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    Italgas sigla contratto per distribuzione gas a Torino: investimenti per 330 milioni

    (Teleborsa) – Il Sindaco Stefano Lo Russo, e l’Amministratore Delegato di Italgas Reti Pier Lorenzo Dell’Orco hanno formalizzato il contratto di servizio che assegna a Italgas la gestione delle attività di distribuzione del gas naturale per i prossimi 12 anni nell’Ambito territoriale Torino 1, che comprende la Città e i Comuni di Moncalieri, Grugliasco, Rivoli, Rivalta di Torino e Nichelino uniti in una convenzione firmata dai rispettivi Sindaci.Il nuovo contratto prevede un piano di investimenti da 330 milioni di euro. Gli investimenti serviranno ad ammodernare ed efficientare i 340 chilometri della rete di distribuzione, grazie anche a un programma di trasformazione digitale. La stessa infrastruttura potrà consentire anche la distribuzione di gas verdi (come il biometano e, in futuro, l’idrogeno). Saranno inoltre realizzati due nuovi distributori di metano per i depositi autobus di Gtt, a sostegno dei programmi di decarbonizzazione del trasporto su gomma.La posa di oltre 40 chilometri di nuove condotte e il potenziamento di circa 15 chilometri di rete raggiungeranno aree non ancora servite, rendendo disponibile il metano a ulteriori 4.500 nuove utenze, mentre quelle esistenti verranno dotate di contatori di ultima generazione per favorire consumi consapevoli e risparmio energetico.”Con gli Atem Torino 1 e Torino 2, Valle d’Aosta, Belluno e La Spezia, tutti aggiudicati a Italgas, sale a circa un miliardo di euro il valore complessivo degli investimenti programmati dalla società nei territori interessati, confermando l’effetto virtuoso che le gare gas offrono all’economia del Paese e la necessità di accelerarne in maniera decisa il loro svolgimento”, ha commentato Pier Lorenzo Dell’Orco. LEGGI TUTTO

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    Descalzi, “l'Europa non ha un sistema energetico comune”

    (Teleborsa) – “L’Europa ha una connessione energetica carente, non c’è una piattaforma di scambi, ci sono confini, non c’è una connessione completa degli stoccaggi”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, all’incontro “Futuro Quotidiano”, alla Luiss di Roma. Il manager ha sottolineato come la realtà europea non sia paragonabile a quella di Stati Uniti e Cina anche perché “l’Europa non è neanche un Paese o una federazione” e in un “sistema carente” risulta “carente il concetto di globalizzazione energetica”. Di eccesso di virtù ambientale si può morireL’amministratore delegato del Gruppo energetico plaude agli obiettivi dell’UE sulla decarbonizzazione, ma sottolinea che sono molto ambiziosi. “Che l’Europa faccia bene per l’ambiente è una bandiera importante. Ha preso decisioni per cambiamenti epocali e per l’urgenza ha dato obiettivi ambientali molto ambiziosi e ha dato anche obiettivi tecnologici di riduzione delle emissioni. E’ virtuoso quello che ha fatto l’Europa, ma ovviamente di eccesso di virtù si può anche morire” – ha detto Descalzi – definendo un “errore” la decisione di escludere i biocarburanti dai veicoli a partire dal 2035 perché “dobbiamo parlare di competitività e prezzi”.”Sul fatto ambientale – ha detto ancora il manager – l’Europa ha preso una decisone top-down” e si è data un “obiettivo importante”, ma “la cosa non corretta è aver dato a un obiettivo ambientale un obiettivo tecnologico”. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali in aumento a sorpresa

    (Teleborsa) – Sono aumentate inaspettatamente le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stock di greggio, negli ultimi sette giorni al 7 aprile, sono saliti di 0,6 milioni di barili a 470,5 MBG, contro attese per un decremento di 0,6 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato un calo di 0,6 milioni a 112,4 MBG, contro attese per un decremento di 0,7 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un calo di 0,3 milioni a quota 222,2 MBG (era atteso un decremento di 1,6 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono rimaste diminuite a 369,6 MBG da 371,2 MBG. LEGGI TUTTO

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    Sorgenia, ricavi 2022 balzano a 6,1 miliardi. Michele De Censi nuovo AD

    (Teleborsa) – Sorgenia, gruppo attivo nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale, ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati pari a 6,1 miliardi di euro, con un aumento del 79% rispetto al 2021. L’EBITDA è cresciuto dai 444 milioni di euro del 2021 ai 550 milioni di euro dell’esercizio appena terminato (+24%). L’indebitamento finanziario netto è ulteriormente sceso, attestandosi a 394 milioni di euro con una contrazione del 47%.Gianfilippo Mancini ha chiuso la propria esperienza nel gruppo dopo otto anni come amministratore delegato e direttore generale della società controllata dal fondo infrastrutturale F2i Sgr e partecipata da Asterion Industrial Partners.”Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti e del percorso di trasformazione vissuto dall’azienda in questi otto anni – ha commentato l’AD uscente – Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo straordinario traguardo e faccio gli auguri di buon lavoro al mio successore”.I soci hanno anche informato la società, si legge in una nota, che intendono proporre all’assemblea, convocata per fine mese, la nomina di Michele De Censi, con indicazione al consiglio di amministrazione di nominarlo in qualità di amministratore delegato e direttore generale. LEGGI TUTTO

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    Enel cede asset in Perù a società cinese per 2,9 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Enel ha sottoscritto un accordo con la società cinese China Southern Power Grid International (CSGI) per la cessione della totalità delle partecipazioni detenute da Enel Perú nella società di distribuzione e fornitura di energia elettrica Enel Distribución Perú e nella società di servizi energetici avanzati Enel X Perù. L’accordo prevede che CSGI acquisirà le partecipazioni in Enel Distribución Perú (pari a circa l’83,15%) e in Enel X Perù (pari al 100%) a fronte di un corrispettivo totale di circa 2,9 miliardi di dollari, corrispondenti a circa 4 miliardi di dollari in termini di enterprise value (riferito al 100%).”Questa operazione – ha commentato l’AD Francesco Starace – ci consente di massimizzare il valore degli investimenti compiuti finora in Perù nella digitalizzazione della rete e nei servizi energetici avanzati, proseguendo l’attuazione del piano di dismissione degli asset annunciato a novembre in occasione della presentazione del Piano Strategico di Enel ai mercati finanziari, e volto a completare il processo di razionalizzazione del Gruppo, da sempre elemento fondante della nostra strategia”.Il gruppo italiano prevede che l’operazione genererà una riduzione dell’indebitamento netto consolidato di circa 3,1 miliardi di euro nel 2023 e un impatto positivo nel 2023 sull’utile netto reported pari a circa 500 milioni di euro. Non sono invece previsti impatti dell’operazione sui risultati economici ordinari. LEGGI TUTTO

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    Enel Grids presenta Enel Box: la nuova soluzione per cabine elettriche più sostenibili

    (Teleborsa) – Enel Grids rivoluziona il design delle sue cabine secondarie rendendole ancora più sostenibili e armonizzate con l’ambiente urbano, e lo fa grazie ad Enel Box, il nuovo concept progettuale grazie al quale le cabine saranno realizzate con materiali a basso impatto ambientale e con un ridotto numero di componenti, minimizzando così l’impronta carbonica delle infrastrutture e agevolando la loro integrazione nel contesto cittadino, rurale e nelle aree storiche.”Per abilitare la transizione energetica e procedere spediti verso un futuro a zero emissioni abbiamo bisogno di reti di distribuzione sempre più sostenibili, resilienti e interattive – ha dichiarato Antonio Cammisecra, responsabile Enel Grids –. Proprio per realizzare quest’obiettivo il Gruppo ha adottato l’approccio Grid Futurability, collaborando con tutti gli stakeholder per ripensare i componenti chiave delle sue infrastrutture di rete in un ecosistema aperto e cooperativo. Le cabine secondarie sono una parte importante dei nostri investimenti futuri, e solo nell’anno scorso ne abbiamo realizzate in Italia una al giorno. La cabina del futuro sarà un’icona di intelligenza decentralizzata per accogliere al meglio la generazione rinnovabile, la flessibilità e tutti i nuovi bisogni legati alla elettrificazione dei consumi”.Il nuovo design delle cabine secondarie “Enel Box”, elaborato da Eugenio Bini, rientra nel più ampio percorso avviato da Enel Grids di ri-progettazione in chiave sostenibile delle infrastrutture elettriche essenziali, dedicate alla trasformazione dalla media alla bassa tensione, oltre che al controllo e alla protezione della rete. Le cabine attualmente sono 245mila in Italia e 148mila in Spagna. L’intento – spiega Enel in una nota – è renderle strumenti sempre più innovativi per aumentare esponenzialmente la quantità di energia immessa nella rete di distribuzione proveniente da fonti rinnovabili e implementare così l’elettrificazione dei consumi energetici. Un impegno coerente non solo con l’orientamento di Gruppo (il Piano Strategico 2023-2025 dedica alle reti il 40% dei 37 miliardi di investimenti complessivi previsti) ma anche con l’impianto del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: presentando vari progetti, infatti, soprattutto nella missione relativa alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (M2), Enel ha vinto gare per quasi 4 miliardi di euro, di cui 3,5 saranno dedicati proprio al potenziamento e all’innovazione delle reti di distribuzione in ottica smart grids.Entro il 2023 sarà conclusa la fase di progettazione del design della cabina secondaria, mentre a partire dal 2024 prenderà il via l’installazione delle nuove infrastrutture elettriche di Enel Grids in Italia e successivamente in tutti i Paesi in cui opera. Oltre al nuovo design, le cabine elettriche conterranno tecnologia avanzata di digitalizzazione, potenti dispositivi con capacità computazionale decentralizzata e trasformatori più sostenibili in grado di gestire al meglio la generazione distribuita e flussi elettrici sempre più bidirezionali. Il concept progettuale è stato scelto a valle di una competizione aperta lanciata da Enel Grids sulla piattaforma di crowdsourcing Enel Open Innovability® a cui hanno partecipato professionisti e studi di progettazione internazionali in un’ottica di Open Innovation. L’obiettivo della sfida globale era l’elaborazione di nuovi sistemi di progettazione delle cabine basati sui principi della sostenibilità e su un approccio circular by design, per rendere gli elementi architettonici adattabili ai differenti contesti d’uso.Le proposte sono state valutate da una giuria di esperti composta da Paolo Cresci, head of Sustainable Development in ARUP; Alberto Iacovoni, coordinatore dei Master dell’Istituto Europeo di Design; Francesco Cascino, fondatore di Art Thinking; Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente Nazionale, Romano Giglioli, professore all’Università di Pisa – ENSIEL, Claudio Raviolo, architetto e partner dello Studio Citterio-Viel e Simona Maschi ceo and cofounder CIID, Copenhagen Institute of Interaction Design. La giuria ha premiato cinque proposte progettuali su 38 complessivamente esaminate, classificando al primo posto il concept elaborato da Eugenio Bini, “Enel Box”, per la sua “modularità, semplicità e flessibilità nella relazione ai diversi contesti”. LEGGI TUTTO

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    FPSO Firenze, Eni celebra partenza verso il giacimento di Baleine nell'Offshore della Costa d'Avorio

    (Teleborsa) – Eni, in partnership con PetroCi, ha celebrato ieri a Dubai la partenza della FPSO Firenze verso il giacimento di Baleine nell’offshore della Costa d’Avorio. All’evento hanno partecipato Mamadou Sangafowa-Coulibaly, ministro delle miniere, del petrolio e dell’energia della Costa d’Avorio, e altri dignitari. La FPSO Firenze consentirà l’avvio della produzione del giacimento di Baleine, che è ad oggi la più grande scoperta di idrocarburi in Costa d’Avorio, con una stima di petrolio in posto di 2,5 miliardi di barili e 3,3 trilioni di piedi cubi di gas associato. Lo sviluppo di Baleine sarà anche il primo progetto africano a emissioni zero (Scope 1 e 2).La FPSO Firenze, che verrà ribattezzata Baleine dopo il suo arrivo in Costa d’Avorio, è stata ristrutturata e potenziata per consentirle di trattare fino a 15mila bbl/d di petrolio e circa 25 Mcfd/d di gas associato. L’intera produzione di gas sarà consegnata a terra tramite un gasdotto di esportazione di nuova costruzione. L’installazione del sistema di produzione sottomarino e la campagna di completamento del pozzo sono in corso e garantiranno un avvio accelerato della produzione entro giugno 2023.Il modello di sviluppo in fasi e il fast track di Eni si sono dimostrati efficaci, poiché – spiega Eni in una nota – il progetto dovrebbe iniziare la produzione a meno di 2 anni dalla scoperta di Baleine 1X e un anno e mezzo dopo il FID. Eni sta già procedendo speditamente alla seconda fase del progetto prevedendo l’avvio della produzione entro dicembre 2024 dopo aver preso il FID a dicembre 2022.Eni è impegnata nello sviluppo sostenibile e il progetto net-zero emission del giacimento di Baleine è un passo significativo verso il raggiungimento di questo obiettivo. Il campo Baleine si estende sui blocchi CI-101 e CI-802. Eni possiede inoltre partecipazioni in altri quattro blocchi nelle acque profonde ivoriane: CI-205, CI-501, CI-401 e CI-801, tutti con lo stesso partner, PetroCi Holding. LEGGI TUTTO

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    Energia, Analisi ENEA 2022: consumi in calo (-3%) ma emissioni in aumento (+0,5%)

    (Teleborsa) – Il 2022 sarà ricordato non solo come l’anno della crisi dei mercati di gas ed elettricità, con flussi di gas russo verso l’Europa dimezzati e prezzi raddoppiati rispetto al 2021, ma anche come l’anno che ha chiuso con una contrazione dei consumi energetici del 12% nell’ultimo trimestre, che in termini medi annui si traduce in un calo di oltre il 3%, di poco inferiore alla media europea (-4%). Fra gli aspetti positivi, la crescita di un punto percentuale della quota di fonti rinnovabilisui consumi finali che si è attestata al 20%. In forte peggioramento (-54%), invece, l’indice ISPRED, elaborato da ENEA per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, emissioni e sicurezza. È quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA che evidenzia per l’intero 2022 anche la crescita delle emissioni di anidride carbonica, che hanno registrato il secondo aumento consecutivo su base annua (+0,5%), un dato comunque meno negativo rispetto al +8,5% del 2021.”Come nel resto dell’Eurozona il crollo dei consumi energetici dell’ultimo trimestre è stato causato da contrazione della domanda e azioni di adattamento nell’industria (produzione di beni intermedi -6%), clima eccezionalmente mite a inizio stagione 2022-2023 dei riscaldamenti e misure di contenimento dei consumi – sottolinea Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi –. Da agosto 2022 a febbraio 2023, periodo di riferimento del Piano nazionale di contenimento, i consumi di gas sono stati inferiori del 19% e quelli di elettricità del 4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni”.Nel 2022, dato il robusto aumento del PIL (+3,7%), si è ridotta in una misura senza precedenti l’intensità energetica dell’economia (-7%). “Si tratta – sottolinea Gracceva – di un dato fortemente influenzato da fattori contingenti, ma è vero che a differenza di quanto rilevato costantemente negli ultimi anni, dalla metà del 2022 in Italia sembra emergere un sostanziale disaccoppiamento fra la domanda di energia e alcuni dei suoi principali driver, come PIL, produzione industriale, clima e mobilità”.A livello di prezzi medi 2022 rispetto al 2021, quello dell’elettricità è cresciuto di oltre il 100%, mentre quello del gas è aumentato del 57%. “Alla crisi dei prezzi non si è sommata una crisi di disponibilità fisica delle risorse, grazie alle importazioni record di gas naturale liquefatto in Europa e al calo dei consumi, oltre che al clima mite di fine 2022. A partire dagli ultimi mesidell’anno, – continua Gracceva – tutto ciò ha determinato un deciso ridimensionamento dei prezzi del gas, e a ruota di quelli dell’elettricità, ma l’equilibrio del mercato del gas resta fragile. Al di là del breve periodo, gli alti prezzi restano una grave minaccia alla competitività dell’industria europea, basti pensare come nei due principali paesi manifatturieri dell’UE, Germania e Italia, la produzione industriale dei beni più energivori sia stata fortemente negativa nel 2022”.A livello di fonti primarie, il calo dei consumi è il risultato di un minor impiego di gas (-10%) e fonti rinnovabili (-12%), anche a fronte di un maggior ricorso a petrolio (+5,5%) e carbone (+29%).L’aumento delle emissioni di CO2 (+0,5%), nonostante il calo dei consumi di energia, è imputabile in primo luogo al maggior utilizzo di carbone e olio combustibile nel termoelettrico (+60%), che ha più che compensato la forte contrazione del gas naturale. In contrasto con la tendenza degli ultimi anni, l’aumento delle emissioni ha riguardato solo i settori ETS (generazione elettrica ed energivori, +5,5%), mentre sono diminuite del 2,5% quelle dei settori non-ETS (civile, trasporti, agricoltura, rifiuti e piccola industria).Per quanto riguarda l’indice della transizione energetica ISPRED, il calo del 54% è dovuto in particolar modo alle componenti “prezzi” e “decarbonizzazione”, mentre modesto è stato il regresso della componente “sicurezza”.”Il piano di contenimento dei consumi di gas e i prezzi record dell’energia hanno contratto la domanda di gas ed elettricità e garantito margini di capacità accettabili sia nel sistema elettrico che nel sistema gas, nonostante sia venuto meno 1/4 delle importazioni 2021. Si può dire – conclude Gracceva – che la scelta del decisore sia stata di salvaguardare la sicurezza del sistema pur al costo di un peggioramento sui fronti della decarbonizzazione e dei prezzi dell’energia, che però si confida possa essere temporaneo”. Segnali positivi emergono sul fronte delle tecnologie low-carbon, in particolare per la mobilità elettrica: i dati più aggiornati sui brevetti per accumulatori e sistemi di ricarica mostrano per l’Italia un lieve recupero dello svantaggio accumulato rispetto ai più rilevanti Paesi europei, con un miglioramento anche nell’interscambio commerciale dei veicoli elettrici. Nel complesso, però, il deficit commerciale nel comparto low-carbon è aumentato del 14% nel 2022, sfiorando il valore di 3 miliardi e 700 milioni (0,32% del PIL). A pesare maggiormente sono state le importazioni di pannelli fotovoltaici e veicoli ibridi plug-in, ma soprattutto di accumulatori agli ioni di litio che da soli rappresentano il 56% del disavanzo nel settore low-carbon. LEGGI TUTTO