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    OPA Falck Renewables, adesioni oltre il 79% nell'ultimo giorno

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da Green BidCo (veicolo di Infrastructure Investments Fund) sulle azioni Falck Renewables, risulta che oggi, 10 maggio 2022, sono state presentate 40.844.752 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 76.272.980, pari al 79,6% dell’offerta.L’offerta, iniziata l’11 aprile 2022, termina oggi, 10 maggio 2022. LEGGI TUTTO

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    UE valuta un Recovery bis. Cingolani: “Siamo in un'economia di guerra”

    (Teleborsa) – La Commissione europea sta pensando al lancio di un secondo Recovery, perché “si sta facendo avanti una questione europea” ed “alcuni Paesi saranno molto più colpiti da queste scelte energetiche di altri”. E’ quanto affermato dal il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani intervenendo al Festival Città Impresa a Vicenza, aggiungendo che “siamo in un’economia di guerra”.”Il rigassificatore lo piazzeremo nel posto che ci permetterà di fare più in fretta”, ha precisato Cingolani, spiegando che a Piombino o Ravenna la scelta è “meramente tecnica” e ribadendo che “nel primo semestre del 2023 dovrà essere al lavoro”.Il Ministro ha spiegato che negli ultimi vent’anni abbiamo quasi azzerato la produzione di gas, passando dal 21% del gag prodotto in Italia del 2001 al 3% del 2021, ma “non è servito a nulla: l’abbiamo sostituito con il gas importato”. Il titolare del MITE ha aggiunto “non solo non abbiamo decarbonizzato nulla, ma abbiamo avuto un impatto maggiore sull’ambiente per il trasporto, abbiamo finanziato altri Paesi e abbiamo indebolito le imprese”. Cingolani ha ricordato che il momento più critico saranno i prossimi 6-8 mesi, perché in caso di stop del gas russo, “arrivare all’inverno con gli stoccaggi vuoti sarebbe un problema”. Il Ministro ha ricordato che sono state assicurate forniture per 25 miliardi di metri cubi di gas, ma “ci vorrà un po’ per far partire queste forniture. Dal 2024 in poi si raggiungerà il valore di regime”. LEGGI TUTTO

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    Idrogeno, Bruxelles si impegna a sostenere aumento capacità elettrolizzatori

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha offerto il suo sostegno all’industria europea dell’idrogeno con l’obiettivo di aumentare di dieci volte la capacità di produzione di elettrolizzatori. E’ quanto emerso a seguito di un incontro, ieri a Bruxelles, fra il Commissario per il Mercato interno Thierry Breton ed gli amministratori delegati di 20 produttori europei di elettrolizzatori.Si è discusso di come aumentare la capacità degli elettrolizzatori, al fine di produrre più idrogeno pulito. A tal proposito è stata firmata una dichiarazione congiunta in cui l’industria si è impegnata ad aumentare di dieci volte la sua capacità di produzione di elettrolizzatori entro il 2025. Ciò consentirà la produzione annuale di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’UE entro il 2030, un obiettivo fissato dal Piano REPowerEU lanciato a marzo 2022, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia, che punta alla creazione di una unione europea dell’energia. Il piano in quesitone migliorerà l’approvvigionamento di energia sostenibile e sicura e ridurrà la dipendenza dell’UE dal gas russo. Bruxelles si è impegnata dal canto suo a stabilire un quadro normativo favorevole, facilitare l’accesso ai finanziamenti e promuovere catene di approvvigionamento efficienti. “L’idrogeno pulito è essenziale per ridurre le emissioni industriali di CO2 e contribuire alla nostra indipendenza energetica dalla Russia”, ha affermato il Commissario Breton, aggiungendo “non abbiamo tempo da perdere, per questo il vertice europeo sugli elettrolizzatori è stato così tempestivo. L’industria ha accettato di moltiplicare per dieci le capacità di produzione di elettrolizzatori in Europa e la Commissione sosterrà questa significativa espansione industriale per assicurarsi la leadership nelle tecnologie per l’energia pulita di domani”. LEGGI TUTTO

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    OPA Falck Renewables, adesioni oltre il 12,8%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da Green BidCo (veicolo di Infrastructure Investments Fund) sulle azioni Falck Renewables, risulta che oggi, 5 maggio 2022, sono state presentate 3.047.893 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 12.304.388, pari al 12,83% dell’offerta.L’offerta, iniziata l’11 aprile 2022, terminerà il prossimo 10 maggio 2022. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie di Falck Renewables acquistate sul mercato nei giorni 9 e 10 maggio 2022 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Decarbonizzazione, d'Agnese: “Accelerare investimenti. CDP impegnata su transizione”

    (Teleborsa) – “Gestire i compromessi tra sostenibilità energetica, sicurezza e costi non è una sfida nuova. Circa un decennio fa una nuova parola era abbastanza popolare tra gli esperti per descriverlo: si parlava di ‘trilemma’ energetico”. Così Luca d’Agnese, Direttore Policy, Valutazione e Advisory di CDP nel suo intervento al panel “Carbon neutrality, competitive and affordable prices, and energy independence: achieving Europe’s great energy challenge”, in occasione della 12esima edizione di “The State of the Union Conference” in programma a Fiesole (Firenze) dal 5 al 7 maggio 2022. “La novità nel panorama odierno è la mentalità che tutti abbiamo nell’affrontare questo dibattito”, afferma l’esperto, spiegando si è passati da uno status energetico “insostenibile” in cui l’energia “sostenibile” si rivelava troppo costosa a quello attuale “incredibilmente costoso e altamente inaffidabile” , dove però non v’è certezza di una maggiore sostenibilità ed esiste la prospettiva di abbracciare totalmente le rinnovabili o fare “un drastico passo indietro” verso un mix con più carbone.”Il settore energetico richiede investimenti a lungo termine, quindi cercare soluzioni rapide non ci porterà molto lontano”, ribadisce d’Agnese, aggiungendo che “accelerare il ritmo della transizione, fare ciò che era già pianificato, solo più velocemente, è un pilastro comune a tutte le strategie volte a perseguire l’indipendenza energetica e l’accessibilità economica” e “l’UE dovrebbe installare 60 GW di rinnovabili all’anno, raggiungendo 900 GW entro il 2030”. “Cassa Depositi e Prestiti sostiene questa transizione con diverse iniziative che fanno parte del nuovo Piano strategico”, spiega il manager citando i finanziamenti finalizzati ad investimenti in rinnovabili (eolico, fotovoltaico, greenfield), l’attività di supporto alle amministrazioni centrali e locali nell’attuazione del PNRR in Italia (oltre 70 miliardi di euro da impiegare fra risparmio energetico, mobilità sostenibile, progetti sperimentali che utilizzano l’idrogeno) e investimenti diretti in società specializzate nel settore in JV con altri attori (GreenIT, RenovIT). “Se l’attuale crisi può essere un acceleratore per la transizione energetica in Europa, la prospettiva globale è molto più problematica”, afferma d’Agnese, spiegando che gli attuali investimenti energetici, pari al 2,5% del PIL globale (circa 2 trilioni di dollari all’anno) dovranno arrivare fino al 4,5 % del PIL entro il 2030 (5 trilioni di dollari) per assicurare il raggiungimento del Net Zero entro il 2050. C’è anche un problema di accessibilità, nel senso che, supponendo parità di costo per ogni tonnellata di CO2 evitata, l’India dovrebbe spendere un insostenibile 12% del suo PIL. In più le prospettive sui tassi di interesse futuri rendono tali investimenti ancora più complessi da finanziare e la possibilità l’Ovest e le economie asiatiche (e la Cona) ne condividano l’onere (cd diplomazia climatica) è piuttosto remoto.Per accelerare sulla transizione le due leve che possono essere applicate sono l’accelerazione sul fronte delle rinnovabili, su cui più che un intervento finanziario sono necessarie riforme, ed un intervento sul fronte dell’efficienza energetica, cambiando anche i comportamenti dei consumatori, introducendo degli incentivi giusti per risparmiare energia”, ha affermato ancora il manager di CDP a margine dell’evento. “Queste sono le due leve – ha aggiunto – che realisticamente possono essere applicate e possono fare la differenza. La terza leva certamente è, sul fronte della diversificazione dell’offerta di gas, riuscire a rimuovere alcuni colli di bottiglia che ancora abbiamo in Europa, sfruttare meglio le infrastrutture di rigassificazione che esistono in alcuni paesi”.”Temo che avremo di fronte un periodo di prezzi più alti del passato anche quando le ostilità saranno terminate – ha ammesso d’Agnese – perché certamente non si ritornerà facilmente a una situazione come quella che c’era prima di febbraio”.Quanto alle rinnovabili, l’esperto afferma “il grosso dello sforzo temo dobbiamo farlo in tutti gli Stati membri. In Italia il problema principale oggi sono le autorizzazioni ma è stato giustamente sottolineato che se lo superiamo andremo incontro a problemi anche di offerta di materiali e componenti critici per costruire le rinnovabili”. Di qui la necessità di “ricostruire delle catene del valore” per la produzione di questi componenti in UE. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana +77 BCF

    (Teleborsa) – Aumentano leggermente più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 29 aprile 2022, sono risultati in aumento di 77 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela leggermente al di sopra del consensus (+68 BCF). La settimana prima si era registrata una crescita di 40 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.567 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 19,6% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 1.949) e in diminuzione del 16,3% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (1.873 BCF). LEGGI TUTTO

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    Opec conferma linea prudente. Prezzo petrolio accelera

    (Teleborsa) – Accelera al rialzo il prezzo del greggio dopo che l’Opec+ ha deciso di confermare la linea di aumento graduale della produzione intrapresa lo scorso anno. Il Cartello aumenterà il livello di estrazioni di 432.000 barili al giorno a partire da giugno. Il prossimo meeting si terrà il 2 giugno.L’Opec+ ha rilevato che “il persistere dei fondamentali del mercato petrolifero e il consenso sulle prospettive indicano un mercato equilibrato. Ha inoltre rilevato gli effetti persistenti di fattori geopolitici e problemi legati alla pandemia in corso”. L’Opec e i paesi produttori di petrolio non Opec hanno quindi deciso di riaffermare “la decisione della decima riunione ministeriale del 12 aprile 2020 e ulteriormente avallata nelle riunioni successive, inclusa la 19esima Riunione del 18 luglio 2021”. Sulla notizia accelerano i prezzi del petrolio: il greggio WTI sale dell’1,35% a 109,3 dollari al barile, mentre il Brent si porta a 111,9 dollari (+1,63%).(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Enel, De Paoli (CFO): impatto trascurabile da tasse su extra profitti

    (Teleborsa) – “Confermiamo la guidance 2022 e siamo fiduciosi per i risultati raggiunti nel primo trimestre, per i trend operativi di fondo nei diversi business e paesi, e sulla base della visibilità sull’evoluzione del settore. Sul piano finanziario, confermiamo intenzione di mantenere solidità finanziaria, grazie anche all’evoluzione chiara del cash flow e dell’assorbimento delle eccezionali misure governative dei governi”. Lo ha affermato Alberto De Paoli, CFO di Enel, nella call con gli analisti che ha seguito la pubblicazione dei risultati del primo trimestre del 2022, parlando di “un forte inizio d’anno, che supporta le future ambizioni strategiche” e di “un focus su integrazione e diversificazione come principali driver per la crescita”.”I governi hanno introdotto misure per attenuare l’impatto per i clienti dall’aumento delle materie prime sulla bolletta energetica” e quelle “introdotte in Italia e Spagna hanno riguardato gli extra profitti”, che “finora hanno avuto un impatto trascurabile sui nostri numeri” perché “abbiamo venduto energia ai nostri clienti in anticipo, a un prezzo ragionevole senza extra profitti”, ha spiegato.L’impatto del decreto in vigore in Italia (con un tassa al 10% sugli extraprofitti) è stato di 40 milioni di euro nei primi tre mesi dell’anno, ha spiegato. Ora che la tassa è stata portata al 25%, l’impatto dovrebbe crescere di ulteriori 60 milioni (presupponendo che la percentuale sia l’unico cambiamento del provvedimento), portando il totale per l’intero anno a quota 100 milioni di euro. Inoltre, ha affermato di non vedere alcun ulteriore impatto dalle misure in atto in Iberia, rimanendo ancora in attesa di valutare il possibile impatto del meccanismo del price cap del gas.Il CFO del colosso energetico si è poi soffermato sulla situazione in Romania, dove nel “business distribuzione le tariffe per il 2022 non stanno riflettendo il costo che stiamo supportando”, con un potenziale impatto che sarà recuperato nel corso dei prossimi anni. In sostanza, Enel si trova a fronteggiare il mancato adeguamento delle tariffe nel paese e sta tenendo interlocuzioni per affrontare la situazione. A una domanda sulla possibilità di uscire dal paese, De Paoli non ha risposto seccamente, ma ha spiegato che “la nostra allocazione del capitale è flessibile, perché non siamo impegnati a lungo in ogni paese in cui siamo. Costantemente aggiustiamo i nostri investimenti in base all’ambiente esterno e al framework normativo, che nel nostro settore è essenziale. Non ha molto senso investire in un ambiente eccessivamente punitivo”.Per il 2022, ha confermato l’accelerazione degli investimenti nelle energie rinnovabili a supporto della crescita industriale e nell’ambito della politica di decarbonizzazione adottata dal gruppo. “Siamo on track per lo sviluppo delle rinnovabili nel 2022 e raggiungeremo il nostro obiettivo”, ha sottolineato. Il CFO si è detto ottimista anche sullo sviluppo dei progetti con i fondi europei, ricordando il recente accordo di finanziamento agevolato con l’UE per gigafactory di pannelli solari in Sicilia. “Le cose si stano muovendo e stiamo seguendo diversi progetti, attualmente in fase di valutazione in Italia e Spagna”, ha detto, aggiungendo che la società aspetta il decreto per migliorare qualità e resilienza del network italiano.”Non compriamo alcun gas in Russia e il nostro approvvigionamento si basa su altri fornitori – ha risposto a una domanda sul tema – Soddisfiamo i nostri bisogni senza alcun bisogno di appoggiarci alla Russia”. Inoltre, ha confermato che non effettuerà ulteriori investimenti per la crescita in Russia e comunicherà su asset attuali nel paese quando ci sarà più chiarezza sul futuro. In altro passaggio ha evidenziato che Enel ha avuto “resilienza in un contesto” geopolitico difficile e non vede “rischi a breve che possano incidere sui conti”. LEGGI TUTTO