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    Crisi energia, prima risposta dell'Ecofin: accordo su REpowerEU

    (Teleborsa) – Intesa al Consiglio Ecofin riunito oggi a Lussemburgo sull’accordo politico sul testo della proposta “RePowerEU”, che la Commissione europea aveva presentato lo scorso maggio, come prima risposta alla crisi energetica causata dall’invasione russa dell’Ucraina. Con questo accordo, il Consiglio Ue è ora pronto a iniziare il negoziato a tre (“trilogo”) con la Commissione e il Parlamento europeo per arrivare al testo definitivo del pacchetto.La proposta mira ad aggiungere un nuovo capitolo ‘REPowerEU’ ai piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) degli Stati membri dell’Ue nell’ambito del “NextGenerationEU”, al fine di finanziare investimenti chiave e riforme che aiuteranno a raggiungere gli obiettivi della indipendenza energetica dalle fonti fossili russe, e più in generale della transizione energetica verde. Per il gas, in particolare, l’obiettivo è quello di fare a meno di due terzi delle importazioni dalla Russia entro un anno, e di sbarazzarsi dell’ultimo terzo entro il 2026-27. Il pacchetto prevede nuovi obiettivi più ambiziosi per le rinnovabili (dal 40% al 45%)e per l’efficienza energetica (Dal 9% al 13%) da raggiungere entro il 2030, un’iniziativa per accelerare notevolmente i processi di autorizzazione per l’installazione delle rinnovabili, l’introduzione graduale dell’obbligo di installare pannelli solari di tutti gli edifici nuovi, un meccanismo di acquisto comune del gas per gli Stati membri (sul modello sperimentato con i vaccini anti-Covid).Per quanto riguarda il “NextGenerationEU”, viene proposta la riprogrammazione di una serie di investimenti già previsti nei piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr), con sovvenzioni aggiuntive per 20 miliardi di euro (da finanziare con le entrate del sistema Ets di scambio dei permessi di emissione), e con la riallocazione dei prestiti del “NextGeneration EU” che non sono stati ancora richiesti dagli Stati membri a cui erano destinati (per una cifra pari al momento a 225 miliardi di euro). Previsto che 10 miliardi vengano investiti per nuove infrastrutture e connessioni per il gas e 2 miliardi per nuove infrastrutture necessarie in alcuni paesi per compensare le sanzioni contro il petrolio russo. Il resto dei fondi sarà usato per accelerare la transizione energetica verde. Nella sua posizione approvata oggi, il Consiglio Ue chiede diverse modifiche al pacchetto originario presentato dalla Commissione. Per quanto riguarda le fonti di finanziamento dei 20 miliardi di euro aggiuntivi di sovvenzioni, invece di mettere all’asta una parte dei permessi di emissione della “riserva di stabilità” dell’Ets, il Consiglio propone di ricorrere al Fondo per l’innovazione (che a sua volta è finanziato dall’Ets) e di anticipare rispetto ai termini previsti una parte delle vendite dei permessi di emissione.Con queste due soluzioni verrebbero assicurati rispettivamente il 75% e il 25% dei 20 miliardi aggiuntivi. Altra modifica del Consiglio riguarda la “chiave di allocazione” agli Stati membri delle risorse di “REpowerEU”, che la Commissione aveva proposto di lasciare inalterata rispetto alla distribuzione dei fondi previsti dal “NextGenerationEU”, che si riferiva unicamente alle conseguenze causate dalla pandemia di Covid. Il Consiglio ha introdotto una formula che tiene conto della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei costi di investimento. Altra modifica importante, che si annuncia controversa nel successivo “trilogo”, è quella in cui si elimina la nuova scadenza molto ravvicinata (30 giorni dall’entrata in vigore del pacchetto “REpowerEU”) che la Commissione voleva imporre agli Stati membri per decidere se intendono utilizzare o no i prestiti del Recovery plan che erano stati loro riservati. L’intenzione dell’Esecutivo Ue era di aver chiaro al più presto il quadro dei prestiti non utilizzati, in modo da poterli redistribuire agli Stati membri (fra cui pressoché certamente l’Italia) che li richiederanno, ma il Consiglio vuol cancellare questa accelerazione e ristabilire la scadenza originaria del 31 agosto 2023. Alla fine, comunque, prevedendo che il pacchetto sia approvato definitivamente dai co-legislatori a fine anno o inizio 2023, si tratta di una differenza di pochi mesi. LEGGI TUTTO

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    Proposta UE: colonnine ricarica elettrica per auto ogni 60 km

    (Teleborsa) – La commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo ha adottato un progetto di mandato negoziale sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi con 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni. La proposta mira stimolare la diffusione di stazioni di ricarica o di rifornimento alternative (come elettriche o a idrogeno) per auto, camion, treni e aerei e sostenere l’adozione di veicoli sostenibili.Entro il 2026 le colonnine elettriche di ricarica per auto dovrebbero essere installate almeno ogni 60 km lungo le principali strade dell’UE. I parlamentari suggeriscono inoltre di creare più stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le principali strade dell’UE rispetto alla proposta della Commissione (ogni 100 km anziché ogni 150 km) e di farlo più velocemente (entro il 2028 anziché entro il 2031).”Gli utenti di veicoli a carburante alternativo dovrebbero poter pagare facilmente, il prezzo dovrebbe essere visualizzato per kWh o per kg, essere abbordabile, comparabile e accessibile a tutte le marche di veicoli”, si legge nel provvedimento. I deputati vogliono anche creare entro il 2027 un punto di accesso dell’UE per i dati sui combustibili alternativi per fornire informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi nelle diverse stazioni.La commissione ha anche votato un progetto di mandato negoziale sulle norme sui combustibili marittimi sostenibili con 36 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni. Si mira a ridurre le emissioni di gas serra (GHG) del settore marittimo dalle navi del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell’80% a partire dal 2050 (la Commissione ha proposto una riduzione del 13% e del 75%).Ciò si applicherebbe alle navi di stazza lorda superiore a 5000 tonnellate, responsabili in linea di principio del 90% delle emissioni di CO2, a tutta l’energia utilizzata a bordo o tra i porti dell’UE e al 50% dell’energia utilizzata nei viaggi in cui il porto di partenza o di arrivo è al di fuori dell’UE.Una volta che il Parlamento nel suo insieme avrà approvato questo progetto di posizione negoziale alla prossima sessione plenaria di ottobre, i deputati saranno pronti per avviare i colloqui con i governi dell’UE sulla forma definitiva della legislazione. LEGGI TUTTO

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    algoWatt lancia TerniEnergia Progetti: Fabrizio Venturi AD

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di algoWatt, GreenTech Solutions Company quotata su Euronext Milan, ha preso atto della sottoscrizione dell’accordo per l’affitto, alla controllata TerniEnergia Progetti, del ramo d’azienda relativo all’esercizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti fotovoltaici. Con l’operazione, che prevede un corrispettivo annuo pari a 440 mila euro, vengono trasferiti alla subsidiary 14 dipendenti, la licenza del marchio TerniEnergia, l’ufficio tecnico, le attrezzature e i software relativi, nonché i contratti di O&M relativi a 67 impianti fotovoltaici per la potenza complessiva installata di circa 52 MWp.Fabrizio Venturi è stato nominato amministratore unico della TerniEnergia Progetti. Il manager torna nel gruppo dopo l’esperienza come consigliere delegato della ex TerniEnergia dal 2007 al 2017.TerniEnergia Progetti sarà utilizzata dal gruppo algoWatt come General Contractor e come veicolo funzionale alle attività di campo e di EPC, dalla progettazione iniziale, alla realizzazione, alla gestione delle pratiche burocratiche fino al collaudo e messa in funzione degli impianti e alla manutenzione, nei settori delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, della riqualificazione energetica degli edifici e degli stabilimenti industriali e dell’impiantistica smart e digitale per il monitoraggio e il telecontrollo di impianti di produzione, distribuzione e gestione energetica. LEGGI TUTTO

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    Crisi energetica, la Francia in pressing: serve “risposta comune Ue”

    (Teleborsa) – Per rispondere alla crisi sui prezzi dell’energia in Europa servono politiche economiche coordinate e comuni analoghe a quella adottata per fronteggiare il Covid. È questa la proposta del ministro dell’economia della Francia, Bruno Le Maire arrivando alle riunioni dell’Eurogruppo.Il ministro francese – che ha sorvolato sul maxi pacchetto di misure annunciato nei giorni scorsi dalla Germania (“ogni Stato annuncia le sue misure di sostegno”) spinge su “una strategia economica globale: dobbiamo definire assieme una strategia di risposta economica globale di fronte a una crisi energetica che è destinata a durare, perché i problemi di approvvigionamento sono strutturali – ha detto – perché in gioco ci sta la competitività delle nostre imprese”. “Propongo che di fronte a una crisi che durerà, creando problemi gravi per tutte nostre imprese e le nostre industrie, che iniziano a tagliare la produzione, si adotti una strategia di lungo termine – ha proseguito Le Maire – che consenta ai 27 Stati Ue di fare fronte comune come con il Covid”.Il piano d’azione coordinato europeo, ha spiegato Le Maire, dovrà essere basato “su tre principi per l’azione”. Innanzitutto, “gli aiuti dovranno essere mirati, per le imprese più esposte alla concorrenza o più energivore; questo è indispensabile per gestire condizioni di concorrenza eque tra gli Stati membri dell’Ue”.”Il secondo principio che propongo per questa strategia economica – ha continuato il ministro francese – è un principio di solidarietà. Di fronte alla crisi energetica dobbiamo, come abbiamo fatto durante il Covid, dare prova di solidarietà fra i paesi europei. E propongo di utilizzare i fondi del programma ‘RepowerEU’, che spero siano votati prossimamente, 200 miliardi di euro di prestiti, 20 miliardi di sovvenzione, per dare prova di solidarietà nei riguardi dei paesi europei in difficoltà a causa di questa crisi energetica”. Terzo principio: “la concertazione stretta – ha indicato ancora – fra tutti gli Stati membri, in particolare quelli dell’Eurozona. Altrimenti rischiamo la frammentazione dell’Eurozona. E dunque è dispensabile che rispettiamo le condizioni eque di concorrenza, che diamo prova di solidarietà, e che siamo tanto efficaci davanti alla crisi energetica quanto lo siamo stati con la crisi del Covid”.”Infine – ha aggiunto il ministro francese – c’è un ultimo principio: ossia quello della rapidità: ora è tempo di decidere”. Finora “ci sono stati progressi, passi avanti, aperture; ma a di là di questo, ci vuole ora un disaccoppiamento rapido fra il prezzo del gas e quello dell’elettricità, in modo che il prezzo dell’elettricità sia più ragionevole per le imprese, per i nostri industriali, per le nostre economie”. “E a proposito di rapidità delle decisioni – ha osservato ancora Le Maire – saluto le aperture della commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, che ha annunciato che potremo disporre di un nuovo quadro temporaneo europeo per gli aiuti di Stato non più il primo gennaio 2023, ma già in ottobre, fra qualche giorno. Era una delle grandi richieste della Francia da diverse settimane, dunque è un passo avanti nella buona direzione”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Gas, prezzi ai minimi da fine luglio. Focus su prossime mosse UE

    (Teleborsa) – Il prezzo del gas in Europa scende al livello più basso da fine luglio, con una serie di fattori che incidono sull’andamento delle quotazioni della materia prima. Nonostante la tensione con la Russia rimanga alta, e lo testimoniano le accuse incrociate riguardanti il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, gli stoccaggi dei paesi UE sono quasi pieni, le navi che trasportano GNL continuano ad arrivare, i consumi del Vecchio Continente dovrebbero diminuire (anche a causa dei prezzi alti) e i paesi membri potrebbero arrivare anche a un accordo sul price cap.Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un ribasso del 9,2% a 171,5 euro/MWh alle 15.30 ora italiana, dopo aver toccato anche i 170,5 euro/MWh poco dopo le 14. Si tratta di un prezzo che non veniva toccato da fine luglio, ed è ben lontano dai picchi di circa 350 euro/MWh toccati a fine agosto.Intanto, è slittato ad almeno a dopo il vertice dei leader informale di Praga il piano d’azione della Commissione UE sull’energia. La presentazione del piano, nei giorni scorsi, era stata prevista per la giornata di domani, quando si riunirà il collegio dei commissari europei. “Il punto non è in agenda. Venerdì il dossier sarà al centro del Consiglio informale europeo, dopo il quale procederemo rapidamente per continuare il nostro lavoro sui prezzi dell’energia”, ha spiegato una portavoce dell’esecutivo UE.La scorsa settimana i ministri dell’energia hanno trovato un accordo su misure tra cui un obiettivo di riduzione della domanda di energia e una tassa sui profitti delle società energetiche, anche se non hanno trovato una quadra sulla definizione di un tetto ai prezzi all’ingrosso del gas.Un report odierno dell’International Energy Agency (IEA) ha fatto notare che il consumo di gas in Europa è diminuito di oltre il 10% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2021, trainato da un calo del 15% nel settore industriale poiché le fabbriche hanno ridotto la produzione. Se si uniscono questi dati alle ulteriori limitazioni ai consumi previsti dagli accordi UE, in inverno potrebbe essere usato sensibilmente meno gas rispetto al solito.Oltre a diversificare l’approvvigionamento, l’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno adottato misure per aumentare la sicurezza del gas, come la definizione di obblighi minimi di stoccaggio e l’attuazione di misure di risparmio energetico per il prossimo inverno. Tuttavia, l’assenza di forniture russe potrebbe presentare sfide per il riempimento dell’anno prossimo. LEGGI TUTTO

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    Economia circolare, ENEL X presenta “Circular Evolution”

    (Teleborsa) – Proporre uno dei più avanzati schemi di misurazione al mondo per calcolare il livello di applicazione dei principi di Economia Circolare nell’ambito delle organizzazioni o dei processi produttivi, rappresentando un punto di riferimento in tutti gli ambiti dell’Economia Circolare in Italia e all’estero. Questo l’obiettivo di Circular Evolution, l’associazione nata dalla partnership tra CESI, Enel X e ICMQ e di cui Bulgari rappresenta il primo socio ordinario. Presentata oggi presso l’Auditorium di Enel X a Roma, l’associazione è stata fondata per divulgare la conoscenza, la diffusione e l’applicazione dei principi della Circular Economy. Circular Evolution vuole promuovere attraverso la diffusione della Circular Certification uno dei primi standard a livello internazionale per permettere una reale misurazione della circolarità di prodotti, organizzazioni e siti produttivi, contribuendo a definire un nuovo approccio all’Economia Circolare basato su parametri oggettivi e condivisi. Circular Certification rappresenta una certificazione unica che fornisce strumenti concreti per la misurazione del livello di adozione dei modelli di Economia Circolare dal punto di vista dell’organizzazione, dei consumi energetici e in ottica di prodotto. Accreditato da Accredia per la garanzia di qualità e trasparenza sul mercato, Circular Certification permette alle aziende di assumere maggiore consapevolezza rispetto ai benefici raggiungibili tramite un paradigma che coniuga competitività, innovazione e sostenibilità e di verificare i miglioramenti ottenuti monitorando il livello di circolarità raggiunto e certificandolo in maniera puntuale attraverso un marchio. La costituzione di Circular Certification si inserisce all’interno di un contesto post-pandemico caratterizzato da un rallentamento nel percorso per il raggiungimento degli obiettivi mondiali inerenti all’Economia Circolare e che ha visto, tra il 2018 e il 2020, un calo del tasso di circolarità dal 9,1% all’8,6% (Circularity Gap Report). In questo scenario la missione di CircularEvolution e il programma Circular Certification offrono un contributo prezioso. Con un tasso di utilizzo circolare della materia del 21,6%, una quota complessiva del riciclo del 68% e una quota di energia rinnovabile sul consumo totale lordo di energia del 18,2%, l’Italia mostra di essere un passo avanti rispetto agli altri paesi europei.”Con la nascita dell’Associazione Circular Evolution vogliamo porre l’accento sull’importanza dell’Economia Circolare come modello di comportamento per rendere più sostenibili e quindi più attente alle esigenze dell’ambiente le attività produttive delle aziende italiane – ha dichiarato Francesco Venturini, responsabile di Enel X e presidente di Circular Evolution –. In Enel X ormai da tempo giochiamo un ruolo da protagonisti nello sviluppo di soluzioni e metodi per l’analisi concreta della circolarità delle realtà che supportiamo, e oggi rafforziamo questo impegno promuovendo un’iniziativa unica nel suo genere. Grazie alla sinergia con altre grandi aziende e alcuni tra i più importanti centri di ricerca del Paese abbiamo realizzato Circular Certification, una certificazione che attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi misura la qualità delle pratiche di Economia Circolare delle aziende che decidono di intraprendere un percorso virtuoso per creare valore al business e rispettare le linee guida della transizione energetica che mai come in questo momento storico è necessario accelerare”.”L’impegno in ambito sociale ed ambientale – ha annunciato Eleonora Rizzuto, direttore Sviluppo Sostenibile Bulgari e LVMH Italia, in qualità di vice presidente dell’associazione – rappresenta per Bulgari una parte integrante della propria strategia ed un fattore distintivo. La sostenibilità è imprescindibile per innovazione, competitività e sinergia. Sono tutti obiettivi fortemente complementari che possono essere perseguiti contemporaneamente grazie all’approccio dell’Economia Circolare, modello economico sfidante e non ancora del tutto realizzato in Italia. L’adesione di Bulgari all’Associazione Circular Evolution costituisce un ulteriore passo in tal senso, facendo leva sulla capacità di fare rete tra aziende operanti in settori diversi e promuovendo un approccio scientifico per l’adozione dei modelli di Economia Circolare. Un progetto ambizioso che mira a costituire un polo di eccellenza capace di fornire strumenti di certificazione, competenze e conoscenze efficaci in tutti i principali ambiti dell’Economia Circolare. Il lusso è sinonimo di eccellenza e Bulgari punta a giocare un ruolo di primo piano anche su questo fronte per innovare il presente per un futuro sostenibile”.Nel corso della mattinata è stato presentato in anteprima l’inedito programma Circular Certification, lo strumento ad oggi più innovativo presente nello scenario internazionale per valutare in maniera oggettiva e trasparente le performance di sostenibilità di aziende, università, istituzioni e associazioni attraverso l’utilizzo di schemi accreditati per la misurazione del livello di circolarità di un’organizzazione, dei prodotti e di un sito specifico. “Circular Evolution – ha affermato Matteo Codazzi, ceo di CESI – promuove l’Economia Circolare, mettendo a disposizione strumenti molto innovativi di valutazione e misura necessari per aiutare le organizzazioni nell’implementazione. CESI, focalizzata sull’innovazione, partecipa alla fondazione dell’Associazione contribuendo attivamente allo sviluppo di queste metriche, attraverso le proprie competenze tecnologiche e la profonda conoscenza delle tematiche energetiche e ambientali. Solo seguendo un approccio sistemico si può raggiungere l’obiettivo sempre più urgente di un utilizzo ancora più efficiente e sostenibile di materie prime, risorse ed energia. CESI, insieme agli altri fondatori, è convinta che favorire la diffusione dell’Economia Circolare sia un tassello fondamentale nel percorso del nostro Paese verso la transizione energetica. Circular Evolution avrà senz’altro un ruolo essenziale in questo tragitto”. “Tra gli obiettivi inseriti nella strategia europea per la sostenibilità – ha commentato Lorenzo Orsenigo, presidente di ICMQ – vi è l’estensione dell’Economia Circolare. E anche in questo caso, così come per gli altri obiettivi individuati, diventa essenziale poter verificare i risultati raggiunti, ovvero è necessario definire e dotarsi di strumenti che ne consentano la misurabilità. Lo scenario attuale è prevalentemente dominato da indici puramente qualitativi, non adeguati a soddisfare le richieste dell’UE. Per questo motivo, l’indice di circolarità di prodotto sviluppato da ICMQ, insieme ad ENEL X, riveste una particolare rilevanza. Tale indicatore è relativo a 4 elementi: energia, acqua, rifiuti e il contenuto di materiale riciclato. Esso costituisce il punto di arrivo di un processo avviato da tempo e si ricollega strettamente ad altri strumenti disponibili e utili per disporre di una molteplicità di informazioni relative al Ciclo di Vita (LCA) di un prodotto, così da consentire di attestarne il valore ambientale. È, ad esempio, il caso della Dichiarazione ambientale di prodotto (EPD), anch’essa basata sul ciclo di vita e sull’impatto ambientale relativo. Necessariamente dovranno essere entrambi parte di un unico percorso metodologico. ICMQ, in tutte le sue politiche, ha sempre avuto un atteggiamento multistakeholder, ossia di stimolo nei confronti delle industrie e delle imprese a sostegno di comportamenti virtuosi dal punto di vista ambientale. La scelta di far accreditare lo schema in modo che possa essere adottato anche da altri operatori e la nascita di Circular Evolution come soggetto promotore sul mercato, rientrano in una precisa strategia che, se da un lato è guidata da obiettivi di miglioramento complessivo della filiera e del mercato dal punto di vista della riduzione degli impatti ambientali, dall’altro nasce dalla consapevolezza che un ampliamento generalizzato in questa direzione costituirà un vantaggio per tutti, favorendo la crescita di un’economia realmente sostenibile”. 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    Bollette, Arera: “Verso aumenti molto rilevanti”. Oggi la comunicazione delle nuove tariffe

    (Teleborsa) – “Andremo incontro a una variazione estremamente rilevante per i consumatori, che si inserisce in un quadro rilevante di variazione di tutto il sistema”. Questo l’avvertimento lanciato ieri dal presidente dell’Arera Stefano Besseghini in vista della comunicazione, attesa per oggi, delle nuove tariffe per l’elettricità riservate al mercato tutelato per famiglie e imprese in vigore dal primo ottobre. La società indipendente di ricerca Nomisma Energia stima un rincaro del 60%.A partire da ottobre il costo della componente materia prima nelle bollette del gas sarà calcolato tenendo in considerazione la media mensile dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso italiano (PSV) e non più le quotazioni internazionali (Ttf di Amsterdam). Una novità introdotta dall’Autorità proprio per far fronte al caro-energia. Una decisione che, tuttavia, non piace alle associazioni dei consumatori che si attendono incrementi importanti. Il Codacons stima che la decisione di Arera di scegliere da ottobre il mercato Psv per la determinazione delle tariffe del gas, potrebbe comportare un esborso aggiuntivo tra i +450 e i +500 euro annui a famiglia. Contro questa decisione l’associazione ha già fatto ricorso al Tar della Lombardia e ne sta preparando un altro contro le bollette mensili, che definisce “un inganno”. Già nei primi 9 mesi del 2022 bolletta gas ha raggiunto quota 1.516 euro a famiglia, con un balzo del 93% sul 2020, calcola Assoutenti. Ora “l’incidente che ha colpito due linee del Nord Stream nel mar Baltico, il nuovo metodo di calcolo scelto da Arera per l’aggiornamento delle tariffe e la mancanza di disponibilità di gas in Italia per la stagione invernale, rischiano di far schizzare alle stelle le bollette degli italiani”, denuncia l’associazione.Anche Consumerismo No Profit attende “enormi rincari” per gli ultimi mesi del 2022 e chiede ad Arera di fare un passo indietro su bollette mensili e calcolo delle tariffe del gas, “garantendo gli interessi degli utenti e non quelli delle società energetiche”.Secondo le stime di Facile.it, a partire da ottobre la bolletta del gas per i clienti del mercato tutelato potrebbe aumentare fino al 120% arrivando a sfiorare, per la famiglia tipo, i 317 euro al mese. Il dato emerge dalle simulazioni realizzate dal comparatore focalizzate sul nuovo metodo di calcolo introdotto dall’Arera. “Per capire l’effettivo aumento del prezzo del gas bisognerà attendere gli inizi di novembre, quando Arera pubblicherà il dato ufficiale relativo al PSV di ottobre – spiega Mario Rasimelli, managing director Utilities di Facile.it –. In ogni caso, questo aggiornamento tariffario riguarderà solo i circa 7 milioni di clienti che hanno un contratto di fornitura gas nel servizio di tutela; guardare alle offerte presenti sul mercato libero potrebbe, quindi, essere una soluzione per contrastare almeno in parte i rincari previsti per i prossimi mesi”. Per arrivare al dato, Facile.it ha calcolato la spesa mensile di una famiglia tipo (consumi annui 1.400 smc) applicando i valori del mercato all’ingrosso italiano dello scorso mese (2,47 €/smc). Se le condizioni rimarranno su questi livelli anche ad ottobre, ipotizzando che le altre voci di spesa in bolletta restino uguali, il costo per un solo mese di fornitura gas arriverebbe a 317 euro, vale a dire 173 euro in più rispetto ad oggi. LEGGI TUTTO

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    ENEL, siglati accordi con Sonatrach per incremento volumi e adeguamento contratti fornitura gas naturale

    (Teleborsa) – Il Gruppo Enel ha siglato oggi con Sonatrach, la compagnia petrolifera statale algerina, una serie di accordi relativi ai contratti di fornitura di gas naturale attualmente in essere fra le società.In particolare, le parti hanno concordato una fornitura di volumi addizionali per il 2022 e la possibilità di volumi incrementali negli anni successivi, oltre che un aggiustamento dei prezzi di vendita che tenga conto delle attuali condizioni di mercato.”Gli accordi – fa sapere Enel in una nota – confermano la volontà delle parti di rafforzare la storica partnership che lega il Gruppo Enel e Sonatrach, consolidando la relazione commerciale nel campo del gas naturale con l’Algeria, da sempre fornitore affidabile, garantendo stabilità e certezza alle forniture di gas e contribuendo così a rafforzare la sicurezza energetica per i clienti”. LEGGI TUTTO