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    Mazzoncini (A2A), Ebitda 2023 atteso non inferiore a 1,6 miliardi

    (Teleborsa) – Per il 2023 A2A stima un Ebitda non inferiore a 1,6 miliardi di euro. “Abbiamo una serie di impianti nuovi che entrano in servizio – ha detto l’AD Renato Mazzoncini nel corso della presentazione dell’aggiornamento del piano decennale -. C’è l’effetto della acquisizioni, tutto questo vale circa 120 milioni da sommare agli 1,45-1,5 miliardi previsti”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    A2A conferma la dividend policy. Mazzoncini: +3% annuo

    (Teleborsa) – “Confermiamo la nostra politica di dividendi, che prevede dal 2020 una crescita annua del 3% della cedola”. Lo ha confermato l’Amministratore Delegato di A2A, Renato Mazzoncini nel corso della presentazione dell’aggiornamento del piano industriale 2020-3030. “L’anno scorso abbiamo pagato un dividendo straordinario e tale era, noi continuiamo con la nostra politica di dividendi”, ha detto il top manager. LEGGI TUTTO

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    Mazzoncini (A2A), il principale elemento è il mercato domestico. Tutti gli investimenti saranno in Italia

    (Teleborsa) – “Abbiamo deciso che il principale elemento è il mercato domestico”. Lo ha detto l’AD di A2A, Renato Mazzoncini, nel corso della presentazione dell’aggiornamento del piano industriale. “Rispetto al piano presentato nel gennaio 2021, tutti i nostri investimenti nel nostro piano decennale saranno fatti in Italia. Ci concentreremo sul mercato domestico”. “Nei primi due anni del nostro piano abbiamo accelerato gli investimenti infrastrutturali per il paese ma il contesto attuale ci ha spinto ad un aggiornamento dei prossimi anni di piano in ottica prudenziale” – ha proseguito Mazzoncini -. Gli impatti sui prossimi anni del piano derivano da: costi di approvvigionamento (incremento materie prime e componentistica dovuto all’inflazione e allo choc causato dal conflitto), capitale circolante netto (crescita del valore nominale dei crediti e delle rateizzazioni dei clienti) e dai tassi di interesse e oneri finanziari (incremento del costo del debito). “La volatilità – ha spiegato Mazzoncini – durerà sicuramente tutto il 2023 e 2024, ci aspettiamo di vedere una normalizzazione dal 2025 che sarà completa a regime nel 2026”. LEGGI TUTTO

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    Terna, entro il 2022 soluzioni di connessione per 95 GW di nuovi impianti eolici offshore

    (Teleborsa) – Entro la fine del 2022 Terna rilascerà la soluzione tecnica di connessione a tutti i nuovi impianti di eolico offshore che hanno richiesto, entro il 31 ottobre, l’allaccio alla rete di trasmissione nazionale, per una potenza complessiva di circa 95 GW. È quanto emerso nel corso del workshop odierno “Evoluzione rinnovabili – Offshore 2022” organizzato a Roma dalla società guidata da Stefano Donnarumma che gestisce la rete elettrica nazionale, insieme al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e all’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente. Durante l’incontro è stato fatto il punto sul contesto normativo, sull’evoluzione, sullo stato di avanzamento e sulla distribuzione geografica delle richieste di connessione di impianti a fonti rinnovabili in Italia, con un focus specifico sull’eolico offshore. Nel corso del 2022, Terna ha registrato un trend in forte crescita: a ottobre, infatti, le richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale di nuovi impianti green hanno raggiunto il valore complessivo di circa 300 GW di potenza (di cui il 36% da fonte solare e il 74% da fonte eolica onshore e offshore). Un dato significativo, pari a oltre 4 volte il fabbisogno di 70 GW di nuova capacità rinnovabile necessario per raggiungere i target climatici definiti dal nuovo pacchetto legislativo UE Fit-for-55 al 2030.In particolare, l’eolico offshore cosiddetto floating, che prevede la realizzazione di impianti galleggianti sulla superficie acquatica, sta trovando sempre maggior sviluppo nei fondali dei mari italiani, grazie al progresso tecnologico maturato sul mercato internazionale. Un importante passo in avanti che trova conferma nelle richieste di connessione ricevute da Terna: al 31 ottobre 2022, quelle relative all’eolico offshore hanno infatti raggiunto una potenza pari a circa 95 GW (oltre il 200% in più rispetto a quelle pervenute a dicembre 2021). Circa l’80% delle richieste è localizzato nelle regioni del Sud Italia e nelle isole maggiori. In particolare, si rilevano circa 24 GW in Sardegna, 19 GW in Sicilia e 4 GW in Calabria.Nel più ampio contesto del raggiungimento dei target fissati dallo scenario di policy Fit-for-55 descritto nel Documento di Descrizione degli Scenari (DDS) 2022, e della gestione delle richieste di connessione, Terna ha analizzato anche il massimo volume accoglibile di energia rinnovabile per ogni zona di mercato, individuando le aree maggiormente idonee per la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici onshore. Con l’ausilio di sistemi informativi geografici è stato anche possibile valutare i vincoli normativi esistenti. LEGGI TUTTO

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    Enel, Starace: piano non rallenta crescita rinnovabili, ma la concentra in paesi core

    (Teleborsa) – Il piano industriale al 2025 di Enel, che prevede introiti da cessione di attività non core per 21 miliardi di euro, “non rallenta la crescita nelle rinnovabili, ma lo mette a fuoco, nei paesi core in cui possiamo servire un grande bacino di clienti”. Lo ha affermato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, nella conferenza stampa di presentazione del Piano Strategico 2023-2025. Il piano prevede un focus sulla propria presenza in sei Paesi chiave – Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia – e l’uscita, in particolare, da Perù e Argentina.Prendendo ad esempio la Romania, Starace ha evidenziato che “uno si deve interrogare quanta crescita si può ancora fare. Siamo sul mercato da 10 anni, abbiamo fatto investimenti, il livello qualitativo è alto. Si tratta del riconoscimento che lo spazio di generazione del valore è stato raggiunto e quindi meglio lasciare ad altri che hanno meno appetito di crescita”.Secondo l’AD del colosso italiano dell’energia, “non c’è un reale legame tra le politiche a breve termine dei governi e il tema molto più grande della riduzione dei consumi, che si stanno già abbassando anche grazie al clima. Noi poi abbiamo anche politiche commerciali che incentivano la riduzione del consumo. Questo tema dell’aiuto alle aziende che non riescono a fronteggiare gli aumenti delle bollette è abbastanza logico. Non trovo una contraddizione, ma un aggiustamento per tenere in piedi un sistema economico che altrimenti rischia di schiantarsi, a causa dei prezzi del gas così inaffidabili e volatili”.Rinnovabili vs carboneEntro il 2025, il gruppo prevede di aggiungere circa 21 GW di capacità rinnovabile installata (di cui circa 19 GW nei paesi core). Enel installerà circa 4,2 GW di nuova capacità rinnovabile in Italia, circa il 22% del totale dei paesi core. “Oggi con la visibilità che abbiamo è quello che pensiamo di poter installare. La nostra potenzialità è di 30 GW, ma ci vuole uno sforzo per diminuire l’ingorgo normativo. Non abbiamo un limite all’appetito all’investimento in Italia, ma è la capacità del sistema di processare le richieste in corso”.”Se le misure del Governo per sbloccare gli impianti rinnovabili saranno attuate, i nostri 4 GW di rinnovabili potrebbero raddoppiare”, ha aggiunto.”Gli impianti a carbone ora hanno un periodo d’oro per il problema dei prezzi del gas, ma prima di questa situazione già non era il carbone di una volta”, ha detto Starace, spiegando che per Enel il carbone “non è una questione strategica” e che le centrali “non hanno futuro. È una questione di prepararci a farlo nella maniera più veloce e più sicura possibile”.Il mercato domesticoGuardando al mercato domestico, Starace ha detto che “è il mercato a dirci quale tipo di cliente preferisce il prezzo fisso, che è mediamente preferito da famiglie e attività commerciali di taglia non enorme. Gli altri hanno preferito il prezzo variabile, anche se quest’anno non sono stati propriamente contenti. Non è comunque la nostra scelta di andare a selezionare la clientela”.Il mercato di maggior tutela, “si sta esaurendo la solo. L’uscita è abbastanza accelerata e con il progressivo passare del tempo, a prescindere dell’intervento regolatorio, non è un grande problema, finirà un po’ prima o un po’ dopo rispetto a quanto ipotizzato. Ormai il tema è sempre meno importante”.I problemi sulle bolletteEnel non ha accusato “sofferenze” finora “da un peggioramento del pagamento delle bollette da parte degli utenti perché il grosso dei nostri clienti non ha sperimentato una variazione dei prezzi, quindi i pagamenti sono stati regolari” e la società non vede “una minaccia per il periodo 2023-2024”.Le bollette “andranno a scendere quando faremo scendere la componente fossile. Gli italiani la scelta la stanno faendo da solo: sono triplicate le domande di allacciamento al solare da parte di famiglie e imprese. Più presto lo facciamo avvenire, più siamo protetti da questa volatilità derivante dai prezzi dell’energia”.Il nucleareA una domanda sullo studio di soluzioni per l’energia nucleare, Starace ha risposto: “Gestiamo 7 centrali nucleari in Spagna e stiamo facendo il commissioning di una centrale in Slovacchia, con il paradosso che lo facciamo all’estero e non possiamo farlo in Italia, risultando una delle poche aziende italiane a fare nucleare. Sul fronte dello studio, ci sono delle tecnologie promettenti, ma parliamo di tecnologie che entrano nel mix nel 2040, cioè rendono degne di attenzioni su periodi lunghi”.”Il tema del nucleare in Italia preferiscono non trattarlo perchè non è costruttivo”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Enel, De Paoli: ci sono discussioni su altre forme di garanzie contro variazione prezzi

    (Teleborsa) – I mercati energetici standardizzati “operano secondo un meccanismo semplice, ma con le condizione del gas di agosto e settembre le garanzie sono andate alle stelle, e siamo arrivati a importi superiori a 10 miliardi di euro. Per ora le garanzie sono monetarie, perchè ora non ci sono altre garanzie come SACE. Ora si stanno discutendo altre forme di garanzie, ma sono solo discussioni. Inoltre, il problema è che devono essere monetarie e immediatamente consegnabili alla controparte, mentre con garanzie di altro tipo ci vorrebbe un mese”. Lo ha affermato Alberto De Paoli, Chief Financial Officer di Enel, nella conferenza stampa di presentazione del Piano Strategico 2023-2025. “Dobbiamo coprire il fatto che ci possono essere variazioni di prezzo molto elevate che ci chiedono ulteriore cassa – ha aggiunto – Stiamo cercando di ottenere un ombrello ulteriore per coprire ulteriori variazioni dei prezzi”. Con riguardo ai 21 miliardi di euro in termini di contributo positivo alla riduzione dell’indebitamento netto derivante dalle cessioni, il CFO ha puntualizzato che “11 miliardi di euro sono debito che hanno le società in cessione e 10 miliardi è la valutazione dell’equity”. LEGGI TUTTO

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    Enel, Starace: lavoro mi piace, ma decideranno gli azionisti

    (Teleborsa) – “Non è un mistero che mi piace questo lavoro ed è un’attività estremamente soddisfacente, ma continuare a guidare Enel non è la mia scelta, è una scelta degli azionisti”. Lo ha affermato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, rispondendo alle domande degli analisti sul Piano Strategico 2023-2025, in vista della scadenza del suo mandato triennale che si concluderà con la prossima assemblea degli azionisti del 2023. “Il piano è sfidante, ma le persone del gruppo sono pronte e saranno pronte a eseguire il piano in ogni caso”, ha aggiunto.Il piano prevede un riposizionamento strategico dei business e delle aree geografiche, soprattutto con un piano di dismissioni. Dei 21 miliardi di euro di cessioni, 11 miliardi di euro andranno al consolidamento del debito e il resto sul lato equity patrimoniale”, ha spiegato il CFO Alberto De Paoli, aggiungendo che “l’unico cambiamento rispetto al piano precedente riguarda le cessioni”.Enel ha già in corso discussioni per le cessioni di asset in Romania, Perù e Argentina, secondo quanto ha spiegato Starace: “Come immaginate quando abbiamo formulato il piano nei dettagli come è ovvio non siamo partiti dall’inizio perché alcune cessioni le avevamo già lanciate come uscita gas in Cile e spero che negoziati si concluderanno prima del 2022 e questo porterà alla stessa operazione in Spagna”.”Abbiamo discussioni per la Romania, il Perù e l’Argentina. I processi sono a diversi stadi, non posso entrare nei dettagli, e questo vale per la stewardship in Grecia e Australia”, ha aggiunto. “Si tratta di un grande range di asset, e quindi i potenziali compratori sono aziende energetiche, fondi d’investimento, grid companies, quindi un gruppo molto largo di compratori”, ha puntualizzato il CFO.Per quanto riguarda l’azione di cristallizzare del valore degli asset negli Stati Uniti, il CEO ha detto che “non c’è una visione pessimistica nei confronti del paese” e che l’Inflation Reduction Act ha un supporto bipartisan e quindi non ci saranno effetti negativi dai mutamenti politici. “Non c’è un problema di indebitamento o capex, ma dovremo vedere nei miglioramenti del mercato”, ha aggiunto. Per le attività statunitensi “ci potrebbe essere una IPO, se il clima delle quotazioni migliora, o una partnership con un fondo”.”La situazione in Italia ed Europa non è stabile – ha detto il CEO in risposta a una domanda di un analista in merito alle nuove misure del governo – Non c’è chiarezza sul price cap e quindi pensiamo che rimarrà una certa turbolenza. Il nuovo decreto non sembra influenzare i nostri numeri”. LEGGI TUTTO

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    ARERA proroga attivazione Servizio tutele graduali microimprese: le novità

    (Teleborsa) – ARERA ha prorogato al 1° aprile 2023 la data di attivazione del Servizio a tutele graduali (STG) per le microimprese e per i clienti non domestici (es. condomini) che – a partire dal 1° gennaio 2023, come previsto dalla legge concorrenza – non potranno più essere riforniti nel servizio di maggior tutela.Lo comunica Arera precisando che “nel periodo tra il 1° gennaio 2023 e il 1° aprile 2023 le microimprese e i clienti non domestici che ancora non avranno scelto un venditore del mercato libero, saranno serviti transitoriamente ancora dal proprio esercente la Maggior tutela, alle stesse condizioni, con continuità della fornitura”. “La decisione – si legge in una nota – si è resa necessaria per il differimento di oltre due mesi delle date di svolgimento delle procedure concorsuali che avrebbero dovuto assegnare il servizio a inizio ottobre 2022. L’Autorità aveva già differito le tempistiche per le procedure di gara a causa dell’attacco informatico subìto dal gruppo GSE alla fine di agosto”. “Con la pubblicazione, da parte di Acquirente Unico, del Regolamento di gara aggiornato con le nuove date, si rendono necessari tre mesi dalla pubblicazione dei relativi esiti per il trasferimento dei clienti ai nuovi esercenti le Tutele Graduali. Nel periodo tra il 1° gennaio 2023 e il 1° aprile 2023 le microimprese e i clienti non domestici (es. condomini) che ancora non avranno scelto un venditore del mercato libero, saranno serviti transitoriamente ancora dal proprio esercente la Maggior tutela, alle stesse condizioni attive, garantendo così la continuità della fornitura”. Tuttavia viene vietato “in questo periodo ai clienti non domestici di chiedere il rientro nel servizio di Maggior tutela se già titolari di un contratto a condizioni di libero mercato”.”Insufficiente la proroga del mercato tutelato dell’energia per condomini e microimprese ad aprile 2023″ Così in una nota il Codacons. “Nei giorni scorsi avevamo lanciato l’allarme per i condomini che, a partire da gennaio 2023, avrebbero subito lo stop del mercato tutelato della luce – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Un cambiamento che avrebbe provocato il caos nel settore dei condomini, gia’ oggi in gravi difficolta’ nel pagamento delle utenze energetiche. Il problema, tuttavia, e’ che il caro-bollette fara’ sentire i suoi effetti anche nel 2023 e, considerate le tariffe astronomiche in vigore sul mercato libero (+329% su base annua ad ottobre), riteniamo il provvedimento di Arera insufficiente”.”Ottima notizia, ma non basta. Dopo la nostra denuncia che i condomini erano inspiegabilmente considerati microimprese, per loro la data deve essere uguale a quella delle famiglie, ossia 10 gennaio 2024 e non 1 aprile 2023″. Questo il commento dell’Unione nazionale consumatori.(Foto: © sashkin7 | 123RF) LEGGI TUTTO