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    Snam perfeziona l’acquisizione di Edison Stoccaggio per 565 milioni di euro

    (Teleborsa) – Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, ha perfezionato l’acquisizione da Edison del 100% del capitale sociale di Edison Stoccaggio, per un controvalore di circa 565 milioni di euro, comprensivo degli aggiustamenti previsti dal contratto di compravendita e della ticking fee. L’operazione prevede inoltre un earn-out che potrà essere corrisposto da parte di Stogit a Edison in caso di esito positivo del contenzioso amministrativo tutt’ora in corso relativo ai ricavi riconosciuti negli anni precedenti per le attività del sito di San Potito e Cotignola.”In uno scenario che permane fragile e complesso, con questa operazione aggiungiamo un importante tassello al percorso intrapreso per rafforzare l’approccio sistemico alla sicurezza energetica del Paese – ha commentato Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam – Con le altre iniziative che ci vedono fortemente impegnati, l’obiettivo è quello di dotare il sistema italiano ed europeo degli ulteriori elementi di solidità e sicurezza che sono necessari per un migliore equilibrio del mercato e una maggiore competitività”.Con questa operazione, la capacità complessiva di stoccaggio in capo a Snam salirà a circa 18 miliardi di metri cubi, di cui 4,6 di riserva strategica, pari a oltre il 17% della capacità europea, consolidando la posizione di leadership del Gruppo nel settore a livello continentale. Edison Stoccaggio, ridenominata Stogit Adriatica a seguito dell’acquisizione da parte di Stogit (controllata di Snam), ha una RAB calendaria e un EBITDA al 31 dicembre 2024 stimati rispettivamente pari a circa 520 milioni di euro e circa 52 milioni di euro.L’operazione, finanziata da parte del Gruppo Snam attraverso l’emissione di un bond ibrido avvenuta lo scorso settembre, contribuisce positivamente all’utile netto di Gruppo in un range compreso fra l’1,5% e il 2,0% già a partire dal 2025, e i suoi effetti sono già stati incorporati nel Piano Strategico 2025-29 di Snam.Per effetto dell’operazione, i siti di stoccaggio in esercizio in capo al Gruppo Snam saliranno da 9 a 12 unità, collocate prevalentemente nel centro-nord Italia, presso i principali poli di consumo del Paese. I siti di Cellino, Collalto e San Potito e Cotignola vanno quindi ad aggiungersi a Brugherio (MI), Settala (MI), Sergnano (CR), Ripalta (CR), Bordolano (CR), Cortemaggiore (PC), Sabbioncello (FE), Minerbio (BO) e Fiume Treste (CH).Edison, che fa parte del gruppo francese Électricité de France, ha detto che le risorse incassate saranno destinate alla transizione energetica e allo sviluppo della base clienti.”La valorizzazione di questo asset strategico per il Paese è coerente con il nostro percorso di transizione energetica e fornirà risorse addizionali per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili e per il bilanciamento del nostro profilo industriale con investimenti nel segmento downstream – a commentato Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison – È un passo ulteriore, molto concreto, verso l’obiettivo strategico di portare il contributo di attività rinnovabili, flessibilità, clienti e servizi al 70% dell’EBITDA del Gruppo entro il 2030″. LEGGI TUTTO

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    Caro bollette, Consumatori: “Decreto insoddisfacente, sia primo passo per riforma mercato energia”

    (Teleborsa) – Giudizi contrastanti da parte dei consumatori sul decreto bollette approvato, dopo il rinvio di inizio settimana, dal Consiglio dei ministri. Nel testo misure di sostegno per famiglie e imprese contro il caro bollette: riduzione degli oneri in bolletta ma solo per le Pmi, bonus sociale potenziato e maggiore trasparenza nelle offerte. “Luci e ombre sul decreto bollette licenziato dal governo – afferma Assoutenti, commentando i provvedimenti in tema di energia approvati –. Le misure – sottolinea l’associazione– non soddisfano consumatori, il nodo caro-bollette resta irrisolto”. “Il decreto sulle bollette varato dal governo è un pannicello caldo che non risolve il problema del caro-energia in Italia” afferma il Codacons. “Le piccole attività del terziario, però, sono di fatto escluse” sottolinea Confesercenti. “L’intervento sulle bollette taglia fuori le micro imprese” attacca la CNA. “Decreto insoddisfacente, bene su bonus, ma beffa di 3 mesi” dichiara l’Unc. “Bene le misure del goveno, ora stabilità e maggiore tutela per le famiglie” commenta l’Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori). Mentre Altroconsumo si augura sia “un primo passo per una riforma strutturale del mercato dell’energia”.”Sebbene l’ampliamento della platea dei beneficiari dei bonus sociali sia un passo positivo, il decreto non soddisfa pienamente i consumatori, e il nodo caro-bollette rimane irrisolto – spiega il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso –. Approviamo le misure per combattere il telemarketing selvaggio, garantire maggiore trasparenza nelle offerte commerciali degli operatori e allungare di due anni il passaggio al mercato libero per i clienti vulnerabili, ma riteniamo che in tema di energia servisse più coraggio, con misure più incisive e durature, come la riduzione strutturale degli oneri di sistema per tutti e l’implementazione di politiche energetiche sostenibili, per garantire una reale tutela dei consumatori e delle imprese nel lungo periodo, volte ad incentivare concretamente la transizione energetica”. Assoutenti sottolinea inoltre la necessità di accompagnare i cittadini nella fruizione dei benefici previsti dal decreto. “Per questo motivo – aggiunge Melluso – proponiamo di mettere a disposizione la nostra rete nazionale di sportelli delle associazioni dei consumatori, affinché i cittadini possano ricevere informazioni chiare, assistenza pratica e supporto nell’accesso ai bonus sociali e alle nuove opportunità introdotte dal governo. Solo garantendo una comunicazione capillare e un’assistenza dedicata potremo evitare che risorse e agevolazioni restino inutilizzate o che i consumatori si trovino in difficoltà nell’affrontare le nuove disposizioni”.”La montagna ha partorito il topolino, e dal governo viene fuori un decreto che contiene misure spot, peraltro per la durata di soli tre mesi – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. La strada dei bonus per le famiglie numerose o in difficoltà, come dimostra l’esperienza del passato, non può rappresentare una soluzione al problema del caro-bollette, e in assenza di misure strutturali il prossimo inverno l’Italia si ritroverà nella stessa situazione odierna”. Dubbi del Codacons anche sull’Iva “mobile”, ossia l’annunciato meccanismo per il quale oltre a un certo prezzo dell’energia, lo Stato rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di imposta alla riduzione delle bollette. “Uno strumento già previsto per i carburanti e che finora non ha funzionato, e vogliamo capire a quali condizioni potrà scattare il taglio dell’Iva e in favore di chi andranno le risorse – afferma l’associazione –. Se da un lato è positivo l’incremento della trasparenza sulle bollette previsto dal decreto e il rinvio di due anni del passaggio al mercato libero per i clienti e le micro imprese vulnerabili, dall’altro – conclude il Codacons – non possiamo non rilevare come le misure inserite nel decreto non prevedano interventi strutturali per abbattere i costi dell’energia in Italia, combattere le speculazioni sui mercati e riportare la tassazione ai livelli della media europea”.”L’invito lanciato dalle imprese per un intervento immediato per contrastare il caro energia e calmierare gli aumenti delle bollette è stato accolto dal Governo. Le piccole attività del terziario, però, sono di fatto escluse – commenta Confesercenti –. I rincari dei beni energetici hanno già avuto un impatto sull’inflazione, in crescita anche a febbraio. Bene dunque il provvedimento dell’Esecutivo, anche se sarebbe stato necessario avere di più: tantissime imprese a bassi consumi energetici, per intenderci le più piccole – rimarranno prive di ogni forma di tutela. Per le altre si può quantificare una riduzione tra il 20 ed il 40% degli incrementi registrati. La situazione va ora monitorata costantemente, ma è fondamentale iniziare ad adottare provvedimenti strutturali per contrastare la volatilità del mercato energetico. A partire dall’istituzione di un fondo per gestire eventuali nuove emergenze”.”Il decreto per alleggerire le bollette esclude la platea delle micro imprese – rileva la CNA sulla base delle indicazioni fornite al termine del consiglio dei ministri –. In attesa di conoscere il testo del provvedimento, il contributo straordinario attraverso il taglio degli oneri generali di sistema riguarda esclusivamente le imprese con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 KW/h. Si tratta di un intervento che esclude gran parte delle micro e piccole imprese che operano nei servizi alla persona e alla comunità (parrucchieri, autoriparatori, lavanderie, ecc.). CNA è consapevole dei vincoli di finanza pubblica rispetto alle misure temporanee messe in campo dal Governo per alleggerire le bollette di imprese e famiglie, ma il trend rialzista dei costi energetici e il divario nei confronti degli altri principali paesi europei confermano la necessità di definire interventi di lungo termine per abbassare in modo strutturale i costi energetici, con particolare riferimento al sistema delle micro e piccole imprese”.”Decreto insoddisfacente! Bene l’intervento sui bonus sociali, con l’estensione fino a 25 mila euro di Isee, ma è una beffa il limite di 3 mesi, per non dire una presa in giro. La misura per essere efficace andava adottata in modo strutturale, non certo per un trimestre. Le famiglie povere devono avere garanzie sul loro futuro, sapere a quali spese dovranno far fronte, visto che non riescono a far quadrare i loro conti. Il paradosso, poi, è che tra 1 mese e mezzo i caloriferi saranno spenti in tutta Italia e ora che il provvedimento diventerà operativo le bollette scenderanno al punto che le famiglie beneficiarie potrebbero andare addirittura a credito, visto che il bonus di 200 non pare commisurato all’importo della bolletta – afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Positivo, anche se deludente, il rinvio di due anni della scadenza del servizio dedicato ai vulnerabili. Chiedevamo, infatti, che il servizio di tutela restasse sine die, senza future aste. Bene l’inasprimento delle sanzioni da parte delle Authority, l’intervento sugli Ets e sulla trasparenza delle offerte con un contratto tipo – prosegue Vignola –. Grave che non si sia niente sul fronte degli oneri di sistema o sull’abbassamento dell’Iva: non pretendevamo un’aliquota al 5% come fatto da Draghi, ma almeno al 10%. Per il resto si tratta di un provvedimento inadeguato e privo di coraggio. Anche se ci riserviamo di esprimere un giudizio finale non appena avremo il testo, stando a quanto comunicato dal Governo in conferenza stampa non sembra esserci nulla nulla sul fronte del disaccoppiamento, anche se parziale, del prezzo dell’energia da quello del gas, potenziando ad esempio i PPA, consentendo ad AU di di riprendere a fare gli acquisti a lungo termine, ridefinendo la formazione del PUN e i meccanismi di incentivazione delle rinnovabili”.”Le misure erano attese da un po’: il caro bollette è un tema importantissimo che riguarda famiglie ed imprese; va affrontato adeguatamente e rapidamente per evitare che gli aumenti di prezzo dell’energia portino inflazione e quindi conseguenze negative anche sul Pil. Le ultime rilevazioni Istat di febbraio parlano di una inflazione in crescita all’1,7%, spinta proprio dal caro energia” rileva Altroconsumo augurandosi però che “queste misure siano l’inizio di una riforma strutturale del mercato dell’energia e non le ennesime soluzioni tampone”. “Le tensioni geopolitiche internazionali e gli interessi speculativi di cui non è esente il mercato dell’energia hanno portato nuovamente, nelle scorse settimane, ad un rialzo critico del prezzo del gas e dei carburanti. Il Governo – prosegue l’associazione – ha finalmente emanato il tanto atteso decreto bollette con misure che in parte riprendono alcune delle richieste di Altroconsumo contenute nel documento Considerazioni di Altroconsumo sul mercato dell’energia e sul caro bollette. Ma servono misure strutturali per una vera riforma del mercato dell’energia”. “Il caro bollette che colpisce famiglie e imprese – commenta Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo – è causato da diversi fattori, quali il mix energetico e le dinamiche di mercato. Le prime misure del Governo, con 3 miliardi di euro, sono un passo positivo, ma non risolvono completamente il problema. L’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità danneggia soprattutto le famiglie vulnerabili e le imprese, che vedono crescere i costi produttivi e la competitività internazionale. Dunque, i 3 miliardi di euro (di cui 1,6 miliardi per le famiglie) messi sul piatto dal Governo non saranno sufficienti a dare una risposta completa al problema, ma ci auguriamo siano solo il primo passo per misure più ampie per una riforma strutturale del mercato. Accogliamo con favore il bonus sociale potenziato che, ampliando la platea dei cittadini che potranno usufruirne (il limite Isee arriva a 25mils euro), darà la possibilità di ridurre il costo delle bollette, anche se solo per tre mesi, grazie a un nuovo bonus di 200 euro che si aggiungerà a quelli già in essere per gli Isee entro i 9.530 euro e sarà erogato anche alle famiglie con Isee entro i 25mils euro. Ci auguriamo che nella conversione in legge si riesca ad aumentarne la durata e a introdurre anche una rimodulazione in base alla numerosità del nucleo familiare, come peraltro spiegato nella nostra petizione che ha raccolto più di 58mila firme. Bene anche la riduzione degli oneri fiscali anche se solo per le piccole e medie imprese. Una misura di riduzione dei costi che dovrebbe riguardare anche le famiglie e che dovrebbe essere parte di una riforma più strutturale per non fa cadere sui consumatori i costi della transizione ecologica. L’introduzione di un’unica aliquota Iva sul gas al 10% avrebbe aggiunto maggiori benefici alle famiglie, ma purtroppo su questo non ci sarà nessuna novità. Infine, lavorare sulla trasparenza e sulla correttezza degli operatori è fondamentale per avere un mercato concorrenziale e quindi migliore per tutti. Offerte non chiare e pratiche commerciali scorrette nella promozione, nel contenuto delle offerte o dei loro rinnovi non permettono di sfruttare a pieno le potenzialità del mercato libero e della concorrenza. Il decreto-legge del Governo è una prima risposta al problema, ma non è la soluzione definitiva; servono interventi strutturali. Come spiegato nel nostro documento, bisogna aumentare la concorrenza nel mercato, anche attraverso le concessioni idroelettriche e della rete di distribuzione. Il disegno di legge sul nucleare potrebbe contribuire a ridurre i costi energetici, ma non è una soluzione immediata. Servono interventi rapidi, come l’incremento delle energie rinnovabili, per ridurre la dipendenza da gas e petrolio a costi inferiori”.”Le misure adottate dal governo rappresentano un passo in avanti per contrastare il caro energia e offrire un sostegno a milioni di famiglie. L’ampliamento della platea del bonus sociale fino a 25mila euro ISEE e l’introduzione di un meccanismo a scaglioni sono segnali positivi, che potranno alleviare il peso delle bollette su chi è più in difficoltà. Abbiamo però alcune perplessità sul fatto che il sostegno sia limitato a tre mesi e legato alla previsione di un calo del prezzo del gas. Sarà quindi fondamentale monitorare la situazione nei prossimi mesi e valutare eventuali proroghe del provvedimento, qualora il contesto internazionale non dovesse migliorare – afferma Fabrizio Ciliberto, vicepresidente nazionale Udicon –. Accogliamo con favore anche le misure per la trasparenza delle offerte energetiche nel mercato libero, ma affinché siano davvero efficaci, servono strumenti chiari e accessibili per i consumatori, così da poter confrontare liberamente le offerte disponibili. Sarà importante verificare l’impatto di questi interventi e garantire che le famiglie non si trovino nuovamente in difficoltà una volta esauriti gli aiuti. L’obiettivo deve essere quello di costruire un sistema che metta i consumatori al riparo da oscillazioni imprevedibili, evitando interventi emergenziali ripetuti e assicurando maggiore stabilità”. LEGGI TUTTO

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    OPA Comal, adesioni al 40% al termine della seconda settimana

    (Teleborsa) – Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria su Comal, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore dell’impiantistica per la produzione di energia da fonte solare, è stato comunicato che nella seconda settimana di offerta sono state portate in adesione 4.974.846 azioni, pari al 38,8258% delle azioni oggetto dell’offerta e al 37,9955% del capitale sociale.Dall’inizio del periodo di adesione (17 febbraio 2025) sono state quindi portate in adesione 5.136.330 azioni, pari al 40,0861% delle azioni oggetto dell’offerta e al 39,2289% del capitale sociale.Il periodo di adesione ha avuto inizio il 17 febbraio 2025 e terminerà il 7 marzo 2025, estremi inclusi, salvo eventuali proroghe e ferma restando l’eventuale riapertura dei termini. Il corrispettivo è pari a 4,80 euro per azione. LEGGI TUTTO

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    Lemon Sistemi, contratto da 1 milione di euro per realizzare impianto fotovoltaico

    (Teleborsa) – Lemon Sistemi, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nella progettazione, fornitura e posa di impianti fotovoltaici, termoidraulici, di accumulo e della progettazione di soluzioni per l’efficientamento energetico, ha firmato un contratto con Alfa Graniti, società siciliana specializzata nella produzione di semilavorati in marmo e granito, per la realizzazione di un impianto fotovoltaico del valore pari a 1 milione di euro.Il contratto stabilisce la progettazione e realizzazione di un impianto fotovoltaico sul terreno di proprietà di Alfa Graniti a Chiaramonte Gulfi (RG) per la produzione di energia destinata alla vendita. Il contratto prevede il versamento, a favore di Lemon Sistemi, di un acconto del 10% alla sottoscrizione del presente accordo, del 10% alla conclusione dell’iter autorizzativo, del 30% inizio lavori, del 25% alla conclusione dei lavori e il saldo del 25% ad approvazione del regolamento d’esercizio. Nel corso del secondo trimestre del 2025 inizieranno i lavori per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico e si stima termineranno entro il terzo trimestre del 2025.”La firma di questo contratto rappresenta un traguardo che si inserisce perfettamente nella nostra strategia di crescita, ovvero la progettazione, fornitura e installazione di impianti fotovoltaici di medie dimensioni, nonché, un importante sviluppo dei parchi fotovoltaici, per incrementare la scala e l’efficienza dei progetti, contribuendo attivamente alla transizione energetica”, ha detto la co-CEO Maria Laura Spagnolo.(Foto: Zbynek Burival on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Nucleare sostenibile, Pichetto: il Consiglio dei Ministri approva la legge delega

    (Teleborsa) – Su proposta del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il Consiglio dei Ministri ha approvato una legge delega al Governo sul nuovo nucleare sostenibile. L’obiettivo è disciplinare la produzione di energia attraverso i nuovi moduli, lo smantellamento delle vecchie centrali, la gestione di rifiuti e combustibile esaurito, ricerca e sviluppo su energia da fusione, riorganizzazione competenze e funzioni. “Con il nucleare di nuova generazione, insieme alle rinnovabili – spiega Pichetto Fratin – saremo in grado di raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione, garantendo la piena sicurezza energetica del Paese. Così l’Italia è pronta ad affrontare le sfide del futuro”.Il provvedimento – sottolinea il ministero in una nota – mira a raggiungere, con il contributo di questa innovativa fonte di energia, caratterizzata per essere “green”, programmabile e continua, i “target” di decarbonizzazione e sicurezza energetica, così come delineati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Il nuovo nucleare dovrà assicurare energia sufficiente a prezzi accessibili, con un contenimento dei costi energetici e il rafforzamento della competitività del sistema.La delega prevede che il Governo adotti una serie di decreti legislativi, entro 12 mesi dall’entrata in vigore, per disciplinare in maniera organica l’intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile, attraverso la stesura di un Programma nazionale: dalla sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio dei nuovi moduli al tema della fabbricazione e riprocessamento del combustibile che sarà affrontato in una visione di economia circolare.Si interverrà anche sulla disattivazione e smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione, la riorganizzazione di competenze e funzioni, anche con l’istituzione di una Autorità indipendente per sicurezza, vigilanza e controllo. La delega servirà anche a prevedere strumenti formativi e informativi, formare nuovi tecnici e figure professionali del settore, individuare benefici per i territori interessati.”Con il decreto bollette – prosegue Pichetto Fratin – diamo un aiuto che i cittadini sentiranno concretamente già nelle prossime settimane. Ma noi abbiamo anche una grande responsabilità verso le future generazioni. Dobbiamo garantire loro energia più pulita, economica e sicura per un’Italia che vuole crescere ed essere più competitiva. E questo è il senso della legge delega sul nucleare che abbiamo approviamo oggi. È un progetto ambizioso su cui siamo aperti a confrontarci con tutti coloro che, al di là di ogni impostazione ideologica, hanno davvero a cuore il futuro, la sicurezza e la crescita del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Italgas, collocato bond dual tranche da 1 miliardo di euro complessivi

    (Teleborsa) – Italgas ha concluso con successo il lancio di un’emissione obbligazionaria “dual-tranche” a 5 e 9 anni, entrambe a tasso fisso e per un ammontare di 500 milioni di euro cadauna. L’emissione ha registrato, per entrambe le tranche, ordini superiori a 6 volte l’offerta ed è stata caratterizzata da un’elevata qualità e ampia diversificazione geografica degli investitori.La risposta positiva degli investitori ha consentito di contenere il costo al di sotto degli attuali livelli di mercato. Le due tranche hanno durata di 5 e 9 anni con cedola annuale pari a 2,875% e 3,500%, e spread rispettivamente di 78 e 118 punti base rispetto al tasso di riferimento (circa 5bps inferiori rispetto al fair value).I proventi dell’operazione saranno destinati alla copertura dei fabbisogni finanziari previsti nel corso dell’anno.Il collocamento, rivolto ai soli investitori istituzionali, è organizzato e diretto, in qualità di Joint Bookrunners da JPMorgan, Citi, Morgan Stanley, Société Générale, Bank of America e Banca Akros. Le obbligazioni saranno quotate presso la Borsa del Lussemburgo LEGGI TUTTO

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    Eni, Gattei: c’è potenziale per IPO di Plenitude o Enilive, ma contributo limitato nel piano

    (Teleborsa) – “C’è il potenziale” per l’IPO di Plenitude o Enilive, ma “dipenderà dalle condizioni del mercato”. Lo ha affermato Francesco Gattei, Chief Transition e Financial Officer di Eni, rispondendo alle domande degli analisti sul piano strategico 2025-28.In ogni caso, “il contributo dell’IPO nel piano è limitato, perché c’è una quota del private equity che ha la priorità in caso di IPO. Ci sarà anche un contributo dalla nostra parte, ma questo sarà più limitato”.In un altro passaggio, Gattei ha detto agli analisti che “continuerete a vedere miglioramenti nella politica di distribuzione con i miglioramenti delle performance del business”, sottolineando anche che “stiamo mostrando una strategia che si basa su una generazione organica di risultati e quindi di distribuzioni”.Parlando dei dividendi, Gattei ha detto che “non conta solo la quantità, ma anche la qualità dei dividendi”, sottolineando la “resilienza del payout”, anche perché nel corso del piano quadriennale si prevede una cash neutrality a livello di dividendo in media sotto i 40 dollari al barile. LEGGI TUTTO

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    Eni, Descalzi: soddisfatti del modello satellitare, ci ha permesso di aumentare cash-in

    (Teleborsa) – “Il modello satellitare è stato il modello che ci ha permesso di andare più veloci e aumentare il cash-in, aiutandoci nella gestione del leverage e nella resilienza del business”. Lo ha affermato Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, rispondendo alle domande degli analisti sul piano strategico 2025-28.Eni ha spiegato nella presentazione del nuovo piano che l’accesso a nuove fonti di capitale supporta in modo efficiente la crescita sia nell’Upstream, come confermato da Var, Azule, Ithaca e ora Indonesia, sia nelle attività legate alla Transizione, come con Plenitude, Enilive e la società dedicata alla CCS.Nel 2025 Eni prevede di lanciare la nuova società satellite relativa al business della CCUS (Carbon, Capture, Utilisation and Storage), consolidando i propri progetti in un’unica entità e facendo leva sulla propria competenza tecnica e finanziaria, avviando così un nuovo e importante business dalla fine di questa decade.Eni ha incassato 12 miliardi di euro dal 2019 grazie ai cash-in dalle società satellite e ne aspetta altri 13 miliardi di euro circa nell’arco del nuovo piano.”Siamo chiamare soddisfatti dal modello satellitare, come testimonia anche l’interesse di soggetti di private market”, ha sottolineato Descalzi. LEGGI TUTTO