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    Saipem, accordo con Seaway7 per progetti eolici offshore su fondazioni fisse

    (Teleborsa) – Saipem, società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture, ha siglato un accordo di collaborazione commerciale con Seaway7, società norvegese leader nella fornitura di progetti eolici offshore. L’obiettivo è individuare, proporre ed eseguire congiuntamente progetti eolici offshore su fondazioni fisse. I progetti, si legge in una nota, saranno selezionati sulla base della combinazione complementare degli rispettivi asset, tecnologie, prodotti e competenze delle due società e quando gli stessi possano generare sinergie significative ai nostri clienti e migliorarne nel contempo la redditività dei propri investimenti.Le due società intendono perseguire grandi sviluppi integrati chiavi in mano basati in Europa, Regno Unito e Stati Uniti, con la possibilità di espandere tali ambizioni ad altre aree geografiche.”L’accordo con Seaway7 rappresenta una tappa importante per offrire una proposta di valore più competitiva ai nostri clienti su alcuni progetti eolici integrati fissi – ha commentato Gianalberto Secchi, Chief Operating Officer della linea di business Offshore Wind di Saipem – Insieme, saremo in grado di fornire una serie completa di servizi per i parchi eolici, in linea con la strategia di Saipem di servire al meglio la crescita dei progetti di produzione di energia rinnovabile”. LEGGI TUTTO

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    Eni, Descalzi: finiremo inverno con doppio degli stoccaggi di gas dell'anno scorso

    (Teleborsa) – “Probabilmente finiremo l’inverno con il doppio degli stoccaggi di gas. La situazione è migliore di quella che ci si poteva aspettare perchè siamo partiti da un livello molto alto di stoccaggi, e questo ci ha fatto arrivare a circa il 64% attuale. Se questo clima continua, finiremo l’inverno con il doppio del gas stoccato rispetto all’anno scorso”. Lo ha affermato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, nella conferenza stampa che ha seguito la presentazione alla comunità finanziari del Piano Strategico per il periodo 2023-2026.”Per l’anno prossimo è importante il rigassificatore – ha spiegato – L’anno prossimo arriveranno circa 6-7 miliardi che saranno accumulati dal rigassificatore di Piombino, mentre nel 2024 ci dovrebbe essere un altro rigassificatore, forse anche un terzo. Dobbiamo avere il gas, ma anche essere sicuri che ci siano anche i rigassificatori”. Descalzi ha ricordato che “la sostituzione del gas russo sta già avvenendo, per esempio riempiendo stoccaggi che prima erano vuoti. Poi c’è tutta la parte di pipeline, con il gas che può arrivare per esempio dalla Norvegia. Inoltre, il Nord Africa è diventato essenziale: l’Algeria è il primo fornitore, la Libia può aumentare la flessibilità e l’Egitto ci ha fornito più LNG”. LEGGI TUTTO

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    Eni, CFO: approccio opportunistico e bilanciato all'M&A

    (Teleborsa) – Nell’arco del nuovo piano strategico, Eni intende “valorizzare le nuove entity” come Plenitude e Sustainable Mobility, quindi i numeri presentati oggi “assumono una diluizione che può arrivare da IPO o l’ingresso di soci di minoranza”. Lo ha affermato Francesco Gattei, CFO di Eni, rispondendo alle domande degli analisti durante il 2023 Capital Markets Update.Con riguardo all’M&A, “monitoriamo il mercato e infatti l’anno scorso si sono viste alcune acquisizioni per Plenitude, la divisione Mobility e nell’Upstream”.”Continuiamo ad avere un approccio opportunistico all’M&A – ha aggiunto – Vogliamo bilanciare questo mood delle acquisizioni con le disposal, quindi anche con un approccio bilanciato”. LEGGI TUTTO

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    Ricerca sull'idrogeno, Ansaldo Green Tech e Università di Genova danno il via a “Nemesi”

    (Teleborsa) – Con la firma del decreto di concessione Ansaldo Green Tech e Università di Genova hanno formalizzato il loro impegno nel progetto NEMESI (Nuovi Elettrodi e Membrane per Elettrolizzatori a Scala Industriale), presentato a maggio 2022 nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, Componente 2 “Energia Rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità Sostenibile”, Investimento 3.5 “Ricerca e Sviluppo sull’Idrogeno” del Piano Nazionale di Riprese e Resilienza.Il progetto, sviluppato da Ansaldo Green Tech con il contributo scientifico del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale (DICCA) della Scuola Politenica dell’Università di Genova, ha l’obiettivo di sviluppare elettrodi e membrane innovativi per la produzione di idrogeno in elettrolizzatori di taglia industriale basati sulla tecnologia AEM (Anion Exchange Membrane). Il progetto beneficiario del finanziamento ha un valore di 4 milioni di euro che saranno destinati alle attività di sviluppo e all’allestimento di nuovi laboratori presso la sede manifatturiera del Gruppo di Ansaldo Energia e dell’Università, dove verranno realizzati e testati i componenti sperimentali.”Questo progetto segna il ritorno del gruppo Ansaldo Energia nello sviluppo di componenti elettrochimici, dopo la precedente esperienza di Ansaldo Fuel Cell – afferma Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Green Tech –. Nemesi rappresenta per Ansaldo Green Tech il primo passo del percorso per diventare, nel giro di pochi anni, Original Equipment Manufacturer nel settore dell’elettrolisi”.”L’Agenda 2030 rende imperativo agire efficacemente e prontamente a favore della transizione ecologica. L’impegno congiunto di Ansaldo Green Tech e dell’Università di Genova rappresenta un segnale concreto in questa direzione oltre che essere un esempio vincente di sinergia ricerca-industria – dichiara Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova –. Il nostro Ateneo è sensibile ai temi di energia rinnovabile e, in generale, di sostenibilità, riservando a essi ampio spazio nella formazione, nella ricerca e nelle attività di terza missione”.”Rispetto alle più tradizionali tecnologie, gli elettrolizzatori AEM riducono sensibilmente l’utilizzo di materiali critici quali platino e iridio, risultando quindi potenzialmente più competitivi, e non lavorando in ambiente alcalino anche più sicuri e rispettosi dell’ambiente – dichiara Ombretta Paladino, responsabile scientifico del progetto per l’Università –. Il progetto si basa sull’integrazione di attività di ricerca applicata mediante lo sviluppo e prova di nuovi materiali e la progettazione ed esecuzione di campagne sperimentali orientate allo scale-up su postazioni di prova di dimensioni differenti realizzate all’interno dei laboratori”. LEGGI TUTTO

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    Eni, CFO: tasse extraprofitti per 500 milioni di euro nel 2023 in Italia

    (Teleborsa) – Eni pagherà 1 miliardo di euro nel 2022 e 500 milioni di euro nel 2023 per l’imposta sugli extraprofitti in Italia (in inglese windfall tax). Lo ha affermato Francesco Gattei, CFO di Eni, rispondendo alle domande degli analisti durante il 2023 Capital Markets Update, spiegando che la windfall tax non è vista come qualcosa che peserà in tutto l’arco di piano (cioè fino al 2026).Discorso diverso per il Regno Unito, dove Eni pagherà 100 milioni nel 2022 e 330 milioni nel 2023, e dove ci sarà un “continuo windfull contribution”.L’altro paese dove c’è una tassa sugli extraprotti consistente è la Germania, dove riguarda in particolare il downstream. Qui sono attesi 150 milioni di euro nel 2024, per il diverso modo in cui è applicata dalla normativa. LEGGI TUTTO

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    Eni, Descalzi: stiamo trasformando la società e siamo oggi più resilienti

    (Teleborsa) – “Stiamo trasformando la nostra società, tenendo a mente che quando diversifichiamo il business riusciamo a ridurre il rischio”. Lo ha affermato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, rispondendo alle domande degli analisti durante la presentazione del Piano Strategico per il periodo 2023-2026.”Abbiamo già diversificato il nostro business, in quanto tre anni fa non eravamo così forti, mentre oggi possiamo parlare di una distribuzione agli azionisti più resiliente, grazie a dividendi e buyback – ha spiegato – Oggi non ci reggiamo più solo su una gamba, ma abbiamo un ecosistema di società che comprendo il gas, le raffinerie, la mobilità, Plenitude e altre”.Il Cane a sei zampe prevede che la produzione upstream crescerà a un tasso medio annuo del 3-4% fino al 2026, per poi stabilizzarsi fino al 2030. La quota di produzione del gas salirà al 60% entro il 2030.Secondo Descalzi, “non c’è conflitto tra la transizione e il proseguimento delle attività upstream”. Durante la presentazione del Piano, la società ha sottolineato che è confermato l’obiettivo di zero emissioni nette Upstream Scope 1 + 2 entro il 2030″Eni rimane focalizzata nell’affrontare le sfide del settore energetico – ha detto l’AD in un altro passaggio – Integrazione, diversificazione, flessibilità e tecnologia sono il core delle nostre azioni, sia in termini di aumento del valore e derisking del business”. LEGGI TUTTO

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    Orsted, 2 miliardi di green bond per finanziare nuova capacità rinnovabile

    (Teleborsa) – Orsted, la principale società energetica danese, si è assicurata l’impegno degli investitori per un importo aggregato di 2.000 milioni di euro nominali attraverso l’emissione di obbligazioni senior green unsecured per finanziare la sua costruzione globale di impianti di energia rinnovabile, per raggiungere i 50 GW di capacità installata entro il 2030.Dei 2.000 milioni di euro, fanno parte: una tranche a tasso fisso da 700 milioni di euro con scadenza nel 2026, una tranche a tasso fisso da 600 milioni di euro con scadenza nel 2030 e una tranche a tasso fisso da 700 milioni con scadenza nel 2035. LEGGI TUTTO

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    Superbonus, benefici superano costo per lo Stato: ecco i calcoli di Nomisma

    (Teleborsa) – Conviene o no proseguire con il Superbonus 110% ed a quali condizioni? Anche Nomisma, grazie al suo “110% Monitor”, pubblicato periodicamente, ha tentato di rispondere a questa domanda e dare un contributo costruttivo al dibattito se il governo abbia fatto bene a dire stop alla cessione dei crediti. Per un anno in più di mantenimento della misura vi sarebbero 10,3 milioni di famiglie ancora interessate a un intervento finalizzato all’efficientamento energetico di un immobile di proprietà. Per Nomisma servirebbe oggi una strategia per riqualificare il 98% degli edifici residenziali esclusi dalla misura, poiché si può dimostrare che, grazie agli interventi di efficientamento energetico, c’è stata una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 ed un risparmio in bolletta tra il 30,9% (per un salto di 2 classi) ed il 46,4% (per un salto di 3 classi) degli immobili sottoposti a riqualificazione energetica. Ciò significa che, se volessimo centrare il target imposto dalla UE sulle case green (classe energetica minima D entro il 2033) e soddisfare gli impegni per la neutralità carbonica (emissioni zero al 2050) occorrerà mantenere il meccanismo della cessione dei crediti per un tempo più lungo.Costo per lo Stato di 71,8 miliardiSe da un lato il provvedimento risulta comprensibile alla luce del costo complessivamente sostenuto dallo Stato pari a 71,8 miliardi euro, per una valutazione organica degli impatti che deriverebbero dalla sua soppressione è certamente utile una analisi complessiva dei ritorni prodotti e da una fotografia quanto più possibile puntuale su come è stato applicato.Interventi su condomini troppo limitatiNella rilevazione resa disponibile a gennaio dall’Enea, il totale complessivo dei lavori avviati per l’efficientamento energetico nel nostro Paese risultava pari a 65,3 miliardi di euro Il 47% del totale, pari a circa 30,5 miliardi di euro, ha riguardato interventi pianificati nei condomini, contro 24,5 miliardi degli edifici unifamiliari e 10,3 miliardi relativi a edifici funzionalmente indipendenti. Su un totale di 372.297 asseverazioni, solamente 51.247 hanno riguardato condomini, ovvero la tipologia di abitazioni che maggiormente avrebbero dovuto beneficiare dal provvedimento, contro le 215.105 degli edifici unifamiliari e le 105.945 delle unità funzionalmente indipendenti..Impatto su PIL e occupazione Secondo un recente studio di Nomisma, l’impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia è stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi ed uno indiretti di 39,6 miliardi cui si aggiungono 67,8 miliardi di indotto. Per valutare gli effetti finanziari del provvedimento va segnalato che, già nel 2021, un’analisi prodotta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) evidenziava che il disavanzo per le casse dello stato sarebbe stato compensato dalla generazione di PIL e che la misura sarebbe stata sostenibile per la finanza pubblica nell’arco di 4 o 5 anni, periodo in cui, dati i precedenti, la domanda di ristrutturazioni e di efficientamento energetico degli edifici avrebbe potuto mantenersi su livelli elevati, attivando nel sistema economico ulteriori effetti di crescita.Da non trascurare, infine, l’impatto sociale che, sempre secondo lo studio di Nomisma, ha visto un incremento di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati. In particolare, una produzione aggiuntiva di 1 miliardo di euro in costruzioni produce un incremento di 16.402 unità di lavoro nette di cui 10.602 direttamente nel settore delle costruzioni (pari ad una percentuale del 64%) e 5.800 nei comparti collegati. Ampi risparmi in bolletta per le famiglieL’investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus si riflette anche sul bilancio delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi). Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno. Lo studio evidenzia quindi una riduzione del 15,5% per un solo salto di classe energetica, 30,9% per un salto di 2 classi energetiche e del 46,4% per un salto di 3 classi.Necessario puntare su condomini mantenendo cessione creditoPreservare l’equilibrio del bilancio dello Stato è certamente una priorità assoluta ma, alla luce delle evidenze prodotte anche da questi studi di approfondimento, certamente vale la pena trovare una modalità abilitante che consenta di salvare la parte buona di un meccanismo sano seppur non sempre usato in modo corretto. Questo risulta oltremodo importante in un contesto che in Italia vede il 68% degli immobili residenziali con classificazione di efficienza energetica pari a D o persino inferiore, quindi molto bassa. Per sostenere la domanda di famiglie eterogenee sotto il profilo reddituale e fiscale, il meccanismo della cessione dei crediti con lo sconto in fattura – che ha rappresentato un importante sblocco del mercato anche in presenza di bonus – sarà insostituibile specialmente per interventi sui condomini, che rappresentano una quota significativa degli immobili meritevoli di ristrutturazione e opere di efficientamento energetico. LEGGI TUTTO