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    Gas, ok dell'Ue a price cap per Spagna e Portogallo: prezzo massimo fissato a 40 euro per MW/ora

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha dato il suo ok alla proposta di Spagna e Portogallo per abbassare il costo delle bollette dell’elettricità fissando un tetto al prezzo del gas nella penisola iberica. L’annuncio è arrivato dai ministri dell’Ambiente dei due Paesi, Teresa Ribera e Duarte Cordeiro, in una conferenza stampa a Bruxelles dopo un incontro con la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. In particolare, l’accordo politico prevede un prezzo massimo di 40 euro a megawattora, con una media di 50 euro nel periodo diapplicazione del provvedimento che sarà di un anno. Sono state settimane di “comunicazione intensa e costruttiva e di lavoro complicato e duro” hanno sottolineato i ministri, spiegando che i dettagli tecnici per la finalizzazione dell’accordo sono ora in mano ai servizi dell’esecutivo Ue. La richiesta del price cap è stata avanzata da Spagna e Portogallo in funzione delle peculiarità del loro mercato energetico. “Le scarse interconnessioni e l’elevata presenza di rinnovabili hanno reso necessario questo accordo”, ha aggiunto la ministra spagnola, evidenziando che l’intesa è volta a “rafforzare la tutela dei consumatori che hanno un livello più elevato di esposizione all’evoluzione del mercato elettrico all’ingrosso, dissociando il prezzo del gas naturale dalla formazione dei prezzi”.”La Commissione europea ha chiesto di essere flessibili con le interconnessioni energetiche con la Francia, ma si è impegnata a essere più attiva nel portare avanti gli obiettivi di interconnessione” della penisola con l’intera Ue, ha sottolineato Ribera, auspicando che sia ora avviato un dibattito su come ripensare l’intero mercato elettrico europeo. Nel frattempo il portavoce della Gazprom, Sergey Kupriyanov, ha fatto sapere che la richiesta di gas russo da parte dei consumatori europei è scesa oggi a 56 milioni di metri cubi – ieri era stata di 68,4 milioni di metri cubi –, aggiungendo il transito di gas verso l’Europa attraverso l’Ucraina è in linea con le richieste. La notizia è stata riportata da Bloomberg. All’inizio di marzo è stato registrato il livello più alto a quota 109,6 milioni di metri cubi, secondo quanto segnala invece l’agenzia di stampa russa Tass. LEGGI TUTTO

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    Transizione energetica, Terna lancia il “Tyrrhenian Lab” e investe sulle competenze del futuro

    (Teleborsa) – Sviluppare competenze specializzate per affrontare la transizione energetica, facilitandone il processo e velocizzandone l’avanzamento. Con questo obiettivo Terna lancia il Tyrrhenian Lab investendo complessivamente 100 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Un investimento organico e di lungo termine in competenze ritenute strategiche, poiché saranno abilitate a gestire le tecnologie legate al dispacciamento e alle future evoluzioni dei mercati dell’energia, con il quale Terna punta sul capitale umano. Il progetto Tyrrhenian Lab – spiega Terna in una nota – ha l’obiettivo di istituire, in collaborazione con le Università di Cagliari, Salerno e Palermo, un centro di formazione di eccellenza distribuito nelle sedi delle tre rispettive città dove approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino di Terna che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, per un totale di 950 km di collegamento e 3,7 miliardi di euro di investimenti, favorendo l’integrazione dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili.”Il Tyrrhenian Lab ci permetterà di perseguire tre obiettivi cruciali per accelerare il processo di transizione energetica che tutti i giorni affrontiamo: investire sui giovani, accrescere le nostre competenze specialistiche e valorizzare i territori – ha dichiarato Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna –. Avere la possibilità di formare nuove risorse è per noi un’occasione unica e motivo di grande soddisfazione. Sono fortemente convinto che il Tyrrhenian Lab sarà un asset strategico non solo per Terna, ma anche per il Paese e, in particolare, per le comunità con le quali abbiamo intrapreso un grande lavoro di ascolto, dialogo e collaborazione. Con questo progetto Terna accompagnerà la formazione di risorse di eccellenza, chiamate, nel prossimo futuro, a contribuire al cruciale impegno che l’azienda tutti i giorni mette in campo per garantire un sistema elettrico sicuro, affidabile e all’avanguardia”.In dettaglio, grazie al Tyrrhenian Lab, Terna prevede, tra l’autunno del 2022 e il 2025, la formazione di più di 150 figure di elevata professionalità alle quali sarà erogato un master universitario di 12 mesi incentrato sullo sviluppo di competenze tecnologiche e strategiche funzionali alla trasformazione digitale e alla transizione energetica del Paese. “Il percorso formativo di eccellenza – si legge nella nota – sarà contraddistinto da una forte commistione tra studio in aula, dove le lezioni saranno tenute anche da manager e tecnici di Terna, ed esperienza sul campo, grazie all’opportunità di intraprendere un periodo di stage nella società che gestisce la rete di trasmissione nazionale”.Con l’avvio dei primi master, Terna metterà a disposizione tre sedi ad hoc a Cagliari, Salerno e Palermo, organizzate con modalità innovative e dotate di strumentazione altamente tecnologica. A pieno regime, nelle sedi del Tyrrhenian Lab lavoreranno almeno 200 persone con un indotto di mille ulteriori professionisti coinvolti. Gli studenti, una volta completati i 12 mesi di master, potranno poi essere assunti nelle sedi territoriali Terna delle tre città. “Il progetto – spiega Terna – ha, quindi, un impatto positivo anche in termini di efficacia occupazionale e valorizzazione dei territori, confermando la rilevanza che, per Terna, ha il Sud Italia, terra dal grande potenziale sia per quanto riguarda lo sviluppo delle infrastrutture che, soprattutto, per la crescita delle competenze”. Terna, inoltre, collaborerà con tutti gli stakeholder dei territori interessati dalla creazione dei centri di eccellenza: mondo istituzionale e politico, tessuto industriale e player attivi nel sistema di innovazione locale, associazioni di categoria ed enti locali. Saranno, inoltre, sviluppate sinergie e partnership con centri di ricerca, start-up e incubatori locali. LEGGI TUTTO

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    Extra profitti petrolio: replica settore e proposte per sanare gli squilibri

    (Teleborsa) – La norma contenuta nel Dl Ucraina che introduce un “contributo solidaristico straordinario” sui cosiddetti extra-profitti presenta forti criticità tecniche nell’applicazione al settore petrolifero che richiedono un intervento per attenuarne gli effetti distorsivi. È la posizione espressa da Unem – Unione Energie per la Mobilità, l’associazione che rappresenta le principali Aziende che operano in Italia nell’ambito della lavorazione, della logistica e della distribuzione dei prodotti petroliferi, di prodotti energetici low carbon, tra cui i biocarburanti e gli e-fuels – nel corso di un’audizione al Senato.Secondo l’associazione, infatti, la norma così per come è stata strutturata, va a colpire il downstream petrolifero indipendentemente dalla generazione non solo di extra profitti, ma anche di profitti. A non convincere il settore è la mancata sterilizzazione dell’effetto derivante dal naturale aumento delle quantità vendute rispetto al periodo di base considerato, cioè quello di emergenza pandemica che è stato caratterizzato da forti blocchi alla mobilità e dal conseguente crollo dei consumi dei prodotti petroliferi: il periodo preso a riferimento nel calcolo infatti va dall’1 ottobre 2020 al 31 marzo 2021. Il risultato – si legge nella memoria presentata in audizione dal presidente di Unem, Claudio Spinaci, è “un artificioso extra profitto teorico, amplificato peraltro di quasi 5 volte dalla presenza delle accise per le aziende che immettono in consumo prodotti petroliferi”.”Il downstream petrolifero (raffinazione, logistica e distribuzione) è già da alcuni anni in forte sofferenza economica e finanziaria. Le perdite legate alla pandemia sono state rilevanti e mai recuperate, le aziende stanno saturando le linee di credito a causa degli alti costi di approvvigionamento e, essendo un settore energivoro, risentono dei costi dell’energia – ha spiegato il presidente Spinaci –. Si comprende che il periodo emergenziale richieda sforzi eccezionali, ma gli indicatori individuati non sono in grado di definire correttamente, nel caso del nostro settore, la presenza di profitti e, quindi a maggior ragione, di extra-profitti, portando alla determinazione di contributi straordinari” di entità non commisurata alla reale capacità contributiva del settore”. “Come ho detto anche in una recente audizione parlamentare – ha ricordato Spinaci –, questo ‘effetto volumi’ è per noi significativamente amplificato dalla presenza delle accise che costituiscono base imponibile IVA per le operazioni attive, mentre non sono incluse nelle operazioni passive. In questo modo si genera un elevato saldo tra attivo e passivo che nulla ha a che vedere con presunti extra-profitti”. Per tali ragioni il presidente di Unem ritiene “indispensabile intervenire per neutralizzare questo effetto. Se così non fosse, si darebbe un ulteriore colpo negativo ad un settore già in forte difficoltà, con serie ricadute sul piano occupazionale e della sicurezza energetica del Paese”. Unem ha presentato alcune proposte emendative al Dl Ucraina. Tra queste ci sono la neutralizzazione dell’effetto accisa, non ricomprendendo le accise versate nella base imponibile, e l’introduzione, sulla base del principio costituzionale di concorrere alle spese pubbliche in ragione della capacità contributiva, di un cap sul contributo straordinario legato ai più recenti risultati d’esercizio. “Si potrebbe ipotizzare un tetto calcolato in percentuale sul risultato dell’ultimo esercizio. Si tratta naturalmente di una proposta da approfondire. L’importante è definire un sistema di calcolo del contributo che sia realmente rappresentativo della redditività delle aziende e non solo un metodo per fare cassa a prescindere”, ha concluso Spinaci. LEGGI TUTTO

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    UE, pagamento gas russo in rubli possibile senza violare sanzioni

    (Teleborsa) – Le società dell’Unione europea potrebbero essere in grado di pagare il gas russo in rubli senza violare le sanzioni del Vecchio Continente contro Mosca, anche se l’implementazione della procedura non è ancora chiara. È quanto afferma la Commissione europea in un documento, inviato agli stati membri e pubblicato online, che contiene alcune FAQ riferite al provvedimento di marzo con cui il Cremlino chiede agli acquirenti di energia di aprire conti bancari con Gazprombank, nei quali i pagamenti in euro o dollari potranno essere convertiti in rubli.”Le società dell’UE possono chiedere alle loro controparti russe di adempiere ai propri obblighi contrattuali con le stesse modalità di prima dell’adozione del Decreto, ovvero depositando l’importo dovuto in Euro o Dollari – si legge nel documento – Il decreto 31 marzo non preclude una procedura di pagamento in linea con le misure restrittive dell’UE. Tuttavia, la procedura per le deroghe alle prescrizioni del Decreto non è ancora chiara”.Alla domanda se gli importatori di gas dell’UE possono interagire con Gazprom e GazpromBank per cercare una soluzione accettabile o se possono aprire un conto in euro con GazpromBank per i pagamenti del gas, l’esecutivo UE ha risposto: “Le sanzioni vigenti non vietano l’impegno con Gazprom o GazpromBank, al di là dei divieti di rifinanziamento relativi a quest’ultima […]. Allo stesso modo, non vietano l’apertura di un conto con GazpromBank. Tale impegno o conto, tuttavia, non dovrebbe portare alla violazione di altri divieti previsti dai regolamenti UE”.A un quesito se gli operatori dell’UE possono effettuare bonifici in euro sul conto presso GazpromBank se, in precedenza o contemporaneamente, hanno dichiarato chiaramente che il loro obbligo di pagamento termina con questo trasferimento, viene risposto: “Sì, le società dell’UE potrebbero dichiarare chiaramente che intendono adempiere ai propri obblighi derivanti dai contratti in essere e considerare i propri obblighi contrattuali in merito al pagamento già adempiuto pagando in euro o dollari, in linea con i contratti esistenti, come prima dell’adozione del decreto”. LEGGI TUTTO

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    E-Distribuzione ed Ensiel in sinergia per progetti di ricerca innovativi sui sistemi elettrici

    (Teleborsa) – Dalle reti intelligenti (Smart Grid) alle tecnologie di gestione dei sistemi elettrici, dalla generazione distribuita alla manutenzione delle infrastrutture: è ampio l’ambito di ricerca dell’accordo di collaborazione siglato presso l’Università La Sapienza di Roma dall’AD di E-Distribuzione Vincenzo Ranieri e dal Direttore EnSiEL Domenico Villacci. Un’intesa che punta a valorizzare le rispettive competenze nel settore per sviluppare studi e attività scientifiche in tema di sistemi elettrici per l’energia e mercati elettrici nonché a formare i futuri protagonisti.”La firma dell’accordo di oggi – ha commentato Vincenzo Ranieri, AD di E-Distribuzione – è un ulteriore passo avanti nel percorso di E-Distribuzione per la realizzazione di una rete sempre più evoluta, in grado di affrontare in modo efficiente e sostenibile le sfide della transizione energetica in corso. Lavorare al fianco di un organismo specializzato come EnSIEL ci permetterà di realizzare studi e progetti di ricerca di alto valore scientifico per una collaborazione che, in linea con la mission aziendale, fa dell’innovazione tecnologica una leva per creare valore per il Paese”.Domenico Villacci, Direttore di EnSiel, ha detto: “E’ certamente un evento molto importante per la ricerca italiana nel settore dell’energia elettrica e, mi sento di poter affermare, anche per il Paese. Un evento che sancisce in forma programmatica ed organica una collaborazione scientifica su scala nazionale tra la più grande azienda italiana nel settore della distribuzione e misura di energia elettrica, al servizio di oltre 31 milioni di clienti, e il consorzio interuniversitario nazionale specializzato in studi e ricerche nel campo dei Sistemi Elettrici per l’energia. L’accordo consente di mettere a fattor comune risorse e reciproche, qualificate, competenze specialistiche in una cooperazione che contribuirà, con studi e progetti di ricerca innovativi, alle sfide che E-Distribuzione e la ricerca italiana dovranno affrontare in relazione alle politiche europee e nazionali per una Transizione Energetica sostenibile e resiliente. L’Accordo consentirà, inoltre, di cogliere al meglio le opportunità offerte a livello europeo, una fra tutte il nuovo Programma Quadro europeo della ricerca, Horizon Europe”.Nel dettaglio l’intesa ha ad oggetto attività di ricerca su numerose tematiche: oltre a Smart Grid, generazione distribuita e manutenzione dei sistemi elettrici, sono previsti studi congiunti su metodologie innovative di gestione delle infrastrutture elettriche, tecniche di miglioramento della qualità della fornitura del servizio elettrico, sistemi di accumulo, resilienza delle reti di distribuzione e power quality nelle reti di distribuzione.Contestualmente ad analisi scientifiche in aree ad alta innovazione tecnologica (ad esempio trasduttori di nuova generazione in ambito Smart Grid e metodologie di calcolo per gli indicatori di performance delle reti elettriche), l’accordo pone particolare attenzione anche alla sicurezza sul lavoro e alla salvaguardia del paesaggio: da un lato sono previsti approfondimenti sulla conformità delle attrezzature e dei dispositivi di protezione individuale (DPI), dall’altro soluzioni innovative per la prevenzione dei rischi ambientali connessi alla gestione delle infrastrutture elettriche e metodologie di calcolo della CO2.L’accordo suggella una collaborazione già attiva da vari anni. E’ di particolare rilevanza il supporto scientifico fornito da EnSiEL al progetto Edge che E-Distribuzione ha lanciato, su richiesta ARERA, per testare, già da quest’anno in quattro provincie italiane, il processo end to end di acquisizione di servizi di flessibilità da risorse di energia distribuite per la gestione del sistema elettrico di distribuzione.(Foto: American Public Power Association on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    OPA Falck Renewables, adesioni oltre il 4,75%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da Green BidCo (veicolo di Infrastructure Investments Fund) sulle azioni Falck Renewables, risulta che oggi, 21 aprile 2022, sono state presentate 1.189.994 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 4.557.352, pari al 4,753% dell’offerta.L’offerta, iniziata l’11 aprile 2022, terminerà il prossimo 10 maggio 2022. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie di Falck Renewables acquistate sul mercato nei giorni 9 e 10 maggio 2022 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    ENEL, al via collaborazione tra Gridspertise e Gruppo Hera per le smart grid del futuro

    (Teleborsa) – Gridspertise, la società del Gruppo Enel dedicata alla trasformazione digitale delle reti elettriche, ed il Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane, hanno firmato un accordo di collaborazione finalizzato allo sviluppo delle smart grid del futuro attraverso un sistema integrato all’avanguardia per la raccolta e misurazione dei dati raccolti dalle reti di distribuzione elettriche e gas in ambito multiservizio. Le due aziende uniscono così il proprio know-how sviluppato nelle varie aree di competenza per realizzare sinergie tecniche nell’ambito della digitalizzazione delle reti. I risultati di questa collaborazione – spiegano le due società in una nota – potranno essere di interesse per società multiutility anche all’estero, proiettando così le eccellenze tecnologiche ideate e sviluppate nel nostro Paese nei mercati internazionali.In particolare, l’accordo prevede la sperimentazione di un sistema integrato di dati raccolti dai dispositivi gas del Gruppo Hera e dai contatori intelligenti di Gridspertise per le reti elettriche. I test di integrazione in ambito multiservice gas-elettricità saranno realizzati in Italia sulla rete gestita da Inrete Distribuzione Energia, la società di distribuzione del gas naturale ed energia elettrica del Gruppo Hera. Il Gruppo Hera potrà contare in particolare sulla propria esperienza in ambito smart meter gas che l’ha portata a brevettare il contatore evoluto NexMeter.Gridspertise metterà a disposizione le sue soluzioni più innovative per la gestione integrata dei dati di misura al servizio dello sviluppo delle nuove reti intelligenti e sostenibili per accelerare la trasformazione digitale delle infrastrutture elettriche. In particolare, nei mesi scorsi la società ha concluso con il Gruppo Hera accordi per la fornitura di 435mila contatori intelligenti e concentratori, oltre a un innovativo sistema di telegestione che sarà impiegato nella sperimentazione.In base ai risultati della sperimentazione, le due aziende valuteranno la partecipazione congiunta a future gare, che si terranno anche al di fuori del territorio nazionale, in cui sarà prevista la vendita di soluzioni hardware e software per la misura del gas e dell’elettricità. Tale collaborazione potrà estendersi, in un secondo momento, anche a soluzioni che riguardano il ciclo idrico integrato, sia in termini di misura che di smart grid acqua. LEGGI TUTTO

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    Energia, Todde: con rinnovabili previste al 2030 trenta miliardi risparmi

    (Teleborsa) – “Se avessimo oggi la produzione di energia da rinnovabili prevista al 2030, spenderemmo 45 miliardi di euro invece di 75 miliardi” per l’approvvigionamento energetico. Lo ha detto la viceministra dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde intervenendo agli Electric Days sulla transizione energetica in corso a Roma. Al 2030 l’obiettivo è di soddisfare il 72% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, rispetto al 40% di oggi. Nel 2019, la bolletta energetica dell’Italia è stata pari a 44 miliardi di euro.Secondo la Todde, il conflitto in Ucraina “sta accelerando molto la discussione sulle rinnovabili” con l’obiettivo di trovare un’alternativa al al gas russo che oggi rappresenta il 38% delle importazioni di gas del nostro paese. In merito alle rinnovabili, per la viceministra “è un dovere intercettare il valore della componentistica per creare posti di lavoro e non dipendere da altri paesi”. Sul tema delle sanzioni alla Russia, sottolineata l’importanza per l’Europa di avere una “voce unitaria” e di tenere in considerazione gli squilibri che i tetti all’importazione di gas stanno creando fra paesi del Nord e del Sud Europa. “Con l’attuale prezzo del gas, i paesi del Nord Europa stanno facendo extra profitti, mentre i paesi importatori del Sud sono coinvolti diversamente. Ci vuole una mediazione”, ha detto Todde.Quanto allo stop alle importazioni di gas russo “avrà conseguenze sull’inverno del 2023, misurabile in alcuni gradi in meno” di riscaldamento, prosegue sottolineando che “il problema infatti non sarà questo inverno ma il prossimo quando avremo poche scorte. Molto dipenderà da quanto saremmo veloci ad aumentare l’impiego di gas liquefatto. Per questo stiamo lavorando molto anche su rigassificatori e sulle navi gassiere”.Ad oggi al Mise sono aperti “70 tavoli di crisi che coinvolgono 100mila lavoratori”, ha riferito Todde. “Ci sono diverse filiere in crisi per il rincaro delle materie prime e dell’energia. E’ un tema che va affrontato non solo con regole nazionali come abbiamo fatto noi con i decreti energia, necessari per tenere in vita le aziende e farle ripartire”. Fra i settori più colpiti quello dell’automotive, già in crisi per la transizione verso la mobilità elettrica. “Molte aziende di componentistica per motori a combustione erano già in crisi e si ponevano il tema della transizione. Bisogna sostenerle e non avere avere paura del cambiamento”. Rispetto alle stime di una perdita di 70mila posti di lavoro nel solo settore automotive, Todde ha risposto che “se ne possono creare altrettanti investendo nella transizione e nella formazione dei dipendenti”.”Non credo che aumentare tasse sia una prospettiva per un paese che arriva da due anni di pandemia”, ha concluso. LEGGI TUTTO