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    Acquisti sui titoli petroliferi con greggio in rialzo

    (Teleborsa) – Seduta all’insegna degli acquisti per il comparto petrolifero con i prezzi del greggio in salita e già in accelerazione nei giorni scorsi dopo l’esito della riunione dell’OPEC+, del 4 gennaio. Il contratto sul WTI scadenza marzo sale dello 0,94% a 80,21 dollari al barile mentre quello di pari scadenza sul Brent scende dello 0,93% a 82,75 dollari al barile.Tra i player del settore, Tenaris avanza dello 0,67% mentre Eni guadagna lo 0,60%.L’OPEC+ (la formulazione allargata dei produttori di greggio che comprende membri del cartello e membri esterni) ha approvato l’aumento di 400.000 barili al giorno previsto per febbraio. La decisione non ha sorpreso il mercato che si aspettava questo esito. L’alleanza delle 23 nazioni, guidata da Arabia Saudita e Russia, ha già riavviato circa i due terzi della produzione interrotta nelle prime fasi della pandemia. L’obiettivo dell’OPEC+ è aumentare l’offerta a un ritmo che soddisfi la ripresa dei consumi di carburante e riesca a scongiurare nuovi crolli del mercato.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Festività, Terna: consumi elettrici in crescita

    (Teleborsa) – Nel periodo delle festività natalizie i consumi elettrici italiani hanno registrato una sostanziale crescita, confermando il trend positivo che ha caratterizzato il 2021 e che ha visto il fabbisogno energetico tornare sui livelli pre-Covid.Secondo le stime di Terna la società che gestisce la rete elettrica nazionale, dal 20 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022, i consumi elettrici italiani sono aumentati dell’8,7%, rispetto allo stesso periodo del 2020-2021, e del 13,7% rispetto a quello del 2019-2020, facendo misurare dati in linea con quelli registrati nel 2016-2017. La dinamica in flessione non si discosta da quella tipica del periodo natalizio e, come di consuetudine, fa toccare valori assoluti in energia tra i più bassi dell’anno. In termini destagionalizzati, nelle due settimane in esame, caratterizzate da temperature miti rispetto alle medie stagionali, il livello della produzione rinnovabile corretto dagli effetti di calendario e temperatura è aumentato del 3,6% rispetto all’anno precedente. Le fonti pulite hanno raggiunto i 9,3 TWh, con l’idroelettrico e l’eolico che hanno contribuito per i due terzi della produzione complessiva. In particolare, in Italia il 25 dicembre 2021 le fonti rinnovabili hanno coperto il 43% della domanda elettrica giornaliera. LEGGI TUTTO

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    Caro bollette, Lanzetta (Enel Italia): soluzione? Più rinnovabili

    (Teleborsa) – “L’aumento attuale dell’energia elettrica deriva, quasi esclusivamente, dall’aumento del gas, che è il vero colpevole”. Così il direttore Italia di Enel Nicola Lanzetta, spiegando – in una conversazione con l’Ansa – che “oggi il sistema-Italia ha poco meno del 50% di energia prodotta da varie forme e 50% prodotta dal gas” per cui “all’aumentare del costo del gas aumenta il prezzo di produzione dell’energia elettrica”. Alla luce del fatto che l’Italia importa il 90% di gas, la soluzione al caro-bollette è “l’utilizzo di energie rinnovabili. Tanto più come Paese produciamo da fonti rinnovabili tanto più il prezzo si abbasserà”. “Oggi c’è un paradosso che come cittadini non abbiamo mai vissuto, non abbiamo un problema economico ma di permessi. Come Italia e come azienda abbiamo corposi investimenti da fare sia per lo sviluppo di impianti rinnovabili sia per lo sviluppo della rete per supportare il nuovo carico di energia elettrica ma purtroppo siamo bloccati per aspetti burocratici”, prosegue spiegando che “noi che lavoriamo esclusivamente sulle rinnovabili stiamo facendo grosse attività e pressioni affinché si possa realizzare la transizione energetica”.Lanzetta ricorda che “oggi in Italia ci sono centinaia e centinaia di impianti bloccati”, sia dalla burocrazia, sia dalla sindrome Nimby (Non nel mio giardino, ndr) “ognuno ha il suo piccolo interesse”. “Purtroppo è lontano quello che abbiamo realizzato con successo nel 2012-2013 quando abbiamo avuto una capacità di realizzazione da rinnovabili che se riuscissimo a riportarla oggi ci consentirebbe di raggiungere al 2030 l’obiettivo del 70% di energia elettrica da rinnovabili” come Paese. Essendo quindi “il mondo delle infrastrutture complesso”, ha aggiunto Lanzetta, “lo stesso discorso, si potrebbe applicare alla possibilità di estrarre gas in Italia”.Per contenere gli aumenti delle bollette energetiche famiglie e imprese dovrebbero “iniziare a stipulare contratti pluriennali, a lungo termine e a prezzo fisso”. Questo “l’indirizzo nel breve periodo” che arriva dal direttore Italia di Enel secondo cui in questomodo “il rischio diminuisce. Nel medio periodo” l’indirizzo “come nazione è di accelerare in maniera enorme la realizzazione di generazione da fonti rinnovabili” ha aggiunto.Dopo l’inverno i prezzi dovrebbero avere una discesa – ha detto ancora Lanzetta – purtroppo però l’aleatorieta di questo mercato continuerà a essere tale. Per l’estate potremo usufruire del prezzo più basso del gas e dell’energia ma questo non ci deve far dormire sonni tranquilli perché in ogni caso la volatilità di questo mercato ci sarà sino a che avremo il 90% del gas importato, su cui non abbiamo leve”. LEGGI TUTTO

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    Borsa elettrica, prezzo energia crolla del 44% nell'ultima settimana

    (Teleborsa) – Dopo l’ulteriore aumento della settimana precedente, inverte la rotta il prezzo medio d’acquisto dell’energia nella borsa elettrica. Nella settimana al 2 gennaio 2022 è stato di 190,05 euro/MWh, segnando una flessione del 43,9% rispetto ai sette giorni precedenti, secondo quanto comunicato dal GME (Gestore dei mercati energetici). Il picco è stato di 226,21 euro/MWh.Ancora in flessione i volumi di energia elettrica scambiati direttamente nella borsa del GME, pari a 3,5 milioni di MWh (-11,6%), con la liquidità al 72,7% (+1 punto percentuale). I prezzi medi di vendita, ovunque in ribasso, sono variati tra i 189,47 euro/MWh di Sud e Calabria e 190,19 euro/MWh di Centro Sud e Sardegna.Un anno fa, nella settimana dal 28 dicembre 2020 al 3 gennaio 2021, il prezzo medio d’acquisto dell’energia nella borsa elettrica era stato di 48,31 euro/MWh. Negli ultimi 12 mesi c’è stato quindi un aumento del 293%, su cui ha inciso l’andamento della pandemia e il rally dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali. LEGGI TUTTO

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    Enel perfeziona acquisizione di 527 MW di impianti idroelettrici da ERG

    (Teleborsa) – Facendo seguito a quanto annunciato con il comunicato stampa del 2 agosto 2021, Enel informa che la controllata Enel Produzione, in seguito all’avveramento delle condizioni sospensive previste nell’accordo di compravendita, ha perfezionato in data odierna l’acquisizione dell’intero capitale sociale di ERG Hydro da ERG Power Generation. In linea con l’accordo sopra indicato, Enel Produzione ha riconosciuto un corrispettivo di circa 1.039 milioni di euro, a cui si è aggiunto al closing un primo aggiustamento prezzo di circa 226 milioni di euro concernente la valorizzazione del mark to market di alcuni derivati di copertura di ERG Power Generation relativi a parte dell’energia prodotta in futuro dagli impianti di ERG Hydro.L’accordo di compravendita prevede inoltre un ulteriore aggiustamento del corrispettivo nei prossimi mesi, che sarà effettuato principalmente in base alla variazione di capitale circolante netto e posizione finanziaria netta di ERG Hydro e all’effettivo livello delle riserve d’acqua di alcuni bacini inclusi nel perimetro.Gli impianti detenuti da ERG Hydro, situati tra Umbria, Lazio e Marche, hanno una capacità installata di 527 MW e una produzione media annua di circa 1,5 TWh. A seguito dell’operazione, entreranno a far parte del Gruppo Enel 113 addetti tra tecnici specializzati nella gestione operativa degli impianti, specialisti di energy management e staff dedicate.In linea con l’attuale Piano Strategico, l’operazione contribuisce a rafforzare il percorso di crescita nelle rinnovabili del Gruppo Enel, con un ulteriore aumento della relativa capacità installata in Italia. In seguito all’operazione, il Gruppo Enel raggiunge infatti nel Paese circa 13 GW di capacità idroelettrica installata, per una capacità rinnovabile complessiva, compresa quella geotermica, eolica e fotovoltaica, pari a circa 14,5 GW. LEGGI TUTTO

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    Gas, consumi da record nel 2021: mai così alti negli ultimi 10 anni

    (Teleborsa) – In crescita i consumi di gas naturale in Italia. Nel 2021 nei gasdotti italiani sono transitati volumi superiori del 7,8% rispetto al 2020 e del 7,2% rispetto alla media degli ultimi dieci anni (dal 2011 al 2020), con il termoelettrico a fare da traino nel mese di dicembre (+11,3%) e il civile sull’intero anno (+8,1%). Rispetto al 2020 tutti mesi dell’anno, ad eccezione di luglio e agosto, segnano valori positivi, con aprile, maggio e marzo che crescono rispettivamente del 43,3%, del 15% e del 14,5%. Secondo le elaborazioni della Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete Gas, l’Italia ha consumato poco più di 76,2 miliardi di mc, 5,5 miliardi in più rispetto al 2020, un valore mai superato nell’ultimo decennio che si colloca a quasi 1,2 miliardi in meno dei 77,4 del 2011, e a poco più di 9,8 dal massimo storico del 2005: 86,1 miliardi di mc. Guardando al dettaglio della domanda, tutti i settori sono in crescita, con il settore civile, +8,1% a 33.372,9 milioni mc, 2.500 milioni in più rispetto al 2020 (+4,1% sulla media del decennio), pressoché appaiati nell’incremento l’industria, +6,4 sullo scorso anno a 14.057,6 milioni di mc, quasi 844 più del 2020 (+4% sul decennio), e il termoelettrico, + 6,1% a 25.979,2 milioni di mc, 1.494 più del 2020 (oltre 2.500 mln di mc, ben l’11% in più sul decennio). Il mese di dicembre ha concorso all’incremento complessivo con un aumento del 9,8% sul 2020, poco meno dell’11,1% ravvisato a novembre, con la domanda totale a 9.685,9 milioni di mc, 866,2 in più rispetto a dicembre 2020 (+10,6% nel confronto con la media del decennio). A tirare la volata è stato il termoelettrico, +11,3% a 2.585,6 milioni mc (+22,7% sul decennio), seguito dal civile, +8,7% a 5.547,9 milioni mc (+5,3% sulla media 2011-2020), e, con minor slancio, dall’industria, con tutta probabilità rallentata dagli alti prezzi, +2,8% a 1.153,8 milioni mc (+2,9% sul decennio). Passando all’offerta, le importazioni del 2020 sono cresciute ancora una volta più della domanda, con un +8,6% a 71,6 mld, quasi 5,7 mld mc in piu’ rispetto al 2020 (+9,6% rispetto alla media 2011-2020), in flessione rispetto allo scorso anno le erogazioni nette dagli stoccaggi.Nuovo record negativo per la produzione nazionale. Se nel 2020, per la prima volta, si era scesi sotto 4 miliardi mc estratti nell’anno, nel 2021 ci siamo avvicinati moltissimo a 3, fermandoci a 3.126,9 milioni mc, -18,7%, poco meno di 720 milioni mc meno del 2020 e ben il 49% rispetto alla media del periodo 2011-2020 con una flessione prossima a 3 miliardi di mc. Tra le importazioni via tubo: in crescita i flussi dall’Algeria con oltre il 76%, ben 9,1 miliardi di mc in più sul 2020, nonostante la flessione del 5,4% del mese di dicembre; quasi invariati i flussi annuali dalla Russia (-0,4% a 28,1 mld mc), che segna un dicembre in crescita del 2,6% e resta di gran lunga la prima fonte di approvvigionamento con quasi 28,2 miliardi di mc arrivati nel 2021 (in linea con la media del decennio 2011-20). Chiudono in notevole flessione i volumi in arrivo dal Nord Europa, -75,7%, quasi 6,5 miliardi mc in meno rispetto al 2020 (-77,1% sul decennio), nonostante il recupero visto a partire da ottobre, con dicembre che addirittura segna un +733%. Decrescenti anche i flussi in arrivo dalla Libia, – 27,6% (-38,1% sul decennio), con 3,2 miliardi di mc arrivati nell’anno. Quasi provvidenziale quindi l’arrivo del gas azero, tramite il Tap, i cui primi mc sono arrivati tra il 30 e il 31 dicembre 2020 e sono andati in crescendo durante il 2021: oltre 2,6 miliardi nel primo semestre, 4,5 nel secondo per un totale di oltre 7,1 miliardi di mc. LEGGI TUTTO

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    Gas, ad Amsterdam sfilza record ribassi

    (Teleborsa) – Salgono a otto le sedute di ribassi consecutivi per il gas ad Amsterdam, benchmark di riferimento per il prezzo in Europa. Anche oggi i future registrano un forte calo, perdendo l’11,3% a 77,4 euro al megawattora. Andamento analogo a Londra dove il gas cede il 12,35% a 190 pence per therm.Ad innescare la serie di ribassi la notizia che diverse navi statunitensi che trasportano gas naturale liquefatto hanno fatto rotta sull’Europa per avvantaggiarsi dei prezzi, saliti, nonostante i cali delle ultime sedute, del 300% da inizio anno, mentre l’arrivo sul Continente di temperature più miti allenta i timori sulla domanda. Secondo i dati dell’agenzia Bloomberg sono 11 i cargo americani che attraccheranno nei terminali di importazione dell’Europa Nord Occidentale tra il 30 dicembre e il 10 gennaio mentre anche le forniture russe dall’Ucraina sono aumentate, con flussi al massimo dallo scorso 18 dicembre.L’auspicio è che il calo del prezzo del gas possa proseguire e stabilizzarsi, così da allentare la pressione su consumatori e imprese, costrette in alcuni casi a rallentare o fermare la produzione a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia. Una corsa provocata dal rimbalzo dell’economia nel 2021 rispetto al quale le forniture hanno faticato a stare al passo. LEGGI TUTTO

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    Maxi stangata luce e gas, associazioni sul piede di guerra

    (Teleborsa) – Associazioni sul piede di guerra dopo che ieri l’ARERA ha comunicato che da gennaio la luce aumenterà del 55% e il gas del 41,8%. Aumenti che scatteranno “malgrado gli interventi” del Governo, spiega l’Autorità, precisando che gli incrementi record delle materie prime “avrebbero portato ad un aumento del 65% della bolletta dell’elettricità e del 59,2% di quella del gas”.Gli aumenti delle tariffe di luce e gas sono “mostruosi” per Assoutenti e portano l’associazione dei consumatori a presentare un esposto all’Autorità garante per la concorrenza e all’Antitrust Ue affinchè indaghino sulle speculazioni in atto sui mercati di elettricità e gas. “I rincari decisi oggi da Arera rappresentano una mazzata per famiglie e imprese e provocheranno danni economici ingenti al paese – afferma il presidente Furio Truzzi – I 3,8 miliardi messi in campo dal Governo, si sono rivelati insufficienti, e non hanno evitato la stangata che si abbatterà sulle bollette degli italiani”. Di ” stangata senza precedenti che rischia di diventare una Caporetto per famiglie e piccole e medie imprese”, parla Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, infatti, per una famiglia tipo significa spendere nel 2022 (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1? gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, nell’ipotesi di prezzi costanti), 441 euro in più per la luce e 567 euro per il gas. Una maggior spesa complessiva pari, quindi, a 1008 euro. “Un rincaro record. Mai, da quando ci sono gli aggiornamenti tariffari trimestrali stabiliti dall’Authority, ossia dal gennaio 2003, si sono verificati rialzi cosi’ elevati, nè per la luce nè per il gas” prosegue Vignola. “Ora il Governo, come promesso da Draghi, deve abbassare le bollette prendendo i soldi da quei produttori che hanno fatto extraprofitti fantastici perchè hanno prodotto energia a basso costo, rivendendola poi ai prezzi lunari di mercato, facendo speculazioni belle e buone” conclude Vignola.”L’aumento delle tariffe energetiche pesa sui conti delle famiglie ma anche sui costi delle imprese e rende più onerosa la produzione e la commercializzazione in una situazione fortemente condizionata dall’emergenza Covid”. Questo l’allarme lanciato da Coldiretti nel commentare i maxi aumenti. “L’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo perchè riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’inverno. Il costo dell’energia – continua la Coldiretti – si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione”.(Foto: © pejo / 123RF) LEGGI TUTTO