollo di sito per l’area passeggeri e uno per l’area cargo, per disciplinare – a integrazione e in attuazione di quanto previsto dal CCNL del Trasporto Aereo – il passaggio delle attività di assistenza svolte sui piazzali aeromobili (cosiddetti servizi di rampa) tra l’operatore cessante e l’operatore“subentrante. Le intese stipulate assicurano che in questi aeroporti vi sia personale già formato equalificato all’utilizzo delle risorse strumentali necessarie a effettuare i servizi a terra alle compagnie aeree.Prosegue pertanto l’impegno dell’Enac per garantire in ambito aeroportuale gli accordi di sito per evitare che la concorrenza tra gli operatori di handling possa influire sul costo del lavoro, indice strettamente correlato con la qualità del servizio e con la sicurezzaaeroportuale, obiettivi perseguiti dall’Ente. L’Enac, inoltre, in qualità di Autorità dell’aviazione civile preposta alla certificazione deiprestatori di servizi di assistenza a terra verifica l’adeguamento dei requisiti previsti, da parte degli operatori subentranti, per il mantenimento delle certificazioni di handling, al fine di garantire che l’avvicendamento degli operatori avvenga secondo le regole del liberomercato, preservando la sicurezza e regolarità delle operazioni contrattuali e, altresì, le esigenze di tutela dei passeggeri. LEGGI TUTTO