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    Riscaldamenti: nuovi limiti, orari ed esenzioni: le novità

    (Teleborsa) – Riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature, posticipata di 8 giorni la data di inizio e anticipata di 7 la data di fine esercizio: il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il Decreto che stabilisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale. Lo ha reso noto il dicastero. Nel dettaglio, il periodo di accensione degli impianti, chiarisce il ministero della Transizione ecologica, “è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”. In presenza di “situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta. Inoltre, i valori di temperatura dell’aria sono ridotti di un grado centigrado”. Per agevolare l’applicazione delle nuove disposizioni, spiega il ministero fa anche sapere che Enea pubblicherà un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini. Il decreto però prevede anche delle esenzioni: in particolare, “non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili”.(Foto: © Alexander Raths | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Petrolio, USA: decisione Opec+ mostra allineamento con Russia

    (Teleborsa) – Il cartello dei maggiori paesi produttori di petrolio sfida l’Occidente alle prese con il caro energia e decide di ridurre la produzione di oro nero di 2 milioni di barili al giorno nel tentativo di sostenere le quotazioni di greggio. La reazione americana non si è fatta attendere: il presidente Biden, esprimendo delusione e criticando la decisione dell’Opec+ come scelta “miope”, ha parlato di taglio “non necessario”. L’Arabia Saudita, secondo la Casa Bianca, ha deciso di schierarsi con la Russia e spingere per una riduzione dell’ouput. La decisione dell’Opec+ di tagliare i barili di petrolio mostra che c’è “un allineamento” dell’organizzazione con la Russia – ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa a bordo dell’Air Force One diretto in Florida -. “E’ chiaro che l’Opec+ si sta allineando con la Russia con l’annuncio di oggi. E mi limiterò a questo”, ha detto Jean-Pierre.In avvio di giornata sui mercati europei i prezzi del petrolio sono pressoché stabili: i futures sul Brent trattano a 93,4 dollari (+0,07%), quelli sul Light Crude WTI a 87,78 dollari (+0,02%).La decisione dell’Opec+Il Joint Ministerial Monitoring Committee dell’Opec+ ha raccomandato, ieri, un taglio della produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno. Tale raccomandazione sarà discussa dai ministri prima che prendano una decisione finale. Se venisse approvata, una riduzione di queste dimensioni farebbe probabilmente aumentare i prezzi del petrolio (anche se negli ultimi giorni sono stati in rally, anticipando la decisione), ma rischierebbe di irritare gli Stati Uniti e altri paesi occidentali che stanno combattendo una crisi energetica e il rischio di recessione. Si tratterebbe del più grande taglio alla produzione Opec+ dal 2020, ovvero dal momento più difficile della crisi Covid-19, anche se avrebbe un impatto non traumatico sull’offerta. Diversi paesi esportatori di petrolio stanno infatti già pompando greggio ben al di sotto delle loro quote.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    De Nora, partnership con GES per accelerare sviluppo di batteria a idrogeno

    (Teleborsa) – Industrie De Nora, società quotata su su Euronext Milan e specializzata nell’elettrochimica e nella filiera dell’idrogeno verde, ha stretto una partnership con Green Energy Storage (GES), PMI innovativa specializzata nel settore delle batterie, per la realizzazione di una piattaforma di testing, sviluppo e ottimizzazione del prototipo della batteria a idrogeno brevettata da GES, già validata in laboratorio e in fase di pre-industrializzazione.L’accordo mira a sviluppare un percorso condiviso che possa portare GES al salto definitivo della sua maturità tecnologica e De Nora a un posizionamento su un mercato in crescita come quello degli accumuli, spiega una nota congiunta.”L’idrogeno è un elemento centrale per la transizione energetica europea e mondiale ed è necessario accelerare il passaggio alla scala industriale delle tecnologie più promettenti – ha commentato Christian Urgeghe, CTO di De Nora – Nella partnership con Green Energy Storage, De Nora contribuirà al consolidamento di questa rivoluzionaria tecnologia con la sua esperienza centenaria di leader tecnologico nel settore elettrochimico e con l’entusiasmo da startup che ci contraddistingue”. LEGGI TUTTO

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    Crisi energia, prima risposta dell'Ecofin: accordo su REpowerEU

    (Teleborsa) – Intesa al Consiglio Ecofin riunito oggi a Lussemburgo sull’accordo politico sul testo della proposta “RePowerEU”, che la Commissione europea aveva presentato lo scorso maggio, come prima risposta alla crisi energetica causata dall’invasione russa dell’Ucraina. Con questo accordo, il Consiglio Ue è ora pronto a iniziare il negoziato a tre (“trilogo”) con la Commissione e il Parlamento europeo per arrivare al testo definitivo del pacchetto.La proposta mira ad aggiungere un nuovo capitolo ‘REPowerEU’ ai piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) degli Stati membri dell’Ue nell’ambito del “NextGenerationEU”, al fine di finanziare investimenti chiave e riforme che aiuteranno a raggiungere gli obiettivi della indipendenza energetica dalle fonti fossili russe, e più in generale della transizione energetica verde. Per il gas, in particolare, l’obiettivo è quello di fare a meno di due terzi delle importazioni dalla Russia entro un anno, e di sbarazzarsi dell’ultimo terzo entro il 2026-27. Il pacchetto prevede nuovi obiettivi più ambiziosi per le rinnovabili (dal 40% al 45%)e per l’efficienza energetica (Dal 9% al 13%) da raggiungere entro il 2030, un’iniziativa per accelerare notevolmente i processi di autorizzazione per l’installazione delle rinnovabili, l’introduzione graduale dell’obbligo di installare pannelli solari di tutti gli edifici nuovi, un meccanismo di acquisto comune del gas per gli Stati membri (sul modello sperimentato con i vaccini anti-Covid).Per quanto riguarda il “NextGenerationEU”, viene proposta la riprogrammazione di una serie di investimenti già previsti nei piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr), con sovvenzioni aggiuntive per 20 miliardi di euro (da finanziare con le entrate del sistema Ets di scambio dei permessi di emissione), e con la riallocazione dei prestiti del “NextGeneration EU” che non sono stati ancora richiesti dagli Stati membri a cui erano destinati (per una cifra pari al momento a 225 miliardi di euro). Previsto che 10 miliardi vengano investiti per nuove infrastrutture e connessioni per il gas e 2 miliardi per nuove infrastrutture necessarie in alcuni paesi per compensare le sanzioni contro il petrolio russo. Il resto dei fondi sarà usato per accelerare la transizione energetica verde. Nella sua posizione approvata oggi, il Consiglio Ue chiede diverse modifiche al pacchetto originario presentato dalla Commissione. Per quanto riguarda le fonti di finanziamento dei 20 miliardi di euro aggiuntivi di sovvenzioni, invece di mettere all’asta una parte dei permessi di emissione della “riserva di stabilità” dell’Ets, il Consiglio propone di ricorrere al Fondo per l’innovazione (che a sua volta è finanziato dall’Ets) e di anticipare rispetto ai termini previsti una parte delle vendite dei permessi di emissione.Con queste due soluzioni verrebbero assicurati rispettivamente il 75% e il 25% dei 20 miliardi aggiuntivi. Altra modifica del Consiglio riguarda la “chiave di allocazione” agli Stati membri delle risorse di “REpowerEU”, che la Commissione aveva proposto di lasciare inalterata rispetto alla distribuzione dei fondi previsti dal “NextGenerationEU”, che si riferiva unicamente alle conseguenze causate dalla pandemia di Covid. Il Consiglio ha introdotto una formula che tiene conto della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei costi di investimento. Altra modifica importante, che si annuncia controversa nel successivo “trilogo”, è quella in cui si elimina la nuova scadenza molto ravvicinata (30 giorni dall’entrata in vigore del pacchetto “REpowerEU”) che la Commissione voleva imporre agli Stati membri per decidere se intendono utilizzare o no i prestiti del Recovery plan che erano stati loro riservati. L’intenzione dell’Esecutivo Ue era di aver chiaro al più presto il quadro dei prestiti non utilizzati, in modo da poterli redistribuire agli Stati membri (fra cui pressoché certamente l’Italia) che li richiederanno, ma il Consiglio vuol cancellare questa accelerazione e ristabilire la scadenza originaria del 31 agosto 2023. Alla fine, comunque, prevedendo che il pacchetto sia approvato definitivamente dai co-legislatori a fine anno o inizio 2023, si tratta di una differenza di pochi mesi. LEGGI TUTTO

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    Proposta UE: colonnine ricarica elettrica per auto ogni 60 km

    (Teleborsa) – La commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo ha adottato un progetto di mandato negoziale sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi con 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni. La proposta mira stimolare la diffusione di stazioni di ricarica o di rifornimento alternative (come elettriche o a idrogeno) per auto, camion, treni e aerei e sostenere l’adozione di veicoli sostenibili.Entro il 2026 le colonnine elettriche di ricarica per auto dovrebbero essere installate almeno ogni 60 km lungo le principali strade dell’UE. I parlamentari suggeriscono inoltre di creare più stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le principali strade dell’UE rispetto alla proposta della Commissione (ogni 100 km anziché ogni 150 km) e di farlo più velocemente (entro il 2028 anziché entro il 2031).”Gli utenti di veicoli a carburante alternativo dovrebbero poter pagare facilmente, il prezzo dovrebbe essere visualizzato per kWh o per kg, essere abbordabile, comparabile e accessibile a tutte le marche di veicoli”, si legge nel provvedimento. I deputati vogliono anche creare entro il 2027 un punto di accesso dell’UE per i dati sui combustibili alternativi per fornire informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi nelle diverse stazioni.La commissione ha anche votato un progetto di mandato negoziale sulle norme sui combustibili marittimi sostenibili con 36 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni. Si mira a ridurre le emissioni di gas serra (GHG) del settore marittimo dalle navi del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell’80% a partire dal 2050 (la Commissione ha proposto una riduzione del 13% e del 75%).Ciò si applicherebbe alle navi di stazza lorda superiore a 5000 tonnellate, responsabili in linea di principio del 90% delle emissioni di CO2, a tutta l’energia utilizzata a bordo o tra i porti dell’UE e al 50% dell’energia utilizzata nei viaggi in cui il porto di partenza o di arrivo è al di fuori dell’UE.Una volta che il Parlamento nel suo insieme avrà approvato questo progetto di posizione negoziale alla prossima sessione plenaria di ottobre, i deputati saranno pronti per avviare i colloqui con i governi dell’UE sulla forma definitiva della legislazione. LEGGI TUTTO

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    algoWatt lancia TerniEnergia Progetti: Fabrizio Venturi AD

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di algoWatt, GreenTech Solutions Company quotata su Euronext Milan, ha preso atto della sottoscrizione dell’accordo per l’affitto, alla controllata TerniEnergia Progetti, del ramo d’azienda relativo all’esercizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti fotovoltaici. Con l’operazione, che prevede un corrispettivo annuo pari a 440 mila euro, vengono trasferiti alla subsidiary 14 dipendenti, la licenza del marchio TerniEnergia, l’ufficio tecnico, le attrezzature e i software relativi, nonché i contratti di O&M relativi a 67 impianti fotovoltaici per la potenza complessiva installata di circa 52 MWp.Fabrizio Venturi è stato nominato amministratore unico della TerniEnergia Progetti. Il manager torna nel gruppo dopo l’esperienza come consigliere delegato della ex TerniEnergia dal 2007 al 2017.TerniEnergia Progetti sarà utilizzata dal gruppo algoWatt come General Contractor e come veicolo funzionale alle attività di campo e di EPC, dalla progettazione iniziale, alla realizzazione, alla gestione delle pratiche burocratiche fino al collaudo e messa in funzione degli impianti e alla manutenzione, nei settori delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, della riqualificazione energetica degli edifici e degli stabilimenti industriali e dell’impiantistica smart e digitale per il monitoraggio e il telecontrollo di impianti di produzione, distribuzione e gestione energetica. LEGGI TUTTO

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    Crisi energetica, la Francia in pressing: serve “risposta comune Ue”

    (Teleborsa) – Per rispondere alla crisi sui prezzi dell’energia in Europa servono politiche economiche coordinate e comuni analoghe a quella adottata per fronteggiare il Covid. È questa la proposta del ministro dell’economia della Francia, Bruno Le Maire arrivando alle riunioni dell’Eurogruppo.Il ministro francese – che ha sorvolato sul maxi pacchetto di misure annunciato nei giorni scorsi dalla Germania (“ogni Stato annuncia le sue misure di sostegno”) spinge su “una strategia economica globale: dobbiamo definire assieme una strategia di risposta economica globale di fronte a una crisi energetica che è destinata a durare, perché i problemi di approvvigionamento sono strutturali – ha detto – perché in gioco ci sta la competitività delle nostre imprese”. “Propongo che di fronte a una crisi che durerà, creando problemi gravi per tutte nostre imprese e le nostre industrie, che iniziano a tagliare la produzione, si adotti una strategia di lungo termine – ha proseguito Le Maire – che consenta ai 27 Stati Ue di fare fronte comune come con il Covid”.Il piano d’azione coordinato europeo, ha spiegato Le Maire, dovrà essere basato “su tre principi per l’azione”. Innanzitutto, “gli aiuti dovranno essere mirati, per le imprese più esposte alla concorrenza o più energivore; questo è indispensabile per gestire condizioni di concorrenza eque tra gli Stati membri dell’Ue”.”Il secondo principio che propongo per questa strategia economica – ha continuato il ministro francese – è un principio di solidarietà. Di fronte alla crisi energetica dobbiamo, come abbiamo fatto durante il Covid, dare prova di solidarietà fra i paesi europei. E propongo di utilizzare i fondi del programma ‘RepowerEU’, che spero siano votati prossimamente, 200 miliardi di euro di prestiti, 20 miliardi di sovvenzione, per dare prova di solidarietà nei riguardi dei paesi europei in difficoltà a causa di questa crisi energetica”. Terzo principio: “la concertazione stretta – ha indicato ancora – fra tutti gli Stati membri, in particolare quelli dell’Eurozona. Altrimenti rischiamo la frammentazione dell’Eurozona. E dunque è dispensabile che rispettiamo le condizioni eque di concorrenza, che diamo prova di solidarietà, e che siamo tanto efficaci davanti alla crisi energetica quanto lo siamo stati con la crisi del Covid”.”Infine – ha aggiunto il ministro francese – c’è un ultimo principio: ossia quello della rapidità: ora è tempo di decidere”. Finora “ci sono stati progressi, passi avanti, aperture; ma a di là di questo, ci vuole ora un disaccoppiamento rapido fra il prezzo del gas e quello dell’elettricità, in modo che il prezzo dell’elettricità sia più ragionevole per le imprese, per i nostri industriali, per le nostre economie”. “E a proposito di rapidità delle decisioni – ha osservato ancora Le Maire – saluto le aperture della commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, che ha annunciato che potremo disporre di un nuovo quadro temporaneo europeo per gli aiuti di Stato non più il primo gennaio 2023, ma già in ottobre, fra qualche giorno. Era una delle grandi richieste della Francia da diverse settimane, dunque è un passo avanti nella buona direzione”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Gas, prezzi ai minimi da fine luglio. Focus su prossime mosse UE

    (Teleborsa) – Il prezzo del gas in Europa scende al livello più basso da fine luglio, con una serie di fattori che incidono sull’andamento delle quotazioni della materia prima. Nonostante la tensione con la Russia rimanga alta, e lo testimoniano le accuse incrociate riguardanti il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, gli stoccaggi dei paesi UE sono quasi pieni, le navi che trasportano GNL continuano ad arrivare, i consumi del Vecchio Continente dovrebbero diminuire (anche a causa dei prezzi alti) e i paesi membri potrebbero arrivare anche a un accordo sul price cap.Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un ribasso del 9,2% a 171,5 euro/MWh alle 15.30 ora italiana, dopo aver toccato anche i 170,5 euro/MWh poco dopo le 14. Si tratta di un prezzo che non veniva toccato da fine luglio, ed è ben lontano dai picchi di circa 350 euro/MWh toccati a fine agosto.Intanto, è slittato ad almeno a dopo il vertice dei leader informale di Praga il piano d’azione della Commissione UE sull’energia. La presentazione del piano, nei giorni scorsi, era stata prevista per la giornata di domani, quando si riunirà il collegio dei commissari europei. “Il punto non è in agenda. Venerdì il dossier sarà al centro del Consiglio informale europeo, dopo il quale procederemo rapidamente per continuare il nostro lavoro sui prezzi dell’energia”, ha spiegato una portavoce dell’esecutivo UE.La scorsa settimana i ministri dell’energia hanno trovato un accordo su misure tra cui un obiettivo di riduzione della domanda di energia e una tassa sui profitti delle società energetiche, anche se non hanno trovato una quadra sulla definizione di un tetto ai prezzi all’ingrosso del gas.Un report odierno dell’International Energy Agency (IEA) ha fatto notare che il consumo di gas in Europa è diminuito di oltre il 10% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2021, trainato da un calo del 15% nel settore industriale poiché le fabbriche hanno ridotto la produzione. Se si uniscono questi dati alle ulteriori limitazioni ai consumi previsti dagli accordi UE, in inverno potrebbe essere usato sensibilmente meno gas rispetto al solito.Oltre a diversificare l’approvvigionamento, l’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno adottato misure per aumentare la sicurezza del gas, come la definizione di obblighi minimi di stoccaggio e l’attuazione di misure di risparmio energetico per il prossimo inverno. Tuttavia, l’assenza di forniture russe potrebbe presentare sfide per il riempimento dell’anno prossimo. LEGGI TUTTO